slide informative proposte durante la serata

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Transcript slide informative proposte durante la serata

Istituto Comprensivo delle Giudicarie Esteriori In collaborazione con il Centro «MeTe» di Tione anno scolastico 2015/2016 Dott.ssa Laura Mocini

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Troppe volte il CINISMO (degli adulti e dei ragazzi!) sembra avere la meglio… …lo SPIRITO DI BRANCO sembra spesso aver sostituito l’amicizia… Assistiamo ad un maggior DISIMPEGNO SOCIALE… Costatiamo l’aumento degli ATTI DI VIOLENZA e VANDALISMO… …ABUSO DI SOSTANZE (alcol, fumo…): sembra quasi che senza lo “SBALLO” non si sappia divertirsi e stare in gruppo…

QUESTO È LO SCENARIO CHE SI STA DELINEANDO NELL’UNIVERSO GIOVANILE DEI COSIDDETTI PAESI INDUSTRIALIZZATI (O QUELLO CHE GLI ADULTI PENSANO….) Maggior senso di infelicità

Maggiore probabilità di depressione Mancanza di obiettivi costruttivi

Atteggiamento sfiduciato, pessimista

Fortunatamente ciò non coinvolge la totalità dei giovani, (ne tutti gli adulti la pensano così…) ma dobbiamo riflettere sul fatto che questa sembra comunque una tendenza tristemente in aumento… MA DA COSA PUÒ DIPENDERE TUTTO QUESTO?

IL PARADOSSO RIGUARDANTE LA SALUTE MENTALE DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI…

…NEGLI ULTIMI 70 ANNI NEI PAESI INDUSTRIALIZZATI SI È ASSISTITO AD UN:

aumento del benessere materiale e delle condizioni di vita

Perché???

…minore livello complessivo di felicità e benessere emotivo…

Mezzi di trasporto più veloci …Oggi il mondo presenta condizioni migliori rispetto a mezzo secolo fa … Migliori servizi sanitari I lavori manuali sono meno pesanti per il supporto della tecnologia Abitazioni più ricche di comfort

…e le ragioni dell’incremento dei problemi di salute mentale rimangono ancora un mistero…

SEMBRA EVIDENTE CHE NEGLI ULTIMI DECENNI SI SIA SEMPRE PIÙ CREATA UNA DISCREPANZA TRA PROGRESSO A LIVELLO TECNOLOGICO E MIGLIORAMENTO DELLE RELAZIONI UMANE Aumento dei fattori di stress a cui sono esposti i nostri figli, (malgrado un più facile accesso al soddisfacimento dei desideri materiali)… Diminuzione di supporto sociale tra famiglie… Spesso non si dispone di figure che svolgano il ruolo di modelli positivi su cui basarsi…

…ALCUNI IMPORTANTI CAMBIAMENTI EPOCALI…

…E’ cambiata la tipologia di famiglia in cui viviamo… La famiglia di oggi non è né più né meno perfetta di quella di un tempo…è semplicemente diversa…

Dalla famiglia Patriarcale, etica

•La famiglia delle regole, del dovere •Dei compiti da portare a termine •Degli ideali etici da realizzare •Delle regole contro •Della supremazia tecnologico culturale dei genitori

Alla famiglia nucleare, affettiva

•La famiglia della realizzazione di sé •Del benessere emotivo •Del desiderio •Dell’obbedire per amore •Delle regole a favore •Dell’instabilità familiare •Dell’inversione dei ruoli e della perdita del potere genitoriale

Stili genitoriali… 10

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MOLTI BAMBINI NON HANNO LA POSSIBILITÀ DI APPRENDERE IN MODO NATURALE QUELLE ABILITÀ SOCIO EMOTIVE E DI PROBLEM SOLVING DI CUI AVREBBERO BISOGNO PER AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ CHE INCONTRANO IN UN AMBIENTE SOCIALE DIVENUTO ESTREMAMENTE PIÙ COMPLESSO (QUESTO PERCHÉ MOLTO SPESSO GLI STESSI ADULTI SONO IN DIFFICOLTÀ…).

In famiglia o a scuola stimoliamo i nostri ragazzi e bambini a sviluppare capacità tecniche finalizzate al successo nel lavoro, nel tempo libero, nella vita sociale, nello sport… H. GARDNER PARLA DELLA PRESENZA IN OGNUNO DI NOI DI ALMENO 7 TIPI DI INTELLIGENZA…

PERCHÉ SI PARLA DI “ALFABETIZZAZIONE EMOZIONALE”?

Gardner: sono presenti in ognuno di noi almeno 7 tipi di intelligenza … Linguistico verbale Logico matematica Musicale Corporale Spaziale INTRAPERSONALE INTERPERSONALE In famiglia e nella scuola si esercitano e si stimolano i bambini e i ragazzi allo sviluppo dei primi 5 tipi di intelligenza … Ma in realtà quali sono le carenze alla base del disagio giovanile?

LO SVILUPPO DEI RESTANTI DUE TIPI DI INTELLIGENZA È ATTUALMENTE CONSIDERATO UN PROCESSO SPONTANEO E NATURALE LASCIATO AL BUON SENSO DEGLI ADULTI Ma quali sono le carenze alla base del DISAGIO tra i GIOVANI? Non sapere l’inglese o non usare il computer?

INTELLIGENZA INTRAPERSONALE INTELLIGENZA INTERPERSONALE O forse alla base delle attuali difficoltà c’è l’incapacità ad affrontare le sfide della vita, le frustrazioni, la difficoltà a motivarsi, a perseverare per raggiungere i propri obiettivi?

Spesso è proprio l’immaturità psico affettiva a farci vivere con difficoltà, ad avere delle forme di disagio e a scegliere stili di vita che non favoriscono la salute…

COME IMPARARE AD AFFRONTARE LE FRUSTRAZIONI, LE SFIDE DELLA VITA, LE DIFFICOLTÀ A MOTIVARSI E A PERSEVERARE PER RAGGIUNGERE I PROPRI OBIETTIVI, AD ACCETTARE I LIMITI …?

Ma ogni persona può avere la fortuna di sviluppare le proprie “CAPACITÀ DI VITA” perché in parte innate o perché ricevute in famiglia o per aver trovato adulti motivati ad insegnare le competenze affettivo – emozionali.

Molto spesso però non si hanno le giuste possibilità e L’IMMATURITÀ PSICO-AFFETTIVA porterà a vivere con difficoltà, ad avere forme di disagio e a scegliere stili di vita che non favoriscono LA SALUTE.

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Proprio le carenze a livello dell’intelligenza emotiva e delle CAPACITA’ di VITA aumentano tutta una serie di rischi, che vanno dalla depressione alla violenza, ai disturbi del comportamento alimentare, ai disturbi collegati all’uso di sostanze (alcol, fumo, altre droghe, psicofarmaci…) Le CAPACITA’ DI VITA, come qualsiasi altra competenza, possono essere sviluppate, accresciute, modificate in un processo dinamico… Sarebbe necessario insegnare ai bambini e ai ragazzi quello che potremmo definire l’ALFABETO EMOZIONALE, le capacità fondamentali del cuore

Uno degli psicologi che ha dato maggior impulso agli studi sull’importanza del potenziamento dell’INTELLIGENZA EMOTIVA è ALBERT ELLIS ideatore di una teoria e di un metodo psicoterapeutico denominato TERAPIA RAZIONALE EMOTIVA (RET) (fine anni ‘60).

Da tale teoria sono scaturiti recentemente numerosi approcci che si occupano non della cura di pazienti ma del campo della PREVENZIONE … Mario Di Pietro, in Italia, è uno dei maggiori esponenti e sostenitori di tali percorsi di EDUCAZIONE RAZIONALE EMOTIVA da proporre ed applicare nei contesti scolastici…

E’ POSSIBILE INSEGNARE AI BAMBINI COME AFFRONTARE COSTRUTTIVAMENTE LE DIFFICOLTÀ CHE SI INCONTRANO NELLA VITA DI OGNI GIORNO LO SCOPO GENERALE È QUELLO DI METTERE IL BAMBINO IN GRADO DI RIDURRE , IL PIÙ POSSIBILE, L’INSORGERE DI STATI D’ANIMO ECCESSIVAMENTE NEGATIVI, FACILITANDO IL POTENZIAMENTO DI EMOZIONI POSITIVE IN TAL MODO IL BAMBINO IMPARERÀ A DOMINARE LA PROPRIA EMOTIVITÀ, MASSIMIZZANDO IL PROPRIO BENESSERE PSICHICO ANCHE NELLE CIRCOSTANZE MENO FAVOREVOLI 21

Il bambino manterrà la sua emotività ma imparerà a non esserne totalmente assoggettato: imparerà a dominarla così da massimizzare il proprio benessere psichico anche nelle circostanze meno favorevoli.

Le EMOZIONI…..

Misteriose sconosciute….

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L’immagine suggestiva dell’iceberg è un tentativo di fornire spiegazioni sul funzionamento delle emozioni umane. Suggerisce che in condizioni di tensione, molte emozioni intense, quali impotenza, frustrazione, delusione, ecc., tendono a non essere più riconosciute consapevolmente e a manifestarsi solo sotto forma di rabbia. La rabbia diventa così pervasiva nella persona da coprire completamente ogni altro tipo di sentimento. (GOLEMAN).

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LE BASI DELLA TERAPIA RAZIONALE EMOTIVA L’assunto di base della RET (Rational Emotive Therapy) sostiene che le nostre emozioni derivino non tanto da ciò che ci accade, quanto dal modo in cui INTERPRETIAMO e VALUTIAMO ciò che ci accade.

Questo assunto viene sintetizzato nel modello A-B-C con cui viene rappresentato l’episodio emotivo

Non dobbiamo dimenticare che

A

Situazione

Molte persone credono che le emozioni derivino direttamente dalle situazioni… Ci siamo chiesti quale sia effettivamente la causa delle nostre emozioni C

Emozione

…ma il punto cruciale è quello che noi diciamo a noi stessi in tali situazioni: sono i nostri pensieri a farci sentire in una determinata maniera

In realtà… A •Evento Scatenante •(SITUAZIONE) …Quindi il nostro modo di pensare influenza il nostro stato d’animo ed il nostro comportamento… B C •EMOZIONE •PENSIERO •Dialogo interno

…Sta a noi decidere se avere uno stile di pensiero utile o dannoso…

I pensieri utili…

•Sono realistici, ossia prendono in considerazione sia gli aspetti positivi che negativi; •Sono ottimisti, aiutano a farci sentire il meglio possibile…

I pensieri dannosi…

•Si basano sui soli aspetti negativi della situazione problematica, li chiamiamo VIRUS MENTALI •Ci fanno stare male impedendoci di dare il massimo per affrontare la situazione

DATO UN QUALSIASI EVENTO (A)… Se al punto “B” prevalgono pensieri realistici ed oggettivi riguardo l’evento attivante, LA REAZIONE EMOTIVA (C) RISULTERA’ ADEGUATA.

Se al punto “B” prevalgono distorsioni della realtà o valutazioni esagerate o assolutistiche , LA REAZIONE EMOTIVA (C) RISULTERA’ DISTURBATA.

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LA RET DEFINISCE “IRRAZIONALI” QUEI PENSIERI CHE PROVOCANO ECCESSIVA SOFFERENZA EMOTIVA OSTACOLANDO IL CONSEGUIMENTO DEI PROPRI OBIETTIVI Esaminando il problema emerge che egli si aspetta: Es. bambino che ha difficoltà di rapporto con i compagni: si arrabbia e fa loro dispetti (reazione emotivo comportamentale) quando essi non gli danno subito ascolto (evento attivante).

che gli altri siano sempre disponibili a scherzare con lui (primo pensiero irrazionale) Che se qualcuno rifiuta di parlargli vuol dire che ce l’ha con lui (secondo pensiero irrazionale) Che è una cosa tremenda e insopportabile essere rifiutati (terzo pensiero irrazionale)

DAL MOMENTO CHE LE NOSTRE REAZIONI EMOTIVE SONO IN GRAN PARTE DETERMINATE DAL NOSTRO MODO DI PENSARE NE DERIVA CHE CAMBIANDO MODO DI PENSARE RIUSCIREMO A CAMBIARE ANCHE IL MODO IN CUI CI SENTIAMO Portando il bambino a convincersi che: - gli altri non possono essere sempre disponibili ad ascoltarlo; - che se qualcuno rifiuta di parlargli non vuol dire che ce l’abbia con lui; - che essere qualche volta rifiutati può essere spiacevole ma non è certo la fine del mondo … E’ probabile che, assumendo questo nuovo modo di vedere le cose, la condizione emotiva ed il comportamento del bambino subiscano un notevole cambiamento

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OGNI SITUAZIONE CHE VIVIAMO VIENE COMMENTATA INTERIORMENTE. LE NOSTRE EMOZIONI DERIVANO DALLE CONSIDERAZIONI CHE FACCIAMO SUGLI EVENTI. QUESTI PENSIERI POSSONO ESSERE: RAZIONALI IRRAZIONALI Si tratta di considerazioni realistiche ed oggettive, aiutano a raggiungere I propri scopi e provocano reazioni emotive adeguate alla situazione Si tratta di considerazioni irrealistiche, esagerate, ostacolano il conseguimento dei propri scopi e provocano reazioni emotive eccessive per intensità e durata

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COME ELIMINARE I PENSIERI CHE CREANO PROBLEMI METTENDOLI IN DISCUSSIONE….

LA MESSA IN DISCUSSIONE DELLE CONVINZIONI IRRAZIONALI DOVERIZZAZIONI Perché tutto deve sempre andare come voglio io?

Perché devo assolutamente fare questa cosa? Sarebbe bello, preferibile, ma … INSOPPORTABILITA’ Si tratta di una cosa sicuramente fastidiosa o dolorosa alla quale si può sempre sopravvivere … CATASTROFIZZAZIONI Qual è la cosa peggiore che può succedere … Se succedesse sarebbe veramente la fine del mondo? Sarà spiacevole ma può sempre essere superata VALUTAZIONI GLOBALI Non possiamo mai valutare una persona globalmente. Si possono giudicare i comportamenti ma non le persone che sono qualcosa di diverso e più complesso della somma dei comportamenti BISOGNI ASSOLUTI Posso non avere certe cose e vivere lo stesso anche se un po’ meno bene … Posso trovare anche altre cose che mi consentiranno di vivere piacevolmente …

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Processo di “RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA

…Succede qualcosa di spiacevole… Ci pensi sopra in modo irrazionale Provi un’emozione spiacevole Cominci a pensare in modo razionale e a provare un’emozione adeguata Metti in discussione i pensieri irrazionali Non dimenticare!

QUATTRO IMPORTANTI ACCORGIMENTI DA SEGUIRE: 1) AFFRONTARE TUTTI GLI ELEMENTI IRRAZIONALI PRESENTI IN UN PENSIERO 2) UTILIZZARE ARGOMENTAZIONI REALISTICHE E NON FALSE RISPOSTE CONSOLATORIE 3) ATTACCARE I PENSIERI E NON L’EMOZIONE: bisogna ottenere la trasformazione dei pensieri e non la repressione dell’emozione.

Sarebbe inefficace dire : “non te la prendere … è stupido arrabbiarsi …!” 4) ESSERE CONVINCENTI ED INSISTENTI nel CONTINUARE ENERGICAMENTE AD ATTACCARE CERTI PENSIERI FINCHE’ PERDERANNO LA LORO FORZA

UN ESEMPIO ESTREMO….

LA RESILIENZA… 1.

Capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.

2.

In psicologia, la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.

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COME APPLICARE L’EDUCAZIONE RAZIONALE EMOTIVA NELLA VITA DI OGNI GIORNO?

LO SVILUPPO DEL DIALOGO INTERNO NEL BAMBINO Durante l’età prescolare gran parte del linguaggio del bambino è ancora indirizzato a se stesso (egocentrico).

Verso 6-7 anni gran parte di questo linguaggio diventa INTERIORIZZATO ma non scompare. Di tanto in tanto infatti, anche in età adulta, questo linguaggio interiorizzato riemerge all’esterno quando, in situazioni particolari, IL BAMBINO PENSA AD ALTA VOCE

L’ADULTO DEVE IMPARARE AD AVERE UN ORECCHIO ATTENTO PER CAPTARE INDIZI IMPORTANTI SUL MODO DI PENSARE DEL BAMBINO.

Si tratta di prestare attenzione ai momenti in cui il bambino si trova in situazioni conflittuali, riceve una frustrazione o è in difficoltà.

Sarebbe importante raccogliere un campionario abbastanza vasto dei commenti abituali del bambino (se si vuole anche annotando per iscritto alcune osservazioni magari riportando anche la situazione in cui abbiamo ascoltato le affermazioni del bambino).

Sarà facile notare frasi del tipo: “E’ troppo difficile” “Non posso riuscirci” “Non sopporto che…” “Loro devono …” “Devo per forza …” Ci si potrà così rendere conto delle MODALITA’ di PENSIERO prevalenti in ciascun bambino

POTREMMO ALLORA RIUSCIRE A RISPONDERE A DOMANDE DEL TIPO…

In quali situazioni il bambino tende a doverizzare?

In quali situazioni il bambino tende a manifestare insopportabilità?

In quali situazioni il bambino tende a catastrofizzare?

In quali situazioni il bambino tende a fare valutazioni globali?

In quali situazioni il bambino considera certe cose indispensabili?

NELLA PRIMA FASE DI OSSERVAZIONE È IMPORTANTE CHE IL BAMBINO NON SIA CONSAPEVOLE DI ESSERE OSSERVATO IN MODO CHE LE SUE REAZIONI RIMANGANO SPONTANEE.

E’ importante tener presente che man mano che il bambino cresce la struttura più complessa del dialogo interno può rimanere in gran parte nascosta Si rende allora opportuno annotare ciò che il bambino FA in certe situazioni: • Tende a rinunciare di fronte ad un compito difficile?

• E’ vendicativo quando subisce un torto?

Queste descrizioni comportamentali ci consentiranno di formulare ipotesi sulle modalità di pensiero prevalenti nel bambino

COME PRESENTARE AL BAMBINO IL CONCETTO DI DIALOGO INTERNO 1) Osservazioni Allora ad un bambino arrabbiato con un suo amico potremmo dire: 2) spiegare al bambino il concetto di DIALOGO INTERNO nel modo più semplice possibile : potrebbe essere utile prendere spunto da una situazione problematica riferendo cosa succedeva a noi quando eravamo piccoli… “quando ero piccolo anche a me capitava di litigare con qualche amico. Allora cominciavo a dirmi che lui era stato cattivo, che non doveva trattarmi così e che non volevo più essere suo amico.

Pesare a queste cose mi faceva veramente arrabbiare. Ma non è piacevole essere arrabbiati per molto tempo e questo succede per colpa di certi pensieri che ci passano per la testa.

A te cosa è capitato di pensare?

3) Iniziare il lavoro di trasformazione dei pensieri

Potremmo anche riferire al bambino EPISODI DELLA NOSTRA VITA ATTUALE; Ad es. se un bambino tende ad arrendersi di fronte alle difficoltà potremmo dirgli: “vedi, quando io ho cominciato ad usare il computer mi dicevo che era troppo complicato, che non ci sarei mai riuscito. Questi pensieri mi facevano sembrare la cosa ancora più difficile e non mi decidevo mai a provare. E tu cosa ti dici quando…”

SI PUÒ ANCHE PARTIRE DIRETTAMENTE DA CIÒ CHE SI È OSSERVATO NEL BAMBINO, MAGARI SCEGLIENDO EPISODI POSITIVI. AD ESEMPIO: Ho notato che a volte, quando ti arrampichi su un albero dici: “scommetto che ce la posso fare …”, Oppure… Ho notato che quando fai una partita con un videogioco dici “ questa volta farò ancora più punti…” Questo è un modo di pensare che ti aiuta a fare sempre meglio…” Si potrà allora precisare meglio il concetto dicendo: “Tutti quanti, dentro di noi , ci diciamo delle cose. A seconda di come parliamo a noi stessi possiamo sentirci meglio oppure peggio”

ATTENZIONE: NOI SIAMO DEGLI ESEMPI PER I NOSTRI FIGLI…

Certe frasi che genitori ed insegnanti possono pronunciare senza badarci,diventano spesso parte del programma mentale che il bambino utilizzerà in determinate situazioni attivanti!

(in positivo o in negativo!)

IN MODO PARTICOLARE CI SONO TRE SITUAZIONI CHE SI PRESTANO PIÙ DI ALTRE A FORNIRE AL BAMBINO ESEMPI DI PENSIERI RAZIONALI: •

SITUAZIONI ATTINENTI LA DISCIPLINA

SITUAZIONI ATTINENTI EVENTI STRESSANTI

SITUAZIONI ATTINENTI EVENTI FUTURI

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SITUAZIONI ATTINENTI EVENTI STRESSANTI Quando un adulto pronuncia ad alta voce frasi che dimostrano un modo razionale di affrontare le difficoltà, il bambino ne verrà positivamente influenzato: Si pensi invece all’impatto negativo di affermazioni del tipo: “Non ne posso proprio più …” “E’ una cosa impossibile …” “Non ce la faccio a reggere una situazione simile..” “E’ difficile ma posso farcela…” “E’ meglio se cerco di controllarmi…” “Posso fermarmi un attimo e cercare di rilassarmi un po’…” Essere consapevoli del modello che si fornisce nel gestire situazioni difficili è il primo passo per aiutare il bambino a sviluppare una maggiore resistenza allo stress.

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• • • • Spesso facciamo anche

previsioni riguardanti il bambino

: non siamo consapevoli che tali previsioni daranno origine a frasi interiorizzate dentro la sua testa.

Spesso si tratta di

messaggi di sfiducia:

“Sei sempre il solito!” “Non sarai mai bravo come Giovanna…” “Sei troppo piccolo, non ce la potrai fare…” “E’ troppo timida per fare certe cose…” • •

“E’ impossibile fare tutto bene, posso provare a fare meglio che posso!” “Se sbaglierò potrà essermi utile per imparare meglio…” Alcuni messaggi possono inoltre creare problemi di ANSIA DA PERFEZIONISMO (se una cosa non può essere fatta in modo perfetto è meglionon farla…)

“Se mi andrà male sarà spiacevole ma non sarà una cosa tremenda o insuperabile…”

Come aiutare il bambino a correggere i pensieri:

spesso fornire esempi di affermazioni razionali non è sufficiente se nella mente del bambino hanno già messo radice modalità negative di pensiero che continueranno ad avere il sopravvento Durante la fase di osservazione è probabile che si riscontrino affermazioni negative che il bambino fa su se stesso, sugli altri o sulle situazioni spiacevoli.

A questo punto non sarebbe produttivo esprimere critiche sul suo modo di pensare poiché produrrebbe FORTI RESISTENZE.

IL MODO MIGLIORE PER AFFRONTARE I PENSIERI IRRAZIONALI SARA’ CERCARE DI RENDERE IL BAMBINO CONSAPEVOLE DEI LORO EFFETTI NEGATIVI

“Non ti sembra che pensare che è orribile se non riesci a vincere ti fa sentire ancora più deluso e scoraggiato?” “Ti sei mai accorto che quando dici a te stesso che certe cose proprio non le sopporti alla fine ti arrabbi ancora di più e diventi più litigioso?

Quando il bambino dimostra di accettare l’idea che determinati modi negativi di pensare influiscono sul suo modo di sentire e di comportarsi, si potrà procedere correggendo e trasformando tali pensieri.

PROCESSO DI RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA

Ancora una volta può essere utile che l’adulto si ponga come modello fornendo esempi personali

Es. Se il bambino è scoraggiato quando deve imparare qualcosa di nuovo… “A volte anche io devo imparare qualcosa di nuovo e a volte dentro di me una vocina mi dice: “Non ce la puoi fare…è troppo difficile…” Questa vocina è proprio antipatica e mi fa sentire incapace e scoraggiato ancora di più… Allora decido di affrontare questa voce e di mettere alla prova quello che mi dice… Allora mi ricordo perfettamente che tante altre volte ho imparato a fare cose che inizialmente sembravano difficili… E alla fine mi ripeto che è sempre meglio provare e che, se insisto, forse ci riuscirò”.

Lo scopo non è quello di eliminare tutte le voci negative dai pensieri del bambino (impresa che risulterebbe irrealizzabile), ma riuscire a rendere più frequente e “spontaneo” questo processo di correzione e trasformazione dei pensieri nocivi.

Solo un lavoro costante consentirà di ottenere risultati concreti.

Per stare bene con il bambino…

Seppur in buona fede, molto spesso gli adulti (genitori ed insegnanti) mettono in atto determinati errori che hanno un effetto deleterio sul comportamento del bambino… Se qualche errore viene riconosciuto come abbastanza frequente, si consiglia di prenderlo come obbiettivo specifico per l’automodificazione del proprio stile educativo.

PRINCIPALI ERRORI EDUCATIVI 1) REAGIRE IN MODO INCOERENTE AI COMPORTAMENTI DEL BAMBINO

(il bambino sarà disorientato non riuscendo ad acquisire i comportamenti adeguati)

2)PRESTARE ECCESSIVA ATTENZIONE AI COMPORTAMENTI INDESIDERABILI DEL BAMBINO

(lesinando attenzione e gratificazione ai comportamenti desiderabili)

3)PRETENDERE CHE IL BAMBINO FACCIA ASSOLUTAMENTE QUELLO CHE L’ADULTO SI ASPETTA DA LUI

(senza fornire spiegazioni , senza stimolare una sufficiente motivazione)

4) PERDERE IL CONTROLLO.

(non si può insegnare a stare calmi perdendo la calma!)

5)FARE FREQUENTE RICORSO ALLE MINACCE

(nel migliore dei casi il bambino si abitua, nel peggiore si guasterà la relazione con lui)

6) CERCARE DI OTTENERE QUALCOSA DAL BAMBINO PROMETTENDOGLI UNA RICOMPENSA NEL MOMENTO IN CUI STA ESPRIMENDO UN RIFIUTO 7) PUNIRE IL BAMBINO AZICHE’ PENALIZZARE IL COMPORTAMENTO

(penalizzando il comportamento l’accanto viene posto sull’azione sbagliata e non sul bambino come persona)

8) DARE PREMI E PENALITA’ NEL MOMENTO E NEL MODO SBAGLIATO

(affinchè siano efficaci è necessario che premi e punizioni siano immediati e contingenti al comportamento)

9) FARE RICORSO A PUNIZIONI CHE HANNO UN EFFETTO BOOMERANG: CERCANDO DI CORREGGERE UN COMPORTAMENTO SBAGLIATO SI RIPERCUOTONO NEGATIVAMENTE ANCHE SU ALTRI COMPORTAMENTI

(quantità maggiore di compiti o scrivere 50 volte “non devo disturbare quando la maestra spiega…)

10) COMUNICARE CON IL BAMBINO IN MODO IRRAZIONALE RICORRENDO AD ETICHETTE DEL TIPO “FANNULLONE!”, METTENDOLO IN RIDICOLO O SVALUTANDOLO

(si intacca l’autostima e peggiora il comportamento )

FARE AMPIO USO DEL PRINCIPIO DEL RINFORZO Un principio fondamentale che regola il comportamento di tutti gli esseri viventi:

QUALSIASI COMPORTAMENTO CHE CONDUCA A DELLE CONSEGUENZE PIACEVOLI TENDERA’ AD ESSERE RIPETUTO.

Esistono 3 principali tipi di RINFORZO: 1) Lodi e manifestazioni di affetto; 2) Attività gradevoli o privilegi particolari; 3) Ricompense materiali;

• • • La prima cosa utile è rendersi conto che PREMIARE il comportamento desiderabile fa bene sia all’adulto che al bambino, infatti: Il comportamento premiato diventa più frequente (meno necessario il ricorso a rimproveri) Il bambino si rende maggiormente conto dei comportamenti apprezzati Se premiato il b. sviluppa sentimenti positivi sia verso se stesso che verso l’adulto

DARE UNA MAGGIORE ATTENZIONE POSITIVA E’ molto diffusa la convinzione che: SE IL BAMBINO SI COMPORTA BENE NON HA FATTO ALTRO CHE IL SUO DOVERE, E’ COSì CHE DOVREBBE SEMPRE FARE, QUINDI NON C’ E’ ALCUN BISOGNO DI MOSTRARE APPREZZAMENTO”

Questo atteggiamento ostacola l’adozione di un corretto stile educativo per DUE MOTIVI 1. Influenza negativa sul rapporto esistente tra adulto e bambino (poiché risulta ridotta la quantità di interazioni positive) 2. L’attenzione , anche manifestata sotto forma di rimprovero, è rinforzante per il bambino (verranno rinforzati i comportamenti negativi che si vogliono reprimere)

Alcuni accorgimenti utili per applicare correttamente il principio del rinforzo

• • • • • 1. Somministrare il rinforzo subito dopo del comportamento desiderabile.

2.Rinforzare spesso i comportamenti poco frequenti.

3.I premi saranno abbinati a lodi e manifestazioni di affetto (che prenderanno gradualmente il posto delle ricompense materiali) 4.L’intensità del rinforzo deve essere proporzionata alla difficoltà del compito e dell’impegno richiesto.

5.Mostrare entusiasmo quando si rinforza.

• • • • • 6. Indicare in modo chiaro il comportamento che viene lodato.

7. Evitare di ricorrere a ricompense per fermare un comportamento indesiderabile in atto (si rinforzerebbe il comportamento indesiderabile) 8. mantenere la massima coerenza nell’applicare il rinforzo 9. Se il comportamento richiede molto impegno per il b. è opportuno stabilire obiettivi intermedi.

10. Accertarsi di avere a disposizione un ampio “menù” di rinforzi per evitare che il b. si abitui allo stesso rinforzo.

Il COMPORTAMENTO DISUBBIDIENTE DEL BAMBINO

• Nell’ADULTO (insegnanti genitori) insorge un SENTIMENTO DI FRUSTRAZIONE ED OSTILITA’, ma

MOLTE VOLTE, INCONSAPEVOLMENTE, L’ ADULTO HA UN RUOLO ATTIVO NEL DETERMINARE IL COMPORTAMENTO DISUBBIDIENTE del bambino…

• • • Una prima causa: tipo di comunicazione adottato quando si fanno richieste al bambino (sotto forma di domanda: “Perché non stai seduto al tuo posto?”…). Riformulare in termini affermativi: “Adesso stai seduto al tuo posto!” Seconda causa: mancanza di decisione nel portare avanti la richiesta. Il b. impara che se la ignora potrà evitare di fare quello che gli è stato detto. Ripetere la richiesta specificando le conseguenze ed eventualmente mettere coerentemente in atto tali conseguenze.

Terza causa: mancanza di rispetto

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