L`Iran è il nuovo Eldorado del lusso

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Transcript L`Iran è il nuovo Eldorado del lusso

MF
il primo quotidiano della moda e del lusso
XXVII n. 72 - € 0,50
giovedìfashion
14 aprile 2016
MFAnno
fashion
Direttore ed editore Paolo Panerai
14.04.16
I
SU MFFASHION.COM TUTTE LE IMMAGINI
DALLE SFILATE FALL-WINTER 2016/17
DI PARIGI, MILANO, LONDRA E NEW YORK
Iran
L’
è il nuovo
Eldorado
del lusso
All’interno
dossier dedicato
alla Design week
in occasione del
55° Salone del
Mobile.Milano
NELLA FOTO, UN LOOK ATELIER VERSACE SPRING-SUMMER 2014
I 77 milioni di consumatori
del paese fanno gola a luxury
brand come Versace e Cavalli, i primi
ad aver aperto uno store a Teheran
Intanto ieri è arrivato anche il patto
siglato tra il governo locale e lo Smi
B
en 77 milioni di nuovi consumatori affamati di lusso made in italy.
Dopo 30 anni di isolazionismo e un embargo caduto lo scorso gennaio, l’Iran, grazie alla sua seconda riserva petrolifera del mondo e una
classe medio-alta affamata di prodotti occidentali, è il vero spiraglio
di luce in fondo al tunnel dell’instabilità economica attuale. Un affare, quello
del Paese degli ayatollah, che secondo Morgan Stanley è tra i più importanti
per gli equilibri finanziari del globo dopo la caduta del muro di Berlino. Non è
un caso che negli scorsi giorni il premier Matteo Renzi sia prontamente volato a Teheran per stringere accordi economici con la nazione. Ma, ancora una
volta, i marchi del lusso italiani siano arrivati prima di lui. «Ci abbiamo messo due anni prima di riuscire a tagliare il nastro al flagship di Roberto Cavalli
a Teheran lo scorso 17 febbraio, mentre stiamo ultimando i preparativi per
l’opening dello store di Versace previsto per fine mese», ha spiegato a MFF Elia
Saramin, general manager di ItalPersia trading, partner locale delle due maison pioniere nello sbarco sul territorio iraniano e artefice di una conglomerata
pronta ad espandersi con i luxury goods nostrani. «Cavalli e Versace, attraverso un contratto di franchising, hanno scommesso sull’Iran dandoci fiducia
quando le sorti sulla caduta dell’embargo erano ancora incerte», ha aggiunto il
manager. «Il nostro gruppo oggi è in talking con altre realtà del made in Italy
continua a pag. II
Primark apre a Milano e si prepara per Firenze
Reiss a Warburg
Primark, la catena d’abbigliamento low-cost da 7,3 miliardi di euro, taglia il nastro oggi al suo primo
store in Italia. Il mega flagship da 4.500 metri quadrati su due piani, 62 camerini e oltre 40 casse, si trova ad Arese, all’interno del nuovo centro commerciale di Marco Brunelli, l’imprenditore del gruppo
Finiper. Nell’ultimo esercizio fiscale, chiuso a settembre, Primark ha raggiunto i 5,4 miliardi di sterline di fatturato, pari a circa 7,3 miliardi di euro, in crescita del 13% a cambi costanti e grazie soprattutto
all’apertura di nuovi negozi, in particolare in Francia. Per la catena irlandese è del 2006 il primo negozio in Spagna, del 2008 l’esordio nei Paesi Bassi, del 2009 Germania, Belgio e Portogallo, poi l’Austria e
nel 2013 la Francia. Adesso tocca all’Italia dove, dopo lo sbarco milanese, la società annuncia di essere
pronta a un megastore a Firenze nel 2017, nel parco commerciale di San Donato che si trova nella periferia nordovest e presenta già ben 120 negozi, una palestra, e altri servizi dedicati ai turisti.
Warburg Pincus mette le mani su Reiss.
Il fondo di private equity ha firmato un
accordo per rilevare la maggioranza del
brand inglese da 146 milioni di sterline
(circa 184 milioni di euro al cambio di ieri)
di fatturato. Sebbene i termini finanziari non siano stati rivelati, Warburg Pincus
aveva valutato il marchio per una cifra
pari a 230 milioni di sterline (circa 289 milioni di euro al cambio di ieri).
II
MF fashion
giovedì 14 aprile 2016
segue da pag. I
però, ha le sue sfide. In testa la mancanza
alto di gamma, con l’obiettivo di realizzadi infrastrutture e di location all’altezza dei
re il primo department store del Paese con
big brand del lusso, che per ora hanno inil giusto mix di brand e prodotti occidentadividuato in Alef street l’arteria pronta a
li, e un market place virtuale dove vendere
trasformarsi nella Montenapoleone mediomoda, design e beauty». Altra voce quella
rientale. «I risultati delle vendite in store ci
della cosmetica, che secondo i dati forniti
hanno piacevolmente sorpreso. Se il woda Euromonitor, in Iran ha quadruplicato il
menswear sta performando in linea con
suo valore negli ultimi cinque anni arrivando
le nostre attese, le collezioni uomo e casa
a una stima vicina ai 3,4 miliardi di euro a
stanno riscontrando un successo oltre le nofine 2015. Nei prossimi quattro anni, il merstre migliori aspettative», ha poi aggiungere
cato si avvicinerà in maniera progressiva ai
Renato Semerari, ceo di Roberto Cavalli,
7,8 miliardi di euro di ricavi, acquistando peprima griffe a credeso e rilevanza degni
re nelle potenzialità
di nota a livello iniraniane. Che ieri
ternazionale. Non
mattina sono state
a caso Sephora, la
ribadite anche da
catena di prodotti
Smi-Sistema modi bellezza conda Italia siglando
trollata da Lvmh,
il Memorandum of
è pronta ad aprire
understanding con
ben sette store diTgu-Teheran garretti nel Paese entro
met union, la più
l’anno. «I marchi di
importante organizmedie dimensioni
Lo
store
Roberto
Cavalli
di
Teheran
zazione del settore
saranno quelli più
tessile e abbigliapropensi a sbarcamento iraniano che riunisce al suo interno
re in Iran nel breve periodo. Penso a gruppi
oltre 20 mila imprese aderenti. L’accordo
del menswear come Ermenegildo Zegna
firmato dal presidente di Smi, Claudio
o il marchio di Kering Brioni, ma anche ai
Marenzi, si pone l’obiettivo di facilitare
player della gioielleria e dell’orologeria», ha
l’iter burocratico delle imprese italiane che
spiegato Claudia D’Arpizio, partner di Bain
vorranno intraprendere relazioni commer& Co. Anche se: «È l’eveningwear il vero
ciali con Teheran, ottenendo direttamente la
best performer nei negozi. La ricca gioventù,
licenza dal Tgu, l’ente preposto dal governo
ma non solo, iraniana ama molto divertisti e
a tale incarico. «Per ora vogliamo sviluppare
organizzare party privati assolutamente non
la mappa retail di Teheran con l’opening di
troppo diversi da quelli occidentali. Versace
store di ulteriori brand, per poi in futuro pene Roberto Cavalli sono maison perfette per
sare ad altre città iraniane ad alto potenziale
un consumatore mondano e lontano dalle redi crescita come Tabriz, Esfahan, Mashhad»,
strizioni vestimentali e comportamentali alle
ha concluso Saramin. (riproduzione riserquali siamo abituati a pensare in Europa»,
vata)
ha aggiunto Saramin. L’espansione in Iran,
Fabio Maria Damato
News
a cura di Ludovica Tofanelli
Wu lancia Grey Jason Wu
Aeffe corre
con ricavi a +7%
Il gruppo Aeffe ha annunciato l’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea
degli azionisti. Nei 12 mesi chiusi al 31 dicembre 2015, come anticipato da MFF
(vedere il numero del 12 febbraio), il gruppo italiano ha registrato una crescita del
7% raggiungendo ricavi consolidati per
268,8 milioni di euro. L’utile netto ha
toccato gli 0,9 milioni, incrementando rispetto agli 0,03 milioni del 2014.
Dubai, al via
Vicenzaoro
Jason Wu rilancia con una
seconda linea. Il designer
ha svelato su Instagram la
nuova label Grey Jason Wu
(nella foto un modello), che
prende il nome dal suo colore preferito. Un progetto al
quale lo stilista, anima creativa anche di Hugo Boss,
ha lavorato negli ultimi 12 mesi. La prima collezione
farà il suo debutto a giugno in una serie di retailer selezionati e sul sito ufficiale del nuovo brand.
Salvatore Ferragamo
mecenate a San Gimignano
Salvatore Ferragamo sigilla il suo legame con il territorio toscano promuovendo il restauro di Torre e Casa Campatelli, luogo
storico e culturale situato a San Gimignano (Siena). La dimora
del XII secolo, dal 2005 sotto la custodia del Fai-Fondo ambiente italiano, riaprirà al pubblico il 16 aprile, grazie anche
alla donazione della maison fiorentina, che ha contribuito ai
lavori di recupero del sito, designato nel 1990 dall’Unesco
patrimonio mondiale dell’umanità.
Vicenzaoro Dubai apre oggi le
sue porte all’interno del Dubai
world trade centre (nella foto un
momento dell’edizione 2015). Lo
spazio accoglierà fino al 17 aprile le proposte delle realtà italiane
di gioielleria, suddivise in quattro
diverse aree: global brands, fine jewellery & national pavilions,
gemstones & diamonds e infine
packaging & supply.
Anniversari
Prove d’intesa Capucci-Dice
Capucci si prepara ad accogliere un nuovo direttore creativo.
La maison fondata da Roberto Capucci, tornata sulle passerelle
un anno fa grazie alla direzione di Cinzia Minghetti con la supervisione del couturier stesso (vedere MFF del 27 febbraio 2015),
starebbe pensando di chiamare alla guida del ready-to-wear
Mario Dice. Lo stilista, che lavora alla sua label eponima e che
in passato ha collaborato con Gattinoni, Trussardi, David Koma
e Zuhair Murad, dovrebbe fare il suo debutto con la spring/
summer 2017 a settembre. (riproduzione riservata)
Exhibition
Vans festeggia i 50 anni e LONDRA, IL V&A
si regala un tour mondiale RENDE OMAGGIO
ALLA LINGERIE
Il marchio streetwear controllato dal gruppo Vf porta a
Milano la House of Vans e si regala una nuova capsule
scena da sabato al 12 marzo
collection studiata con Vivienne Westwood. Alessia Lucchese In
2017 più di 200 pezzi storici, oltre
ans soffia su 50 candeline e sceglie Milano uno dei principali mercati europei per Vans, area docome tappa del tour celebrativo che ha tocca- ve le vendite 2015 hanno registrato un incremento alle proposte più contemporanee
V
to diverse città nel mondo, certamente le più
significative per il marchio streetwear. Una
storia iniziata nel 1966 ad Anaheim (California) con
le prime scarpe da barca e giunta fino a oggi,
con il brand diventato punto di riferimento per
gli skateboarder e tra i marchi più performanti del colosso Usa Vf, capace di generare un
fatturato 2015 di 2,2 miliardi di dollari (circa
1,9 miliardi di euro) in crescita del 7% rispetto
al 2014. E Milano è diventata parte integrante
di questo racconto ospitando lo scorso weekend, nelle ex Cristallerie Livellara, la
House of Vans, una due giorni dedicata ai pilastri della label: skate, musica, arte e lifestyle.
Il capoluogo lombardo è
solo l’ultima tappa di un
tour che lo scorso marzo ha toccato Londra e
Brooklyn, sedi delle primissime House of Vans
inaugurate nel 2014, ma
anche Toronto, Hong
Kong, Austin, San Paolo,
Città del Messico, Seoul e Kuala Lumpur, per arrivare nei prossimi mesi in altre città ancora top secret. «Il
riscontro delle House of Vans è stato incredibile ed è
stato naturale riproporla a Milano, dove nel 2009 abbiamo voluto aprire il nostro primo flagship (in Corso
di Porta Ticinese, ndr) per l’importanza che la città ha nel panorama fashion e in particolare in quello
streetwear», ha spiegato a MFF Jan Van Leeuwen,
general manager di Vans Emea. L’Italia oggi rappresenta, assieme a Regno Unito, Germania e Francia,
high single digit. L’intenzione, per il momento, non
è tanto quella di ampliare il numero di store, quanto
quello di rafforzare l’immagine dei flagship attraverso
eventi ad hoc, ispirati allo spirito della
House of Vans. «In
Italia contiamo, tra
monomarca e outlet, una quindicina
di store, di cui tre a
Milano e altrettanti a Roma. Milano,
Londra, Parigi e
Berlino sono le
nostre roccaforti,
Sopra, un momento
credo che lavorandella House of Vans
do bene su queste
di Milano e, a lato,
vetrine possa benela capsule con
ficiare tutta la rete
Vivienne Westwood
di store europei»,
ha aggiunto Van Leeuwen. Con 50 primavere sulle spalle, Vans è ancora oggi uno dei marchi più
amati dai giovani, tanto da essere stato eletto brand
sneakers numero uno su Instagram. Merito anche
delle tante collaborazioni, dall’arte alla musica fino
alla moda, come l’ultima con Vivienne Westwood.
«Il successo sui social nasce dalla capacità di creare
engagement: non parliamo ai ragazzi, ma parliamo
insieme a loro. Per essere ancora rilevanti nei prossimi 50 anni dobbiamo essere capaci di non perdere
questo dialogo, oltre che continuare a investire sull’innovazione e sul nostro heritage», ha concluso Van
Leeuwen. (riproduzione riservata)
S
otto il vestito, il mondo della lingerie. Lo perlustra, percorrendo 250 anni di storia dell’intimo, il V&A-Victoria and Albert
Museum di Londra con la mostra «Undressed: a brief history
of underwear». Questo il titolo dell’exhibition sponsorizzata da
Agent provocateur e Revlon in apertura sabato 16 e visitabile fino al
12 marzo 2017 che, con oltre 200 capi femminili e maschili in esposizione, è la più grande mai dedicata da un museo all’argomento. «Undressed
esplora le relazioni intime
fra gli individui e, in particolare, il legame fra moda
e intimo e il suo ruolo vitale nel forgiare il corpo in
un’idea fashion», ha spiegato
Edwina Ehrman, curatrice
della mostra e responsabile del dipartimento Textiles
and fashion del V&A. Fra gli
articoli in rassegna, corsetti,
crinoline, giarrettiere e cal- Un’immagine Agent provocateur
zamaglie dei tempi passati fino a boxer, Wonderbra, tanga e Spanx di
oggi. Dall’intimo fatto in casa, come un raro busto con stecche di balena appartenuto a una donna del proletariato inglese nel XVIII secolo, a
pezzi di design firmati da griffe come Rigby & Peller, La Perla, Stella
McCartney e Paul Smith. La retrospettiva illustra anche come biancheria intima e abbigliamento notte si siano gradualmente evoluti nel lounge
wear. Fra gli esempi in mostra, un abito di seta destrutturato del 1911 griffato Paul Poiret. Il pudore dei casti mutandoni della madre della Regina
Vittoria contrasta con la sfrontatezza di mise fetish contemporanee come il corsetto tempestato di Swarovski realizzato da Mr Pearl per Dita
Von Teese. In taluni casi, l’underwear diventa outerwear o quantomeno
ne è l’ispirazione. Da segnalare in questo senso, l’abito lingerie di Liza
Bruce reso celebre da Kate Moss nel 1993 a un party della Elite moBarbara Gallino (Londra)
dels. (riproduzione riservata)
III
MF fashion
giovedì 14 aprile 2016
COSÌ I LUXURY STOCKS NELLE PIAZZE MONDIALI
Dati in dollari
STATI UNITI
Abercrombie & Fitch
Avon Products
Coach
Coty
Estee Lauder
Fossil
Gap Inc
Guess
Iconix Brand Grp
Kate Spade & Co.
L Brands
Lululemon Athletica
Men`s Wearhouse
Michael Kors
Nike Inc
Phillips-Van Heusen
Polo Ralph Lauren
Quiksilver
Revlon Inc
Prezzo ieri
Var.% % 12m
28,49 0,5 33,4
5,10 1,8 -44,3
39,15 0,4 -6,9
29,65 1,6 19,7
94,36 -0,4 11,5
42,11 7,5 -48,1
23,79 0,9 -42,2
17,43 2,2 -6,9
8,18 6,9 -75,9
24,67 4,3 -26,8
79,30 0,3 -15,4
61,97 0,1 -8,4
17,48 10,2 -66,8
53,16 3,0 -15,5
59,08 0,9 18,7
95,06 1,5 -13,4
93,50 2,7 -31,8
0,46
- -73,9
36,60 0,4 -9,9
Tiffany & Co
Tumi Holdings
Under Armour
V.F. Corp
Vince Hldg
71,60
26,71
42,49
63,52
6,10
1,9
0,1
2,6
1,5
1,7
-18,1
11,1
-4,0
-14,9
-69,9
Dati in euro
ITALIA
Aeffe
Basicnet
Brunello Cucinelli
Caleffi
Cover 50
Csp Int. Ind. Calze
Damiani
Geox
Giorgio Fedon
Italia Independent
Luxottica
Moncler
Ovs
Prezzo ieri
0,99
3,76
16,83
1,14
14,00
1,03
0,96
2,78
13,00
19,00
48,94
14,65
5,38
Var.% % 12m
-0,1
-1,3
0,8
6,3
-2,5
4,3
-0,4
2,9
-1,3
1,9
1,6
2,6
-61,8
9,9
-4,0
-8,4
-45,8
-36,2
-22,5
33,9
-49,8
-18,0
-11,4
9,8
Piquadro
Safilo Group
Salvatore Ferragamo
Stefanel
Tod’s
Ynap
Zucchi
1,16
7,89
21,83
0,15
61,00
27,14
0,02
-0,9
3,3
4,3
0,6
1,8
2,4
-0,4
-36,1
-46,5
-28,6
-57,6
-29,2
-6,9
-58,2
Dati in euro
GERMANIA
Adidas-Salomon
Hugo Boss
Puma
Wolford
Zalando
Prezzo ieri
104,05
58,88
190,65
24,35
30,03
Var.% % 12m
0,9
2,8
-0,9
1,4
1,8
36,7
-49,8
2,6
11,1
24,9
Dati in euro
SPAGNA
Inditex
Prezzo ieri
28,98
Var.% % 12m
0,9
-5,3
Dati in euro
FRANCIA
Christian Dior
Prezzo ieri
160,90
Var.% % 12m
3,3 -11,4
312,30
155,50
154,55
157,65
4,3 -8,1
3,2 -10,9
4,2 -8,1
2,0 -11,2
REGNO UNITO Prezzo ieri
Var.% % 12m
Hermes Intl
Kering
Lvmh
Oreal
Dati in pence
3.795,00
1.345,00
988,50
5.375,00
Asos
Burberry Grp
Mulberry
Next Plc
2,5 -5,2
3,4 -24,6
0,1 9,7
- -24,4
Dati in corone svedesi
SVEZIA
Hennes & Mauritz
Prezzo ieri
Var.% % 12m
Prezzo ieri
Var.% % 12m
295,70
2,4 -16,2
Dati in franchi svizzeri
SVIZZERA
64,60
333,00
Richemont
Swatch I
6,0 -22,8
4,5 -24,7
Dati in dollari Hong Kong
HONG KONG
Prezzo ieri
Var.% % 12m
Chow Tai Fook Jewellery 5,09
Esprit Holdings
6,89
Global Brands
0,93
L’Occitane
13,42
Prada
25,45
Samsonite
25,10
2,0
1,3
0,9
6,0
0,2
-38,6
-13,4
-43,6
-37,4
-43,1
-7,2
Dati in corone danesi
DANIMARCA
Prezzo ieri
Var.% % 12m
Pandora
855,00
1,7 26,7
Prezzo ieri
Var.% % 12m
Dati in yen giapponesi
GIAPPONE
Shiseido
2.462,00
2,8
2,6
Dati in real brasiliani
BRASILE
Alpargatas
Prezzo ieri
Var.% % 12m
8,58
6,7 -15,7
Borsa
Bilanci
Dior couture,
ricavi a +8%
BOOM DI UTILI (+71%)
PER I JEANS DI LEVI’S
La società Usa archivia i primi tre mesi
con un risultato netto di 66 milioni
di dollari e vendite stabili a 1,05 miliardi
La maison parigina chiude i nove mesi
a 1,39 miliardi di euro. Ma rallenta
nel terzo trimestre (-1%). Chiara Bottoni
V
D
ior couture archivia i nove mesi dell’esercizio fiscale
chiuso al 31 marzo con ricavi in crescita dell’8% (+3%
a cambi costanti) per 1,39 miliardi di euro. Nel terzo
trimestre, invece, la maison di avenue Montaigne ha subito, come buona parte dei marchi del lusso, un rallentamento. Le
vendite del periodo, infatti, hanno segnato un calo dell’1% a 429
milioni di euro, scontando le conseguenze degli attentati terroristici in Francia e del rallentamento in alcuni Paesi asiatici. Discorso
analogo a quanto successo per Lvmh (vedere MFF di ieri), main
business del gruppo Christian Dior a cui fa capo anche la storica maison francese. (riproduzione riservata)
Un look Dior
olano gli utili di Levi’s. Il gruppo statunitense, a cui fanno capo l’omonimo
marchio e il brand Dockers, ha infatti
chiuso il primo trimestre dell’esercizio fiscale con un balzo della redditività netta
del 71% a 66 milioni di dollari (circa 58,4 milioni di euro a cambio di ieri). Questo a fronte
di vendite stabili, a quota 1,057 miliardi di dolUn’immagine firmata Levi’s
lari (circa 936 milioni di euro). I punti di forza
di questa crescita sono da attribuire a un impatto minore del cambio valutario, nonché all’impulso legato alle vendite internazionali.
Elisa Marenzi
Bene anche le vendite di womenswear. (riproduzione riservata)
Strategie
Mac scommette sull’Italia
Il marchio del gruppo Estée Lauder aprirà domani un mega
store di 140 metri quadrati in via Dante a Milano. «Abbiamo
un tasso di crescita a doppia cifra, da paese emergente», ha
detto a MFF il brand manager Paolo Deponti. Elena Dal Maso
M
ac scommette sul mercato italiano. Il
marchio, diventato uno dei top brand
all’interno del gruppo Estée Lauder grazie alle oltre 50 collezioni lanciate ogni
anno e al successo che ha fra i makeup artist e nel
mondo dello spettacolo, ha un consistente piano di sviluppo nel Belpaese, a partire dall’inaugurazione di un
mega store domani in via Dante. «In Italia, Mac ha un
tasso di crescita a doppia cifra, da Paese emergente»,
ha spiegato a MFF il brand manager Paolo Deponti.
Fondato nel 1984 a Toronto, Mac è stato rilevato dal
colosso americano del beauty nel 1995 e dal 1998 è
distribuito in Italia. «Fino al 2012 in maniera contenuta, con 18 punti vendita nel Paese. È dal 2013 però
che abbiamo realizzato
importanti investimenti e ora siamo presenti in
60 location», ha aggiunto Deponti. Di questi 45
sono monobrand diretti,
i restanti sono corner in
department stores come
Coin, ad esempio. Ma il
passo più importante sarà
mosso domani con l’inaugurazione in via Dante a
Milano di un mega store
(un altro è già presente a
Roma) di 140 metri quadrati che si svilupperà su due
piani, uno dedicato alla vendita e uno alla formazione. Si tratterà infatti di un Pro store, dedicato anche
ai professionisti. Si potranno trovare tutte le collezioni in edizione limitata, create in collaborazione
con artisti internazionali del mondo dell’arte, della musica e dello spettacolo. Il negozio sarà allestito
con nove makeup station, di cui due private, spazi
adibiti ai Mac artist per proporre i servizi del pro-
fessional makeup menu. «Quest’anno continueremo
ad aprire punti vendita nelle grandi stazioni, che ci
danno particolare soddisfazione», ha detto Deponti,
con nuove inaugurazioni. «Dopo Milano Centrale,
Venezia Santa Lucia e Roma Tiburtina, toccherà poi
a Roma Termini, Bologna centrale e Venezia Mestre
nei prossimi tre mesi. A seguire, Napoli e Genova».
Non mancheranno nella lista anche le location turistiche prestigiose come, per esempio, Cortina, aperta a
IN EDICOLA
CON
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HOUSE/NEL TEMPIO D’ARTE
DI GRAYSON PERRY, NELLE
CAMPAGNE DELL’ESSEX
FURNITURE/I CULT TRENDS
DAL SALONE DEL MOBILE
Qui sopra, un’immagine firmata Mac; a
sinistra, il brand manager Paolo Deponti
Natale. Sul titolo Estée Lauder, quotato a Wall Street
e guidato da un ceo italiano, Fabrizio Freda, il 1°
aprile scorso un gruppo di 23 analisti interpellati ha
espresso come rating outperform (10 casi), buy (7),
hold (6). Il sentiment sul gruppo è positivo, il titolo è cresciuto negli ultimi 12 mesi del 13,56%. Nel
2015, la società ha staccato un dividendo di 0,92 dollari, cresciuto del 17,95% rispetto all’anno precedente.
Quindici analisti che coprono il titolo si attendono per
l’anno fiscale prossimo una cedola in salita a 1,12
dollari per azione, in crescita del 21,63%. I risultati
del secondo trimestre, pubblicati il 5 febbraio scorso,
hanno registrato ricavi pari a 1,22 dollari per azione,
battendo le attese di 20 analisti per 1,10 dollari. (riproduzione riservata)
FASHION/IL DIALOGO
UNDERGROUND TRA PRADA
E CHRISTOPHE CHEMIN
NOWROMANTIC
DECORATIVISMO NOSTALGICO, INQUIETUDINE GIOVANILE E FUTURISMO ONIRICO SCRIVONO I CODICI DELL’ABITARE MODERNO
I L M A G A Z I N E D I D E S I G N,
LIFESTYLE E ARREDAMENTO
ARTE
LA CUCINA DI
MARCO PIVA
PER
EUROMOBIL
La cucina Arte progettata dal designer Marco Piva per Euromobil,
interpreta con eleganza le architetture della casa generando volumi e spazi innovativi,
aggiungendo all’aspetto formale e funzionale la forza e l’originalità dei materiali preziosi.
Il progetto Arte ha la vocazione di diventare una cucina icona, consentendo, fra innovazione tecnologica
e qualità costruttiva, di far vivere al meglio e in modo unico lo spazio domestico.
gruppoeuromobil.com
cucine
SALONE DEL MOBILE MILANO 12/17 APRILE 2016
PAD. 10 C19 D18
fashion
Dossier Arredo & Design
V
UN AMBIENTE DIESEL LIVING
Iniziative
Ikea progetta
lo sbarco in
centro città
e rilancia nella
moda con
Walter Van
Beirendonck
Dai centri commerciali alle location downtown
scommettendo sull’ecommerce. È questa, in
sintesi, la nuova strategia di Ikea. Il gruppo
svedese dell’arredo, che
ha chiuso il 2015 con un
fatturato di 1,6 miliardi di euro in crescita del
5,5% rispetto al 2014,
fa i conti con il cambio
di abitudini dei consumatori e si adegua alle
loro nuove esigenze. E
se fino a qualche anno
fa bastava l’insegna per
convincere il pubblico
a recarsi nei mega store
appena fuori dalle principali città, oggi bisogna
facilitare l’ingresso della clientela avvicinandosi
a lei. L’idea è quella di
potenziare la parte digitale offrendo dei pick
up point metropolitani
dove esporre una selezione mirata di oggetti.
Un primo assaggio di
un’Ikea sotto casa è già
stato fatto ad Amburgo
ma sarà il vero test sarà
operativo in Italia entro l’estate con un primo
pick-up point a Cagliari.
In Sardegna non ci sono insegne Ikea e questo
permetterà all’azienda
di avere un termometro
pulito sull’accettazione
del progetto. Il progetto di avvicinamento alle
città porta con sé anche
l’esigenza di creare nuovi stimoli d’acquisto e in
quest’ottica rientra la novità legata alla Design
week 2016 con l’edizione limitata per la casa e
la tavola Viktig, firmata
dalla designer Ingegerd
Råman. Non è la prima volta che Ikea esce
dal suo ufficio stile per
collaborazioni creative, la collezione Ps ne
è la prova così come le
collezioni siglate con
gli stilisti Katie Eary e
Martin Bergström, ma
sembra che a partire da
questa stagione il tema
sarà potenziato. A giugno infatti debutterà la
capsule Glödande disegnata dallo stilista belga
Walter Van Beirendonck
mentre per il nuovo capitolo Ikea Ps bisognerà
aspettare febbraio 2017,
quando sono attese altre, interessanti, novità.
(riproduzione riservata) Barbara Rodeschini
Diesel, turbo
alle licenze casa
Il marchio del gruppo Otb approda al Salone del Mobile.Milano
con la nuova alleanza con Iris ceramiche, in attesa di crescere ancora
Mentre progetta, in futuro, uno sbarco nell’hôtellerie. Chiara Bottoni
«C
ome in, we’re open!». È questo il concetto che
riassume la filosofia di Diesel living per il Salone
del Mobile.Milano. Il segmento home del marchio del gruppo Otb-Only the brave di Renzo
Rosso si presenta all’appuntamento milanese sfoderando una
nuova licenza con Iris ceramica (vedere MFF del 5 aprile), che
si aggiungerà a quelle già in essere con Scavolini per la cucina,
con Moroso per l’arredamento, con Foscarini per l’illuminazione e con Seletti per gli accessori da tavola. Un universo in
continua espansione che potrebbe, in futuro, toccare anche il
mondo dell’hôtellerie, come ha spiegato in questa intervista
a MFF Andrea Rosso, direttore creativo delle licenze di casa Diesel.
Con quali novità Diesel Living si presenta a questa
edizione del Salone del Mobile?
Ci siamo ispirati al concetto «Come in, we’re open!», invitando
tutti a entrare e sperimentare il nostro living. Tutto è aperto,
accessibile e senza muri. È bello vedere come tantissime persone entrino nel nostro stand e si prendano veramente del tempo
per stare insieme, toccare i nostri prodotti e vivere da vicino il
nostro mondo! Quest’anno presentiamo in un unico spazio di
350 metri quadrati il nuovo concetto di cucina e bagno Diesel
open workshop realizzato con Scavolini, una nuova collaborazione con Iris Ceramica per i rivestimenti a muro e pavimento,
e nuovi prodotti con Moroso, Foscarini, Seletti e Berti.
Quali sono ad oggi le licenze chiave del brand?
Ogni licenza è fondamentale, in quanto più lavoriamo assieme più allineamento c’è, e il living assume un aspetto unico. Le
collezioni dei nostri partner si parlano molto l’una con l’altra e
funzionano molto bene sia singolarmente che insieme. Ad esempio, stiamo presentando in questi giorni al Salone del Mobile il
nuovo bagno con Scavolini: al suo interno possiamo ritrovare i
rivestimenti in ceramica di Iris, l’arredamento di Moroso, l’illuminazione di Foscarini, gli accessori di Seletti e i pavimenti
di Berti. È un insieme che funziona e che non avrebbe la stessa
forza se i prodotti fossero presentati singolarmente. Crediamo
molto nel concetto di living a 360°, in un futuro ci piacerebbe
esploderlo ancora di più, in modi nuovi e inaspettati.
Quali sono i mercati principali per questo business?
I mercati principali sono gli stessi dei nostri partner, parliamo
quindi prevalentemente di Europa ma anche Nord America e
Asia. A prescindere dai mercati chiave per il business, la nostra
collezione si ispira a diversi mondi, siamo molto legati al Made
in Italy ma proiettato in una dimensione globale.
Avete mai pensato di estendere il vostro raggio d’azione al mondo dell’hôtellerie?
Certo, ci stiamo pensando. Abbiamo raggiunto una buona massa critica ma è un progetto che va ben gestito e dev’essere ben
ponderato. Sicuramente l’interesse nasce dal desiderio di dare
un’esperienza che sia Diesel a 360° gradi. Ci stiamo avvicinando
ad avere un’offerta completa quasi in ogni categoria, sia attraverso pezzi più strutturali così come negli accessori più semplici.
Ci piacerebbe quindi avere un giorno uno spazio che sia completamente Diesel, rappresentativo del lifestyle del nostro brand.
Vorremmo avere spazi dove invitare la gente a sperimentare il
nostro modo di vivere. (riproduzione riservata)
VI
Dossier Arredo & Design
MF fashion
giovedì 14 aprile 2016
Strategie
Nemo a +38% guarda agli Usa
Il marchio di lighting guidato da Federico Palazzari è cresciuto a 13 milioni di euro nel 2015 e i primi
mesi del 2016 confermano il trend positivo segnando un +39% degli ordinativi. «In questi anni il mondo
della luce ha vissuto una vera e propria rivoluzione industriale... Noi siamo riusciti a essere puntuali
lavorando con disciplina sul prodotto e sulla gestione aziendale», ha detto a MFF. Barbara Rodeschini
S
pazio, luce e ordine. È
la strategia di Nemo che
idealmente sposa la logica di Le Corbusier, di
cui riedita la lampada Borne béton
del 1952. Per la realtà guidata da
Federico Palazzari il 2015 è stato un anno
record che
si è chiuso
a quota 13
milioni di
euro con una
crescita del 38%.
Nel 2012, anno in cui la
Omikron di
Palazzari aveva rilevato il
51% del marchio
dalla Divisione luce
di Cassina, la società fatturava 5
milioni di euro e oggi, dopo aver
perfezionato l’acquisizione
nell’aprile del 2015, si presenta
sul mercato come una realtà sana
capace di autofinanziarsi e di mettere a punto una strategia precisa.
Nei primi mesi del 2016 gli ordinativi sono cresciuti del 39% rispetto
allo stesso periodo dell’anno scorso e in vista ci sono novità. «In
questi anni il mondo della luce ha
vissuto una vera e propria rivoluzione industriale che ha cambiato
completamente le regole di produzione e business», ha spiegato
a MFF Palazzari, «e noi siamo
riusciti a essere puntuali lavo-
rando con disciplina sul prodotto
e sulla gestione aziendale. I nostri
mercati, oltre a quello italiano dove raggiungiamo 350 negozi, sono
quelli dell’Europa che hanno una
distribuzione simile alla nostra che
si basa sul retail. In questi anni abbiamo saputo proporre novità di
grande profilo in grado di sintetizzare funzionalità e bellezza». Con
una filiale in
Francia,
l’azienda di Lentate sul Seveso
(Monza-Brianza) guarda con
attenzione agli Usa. «Il mercato americano e in generale
quello dei paesi legati al dollaro ha un grande potenziale
e il nostro obiettivo è arrivarci rapidi ma non in fretta. In
Nelle immagini, alcune lampade firmate Nemo
Eventi
TOD’S GIOCA IN DOPPIO
TRA FASHION E DESIGN
quest’ottica stiamo trattando per cedere la nostra quota
di Illuminating Experience con
l’obiettivo di aprire una filiale
nostra in Usa». E se i conti corrono non è meno interessante lo
sviluppo prodotto. A partire dal
progetto di lampade Mais plus
que cela je ne peux pas, realizzato con l’architetto francese Rudy
Ricciotti che è destinato a fissare un nuovo standard nel mondo
dell’illuminazione da esterno,
non sono meno significative le
collaborazioni con Doriana e
Massimiliano Fuksas per la
collezione Olympia, con
Charles Kalpakian per
le sospensioni 3Tubes, con
Arihiro Miyake per il lampadario a nastro Kepler,
con Studiocharlie per la
famiglia di lampade da
terra Spigolo. (riproduzione riservata)
Living News
Gaetano Pesce, mostra
a Palazzo Morando
Poliform cresce del
20% e punta sul retail
In occasione della Design week, il Museo civico di Palazzo Morando ospiterà la mostra «Altra
bellezza», dedicata a Gaetano Pesce (nella foto). Curata da Vittorio Sgarbi, sarà aperta al
pubblico sino al 31 luglio. Tre le diverse sezioni
in cui è divisa l’esposizione e che ne propongono le ricerche contemporanee: preziosi,
modelli di forma e intrusi musivi. All’interno sono presenti pezzi storici e attuali che vanno da
alcuni disegni inediti per la serie di poltrone Up
alle interpretazioni contemporanee di oreficeria
fino ad arrivare alle inedite Portrait lamp.
Poliform arriva al Salone del mobile.Milano
con novità firmate da Jean-Marie Massaud,
Marcel Wanders, Emmanuel Gallina e Vincent
Van Duysen, oltre all’ultimo modello Arthena
di Varenna, l’azienda dedicata alla produzione
di cucine. Il gruppo brianzolo, che nell’ultimo
esercizio ha segnato un fatturato in crescita
del 20%, salendo a 155 milioni di euro, più i
36 delle società estere, si prepara entro la fine
del 2016 all’opening newyorkese in Madison
avenue, quello indiano del monobrand di
Hyderabad, che si aggiunge ai monomarca di
New Dehli e Bangalore. In Europa è invece previsto l’opening di uno showroom Poliform (nella
foto un modello) nel cuore di Berlino.
Porta Romana, sbarca
il self made design
Gli intarsi di Paradisi
alla Fondazione Ferré
In occasione della Design week, 33 giovani
designer hanno arredato un loft privato di 140
metri quadrati in zona Porta Romana (nella foto).
L’iniziativa si chiama Source App ed è ideata da
Source,
realtà
dedicata
al design
autoprodotto e
laboratorio
permanente
di creatività, gestito dall’associazione Altrove.
Comun denominatore l’autoproduzione e l’apporto di una selezione di artigiani fiorentini a cura
di Florence factory. Nei giorni del FuoriSalone
sarà anche presentata l’applicazione Source
che, oltre a comunicare le attività dell’associazione, consentirà anche la vendita.
Nei giorni della
Design week, la
Fondazione Ferré
ospita l’esposizione dedicata a
Ivan Paradisi, quarantenne artista
ed ebanista torinese (nella foto
un’opera). La sua
caratteristica principale è il modo in
cui lavora il legno a
intarsio. Ogni pezzo, infatti, lavorato
a mano con il concetto di modellatura e stratificazione, ha come riferimento la tradizione
italiana del Cabinet, il mobile contenitore decorato, ma con con una nuova visione dello spazio
e contraddistinta da linee fluide.
Il brand di Diego Della Valle ha svelato
ieri sera il progetto Looking at Tod’s Leo
studiato in tandem con Giulio Cappellini
V
iaggio intorno alla creatività per
Tod’s in occasione della Design
week 2016. Il marchio di calzature, che fa capo al gruppo di Diego
Della Valle e che ha chiuso il 2015 con un
fatturato di 1,037 miliardi di euro, si allea
con l’archistar Giulio Cappellini per il progetto Looking at Tod’s Leo. Svelata ieri sera
nella boutique di via della Spiga, l’iniziativa coinvolge una selezione di progettisti,
coordinati da Cappellini, che hanno reinterpretato l’iconico Leo Clamp in una limited
edition di Gommini maschili. A firmare le
limited edition sono stati chiamati nomi
emergenti del design internazionale come
il tandem creativo di Lanzavecchia+Wai,
Leonardo Talarico, Mist-O, lo studio
Zanellato/Bortolotto e Zaven che hanno
sviluppato l’accessorio partendo da un tema materico. «Tod’s è da sempre attenta al
mondo del design in quanto realizza prodotti iconici, sempre attuali che soddisfano
le esigenze del pubblico più attento. I prodotti come il gommino Leo Clamp, sono
frutto di un lavoro attento e minuzioso proprio come quello che occorre per realizzare
un oggetto di design», ha spiegato a MFF
Giulio Cappellini. «Abbiamo voluto selezionare giovani talenti italiani, che in alcuni
casi lavorano a distanza con partner stranieri, che sono le giovani leve del made in
Italy. I progetti sono diversi e rispecchiano
il differente approccio al design e all’impiego dei materiali che di solito si usano in
architettura. Looking at Tod’s Leo è il primo
capitolo di un percorso internazionale che
si snoderà nel tempo». E dopo la tappa milanese che ha anche un côtè benefico (parte
dei proventi delle vendite sarà devoluto alla
Onlus Abilità, l’iniziativa approderà a maggio alla Design week di New York con una
sesta edizione limitata immaginata da un
designer ancora top secret. (riproduzione
riservata)
Barbara Rodeschini
Sopra, i mocassini del progetto Looking at Tod’s Leo studiato da Tod’s
MF fashion
giovedì 14 aprile 2016
Dossier Arredo & Design
VII
Espansione
Iniziative
Asko approda in Italia
MYEQUILIBRA VARA
IL FITNESS D’ARTISTA
La realtà svedese, leader nel segmento degli elettrodomestici
per la cucina, inizia la conquista dell’Italia partendo dalla 55ª
edizione del Salone del Mobile.Milano. Francesca Manuzzi
Svelato alla Design week il progetto di
gym outdoor creato da Metalco active
F
uoco, acqua, aria e terra. Sono le forze della
natura che pullulano in
Scandinavia, terra madre di Asko, azienda leader nella
produzione di elettrodomestici e
macchine professionali, che sbarca
per la prima volta alla 55ª edizione del Salone del Mobile.Milano
nell’ambito di Eurocucina, con
uno stand di 270 metri quadrati. Acquisito nel 2010 dal gruppo
sloveno Gorenje, il marchio è già
presente in 35 Paesi, tra Australia,
Usa, Europa, Asia e Medio Oriente
e tra i pochi brand nel segmento degli elettrodomestici a essersi
aggiudicato sette RedDot design
award. Asko si prepara a conquistare il mercato italiano distribuito
da Bsd, con cui sta collaborando
dal 2015 con il risultato di 500 punti vendita di cucine ed elettronica
che hanno inserito nella loro offerta il brand, raggiungendo il 7%
della quota di mercato nel segmento dei forni di fascia alta e sempre
Un’immagine di Asko
il 7% delle lavapiatti premium di
grandi dimensioni. «Partecipare
alla 55ª edizione del Salone del
Mobile.Milano rientra in una strategia ad ampio raggio», ha spiegato
a MFF Matteo Camesasca, ad
della società di Lidköping, «Asko
punta a diventare il partner d’eccellenza delle più belle case del
mondo». Nato in Svezia nel 1950,
Asko racchiude la sintesi perfetta
di estetica devota al funzionalismo di matrice scandinava, con una
propensione al craftmanship e al-
la nobilitazione della qualità della
vita. Quell’attenzione a elevare
all’eccellenza un prodotto di matrice artigianale, affonda le sue origini
nella fondazione del marchio,
quando Karl-Erik Andersson costruì una lavatrice per rendere più
semplice il quotidiano della madre. Pragmatismo e certificazioni
Iso 14001 per la sostenibilità arrivano al Salone con un catalogo che
comprende lavatrici, asciugatrici,
lavastoviglie, o piani cottura dal design eccellente, orientato al lifestyle
e al vivere contemporaneo: «Per
poter mostrare nella propria zona
living un prodotto che sia good looking, d’arredo, oltre che hi-tech»,
ha aggiunto Jon Carlehed, design
manager del brand. Gorenje mira a
raddoppiare i ricavi derivanti dalla
vendita di elettrodomestici premium fino al 30% e di far salire
le vendite al di fuori dell’Europa
al 14% entro il 2020 e Asko rappresenta il cavallo vincente su cui
puntare. (riproduzione riservata)
I
l wellness si unisce al design. E,
questa è la novità, lo fa presentando soluzioni dedicate espressamente
per gli esterni, altamente tecnologiche sul fronte dei materiali, dal forte
impatto scenico e con la vocazione per
diventare anche un luogo d’incontro.
È questa l’idea alla base del progetto MyEquilibra, nuovo marchio di
soluzioni per il fitness nato nel 2011
dall’esperienza ventennale sul campo di
Gian Luca Innocenzi che ha dato vita
poi all’azienda italiana Metalco active
insieme ad Alfredo Tasca, presidente
di Metalco, realtà internazionale attiva
nell’arredo urbano e partner industriale
L’isola di MyEquilibra
del progetto. Per presentare il concept,
all’interno dell’Orto botanico, nel cuore di Milano, è stato installato il Leopard tree, un albero realizzato in
cemento ultraperformante, resistente e flessibile, alto sette metri che può
essere a richiesta composto con una serie di attrezzi fitness fino ad arrivare a un massimo di nove isole su una superficie di 300 metri quadrati.
Due gli ambiti in cui si svilupperà, nelle intenzioni dell’azienda, il progetto MyEquilibra: da una parte gli hotel e il contract privato e dall’altra
le municipalità e quindi le città italiane e straniere. «Abbiamo iniziato a
gennaio la commercializzazione», ha aggiunto Innocenzi, «e siamo in
trattative con alcuni soggetti e città sia in Italia, sia all’estero. Puntiamo
soprattutto sull’Europa e sugli Stati Uniti, tradizionalmente più attenti al
fitness all’aperto». (riproduzione riservata)
Milena Bello
Interviste
a cura di Milena Bello e Francesca Manuzzi
Arclinea (+12%)
pensa al futuro
Artek sfodera
un tris di eventi
Un 2015 chiuso in crescita del 12%
a oltre 17 milioni di euro di ricavi e
un 2016 che si apre in uno scenario
macroeconomico in grande fermento. Ma Arclinea (nella foto) non perde
tempo e Silvio Fortuna, ad dell’azienda vicentina specializzata in cucine
di design
d’alto livello, non
sembra
avere
dubbi.
Tanto
che nel futuro della realtà made in
Italy sembrano esserci solo due opzioni: l’ingresso di un fondo azionario
o la quotazione in Borsa. E l’idea
sembra essere una sola: avere i capitali per sostenere un nuovo grande
piano di sviluppo internazionale.
Tris di appuntamenti per Artek. Il marchio finlandese di arredamento ha
collaborato con il designer britannico Simon Hasan per lo sviluppo di
un progetto sul tema viaggio e di un
albergo nell’ambito della mostra organizzata da Wallpaper «Handmade» a
Milano. Ne è nata la collezione Primary
objects, una serie di piccoli contenitori di base dalla struttura geometrica,
studiata per organizzare la vita quotidiana in albergo o in casa. Artek
sarà anche presente da Marimekko,
il marchio finlandese di design, nella
realizzazione di Marimekko Home nel
cuore di Brera. Infine, il prossimo 20
aprile il brand sarà celebrato nella mostra «Artek and the Aaltos: Creating
a modern world» a New York, prima
retrospettiva dedicata ad Alvar Alto
negli Usa.
Chelini gioca tra
outdoor e indoor
Zucchi e il suo
bosco d’inverno
Chelini in piena evoluzione. Il brand
che ripone nella tradizione toscana i
codici del suo savoir faire, arriva al
Salone del mobile.Milano con una
serie di proposte calde, che catapultano lo spettatore in un mondo
opulento, di oro e bagliori, velluti e
ciniglie in grigio fumo o blu di Prussia.
Segnano l’evoluzione dell’azienda
(nella foto) che mira a trasformarsi in
un classy classico contemporaneo,
adattabile all’arredo degli interni come dell’outdoor.
Un bosco d’inverno interpretato in
una dimensione magica e incantata:
è questo il tema d’ispirazione della
collezione
autunno
2016 di
Zucchi
(nella foto), che
immagina
motivi grafici ispirati
alle trame
della vegetazione
boschiva. Continua poi la collaborazione tra Bassetti e Pantone, da cui è
nata una collezione tradizionalmente
improntata sul colore. (riproduzione
riservata)
Euromobil verso l’arredo totale
Il gruppo da 50 milioni di ricavi sbarca al Salone del Mobile
e mira a una proposta a 360 gradi, firmata da designer
internazionali del calibro di Marc Sadler. Francesca Manuzzi
O
biettivo di Euromobil? Creare l’arre- perché si tende sempre a mostrare l’opulenza con
do totale e correre a +10/15% nel 2016. grandi dimensioni. Il prodotto reale poi è una spola
L’azienda veneta da 50 milioni di euro, con tra la creatività e le necessità di mercato, una mutaheadquarter a Pieve di Soligo (Treviso) e zione genetica commerciale, ma nel compromesso
guidata dall’ad Gaspare Lucchetta, sbarca alla 55ª tento di mantenere un’integrità di progetto. Se doedizione del Salone del Mobile.Milano. Il grup- vessi fare un mausoleo a me stesso penserei a un
po, presente in Europa, India, Cina, Usa, Giappone, oggetto molto importante, ma se devo progettare per
Russia e Corea, realizza il 60% del suo giro d’affari il consumatore, che ha case dagli spazi più ristretti,
sul territorio italiano e porta a Fiera Milano-Rho una occorrono prodotti in scala.
Il design italiano come
serie di novità curate dai suoi
sta andando?
designer. Le tre aziende del
In Italia c’è l’ardore di realizgruppo, Euromobil, Désirée
zare tanti progetti, ma sarebbe
e Zalf, coniano Arte, la cuciil caso di farne meno e di
na del futuro firmata Marco
grande qualità. Ed è questa
Piva o Filò di Roberto
la direzione che sto prendenGobbo, i tavolini-bonsai
do, lavorando con aziende che
Yori e Sabi editati dallo stuhanno una matrice produttiva
dio Setsu&Shinobu Ito e il
divano Avì di Jai Jalan per
molto forte e un’estetica non
Désirée. Sempre di Désirée,
così preponderante, meno
che rappresenta il 20% del fatdelle realtà brianzole per coturato del gruppo, la poltrona
sì dire, e stiamo costruendo
aziende forti del savoir faire
Koster e l’Isola Milos curati
da Marc Sadler. Che ha racitaliano, che stanno uscendo
contato a MFF l’essenza del
dalle frontiere.
Come definirebbe il suo
suo design.
Come sono nati i prolavoro?
getti speciali realizzati
Sono una persona anomala nel
con Désirée per questo
design. Ho avuto diverse etiSopra,
un
ambiente
Euromobil
Salone?
chette sulla schiena. C’è chi
Quest’anno ho realizzato una
mi conosce come quello delle
variabile di un progetto di successo iniziato quat- lampade o come quello di un certo tipo di imbottiti,
tro anni fa. È un’isola ovale, dotata di uno schienale dello sport o specializzato nei materiali e nella tecamovibile, una sorta di zavorra dall’anima d’accia- nicità. Tutto vero, lavoro cambiando continuamente
io, che può essere posizionata dove occorre. Grazie cappello. Se riesco a progettare oggetti che abbiano
a una zip, prodotta appositamente, il divano è tra- un grande contenuto tecnico, facendolo sparire dietro
sformabile in un letto. Inizialmente ho cercato di fare a un gesto, un segno, ho centrato il bersaglio. Oggi
per Désirée degli oggetti più convenzionali, ma non faccio molti meno soldi, ma mi diverto un sacco.
riuscivo a bucare lo schermo, con questi oggetti si L’oggetto del desiderio?
possono editare gli spazi senza paradigmi, come me- Vorrei fare dei prodotti popolari. Ostentare con maglio si ritiene opportuno e abbiamo trovato una linfa teriali e dimensioni straordinarie non è complicato se
si ha la competenza. Ma creare un prodotto invisibile,
colta che piace.
Creatività vs mercato. Come si lavora?
intelligente e bello, facendo meglio di Ikea, sarebbe
La fiera non rappresenta mai la realtà di mercato, un gran bel desiderio. (riproduzione riservata)