Inps, part-time agevolato per una mezza pensione

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Inps, part-time agevolato per una mezza pensione
14 aprile 2016
Potranno accedere al part-time agevolato i lavoratori con 20 anni di contributi e 66 anni e 7 mesi di
età entro il 2018
Il Ministro Giuliano Poletti ha firmato il decreto che
introduce il “part-time agevolato“, previsto da una
norma contenuta nella Legge di stabilità 2016. Una
sorta di principio di “invecchiamento attivo” (così lo
definisce il governo) che permette un’uscita
graduale dal mondo del lavoro.
Chi può usufruire dell’agevolazione
La misura riguarderà il settore del lavoro privato: il lavoratore prossimo alla pensione potrà
concordare con il proprio principale il passaggio al part-time, con una riduzione dell’orario
lavorativo tra il 40 e il 60 percento. Potranno usufruire di questa agevolazione soltanto quei
lavoratori, con contratto a tempo indeterminato e orario pieno, che abbiano versato almeno 20
anni di contributi e abbiano raggiunto 66 anni e 7 mesi a fine 2018. Per le donne però, secondo
Confcommercio, questa operazione appare esclusa: le lavoratrici nate nel 1951 sono già andate in
pensione tramite la “finestra mobile”; quelle nate nel 1952 andranno entro quest’anno grazie alla
riforma Fornero; mentre quelle nate nel 1953 non potranno comunque utilizzare l’agevolazione
perché, nel 2018, non avranno maturato il requisito anagrafico per andare in pensione.
Cambia il contenuto della busta paga
L’obiettivo del part-time agevolato è quello di far percepire al lavoratore l’intero importo della
pensione, senza penalizzazioni. Il decreto, infatti, prevede che l’azienda, oltre al pagamento
del part-time, versi i contributi che sarebbero stati a suo carico in caso di lavoro full-time del
dipendente. In più, lo Stato dovrà versare la contribuzione figurativa corrispondente all’inattività
prevista dalla riduzione dell’orario di lavoro. La contribuzione sarà erogata in un limite massimo di
60 mln di euro per il 2016, 120 mln per il 2017 e 60 mln per il 2018. Raggiunte queste cifre, per
ogni anno, non sarà più possibile richiedere nuove istanze.
Opzione troppo onerosa per le aziende
Secondo il presidente della Commissione lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, l’agevolazione
è molto onerosa e “sarà ragionevolmente utilizzata da pochissime grandi imprese, anche a fronte di
un contratto poco desiderabile per entrambe le parti”. Sarebbe meglio, a suo parere, introdurre
maggiore flessibilità sull’età di uscita. Ha parlato di flessibilità anche il segretario Uil, Domenico
Proietti, affermando che “Il decreto non risponde minimante all’urgenza di reintrodurre per tutti i
lavoratori la flessibilità di accesso alla pensione. (…) Bisogna quindi varare subito un
provvedimento prevedendo la flessibilità in uscita a 62 anni. Questo permetterebbe di riattivare
anche un positivo turn over nel mercato del lavoro a beneficio dei giovani”.
http://www.politx.it/pensioni-part-time-agevolato-per-una-graduale-uscita/