asti_015 - Diocesi di Asti

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Gazzetta d’Asti | 1 aprile 2016 ____________________
INFORMAZIONE RELIGIOSA
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Quasi duemila persone alla Via Crucis cittadina
Sabato Santo: meditazione al Foyer con mons. Sobrino
Contagiare la città di misericordia
Gesù, il volto
della misericordia
Meditazione sulle 14 opere dell’amore. Folta la presenza dei giovani
“Contagiare la città di misericordia”. Traendo lo
spunto da una delle riflessioni proposte durante le
14 stazioni, così il vescovo
ha sintetizzato il significato
della Via Crucis cittadina
del Venerdì Santo dell’anno della misericordia conclusa in duomo dopo aver
attraversato la porta santa
della misericordia.
In effetti la serata di preghiera è stata centrata sulle
opere di misericordia come
quelle che scaturiscono
dallo stile di Gesù buon
samaritano dell’umanità.
Stile di attenzione verso il
prossimo affamato, assetato, nudo, senza casa, malato, carcerato, defunto; così
come verso ogni persona,
e possiamo essere ciascuno
di noi, che ha bisogno di essere consolata, ammonita,
istruita, consigliata, perdonata, sopportata o supportata con la preghiera.
Le riflessioni, dettagliate e stimolanti, proposte da
gruppi e parrocchie, sono
state seguite in totale silenzio e attenzione dai duemila partecipanti culminando,
dopo l’ingresso in duomo,
con la partecipazione al ca-
loroso canto finale di “Servo per amore” proposto da
un vero plotone di giovani
convocato dai viceparroci
della Pastorale Giovanile,
quasi come un’eco operativa della recentissima serata-spettacolo del God’s Talent. Un programma di vita
dettato direttamente da
Cristo Gesù per essere con
lui veri sacerdoti dell’umanità.
> C.V.
Sabato Santo, dopo le
Lodi, la comunità della Cattedrale vive, ormai da qualche anno, un momento molto particolare del suo cammino pastorale, la meditazione di Pasqua con don
Mauro Sobrino, ora monsignore.
L’intervento, dal titolo “Il
volto della Misericordia”,
ha preso le mosse dall’Anno Giubilare, per toccare le
tematiche dei Prefazi di Pasqua. Gesù è il volto della
misericordia del Padre e noi
dobbiamo lasciarci guardare
da quel volto. Nella Passione
secondo Luca, si legge che,
dopo che Pietro rinnegò
Cristo, Gesù si voltò a guardarlo e quello sguardo, non
di giudizio, ma di speranza,
permette a Pietro di non deviare, di non andare oltre...
Dobbiamo lasciarci guardare dal volto di Cristo: è il
volto tenero del Bambino a
Betlem, è il volto intelligente del Dodicenne al Tempio,
che ci interpella, come i ragazzi di oggi, è il volto sereno del Trentenne che ha predicato, è il volto dell’umanità quotidiana, del Maestro,
del fratello che accoglie, del
Samaritano; è il volto di chi
si dirige decisamente verso Gerusalemme - il verbo
greco utilizzato significa “indurì la sua faccia”-. E’ il volto di Cristo, sempre uguale,
ma sempre diverso, è il volto della Misericordia. Ricordiamoci il logo del Giubileo:
la figura di Cristo con sulle spalle un uomo, due volti, uno nell’altro, addirittura
con soli tre occhi.
Dove trovare le parole giuste per il cammino di conversione? Possediamo un tesoro nascosto, non lo conosciamo , quasi, si trova nella
liturgia della chiesa del tempo pasquale, i cinque Prefatio, in cui si può rendere grazie a Dio e compiere il nostro viaggio. Lì appare il volto di Cristo luminoso, non è
l’agnello rassegnato pronto
per il sacrificio, ma l’agnello “Qui tollit peccata mundi”, che solleva, non trascina,
i nostri peccati. E’ l’agnello che porta luce, di cui c’è
tanto bisogno oggi, è il trovare del buono in ognuno di
noi, comunque vada; l’amore di Cristo è sorgente di vita
nuova, è speranza per tutti, è lo sguardo della misericordia.
> Mariarosa Poggio
MEDITANDO LA PAROLA
DOMENICA 3 APRILE - SECONDA DOMENICA DI PASQUA - ANNO C
LETTURE: At 5, 12-16; Sal 117; Ap 1, 9-11.12-13.17.19; Gv 20, 19-31
Pace a voi! Come il Padre
ha mandato me, anche io mando voi
Incontri pastorali
del vescovo
• Venerdì 1° aprile alle 12 in vescovado incontra un gruppo di studenti del liceo scientifico “F. Vercelli”; a Capriglio alle 18 incontra i profughi e alle 21 celebra l’Eucaristia per l’anniversario della nascita di mamma Margherita.
• Sabato 2 a Torino partecipa all’incontro sulle nuove norme emanate da Papa Francesco
in materia di processi di nullità matrimoniale; alle 18 nella parrocchia di Rocca d’Arazzo celebra l’Eucaristia; alle 21 nella casa di riposo “Città di Asti” partecipa ad un concerto.
• Domenica 3 amministra la Cresima nella parrocchia di Ferrere alle 9; Dusino (S. Rocco)
alle 11; S. Damiano (Ss. Cosma e Damiano) alle 15.30; alle 18 nella parrocchia di S. Pietro (Asti) partecipa all’inaugurazione dei nuovi locali dell’oratorio.
• Lunedì 4 in vescovado alle 9.30 incontra il vicario generale e il personale della curia,
alle 12 partecipa alla conferenza stampa per la presentazione del Congresso Eucaristico
Diocesano; alle 15 incontra i cresimandi della parrocchia di Cisterna.
• Martedì 5 in mattinata a Pianezza partecipa alla commissione regionale Migrantes; alle
21 in vescovado presiede il consiglio di amministrazione dell’Opera pia Milliavacca.
• Venerdì 8 alle 21 allo Spazio S. Giovanni partecipa allo spettacolo teatrale Le sfide della
fede: “Il purgatorio in terra” - Ama il prossimo tuo con Marco Baliani.
• Sabato 9 alle 15.30 in cattedrale presiede la Concelebrazione per l’ordinazione presbiterale del diacono Enrico Fileppi; alle 21 nella collegiata di S. Secondo partecipa al concerto – catechesi “Il buon pastore” Coro della Diocesi di Asti, Corale S. Secondo e altri cori parrocchiali.
• Domenica 10 nella collegiata di S. Secondo alle 11.15 partecipa alla concelebrazione
presieduta dal cardinale Severino Poletto e alle 17 presiede la celebrazione del vespro
per l’inizio del Congresso Eucaristico Diocesano; alle 16 in piazza Statuto porta il saluto ai partecipanti alla Festa del fanciullo della Fism.
Il vescovo dà udienza venerdì 1° aprile, mercoledì 6 e venerdì 8 dalle 9 alle 12.
L’Ottava di Pasqua si chiude con la
domenica della Divina misericordia. La
liturgia della parola mette l’accento sul
‘giorno del Signore’, il primo giorno della settimana, il giorno della risurrezione che diventa da subito il giorno festivo per eccellenza (‘‘o giorno primo ed
ultimo, giorno radioso e splendido del
trionfo di Cristo...’’ ‘‘Questo è il giorno
che ha fatto il Signore, rallegratevi ed
esultate...’’), il giorno privilegiato dell’incontro del Risorto con la sua comunità e
che per questo dopo qualche decennio
guadagnerà tra i cristiani un nome proprio, domenica, il giorno del Signore,
appunto.
Altro tema centrale di questa domenica è la missione: la tragedia della croce e l’angoscia prolungatasi fino alle prime luci dell’alba del giorno dopo il sabato, avevano frastornato gli apostoli,
che non sapevano far altro che starsene chiusi in casa con la sbarra alla porta e spaventati da ogni rumore sospetto. Il tradimento di Giuda e il suicidio di
quest’ultimo non dovevano aver rasserenato l’ambiente e anche Pietro ci aveva messo del suo con le sue solenni rinnegazioni in pubblico.... La missione in
quelle ore non era più nel loro orizzonte, eppure...
La prima lettura ci presenta gli apostoli all’opera con segni e prodigi e la comunità che si ingrandisce: ‘Molti segni e
prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. (...) Sempre più, però,
venivano aggiunti credenti al Signore,
una moltitudine di uomini e di donne,
tanto che portavano gli ammalati persino
nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di
loro’.
Nella seconda lettura Giovanni viene
invitato a scrivere le visioni che avrà a
breve proprio ‘nel giorno del Signore’:
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come
morto. Ma egli, posando su di me la sua
destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma
ora vivo per sempre e ho le chiavi della
morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose
che hai visto, quelle presenti e quelle che
devono accadere in seguito’.
Che cosa è avvenuto di così decisivo
nella domenica di Pasqua, e nella domenica successiva e altre volte ancora? Il Risorto ha incontrato gli apostoli. Essi, ormai senz’arte né parte e con di
fronte un futuro assolutamente incerto e poco promettente, nel vedere Gesù
risorto sono in un certo senso tornati a
vivere anche loro dopo giorni di ‘blackout’: ‘... venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse
loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre
ha mandato me, anche io mando voi».
Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno
perdonati».
In pochi istanti tutto ciò che avevano
fatto nei tre anni con Gesù torna ad avere un senso, la rinuncia a tutto fatta tre
anni prima non sembrava più una scelta avventata come forse potevano aver
pensato nelle ultime quarantott’ore...
L’incontro col Risorto mette tutte le
cose a posto: la domenica dopo visita la
comunità con Tommaso presente e anche lui si pentirà probabilmente di aver
temporeggiato nel credere ai confratelli e più avanti ci sarà l’incontro in riva
al lago dove avrà luogo la piena riconciliazione con Pietro e la conferma dello
stesso nella sua missione. A questo punto si tratterà di scegliere il sostituto di
Giuda e la comunità sarà pronta a ricevere lo Spirito Santo e ad andare in missione.
> Don Roberto Zappino