N° 09 del 14/03/2008

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Transcript N° 09 del 14/03/2008

SELE
B A T T I PA G L I A
Il 10 marzo
apre a S.Nicola Varco
il centro commerciale
pag. 4
Barlotti a
Zara:
Carpe Diem
pag. 2
C O N T RO N E
Il fagiolo
trova
il suo logo
C A PA C C I O
pag. 7
Monzo:“Evitiamo
il dissesto
finanziario”
pag. 14
E BO L I
Il periodo nero dei
lavoratori: 36 licenziati alla
Pezzullo
pag. 3
Ann o X n°09 - www.unicosettimanale.it - 14 marzo 2008 € 1,00
Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) - Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno -Abb. annuale 25,00€
Parco Cilento,
la novità De Masi
L’A LT RO
di Luciano Pignataro*
Comunque vada, l’arrivo di Domenico De Masi è destinato a smuovere le acque nel Parco del Cilento.
La spinta propulsiva dei primi anni
era ormai esaurita e le singole amministrazioni comunali, sia pure
con qualche rara eccezione, sono
assolutamente incapaci, o impotenti, nel pensare il territorio fuori
dal territorio come occasione di
sviluppo economico.
Sinora questo compito è stato portato avanti solo da alcuni imprenditori della filiera agroalimentare,
primi fra tutti i campioni del vino e
dell’olio, seguiti anche dagli altri
che hanno capito come sia importante saper comunicare, almeno
quanto saper produrre.
Quel che serve adesso è una idea
forte su cui organizzare la rete già
esistente, non bisogna inventare
quasi nulla, anzi, direi, meno si
tocca meglio è in questa fase.
Bisogna però creare un binomio inscindibile nell’immaginario collettivo tra il Cilento e il nuovo life
style che piace agli italiani, cioè
fare qualcosa che sinora è mancata
8
MARZO
Stefania Zerella con
una giovane
tanzaniana
di Giuseppe Liuccio
Ricorre oggi la “Festa della
Donna” Da alcuni anni a questa parte ha perduto la carica
dirompente di un evento polemicamente rivoluzionario per
assumere i toni di una più pacata riflessione sui temi concreti dell’esistenza individuale
e dell’organizzazione sociale
dell’universo femminile.
Oggi la donna lavora e produce e si impone con autorevolezza in tutti i campi con
serietà e professionalità, interpretando un ruolo da protagonista nello sviluppo della
società. E’ una realtà ampiamente diffusa nel mondo, in
Europa ed in Italia. E, per fortuna, lo è anche nel Cilento.
Io, però, in questa mia lettera
aperta vorrei rivolgermi soprattutto alle amministratrici
comunali, che assolvono ad un
continua a pag. 14
DEL SELE
Allevatori di bufale
sul piede
di guerra
a pag. 6
AGROPOLI
Tunnel per il porto,
è discussione
a pag. 5
CAMPAGNA
Mirra scrive
la storia del
“Lavinia Cer vone”
a pag 4
Solidarietà cilentana
i n Ta n z a n i a
continua a pag. 14
Lettera aperta
alle amministratrici
del Cilento
P IANA
Sono stata in Tanzania dal 10 gennaio
al 6 febbraio…per la terza volta. I
miei viaggi precedenti sono stati intensi ma quest’ultimo è stato diverso.
Non sono partita da sola ma per conto
di Oltreterra, l’associazione di volontariato di cui sono presidente. L’associazione esiste da quasi due anni e
andare a vedere i risultati del lavoro
che abbiamo fatto è stato emozionante.
Devo ringraziare tutte le persone che
ci hanno aiutato, che sostengono i
bambini con le adozioni a distanza,
che hanno contribuito con il lavoro o
con le offerte a concludere il nostro
primo progetto, che hanno ballato,
presentato, organizzato con noi la manifestazione “Danzando l’Africa” del
5 gennaio scorso. Raccontare in questo articolo tutto il mio viaggio non è
facile oltre che per motivi di spazio
anche perché non so ancora trovare
le parole giuste per descrivere l’esperienza che ho vissuto. Dovrò però
sbrigarmi a trovarle queste parole
perché domenica 9 marzo alle 19
nella sala Erica a Capaccio Scalo in
piazza Santini, verrà proiettato un
video che ho realizzato durante il mio
viaggio e dovrò accompagnare il filmato con qualche parola. Quali sono
i progetti che Oltreterra ha seguito?
Il primo è un progetto di riforestazione “Alberi sul lago Manyara” in
un piccolo villaggio che si chiama
Gallapo nella missione dei padri pallottini. Il progetto è costato 4.500 €.
Abbiamo mandato gli ultimi fondi
poco prima della mia partenza. Fino
ad ora sono stati piantati 5000 alberi.
Per adesso ci lavorano due persone,
nei prossimi mesi padre Martin Mareja, il prete responsabile del progetto, prevede di assumerne altre. Nei
dintorni della missione c’è il vivaio
dove vengono interrati i semi che, una
volta germogliati, saranno piantati
nei circa mille ettari di terreno che
hanno i padri o vengono venduti a chi
li richiede o regalati alle scuole.
Ogni volta che si taglia un albero se
ne devono piantare due. A cosa servono gli alberi? Beh prima per evitare
l’erosione del suolo e la desertificazione, poi danno legna
(sia per costruire mobili che per dare
combustibile per cucinare), ombra
che è importantissima contro il sole e
frutta che si può mangiare e vendere.
La manifestazione del 5 gennaio è
servita per finanziare una scuola elementare ad Arusha, una città nel nord
della Tanzania. La scuola si chiama
San Vito Primary School ed è stata
costruita grazie al grande contributo
della comunità della chiesa di San
Vito a Capaccio Scalo. Durante la serata abbiamo raccolto 1.760 €.
Ne abbiamo spediti 2.000 che sono
stati usati per rifare i bagni, per costruire un muro di cinta e finire la cucina. I lavori sono iniziati il giorno
della mia partenza da Arusha, il 6 febbraio ed entro Pasqua dovrebbero treminare.
Tramite la nostra associazione alcuni
bambini tanzaniani vanno a scuola
con la formula conosciuta come adozione a distanza. Attualmente sosteniamo, grazie all’aiuto di molte
persone, circa una quindicina tra
bambini e ragazzi. Ci sarebbe tanto
altro da dire su questo viaggio, sui
problemi che ogni giorno affronta la
gente, sui chilometri che fanno le persone per andare a prendere l’acqua e
i bambini che vanno a scuola, sulla
novena per la pioggia, sul centro di
riabilitazione per disabili, sul paesaggio, sulla terra rossa che caratterizza il paese del Kilimanjaro ma per
ora mi fermo qui. Invito tutti a venire
il 9 marzo, video e foto saranno più
esaurienti.
Stefania Zerella
ABBONAMENTO ANNUALE UNICO: Italia €25,00, Estero € 90,00 intestato a Calore s.r.l.
su C/c postale 53071494 o C/c bancario EUR IBAN IT55 Y083 4276 1400 0401 0040 585
In edicola al costo
di 1Euro
!
NTO
P
U
IL
Narciso
al potere
di Moncil
È uso nei nostri comuni che i
componenti delle amministrazioni “stazionino” lungamente
davanti ai bar, sui marciapiedi,
nei posti strategici dei paesi …
È un evidente modo “mediterraneo” di comunicare il fare politica esponendosi agli sguardi dei
propri concittadini, i pochi che,
a vario titolo stazionano o passano per il “crocevia” del centro
città.
Nei giorni di festa, la cosa si fa
ancora più evidente. L’ostentazione è accompagnata dal vestito della “festa” indossato più
per farsi omologare che per
omologarsi. Anche lo sbuffo
“consumato” del tiro delle sigarette è un altro modo per segnalare il “titolo” di appartenenza
ad una “casta” che discute, decide, e si arroga anche lo sfizio
di farlo fuori dai luoghi deputati
continua a pag.11
2
Battipaglia
N°09 14 marzo 2008
Barlotti a Zara: Carpe diem
Un’occasione persa. A cosa è servito
andare a votare un anno fa? A chiederselo sono i tanti cittadini, che non
hanno ben capito il senso delle scelte
fatte finora del Sindaco Barlotti.
Se lo chiedono alla luce della scadente azione amministrativa fin qui
portata avanti dalla giunta di centrodestra, ma se lo chiedono, soprattutto, in virtù delle ultime vicende per così dire - politiche che si stanno
susseguendo nelle ultime settimane.
Se c’era un dato chiaro che veniva
fuori dal responso elettorale del giugno scorso, quello era la volontà dei
cittadini di non ridare le chiavi della
città nelle mani di Fernando Zara.
Il significato reale dei dati elettorali
era che Zara avesse perso e non che
Barlotti avesse vinto.
Zara ha perso contro le liste che lo
appoggiavano, raccogliendo quasi
duemila voti in meno delle stesse, ha
Fernando Zara
perso contro Barlotti al ballottaggio
che partiva da uno svantaggio al
primo turno di oltre dieci punti percentuali. Ha perso oltre tremila voti
tra il primo turno e il ballottaggio,
segno che il solo peso delle liste che
lo sostenevano ha fatto da traino.
Insomma, più che un vincitore, c’è
stato uno sconfitto.
Ma nonostante ciò, il Sindaco si ap-
Gennaro Barlotti
presta, dopo un anno di indecisioni e
tentennamenti, a riportarlo nell’olimpo amministrativo, stringendoci un patto di ferro.
La motivazione addotta dal primo
cittadino, ovviamente legittima, è la
mancanza di una maggioranza consiliare. Un Sindaco eletto con una
minoranza di consiglieri e che per
questo è costretto a cercarne una
Dall’abecedario al tibici-delirio
...di Ernesto Giacomino
Succede sabato 23 febbraio: la cronaca locale, di punto in bianco, ti trabocca platealmente di titoloni riferiti
a un caso accertato di tubercolosi
nelle scuole medie Gatto di Battipaglia. Un qualcosa che pare essere
stato scoperto esattamente quando
s’è ufficializzata la cosa, ovvero più o
meno nelle ventiquattr’ore antecedenti la messa in stampa dei giornali.
Invece è certo che la notizia, in un
detto-non detto di frasi mozzicate,
vaghe conferme e smentite all’acqua
di rose, girasse nelle aule da almeno
(e ripeto: al-me-no!) una settimana:
tant’è che pare che qualche docente
di un minimo più scrupoloso dei
suoi colleghi, già parecchi giorni
prima che si verificasse il passaggio
“giornalistico” da dubbio a diagnosi
clinica avrebbe ordinato ai suoi
alunni di tenere il più possibile le finestre aperte per favorire il ricambio d’aria.
Ergo: prescindendo dalla validità
delle motivazioni sottostanti il protratto silenzio in merito, resta il fatto
che centinaia di ragazzi hanno regolarmente frequentato per giorni un
potenziale focolaio di contagio, in un
clima surreale e permeato d’ignavia
diffusa, senza alcuna presa di posizione ufficiale o comunicazione alle
famiglie circa la portata del rischio.
Non bastasse, pare che poi in quello
stesso, folle venerdì di verità più di
un insegnante, di fronte al responso
medico definitivo sull’unico caso accertato, abbia nobilmente preferito
correre a rinchiudersi in casa e spidocchiarsi i bacilli anziché presidiare
i pochi ragazzi entrati in classe.
Altro che stoicamente lì a “gestire
l’emergenza”, come letto su alcuni
giornali.
Purtroppo tengo un’età mezzana
che
per
quanto relativamente
acerba già
scatena
a m a rc o r d ,
c’è poco da
dire. Quella
percezione
di pre-senilità che ti fa
buttare
fuori,
di
tanto,
in
tanto, l’odiosa frasetta “ai miei
tempi”, che certi padri erano usi
proferire con occhiate fra il severo,
l’invidioso e il malinconico squadrando il nostro look di jeans stinti
e capelli lunghi (e qualche accenno
di lobo bucato: ma almeno, va’, ci si
bucava solo quello, e al massimo per
spararci dentro una perlina dorata).
Insomma, eravamo a cavallo di due
epoche: appena alle spalle i figli dei
fiori, subito all’orizzonte i fatti di
coca. Noi, in mezzo, qualcosa tipo i
succhi di frutta. Alle mai troppo
compiante De Amicis, ricordo, c’era
un’epidemia al mese: tifo, colera,
epatite. Te ne accorgevi subito dalle
sommosse popolari che in un niente
s’apparecchiavano davanti ai cancelli
a mezz’asta: professori sulle scale a
tranquillizzare, mamma in piazza a
protestare, bidelli nel mezzo a bidellonare (tipo il bighellonare, però stipendiato). E noi, i ragazzetti, gli
scolari a rischio di contagio, fregandocene più o meno del dibattito in
corso attendevamo un qualche ragionevole armistizio sudando dietro
un super Tele o un frisbee (nient’altro che il coperchio tondo del fustino del Dash, ma ci piaceva
chiamarlo all’americana).
Era un’epoca semplice: le notizie
viaggiavano col passaparola tra le famiglie con una velocità più rapida di
un qualunque collegamento internet
di ultima generazione, e le diagnosi
mediche erano di stecchette in
bocca, studi di pupille e mani in
fronte.
Si andava a chiedere provvedimenti
al direttore già con certezze alla
mano; e il fatto concreto, unico e incontrovertibile, era che la diatriba
poco ortodossa fra popolo e istituzione alla fine partoriva – tempo tre
ore – un qualcosa di simile a una soluzione. Quasi sempre, per non
saper né leggere né scrivere, la
scuola chiudeva per qualche giorno.
Ma chiudeva subito, senza rischiare,
senza tentennamenti e carte da
bollo. In realtà non era nemmeno un
evento particolarmente felice, perché per noi alunni il tutto equivaleva
a una drammatica quanto misteriosa
parola: profilassi.
Cioè, saltavamo in blocco le lezioni
per ritrovarci la mattina dopo infilati
in code chilometriche davanti all’ufficio sanitario: prima il test per escludere il contagio, poi la vaccinazione
(per quelli trovati senza copertura,
e non erano mai pochi).
Frattanto nelle aule organizzavano
delle tali disinfestazioni che al confronto il Ddt americano era stato un
gradevole passaggio di deodorante
al pino silvestre. Il fatto grottesco
era che il più delle volte si trattava di
falsi allarmi, destinati a rientrare presto. Però, in barba all’austerity e alle
crisi petrolifere, quella della salute
dei figli era un’area di spesa su cui
non si consentivano risparmi.
Vuoi vedere che la new economy ci
ha traviati pure in questo?
nuova o in alternativa a rassegnare le
dimissioni.
Ciò che non torna, però, sono il metodo e la tempistica. Fin dall’inizio
Barlotti ha pubblicamente riconosciuto il dato elettorale e la sua condizione di precarietà, comportandosi
poi nei fatti in maniera ambigua. All’atto dell’elezione, cominciano i
colloqui con le altre forze del Consiglio Comunale, alla ricerca di un’intesa bipartisan e la nascita di un
governo istituzionale.
Falliti i tentativi di “grande coalizione”, il primo cittadino minaccia di
dimissioni nel caso in cui Zara (lo
stesso che oggi si appresta a diventare vicesindaco) fosse stato eletto
Presidente del Consiglio Comunale.
Una volta vinta questa battaglia con
l’apprezzamento dell’opinione pubblica e l’elezione a presidente del civico consesso di Vera Iarossi,
Barlotti nomina una giunta tecnica a
tempo, maldigerita da Forza Italia e
Udc, che per questo dichiarano fin da
subito l’appoggio esterno.
Comincia così il mercato clandestino dei consiglieri d’opposizione.
In sei accorrono in soccorso del Sindaco minoritario, e così tra mal di
pancia e mozioni di sfiducia si arriva
al giorno delle dimissioni di Barlotti.
Motivo delle dimissioni? Il Sindaco
si è accorto di non avere una maggioranza politica (però…) e perciò
ha chiesto alla propria maggioranza
di allargare la coalizione di governo
al gruppo di Fernando Zara pronto a
passare nella DC di Rotondi o nel
MpA di Lombardo, ricevendo suo
malgrado picche.
Indi, la corsa con le dimissioni dal
Prefetto, poi in tipografia a stampare
in fretta e furia una lettera aperta alla
città e le telefonate ai vertici del partito.
Due giorni di incertezza e preoccupazione, poi l’invito dei consiglieri
di centrodestra a ritirare le dimissioni
e la disponibilità ad allargare la coalizione di governo (per la serie: stavamo a scherzà).
Barlotti accusa un malore, poi rinviene.
Riposo. Il riposo dei vincitori.
I giochi sono fatti.
Zara ha chiesto due assessori più la
poltrona di vicesindaco (a cui ambisce), Barlotti cercherà di accontentarlo.
Il Partito Democratico resta fuori dai
giochi non condividendone mezzi,
tempi, uomini e parole, rimanendo
così l’ultimo baluardo d’opposizione. Motta e Liguori chinano la
testa, chi per un motivo, chi per un
altro. E tutti vissero così felici e contenti. Per quanto?
Come disse Orazio: “Carpe diem,
non pensare a domani”.
Valerio Calabrese
Eboli
N°09 14 marzo 2008
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Un mese nero per il mondo del lavoro
L’ i n v i d i a c h e a c c e c a p o l i t i c i e s p o r t i v i
Mese tumultuoso, quello che si è appena concluso. All’inizio di febbraio,
Real ed Ebolitana hanno tentato un
matrimonio forzato. Ma non sono arrivate nemmeno alla promessa di
nozze felici. Il derby di inizio mese è
finito in parità. A fine gara, i tifosi
ebolitani hanno festeggiato insieme...la sconfitta della Battipagliese, contro la corazzata Vico
Equense. Il 5 febbraio si festeggia il
Carnevale più selvaggio nella storia
di Eboli. I ragazzini più idioti si scatenano contro anziani e bambini. Il
lancio
di
uova
marce
e uova sane, viene favorito dall’assenza in strada dei vigili e dei carabinieri. Nel mercoledì delle ceneri, il
sindaco di Eboli, Martino Melchionda, si cosparge di cenere il
capo. E attacca a testa bassa le forze
dell’ordine: “assenti sul nostro territorio”. Il 6 febbraio si apre un’altra
piaga nel mondo del lavoro. La Pezzullo Spa mette in mobilità 36 operai. Si scatena la reazione del mondo
politico che teme la chiusura dello
storico pastificio. A fine settimana,
stanco degli attacchi dei comunisti
italiani, Melchionda decide di querelare Donato Santimone e Alfonso
Del Vecchio. Caso più unico che
raro, nel mondo politico occidentale.
Il 10 febbraio si apre il primo braccio
di ferro tra Eboli e Battipaglia. Gennaro Barlotti, primo cittadino di Battipaglia, si accoda all’accusa di
Vincenzo De Luca: “l’emodinamica
alla cardiologia di Eboli è uno spreco
da Corte dei Conti”. I due sindaci vengono spernacchiati da tutto
il mondo politico ebolitano: “l’emo-
dinamica è una scelta del consiglio
regionale”. Zittiti e ridicolizzati, Barlotti e De Luca non profferiscono più
parola.
Il giorno dopo si riapre una piaga
mai rimarginata. I falsi braccianti
agricoli. In un anno, i carabinieri ne
denunciano 72 solo nella Piana del
Sele. Senza certezza della pena, la
storia si ripeterà in eterno. Nel frattempo, i cittadini del rione Borgo alzano la voce. Il sindaco gli vuole fare
la piazza nuova, ma anche un parcheggio sotterraneo e a pagamento.
Sarà il tormentone del mese. Lenzuolate, marce di protesta, aula consiliare occupata. In venti giorni, i
residenti del Borgo diventano la
spina nel fianco del sindaco Melchionda.
E non solo. Il mondo politica registra
numerosi battesimi ridicoli: la nascita fittizia del Pdl, con Di Benedetto che lascia An, il copia-incolla
fallito della Sinistra Arcobaleno, il
Pd sempre più spaccato tra consiglieri delusi e assessori in cerca di
prima occupazione. Il più tormentato, però, è Arturo Marra, assessore
Udeur. Se il flirt tra Mastella e Berlusconi fosse andato in porto, Marra
Le Pagelle
di Francesco Faenza
Giunto ai nastri di partenza, il terzo
mese dell’anno presenta già molte
novità.
Il gruppo consiliare del Partito Democratico (voto 3) diserta in massa la mobilitazione a
Coda di Volpe. Eppure l’appello era
stato lanciato, urbi et orbi, dal sindaco Melchionda. Ha risposto l’opposizione, quasi tutta. Sono macnati
gli ebolitani e il partito del sindaco.
La storia si ripete, la figuraccia pure.
Dopo lo scivolone di Natale, il Pdef
votato da tutti gli altri partiti di
maggioranza, ma non dal Pd, arriva
la conferma dell’arlecchinismo politico che del partito veltroniano. La
riprova si è avuta domenica scorsa,
in piazza della Repubblica. Nel gazebo del Pd circolavano copiosi volantini a favore del parcheggio
interrato al Borgo. Rivolta la domanda ai volontari, di risposta imbarazzata siamo stati informati. Una
scena davvero triste. Anche perchè
nessun politico, della melchiondana
maggioranza, ha spiegato, in un
mese di protesta, la ragione politica dei parcheggi a pagamento al
rione Borgo.
Addetti alle pulizie, voto 7:
licenziati in tronco, dichiarati non
idonei, sbattuti fuori dal tribunale
senza una ragione plausibile. I poli-
tici annunciano battaglia, ma dimenticano di farla. Del resto anche Veltroni ha moderato i toni e
le barricate da scalare: “il Pd è un
partito riformista, ma non di sinistra”. Lottare per i licenziati? Non
è più argomento del Pd. Dare battaglia sul precariato? Roba estranea
al Pd. Nel silenzio complice di quasi
tutte le forze politiche, si consuma
un’altra grande ingiustizia. Veltroni
è convinto di recuperare consensi.
Ai suoi sondaggisti “berlusconiani”,
lanciamo un invito a fermarsi a
Eboli. L’ha fatto anche un altro riformista, prima che nascesse la sinistra. L’episodio licenziatorio in sè
è già grave. Il silenzio politico è da
brividi.
Sinistra Arcobaleno, voto 3:
il partito nuovo ancora non è nato.
Il gruppo consiliare nemmeno. Il capogruppo del Pd (Vastola) si nomina portavoce del segretario di
Rifondazione (Masillo), senza essere
smentito. E intanto, i vertici miopi
della Sinistra Arcobaleno ebolitana
(Rc e Verdi) sembrano preoccupati
di un solo aspetto: zittire Caprarella, eliminarlo come capogruppo. Melchionda e il Pd hanno
anzitempo ringraziato. La Sinistra Arcobaleno a Eboli si presenta
al battesimo come un’armata bran-
caleone. Un gruppo diviso, molto
simile alle tre scimmiette mute, silenti e sorde, che di fronte alle battaglie serie per la città di Eboli, non
profferiscono verbo scomodo per i
padroni del vapore. Imbavagliare
Caprarella, primo e unico comandamento. Lo scenario è inquietante.
Ebolitana calcio, voto 5: Licenziato l’allenatore (Santosuosso),
l’Ebolitana torna alla vittoria con un
sonoro tre a zero. Ma lo stato di
grazia, di inizio campionato, è ancora lontano cento leghe. Le parole
d’addio all’allenatore agropolese
sono un capolavoro di inutile diplomazia societaria. Saltano i matrimoni più importanti (Carlo e Diana,
Sarkozy e Cecilia, Albano e Romina
Power), tremano le panchine più
importanti in Italia (Ranieri alla
Juve, Ancelotti al Milan, Mancini all’Inter), e l’Ebolitana calcio costruisce tutto una perifrasi inutile, di
parole gioiose, per la fine di un rapporto di lavoro con l’allenatore
Santosuosso (che non è Wenger). Squadra che perde, cambia allenatore. E’ la storia più vecchia del
mondo calcistico. Perchè non raccontarla così? Perchè forse l’allenatore non è l’unico problema
dell’Ebolitana? Chi vivrà, vedrà...
sarebbe stato un uomo politicamente
morto. Alla fine, Berlusconi non
mantiene i patti di dicembre.
Mastella vien guardato come un appestato. E Marra salva la poltrona da
assessore. Facendo quasi a cazzotti
con Caprarella, di Rifondazione.
A metà febbraio, in un torrente di
Serracapilli, viene ritrovata morta
Eleonora Petrillo. Aveva 21 anni, era
scomparsa di casa da 9 giorni. Era
mentalmente instabile. E’ morta
senza segni di violenza.
E senza che nessuno la cercasse
come Dio comanda. In via Spirito
Santo, i carabinieri sequestrano un
cantiere edile senza un comma sulla
sicurezza rispettato. La guardia di finanza, a Santa Chiarella, scopre
un’azienda bufalina che non ha mai
versato un soldo al fisco di Visco. Gli
operai della Multiservizi occupano
l’aula consiliare, in cerca di uno stipendio e di un futuro con qualche
mansione. All’ingresso dell’autostrada di Eboli, i lavori iniziati da
anni, si fermano per la mancata erogazione degli stipendi. Tra Pezzullo,
Multiservizi e Icogi (autostrada) è
davvero il mese più nero per la manodopera locale.
E mentre i cittadini del Borgo occupano l’aula consiliare contro il parcheggio privato, sotterraneo e a
pagamento, un giudice libera un ebolitano d’adozione, arrestato per sfruttamento della prostituzione: “Signor
giudice, ma quella prostituta è
l’amore della vita mia”. Scarcerato.
A Eboli, Michele Fiore e Damiano
Capaccio, due medici dell’ospedale,
scoprono che una ragazzina di Battipaglia è affetta da tubercolosi polmonare. Stava morendo, la bimba di
11 anni, ma nessun sanitario del suo
paese riusciva a capire come.
Non appena si diffonde la notizia, a
Battipaglia, scatta una stupida psicosi da infezione epidemica. Le
mamme non mandano più i bambini
a scuola, in un triste festival dell’ignoranza. Un marocchino, a Campolongo, viene investito da un
camion, e perde un rene.
Un ragazzino di Battipaglia viene
“investito” da un avversario, durante
una gara di rugby, e subisce la stessa
sorte. Il liceo Scientifico scende in
piazza per la palestra nuova. La Provincia aggiudica la gara d’appalto,
ma la ditta che ha costruito la palestra precedente verrà citata in giudizio? Anche il liceo artistico scende in
piazza, per alcune aule inagibili. In
una scuola media ebolitana, caso
unico anche questo, una bimba costringe la madre a seguirla in
classe durante le lezioni. Le altre
madri, indignate, chiedono l’allontanamento della collega madre.
Il preside, stressato, ha avanzato
continua a pag.8
Sele
4
N°09 14 marzo 2008
Tra cronaca e storia la ricostruzione di una lunga catena di solidarietà
“ L a v i n i a C e r vo n e ” , l i b r o d i C a r l o M i r r a
“L’Istituto Lavinia Cervone e la città di
Campagna tra cronaca e storia” è il titolo
del libro di Carlo Mirra, edito febbraio
2008 dalla casa editrice “Nuovo Studio
Tecna Srl” di Roma. Sarà presentato Domenica 9 Marzo 2008, alle ore 11, a Campagna, presso l’Aula Consiliare “S.
Pertini” del Palazzo di Città di “Largo
della Memoria”. Il ricavato verrà devoluto
in beneficenza, oltre che allo stesso Istituto “Lavinia Cervone” e alle Onlus “La
casa per la vita” di Battipaglia e
“A.R.A.O.RA” (Associazione per la Ricerca e l’Assistenza Ottimizzate in Radioterapia), che ha sede nella capitale. I
lavori saranno moderati dal giornalista
Carmine Granito ed interverranno il prof.
Biagio luongo, sindaco di Campagna, la
prof.ssa Maria Raffaela Pessolano, Ordinario di Storia dell’Architettura alla Federico II dell’Università degli Studi di
Napoli, il dott. Antonio Manzo, Inviato de
“Il Mattino”, ed il dott. Corrado Lembo,
Procuratore della Repubblica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Concluderà l’Autore del testo dott. Carlo
Mirra. Il lavoro di Carlo Mirra, 260 pagine circa dedicate alla memoria dei genitori Pasquale Mirra ed Anna Cafaro, alla
zia Vincenziana , alla moglie Giuseppina
Pessolano e alla figlia Anna Tina, curato
con meticolosità e con lo scrupolo della ricerca propria dello storico, vuole essere un
excursus di buona parte della storia locale,
ma non solo, del novecento e di questo inizio terzo millennio. Ben fatto, dalla veste
tipografica di qualità, dal linguaggio immediato, e perciò agile nella lettura, ed accessibile a tutti. Molte, poi, le foto legate
alla storia dell’istituto e della stessa città,
né mancano quelle d’epoca, compresa
quella del frontespizio, del 1948, riferita
alla “Processione dell’Immacolata a chiusura del mese di maggio con la partecipazione di tutte le orfanelle della Pia Opera”.
Arricchiscono l’ottimo testo importanti
documenti, a partire dallo “Stralcio del testamento redatto dalla Fondatrice del-
l’Istituto Cervone in data 25 Luglio 1886”
(17-20) e dal “Primo Bilancio presuntivo
dell’Anno 1889” (41-43), per poi continuare con molti Allegati (1-5 pagg. 12630; 1-22 pagg. 171-94; 1-8 pagg. 216-24;
1-2 pagg. 242-43). Un modo intelligente
per non affaticare il lettore. La fatica, di
non poco conto, del dottore Mirra vede la
luce nel 119° Anniversario dell’Istituto di
Eboli, nuovo centro commerciale: il 10 marzo
Il via ai lavori, con la posa della prima pietra
Tutto pronto per la posa della prima
pietra del nuovo centro commerciale di S. Nicola Varco. Parola di assessore. Roberto Palladino, neo
assessore dei Ds, con delega alle attività produttive e al turismo assicura: “Il 10 marzo ci sarà la posa
della prima pietra. Si inizierà con le
urbanizzazioni e la viabilità, assolutamente necessari considerando
l’enorme mole di traffico che si prevede. Sarà realizzata una rotatoria,
con l’ampliamento della SS18 e di alcune strade secondarie, secondo
quanto previsto dalle prescrizioni
dell’Anas”. Una superficie di 41 mila
metri quadrati, gestita dalla società
“Innovazione commerciale, con svariate attività commerciali ed un risvolto occupazionale di oltre 400
unità, senza considerare l’indotto.
Ma di centri commerciali, pare, ce ne
saranno due. “ Sì, è così, si tratta ovviamente di una struttura più piccola
rispetto a quella di S. Nicola Varco,
di circa 13.000 mq, ma sarà realizzato anche un impianto ludico, con
verde attrezzato dove i bambini potranno trascorrere il loro tempo libero. Sorgerà nei pressi delle
strutture sportive, sarà piuttosto
una vetrina per i prodotti tipici locali e per tutto ciò che fa parte della
tradizione ebolitana e, presumibilmente, essendo più vicino alla città
diventerà un punto di riferimento
importante per tutti i cittadini”.
Qualcuno, però, sostiene che due
centri commerciali siano troppi per
una città come Eboli. “Si sbagliano –
chiarisce Palladino – servono due
bacini di utenza completamente diversi. Quello di San Nicola Varco, abbraccia tutti i Comuni della fascia
costiera e il Cilento, quello del centro urbano servirà gli Alburni, l’alto
Sele e tutti i paesi interni. La prossima estate Innovazione Commerciale ci consegnerà la struttura e di
questo dobbiamo essere orgogliosi, i
due centri commerciali, conti alla
mano, dovrebbero promettere oltre
mille posti di lavoro, un toccasana
per i centinaia di giovani della Piana
del Sele che sono alla ricerca di un
posto di lavoro e di una possibilità in
più di riscatto sociale”. Ma ci sono
altre iniziative dell’assessore Palladino in merito allo sviluppo economico della città. “Ci stiamo attivando
per rinforzare e stimolare tutto
quello che già c’è sul tessuto urbano,
ci sono in programma due assemblee con tutti commercianti, una per
il centro urbano, una per le strutture
commerciali di Santa Cecilia e la
SS18, in quanto hanno esigenze differenti. Vogliamo acquisire tutte le
informazioni possibili per attivare
delle strategie efficaci e venire incontro alle problematiche dei singoli
imprenditori. Per questo motivo
stiamo mettendo in atto delle iniziative che incentivino lo svecchiamento delle attività e consentano ai
commercianti di rinnovare le proprie attività, rifacendo le vetrine o
ampliando i propri spazi. L’intento è
quello di stimolare al rinnovamento,
partendo da ciò che si ha già, migliorandolo”. Il centro storico non accenna a dare i suoi frutti, nonostante
i tanti lavori di riqualificazione.
“Anche su questo stiamo lavorando
moltissimo, utilizzeremo i fondi del
piano traffico per l’abbellimento del
centro antico, per i parcheggi, per
tutto ciò che possano rendere più
accogliente la parte storica di Eboli.
Per questo abbiamo firmato un contratto di consulenza con un professore di sociologia dell’Università di
Salerno, il prof. Rosario D’Acunto,
che si occuperà di indirizzare e consigliare i cittadini e i commercianti
del centro antico per riqualificare le
proprie attività o investire in nuove
idee”.
Mara Rosaria Sica
Dietro Zappino, si
avvale di una Prefazione (7-9) autorevole, quella di
Corrado Lembo
(classe 1948, salernitano di nascita, perchè nato
a Campagna, sposato e padre di due
figli), nuovo Procuratore Capo
della Repubblica
presso il tribunale
di Santa Maria
Capua
Vetere
(“Non sono preoccupato dell’incarico, sarò il
primo violino di
un’orchestra che si
appresta a suonare in un concerto”, queste
le sue prime parole appena giunto in terra
di lavoro) e fino ad ora Sostituto Procuratore presso la Direzione nazionale antimafia (DNA), e non manca, com’è
d’obbligo, di una Premessa (11-12) dello
stesso autore. Nove i Capitoli, pagg. 13241 (Origini e scopi della Pia Opera; Le
Figlie della Carità: da Parigi nel Mondo;
Attività Vincenziane a Campagna; Eventi
e personaggi del Secondo Conflitto Mondiale; Dal Periodo post-bellico al 1980;
Dalle macerie del terremoto alla rinascita;
Visita turistico-culturale dei Soci del Rotary Club di Battipaglia nel Centro Storico
di Campagna; Da Agosto 1997 a Luglio
2005; Da Agosto 2005 a Settembre 2007),
con in più un’Appendice (244-51), una
Bibliografia, piuttosto ampia, e delle Fonti
Documentali (252-53) e, in chiusura, delle
dovute Notizie Biografiche. L’opera
sull’Ente educativo-assistenziale “Lavinia
Cervone”, a cui Mirra è stato legato da un
rapporto ultratrentennale, abbraccia il periodo che va dalla fondazione, avvenuta a
Campagna il 28 agosto del 1889 con l’arrivo delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, ai giorni nostri, e rimarca
i momenti più salienti della sua ultracentenaria storia. Particolare attenzione è rivolta alle attività poliedriche ed
insostituibili svolte da religiosi e laici del
benemerito sodalizio, al contributo dei numerosi benefattori e all’opera di ricostruzione dell’Istituto, all’indomani del
terremoto del 23 novembre 1980, grazie al
Sovrano Ordine Militare di Malta, intervenuto in nome e per conto di alcuni comitati internazionali e, soprattutto, di
quello australiano. Questo lavoro non
vuole certamente rappresentare la storia
completa e definitiva dell’istituto Lavinia
Cervone, che ci si augura “possa conti-
nuare degnamente la sua attività, rendendo così ulteriore merito e giustizia ad un
Ente che ha sempre rappresentato, ed ancora oggi rappresenta, un faro luminoso e
una fucina di opere di profonda umanità”.
Nel corso della narrazione l’autore traccia
il profilo di tutti coloro che hanno reso
possibile un cammino che dura da centodiciannove anni, “spolverando” dalla patina del tempo trascorso documenti
originali, opere letterarie e vecchie fotografie, attraverso cui è stato possibile effettuare una ricostruzione puntuale e
cronologica di eventi e personaggi del
passato e dare vita ad una sorta di galleria
morale di uomini e donne, liberamente
tratti dalla sua personale memoria e dalla
cronaca più o meno recente della città di
Campagna. Cronaca alla quale Carlo
Mirra, medico stimato e campagnese verace, decide di dare un personale ed inedito contributo, anche se solo
apparentemente non strettamente attinente
alla trattazione, rivelando alcuni fatti di interesse storico-documentario. Vengono
così descritti dall’autore, testimone di quel
periodo coevo al secondo conflitto mondiale, anche alcuni episodi locali, che si
sono intrecciati inevitabilmente a vicende
nazionali - dalla deportazione degli ebrei
nei campi di concentramento al trattamento loro riservato dalle autorità locali
nel Complesso dell’ex monastero di San
Bartolomeo; dal fondamentale ruolo del
Vescovo di Campagna, monsignor Giuseppe Maria Palatucci, e di suo nipote,
Giovanni Palatucci, Questore pro tempore
di Fiume, nell’azione di salvezza di un
gran numero di ebrei, internati nel “lager”
cittadino, dalla deportazione e dal prevedibile sterminio ad opera dei nazisti alla
mediazione svolta, per ragioni umanitarie,
dal locale Segretario politico del Fascio
con le consequenziali ripercussioni da lui
subite sul piano giudiziario; dalla ricostruzione del tragico bombardamento del centro storico, avvenuto il 17 settembre 1943
ed in cui rimasero vittime alcune centinaia
di cittadini, in fila per la distribuzione della
razione giornaliera del pane, al fallito attentato a monsignor Palatucci durante la
campagna elettorale per le elezioni politiche del 1948 - e che “potranno far riflettere
e, magari, anche rivedere alcuni non sufficientemente documentati giudizi “storici” su persone e vicende legate al
travagliato passaggio dell’Italia dalla dittatura fascista alla democrazia repubblicana”.
Mario Onesti
(monesti.blog.tiscali.it)
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Agropoli
N°09 14 marzo 2008
5
“ Pa r c o, d ive n t i u n p r o p u l s o r e d i s v i l u p p o ”
La CGL delinea un progetto per il Cilento
Lettera aperta del sindacato al
nuovo presidente del Parco del
Cilento.
Insediato il nuovo presidente del
Parco Nazionale del Cilento e Vallo
di Diano, il dieci marzo le comunità
locali procederanno alla nomina dei
loro rappresentanti , a completamento del Consiglio Direttivo già
nominato. Revocate dal Governo
Prodi le limitazioni finanziarie decretate da Berlusconi con il Patto di
Stabilità , risolti i problemi insorti
con i ricorsi alla presidenza Tarallo,
passato l’ ultimo, pur fruttuoso, periodo di commissariamento, la classe
politica locale è ormai senza alibi, si
può ripartire con il piede giusto.
Ovvero i paralizzanti veti incrociati
registrati nell’azione amministrativa
dell’ultimo direttivo in carica, saranno esperienza non più ripetibile?
Per tradurre: il ceto politico locale e
le rappresentanze scientifiche nominate sapranno superare le secche determinate dalla frammentazione
istituzionale e dalla modesta lungimiranza delle istituzioni locali?
La Cgil territoriale presenta le priorità che ritiene utile sottoporre alla
Presidenza ed alla Comunità locale,
con massima apertura e disponibilità
di ascolto e collaborazione, individuando nel metodo concertativo la
forma utile per un efficace colloquio
incrociato tra dipendenti, cittadini,
Presidenza e Direttivo dell’ Ente e
gli amministratori locali. Prima
priorità è quella di adeguare l’apparato tecnico del Parco, affinché
possa rispondere con competenza e
tempestività all’ appuntamento del
Paser Campania 2008/2013. Il rischio è di arrivare con ritardo ed impreparati alla opportunità data dalla
Regione Campania, servono competenze, coraggio e consenso politico,
per programmare e progettare innovazioni che siano propulsive dello
sviluppo agro- turistico ed artigianale del territorio. Progetti organici
e coerenti, quali parti di una organica
strategia socio economica. Per questo serve uno staff tecnico di eccelso
livello ed una sufficiente collaborazione inter- istituzionale tra il Ministero dell’Ambiente, Regione
Campania ed istituzioni locali.
Seconda emergenza è quella di utilizzare al meglio la forza lavoro dei
dipendenti, impiegati ed operai, fissi,
precari ed LSU. 300 ettari di proprietà del parco da mettere a coltura,
proprietà immobiliari da manutentore e destinarle all’uso produttivo,
1200 chilometri di sentieri da conservare, tracciare e sistemare, produzioni agro- alimentari da
continuare sostenere; ovvero l’accordo sindacale sottoscritto a dicembre tra
sindacato, Ministero
dell’Ambiente e Commissario, deve
continuare a realizzarsi con risorse
nuove e sufficienti. Questo per tutelare le proprietà, i produttivi punti di
eccellenza di Montisani, Baia Arena,
Laurino e Villa Matarazzo, ed i dipendenti del Parco oggi occupati in
forma precaria. Terzo, solo per ordine espositivo, rielaborare un Piano
di impiego dei lavoratori LSU, in armonia con le emergenze delle opere
e dei servizi da rafforzare ed istituire. Serve una carta dei servizi concordata con le amministrazioni
locali, (Comuni, Asl, Comunità
Montane) per utilizzare gli LSU. Le
risorse del Governo per la stabilizzazione devono essere usate in maniera organica per utilità condivise,
concordate. Serve un piano di utilizzo degli LSU e la piena disponibilità delle amministrazioni locali a
non più procedere per assunzioni trimestrali, bensì per un turn over stabilizzante dei rapporti di lavoro.
I cinque rappresentanti delle comunità locali , in seno al direttivo del
parco, devono operare in funzione di
un mandato di rappresentanza col-
lettiva e non individuale, serve una
coerente responsabilizzazione sociale
delle decisioni che
si assumono. Per
ultimo, non per importanza, ritengo va
colta la opportunità
data dalla ultima
legge finanziaria del Governo Prodi,
che dispone la ri-perimetrazione
degli ambiti delle comunità montane. Opportunità da cogliere in associazione con la avviata riforma
della legge Regionale sulla Bonifica
Montana, nel senso che il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
deve essere delegato dalla Regione
Campania ad intervenire nei territori
dei comuni che usciranno dalla competenza delle Comunità Montane
per effetto della riforma, non solo
perché è giusto che questi territori
non siano trascurati, tanto meno affidati alle competenze di una Amministrazione Provinciale “ troppo
distante”, ma soprattutto perché le
politiche territoriali vanno coordinate e salvaguardate da iniziative
scoordinate, così come oggi nel Cilento succede, proprio perchè decise
e tenute da una pluralità di enti che
, sullo stesso territorio, e per medesime funzioni , operano in autonoma
e disordinata iniziativa. Spesso que-
Fa discutere il Tunnel per il porto
Legambiente: opera inutile e dispendiosa
Alfieri: opera determinante per il futuro del porto
Il 14 febbraio scorso la Giunta comunale guidata da Franco Alfieri ha
approvato il progetto preliminare di
un tunnel di collegamento tra Trentova e il porto di Agropoli che bypasserebbe la panoramica Via San
Francesco, snellendo il traffico cittadino. L’approvazione del progetto
preliminare, per un’opera il cui
costo si aggira intorno ai 15 milioni
di euro, è necessaria per poter accedere ad eventuali Misure del POR
2007-2013, destinate alle infrastrutture finalizzate allo sviluppo turistico del territorio. Come spiega
l’assessore alla trasparenza Adamo
Coppola, titolare della delega al bilancio “si è deciso di predisporre sin
d’ora il progetto per poterlo candidare quanto prima al finanziamento
con i fondi europei in quanto riteniamo che sia un’opera strategica
per lo sviluppo di Agropoli e del
porto.” L’idea è di sfruttare appieno
le opportunità offerte dalla costruzione della cosiddetta “Via del
Mare” che va dall’uscita “Agropoli
Sud” a Trentova e poi, eventualmente, al porto. Il tunnel dovrebbe
attraversare per circa 900 metri la
collina “Selva” anche se questa
opera ha scatenato già le prime resistenze. Pasquale Del Duca, responsabile locale del Circolo
“Cilento Verde” di Legambiente, ha
definito lapidariamente l’opera “inutile e dispendiosa” in quanto “il tunnel attraverserebbe una parte del
Parco del Cilento con un inevitabile
impatto ambientale sul territorio.”
Secca la replica del sindaco Franco
Alfieri che chiarisce come l’opera
sia “certamente non prioritaria, ma
utile”precisando che la stessa “sarà
determinante per il rilancio turistico del porto e che una volta realizzata migliorerà la qualità della vita
degli agropolesi in quanto il traffico
da e per il porto non attraverserà
più le vie cittadine”
Vito Rizzo
sti intervengono in maniera scoordinata, caotica, al di fuori da ogni logica finalizzata allo sviluppo ed in
assenza finalità condivise. Infatti il
limite evidente della spesa pubblica
in materia agro-ambientale nel territorio è il suo perpetrarsi senza una finalizzazione produttiva e spesso
condizionata dall’infantile localismo
municipalistico che trova alimento
dalla assenza di un unico centro programmatore e coordinatore degli interventi. Serve che il Parco sia,
contemporaneamente, un centro di
elaborazione e promozione di programmi di sviluppo, con autonoma
capacità di canalizzare le diverse
fondi finanziarie a pochi ma qualificanti e condivisi progetti che associno alla tutela ambientale anche lo
sviluppo delle attività produttive.
Potrei dire che il Parco sul territorio
debba rappresentare il Ministero dell’Ambiente ed avere la Regione
Campania e le municipalità partner
responsabilizzati.
Sarà utile che anche i servizi nel territorio del Parco Nazionale del Cilento siano armonizzati e distribuiti
sul territorio considerato nella misura di una grande “Città diffusa”.
Potrei continuare la esposizione del
mio pensiero rappresentando la utilità di una collaborazione fra Parco,
Consorzi di Bonifica e dei rifiuti,
oggi distinti ed impenetrabili protettorati, ma sarei vanamente pleonastico se non si pensasse a norme e
disposizioni che “ obblighino “ alla
collaborazione. Anche nel mondo
della cultura e della professionalizzazione si rende necessaria una collaborazione di indirizzo tra la
scuola, il suo corpo docente, gli studenti, il Parco e le altre istituzioni locali. La Cgil è aperta all’ascolto e
disponibile a mettere a disposizione
della nuova dirigenza e delle autorità
locali le proposte, il consenso e la
capacità mobilitante dei lavoratori e
degli iscritti per un progetto condiviso. Necessario in questo frangente
è dare uno sguardo al recente passato, e forse contro tendenza, avverto il desiderio di voler esternare
un sincero apprezzamento per le
qualità umane e le sensibilità culturali di Giuseppe Tarallo, spesso sacrificate da un Direttivo poco
collaborativo, e dalle Amministrazioni locali non del tutto immuni
dalla logica frazionistica, localistica
, a volte anche clientelare che condiziona la cultura amministrative di
tanta parte del ceto politico locale, e
da un apparato tecnico non eccelso
in tutte le sue strutture, e soprattutto
dalle restrizioni della spesa decretate
dal Governo Berlusconi.
Gianni De Marco
Responsabile di zona della CGIL
ARRIVA
LA CONSULTA
DEI MIGRANTI
“Prima di tutto vogliamo il diritto
di vivere”. In questo modo si è
espresso uno degli immigrati presenti nella sala consiliare del Comune di Agropoli, nell’assemblea
speciale indetta dall’assessore Angelo Coccaro, lo scorso 29 febbraio, per la formazione di una
“consulta di migranti”. In questo
senso si sono mossi, oltre all’assessore citato, il presidente del
consiglio comunale Agrostino
Abate e il consigliere Vincenzo Rascoli. L’assessore Coccaro, dopo
aver ringraziato gli immigrati presenti in sala per la loro partecipazione, ha spiegato subito il motivo
di questa riunione straordinaria dicendo che, visti gli imponenti flussi
migratori avvenuti in questi anni, è
arrivato il momento di cercare un
importante contatto tra le istituzioni e gli immigrati creando una
“consulta di migranti”, ossia un organismo rappresentativo delle
varie nazionalità.”Il fine”, ha dichiarato l’assessore rivolgendosi alle
persone presenti in sala, “è quello
di fare entrare questo organismo
all’interno del consiglio comunale
e in questo modo cercare di migliorare le vostre condizioni di vita
partendo dall’istruzione, dalla sanità, dal lavoro, fino agli alloggi
dato che non tutti gli immigrati si
trovano in condizioni legali. In questo modo, anche grazie ai vostri
suggerimenti, potremo mettere insieme degli strumenti che vi permetteranno di vivere meglio”. Il
presidente Agostino Abate, dopo
aver ribadito il concetto dell’assessore, ha aggiunto di voler fare
un censimento degli extracomunitari per avere un organismo
che evidenzi le loro esigenze. In seguito l’assessore Coccaro, riprendendo la parola, ha affermato che
così facendo si potrà formare una
“consulta nelle consulte”, ossia un
organismo allargato a tutti gli immigrati presenti nei territori limitrofi. Nella discussione sono poi
intervenuti gli immigrati, i quali
hanno avanzato varie proposte
come: abbassare gli affitti delle
case, insegnare nelle scuole anche
la loro lingua madre, migliorare le
condizioni igienico - sanitarie. L’assessore Coccaro si ripromette di
prendere in considerazione tali richieste, privilegiando quelle più
importanti. A tale scopo ha proposto una delegazione formata da un
rappresentante per ogni etnia per
mantenere costanti i contatti tra
le istituzioni e gli immigrati. Questi
ultimi, contenti per essere stati
ascoltati e per aver esposto varie
richieste, hanno appoggiato pienamente questo progetto.
Luca Pisani
6
a
Altavilla-Albanella
N°09 14 marzo 2008
Sos degli allevatori: “Perché la crisi la dobbiamo pagare solo noi?”
I proprietari delle bufale e i trasformatori della mozzarella ancora ai ferri corti
“Con la mia famiglia ci ammazziamo
di lavoro”. Vito Vuocolo è un giovane
allevatore. Dimostra più degli anni che
ha perché il suo è un mestiere davvero
usurante. Ha poco più di 200 bufale a
Persano. In due mesi ha avuto un minore incasso di 13 mila euro dalla vendita del latte che serve per
confezionare la celebrata mozzarella di
bufala campana. Meno soldi li ha avuti
sia perché così hanno deciso i caseifici
che lamentano gli effetti mediatici dell’emergenza rifiuti in Campania che
per il “sovrapprezzo crisi” che qui
sono chiamati a pagare. Persano vuol
dire Serre, e poi Macchia Soprana
dove c’è la discarica: “Ogni volta che
su di un giornale appare un articolo o
un servizio in un Tg che cita Serre ecco
gruppi di consumatori cadere vittima
dell’equivoco. Ignorano che Macchia
Soprana è ben chiusa e lontana dai
campi dove stanno le nostre bufale”,
racconta Gaetano Romagnuolo, che
è insieme allevatore e proprietario di
un caseificio che vanta un’accreditatissima mozzarella di qualità. “Io calcolo una diminuizione media delle
nostre vendite intorno al 35%”, calcola. Il contraccolpo maggiore va sugli
allevatori come Vuocolo. O come
Franco Onnembo, che a Postiglione,
è costretto a cedere il suo latte ad un
euro al litro, a 20 centesimi in meno,
dai prezzi che spuntano i suoi colleghi
che stanno ad Altavilla, Albanella e
Capaccio.
“La melagrana”, il bel salone della Bcc
di Altavilla Silentina ospita le loro periodiche riunioni. Il presidente Bassi
ed il direttore Sica sono ben contenti
di concedere il luogo e di fare da punto
di riferimento. L’allevatore bufalino
tipo è un ottimo cliente dell’istituto di
credito. Le cifre che l’agricoltore
medio movimenta sono considerevoli.
L’indotto del “sistema bufala” è ancora
Momento dell’assemblea degli allevatori.
A sinistra Vito Di Matteo presidente della Coldiretti di Altavilla
in crescita. Una sola media azienda fattura quanto tutti i produttori di fagiolo
di Controne. In questi giorni sono in
forte agitazione perché non ci stanno
ad accollarsi sulle loro spalle le perdite
che sta subendo l’intero settore per
l’impatto mediatico dell’emergenza rifiuti. “Il prezzo del nostro latte è stato
semplicemente tradotto da lire in euro
e tutto il resto delle materie prime sono
schizzate all’insù”, sintetizza Antonello Petraglia, il presidente della
grintosa “Agrisviluppo”, la cooperativa nata per “unificare” l’offerta (gli
allevatori) sulla domanda (i caseifici).
In su, perfettamente allineato con
l’euro, è andato anche il prezzo della
mozzarella. Il latte alla stalla, no.
Da tempo si parla di oro bianco, ma è
oro per chi? “Il mais dal 2006 è cresciuto del 55%. Un quintale di paglia
costa oltre 23 euro. E gli altri rialzi:
soia, oltre 60%; crusca 40%; farinaccio 70%”. Antonello Petraglia questi
andamenti li ha rilevati e consegna dei
diagrammi impressionanti. Per la verità, di fronte a queste cifre la maggior
parte dei titolari dei caseifici si è detta
preoccupata. Hanno bisogno della materia prima. “Tranne quei quattro, cinque tagliapopolo, che ci hanno
beffardamente detto di essere pronti a
prendersi non solo il latte ma anche le
nostre bufale”, sbotta Giovanni Mottola. C’è un aumento incontrollato
delle materie prime: mais, soia, farinaccio, dei carburanti come dei tassi
bancari che erode sensibilmente i margini di guadagno degli allevatori.
L’oggetto del contendere, per ora, è in
quei 40 centesimi al litro, effetto della
variazione dal periodo invernale a
quello estivo. I caseifici vorrebbero restare a 1 euro e 20 centesimi al litro
anche in estate. I patti dicono che da
marzo occorre salire a 1 euro 60 centesimi. La trattativa va avanti. “Dicono
che c’è troppo latte di bufala rispetto
alle richieste di mozzarella?”, Massimo Palladino, un veterinario, propone di ridurre di una mungitura, così
da poter ridurre le quantità: “Vi dimostro che non ci andrete a perdere,
anzi…”. Di fronte a loro c’è il cartello
dei caseifici. E non è una definizione
inappropriata: “Da almeno tre anni
concertano fra di loro i prezzi di acquisto del latte alla stalla”, è la denuncia di Petraglia. Torna poi la questione
che le quantità di mozzarella con il
marchio Dop prodotte nella zona sono
nettamente superiori alle quantità di
latte prodotte dagli allevatori. Lo sostiene Gennaro Barra, veterinario –
allevatore di San Cipriano Picentino:
“I servizi veterinari dell’Asl, che controllano allevamenti bufalini e caseifici
sanno bene qual è la verità. I conti non
tornano”. Sotto accusa finisce anche il
Consorzio di tutela della Dop accusato
di svolgere in maniera insufficiente il
suo ruolo. E si torna “alla madre di
tutte le questioni” ossia a quell’eccessiva quantità di latte e derivati, spesso
provenienti dall’estero, che – accusano
gli allevatori – alcuni nostri caseifici
utilizzano per produrre mozzarella che
verrà venduta come “di bufala campana”. “Noi non diciamo solo dei no,
noi proponiamo”, dice Antonello Petraglia. “Vogliamo fare squadra con i
caseifici per rilanciare il prodotto. Ci
stiamo, però ad un patto. Che essi lavorino solo ed esclusivamente il latte
prodotto in provincia di Salerno”.
Segue le altre rivendicazioni: che a Caserta abbattano finalmente le bufale
con la brucellosi senza più le impunità
assicurate fino ad oggi, “e mettendo
fine alla discriminazione negli indennizzi: una bufala casertana ha diritto a
2 mila euro di indennizzo, e non l’abbattono, anzi la riciclano guadagnandoci due volte. A noi ci danno 600-700
euro e la togliasmo di mezzo”, racconta un allevatore. Segue l’invito –
disponibilità ai caseifici per una gigantesca class action per i danni che lo
scandalo rifiuti ha provocato al settore.
Da Caserta finora l’unico segnale è la
denuncia annunciata a carico di “Biutiful Cauntri”, il film – documentario
che ha scoperchiato più di un altarino.
Fra i citati in giudizio c’è Andrea
D’Ambrosio, giovane regista di Pontecagnano, uno che i nostri allevatori
conoscono ed apprezzano.
Oreste Mottola
Messaggio politico a pagamento
Nasce “Uniti per Albanella”
I cittadini di Albanella stanchi dell’attuale situazione amministrativa, reagiscono.
Dopo circa quattro anni dalle ultime
elezioni amministrative, il comune di
Albanella è ancora in letargo.
Non ci sono stati progressi nel
corso degli anni, la causa non si conosce, ma si notano gli effetti nefasti.Questo è il motivo che ha spinto
alcuni cittadini e componenti dell’amministrazione comunale a riunire un cospicuo numero di persone
per reagire a questa situazione.
Diamo vita ad Albanella al” Circolo
della libertà”, con l’intento di costituire un aggregazione politico-culturale di cittadini che vogliano
partecipare alla vita politica, economica e sociale del paese con dibattiti
nei quali avanzare proposte da presentare all’amministrazione comunale.
Il circolo ha ottimi propositi, e vanta
circa 150 adesioni raccolte in pochissimo tempo.
Gli obbiettivi che si pone sono: 1)
portare a conoscenza i cittadini dei
risvolti politici degli ultimi quattro
anni; 2) partecipare attivamente alle
giunte comunali in rappresentanza
dei cittadini; 3) tutelare tutti i cittadini di Albanella, e non solo una
parte; 4) dare corpo e voce a tutte
quelle persone che non trovano più
un adeguata rappresentanza nei vecchi rituali della politica; 5) rendere il
comune di Albanella attivo agli occhi
della Provincia e della Regione, perché vivere in un piccolo paese non
vuol dire essere privi di iniziative e
aspettative; 6) collaborare con associazioni o enti sia del nostro comune che di quelli limitrofi; 7) creare
un punto di incontro per tutti i giovani che hanno tanta voglia di fare, e
che fino a ieri non avevano punti di
riferimento.
Attraverso il circolo è possibile
scendere in campo per difendere i
propri diritti e la propria libertà.
Tutti coloro che volessero aderire
alle iniziative del circolo sono invitati tutti i venerdì sera alle
ore 20:00 in piazza Garibaldi ad Albanella.
Gaetano Suozzo
Nelle edicole di Cilento,
Diano e Sele
a 5 euro,
compreso “Unico”
Alburni
N°09 14 marzo 2008
CONTRONE. Passi in avanti per dare un marchio al fagiolo più famoso nel mondo
G ra z i e a l l a vo ro d i D o m e n i c o Ta n c re d i e d A n g e l o C a m p a g n a
L a b a n c a c o m p ra l a m a c c h i n a p e r i l s o t t ov u o t o
Nicolino, l’ingegnere, il primo
cittadino semplice e buono
come il pane cotto nei panifici
di Controne, parte sempre da
quest’assunto: “Noi alla Toscana non abbiamo niente da
invidiare”. Olio, fagioli, miele,
paesaggio, ambiente. E la cultura. Come un giornale, pensato e scritto qui, che ha più
lettori a New York che intorno
alla chiesa di San Donato.
Come Alburninet, sito d’informazione on line multimediale.
Eppure… la stragrande maggioranza dei coltivatori di fagioli di Controne, un bene di
lusso che incanta i consumatori di Seattle come di Cortina
d’Ampezzo, come ho visto di
persona dai cartellini delle
spedizioni che prepara Michele Ferrante, ha un’età
media che si aggira intorno ai
settant’anni. Fra loro c’è Gennaro Ferrara, alias capo di
spago, 85 anni, e a 94 arriva
Maria De Luna, che smania se
per qualche giorno i suoi cari
la tengono lontano dall’orto.
La verità è che i poco più di
300 quintali prodotti si vendono da soli, anche se il mio
amico Michele guarda ogni
giorno i tg e spera che il supereuro cali un po’ rispetto al
dollaro, così che le grandi gastronomie americane possano
acquistare con più frequenza.
Il successo di Controne però
stimola i falsificatori e gli
spacciatori di fagioli falsi.
Stanchi di 25 anni di tentativi
più o meno generosi, ora, grazie all’entusiasmo contagioso
ed anche competente di un
giovane ingegnere chimico,
Domenico Tancredi, e di un
apicoltore – maitre, Angelo
Campagna, zì Franz per tutti,
è nata l’associazione dei produttori che vuole difendere
l’identità autoctona di uno che
non è solo uno qualsiasi fra i
400 e passa fagioli italiani più
famoso al mondo. L’accelerata
l’ha data Nicola Pastore, sindaco mite ma concreto e deciso. A Tancredi e Campagna
ha dato un cronoprogramma
da eseguire. Tonino Marino,
un altro tosto che sta alla dire-
lare il fatturato
annuo del settore. A Controne è tutto
semplice, potrebbero stare
tutti meglio,
eppure è difficile sfuggire
alla maledizione dei veti
reciproci. Michele non sta
Da sinistra Tiziana Catalano, Nicola Pastore e Felice Colliani
nell’associazione della Bcc di Aquara ci zione che è guidata da Donato
ha aggiunto i soldi per acqui- Valente, eppure quella … si
stare un macchinario per met- propone ciò che lui ha preditere sottovuoto il prezioso cato per una vita. Vissani lo
legume e per accedere al cre- tratta come un fratello, Carlin
dito di conduzione, le cambiali Petrini di Slow Food lo ritiene
agrarie di una volta, così da in- l’emblema del vero contadino
vogliare i più giovani ad inve- italiano. Perché Michele non
stire in semi, concimi e lavoro s’intende con Nicola, DomeE dare il cambio non solo a nico, Angelo e Donato? Ad
Gennaro e Maria ma anche ogni paese la sua croce, è queagli altri nonni - coltivatori. sta è quella di Controne. Per
Meno di mille abitanti ha Con- me che vivo di parole la quetrone, moltiplicando ai tre- stione è semplice, nella realtà
cento quintali di fagioli una – come sa chi ci sta dentro – è
media 8 – 10 euro al chilo- complicatissima assai.
grammo si fa presto a calcoOrmo
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7
LEGGE NON LEGGE
[email protected]
La legge
come i
cottonfioc,
inquina
La legge in Italia non detta legge,
prolifica come l’immondizia. Nei
paesi civili la legge è generale e
astratta, comprensibile e a tutti; nei
paesi incivili la legge è refrattaria,
cavillosa, addentellata, tecnocratica,
eccetera. Nelle culture giuridiche
civili la legge rispecchia il carattere
della società civile di cui ne disciplina i rapporti tra i cittadini; nella
nostra cultura giuridica, la legge è
uno strumento di oppressione per
i molti e di arricchimento per i
pochi. In Italia, oltre ai canonici codici civile, penale e rispettive procedure, ci sono oceaniche raccolte
normative, sterminate praterie di
leggi e decreti; il legislatore italiano
è come una fabbrica di cottonfioc: emana leggi usa e getta, e che
poi arrivano dappertutto ad inquinare il sistema giuridico. Si legifera
su tutto e il contrario di tutto, si fa
la regola e il suo corollario con le
sue eccezioni necessarie a rendere
la norma camaleontica nella sua interpretazione ed applicazione.
Come i cottonfioc non ripuliscono
le orecchie, così la produzione normativa italiana sembra sia utile solo
ai giuristi - giudici avvocati - a garantir loro una “degna” professionalità come sturatori di un sistema
giuridico-normativo intasato dal cerume normativo. Ho scritto “sembra sia utile” ai professionisti del
settore chè in realtà sono schiavi
di questo sistema giuridico. Per
esempio gli avvocati trascorrono la
loro vita professionale macinando
chilometri tra un tribunale e un
altro di mattina, a riempire scartoffie ed ascoltare i clienti nei loro
studi di pomeriggio. La burocrazia
nei tribunale del salernitano è ridicolamente arretrata, ogni volta che
entro in un’aula di udienza e vedo
le pile di fascicoli cartacei che sovrastano i giudici e i pubblici ministeri, i tavoli affollati dagli avvocati
scribacchini su fogli protocollo frasi
sempre uguali, mi chiedo in vano
come reagirebbe Bartolo da
Sassoferrato, giurista tanto insigne da portare i sui seguaci a coniare la massima nemo bonus jiurista
nisi bartolista. Oggi chi è un buon
giurista? Il professore universitario
che tratta il diritto come una
scienza, o l’avvocato che usa il diritto in atto e in pratica? Intanto
l’industria legislativa continua a
sfornare cottonfioc normativi che
rendono sempre più difficile il lavoro dei giuristi e soprattutto inquinato
l’ambiente
giuridico
italiano.
Giuseppe Scandizzo
Cultura
8
Impronte...
N°09 14 marzo 2008
Storie di cilentani a Salerno
Francesco Cilento, testimone di tempi passati
Un opuscolo antico e prezioso reca le
testuali parole: “Con deliberazione del
13 marzo 1951, il Consiglio dell’ Ordine degli Avvocati e Procuratori di
Salerno -presieduto dal Vice Presidente avv. Vincenzo Santoro e con l’
intervento dei componenti: avvocati
Camillo de Felice, Aniello Falanga,
Raffaele Lebano, Settimio Mobilio,
Gaetano Nunziante, Mario Parrilli e
Manlio Serio- decideva, all’unanimità,
di commemorare solennemente
Adolfo Cilento, suo Presidente dalla ricostituzione dell’Ordine, maestro insuperato di vita e di eloquenza,
luminoso esempio di rettitudine e di dignità, vigile custode della indipendenza e del prestigio del Foro…”.
Abbiamo incontrato il noto avvocato
Francesco Cilento che vive saldamente
la memoria di suo padre, l’illustre avvocato Adolfo Cilento, e del nonno,
Costabile Cilento, medico, educatore e
umanista. Castellabate è il paese d’origine della rinomata famiglia, spazio di
vita e coacervo di antiche memorie.
Ci troviamo, pertanto, di fronte a un
vero personaggio, uno di quelli che
hanno fatto la nostra storia e che si
contraddistingue per una stupefacente
ricchezza di concetti e valori, per la lucidità e il senso critico nel proporli, e
per un altrettanto spirito vibrante di
umanità e chiarezza di intenti.
Al cospetto di personaggi come l’avvocato Cilento, non bastano le parole,
certamente fondamentali, ma che tuttavia si infrangono dinanzi a una personalità di tale stregua che
indubbiamente regge qualsiasi confronto con il nostro presente storico.
Possiamo riferire la sua età, dal momento che da poco ha compiuto gli
anni ?
Senz’altro… ho compiuto da poco novantadue anni…
...da pag. 3
Più che l’età, conta dare un senso alla
propria esistenza come ha fatto lei, è
d’accordo?
Devo dire di sì ma sa anche perché?
Avevo smesso di esercitare la professione ma ho dovuto riprendere per nostalgia e perché stavo attraversando un
periodo buio dal quale mi sono ripreso
tornando semplicemente alla mia attività…
Chi era l’ avvocato Adolfo Cilento?
Mio padre venne a mancare l’11 marzo
del 1951.
Era un insigne penalista, maestro di
eloquenza, Presidente dell’Ordine
degli avvocati, più volte Presidente
dell’allora cosiddetta deputazione provinciale, membro della Costituente,
quando fu promulgata la nostra Costituzione, e consultore del Parlamento
nazionale.
Era un antifascista per cui discuteva
cause più in Corte d’Assise che in Tribunale, poiché i giurati erano meno
soggetti alla pressione del fascismo invece che i magistrati.
Ogni anno, nel nostro tribunale, si celebra il “Premio Cilento”, un omaggio
a mio padre, maestro di vita e di toga,
e alla sua cultura giuridica. In questa
occasione, assisto all’arrivo di giovani
avvocati debuttanti, per lo più donne,
che mi si rivolgono come ad un testimone di tempi passati e devo ammettere che il nostro agone forense è
costituito da giovani educati e perbene.
Tornando alla figura di mio padre, era
un uomo molto leale, aveva uno spiccato senso dell’ umorismo, i suoi eroi
erano Garibaldi e Nino Bixio.
Invece quali tratti salienti ricorda del
suo passato professionale e di vita?
Una su tante: la guerra combattuta
prima in Iugoslavia, poi in Russia. Nell’ultima guerra ero sottotenente: partimmo in centomila, tornammo in
tremila. Con lo sbarco degli alleati, tornai a casa, così nel ’44 mi iscrissi all’Albo degli avvocati, perseguendo il
“sogno romantico” di seguire mio
padre, i cui amici e compagni di Università erano gli avvocati De Marsico,
De Nicola, Porzio, Botti…Ho esordito
sostituendo mio padre nella causa del
bandito La Marca e quel giorno non
lo potrò mai dimenticare…
Che atmosfera avvolgeva ieri il
mondo giuridico rispetto ad oggi?
Si respirava un’atmosfera romantica,
tra colleghi si nutriva una stima reciproca e persisteva un’onestà di fondo.
Prima si appariva di meno, tutto rima-
neva all’ interno delle aule; la categoria, oggi, anche se possiede cultura e
obiettività, è più incline all’esibizionismo.
Lei, che si chiama Cilento di cognome, che cosa pensa del nostro Cilento?
Nutro un grande amore per il Cilento
così come mio padre… Penso che il
Cilento sia una terra meravigliosa non
solo per i luoghi ma anche per gli abitanti. Molti cilentani hanno decisamente contribuito allo sviluppo
economico e culturale di Paesi come,
ad esempio, il Brasile. Naturalmente
il mio cuore è a Castellabate, che è un
paese di un lindore particolare. Una
volta una signora di Castellabate, interrogata sul motivo della grande cura
e pulizia del paese, rispose: “Noi consideriamo le nostre strade come le nostre abitazioni”.
Premesso che molti ricordi sono di
natura intima e privata, quali immagini di paese ha vive nella sua memoria?
La spiaggia “Pozzillo”, quella che congiunge S.Maria a S.Marco. Ricordo
che riuscivo a pescare con la canna
dalla sala da pranzo, ricordo che io e i
miei compagni facevamo le capanne
di alghe sugli scogli e ci trascorrevamo
la notte e i nostri genitori non ci trovavano, perchè andavamo sui tetti delle
case per un desiderio di libertà, per un
contatto con il cielo e con il mare,
mentre scorgevamo da lontano le luci
delle lampare...
Quale giorno della sua vita vorrebbe
rivivere?
Il momento in cui, dalla Russia, attraversammo tutta l’Europa del Nord per
arrivare a cento metri dal Brennero,
dove il treno si guastò…e fu così che
oltrepassammo il confine a piedi..
Rossella Oricchio
di Francesco Faenza
Un mese nero per il mondo del lavoro
istanza di trasferimento alle
isole Fiji. A Campagna inizia il
processo contro 292 imputati, accusati di aver occupato
l’autostrada contro la discarica
di Basso dell’Olmo.
Il sindaco Luongo, tre anni
prima, promise assistenza legale
gratuita per tutti i dimostranti.
Ma quando ha contato il numero
degli imputati, ha cambiato repentinamente idea. Il mese si
chiude con una lenzuolata senza
precendenti al rione Borgo, con
un sondaggio tra il ridicolo e
il beffardo sulla “pazza” voglia
degli ebolitani di pagare i parcheggi, nonché con il flop della
mobilitazione popolare contro le
ecoballe a Coda di Volpe.
Nella confusione generale, il licenziamento di due addetti alle
pulizie del tribunale passa talmente in sordina.
Pezzullo, Multiservizi, Icogi
e Aido, i politici continuano a
chiedere rispetto per i lavoratori.
Ma il giorno dopo la sortita sui
giornali, tutte le vertenze finiscono in stand by.
Vico: verum ipsum factum.
Ossia è conoscibile come verità solo ciò che si fa.
Il nuovo stabilimento Fiat auto plas di Pomigliano D’Arco è stato intitolato
al filosofonapoletano che ha soggiornato nel Cilento, a Vatolla, per lungo
tempo e dove ha scritto la ”Scienza Nuova”.
Alla cerimonia hanno preso parte i rappresentanti dell’azienda e il vicepresidente della fondazione Gianbattista Vico, Nicola Ventre (nella foto a sinistra)
Calore
N°09 14 marzo 2008
Ospedale di Roccadaspide:
f i o r e a l l ’o c c h i e l l o d e l l ’A s l S a / 3 g r a z i e
a nuove apparecchiature
È ancora in auge la lotta a difesa dell’ospedale di Roccadaspide e mentre
continua l’ondata di dibattiti, il sindaco Girolamo Auricchio ci tiene ad
illustrare le numerose attività della
struttura rivelatasi, in vari casi, più
efficiente di quanto sembra.
Ne è un esempio il reparto di Chirurgia Generale dove si sono registrati grandi aumenti delle
prestazioni sia in termini qualitativi
che quantitativi.
Tuttavia il vero vanto dell’ospedale è
la videolaparoscopia questa rappresenta il fiore all’occhiello per l’Asl
SA/3, intorno alla quale viene egregiamente svolta tutta l’attività chirurgica: l’appendicectomia, la
colecistectomia, il trattamento del
varicocele.
C’è poi l’attività chirurgica maggiore che comprende interventi per
patologia benigna e maligna dello
stomaco, del colon, delle vie biliari,
del pancreas e della tiroide che fanno
parte dell’ordinaria programmazione
chirurgica dell’Unita Operativa.
L’ambulatorio di chirurgia flebologica ha, di recente, dato inizio al trattamento endovascolare delle varici
degli arti inferiori con una tecnica
mini-invasiva (Elves Tecnique), che
utilizzando l’energia laser consente
di curare in maniera definitiva tale
gica, dove viene
praticata l’attività endoscopica
diagnostica ed
operativa
di
base.
Il primo cittadino Auricchio
si è rivelato soddisfatto del successo e dei
progressi dell’ospedale
di
Roccadaspide.
È
L’ingresso del presidio ospedaliero di Roccadaspide
stato tra i primi a
patologia.
credere nelle potenzialità della strutDa un po’ di tempo, inoltre, la strut- tura.
tura ospedaliera rocchese si avvale I meriti dell’ospedale sono stati condi uno strumento che poche cliniche fermati e riconosciuti dalle disposipossiedono: si tratta del videoder- zioni contenute nel Piano Attuativo
matoscopio, ossia un apparecchio di- dell’Asl Sa/3 per il triennio 2007gitale di grande aiuto nella 2009, che prevedono un aumento del
prevenzione e nel riconoscimento numero di posti letto per quanto riprecoce del melanoma. Il nosocomio guarda i reparti di Medicina Geneconta anche due ambulatori di seno- rale, per il quale sono previsti 5 posti
logia e di proctologia, punto di rife- letto in più, Chirurgia Generale, 14
rimento sul territorio per la diagnosi in più, Anestesia e Rianimazione,
e terapia della patologia mammaria con l’ attivazione di 4 posti, Utice della patologia anale.
Cardiologia, 3 posti in più.
Di notevole importanza è anche la Inoltre il piano prevede a breve l’atDay Surgery, diretta dal dottore Lu- tivazione del reparto di Lungodeciano Di Pace, che è stata istituita, genza e Riabilitazione, che conterà
negli ultimi tempi, all’Unità Opera- ben 37 posti letto.
tiva Semplice di Endoscopia ChirurAlessandra Pazzanese
Sopralluogo nella chiesa dell’Assunta di padre Rammauro
“Perde pezzi ed ha bollette da pagare!”
Il direttore dell’ufficio tecnico diocesano, Raffaele Rammauro, ha effettuato un sopralluogo presso la
chiesa S. Maria Assunta collocata nel
centro storico.
La verifica sullo stato precario dell’edificio religioso segue la lettera di
diffida inviata dal Comune alla diocesi di Vallo della Lucania. Nel documento si chiedeva un intervento
urgente per evitare ulteriori crolli di
intonaco al fine di salvaguardare l’incolumità dei cittadini. Per cui i residenti del centro storico chiedono,
a gran voce, «la ristrutturazione
della chiesa e la sua riapertura al
culto durante alcune festività». Ma il
sindaco Girolamo Auricchio si
spinge ben oltre : «Se non ci saranno
gli interventi per la chiesa, afferma il
primo cittadino, il Comune si rivolgerà alla Procura della Repubblica,
come previsto dalla legge».
Nella relazione redatta dall’ufficio
tecnico del Comune si ribadisce «la
necessità di interventi urgenti sia
negli ambienti interni dove ci sono
distacchi degli intonaci dei soffitti,
come in tutta la struttura, atti a
scongiurare eventuali problemi che
si potrebbero causare a terzi».
L’opera di ristrutturazione è strettamente collegata al responsabile della
chiesa che, tuttora, si ricerca tra i
due sacerdoti della comunità, per
l’assenza di un relativo atto di consegna.
Per questo motivo nella relazione si
chiede anche « di avere delucidazioni in merito alla proprietà della
chiesa viste le continue richieste di
intervento alle due parti in causa.
Questo perché dalla documenta-
zione esistente non si evince la proprietà della stessa».
La relazione è stata consegnata all’architetto Rammauro, che riferirà
ai vertici ecclesiastici vallesi.
Per quanto riguarda il ripristino delle
campane, a cui l’Enel ha staccato la
corrente per il mancato pagamento
delle bollette, il tecnico diocesano ha
delegato qualsiasi iniziativa ai cittadini. E un mucchio di bollette buttate per terra davanti al portone
principale della chiesa aspettano di
essere pagate.
Questo accade ad un edificio religioso, tra i primi edificati sul territorio, risalente al XII secolo.
All’interno si erge un bell’altare che
testimonia l’importanza secolare
della chiesa per tanti fedeli.
Per non parlare di uno splendido
battezzatoio costruito in legno su di
una base di marmo.
Memorie di un importante passato
che rischiano di non lasciare traccia
nel presente e nel futuro.
E la chiesa può perdere pezzi con
tanto di bollette della da pagare!
9
PIAGGINE
Faggeta da salvare,
arrivano
i primi 700 €
Caro direttore,
sono un, lettore assiduo di
Unico. Ti scrivo per comunicare la mia costernazione per
il fatto che a Piaggine, tuo
paese di origine, si stia effettuando un vero e proprio delitto ambientale.
Come è pensabile che nel
terzo millennio si possano risolvere i problemi economici
di un comune alienando parte
del patrimonio boschivo?
I faggi centenari oggetto di
tagli non dovrebbero essere
nella disponibilità di persone
così poco attente al patrimonio che la natura ha affidato
loro. Non lo meritano!
Ecco perché ritengo che
l’ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano debba
intervenire in modo deciso
per fermare “la mattanza”della
faggeta, come l’hai definita tu.
Per parte mia sono disposto
ad aderire alla sottoscrizione
proposta da Unico, al fine di
salvare il salvabile. Metto a disposizione 400 Euro.
Spero che anche altri facciano
la loro parte… soprattutto le
persone più sensibili di Piaggine, residenti ed oriundi.
Carmelo Casella
originario di Felitto, e
residente a Battipaglia dove
opera come operatore
finanziario.
Caro Carmelo, ti ringrazio per la
tua disponibilità. Per quel che riguarda noi di Unico che abbiamo lanciato la proposta, a
condizione che il comune deliberi una moratoria di nove mesi
sui tagli, aderiamo alla sottoscrizione con 200 Euro.
Paestum Oil di Capaccio annuncia di aver aderito alla sottoscrizione con 100 Euro
Bartolo Scandizzo
Francesca Pazzanese
Cilento
10
N°09 14 marzo 2008
Metrò del mare. Il si della Regione per
prorogare il servizio fino al 2009.
La Giunta Regionale della Campania, su proposta dell’Assessore ai
Trasporti, Ennio Cascetta, ha approvato il rinnovo del contratto per
i prossimi due anni (2008-2009),
per lo svolgimento del servizio di
trasporto pubblico marittimo denominato “Metrò del mare”.
Così la Regione assegna nuovamente fondi alla società consortile
“Metrò del Mare” per contribuire
alla realizzazione del servizio nel
biennio 2008-2009 . Considerando
lo sviluppo conseguito dal servizio
di trasporto marittimo negli ultimi
tre anni, pari ad un + 39,3 % di
passeggeri in più rispetto al passato, la Giunta ha approvato l’erogazione dei fondi per contribuire
finanziariamente alla realizzazione
del servizio. Anche se l’obiettivo
prefissato dall’Assessorato regionale ai Trasporti è la progressiva riduzione dei contributi pubblici fino
a conseguire la massima capacità di
autofinanziamento da parte delle
società che gestisce. Per rendere
ancora più efficiente il servizio,
sono state approvate una serie di
linee guida che dovranno essere rispettate nella realizzazione dei collegamenti.
E’ prevista, infatti, l’intensifica-
zione dell’offerta delle rotte che registrano una domanda sostenuta,
fino ad un incremento del 10% rispetto al programma vigente. Ma
anche la riqualificazione di quelle
a domanda più debole, attraverso
una nuova programmazione degli
orari, la riduzione dei tempi di percorrenza degli itinerari, l’inserimento o la soppressione di scali.
Saranno attivati servizi integrati
per consentire l’accesso ai siti di rilevanza storico-archeologica ed
istituiti collegamenti specifici in
occasione
di
eventi meeting e
congressi, in collaborazione con
gli Assessorati
Regionali
alla
Cultura e al Turismo, gli Enti locali
e
le
associazioni turistico-culturali.
Sarà rinnovata
anche l’offerta a bordo dei traghetti, attraverso il potenziamento
del livello qualitativo dei servizi
messi a disposizione. Inoltre, un’attenta attività complementare di
promozione e informazione a terra,
attraverso una rete di “infopoint”
presso gli scali interessati dal servizio, servirà ad informare turisti e
pendolari sui tragitti, gli orari e le
coincidenze da rispettare per raggiungere i luoghi d’ interesse.
Il metrò del mare, che raggiunge
l’ottava edizione, si conferma un
servizio molto gradito soprattutto
dai turisti della Campania. Un servizio fortemente voluto e sperimentato tra lo scetticismo di molti
che, anno dopo anno, è migliorato,
diventando progressivamente sempre più affidabile.
Marianna Lerro
CantAscea, un’occasione da non perdere
Ad Ascea trionfo in rosa per il festival musicale
È sicuramente l’appuntamento da
non mancare per gli amanti della
musica nel Cilento.
Il CantAscea Festival, gara
musicale che ogni anno permette
ai musicisti cilentani di farsi conoscere ed ascoltare in una simpatica e calorosa atmosfera di fine
d’anno, riesce a mantenere un
buon livello di partecipanti, quest’anno più di trenta, in buona
parte del mondo femminile. Aspiranti Giorgia e Ramazzotti, o semplici innamorati di musica - alcuni
di questi davvero bravi - si sono
dati l’appuntamento presso il teatro della fondazione Alario di
Ascea per un’appassionante competizione durata due serate.
A prevalere, con giusto merito, la
brava Marica De Feo che, con
voce curata e sapiente padronanza
delle sue generose doti canore, si
è aggiudicata il primo posto. Dayana Toriello, una promettente e
bella solista, con qualità e classe,
ha saputo emozionare la giuria
presieduta dal maestro Gigi Mogrovejo con il secondo posto.
Al terzo, un’altra ragazza: Elena
Galzerano, mentre il premio della
critica è andato ai ragazzi della
band Comunicazione di servizio
Marica De Feo
che presentavano un loro brano.
Vincente l’idea degli organizzatori,
i D’Angiolillo che, instancabilmente da vent’anni, riescono ad
arrivare alla meta non senza fatica
anno dopo anno.
Certo, con il passare del tempo
sarebbe utile prevedere ad esempio due sezioni, una per i brani
inediti, premiando così anche la
composizione, e un’altra per quelli
famosi, e la presentazione dovrebbe essere più agile e dinamica,
ma va da sé che in corso d’opera
è sempre possibile migliorare.
Dal pop al rock,
persino alla lirica, il festival
(purtroppo
unico appuntamento cilentano
di questo settore) si presta
ad essere palco
per stili e generi
diversi, linguaggi
musicali vecchi e
nuovi che arrivano sino all’avanguardia
come gli Scrigno,
una formazione
in cui la voce di Antonella Delli
Santi, carica di pathos ed emozione profonda, tesse melodie
nuove su un antico successo di
Patti Pravo.
L’arte è anche questo, riscrivere,
con fantasia e libertà, i propri sentimenti in maniera istintiva e diretta, lasciando anche interdetto
chi ascolta. È la musica, bellezza! È
possibile vedere il festival, di domenica, su 105 Tv.
Nicola Nicoletti
Elezioni politiche
13 e 14 aprile 2008
MODALITÀ dell’OFFERTA E
TARIFFE per l’accesso agli
spazi destinati ai messaggi
politici per le elezioni del rinnovo dei Consigli Comunali,
della Camera dei Deputati e
del Senato della Repubblica
fissate per i giorni 13 e 14
aprile 2008.
CONDIZIONI GENERALI
Ai sensi della legislazione vigente ed in attuazione delle disposizioni dell’Autorità per le
Garanzie nelle Comunicazioni,
delibera n.33/08/CSP del 21
febbraio 2008, si stabilisce che:
i messaggi saranno pubblicati
fino al penultimo giorno prima
della data delle votazioni;
in caso di massimo affollamento
delle richieste, l’eventuale selezione è operata secondo il criterio della priorità temporale della
prenotazione ;
fermo il generale divieto di slogan denigratori, di prospettazioni di informative false e di
tecniche di suggestione, il messaggio è ammesso nelle forme
elencate al comma 2 dell’articolo 7 della legge n° 28 del 22
febbraio 2000;
ogni messaggio dovrà recare
l’indicazione del SOGGETTO
POLITICO COMMITTENTE e
la dicitura MESSAGGIO ELETTORALE.
TERMINE DI PRENOTAZIONE
DELLO SPAZIO
7 giorni prima della data della
pubblicazione
Termine di consegna del materiale: 5 giorni prima della data di
pubblicazione
É previsto il pagamento nelle
forme: per contanti assegni circolari, carte di credito, bonifico
bancario con copia contabile
bancaria con numero di CRO e
bonifico online su circuito Bancoposta.
DIRITTO FISSO DI FATTURA: € 2,60
LE TARIFFE E IL CODICE DI
AUTOREGOLAMENTAZIONE SONO
DEPOSITATE PRESSO LA SEDE
VIALE DELLA REPUB177 84050 CAPACCIO –
PAESTUM (SA) – TEL. 0828
720114
OPERATIVA IN
BLICA,
Capaccio
N°09 14 marzo 2008
11
C o n s i g l i o : “ S b r i g h i a m o c i , c ’ è l a p a r t i t a . . .”
Carmine Caramante chiede maggiore rispetto
L’avvio del Consiglio Comunale del 27
febbraio è dedicato alla commemorazione di Antonio Vecchio, ex presidente del Consiglio comunale e
presidente della Bcc di Capaccio.. Il
sindaco Pasquale Marino afferma che
è stato un uomo che ha amato la sua
terra e come presidente della Bcc di
Capaccio ha avuto il coraggio di debellare i cravattari. Un pensiero ad Antonio Vecchio viene rivolto da Franco
Longo, Giuseppe Mauro, Maria Vicidomini e Pinello Castaldo, che fu
con lui nel 1995 quando Vecchio fu
candidato sindaco, condividendo momenti di gioia e di dolore. Il vicesindaco Lorenzo Tarallo ricorda che
Vecchio aveva un sogno: realizzare una
piscina, per cui propone di dedicargli la
futura piscina comunale. Paolo Paolino si unisce al cordoglio del sindaco e
dei colleghi e chiede un minuto di silenzio. Il sindaco comunica inoltre di
posti
che
sono ben 51,
per cui avverranno con
gruppi di sei
o sette per
volta. Sono
previsti altresì incontri
con le forze
economiche
del territorio.
“Ci siamo
dati dodici
mesi
di
tempo. La
gravidanza
Pubblico di un consiglio comunale
dura nove
mesi noi ne
aver incontrato il professore Francesco abbiamo dodici per avere un maschio
Forte per stabilire un calendario dei la- bello” conclude. Il clima di consenso
vori per la realizzazione del Puc che generale è rotto dall’interrogazione del
prevede a priori incontri con enti pre- consigliere di opposizione Giuseppe
Troncone, il quale riferisce che il
giorno 15 febbraio si è recato presso
l’ufficio segreteria per acquisire i documenti relativi alle pratiche iscritte all’ordine del giorno del consiglio
comunale ed ha avuto il consenso di
consultare la documentazione, ma il
personale ha rifiutato di fornire le copie
della stessa per le precise disposizioni
litico esistenziale dal quale chi non
impartite dal presidente del Consiglio.
partecipa si sente escluso con il riChiede chiarimenti, cita lo statuto.
schio di essere tagliati fuori dal giro
Paolo Paolino risponde un po’ irato
che conta?
che la norma prevede che sia messa a
Anche chi è retribuito per detenere
disposizione la documentazione ma
un incarico politico amministrativo,
non che se ne faccia copia se gli argoperché non dedica il suo tempo al
menti sono in fase di formazione. Giumiglior funzionamento del settore
seppe Mauro si associa al collega
che gli è stato affidato?
Troncone. Carmine Caramente pur
E, se proprio ha assolto a tutti i comprendendo atto della validità della spiepiti d’istituto, perché non si dedica
gazione tecnica fornita dal presidente
un po’ anche alla famiglia?
del consiglio e della trasparenza intelCi vuole stile per governare una colettuale dell’ufficio, rileva che ci sono
munità.
problemi organizzativi, per cui propone
È necessaria la discrezione per alidi informatizzare il Comune.
mentare la fiducia dei cittadini.
La modifica dello statuto che affida al
È essenziale il decoro per abbattere
direttore generale di “conciliare e tranil muro d’indifferenza costruito da
sigere” viene approvata all’unanimità .
una classe politica autoreferenziale.
Giuseppe Troncone approva con racIl popolo, la gente, i cittadini bisocomandazione che, come sempre, non
gna chiamarli in causa sì, al moviene accolta di passare le funzioni in
mento delle elezioni per farsi
oggetto all’istituendo Ufficio Legale.
accettare come amministratori. Ma
“Lasciare al direttore generale la poteè utile rispettarli sempre durante
stà di conciliare e transigere significa
tutto il mandato elettorale.
lasciare all’organo politico il potere di
Bisogna evitare di aggiungere altri
ingerenza nel funzionamento di un ufmattoni alla barriera creata da deficio istituzionale”. Ancora un pagacenni di approssimazione e pressapmento di debiti fuori bilancio,
pochismo nel modo di gestire il
risalenti al 1990, dovuti all’architetto
potere. Solo così sarà possibile riAmedeo Bavoso per un progetto di
conquistarli alla causa di una società
parcheggio in contrada Laura ed uno a
solidale.
Foce Sele, mai realizzati. Troncone
Pertanto, sarebbe auspicabile il rivota no riferendo dettagliatamente la
torno ad un potere che si fa apprezvicenda. Viene llustrato dal presidente
zare per come organizza i servizi,
della commissione finanze Enzo
più che per il fatto che si fa “noMonzo il regolamento con cui viene
tare”, o peggio ancora, “narciso”
disciplinata la definizione agevolata
che si fa guardare ….
dei tributi e delle entrate. Più volte tra
In fin dei conti si tratta di passare
una discussione e l’altra qualcuno ha
dalle parole ai fatti, dal volatile alla
accennato ad accelerare i tempi in
concretezza, dall’apparire … all’esmodo da non perdere la partita di calsere!
cio, per cui quando prende la parola
Narciso al potere
di Moncil
alla presa delle decisioni.
Le domande che si pone un normale
cittadino che durante la settimana
“smanetta” per portare a casa il salario o per far quadrare i conti della
propria azienda sono:
I miei rappresentanti dove trovano
il tempo da destinare ore ed ore a discutere del nulla nei capannelli?
A quali “affetti” sottraggono la loro
presenza per dedicarsi al gossip po-
Carmine Caramante un assessore dice
“ia, ia..” che fa andare sulle furie il consigliere che intende chiarire come sia
contrario ai condoni, ma approva perché il presidente della commissione
Enzo Monzo gli ha fatto capire che si
tratta di una definizione agevolata dei
tributi.
“Purtroppo qualcuno ritiene una scelta
pagare le tasse. Veltoni ha affermato
che l’Italia dei diritti è anche l’Italia dei
doveri”. Sta per citare Kennedy ma il
presidente lo invita a restare in argomento. Caramante ritiene però che se il
comune di Capaccio è al di sopra della
media per le evasioni fiscali, vuol dire
che negli ultimi cinquant’anni, qualcuno degli amministratori, presente
nell’attuale consiglio, non ha fatto il
proprio dovere. Paolo Paolino lo invita
con voce irata ad informarsi prima di
parlare. Carmine Caramante si avvia a
lasciare l’aula perché non è possibile
che un consigliere non possa parlare,
ma il sindaco Pasquale Marino lo invita
a sedersi. “Sia chiaro che è solo perché
me lo ha chiesto il sindaco di cui ho la
massima stima che mi siedo”. Il sindaco giustifica il consigliere perché alla
prima esperienza e sicuramente non intendeva alludere a collusioni, augurando ai giovani di continuare e
divenire futuri assessori o sindaci.
Viene istituita una commissione di indagine sulla questione dei rifiuti e
vengono eletti per la maggioranza:
Giuseppe Castaldo, Angelo Valletta,
Domenico De Riso e per la minoranza
Maria Vicidomini.
Il consigliere Troncone è invitato a consegnare le proprie dichiarazioni per accelerare i tempi.
Approvato il nuovo schema di regolamento dell’Istituzione Poseidonia e
il bilancio allegato pluriennale
2008/2010. Votato all’unanimità anche
il regolamento per il servizio di volontariato di difesa ambientale e controllo, deposito, gestione, raccolta e
smaltimento dei rifiuti. Dichiarazioni di
voto di Franco Longo consegnata.
Luigi Ricci inizia a leggere la positività di un servizio che riesce a smuovere le coscienze al di là degli aspetti
tecnici, ma viene invitato a consegnare
la dichiarazione. Lo fa esprimendo la
delusione, anche Giuseppe Troncone
consegna la sua. Segue lo schema che
disciplina l’istituzione del comitato comunale per la valorizzazione dell’allevamento del cavallo e lo sviluppo delle
attività connesse finalizzati alla creazione della “Città del cavallo”. All’unanimità
vengono
nominati
Giuseppe Castaldo, Enzo Monzo e
Giuseppe Troncone. Viene altresì istituito il comitato per la valorizzazione
della coltivazione della rosa di Paestum e la realizzazione della “Città
della rosa”. Infine viene aggiornato il
costo di costruzione per l’anno 2008
che passa a 211,8 per metro quadrato
di costruzione.
Enza Marandino
12
Capaccio
N°09 14 marzo 2008
STAZIONE. Fasolino a Rutelli
“Accer tare le responsabilità sui ritardi”
Dall’onorevole Gaetano Fasolino
riceviamo e volentieri pubblichiamo. La nota è stata inoltrata,
a nostra cura, alla Soprintendenza
di Salerno, chiedendo le opportune
controdeduzioni.
In data 16 Gennaio 2008 ho inoltrato ai Ministri dei Beni Culturali e
dei Trasporti, oltre che al Procuratore Generale della Corte dei Conti,
una mia lettera concernente un caso
di gravissima disamministrazione
che viene a penalizzare notevolmente
il bisogno di efficienza e mobilità
della popolazione residente e di tutti
coloro che in Italia e nel Mondo
hanno a cuore le sorti di una Paestum integra efficiente e competitiva.
Cordialmente
On. Gaetano Fasolino
Roma, 16 gennaio 2008
Al Ministro dei Beni Culturali
e.p.c. Al Ministro dei Trasporti
e.p.c. Sig. Procuratore Generale
della Corte dei Conti
ROMA
Sig. Ministro,
mi permetto rappresentare alla Sua
attenzione un esempio di ordinaria
disamministrazione che riguarda (è
il caso di stupirsene?) ancora una
volta una comunità del Mezzogiorno
d’Italia con la corresponsabilità di
organi periferici del Ministero dei
Beni Culturali e Ambientali.
Espongo in modo schematico la consecutio rerum.
- In data 18/12/1990 il Consiglio Comunale di Capaccio ha adottato all’unanimità la delibera n. 378
approvativa del progetto di sottopasso al Km 20 +974/21+191, sostitutivo di preesistente e funzionante
passaggio a livello azionato dalla
adiacente stazione di Paestum.
- In data 5/10/1991 con nota 3603/2E
la Sovrintendenza archeologica di
Salerno ha espresso parere negativo
al progetto del sottopasso, successivamente ribadito nel febbraio 1992.
In data 4/02/2003 con prot. n. 3542 il
Comune di Capaccio ha trasmesso il
nuovo progetto alla Sovrintendenza
archeologica di Salerno e, per essa,
al Ministro per i Beni e le Attività
Culturali.
- In data 10/04/2003, si è riunito a
Roma il Comitato di settore (seduta
n. 80) che ha espresso parere favorevole alla proposta del Comune di Capaccio con la prescrizione che
l’opera venga ubicata alla distanza di
600 metri dalle mura archeologiche.
- In data 11/08/2003 la dott.ssa Giuliana Tocco, Sovrintendente archeologico di Salerno, ha comunicato
all’Ufficio scavi di Paestum e al Comune di Capaccio il predetto parere
favorevole del Comitato di settore.
- Il Comune di Capaccio con nota
11619 del 24/03/2005 dopo una
prima fase di indagini sul terreno,
ha richiesto alla Sovrintendenza di
Salerno l’autorizzazione alla “effettuazione dei previsti sondaggi meccanici a carotaggio continuo e le
prove penetrometriche”.
- La Sovrintendenza, in
data 2/05/2005, ha autorizzato le indagini che
sono state poi espletate
con esito assolutamente
negativo per reperti archeologici.
- La Sovrintendenza
prima ha autorizzato le indagini a 300 metri dalle
mura e poi, dopo un lungo
si liberano nell’aria e permangono nell’at- tempo trascorso per effetmosfera tenue della pineta rendendola ir- tuarle, ha bocciato il progetto finale presentato dal
respirabile. Altro che droghe sintetiche!
Naturalisticamente si sta devastando un Comune di Capaccio riecosistema: stiamo parlando della Riserva chiamando il deliberato
Naturalistica Sele–Tanagro, e non si sta del Comitato di settore
realizzando nulla di funzionale né sosteni- che prescrive la realizzazione dell’opera alla dibile!
Devo ridere, non posso rimanere serio stanza di 600 metri dalle
nello scrivere queste cose sennò mi si mura archeologiche.
gonfiano le vene del collo e penso alla Di estrema gravità, a paforca quale metodo per sradicare il pro- rere dello scrivente interrogante, è anche il
blema dalla radice.
Sindaco, mi rivolgo a lei che ha fama di es- comportamento successere una persona di spessore. Rmediamo sivo della Sovrintenagli errori fatti in passato smantellando i denza. Infatti, a firma
muri di contenimento che contornano la dell’architetto Rodolfo
pinete, che hanno solo la funzione di na- Sabelli, il Comune di Cascondere agli sguardi distratti le immondi- paccio ha inoltrato in data
zie ivi depositate, e, soprattutto, evitiamo 10/01/2007 la richiesta
di farne degli altri permettendo a persone per le nuove indagini speincompetenti e distratte di continuare a cificando espressamente
distruggere il nostro patrimonio culturale- che verranno effettuate
alla distanza di 600 metri
ambientale.
[email protected] dalle mura così come prescritto dal Comitato di
settore nella su richiamata
La pista che depista
Che mai io debba conoscere la persona
che ha progettato la pista ciclabile in via di
costruzione tra via Sterpinia e la fascia pinetata a Paestum! Non potrei pronunciare
una sola parola positiva nei suoi confronti,
in special modo nei riguardi delle sue capacità professionali. Si deve essere irrispettosi e ignoranti per ideare un
obbrobrio nei riguardi della natura!
Curve, controcurve, staccionate in legno,
cunette in cemento, pali di legno dalla circonferenza di trenta centimetri conficcati
un metro sotto terra, la pineta tranciata in
due... Indignarsi? A che pro? C’è da aizzarsi
contro le incompetenze che progettano
luoghi del nostro viver quotidiano. “Architetto, ma lei l’ha mai vista una pista ciclabile in vita sua?” Come si fa a progettare
una pista ciclabile di tali fattezze? E poi ci
si lamenta del fatto che i ciclisti preferiscano pedalare in strada in mezzo alle
auto.
Sono uso fare lunghe passeggiare, ovunque
e ad ogni ora del giorno e della notte. Andate a farvi una passeggiata nella pineta di
Paestum dove in questi giorni stanno piantando pali che sarebbero più adeguati a
costruire una forca! Si sta cementando e
alterando il suolo pinetato, naturalmente
ricoperto di pigne e aghi e artificialmente
ricoperto di munnezza variamente assortita. C’è una puzza demenziale! L’immondizia coniugata con l’odore del legno usato
per costruire queste palizzate assurde
(trattato con sostanze tossiche?), insieme
seduta n. 80 del 2003.
Purtroppo, i notevoli ritardi delle
procedure stanno erodendo il potere di acquisto, inteso in opere e
tecnologie, delle somme a suo
tempo poste a disposizione del Comune di Capaccio da parte dell’azienda ferroviaria italiana con la
specifica destinazione d’impiego
ai fini della realizzazione del sottopasso in località Paestum (trattasi di 4,5 milioni di euro venuti
nella disponibilità del Comune di
Capaccio in data 7/12/2005 a seguito di atto convenzionale n. 25
del 15/02/2005).
Oltre alla erosione dello specifico
potere di acquisto va segnalato l’immenso danno arrecato alla comunità
nazionale e locale per la mancata
realizzazione dell’opera.
Stupisce che la Sovrintendenza di
Salerno, anziché uniformarsi, secondandola, ad una specifica ed ufficiale
disposizione ministeriale, ponga in
essere (e questo si è palesato soprattutto durante la gestione facente capo
a Giuliana Tocco) pretestuose disattenzioni con la evidente finalità di dilazionare fino a cancellare
dall’agenda la realizzazione dell’opera.
Va segnalato, inoltre, che il Comune
di Capaccio, nell’incamerare la
somma per la realizzazione
del sottopasso, ha dovuto autorizzare
l’azienda ferroviaria alla soppressione del locale e all’epoca funzionante passaggio a livello.
È opportuno ricordare altresì che la
soppressione dei passaggi a livello
con le relative opere sostitutive si inserisce nel piano di ammodernamento e velocizzazione del trasporto
su ferro nella Regione Campania secondo le proposte avanzate, per
quanto concerne la soppressione dei
passaggi a livello, nella regione
Campania, dall’Assessore regionale
ai Trasporti dell’epoca al Ministro
Claudio Signorile e prontamente recepite. Al momento, si è agli inizi del
2008, da parte della Sovrintendenza
archeologica di Salerno non è pervenuto ancora uno straccio di risposta
alla lettera 10.01.2007 del Comune
di Capaccio a firma Sabelli.
Chiedo pertanto alla Signoria Vostra
Illustrissima se non ritenga indispensabile ed improcrastinabile, anche ai
fini di evitare perniciose dilatazioni
di spesa far pervenire al Comune di
Capaccio la risposta alla lettera
dianzi richiamata, naturalmente affermativa perché perfettamente rispondente a precise e inoppugnabili
decisioni di codesto Ministero e se al
tempo stesso non ritenga opportuno
attivare un’indagine amministrativa
nei confronti dei funzionari periferici
responsabili delle omissioni facenti
capo alla Sua Amministrazione.
Gaetano Fasolino
Diano
N°09 14 marzo 2008
13
1968, quante speranze per l’autostrada
In farmacia
Luigi Angrisani inaugurava il tratto Polla-Sala
Meningite: solo casi sporadici,
No, signori. Non è una dichiarazione
dell’attuale ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ma il roboante titolo di un articolo di un quotidiano di
quarant’anni fa, marzo dell’anno del
Signore 1968 per la precisione.
E rileggerlo oggi, in attesa della fine
degli eterni lavori di ammodernamento di una strada entrata ormai nel
mito collettivo (negativo) degli Italiani, ha un effetto davvero particolare, quasi comico.
Protagonista di inchieste giudiziarie,
di interrogazioni parlamentari, ma
anche di barzellette e sketch teatrali
in cui viene paragonata, con i suoi infiniti cantieri e le sue “piacevoli“ deviazioni, ad una corsa ad ostacoli
sulla playstation, la ormai famigerata
A3 Sa-Rc è diventata sinonimo di
opera leggendaria senza tempo, l’emblema perfetto della nostra “ltalietta“,
dove si conosce solo la data di posa
della prima pietra, poi più nulla.
Eppure la nostra strada ricalca grosso
modo l’antica tratta consolare della
Regio-Capuam, tracciata dai nostri
impareggiabili antenati romani, dei
veri draghi nella costruzione di infrastrutture viarie. Niente e nessuno li
fermava, né montagne, né fiumi, né
depressioni. Immagino le risate che
si staranno facendo alle nostre spalle
dai Campi Elisi. Ma nulla di tutto ciò
poteva immaginare l’anonimo cronista di quarant’anni fa che annunciava
al mondo la realizzazione di «un’ar-
Così titolava “Il Mattino” del 1968
teria veloce che consentirà di accorciare notevolmente le distanze nella
Penisola e di portare un effettivo e
sostanziale contributo di progresso
economico e sociale al Sud». Eppure
quando cominciarono i lavori nel
1964, le previsioni erano assai ottimistiche. Si partì in quarta, tanto che
il tronco iniziale Matierno-Castelluccio venne aperto al traffico dopo
pochi mesi. Ottimismo dei politici,
grandi dichiarazioni del tipo “opera
senza pari in Europa“, “Italia più
unita“,“e adesso mano al ponte sullo
Stretto“. Sappiamo tutti come è andata a finire: ultimata negli anni ’70,
la nostra strada si è subito rivelata
inadeguata a sopportare l’enorme
traffico veicolare. Cadeva letteralmente a pezzi, costruita in molti tratti
con materiale di quart’ordine, e più
volte si sono resi necessari lavori di
manutenzione che in pratica non
sono mai cessati. In attesa della fine
definitiva dei lavori (prevista dal
ministro per il 2011, ci crediamo?),
accontentiamoci di rievocare una di
quelle inaugurazioni degli anni Sessanta, quando in un clima di profondo ottimismo, si aprivano al
traffico automobilistico i primi
tratti passanti per il Vallo di Diano.
Partendo da domenica 24 marzo
1968, quando, alla presenza di numerose autorità e del sottosegretario ai lavori pubblici on.
Luigi Angrisani, si inaugurava ufficialmente il tratto compreso tra lo
svincolo di Polla e quello di Sala
Consilina. Una striscia di tredici chilometri di asfalto costata quasi tre
miliardi di lire. I commenti sono
quelli riportati dal quotidiano “Il
Mattino“: «da oggi il Sud è più vicino. Il nuovo tronco autostradale
rappresenta un ulteriore significativo
passo in avanti nella realizzazione
dell’imponente opera, che svolgerà
un ruolo decisivo per l’ulteriore sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno». il 20 ottobre di quello
stesso anno, con l’apertura del tratto
Contursi-Polla, il Vallo si collegò direttamente con il capoluogo Salerno,
mentre il passaggio dell’autostrada in
zona venne completato il 27 aprile
del 1969 con l’apertura del tratto Sala
Consilina-Buonabitacolo.
Raffaele Avallone
CON IL PREMIO DI “GIORNALISMO E MULTIMEDIALITA’ CILENTO E VALLO
DI DIANO” DECOLLA LA PROMOZIONE ANTROPOLOGICA
L’appuntamento è il prossimo 8 novembre 2008. La serata finale a Teggiano
Anche quest’anno ritornerà il premio
di “Giornalismo e Multimedialità Cilento eVallo di Diano” organizzato dal
centro studi Tegea di Sant’Arsenio.
La consapevolezza del ruolo fondamentale svolto dall’informazione nella
società, sia come elemento di diffusione della conoscenza, sia in quanto
amplificatore di eventi che supportano e anzi accrescono il progresso
del territorio in cui nascono, oltre che
di quello circostante, ha garantito il
pieno successo alle prime due edizioni
del premio che il prossimo 8 novembre 2008 sarà riproposto nella terza
edizione al pubblico e agli intellettuali
che vi parteciperanno.
Mercoledì 27 febbraio, presso la sala
Girolamo Bottiglieri della Provincia di
Salerno si è svolta la conferenza
stampa di presentazione dell’ambito
premio, alla presenza, tra gli altri, del
presidente della Provincia di Salerno
Angelo Villani, del prefetto di Salerno
Claudio Meoli, del vescovo diTeggiano
Policastro Angelo Spinillo, dei rettori
delle università Salerno-Fisciano e
Parthenope Napoli Raimondo Pasquino e Gennaro Ferrara, del presidente della Banca di credito
cooperativo Monte Pruno di Roscigno Michele Albanese, del commissario straordinario del Parco Nazionale
del Cilento Giuseppe Tarallo, dell’Assessore Provinciale all’Ambiente Angelo Paladino, del questore di Salerno
Vincenzo Roca. La serata è stata
aperta dal coro polifonico di Sant’Arsenio “Amici della musica”, circa
trenta coristi in tuniche rosse, diretti
dal M° Enrico Coiro hanno cantato
“My lord”.
A introdurre il presidente dell’ Associazione Giornalisti Salernitani Enzo
Todaro, Pietro Coiro ed Ermanno
Corsi rispettivamente direttore e presidente del Premio.
Todaro ha affermato: “E’ un premio
che si impone perché non subisce
pressioni politiche o parapolitiche e
premia il giornalista più meritevole.
Anche io sono stato premiato lo
scorso anno e ne sono orgoglioso
perché il Cilento è una regione ricca
di risorse che non ha nulla da invidiare
ad atri territori”. Così Pietro Coiro:“Il
Centro Studi Tegea è nato nel 1996
per volontà di un gruppo di ricercatori che volevano divulgare i valori
dell’ecologia, del patrimonio storico
urbanistico del territorio. In dodici
anni di attività abbiamo fatto grande
promozione con numerose iniziative
che, insieme al premio giornalistico,
stanno contribuendo alla sensibilizzazione verso temi fondamentali per la
società”. Pasquino conferma:“Il Centro Studi Tegea è un centro culturale
importante per cui sono orgoglioso di
essere stato invitato a far parte del
comitato di assegnazione del premio.
D’altra parte senza sviluppo culturale
non c’è progresso. L’università ha il
ruolo di supportare gli obiettivi culturali dei territori potenziando la cultura, ma siamo anche grati alla
Provincia che stimola le varie attività
dell’università”.
A proposito della scuola di giornalismo che ha per sede l’ateneo salernitano Pasquino ha detto:“Lo abbiamo
inteso come servizio al territorio”. E
Ferrara: “E’ giusto che la scuola di
giornalismo sia nata a Salerno perché
la sua università ha sempre avuto
come centro pullulante di cultura le
scienze umanistiche e quindi ha, in
questo senso, una grande tradizione
da portare avanti”.Riflettendo sul premio ha aggiunto:“Riesce a considerare
nessuna epidemia!
La meningite è una malattia infettiva
che provoca un’infiammazione delle
membrane che avvolgono il cervello
e il midollo spinale (le meningi). La
forma virale, detta anche meningite
asettica, è quella più comune, solitamente non ha conseguenze gravi e
si risolve nell’arco di una decina di
giorni. La forma batterica, invece, è
più rara ma estremamente più seria
e può avere conseguenze letali. Gli
agenti della meningite possono essere di tipo batterico o virale.
Gli agenti batterici sono diversi: il
meningococco (ceppi A, B, C, Y e
W135) lo pneumococco e l’haemophilus influenzae tipo b.Tra gli agenti
virali l’herpesvirus, l’enterovirus, il
papomavirus, il togavirus.
I primi sintomi possono essere
aspecifici: sonnolenza, cefalea, inappetenza. In genere, però, dopo 2-3
giorni i sintomi peggiorano, compaiono nausea e vomito, febbre, pallore, fotosensibilità; tipiche la rigidità
della nuca e quella all’estensione
della gamba.
Nei neonati alcuni di questi sintomi
non sono molto evidenti, mentre
può esserci un pianto continuo, irritabilità e sonnolenza al di sopra
della norma, e scarso appetito. Il
trattamento deve essere tempestivo. La meningite batterica
viene trattata con antibiotici.
Nel caso di meningiti virali, non c’è
cura antibiotica, ma la malattia è
meno grave e i sintomi si risolvono
di solito nel corso di una settimana,
senza necessità di alcuna terapia
specifica.
In Italia sono disponibili contro la
meningite il vaccino contro l’Emofilo già offerto attivamente ad oltre
il 95% dei nuovi nati ed il vaccino
contro lo Pneumococco e contro il
Meningococco di tipo C che al momento sono facoltativi ma di prossima estensione in tutta Italia. La
come risorse ciò che per i più sono
un problema, per favorire la promozione, basti pensare a temi come l’ambiente, la spazzatura, i giovani che più
bravi sono più vengono ostacolati e
sono costretti a trasferirsi perché nel
nostro territorio non trovano un ambiente che,al contrario, li ponga in evidenza. Il premio, invece, opera anche
in questo senso”. Ermanno Corsi ha
ricordato che le serate saranno itineranti nei vari comuni del comprensorio mentre l’appuntamento finale a
Teggiano. Il presidente Villani, così
come l’assessore Paladino, ha ribadito
l’importante ruolo svolto dal premio
non dimenticando, però, che a questo
va assicurata la presenza di infrastrutture ricettive e di un ambiente sano e
accogliente. Il canto patriottico “Fratelli d’Italia” ha chiuso l’interessante
serata.
Maria Laura Pirone
prevenzione consiste nell’identificare i contatti stretti da sottoporre
a sorveglianza sanitaria. Quindi, individuare i conviventi e coloro che
hanno avuto contatti stretti con
l’ammalato nei 10 giorni precedenti
la data della diagnosi e iniziare subito la terapia antibiotica prevista.
Precisiamo da subito che, il numero
di casi di meningite è stabile negli ultimi anni ed anche quest’anno il numero dei pazienti di cui è pervenuta
segnalazione non eccede l’andamento invernale abituale. Ovviamente continua la presenza di casi
sporadici di meningite batterica, in
particolare di meningococco di sierogruppo “C”. Il caso del focolaio
epidemico veneto è stato il prodotto di una “CONCOMITANZA ACCIDENTALE” di
diversi fattori predisponenti: locali
affollati, contatti stretti e presenza
di molti individui non vaccinati e
provenienti da zone del mondo ad
alta suscettibilità alla malattia. Ovvero il focolaioVeneto si è verificato
in una popolazione giovanile aggregata in un momento di considerevole stress fisico e, presumibilmente
in presenza di un ceppo di Meningococco particolarmente aggressivo.
Quindi, l’Italia ad oggi non è un
paese a rischio di epidemia.
Alberto Di Muria
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Cultura
14
N°09 14 marzo 2008
...dalla prima
Lettera aperta alle amministratrici del Cilento
...di Giuseppe Liuccio
incarico non sempre facile,
spesso coraggioso e, soprattutto,
utile. E nella attuale cruciale
fase politica del nostro Paese
danno un contributo di saggezza
e serenità per creare un futuro
migliore per la nostra terra e per
le generazioni future. So che non
siete tantissime, ma formate, pur
sempre, un nucleo agguerrito e
motivato.
Appena pochi decenni fa la
donna cilentana era relegata al
ruolo di sposa fedele e madre
premurosa e consumava la sua
esistenza tra faccende domestiche e lavori nei campi. Ombra silenziosa del marito, ne subiva i
modi bruschi nel rimbrotto e nell’amore.
Degli affari pubblici manco a
parlarne.
Era roba da uomini.
La politica la viveva con partecipazione passionale solo nelle
brevi quanto infuocate campagne
elettorali per le comunali, esasperando, a volte, con l’ardore di
una menade infuriata, il sostegno/idolatria al proprio candidato
e
la
condanna/odio
all’avversario.
Le cronache dei nostri paesi sono
Romilda Nigro
piene di episodi di risse elettorali
fra fazioni contrapposte in cui le
donne la facevano da protagoniste. La scolarizzazione di massa
ha rivoluzionato i costumi e la
donna, che anche da noi ha fatto
le sue esperienze di lavoro negli
uffici e nelle fabbriche, nel terziario e nei servizi, ha preso coscienza dei propri diritti e dei
propri doveri ed ha maturato la
consapevolezza della necessità
di un impegno politico e civile
nelle istituzioni a tutti i livelli.
E le ultime campagne elettorali
hanno visto donne responsabili e
mature, preparate e motivate,
animare dibattiti, sollevare problemi, canalizzare ed aggregare
consensi su proposte credibili e
concrete.
E’ stata una rivoluzione silenziosa con la quale la donna ha
conquistato i suoi spazi di autonomia, di partecipazione e di decisione,
introducendo
nei
dibattiti pubblici tematiche
nuove ed originali, sconvolgendo
il pianeta maschile, assolutamente impreparato e colto,
spesso, di sorpresa di fronte a
questa intrusione, in qualche
caso accettata con sincero entusiasmo, più spesso sopportata
con cavalleresca diplomazia,
qualche volta con il maldestro
tentativo di neutralizzarla con
stupido ed anacronistico paternalismo o, peggio ancora, con
goffa galanteria.
Qualcuna è caduta nella trappola, la maggior parte ne è uscita
indenne e resa più determinata
dall’esperienza.
E nelle aule consiliari, qualcuna
da sindaco, altre da assessore,
tante da consiglieri di maggioranza o di opposizione, avete
portato la concretezza dei problemi, la volitività e la determinazione delle decisioni.
E la più vasta comunità civile si
è arricchita di un contributo in
cui i problemi della famiglia e
della donna: asili nido e scuole
materne, scuolabus e mense scolastiche, igiene e consultori,
hanno avuto l’attenzione dovuta.
E non è mancato l’impegno per
...dalla prima
Capaccio
Da Vincenzo Monzo* riceviamo e pubblichiamo
La novità De Masi
di Luciano Pignataro
“Dobbiamo evitare il dissesto finanziario”
Che la situazione delle finanze comunali non fosse florida, lo si era capito da tempo, da quando, dopo
l’insediamento del Sindaco Marino,
era venuto chiaramente alla luce il
grave disavanzo accumulatosi negli
anni precedenti ed aggravato, dulcis
in fundo, dalla contrazione di un ulteriore mutuo sulla previsione di future entrate per la realizzazione
delle infrastrutture relative al Piano
di Insediamento Produttivo. Nonostante l’applicazione di misure di
contenimento del deficit e in presenza del perdurare della grave situazione di crisi economica che il
paese vive, lo squilibrio di tesoreria
è ulteriormente peggiorato, consolidandosi a tal punto che le anticipazioni di cassa hanno raggiunto il
limite massimo consentito dalla
legge (art. 222 D.Lgs 18/08/2000 n°
267). Non è possibile andare oltre e
ciò dimostra con urgenza la necessità di “fare cassa” nel tentativo di
rinviare un pressoché sicuro dissesto economico. Bisogna a tutti i costi
riassestare il bilancio in quanto i
conti presentano preoccupanti disavanzi di gestione corrente. Con l’im-
possibilità di operare azioni corrette
di autofinanziamento si corre il rischio, altrimenti, di consumare ogni
residua riserva e di non riuscire più
a coprire i debiti con gli attivi. Non
solo, ma la legge obbliga il comune a
coprire la maggior spesa (alimentata
da una minor entrata) mediante un
aumento del moltiplicatore comunale d’imposta. Questo significa che
ai fini del risanamento diventa necessario procedere a un aumento
delle imposte a livello comunale oppure effettuare operazioni di fisco
che mirino a rastrellare una liquidità
immediata. In quest’ottica il “condono” diventa uno strumento ne-
cessario, forse non il migliore in
senso assoluto ma di certo quello
più rapido e diretto. E comunque il
“condono” a cui si pensa non può e
non deve essere il toccasana per
qualsiasi abuso e per qualsiasi speculazione ma deve essere uno strumento rivolto a recuperare le quote
evase da coloro che a causa della
contingente difficoltà economica
hanno dovuto dirottare i fondi familiari per coprire un assegno o per
pagare una bolletta. Equità vuole che
i furbi non debbano beneficiare del
condono e dunque non essere premiati. Solo in questo modo il “condono” può risolvere qualche piccolo
problema ai cittadini e al comune
senza intaccare la giustizia sociale.
Grazie alla inossidabile intesa che
regge il comune basata da un lato
sulla lungimiranza del sindaco Marino e dall’altro sulla lucida visione
organizzativa e prospettica del segretario generale Silenzio, nonché
dalla professionalità e dalla passione
di Paolo Paolino è così maturata, in
seno al Consiglio, l’attualità della riproposizione di un nuovo “condono” per la regolarizzazione dei
perché alcuni, un po’ ingenuamente, sono convinti che basta rivendicare la bontà del cibo, quella
del vino e la pulizia dell’ambiente
per acquisire una specificità capace
di attrarre le persone. Oggi però
queste sono solo le pre-condizioni
di una battaglia che si gioca sul
mercato globale e colpi di raffinate
strategie comunicative.
Chi lo capisce va avanti, chi resta
attaccato alle sue idee senza capire
come gira il mondo è destinato all’isolamento.
Il bonus che ci aspettiamo da De
Masi è esattamente questo: mettere
insieme e coordinare le migliori
energie intellettuali e professionali
che vivono dentro, vicino e lontano.
*giornalista de “Il Mattino”
Otto marzo
E la mimosa tenera
si carica di lotta
nelle tue mani giovani;
il ciuffo giallo-tenue si rifrange
alla vampa del volto
ed è bandiera
al coro del corteo,
è distintivo altero
al seno ancora acerbo
che trionfa
su secoli di streghe e di
madonne.
Tratta da:
SUD SENZA E CON
Edizioni il Ventaglio
Giuseppe Liuccio:
la cultura: biblioteche ed animazione teatrale, cineforum e concerti, mostre e spazi musicali,
beni culturali e recupero dell’artigianato hanno acquistato con la
voce di voi donne una concretezza nuova, perché voi avete il
grande merito di aver liberato,
per quanto possibile, la politica
dalla genericità dei dibattiti e dal
vaniloquio delle diatribe inutili.
Abituate a far quadrare i conti in
famiglia avete portato nelle pubbliche amministrazioni una sana
dimensione del bilancio ed una
rara oculatezza nella spesa, finalizzandola ad obiettivi concreti e
credibili.
Sono sicuro che con la ricca sensibilità e l’oculata lungimiranza
che vi distingue saprete conservare e valorizzare i tesori di arte
e di cultura che vi sono stati affidati e che intorno alla rinascita
culturale e civile della nostra
terra saprete chiamare a raccolta
tutte le altre donne impegnate
nelle istituzioni ad ogni livello,
creando una sorta di Consulta
delle donne cilentane impegnate
in politica per un periodico e fecondo scambio di idee e di esperienze e per stilare una sorta di
vademecum utile alle tante altre
che di sicuro si impegneranno da
protagoniste nelle ormai imminenti elezioni politiche e anche
amministrative in parecchi comuni del nostro territorio.
Mi sembra, questo, il modo migliore per onorare la vostra
festa.
E, naturalmente, tanti auguri e
Buon Lavoro.
N°09 14 marzo 2008
A cura di Angelo Zarra
[email protected]
Divini assaggi
Heracles Village
Ristorazione , divertimento , relax…!
Continua il viaggio alla scoperta di
nuove tendenze giovanili. Il by night
cilentano e della provincia vede
aprire le porte al divertimento, soprattutto i fine settimana.questo fine
settimana siamo andati a visitare, un
locale segnalato da molti, come la
novità dell’anno: Heracles village
situato sulla litoranea che collega il
comune di capaccio – paestum con
quello di agropoli, è l’ultimo nato in
ordine di tempo. Heracles village
nasce come villagio turistico, con
tutti i comfort: sala ristorante molto
capiente ed innovativa; ampio giardino con piscina; una serie di mini
bungalows che assomigliano molto a
baby suite; e sala bar ben curata,
con stile elegante e raffinato alla
regia siedono i titolari: la famiglia bifulco. propietari già del camping torino, quindi non nuovi ma passiamo
ora al divertimento…da un po’ di
tempo, la famiglia bifulco ha pensato
bene di aprire le porte del suo locale
alla movida. Affiancata da un gruppo
di p.r. (pubblic relation) coordinati e
ben gestiti da Francesco Giordano
e da sua sorella Rosaria (p.r. shine
club) inizia l’avventura.dall’inaugurazione nel mese di ottobre-novembre, è stato un crescente di presenze,
forse dato anche dalla novità e dal
tam tam dei clienti. Noi siamo andati
sabato 1 marzo.all’ingresso la selezione è ferrea. Ingresso a coppia ed
entra solo chi è vestito in modo consono al locale. Costo di ingresso 10€
con consumazione. all’interno del locale, moltissimi giovani, che a fatica
riescono a divincolarsi tra la mole
Vista sulla piscina dell’Heracles Vilagge
delle persone presenti. Attraversiamo la sala per andare a bere un
drink. Prima di arrivare davanti al
bancone del bar notiamo uno spazio
adibito a guardaroba, curato dalle
mani esperte e fatate di Elena Magliacano (ragazza molto carina, simpatica e da un sorriso inebriante). Al
bar una calca di gente, veloci i barmann : 500 persone per 3 barmann…! arrivato il nostro turno
ordiniamo un bicchiere di vino rosso
(servito in bicchiere di plastica). Successivamente, dopo aver cercato di
salvare il salvabile dal nostro bicchiere, a causa di spintoni della
gente, riusciamo a guadagnarci un
angolino all’esterno dove poter degustare la nostra consumazione ed
osservare meglio l’ambiente. Per
quanto riguarda la musica, classica
da disco. Dopo un po’ ci accingiamo
ad uscire dal locale e notiamo che
alla porta di ingresso–uscita, il titolare Bifulco è attento a vigilare che
tutto vada bene. Tutto sommato è un
locale dove si sta bene, si ci diverte
con serenita’ e non si spende neanche
molto. A mio avviso però, l’Heracles
village, da come è strutturato è più un
locale da venerdì sera, con clientela
decisamente più elegante. In questo
momento definirei l’Heracles village
una Ferrari del divertimento MA
MONTA UN MOTORE DI UNA 500…
voti di divini assaggi.it:
bellezza locale: 9
parcheggi:6
organizzazione:8
professionalità nel servizio:7
divertimento:10
rapporto qualità prezzo:10
Angelo Zarra
I f ra t e l l i L o n g o a l l a
“Prova del Cuoco”: comunque b ra v i !
Bravi e complimenti! Non si può
dire altro a Giovanni e Adriano
Longo (26 e 23 anni) del Ristorante “La Pergola” di Capaccio
Scalo che sono stati protagonisti al
“Campanile” della “Prova del
Cuoco”, fortunata trasmissione
condotta da Antonella Clerici su
Rai Uno. Tutti abbiamo potuto vedere in bella mostra il meglio che
la gastronomia locale possa offrire
come la mozzarella, la ricotta e lo
yogurt di bufala, il carciofo dop di
Paestum, i fagioli di Controne, i
ceci di Cicerale, i fusilli di Felitto, i
fichi bianchi del Cilento e le castagne di Roccadaspide.
Con questi prodotti, Giovanni e
Adriano hanno dovuto preparare
due ricette che sono state: “Rustico con ricotta di bufala e carciofi di Paestum su salsa di yogurt”
e “Passata di fagioli di Controne
con castagne, peperoni cruschi e
guanciale” e hanno dovuto sfidare
una coppia piemontese di Cassinasco, che erano i campioni in carica.
Quindi è stata una sfida Paestum
contro Cassinasco o meglio Campania contro Piemonte.
Alla fine, grazie al telefoto, gli
“altri” si sono riconfermati campioni in quanto
hanno
sicuramente
saputo
sfruttare la loro
maggior
esperienza in queste
esibizioni.
Ai “nostri” ragazzi va in tutti
casi il nostro grazie.
La trasmissione è
stata una vetrina
importante per
Paestum e il Cilento in un momento dove i nostri produttori,
soprattutto di mozzarelle, si vedono rifiutare ed annullare gli ordini per motivi che ben sappiamo e
che in verità c’entrano poco.
Dibbì
15
da pag. 14
...“Dobbiamo evitare il dissesto finanziario”
tributi, finalizzato a reperire urgenti
coperture di bilancio. Ciò sulla
scorta dei buoni risultati ottenuti
dal precedente provvedimento di
definizione agevolata dei tributi deliberato nel corso del 2007 che ha
consentito richieste di introito per
oltre 2.400.000 euro. La nuova regolamentazione può dare la possibilità di regolarizzare i debiti tributari
attraverso una adeguata rateizzazione del debito, tenuto conto delle
difficoltà economiche finanziarie in
cui versano i cittadini e gli utenti
contribuenti. Le entrate derivanti
dal “condono” contribuiranno al riequilibrio di cassa e consentiranno un
regolare svolgimento dell’attività
amministrativa e il miglioramento
dei servizi erogati dal Comune.
Quale presidente della commissione
Bilancio e Finanze, ritengo che questi obiettivi sono propedeutici per
potere avviare una politica tributaria più equa nei confronti dei cittadini, perché il famoso adagio “per
pagare di meno bisogna che paghiamo tutti” è sempre più attuale.
Questo è l’impegno che ci siamo
presi con tutti, per il quale chiediamo la collaborazione tutte le categorie.
Questo impegno intendiamo portarlo avanti con ferma determinazione e chiediamo la collaborazione,
oltre che degli organismi preposti,
anche di tutti i cittadini onesti.
Il nostro ruolo non è solo quello di
lavorare per il presente ma anche
per lasciare in eredità a chi verrà
dopo di noi una città e un territorio
in cui meriti davvero vivere.
L’auspicio è però che chi ha veramente a cuore il futuro del nostro
AGROPOLI
FILM, COMMEDIE E
OPERE LIRICHE
L’assessorato alla Solidarietà Sociale e il Centro Sociale Polivalente
nell’ambito del progetto di comunicazione, integrazione e socializzazione degli anziani nell’Aula
Consiliare presentano:
Film e Commedie
Mercoledì 5 marzo ore 16.30
“LADRI DI BICICLETTE”
di V. De Sica
Mercoledì 12 marzo ore 16,30
“IL VIZIETTO” di E. Molinaro
Mercoledì 19 marzo ore 16.30
“LE COMICHE” di N. Parente
Mercoledì 2 aprile ore 17.30
”IL MEDICO DEI PAZZI”
Mercoledì 9 aprile ore 17.30
“L’AMORE E’ UNA COSA
MERAVIGLIOSA”
Mercoledì 16 aprile ore 17.30
“NAPOLI MILIONARIA”
di E. De Filippo
Mercoledì 23 aprile ore 17.30
“TUTTO PER EVA
SOLO PER EVA”
paese si renda conto che il futuro
passa, da chi ogni giorno,con passione, professionalità e capacità, lavora per lo sviluppo e la crescita del
territorio. A noi spetta cercare la
rotta migliore per superare le incertezze e vincere le sfide che la
storia ci ha presentato, consapevoli,
comunque, come ci insegna Seneca,
che “venti ed onde sono sempre dalla
parte dei marinai più abili”.
Ringrazio tutti i componenti la
commissione Bilancio e Finanze, ma
soprattutto quelli di minoranza, i
quali non solo hanno fornito un
contributo tecnico molto importante, ma anche per avere condiviso
i metodi programmatori dei lavori
della commissione. Faccio un appello a tutti i consiglieri comunali, ai
componenti la Giunta e al Sindaco
affinché si ponga in essere uno
sforzo ed un impegno da parte di
tutti, non solo per risolvere i problemi finanziari che affliggono il nostro Comune, ma anche per tutti gli
altri problemi che investono il nostro territorio.
“E’ comune defetto degli uomini, non
fare conto, nella bonaccia, della tempesta” recita una delle massime di
Macchiavelli.
Noi nel mare in “bonaccia” non abbiamo ancora navigato e l’attitudine
a navigare in mari perennemente in
tempesta ci ha reso pronti a trovare,
sempre e comunque, le soluzioni
per far quadrare i conti e non venir
meno all’impegno preso a inizio
mandato con tutti voi.
*Il presidente della commissione
Bilancio Finanze e Demanio