nuovo numero - Ordine Ingegneri Provincia di Genova

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Transcript nuovo numero - Ordine Ingegneri Provincia di Genova

N.3
Marzo
2016
Esce dal 1949
Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale DL 353/2003 (Conv. In L. 27/02/04) Art. 1 Comma 1 - MP-NO / MENSILE - GENOVA ANNO LXVII- N. 3 Marzo 2016
tti
ollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria
INNOVAZIONE: BIM,
IL FUTURO È OGGI.
CHI SI FERMA È PERDUTO
La rivoluzione del 3D
che ha cambiato
per sempre l’approccio
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guida per
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Mensile della Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Liguria
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A COSA SERVE LA LEGGE SE NON SI LEGGE? - Capita spesso sentire frasi tipo:
“Dobbiamo sbrigarci, perché la legge impone l’adeguamento entro il...”, a
proposito dei cosiddetti “adeguamenti normativi” intesi come obbligo di modificare
una situazione esistente secondo nuovi requisiti a cui prima non era soggetta.
Questo accade principalmente per la prevenzione incendi, il contenimento dei consumi
energetici e la sicurezza degli impianti. Visto che questo può comportare notevoli costi
sociali, una domanda sorge spontanea: in quali termini siamo obbligati a intervenire anche su
ciò che è efficiente e in regola rispetto alle norme previgenti? In effetti, leggendole bene, si
scopre che le disposizioni sono quasi sempre modulabili, secondo il principio prestazionale di
ragionevole utilità e attuabilità in termini di costi e di risultati. Tutto qui, basta leggere, ma in
pochi lo fanno. Si preferisce chiedere pareri, farsi dire da altri come stanno le cose, anziché
trarre conoscenza diretta dalla fonte e maturare un proprio convincimento. Così, talvolta, si
tende a generalizzare i comportamenti ed affrontare in modo semplicistico ciò che, invece, il
legislatore disciplina caso per caso. Tipico esempio, l’art. 9, c. 5 del D. Lgs. 102/2014, sulla
termoregolazione e contabilizzazione individuale del riscaldamento nel condominio: in pochi
verificano l’efficienza in termini di costi per sapere se le opere di adeguamento impiantistico
sono convenienti e obbligatorie. Normalmente lo sono, e ben vengano nell’interesse dello
sviluppo sostenibile, ma perché darlo sempre per scontato? Perché omettere questa importante
verifica e, se non c’è convenienza, premiare chi è stato virtuoso nel passato? È come andare
in farmacia e acquistare una medicina senza sapere se si sta male... Ovvero, magari, spendere
100 euro all’anno di contabilizzazione per risparmiarne 90 di riscaldamento.
M.M.
IL RULLO DI... ROLLI
Stefano Rolli, vignettista satirico, pubblica ogni giorno i
suoi lavori sulla prima pagina del Secolo XIX commentando i fatti della politica e del costume locale, nazionale e internazionale. Inoltre collabora con alcune tra le
maggiori testate ilaliane ed estere.
n. 3 - Marzo 2016 -
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POST-RULLO
TERMOREGOLAZIONE E CONTABILIZZAZIONE NEL CONDOMINIO
I CONTATORI DELLA DISCORDIA
GUIDA NELLA GIUNGLA NORMATIVA
I dubbi applicativi del D.Lgs. 102/2014 che possono generare problemi di interpretazione
PAOLO CAVALLETTI
Professore a contratto Università di Genova,
corsi di Fisica tecnica ambientale e Impianti tecnici
MAURIZIO MICHELINI
Consigliere Ordine Ingegneri Genova,
referente per energia e impianti
N
elle assemblee di condominio non si parla d’altro.
E la convinzione diffusa è che, entro il 31 dicembre
prossimo, occorra indiscriminatamente e obbligatoriamente installare i dispositivi di contabilizzazione
dell’energia termica per ogni unità immobiliare degli edifici
plurifamiliari dotati di riscaldamento centralizzato, incaricando un professionista per il progetto e la diagnosi dei
singoli appartamenti. Che fornirà, per ognuno, la quota
millesimale fissa per i prelievi involontari, da ripartire
secondo i millesimi del riscaldamento, e la quota variabile
per i prelievi volontari, da ripartire secondo le misure effettive dei singoli alloggi.
Sarà vero? Per saperlo “basta” leggere il combinato
disposto art. 9 comma 5 e art. 16 commi 6,7,8 del D.Lgs.
102/2014, interpretato e applicato secondo i principi contenuti all’art. 9 della Direttiva 2012/27/UE, seguendo, come
riferimento operativo, le norme tecniche UNI EN 15459:2007
(per capire se c’è efficienza in termini di costi e, quindi, se
sussista o meno l’obbligo di installazione dei dispositivi) e
UNI 10200:2015 (per ripartire i prelievi volontari, che ci siano
o meno i dispositivi), queste ultime acquistabili sul sito UNI
per 153 euro oltre IVA o consultabili gratis per gli Ingegneri
iscritti all’Ordine. Dopo di che, è bene leggere le motivazioni che hanno
portato l’UE ad aprire la procedura di infrazione n. 2014/2284,
dove, in particolare, per l’art. 9, viene contestata all’Italia la
2/
- n. 3 - Marzo 2016
mancata definizione delle modalità per dotare i clienti finali
di contatori individuali, così da preludere ad un imminente
correttivo. (http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/docnonleg/31322.htm)
Terminata questa analisi, emerge un dato: le modalità
applicative del D.Lgs. 102/2014 sono molteplici e
tutt’altro che scontate.
Il principio dettato dalla direttiva 2012/27/UE è garantire
una misurazione dell’energia che sia trasparente e precisa, il
più possibile legata agli effettivi prelievi volontari degli utenti,
anche mediante interventi di adeguamento degli impianti
esistenti, a condizione che ci sia convenienza economica nel
realizzarli. Agli Stati membri viene lasciata ampia facoltà di
verificare se sussista o meno tale convenienza e di indicare
eventuali “orientamenti” per la suddivisione delle spese.
L’art. 9, comma 5, lettera b del decreto, prevede che il
contatore individuale di energia termica (tipico per gli
impianti a distribuzione orizzontale, detti “ad anello”)
debba essere installato dall’impresa di fornitura del servizio
(?), con tanto di sanzione a suo esclusivo carico. L’obbligo
viene meno solo se un professionista dimostra che
non è fattibile o efficiente in termini di costi; nel caso,
è il condominio che deve provvedere all’installazione di
ripartitori e valvole termostatiche sui corpi scaldanti,
ai sensi dell’art. 9, comma 5, lettera c del decreto, salvo
che un professionista non dimostri che non è fattibile o
efficiente in termini di costi, proponendo metodi alternativi,
nella massima libertà di applicazione dell’esperienza e
dell’ingegno.
Quindi, se l’installazione dei dispositivi di
termoregolazione/contabilizzazione si può fare e
conviene, allora è obbligatoria, altrimenti è facoltativa.
Nella maggior parte dei casi la convenienza c’è e l’obbligo
sussiste; tuttavia, non sono poche le situazioni in cui gli
impianti sono già equilibrati e i costi ottimizzati, e vanno
salvaguardate rispetto “all’adeguamento a tutti i costi”.
Si pensi a coloro che, virtuosamente, hanno rinnovato
le centrali termiche con l’installazione di caldaie a
condensazione, valvole termostatiche ed elettrocircolatori
a portata variabile; siamo proprio sicuri che i soli
contabilizzatori porteranno a risparmi tali da ripagarsi?
Sotto il profilo strettamente tecnico, il contabilizzatore non
costituisce, di per sé, fonte di risparmio energetico, ma
permette solo una diversa ripartizione della spesa totale
tra gli utenti; resta l’innegabile funzione di “deterrente
all’uso”, inducendo a “tenere chiuso” il corpo scaldante
per risparmiare; però, in questo caso limite, se la
temperatura dell’ambiente permane sotto i 18°C, si
incentivano fenomeni di condensa e muffa, con risvolti
importanti sui soggetti allergici, insorgenza di patologie
respiratorie e conseguente spostamento del centro di costo
sociale dall’Energia alla Sanità (e ai negozi di maglioni
e cappotti...); non a caso, la forbice 18-20°C costituisce
requisito igienico sanitario, ai sensi dell’art. 4, comma 2 del
D.M. Sanità 5.7.1975.
Statisticamente, fatte salve le abitazioni ad uso saltuario
tipiche delle località di vacanze, è raro che, dalla
termoregolazione e contabilizzazione, consegua un
risparmio energetico superiore al 15% indicato nella
letteratura specializzata (V. punto 2.2.4. della pubblicazione
“La contabilizzazione del calore negli edifici domestici e del
terziario”, attuata da Renael e Apat con il coordinamento
di Are Liguria). www.renael.net/public/documenti/181/
Contabilizzazione%20calore_def.pdf
Anche se non si installano i dispositivi, occorre comunque
verificare la corretta suddivisione delle spese.
Si tratta, infatti, di un obbligo inderogabile contenuto
all’art. 9, c. 5, lettera d del decreto, che dispone: «L’importo
complessivo deve essere suddiviso in relazione agli effettivi
prelievi volontari di energia termica utile e ai costi generali
per la manutenzione dell’impianto, secondo quanto previsto
dalla norma tecnica UNI 10200 e successivi aggiornamenti».
La UNI 10200:2015, alla prima pagina, riporta testualmente:
«La norma stabilisce i principi per l’equa ripartizione delle
spese di climatizzazione invernale e acqua calda sanitaria in
edifici di tipo condominiale provvisti o meno di dispositivi per
la contabilizzazione dell’energia termica».
Quindi, se i dispositivi ci sono, si divide secondo le letture;
se non ci sono, si divide secondo la potenza termica
installata e verificata in ogni appartamento, intesa come
massimo prelievo potenziale volontario, a condizione
che ogni condomino possa ridurre tale potenza e,
mediante dichiarazione di un professionista, ottenere
dall’amministrazione la proporzionale diminuzione delle
spese (fino anche ad arrivare al distacco,
consentito dal novellato art. 1118 c.c.).
Non è invece chiaro se si possano o meno
stabilire quote fisse per i prelievi involontari o per
altri correttivi, non menzionati nel decreto.
In punto di diritto, se il decreto parla di prelievi volontari
e tace su quelli involontari, allora questi non dovrebbero
essere presi in esame, se non come eventuale componente
residua legata ai volontari, e la UNI 10200:2015 si
applicherebbe solo per questi ultimi (ubi lex voluit dixit, ubi
noluit tacuit). Vero è che la UNI 10200:2015 disciplina anche
i prelievi involontari, ma, secondo autorevoli fonti, il fatto
che non sia pubblicata in Gazzetta le preclude la possibilità
di introdurre, rispetto al decreto, ulteriori obblighi la cui
inosservanza incida sul regime sanzionatorio, per il quale
vale la riserva di legge (V. sentenza TAR Lazio 5413/2010).
Qui i giuristi si dividono tra chi ritiene tassative le
disposizioni del decreto, e chi, invece, pensa che
ancora esista una certa discrezionalità dell’assemblea
condominiale nel coniugare il rispetto dei principi normativi
con la pace sociale e la prevenzione del contenzioso che,
inevitabilmente, si verrebbe a creare con chi, specialmente
se inquilino, dovesse pagare molto di più per ottenere lo
stesso servizio.
A propendere per una certa elasticità è il fatto che il
decreto si riferisce alle “spese connesse al consumo di
calore per il riscaldamento”, lasciando la possibilità di
trattare in altra sede le perdite passive non recuperate,
che non riscaldano nessuno, ma anche gli oneri fissi,
diversi dalla manutenzione, che restano immutati anche
se uno o più utenti chiudono i propri corpi scaldanti; la
UNI 10200:2015 ne fa menzione nell’appendice A, punti A.2
e A.3, stimando perdite passive del 25% (di cui 7% non
recuperate) per gli impianti a distribuzione verticale e
20% (di cui 5% non recuperate) per quelli a distribuzione
orizzontale.
Entro tali limiti percentuali, potrebbero trovare ragionevole
spazio le scelte marginali del condominio, ma questa
decisione, così come tutte le altre che non attengono alla
sfera prettamente tecnica del professionista, spettano
all’assemblea sovrana, che ha il diritto di essere informata
ma che, da parte sua, deve approfondire la materia per
essere in grado di capire, valutare e, non per ultimo,
gratificare economicamente la qualità della nostra
consulenza.
La priorità, per il professionista, è di operare secondo legge
e nel rispetto del codice deontologico; siamo così sicuri
che, in questo settore, le scelte che stanno dominando il
mercato lo siano?
Nel dubbio, è bene assumere le decisioni in condivisione
formale con l’assemblea condominiale e con
l’amministratore, mettendo in evidenza tutte le criticità e
le alternative che la norma consente, così nessuno potrà
mai dire: Ingegnere, se fosse stato più chiaro avrei deciso
diversamente e avrei ottemperato ai doveri spendendo
meno.
(l’argomento verrà approfondito dagli autori in un articolo
che prossimamente uscirà sulla rivista “La Termotecnica”)
n. 3 - Marzo 2016 -
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EDITORIALE
A SAVONA, IN APRILE, MEETING NAZIONALE DI QUATTRO GIORNI
ALLA RICERCA DI NUOVE FRONTIERE
ECCO L’INGEGNERIA DEL FUTURO
C
he cosa è l’Ingegneria? La parola deriva dal latino ingenium e dalla
stessa radice deriva il termine italiano “ingegno”. Nel significato
originario, per ingegnere veniva inteso un uomo intelligente, pratico,
capace di risolvere problemi. Oggi l’Ingegneria può definirsi l’arte di applicare
la scienza per soddisfare i bisogni umani.
Negli ultimi 30 anni l’Ingegneria ha visto moltiplicare i campi di applicazione,
si è passati da 3 rami principali - civile/meccanica/navale - ad un numero
indefinito di specializzazioni attuali che spaziano dalla chimica, alla medicina,
all’energia, alla gestione, all’alimentare. La norma ha cercato di semplificare
gli indirizzi professionali ed ha proposto 3 diversi indirizzi - civile/industriale/
informazione - ma naturalmente non ha potuto fermare l’evoluzione e la
crescita del settore. Il continuo evolversi della tecnica e della tecnologia ha
influenzato notevolmente anche l’ingegneria. Anche quei rami della nostra
bella professione che sono più tradizionali e che con maggiore difficoltà
riescono a fare entrare nei propri processi e nei propri sistemi le novità hanno
dovuto cedere il passo alle continue innovazioni.
Altro passo di sviluppo naturalmente hanno tutti quei settori più giovani
dell’ingegneria che fanno dell’innovazione il loro pane quotidiano; elettronica,
gestionale, informatica, biomedica ed altri ancora sono in continue e veloce
evoluzione e sono loro, molto spesso, a dettare i tempi dello sviluppo
tecnologico.
In questi ultimi 40 anni l’ingegneria è passata da essere una professione
statica, ben definita anche se con limiti molto ampi e in cui il professionista
era un punto fisso nella società ad una nuova visione di un professionista
che è super specializzato con grandi competenze su settori molto limitati,
alla continua ricerca di ulteriore approfondimento e specializzazione, e
soprattutto avido di nuove frontiere. Oggi è l’ingegneria che cerca, e molto
spesso trova, nuove frontiere tecnologiche, poco tempo prima impensabili,
per migliorare e progredire la vita dell’uomo verso nuovi traguardi. La società
moderna ha capito che lo sviluppo e l’innovazione hanno assoluto bisogno di
scienza, ma di una scienza semplice, una scienza applicabile alle cose di tutti
i giorni: l’Ingegneria appunto.
La continua evoluzione e soprattutto la progressiva nascita di molte
specializzazioni ha proprio questo scopo, cioè la necessità di poter applicare
la scienza a tutti i campi che interessano la vita umana. È proprio questa
la scommessa che gli Ingegneri liguri tutti, ma in particolare gli Ordini di
Savona e Genova, hanno fatto: creare un evento culturale intorno alle nuove
forme di ingegneria e soprattutto amalgamarlo con un unico filo conduttore:
è il Riviera Engineering Day, che si terrà a Savona dal 5 all’8 aprile (Vedi
servizi da pag. 18). Naturalmente la scommessa è proprio sul tema scelto:
il turismo. Si, il turismo. Apparentemente non ha nulla a che vedere con
l’ingegneria ma noi, che amiamo la nostra terra e crediamo nel suo sviluppo
e nel suo futuro, vogliamo invece dimostrare il contrario: l’unico possibile
sviluppo della Liguria per il futuro è il turismo e l’ingegneria, con tutte le
sfaccettature e le sue possibilità, con le sue capacità e le sue idee, può
proporre un modello nuovo che possa essere da guida verso il futuro.
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- n. 3 - Marzo 2016
FULVIO RICCI
Presidente Ordine
Ingegneri Savona
Dai cambiamenti della
professione agli obiettivi
per creare sviluppo grazie
alle tecnologie
e all’ingenium.
La scommessa degli Ordini
liguri per ridare fiato, con
gli strumenti della scienza,
all’economia della regione
n. 3 - Marzo 2016 -
/5
Random
MANCANO I DOCENTI: A RISCHIO I CORSI
DI INGEGNERIA NAVALE A GENOVA E NAUTICA A SPEZIA
Più di mille sono gli iscritti, ma i docenti si fermano
a tredici, troppo pochi per garantire lezioni e attività
accademiche. Così per i corsi di Ingegneria navale
a Genova e Ingegneria Nautica alla Spezia, da
tempo suona la campanella d’allarme: l’Università
di Genova sostiene che non può procedere a nuove
assunzioni (il personale docente dovrebbe essere il
doppio) per il blocco imposto dal ministero, alcuni
dei professori sostengono che l’Ateneo potrebbe
invece utilizzare la dotazione straordinaria per
scongiurare il pericolo.
Fatto sta che il polo Marconi di Spezia, costituito
nel 1992, ad esempio, nel giro dei prossimi tre anni
potrebbe sparire in virtù della spending review che
taglia il turn over.
Lo ha confermato alla Nazione l’ing. Dino Nascetti,
ex ammiraglio, ingegnere, presidente di
Promostudi, che guida da anni il prestigioso polo
scientifico, frequentato da studenti che arrivano da
tutt’Italia. «Il problema è grave e riguarda non solo
noi e Genova – ha dichiarato - ma anche le facoltà
delle università di Napoli e Trieste. Tutto il settore
navale è alla canna del gas. Se non viene cambiato il
quadro normativo, non ci sarà ricambio dei professori
che andranno in pensione. Ogni cinque in uscita ne
entrerà uno. In questo modo si salveranno le facoltà
più numerose come ingegneria, medicina, scienze
politiche, che a livello accademico hanno i numeri
per vedersi attributi i punti organico, a differenza di
ingegneria navale. Le università di Genova, Napoli e
Trieste hanno intenzione di avviare un’azione comune.
Obiettivo: un’assegnazione straordinaria per far fronte
alle carenze che potrebbe accadere tra circa tre anni,
quando lasceranno per limiti di età una quindicina
di professori. In quel caso i corsi non avranno più
sostenibilità».
Ma la situazione non è uniforme, specialmente nei
punti di vista. Di fronte a un quadro così difficile,
che rischia di spegnere, già a partire dal 2017
poli di formazione che garantiscono lauree finora
ambite e tenute d’occhio da numerose aziende che
assumono gli elementi più promettenti subito alla
fine del corso di studi, alcuni parlamentari liguri,
come Mara Carocci e Mario Tullo del Pd (e il ministro
Roberta Pinotti, sollecitato dal sindaco di Spezia
Roberta Pinotti) hanno garantito di aver mosso dei
passi verso il governo per chiedere un intervento
straordinario, rivolto anche a Trieste e Napoli.
6/
- n. 3 - Marzo 2016
Un laboratorio del Polo navale di Spezia
Random
LEGAMBIENTE: LA NUOVA LEGGE UN’ARMA IN PIÙ
MA LE ECOMAFIE IN LIGURIA SPADRONEGGIANO
I dati del rapporto di Legambiente sulle ecomafie
parlano chiaro: la Liguria è la regione del Nord
più colpita dall’assalto delle ecomafie con 1.526
infrazioni accertate, 1.704 denunce, 8 arresti e 217
sequestri effettuati. Questi dati piazzano la regione
all’ottavo posto in Italia e Genova entra nella top
ten e primeggia al Nord nel settore dei rifiuti con
289 reati insieme all’assalto del cemento illegale
con il 5,7 degli illeciti a livello nazionale. È dal
1994 che Legambiente conduce la sua battaglia
contro i reati ambientali ma ora ha a disposizione
una nuova arma: nel maggio scorso è stata
infatti approvata la nuova legge sugli ecoreati e la
parola ambiente è entrata entra nel Codice penale
italiano: i principali reati ambientali che fino a poco
tempo fa erano considerati “minori”, e quindi solo
contravvenzionali, con l’introduzione della nuova
normativa sono passati al rango di veri e propri
delitti.
«La nuova legge sugli ecoreati - spiega Santo
Grammatico, presidente di Legambiente Liguria –
anche se non è una riforma “perfetta”, è certamente
uno strumento utile ed efficace per tutelare l’ambiente,
i cittadini e la loro salute, ma anche per far emergere
quell’imprenditoria sana che è rispettosa della legge e
della legalità. Per la nostra regione la relazione della
Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei
rifiuti presentata la all’inizio dello scorso febbraio,
ha dimostrato quanto siano torbidi gli interessi
esistenti e presenti sul nostro territorio e la necessità,
anche per le forze dell’ordine, di essere dotati di
strumenti amministrativi che favoriscano le indagini e
l’affermazione di una ecogiustizia».
G. D
CONTRIBUTI PREVIDENZIALI E ASSISTENZIALI INARCASSA
PER LA CRISI, MODIFICHE AL SISTEMA SANZIONATORIO
Il Comitato Nazionale dei Delegati di Inarcassa
ha approvato il “Progetto sanzioni” che riduce
le multe per ingegneri e architetti in ritardo con
il versamento dei contributi previdenziali e
assistenziali, riconoscendo le obiettive difficoltà
dovute alla crisi di mercato. Il “Progetto sanzioni”
riduce le multe per i liberi professionisti e introduce
una maggiore gradualità nei versamenti. Con la
modifica dell’art. 10, c. 1 del Regolamento Generale
di Previdenza 2012, l’inadempimento viene correlato
al tempo con una scala crescente, penalizzando
in modo più che proporzionale il ritardo reiterato.
In particolare: 0,5% mensile per i primi dodici
mesi di ritardo; 1% mensile dal tredicesimo al
ventiquattresimo mese di ritardo; 1,5% mensile
dal venticinquesimo mese al trentaseiesimo;
2% mensile dal trentasettesimo mese fino al
quarantottesimo; 60% fisso dal quarantanovesimo
mese di ritardo.
Inoltre, vengono ridotte le aliquote indicate,
connesse all’entità dell’importo, a favore degli
iscritti che complessivamente abbiano maturato un
debito per i contributi dovuti e non pagati: del 50%
per un debito pari o inferiore a 10.000 euro; del 30%
per un debito tra 10.001 e 15.000 euro; del 20% per
un debito compreso tra i 15.001 e 20.000 euro.
n. 3 - Marzo 2016 -
/7
Random
LIBERE PROFESSIONI: LA COMMISSIONE UE CHIEDE L’ADOZIONE
DI UN CODICE DEONTOLOGICO UNICO A TUTTI GLI STATI MEMBRI
L’idea era contenuta in
una direttiva europea di
dieci anni fa (2006/123/CE)
ricordata dal Parlamento
europeo in una risoluzione
approvata il 13 ottobre
dello stesso anno. All’inizio
di febbraio scorso è tornata
di attualità con un invito
formale della Commissione
europea agli Stati membri
ad adottare un codice di
condotta comune per le
libere professioni.
Allo scopo, un apposito gruppo di lavoro della
Commissione ha pubblicato il rapporto “Linee
guida per incentivare le professioni liberali in Europa”
per ovviare ai problemi che nascono in caso di
prestazioni di servizi a livello internazionale se i
codici deontologici
NOMEN NOMINE
di Giulia Danieli
AIOICI
Laureato in Ingegneria meccanica, 50 anni, Ettore
Pollicardo, presidente e amministratore delegato
di Bureau Veritas Italia, è stato riconfermato per
due anni al vertice di Aioici, Associazione Italiana
Organismi Indipendenti Certificazione e Ispezione.
CONFINDUSTRIA DELLA SPEZIA
Francesca Cozzani, 58 anni, è la nuova presidente
di Confindustria La Spezia. Laureata in Economia e
Commercio all’università di Genova con un master
in gestione aziendale, guida dal 1994 l’azienda di
famiglia fondata dal padre nel 1946. La società,
che porta il suo cognome, è tra le aziende leader
mondiali nel settore delle valvole automatiche per
compressori. Succede a Giorgio Bucchioni.
FEDERAZIONE DEL MARE
La Federazione del Mare, l’organizzazione che
riunisce il gruppo nazionale delle attività marittime,
ha confermato per il prossimo biennio il presidente
Paolo d’Amico e il vicepresidente Umberto Masucci.
Presidente d’onore della federazione resta il pastpresident Corrado Antonini.
8/
o di condotta tra un Paese
e l’altro sono diversi. Il
rapporto accoglie l’istanza
sollevata dal Ceplis, il
Consiglio europeo delle
professioni liberali che aveva
invitato le associazioni di
categoria professionali dei
vari Paesi Ue a incoraggiare
i rispettivi governi a proporre
un codice etico unico.
Secondo il Ceplis – e la
Commissione Europea
che ha chiesto agli Stati
membri ad arrivare a un accordo su questo fronte
- una Carta europea dovrebbe contenere standard
su «confidenzialità professionale, formazione
professionale, indipendenza e imparzialità, onestà
e integrità, supervisione e supporto, assicurazione
professionale e possibili conflitti con istanze
religiose o morali».
- n. 3 - Marzo 2016
GRUPPO MESSINA
Roberto Ferrari, già amministratore delegato e
direttore generale del Trieste Marine Terminal del
Gruppo Messina, è il nuovo direttore generale del
Terminal di Genova dello stesso gruppo.
Ferrari dovrà sviluppare i programmi di crescita e
sviluppo dei nuovi mercati.
MINISTERO DEI TRASPORTI
E DELLE INFRASTRUTTURE
L’ex presidente dell’Autorità Portuale di Genova,
Luigi Merlo, è stato nominato Consigliere del
dicastero per i temi della portualità e della logistica.
Seguirà l’iter del decreto legge sulla riforma della
governance delle Autorità e il Piano della Logistica e
della Portualità.
PROCURA DELLA REPUBBLICA DI GENOVA
Il plenum del Csm ha eletto il nuovo Procuratore
generale di Genova: la dott.ssa Valeria Fazio.
Già procuratore capo della Repubblica a Casale
Monferrato in Piemonte, Fazio è subentrata a Vito
Monetti.
Qui Federazione
SICUREZZA - INADEGUATA LA LEGGE N. 43/2013
TROPPE CADUTE DALL’ALTO:
NORME REGIONALI DA RIVEDERE
CLAUDIA BEDINI
S
ono circa 35 mila (esattamente 34.868) ogni anno gli infortuni
nei cantieri edili italiani dovuti a cadute dall’alto. Lo dicono i dati
dell’Inail. E questo dimostra che la normativa specifica vigente, in
materia di sicurezza, non è rispettata. Per la cronaca, si tratta del D. Lgs.
81/2008, titolo IV, capo II, che tratta il rischio dei lavori in quota all’interno
dei cantieri temporanei e mobili e le misure di protezione collettive e
individuali obbligatorie.
In Liguria la prima legge regionale sulle “Norme per la prevenzione delle
cadute dall’alto nei cantieri edili” è la n. 5 del 15 febbraio 2010: sosteneva
in sostanza che tutti i tetti degli edifici avrebbero dovuto essere dotati
di un sistema di ancoraggio permanente “linea vita” (dispositivi a cui
agganciarsi in caso di lavori in quota per essere in sicurezza) installata
con requisiti rispondenti alle norme UNI EN 795.
Ma con la legge 43 del 17 dicembre 2013 la stessa Regione Liguria
modificava la normativa precedente eliminando l’obbligo della “linea
vita” per alcune casistiche di interveni in copertura (prima esteso
praticamente a una vastissima gamma di lavori che si eseguono sui
tetti) come i lavori di manutenzione ordinaria, salvo quando interessa
il manto di copertura, lavori su impianti tecnici, telematici, fotovoltaici
ed effettuando quindi una specie di “sconto” sulla sicurezza. In questi
casi, insomma, “ai sensi dal d.lgs. 81/2008 e successive modificazioni
ed integrazioni”, si può ricorrere ai ponteggi. Senza evidentemente
considerare che per un lavoretto da 30 minuti nessuno costruisce
Secondo i dati Inail
sono circa 35 mila ogni anno
gli infortuni di questo tipo
in Italia.
La Regione Liguria
ha modificato, peggiorandola,
la normativa preesistente
soprattutto riguardo
la presenza di un sistema
di ancoraggio permanente
“linea vita” per i lavori
in quota
Un dispositivo “linea vita”
montato su un tetto
n. 3 - Marzo 2016 -
/9
Qui Federazione
un’impalcatura che costa centinaia di euro e pochi sono quelli che
calcolano davvero il rischio effettivo. Lo dimostrano le statistiche.
Altre leggi regionali, invece, fanno esplicito riferimento alle norme
vincolanti UNI di riferimento 11578/15 (che sostituisce la vecchia 795/02)
per le caratteristiche dei dispositivi; EN 11560/14 per la configurazione
in copertura di sistemi di ancoraggio ed il loro utilizzo contro la caduta
dall’alto mediante sistemi di arresto caduta; EN 363, DPI impiegabili.
È del tutto evidente che la normativa ligure è da rivedere, e la
Federazione degli Ordini degli Ingegneri è pronta a dare il suo
contributo. Anche perché la legge è carente anche sotto altri profili
importanti, perché non tratta ad esempio i punti accesso e le loro
caratteristiche di sicurezza in copertura, non disciplinandone i percorsi
e la loro identificazione inequivocabile da parte degli operatori; è priva
di normativi per cui vengono rese possibili le più disparate progettazioni
dei sistemi anticaduta (ad esempio è possibile progettare un sistema
utilizzando solo dispositivi di tipo A - ancoraggi puntuali - senza
prevedere un ancoraggio fisso a centro copertura dove l’operatore possa
stare definitivamente agganciato evitando di modificare continuamente
la posizione di ancoraggio, creando criticità alla sicurezza).
10/
- n. 3 - Marzo 2016
Qui Federazione
LIBERI PROFESSIONISTI E AUTONOMI – LE MISURE ILLUSTRATE DAL SEN. SACCONI
GIOVANI OBERATI DAI COSTI.
IL JOBs ACT PROMESSO DAL GOVERNO
CLAUDIA BEDINI
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n ingegnere neo laureato under 35 deve spendere 1.713 euro per
intraprendere la professione; se invece è over 35 allora la spesa
raddoppia. Lo rivela il Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri.
Il 60% di questo importo va a favore di Inarcassa, mentre il resto viene
impiegato per esame di Stato, tassa di abilitazione, iscrizione all’Albo
professionale e tasse di concessione governative.
Il costo sarebbe sopportabile se ci fosse lavoro per i neo ingegneri e i
corrispettivi fossero congrui e certi. Purtroppo in meno di 5 anni il mercato
dei servizi di ingegneria ha perso più di un quarto del suo valore, passando
da oltre 20 miliardi di euro a poco più di 15. Secondo dati elaborati dal Centro
Studi, gli importi posti a base di gara nei bandi per i servizi di ingegneria
sono infatti crollati da 1,2 miliardi circa del 2009 a neanche 400 milioni
di euro nel 2014. La crisi si ripercuote anche sulle donne: a fronte di una
percentuale di occupazione pari al 72% riferita al 2012, si scende ora sotto
al 65%. A questo si somma l’onere per la formazione continua, che fra
l’altro può essere detratta fiscalmente solo al 50%. E, infine, ma non per
importanza, c’è anche la spesa per l’assicurazione professionale, diventata
obbligatoria in questi ultimi anni.
Il CNI si occupa da tempo del tema, e già al 60°congresso nazionale si era
parlato di jobs act e di nuove frontiere per i giovani, e la stessa cosa si è fatto
lo scorso 4 marzo a Bologna, all’Assemblea del Consiglio Nazionale degli
Ingegneri su “Obiettivo Lavoro”, dove sono stati chiesti al governo strumenti
efficaci che consentano ai professionisti di fronteggiare la crisi, come agevolazioni fiscali, nuove forme di walfare, il ripristino dei corrispettivi (tariffe).
Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro del Senato e
relatore del Jobs Act autonomi, ha informato l’assemblea che il Consiglio
dei Ministri ha esaminato il disegno di legge appunto del Jobs Act degli
Autonomi, già definito come una sorta di testo unico per il lavoro autonomo
collegato alla Legge di Stabilità 2016 – che è già passato alla Camera e ora
è all’esame del Senato, e che mette in atto una serie di nuove misure per
i liberi professionisti iscritti all’Ordine, gli autonomi e i piccoli imprenditori
iscritti alla Camera di Commercio.
Fra queste, la possibilità di detrarre al 100% le spese per formazione
e aggiornamento professionale fino a un massimo di 10.000 euro;
l’assoggettamento al nuovo rito del lavoro di tutte le controversie e i
contenziosi che riguardano il lavoro autonomo; l’applicazione, come facoltà
del professionista, degli interessi di mora per i ritardati pagamenti; la
possibilità di congedo di maternità e paternità per i professionisti iscritti
alla gestione separata INPS con il medesimo trattamento economico
riservato ai lavoratori dipendenti; l’introduzione del concetto di “lavoro agile”
per chi effettua prestazione professionale nei locali dell’Impresa e con limite
massimo di orario come stabilito nei contratti collettivi nazionali; l’obbligo
da parte delle P.A. di favorire l’accesso dei liberi professionisti alle gare
di appalto; l’equiparazione dei lavoratori autonomi alle pmi per l’accesso ai
fondi strutturali EU 2014/2020; la possibilità di stipula di un’assicurazione
anti insolvenze, con detrazione fiscale della spesa; la possibilità di
sospendere premi assicurativi e contributivi in caso di malattia o infortunio
grave; l’annullamento delle clausole contrattuali cosiddette “abusive”
eventualmente introdotte dai committenti ai danni dei professionisti.
Secondo il Centro studi
del Cni, per avviarsi
alla professione, un neo
laureato under 35 deve
spendere 1.713 euro,
il doppio se supera
questa età
n. 3 - Marzo 2016 -
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Qui Federazione
A&B WEB EDITION – IL NUMERO DI GENNAIO
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vulnerabilità e di danno”, con indagini a vista finalizzate
Federazione degli Ordini degli ingegneri liguri – che
all’emissione di un giudizio di sicurezza strutturale».
come è noto viene diffuso via web a circa 11 mila
Un obiettivo per il quale Federazione e Ordini liguri
indirizzi, tra iscritti e altri soggetti, tra istituzioni,
stanno lavorando costantemente, in piena sintonia
amministratori pubblici, associazioni e mondo
con gli organismi nazionali.
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Qui Federazione
A&B WEB EDITION – IL NUMERO DI FEBBRAIO
LEGGE SISMICA, CHIESTO
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n incontro della Federazione ligure degli Ordini degli
Ingegneri con l’assessore regionale alle infrastrutture,
all’ambiente e alla difesa del suolo, Giacomo
Giampedrone, è stato chiesto dal presidente Paolo Caruana per
confrontarsi sui temi della sismica, normata in Liguria dalla L.R.
29/1983 e s.m.i.
Un argomento questo su cui da tempo lavora l’apposito gruppo di
lavoro della Federazione (Claudia Bedini, Diego Bergero, Diego
Fonsa, Enrico Ingenito, Daniele Guerrieri, Domenico Pino, Fabio
Sappia) e che è stato rilanciato, suscitando un forte interesse nei
media liguri, dal numero di febbraio di “A&B web edition”, uscito
nell’occasione in edizione speciale di otto pagine, con il contributo
di diversi specialisti del settore.
La notizia che ha suscitato maggiore interesse è che per effetto
della legge regionale – più volte contestata nel passato e per
la quale gli Ingegneri avevano presentato perfino un esposto al
Tar poi ritirato perché la vecchia giunta regionale aveva iniziato
un percorso di modifica mai però portato a termine – sono ben
35 i Comuni liguri classificati secondo criteri sismici sbagliati.
Questo porta, in caso di ristrutturazioni o costruzioni, all’obbligo
di richiesta di autorizzazione sismica dove è perfettamente inutile
e all’esecuzione di lavori in zone caratterizzate da un maggiore
rischio sismico senza che invece venga avviato alcun iter
autorizzativo.
Ma non basta: vista la carenza di organico degli uffici pubblici,
le Province di Imperia e La Spezia hanno chiesto e ottenuto
la collaborazione dei rispettivi Ordini degli ingegneri per
l’espletamento delle pratiche, che in qualche caso hanno tempi
di attesa che vanno da 6 mesi a un anno e anche oltre. Da qui
la richiesta della Federazione di modificare le disposizioni
introdotte nella L.R. 29/1983 dall’art. 20 della L.R. 50/2012,
definita un “pasticcio” dal giornale, che dedica alla normativa
regionale un’approfondita inchiesta.
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INNOVAZIONE – IL “BUILDING INFORMATION MODELING”
LA RIVOLUZIONE DEL BIM È QUI
COSÌ È CAMBIATA LA PROGETTAZIONE
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ualcuno l’ha paragonato alla rivoluzione portata dal computer
rispetto alla macchina per scrivere. Altri, entrando nel caso specifico,
hanno fatto l’esempio del passaggio dal tavolo da disegno, con l’uso
della lametta e del tecnigrafo, al programma Cad per la progettazione
grafica al computer.
Ora questo salto al BIM, il Building Information Modeling, è l’ennesima
innovazione storica, che fa passare dal Cad a una nuova generazione di
progettisti, con una carica rivoluzionaria che fa sembrare il Cad come il
vecchio foglio di carta e questo sistema la classica astronave.
Ma è proprio così ing. Caruana?
«Si, è proprio così».
Paolo Caruana, come impiantista usa il BIM, e come presidente della
Federazione regionale ligure degli Ordini degli Ingegneri lo promuove e
spiega che in questo “sistema” – perché non è solo un software – c’è il
futuro della professione e chi non si adegua è perduto. Soprattutto, dice,
perché sempre più spesso ci si troverà a lavorare in modo integrato con
altre professionalità tecniche, come gli architetti che in questo campo sono
molto più avanti – e se si presenteranno progetti specie nel settore pubblico
dove lavorare con il Building Information Modeling sta diventando sempre
più un obbligo, si rischia di rimanere tagliati fuori. Anche perché il nuovo
Codice degli appalti ne prevede esplicitamente, più di prima, l’utilizzo, come
vedremo.
Paolo Caruana,
Presidente della
Federazione degli
Ordini degli Ingegneri
liguri: «Non è solo
un software,
ma un nuovo approccio
al lavoro che stenta ad
affermarsi nella nostra
professione.
Ma bisogna colmare
il ritardo altrimenti c’è
il rischio di perdere
un treno importante».
Intanto ne tiene conto
anche il nuovo Codice
degli appalti
Un elaborato relativo al progetto impiantistico del
sistema di illuminazione e distribuzione di energìa
elettrica: gli elementi tecnici (in blu) corrispondono a
quelli effettivamente realizzati e sono componenti reali
e non mere rappresentazioni grafiche tridimensionali
14/
- n. 3 - Marzo 2016
Cover
Dove sta la rivoluzione, presidente, nell’imparare a
usare un nuovo software?
Attenzione, non è solo questo. La rivoluzione sta nel capire
innanzitutto che sono cambiati il mercato e le sue esigenze.
Che il BIM rappresenta una trasformazione del modo di
ragionare, che noi come ingegneri siamo in ritardo e se non
saremo capaci di adeguarci sarà poi difficile prendere un
treno già in corsa. Il BIM ha fatto il suo esordio da tempo
nella progettazione industriale, nell’impiantistica, per la
realizzazione di tubi petrolchimici, nella progettazione
navale. Nell’edilizia è in uso da qualche anno, ma non
in maniera massiva. Se facciamo una proporzione tra la
diffusione di questo strumento il suo uso nel lavoro che
c’è da fare, ci accorgiamo che la sproporzione è enorme.
C’è un forte gap rispetto ai progettisti ingegneri che lo
utilizzano rispetto all’esigenza di utilizzarlo velocemente
per progetti complessi e strutturati.
Facciamo un esempio rispetto al CAD, così ci capiamo
meglio.
La principale differenza è che attraverso il CAD
si può eseguire la traduzione di elementi grafici
per rappresentare un oggetto, ma ognuno lavora
indipendentemente dagli altri. Il BIM invece innanzitutto
presuppone che tutti gli specialisti che lavorano allo
stesso progetto lo facciano in team e operino avendo come
elemento comune la conoscenza perfetta del software:
e questo è già un elemento che rappresenta una crescita
professionale. In secondo luogo è la qualità – e il modo - di
quello che si va a costruire che cambia completamente: è
come passare da un manufatto artigianale a un prodotto
industriale.
Non ci sono più margini di errore
Andiamo ancora sugli esempi che è più facile capire:
dobbiamo costruire un fabbricato, mettiamo un
palazzo. Cosa cambia?
Tutto. Il metodo tradizionale prevede che il progettista
esegua il progetto architettonico, quindi l’ingegnere
strutturista inserisca dentro i suoi elementi strutturali e
quello impiantistico gli impianti tenendo conto del progetto
precedente. Ognuno lavora in maniera coordinata sulle
sue mappe, ma queste non sono sovrapponibili. Ora,
nonostante il coordinamento e la migliore professionalità
che i progettisti possono esprimere, può succedere che la
non sovrapponibilità delle mappe possa far sfuggire anche
all’occhio più allenato incompatibilità fra gli elaborati
grafici che si rivelano inevitabilmente solo quando viene il
momento del lavoro operativo in cantiere. Ed è solo lì che
possono essere apportati i correttivi, con tutto quello che
ne consegue in termini di tempo e di costi.
Invece con il BIM che cosa cambia?
Cambia innanzitutto che il team lavora, sempre sotto
il coordinamento di un capogruppo, ognuno col suo
applicativo dello stesso pacchetto. Che il progetto nasce
tenendo conto di tutti i dati che vengono inseriti e che
diventano non elementi grafici, ma oggetti veri e propri
visibili nello spazio geografico vero in cui devono stare,
nelle esatte dimensioni e caratteristiche che hanno e
se in una qualunque fase della progettazione avviene
un errore, viene respinto. È come costruire un oggetto
vero dove la porta è una porta reale e se è più larga di
un centimetro rispetto all’apertura e non ci sta, viene
respinta. Il margine di errore, sostanzialmente, è nullo, e
non possono verificarsi conflittualità o incompatibilità fra
il lavoro del progettista architettonico, dello strutturista o
dell’impiantista, perché vengono subito rilevati e risolti.
Ma non solo. Come dicevo, dall’involucro della struttura
architettonica alle sue componenti (infissi, porte,
finestre, serramenti e quant’altro), alla parte strutturale
(travi, pilastri ed elementi che compongono l’ossatura
dell’edificio) e tutto ciò che è a corredo come dotazione
impiantistica (riscaldamento, condizionamento, impianti
elettrici), tutto nasce con dimensioni reali in una resa
realistica quasi simile agli ambienti dei videogiochi.
L’intero edificio, apparentemente simile ad un rendering fotorealistico, in realtà è la visualizzazione degli elementi costruttivi nel loro
insieme, in una ricostruzione esattamente corrispondente all’eseguito.
Nell’immagine l’edificio rappresentato anche nella copertina del giornale, realizzato in Brasile: una palazzina uffici con 600 posti di lavoro
e adiacente fabbricato servizi adibito a mensa, spogliatoi e servizi (Progetto Piacentini Ingegneri per conto di Piacentini Costruzioni)
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Cover
Quali sono gli altri vantaggi, a parte quello che ha già
detto e lo “sballo” della resa tridimensionale in qualità
digitale?
Intanto quello che ho già detto non è poco. Ma in effetti c’è
dell’altro. Alla fine del lavoro, il software consente di fare
qualunque tipo di verifica dimensionale, fisica, di calcolo, e
di estrapolare un computo metrico e numerico preciso di
tutto quanto è stato usato per realizzare l’opera: dai quintali
di cemento ai chilogrammi di ferro, dal numero di oggetti
fisici all’esatta dimensione degli impianti, dagli oggetti alla
quantità dei materiali di qualunque tipo utilizzati. Questo
consente di essere più precisi e veloci nel calcolare i costi.
Nel nuovo Codice degli appalti
ora è premiale, poi sarà obbligatorio
Passiamo al nuovo Codice degli appalti (che sostituisce
il vecchio D. Lgs n. 163/2006, il regolamento appalti
Dpr n. 207/2010 e tutte le norme approvate negli ultimi
anni che hanno modificato la disciplina in materia di
appalti pubblici e che vengono abrogate) approvato dal
Consiglio dei Ministri il 3 marzo scorso e che entro il
18 aprile prossimo, dopo il parere del Consiglio di Stato
e delle commissioni parlamentari, dovrà recepire tre
direttive europee.
Al momento il testo, affrontando la progettazione in
materia di lavori pubblici, sostiene che essa «si articola
secondo tre livelli di successivi approfondimenti tecnici,
in progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto
definitivo e progetto esecutivo», e fra le caratteristiche
che bisogna assicurare cita il «progressivo uso di metodi
e strumenti elettronici specifici quali quelli di modellazione
per l’edilizia e le infrastrutture» e «l’uso dei metodi e
strumenti elettronici specifici».
Ing. Caruana, sembra proprio che parli del BIM…
Si. Proprio il BIM è stato fino all’ultimo momento uno dei
punti cruciali del testo. Il ministro Del Rio aveva previsto
che sarebbe diventato obbligatorio subito per le gare
pubbliche, invece nella versione del testo del 19 febbraio le
Un dettaglio costruttivo dell’impianto idrico-sanitario di un edificio; con il BIM equivale ad una “radiografia” in cui è possibile
individuare i singoli componenti. Ogni conflitto con gli elementi architettonici e strutturali è preventivamente affrontato e risolto
Le origini del BIM
Il BIM, acronimo di Building Information Modeling
(in italiano Modello d’Informazioni di un Edificio), in realtà è un sistema costruttivo che si applica in genere
a tutte le costruzioni, comprese le infrastrutture. La
definizione si trova nelle pubbicazioni del prof. Charles M. Eastman del Georgia Institute of Technology
che risalgono alla fine degli anni ‘70 del Novecento.
Ripreso e diffuso dalla Graphisoft nel 1987 con il lancio dell’idea della costruzione di edifici virtuali con
ArchiCAD, il termine fu ampiamente lanciato all’inizio
del 2000 negli Usa grazie alle pubblicazioni tecniche
di Jerry Laiserin, fino a diventare di uso comune per
identificare il processo di sviluppo, crescita e analisi
di modelli multidimensionali virtuali generati da appositi software.
Il BIM si distingue dalla progettazione CAD perché
va oltre la simulazione grafica tridimensionale della
geometria di un impianto o un edificio, ma definisce
tutto il ciclo di vita dell’opera costruita tenendo conto
della localizzazione geografica; della geometria; la
proprietà dei materiali, dei componenti, dei sistemi,
degli elementi tecnici; le fasi di realizzazione, le operazioni di manutenzione fino allo smaltimento di fine
ciclo. E impone il lavoro di gruppo dei vari specialisti
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secondo le varie competenze con un coordinamento
che garantisce un risultato finale senza errori.
Gli Ingegneri guardano a un tavolo europeo
Gli ingegneri vedono il BIM come un sistema armonizzato per gestire l’intero processo edilizio, dalla
fase preliminare, per passare all’azione della fase
esecutiva, fino alla conduzione della manutenzione: ovvero un intero ciclo di vita della costruzione.
Cardine fondante è costruire un repository, con dati
sempre univoci, che accompagnerà la costruzione
per tutta la sua esistenza. Oggi non esiste una norma
nazionale, un preciso standard da seguire per applicare il BIM alle costruzioni, ma gli ingegneri presenti
nei comitati tecnici dell’UNI stanno facendo un grande lavoro di armonizzazione da portare al tavolo europeo del CEN, come è stato ricordato anche in un
recente seminario organizzato dall’Ordine di Genova.
Per questo è basilare puntare ad una filosofia di sistema, alla stregua di un sistema qualità, che viene
inserito in una azienda, e non avvalersi solamente
dell’utilizzo di un software applicativo.
La filosofia e le funzioni
Così come viene spiegato anche dal Cni e viene propo-
Cover
cose erano diverse. Il suo utilizzo, da “obbligo” è diventato
facoltà. A partire da sei mesi dall’entrata in vigore del
decreto, cioè dal 18 aprile, le stazioni appaltanti potranno
richiederne l’uso per le nuove opere e per i servizi sopra la
soglia comunitaria.
In seguito però il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti
dovrà individuare, con un decreto, le pratiche e i sistemi di
monitoraggio per rendere lo strumento, con una tempistica
graduale, obbligatorio, anche in relazione agli importi e alla
tipologìa delle opere e servizi da affidare.
Per ora insomma sarà un’introduzione premiale per
chi usa questo strumento nella partecipazione a gare
pubbliche, ovvero un vantaggio che fa acquisire punteggio.
Poi diventerà via via un obbligo per tutti.
Le canalizzazioni degli impianti
di condizionamento sono tra
gli elementi più “invasivi” nell’ambito
della realizzazione di un edificio
ad elevata componente tecnologica,
ma attraverso il BIM è possibile
assemblare le varie parti di impianto
verificandone la congruenza
e la compatibilità con il resto
della costruzione. Il computo metrico
estrapolato grazie al BIM analizza
e valuta analiticamente i materiali,
i pezzi assemblati e gli accessori
indispensabili per la realizzazione
dell’impianto.
sto nei corsi di formazione organizzati dagli Ordini degli
Ingegneri in tutt’Italia, il BIM è una “mentalità nuova”,
un modo di lavorare diverso, collaborativo, che ha il
pregio di coinvolgere nello stesso obiettivo tutti coloro che lavorano allo stesso progetto già fin dalla prime
fasi della progettazione (V. intervista a Caruana) attraverso l’utilizzo di standard comuni e di rappresentazioni
product-oriented che consentono, attraverso visualizzazioni 3D, di condividere le informazioni, con tutti i partecipanti al processo di sviluppo, compresi gli investitori.
Ognuno – utilizzando ovviamente i pacchetti software – è in grado di accedere alle stesse informazioni incrementando i dati che servono per costruire il prototipo che simula lo sviluppo dell’edificio,
che si presenta con caratteristiche fisiche molto vicine alla realtà percepita dagli esseri umani.
Secondo la Stanford University, che ha diffuso i contenuti
di un’analisi del Centre for Integrated Facilities Engineering (CIFE) l’utilizzo del BIM può consentire fra le altre cose: l’eliminazione fino al 40% di cambiamenti non
preventivati; la riduzione fino all’80% del tempo richiesto per generare un preventivo di spesa; una precisione
nella stima dei costi con un margine d’errore massimo
del 3%; un risparmio fino al 10% del valore del contratto
attraverso l’eliminazione di divergenze e incompatibilità
degli elaborati eseguiti con gli attuali metodi; la riduzione del 7% dei tempi per la realizzazione del progetto.
La diffusione e l’uso all’estero
Secondo i dati diffusi dalla compagnia di consulenza europea Arch-Vision nel 2013, il BIM non è usato
in maniera uniforme nei vari Paesi. Considerando
un’indagine condotta fra progettisti e imprese, i Paesi Bassi risultano al primo posto nell’utilizzo (con
il 51%), seguiti dalla Gran Bretagna (33%). In Italia,
secondo, questo studio, solo il 10 per cento dei progettisti utilizza questa procedura, e il dato colloca il
nostro Paese nelle ultime posizioni considerate in
classifica. L’uso del BIM, sta comunque diventando
lentamente uno standard diffuso in tutto il mondo
per la costruzione degli edifici, al punto che in Europa si sta gradualmente integrando la legislazione
per i contratti pubblici. Nel Regno Unito il governo
sta attuando una strategia per incrementarne fortemente l’uso entro quest’anno.
Gli utilizzatori di BIM vengono censiti, a livello internazionale, anche da alcuni siti indipendenti, che
elencano gli utilizzatori dei loro prodotti (come ad
esempio Revit Inside, sul database http://revitinside.
blogspot.it/)
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Professione
REGISTRAZIONE ONLINE: www.red2016.org A SAVONA DAL 5 ALL’8 APRILE
ECCO LE GIORNATE DELL’INGEGNERIA
Red 2016, ovvero Riviera Engineering Days, quattro giorni a Savona – dal 5 all’8 aprile 2016 – dedicati all’ingegneria.
Alla quintessenza dell’ingegneria, intesa come capacità di utilizzare l’intelligenza per trovare soluzioni ai problemi e
migliorare la vita dell’Uomo. Se come ingegnere per antonomasia, convenzionalmente, si usa indicare Leonardo Da
Vinci (senza dimenticare le piramidi, i romani e le invenzioni degli antichi cinesi…), si capisce subito quale sia l’intento
del convegno ligure, al quale parteciperanno ingegneri, operatori economici, amministratori pubblici e di grandi realtà
private, studenti, professionisti e ospiti provenienti da tutt’Italia.
L’ingegneria nel corso degli anni ha subito una continua evoluzione che ha portato alla nascita di nuove discipline
(V. l’editoriale di Fulvio Ricci a pag. 4), ma è l’Information Communication Technology (ICT), ovvero l’Ingegneria
dell’Informazione, che oggi ha caratteristiche importanti e singolari.
Da un lato costituisce infatti il “sistema nervoso” della società moderna basata sulla tecnologia che domina ogni campo
della nostra vita, dalle telecomunicazioni alla biomedicina. Dall’altro lato sembra non occupare, nel mondo delle
professioni, il ruolo che merita e solo negli ultimi anni si sta rivelando come la più nuova e moderna specializzazione
ingegneristica, anche se ancora molti sono coloro che svolgono mansioni legate a questo delicato e importante settore
senza avere competenze certificate.
Ed è per questo che Red 2016 è dedicato in particolare all’ingegneria dell’informazione e a come essa sia propulsiva per
lo sviluppo di comparti economici importanti come il turismo o l’energia.
Gli eventi di Red 2016 sono organizzati – con il patrocinio di Regione Liguria, Provincia di Savona, Consiglio Nazionale
Ingegneri e Federazione Regionale Ordini Ingegneri Liguria – dagli Ordini degli Ingegneri delle Province di Savona e Genova, dal
Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione e dal Campus Universitario di Savona. Il programma completo – consultabile
online su www.red2016.org/programma.pdf nella versione sempre aggiornata – è pubblicato nelle pagine seguenti.
Una tappa importante
sull’eccellenza italiana
che si rivolge anche
all’opinione pubblica
ARMANDO ZAMBRANO
Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri
R
ed 2016, con tutti gli interessanti eventi in
programma, è un’iniziativa dell’Ordine di
Savona che va nella direzione tracciata dal
Consiglio Nazionale, finalizzata a porre l’eccellenza
dell’ingegneria italiana all’attenzione non solo degli
addetti ai lavori ma dell’intera opinione pubblica.
Si tratta di una sottolineatura necessaria se consideriamo il momento di
grande difficoltà che vive la nostra professione, chiamata a fronteggiare
una crisi senza precedenti che ha avuto un forte impatto in termini di contrazione del mercato e di fatturati. È possibile superare questo momento
difficile soltanto puntando sulla qualità e sulle capacità degli ingegneri
italiani, da sempre riconosciute a livello mondiale, oltre che sull’efficacia
della loro organizzazione ordinistica. Siamo in grado di svolgere un ruolo
determinante in vari settori che vanno dalla protezione e la corretta gestione del territorio alla riqualificazione del patrimonio edilizio, dall’energia alle tecnologie dell’informazione. Gli ingegneri sono in grado di fare la
loro parte perché hanno competenze e capacità.
In questo senso, Red 2016 è una tappa importante di un percorso che,
come Cni, ci apprestiamo a celebrare attraverso un’importante Conferenza sull’eccellenza dell’ingegneria italiana nel mondo, in programma a
Roma dal 28 al 30 aprile.
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I TURISTI
NON ARRIVANO DA SOLI:
SERVE UN MOTORE
DI SVILUPPO
Le competenze dell’ingegnere
si misurano in questo campo
nella capacità di gestire l’innovazione,
nuovi modelli sociali e gestionali,
la sperimentazione con un occhio
rivolto alle grandi tendenze
della nostra epoca.
Il 6 aprile una giornata sul tema
ROBERTO FORMATO
empre più spesso, nei progetti di sviluppo locale, si fa cenno al turismo quale motore per
un rinnovato sviluppo economico e sociale.
Molte amministrazioni si affrettano così a ideare
piani di marketing nella convinzione che una buona promozione e l’organizzazione di attraenti eventi
possano aiutare ad acquisire una quota crescente di
mercato.
Tale fiducia non è mal riposta. La domanda turistica
a livello internazionale è in costante aumento: il numero dei viaggiatori cresce globalmente al ritmo del
S
Professione
3-4% l’anno e il settore viaggi e vacanze vale poco
meno del 10% del PIL e dell’occupazione mondiale. Non tutte le destinazioni però ne beneficiano allo
stesso modo. In Italia i flussi turistici negli ultimi 10
anni sono stati condizionati dalla crisi economica,
che ha portato i connazionali a ridurre del 7,6% i
pernottamenti. La crescita della domanda straniera
ha compensato in parte tale diminuzione, ma non
dappertutto. Le presenze turistiche nel bel Paese
sono cresciute del 6,3% tra il 2005 e il 2014, ma la
Liguria, più condizionata dal turismo dei connazionali, ha visto la propria domanda ridursi del 2,6%.
Per la regione segnali incoraggianti, da confermare
nei prossimi anni, sono arrivati nel 2015, con l’estate
che ha visto le presenze complessive crescere del
3,3% rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto al contributo dei turisti che hanno pernottato in
strutture extralberghiere, in aumento del 7,2%.
I dati rivelano la necessità di rinnovare l’offerta
e i prodotti turistici collegati. Si tratta tuttavia di
un’operazione tutt’altro che semplice. Il turismo,
tra tutti i comparti economici, è sicuramente il più
complesso, non solo perché è composto da attività
molto eterogenee (ricettività, trasporti, gestione di
risorse culturali e naturali), ma soprattutto perché
queste afferiscono, quanto a pianificazione e realizzazione, a soggetti e livelli istituzionali completamenti diversi. Gli inglesi lo definiscono un “wicked
problem”, ovvero un problema/opportunità che non
può essere affrontato semplicisticamente, ma che
richiede una grande capacità di sperimentazione,
progettazione e apprendimento, con un occhio rivolto alle grandi tendenze della nostra epoca: la sostenibilità, le nuove energie e i cambiamenti climatici,
l’invecchiamento della popolazione.
I progetti turistici si connotano dunque sempre più
per l’alto livello di innovazione. Nel partenariato tra
pubblico e privato per la realizzazione delle infrastrutture; nella ricerca di diversificate fonti finanziarie per sostenere gli investimenti, la manutenzione
del territorio e il rinnovamento delle strutture ricettive; nei modelli sociali e gestionali per il sostentamento della gestione dei beni culturali e naturali, ed
anche nella progettazione di prodotti “esperienziali”
capaci di soddisfare le nuove esigenze della generazione “millennium”. Senza dimenticare l’importanza
di adottare modelli decisionali e attuativi trasparenti
e coinvolgenti, assicurandone l’accountability attraverso appropriati sistemi di misurazione e valutazione delle performance.
Un quadro che delinea uno scenario di opportunità
da cogliere per le competenze dell’ingegnere, che
trova proprio nelle sue adattabili competenze e nella sistematizzazione e risoluzione di problemi complessi la propria naturale vocazione professionale.
Mercoledì 6 aprile, nell’ambito di Red 2016, a Santa Caterina di Finale ligure, intera giornata dedicata all’ingegneria del turismo (V. programma),
con la partecipazione di specialisti e amministratori
pubblici.
NELLE SMART GRID
L’INCONTRO
TRA INFORMAZIONE
ED ENERGIA
L’8 aprile il confronto su un tema che assume
sempre più rilevanza: quello della continua
integrazione e gestione delle reti intelligenti,
tassello fondamentale delle future “Smart City” e
della Pan-European network
MASSIMILIANO MARGARONE
el contesto della Smart Polygeneration Grid del Campus di
Savona, la Smartgrid classificata da European Electricity Grid
Initiative (EEGI) tra le 40 più importanti in Europa in termini
di innovazione e coerenza con gli obiettivi del dipartimento Europeo
dell’Energia e tassello fondamentale delle future Smart City, a Red
2016 l’8 aprile è prevista una giornata dedicata ai temi dell’ingegneria in ambito “energy”, con importanti relatori di livello nazionale e regionale (V. programma).
L’applicazione delle tecnologie informatiche alle reti intelligenti per
il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica è uno dei tasselli
fondamentali per la realizzazione della Pan-European network, la futura rete elettrica europea globale.
I nuovi target climatici europei impongono una revisione del sistema
di trasmissione e distribuzione dell’energia a livello europeo. Il target 40/27/30 aggiornato al 2015, che sostituisce il 20/20/20, prevede
nel 2030 una riduzione del 40% delle emissioni di CO2 e un aumento delle energie rinnovabili al 27%. Per raggiungere questi obiettivi
è necessario intervenire a qualsiasi livello: da quello tecnologico, a
quello regolatorio, a quello della definizione delle competenze e dei
programmi formativi.
In questo contesto, le tecnologie attualmente disponibili fanno da
sfondo a un dibattito tra ricercatori, industria, stakeholder e ingegneri sul tema delle Smart Grid. In particolare gli ingegneri dei tre
settori sono chiamati a definire e a rendere operative le normative, a
curare la progettazione dei sistemi, a definire i “gap” tra ciò che tra
le tecnologie rende disponibile per la progettazione delle soluzioni
e ciò che richiede un ulteriore sforzo di ricerca e sperimentazione.
Negli ultimi anni molte risorse sono state impiegate nella realizzazione di dimostratori e nello svolgimento di studi per la definizione
di Key Performance Index (KPI) per la valutazione dell’efficacia delle
reti intelligenti di energia. Oggi la tecnologia è pronta ad affrontare un approccio Smart Grid a livello europeo, ovvero lo sviluppo di
una rete integrata, sicura, con una percentuale sempre più elevata
di fonti rinnovabili. Durante la giornata nazionale verranno in particolare trattati i temi della cyber security, della business continuity e
del cloud applicati all’energy. Le tecnologie ICT sono infatti un elemento essenziale per il controllo dello scambio di energia all’interno
della rete globale e per l’interfacciamento con quella mondiale, in
particolare contribuisce a garantire la continuità di servizio, la sicurezza contro gli attacchi e la fornitura di servizi all’utente finale per
la gestione dei consumi di energia in ambito regionale e domestico
finalizzati a migliorare la qualità della vita delle persone.
N
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Professione
IL PROGRAMMA
Martedì 5 Aprile
L’Ingegnere per l’Uomo ed il Territorio
Terminal Crociere, Porto di Savona
Moderatore Gianfranco Sansalone, giornalista
Ore 10.00 - Registrazione
Ore 10,30 - APERTURA LAVORI
Fulvio Ricci, Presidente Ordine Ingegneri Savona
Monica Giuliano, Presidente della Provincia
Il ruolo dell’Ingegneria nella società: una risorsa di sviluppo per la Liguria
e l’Italia Roberto Orvieto, Presidente Ordine Ingegneri Genova
Gianni Massa, Vice Presidente CNI
• Big Data: l’evoluzione dell’analisi massiva dei dati - Andrea Ridi, Rulex
• Prepararsi all’esperienza turistica con la realtà virtuale - Giovanni
Landi, ETT
Tavola rotonda - Modera Gianfranco Sansalone
Durante l’evento sarà possibile vivere un’esperienza di realtà virtuale
utilizzando la tecnologia Oculus Rift
Ore 13 Pausa
Ore 14.00 - Registrazione pomeridiana
Moderatore Diego Pastorino, Tesoriere Ordine Ingegneri Savona
14,30 APERTURA LAVORI - Nicola Berlen, Vice Presidente Ordine
Ingegneri Savona
• Business Continuity & Disaster Recovery shore side model
Augusto Fedrani, Costa Crociere
• Tecnologia avanzata e integrata dell’operazione. Massimo Giarda,
SARPOM Srl, Esso Italia
• Automazione avanzata nel nuovo terminale - Fabio Tampalini, Dirigente
APM Terminals, Technology Integration Manager
• METODI Engineering: storia di un’internazionalizzazione sottovoce Andrea Pastorino, Responsabile tecnico, Metodi Engineering
• Gestione intelligente dell’energia e dell’efficienza a bordo e a terra Prof. Federico Silvestro, Università di Genova, e Gianni Viano, Softeco
Pausa
• Interoperabilità dei sistemi Port Management Information System
(PMIS) e SafeSeaNet a tutela dell’ambiente – Capitano di Fregata
(CP) Paolo Ferrero, Responsabile del centro di controllo del traffico
marittimo attivato presso la Capitaneria di Porto di Savona
• Il Port Community System di Savona (PCS): l’ICT al servizio della
logistica portuale - Autorità Portuale di Savona
Mercoledì 6 Aprile
Ingegneria del turismo per la crescita dell’economia locale
Santa Caterina (Finale Ligure)
Moderatore Gianfranco Sansalone, giornalista
Ore 10.00 - Registrazione
Ore 10.30 - APERTURA LAVORI - Fulvio Ricci, Ordine degli Ingegneri
Provincia di Savona
• Un’idea del territorio - Giuseppe A. Ozenda di Carpasio
• Ingegneria del turismo - Roberto Formato, Ricercatore Cnr
• Turismo e Liguria - Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria
Tavola rotonda - Modera Gianfranco Sansalone
Ore 13 Pausa
Ore 14.00 – Registrazione pomeridiana
Moderatore Gianfranco Sansalone
APERTURA LAVORI - Massimiliano Margarone, Vice Presidente Comitato
Italiano Ingegneria dell’Informazione
• Ecosistema innovazione - Giuseppe De Nicola, Ampioraggio,
Confindustria
• Open Data e Agenda Digitale: rendere disponibili le informazioni per favorire lo sviluppo del turismo - Marco Bucci, Amministratore Liguria Digitale
• Tecnologia digitale nel settore del turismo - Angelo Berlangeri,
Presidente dell’Unione Provinciale Albergatori di Savona
• Innovazione e competenze: Professione, giovani e territorio
Matteo Aragone, Genova 2021, ALUMNI ISICT
Pausa
• Semplificazione normativa e sviluppo sostenibile - Maurizio Michelini,
Consigliere Ordine Ingegneri e CCIAA Genova
• San Nazaro: un modello replicabile di efficienza energetica - Roberta
Morgano, Presidente Società Partecipata del Comune di Genova
• Imprese quali opportunità di finanziamento tra pubblico e privato Emanuele Porcile, Group manager Sanpaolo Invest, banca Fideuram
AGGIORNAMENTI PROGRAMMA: www.red2016.org 20/
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Giovedì 7 Aprile
Gli innovatori del Cloud computing
Terminal Crociere, Porto di Savona
Moderatore Roberto Prefumo, Ordine degli Ingegneri Provincia di Savona
Ore 9.30 – Registrazione
Ore 10.00 APERTURA LAVORI – Maria Alessandra Binaghi, Segretario
Ordine degli Ingegneri Provincia di Savona - Augusto Fedriani, Costa Crociere
“Mobile First, Cloud First” la strategia Microsoft per la Digital Transformation
• Intervento – Lorenzo Barbieri e Roberto Filipelli, Sales and Business
Development Director Microsoft Italia
• La sfida dell’innovazione nella progettazione del software – Raffaele
Rialdi, DotNetLiguria
• Un Cloud completo, Integrato e sicuro per un business moderno e
flessibile - Emanuele Ratti, Country Leader Systems Oracle Italia Luigi Scappin, Sales Consulting and Business Development Director,
Oracle Italia
• La trasformazione digitale con il cloud: il punto di vista di IBM
Marco Balzarotti, IBM Cloud Architect
Ore 13 Pausa
Ore 14 Registrazione pomeridiana
Modera Eva Perasso, Corriere della Sera
Ore 14.30
• Work the way you live - Luca Politi, Google
• Il percorso di trasformazione verso il cloud a supporto dell’innovazione
attraverso un’architettura e modello operativo ibridi e sicuri - Rodolfo
Rotondo, Business Solution Strategist VMware
Ore 18,30 Tavola rotonda - modera Eva Perasso, Corriere della Sera
Venerdì 8 Aprile
Smartgrid per un impiego intelligente dell’energia
Campus Universitario Savona
Moderatore Massimiliano Margarone, Vice Presidente Comitato Italiano
Ingegneria dell’Informazione
Ore 10.00 – Registrazione
Ore 10.30 APERTURA LAVORI:
Fulvio Ricci, Presidente Ordine degli Ingegneri Provincia di Savona
Mario Ascari, Presidente Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione
Angelo Valsecchi, Consigliere e referente settore C, CNI
• Il sistema energetico del futuro per soddisfare gli obiettivi dalla
strategia europea “20-20-20” alla ”40-27-30” - Giuliano Monizza,
Former Group Vice President Power Product Division ABB
• Il punto di vista del centro studi: i dati sulla sicurezza ICT
Bruno Lo Torto, Centro Studi CNI
• Smart Grid Italia: una rete di professionisti e imprese
Michele De Nigris, Ricerca Sistema Energetico Italiano
• Intervento sul progetto Energy Team
Gabriele Calzavara, Ordine degli Ingegneri Provincia di Savona
• Applicazioni per la gestione delle reti di energia: dalle Smartgrid
all’efficienza energetica - Ugo Moretto, Presidente Softeco
Ore 13 Pausa
Ore 14.00 - Registrazione pomeridiana
Moderatore Aldo Loiaconi, CTI Liguria
Ore 14.30
• La sfida per la Cyber Security: proteggere i sistemi OT, IoT e Smart Grid –
Francesco Perna, Head of Cyber security and Continuity Management, Enel
• I progetti “Smart Polygeneration Microgrid” e “Sustainable
Energy
Building” – Federico Delfino, Università di Genova
• Visita alla Smart Polygeneration Microgrid del Campus di
Savona
• Applicazioni Internet of Things nelle soluzioni di efficientamento
energetico – Giacomo Corvisieri, Head of innovation Lab.
Palermo, Italtel
• Gestione delle reti di energia: il progetto SmartGen, labeled
EEGI – Prof. Stefano Massucco, Università di Genova
• Cloud e Smartgrid – Beppe Ugolotti, Nice
• Competenze e innovazione - Enrico Pio Mariani, Ordine degli
Ingegneri Provincia di Milano, CROIL
Tavola rotonda - Modera Aldo Loiaconi, CTI Liguria
CHIUSURA LAVORI: Fulvio Ricci, Presidente Ordine degli Ingegneri
Provincia di Savona
Professione
GLI INGEGNERI DELL’INFORMAZIONE GARANZIA DI SICUREZZA
IL PROGETTO DEL CNI VERSO
L’AGENZIA PER L’ITALIA DIGITALE
S
e l’ingegneria digitale è la specializzazione ingegneristica del Terzo Millennio, la delicatezza di mansioni come la gestione ad esempio di dati
personali attraverso strumenti informatici che possono rendere estremamente semplice la loro diffusione (e anche vendita a fini speculativi) a danno della privacy e della sicurezza, non può che passare attraverso professionisti che non solo hanno una formazione specifica nel campo, ma sono legati ad
obblighi deontologici che li rendono affidabili e soprattutto monitorabili in ogni
momento dai propri ordini professionali. Al contrario della miriade di self-made-man, di “praticoni” e di numerose altre figure che nel campo dell’informatica magari se la sanno cavare anche bene, ma che non rispondono a nessuno
dei loro comportamenti e che sfuggono alle maglie dei controlli.
Quasi come dire che un conto è affidare una pratica legale a un avvocato, laureato in giurisprudenza, abilitato dopo un esame di Stato e iscritto a un Ordine
che lo legittima a svolgere la sua professione e al quale risponde per eventuali
errori o abusi; altro invece è mettersi in mano a un pur bravissimo conoscitore
di codici che ha studiato per passione, ma la cui attività non è controllata da
nessuno, non conosce la deontologia e gli obblighi formativi.
Bene, questo è – per dirla in termini comprensibili a tutti – il punto che il
Consiglio nazionale degli ingegneri ha posto all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) a proposito della gestione di tutte le mansioni-chiave di sua diretta
competenza, chiedendo che vengano presidiati da ingegneri con competenze
specifiche, i soli che offrono appunto garanzie non solo di professionalità ma
anche di correttezza e sicurezza.
«Devo dire – commenta Angelo Valsecchi, consigliere nazionale e responsabile del cosiddetto “terzo settore” per il CNI – che abbiamo notato una grande
apertura nei nostri confronti: il nostro ruolo di terzietà ci viene riconosciuto perché le nostre proposte non sono viste “a favore” dei colleghi, ma del committente, e quindi che si riversano a beneficio della collettività. E questo è una visione
corretta e importante, che supera il ricorso alle figure normate dalla legge 4/2013
sulle professioni non regolamentate».
Negli incontri fra le delegazioni, alle quali hanno partecipato anche il Presidente del Cni Armando Zambrano e Claudio Celeghin, della Direzione Generale di AgID, l’Ordine degli ingegneri ha messo intanto a disposizione le
competenze dei propri iscritti.
«In futuro – spiega Valsecchi - la nostra intenzione è definire un accordo di princìpi in cui si afferma esplicitamente che per determinate azioni le competenze
sono esclusive degli ingegneri e vorremmo fare anche dei ragionamenti sui grandissimi appalti, quelli ad esempio in cui gli ingegneri diventano terzisti. Il nostro
intento è creare anche una collaborazione per portare le Pubbliche Amministrazioni a tener conto del parere del Cni, che è emanazione del ministero della Giustizia: questo è un altro aspetto fondamentale per la tutela del committente. Ci
deve essere un regolamento di princìpi dove i nostri iscritti possano operare in
trasparenza e in concorrenza, ma nel rispetto dei princìpi etici ma soprattutto a
tutela appunto dei committenti, che spesso sono pubblici. Ad esempio, abbiamo
già iniziato ad affrontare anche il tema dell’opportunità della presenza di nostri
ingegneri informatici all’interno del nuovo Consiglio dei Lavori Pubblici, che si
insedierà fra un paio di anni. Il Consiglio rimane in carica per un quinquennio
Valsecchi: aperta la strada
per la collaborazione
dell’Ordine in vista
dell’impiego degli specialisti
nei posti-chiave in cui è
necessario contare
su affidabilità e deontologia
per la delicatezza di compiti
che toccano anche la privacy.
Gli altri punti del programma
che in questa prima fase
ha trovato aperture
e consensi
Angelo Valsecchi
n. 3 - Marzo 2016 -
/2 1
Professione
e avere come punto di riferimento degli ingegneri per tutto
quello che riguarda le scelte tecniche relative….non è una
necessità della nostra categoria, ma del Paese. Ad esempio
il Consiglio ha il compito fra l’altro di approvare i progetti
nazionali per una nuova autostrada…ebbene per quanto
riguarda la parte informatica le decisioni potrebbero essere prese dagli ingegneri specializzati, utilizzando le loro
competenze».
Il CNI, come ha ricordato il presidente Zambrano nella
circolare inviata agli iscritti dopo l’incontro con l’AgID «già
vanta una presenza ed una collaborazione in Accredia, e può
fornire un supporto importante alla crescita digitale del Paese ed alla certificazione delle competenze, servendosi della
collaborazione di organizzazioni “satellite”, come la Scuola
Superiore di Formazione per l’Ingegneria e l’Agenzia per la
Certificazione delle competenze professionali (CertIng)». Il
CNI, del resto, fa riferimento agli standard definiti in ambito europeo (E-CF) per profili e competenze nel settore ICT,
«assumendo il ruolo di protagonista nella definizione della
norma UNI 11506 e offrendo il proprio contributo anche ai
fini dell’elaborazione di ulteriori norme UNI del medesimo
settore (ad es. UNI 11621­1/4)».
Da qui, sottolinea Valsecchi, «anche la nostra candidatura
per valutazioni e pareri a supporto dell’Agenzia Italia Digitale,
visto che il sistema ordinistico ad esempio ha titolo rispetto
alla redazione di schemi di contratto per l’acquisto di beni e
servizi informatici e telematici, che rientrano nelle competenze dell’Agenzia Italia Digitale» (L. 134/2012 art. 20, comma 2, e D. Lgs. 177/2009, art. 3).
Ma oltre che nei settori immateriali, come possono essere quelli legati all’ingegneria dell’informazione, in Cni si è
candidato a dare il suo contributo anche in altri “materiali”. Quali sono Valsecchi?
«Si pensi ad esempio al campo della biomedica: oggi un
chirurgo potrebbe eseguire dagli Usa un intervento a cuore
aperto su un paziente che sta in una sala operatoria in Italia,
utilizzando tecnologia frutto del lavoro di un ingegnere informatico…questo è un esempio pratico. Oppure, in altri campi
come ad esempio la ricerca o l’iperconnessione delle per-
Che cos’è l’agid
Istituita dal governo Monti, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID)
è un organismo pubblico sottoposto ai poteri di indirizzo e vigilanza del presidente del Consiglio dei Ministri o di un ministro
da lui delegato. Funzioni e compiti sono attribuiti dalla legge,
e il suo scopo è di perseguire il massimo livello di innovazione
tecnologica nell’organizzazione e nello sviluppo della pubblica
amministrazione, al servizio di cittadini e imprese.
AgID sostituisce, ereditandone funzioni e competenze,
le precedenti Agenzia per la diffusione delle tecnologie
per l’innovazione, DigitPA e Dipartimento per l’innovazione
tecnologica della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Fra le sue finalità, stabilite dallo Statuto, approvato nel
febbraio 2014: assicurare il coordinamento informatico
dell’amministrazione statale, regionale e locale, per progettare
e monitorare l’evoluzione strategica del sistema informativo
22/
- n. 3 - Marzo 2016
sone con disabilità oggi si usa tutto quello che è ingegneria
dell’Informazione, e che spesso si confonde con i computer
senza pensare ad esempio agli orecchi bionici, o quella App
caricata sul cellulare che riconosce gli oggetti e aiuta i ciechi
a scansarli…
Anche tutto questo è ingegneria dell’Informazione, è tutta
competenza che oggi sta nel mondo delle aziende con ricadute che possono andare dal campo del clima, della sicurezza… Probabilmente la prossima guerra si farà con i sistemi
informatici, e proprio sulla cyber security ci sono due direttive del governo già dal 2011 che vanno nella direzione della
sicurezza dell’informatica.
Poi ci sono i campi della medicina, della sburocratizzazione
della PA, dello studio delle modalità di archiviazione dei dati…
gli ingegneri sono in prima linea nel processo civile e telematico, perché se non avessero predisposto loro le piattaforme
su cui oggi si opera, difficilmente si potrebbe attuare il processo civile telematico. Perché non è solo il personal computer ma tutto quello che è connesso alla dematerializzazione,
alla sburocratizzazione, all’efficentamento anche dell’intero
“sistema Paese”. Proprio grazie al processo civile telematico
si pensano di migliorare dell’1% il Pil nazionale, ma se non
c’è già un software, una programmazione o un’autostrada
telematica dove trasferire i dati, se c’è un ingegnere che la
progetti, si rimane fermi al palo».
Se è per questo in Corea del Sud tutto il territorio è coperto
dal wi-fi, mentre in Italia si parla ancora bisogna decidere se
dev’essere libera o a pagamento... «Se pensiamo – commenta Valsecchi - che negli anni ‘60 le autostrade hanno unito il
Paese dal punto di vista dei trasporti di merci e persone, oggi
dobbiamo costruire e percorre autostrade informatiche per
riunirlo dal punto di vista della comunicazione virtuale, dello
scambio dei dati, del trasferimenti delle idee… Basti pensare
alle stampanti in 3D: io faccio un progetto a casa mia, lo mando in uno studio all’altro capo d’Italia e con una stampante a
tre dimensioni possono vedere il prodotto e toccarlo immediatamente così come si percepisce in maniera più vicina alla
realtà rispetto a un semplice disegno»
Gianfranco Sansalone
della P.A. favorendo l’adozione di infrastrutture e standard
che riducano i costi sostenuti dalle singole amministrazioni
e migliorino i servizi erogati; perseguire l’ottimizzazione
della spesa in materia informatica delle P.A., attraverso il
monitoraggio della relativa spesa corrente e il supporto alle
amministrazioni pubbliche nazionali e locali nel raggiungimento
di obiettivi di standardizzazione e revisione dei processi interni e
di ottimizzazione della spesa informatica complessiva; svolgere i
compiti necessari per l’adempimento degli obblighi internazionali
assunti dallo Stato nelle materie di competenza; promuovere
l’innovazione digitale nel Paese e contribuire alla creazione
di nuove conoscenze ed alla diffusione di nuove opportunità
di sviluppo economico, culturale e sociale collaborando con
le istituzioni e gli organismi europei, nazionali e regionali con
finalità analoghe anche attraverso accordi strategici; emanare
linee guida, di regolamenti e standard; promuovere iniziative di
alfabetizzazione informatica per i cittadini.
Professione
CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE – FINO A LUGLIO IN FASE SPERIMENTALE
CERT’ING: È ON-LINE
LA PIATTAFORMA NAZIONALE
ROBERTO ORVIETO*
D
opo più di un anno di lavoro, dell’Agenzia Nazionale per la
Certificazione delle Competenze degli Ingegneri, la piattaforma
Cert’ing è ora on-line (www.cni-certing.it). Il lancio ufficiale è
avvenuto lo scorso 6 marzo, a Bologna, in occasione all’assemblea dei
presidenti, nel contesto dell’assemblea Nazionale degli ingegneri: il sito
è stato presentato ufficialmente e sono state illustrate le funzionalità
della nuova applicazione, web-based, per gestire l’intero processo di
certificazione. La piattaforma seguirà una fase di sperimentazione che
durerà fino al primo di luglio, data cruciale, dopo la quale il Consiglio
Nazionale invierà un comunicato che raggiungerà ogni singolo ingegnere
iscritto ad ogni Ordine territoriale, avvertendolo che è possibile certificare
volontariamente le proprie competenze, con un sistema di certificazione
Nazionale.
Ci aspettiamo che questa azione massiva “svegli” parecchi Ordini territoriali
che non hanno ancora attivato il proprio organismo di gestione. Ma non
vogliamo dimenticare che già oggi la piattaforma è aperta, funzionante e
perfettamente accessibile da tutti gli iscritti: se si entra e si fa un click su
“Richiedi certificazione” parte il processo.
Quindi che cosa accade se oggi un iscritto, di un Ordine non attivo, richiede di
certificare le proprie competenze?
L’Agenzia agisce centralmente scrivendo all’Ordine territoriale di
competenza e, se questo dichiara una data di avvio del proprio organismo,
avverte l’iscritto; in caso contrario, in accordo con l’Ordine territorialmente
competente, l’Agenzia propone un Ordine vicino, già attivo, per certificare
il collega. Purché il processo possa essere seguito anche da un altro
organismo di gestione: non bisogna dimenticare che il documento di
certificazione è sempre firmato dall’Ordine territoriale in cui il richiedente
è iscritto, in quanto la dipendenza giuridica è afferita all’Ordine di
appartenenza.
Ma vediamo di ripercorrere la genesi di questa certificazione volontaria
delle competenze, dibattuta in tanti eventi dell’Agenzia Nazionale in tutto il
territorio Italiano, condiviso con UNI, componente del Consiglio direttivo, ed
Accredia.
Il lancio ufficiale
nell’assemblea dei presidenti
del 6 marzo a Bologna.
L’Ordine di Genova pronto
da tempo, chi si è già iscritto
sarà presto certificato.
Le opportunità offerte dal
nuovo strumento gestito da
un’apposita Agenzia nazionale
del CNI
Roberto Orvieto prima del suo intervento
su Cert’Ing all’assemblea dei presidenti di
Bologna
La “spinta” arrivata dall’Europa
Parte un forte impulso dall’Unione Europea ai Paesi membri affinché, in
un periodo di crisi economica globale, si dotino degli strumenti legislativi
che consentano al maggior numero di persone e ai giovani in cerca di
occupazione, di far emergere il “grande capitale” (così viene definito)
rappresentato dalle competenze professionali. La maggior parte dei Paesi
del mondo valorizza questo capitale, valutando i profili in base al livello di
conoscenza, di competenza e di aggiornamento, sostenendo che questo
bagaglio matura soprattutto in percorsi di crescita e di studio non formali.
L’Italia dimostra di rispondere alle sollecitazioni rivolte centrando gli
obiettivi dettati dall’UE, anche per mezzo del un recente Decreto Legislativo
n. 3 - Marzo 2016 -
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Professione
13/2013, che promuove proprio «la crescita e la
valorizzazione del patrimonio culturale e professionale
acquisito dalla persona nella sua storia di vita, di studio e di
lavoro, garantendone il riconoscimento, la trasparenza e la
spendibilità».
Gli ingegneri italiani individuano
un importante compito,
costituendo una propria
Agenzia Nazionale per
la Certificazione delle
Competenze, che mira
ad allinearsi a queste
volontà, promuovendo
la mobilità geografica
e professionale,
favorendo l’incontro
tra domanda
e offerta nel
mercato del lavoro,
accrescendo la
trasparenza degli
apprendimenti
e la chiara
riconoscibilità
delle competenze
acquisite
dall’ingegnere
nel corso della
propria carriera
professionale.
La Comunità
Europea sostiene che in un’economia globalizzata la
concorrenza aumenta non solo in relazione al costo del
lavoro ma anche grazie alle competenze ed è convinta
che non ci si possa permettere di lasciare “sommerse”
e non perfettamente leggibili le competenze dei cittadini
europei in età lavorativa.
Dopo questa prima fase di lavoro sul processo di
certificazione ed approntamento della piattaforma
web, l’Agenzia Nazionale affronterà una seconda
indispensabile fase di azione, basata sulla
comunicazione, finalizzata alla conoscenza del progetto
e che avrà come target tutti gli operatori economici di
settore, la politica nazionale, le associazioni di categoria
europee ed internazionali.
Due livelli di certificazione e quanto costa certificarsi
È possibile ottenere due tipi differenti di certificazione,
di cui si differenzia anche il marchio, apponibile su
ogni documento di carattere professionale: Cert’ing
(primo livello) e Cert’ing plus (secondo livello). Per
ottenere la prima occorre aver conseguito un’esperienza
professionale di almeno 4 anni nel comparto specifico,
mentre per Cert’ing plus di almeno 7 anni nel settore di
specializzazione specifico.
24/
- n. 3 - Marzo 2016
La certificazione, come tutti i processi di qualità, è sottoposta a revisioni periodiche, e far certificare le proprie
competenze innesca un processo di auto-apprendimento volontario, nel settore e comparto specifico, che viene
verificato dai valutatori anche all’atto della revisione
triennale. Quindi, prescindendo dal
livello di certificazione, all’ingegnere certificato vengono riconosciuti 15 Crediti Formativi
Professionali addizionali, per
ogni anno, rispetto a quelli
autocertificati, pertanto si
totalizzeranno così gli
ambiti 30 CFP richiesti per ogni anno
come da regolamento Nazionale
sull’Aggiornamento della
Competenza
Professionale.
Quanto costa
certificarsi? Per
Cert’ing 150 Euro
e per Cert’ing
plus 250 Euro
(al netto di IVA).
Il prezzo pagato
all’Agenzia
è calcolato
esclusivamente
per sostenere l’intero processo di certificazione, dai
compiti centrali, fino al piccolo riconoscimento dato ad
ognuno dei tre valutatori.
Si consideri anche che il Disegno di legge sulle partite
IVA, approvato lo scorso 28 gennaio dal Consiglio dei
Ministri, prevede l’integrale deducibilità - fino al limite
annuo di 10 mila euro, nella misura del 100% - delle
spese sostenute proprio per i servizi personalizzati di
certificazione delle competenze.
Ordine di Genova, le modalità
Infine, l’Ordine di Genova ha attivato il proprio
Organismo di gestione già dallo scorso anno, ma su
suggerimento dell’Agenzia Nazionale, per renderlo
operativo ha atteso il lancio della piattaforma Cert’ing.
Gli ingegneri che hanno colto questa opportunità,
presentando già l’istanza lo scorso anno, verranno
così certificati a breve. Il percorso sul sito: www.
ordineingegneri.genova.it -> home -> CERT’ing.
* Consigliere dell’Agenzia Nazionale e Presidente
del Comitato Tecnico Nazionale Cert’Ing
Professione
INCHIESTA – NEL MONDO DEL LAVORO
È ANCORA MARGINALE NEI RUOLI DIRIGENZIALI. MA NON SOLO
QUANDO “COMANDA” LEI
INGEGNERE, PROFESSIONE DONNA
GIULIA DANIELI
L
a prima donna ingegnere, Emma Strada, si è laureata nel 1957 a Torino, quasi
sessant’anni fa. Nel 2014, Amalia Ercoli Finzi, torinese, prima ingegnere
aerospaziale donna, ha partecipato alla missione Rosetta per scoprire con una
sonda spaziale se nel nucleo di una cometa esistessero o meno quelle molecole
che sono i mattoni della vita. Mentre la lombarda Samantha Cristoforetti, prima
donna in Italia a laurearsi al Politecnico di Milano in Ingegneria aerospaziale, nel
2015 ha stabilito il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo
volo (199 giorni), unica astronauta non uomo negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale
Europea.
Eppure la presenza femminile negli ambiti scientifico-tecnologici è da sempre
molto scarsa, e per di più le statistiche (Gender Gap Report 2015) dicono che in tutte
le categorie di lavoro le donne guadagnano dal 7 al 10% in meno rispetto ai loro
colleghi maschi. Nel nostro Paese attualmente sono 88 mila le donne ingegnere, di cui 957 in
Liguria. Dove nell’ultimo anno accademico si sono laureate in 301 contro 772
uomini: gli indirizzi preferiti dalle donne, secondo i dati forniti dall’Università di
Genova, sono ingegneria Biomedica e Civile e Ambientale (31 laureate ognuno nel
2015), Industriale-Gestione energia e ambiente (16), Chimica (13) nella Triennale, e
Bioingegneria (41), Yacht Design (17), Chimica e Civile Ambientale (15 ognuno) nella
Specialistica (V. box con tabella).
Ma come è vissuta la professione in due degli ambiti che per numero di lauree
sembrano rispettivamente fra le più e le meno ambite, almeno in Liguria?
Enrica Cattaneo, ingegnere civile, direttore dei lavori per l’Inps, progettista e RUP
(Responsabile Unico del Procedimento per gli appalti pubblici): «Sui 34 responsabili
tecnici dell’Inps che operano su tutto il territorio nazionale, sono l’unica donna. Dirigo
l’ufficio ligure e sovente, oltre che responsabile della parte progettuale, ricopro anche il
ruolo di direttore dei lavori soprattutto per l’impiantistica. In sostanza mi occupo della
Il ruolo - Nei ruoli di vertice, la prevalenza maschile
è netta: il 71% dei dirigenti e il 58% di quadri sono
uomini, anche se la presenza femminile nelle
posizioni di rilievo delle società è diventata più
rilevante negli ultimi 10 anni: le donne dirigenti sono
passate dal 24% del 2004 al 29% del 2013. Aumento
probabilmente dovuto anche all’applicazione della
legge sulle “quote rosa”, approvata dal Parlamento
nel 2011 che ha imposto la presenza femminile nei
Cda delle aziende quotate in Borsa e nelle società a
partecipazione pubblica.
La retribuzione - In Italia gli uomini guadagnano
in media il 7,2% in più rispetto alle donne (dati di
Gender Gap Report 2015) e anche se il nostro Paese
nella classifica dei 28 Stati europei è al quarto posto
dietro Slovenia, Malta e Polonia; comunque tutti
principali Paesi europei mostrano una differenza di
stipendio molto al di sopra del 10%.
In Italia sono 88 mila,
di cui 957 in Liguria.
Ma cosa ne pensano
le protagoniste?
Rispondono Enrica Cattaneo,
ingegnere civile,
e Maria Grassi,
che ha scelto l’elettronica
Il percorso di studi - In Italia la percentuale di
laureate in scienze tecnologiche è 5 volte più bassa
di quella maschile. Ma la scarsa presenza femminile
negli ambiti scientifico-tecnologici è un problema in
tutte le nazioni occidentali, tanto da indurre i governi
Usa ed europei a promuovere azioni specifiche. Si
considera che in Europa ci sono circa 900.000 posti
vacanti in ICT e che con una percentuale femminile
nel settore pari a quella maschile, il Pil europeo
registrerebbe un incremento di circa 9 miliardi
di euro l’anno. Le donne in Italia sono solo il 23%
degli iscritti nei corsi di laurea in Ingegneria e la
minore presenza femminile si riscontra nei corsi di
informatica, meccanica, elettrotecnica, energetica
e aerospaziale. A livello nazionale, il massimo di
presenza si registra invece nell’ingegneria clinica,
gestionale, ambiente e territorio.
n. 3 - Marzo 2016 -
/2 5
Professione
manutenzione e delle strutture strumentali. Le persone che
lavorano con me in cantiere sono solitamente collaborative, ma
devo ammettere che molto dipende dal ruolo che rivestono, perché
di solito confrontarmi con il direttore tecnico o il capocantiere
non mi dà nessun problema; a volte invece riscontro una scarsa
collaborazione da parte di alcuni operai che evidentemente
ritengono sia più difficoltoso avere a che fare con una donna».
Maria Grassi, ingegnere elettronico, è invece libero
professionista. In Liguria, nel 2015 le laureate in ingegneria
elettronica sono state solo 4 (26 maschi) nella specialistica;
nessuna in quella triennale (4 maschi).
«Mi occupo – spiega Maria Grassi - di impianti e lavoro, sia
in Liguria sia in Piemonte e Lombardia. Nel mio studio siamo
prevalentemente donne e specializzate in progettazione e
prevenzione incendi. Quando è necessario svolgiamo anche
la direzione dei lavori. In cantiere non abbiamo mai trovato
ostacoli né atteggiamenti particolari da parte di colleghi o operai,
ci rispettano sempre tutti. Abbiamo a che fare con diverse
professionalità, dal funzionario tecnico statale all’impiantista e
tutti sostengono sempre che noi donne siamo molto più pignole
e questa è una cosa che ci fa sorridere perché riteniamo sia
un complimento. Seguire la direzione dei lavori è un aspetto
molto interessante della progettazione la cui caratteristica
più rilevante è proprio la collaborazione fra colleghi. Ricordo
ancora la prima volta: ero molto giovane e all’inizio della mia
carriera mi chiamarono per una sostituzione; nonostante i timori
iniziali me la cavai bene, anche perché ho ricevuto la massima
collaborazione di tutti gli uomini del cantiere».
Ma se per quanto riguarda i rapporti lavorativi sembra
che le cose stiano andando sempre più verso una parità di
26/
- n. 3 - Marzo 2016
relazione, rimane ancora il problema del divario salariale
tra uomo e donna, come ha recentemente sottolineato Ania
Lopez, consigliere del Cni al convegno “Ingenio al femminile”,
appuntamento annuale che il Consiglio Nazionale degli
Ingegneri dedica appunto al ruolo e al valore del lavoro della
donna nelle professioni tecniche: «Il Fmi – ha sottolineato
- calcola una perdita di Pil pari al 15% in Italia per colpa della
discriminazione delle donne. Abbiamo più volte puntato il dito
contro il gap salariale delle nostre professioniste rispetto ai
colleghi uomini».
Anche secondo il Gender Gap Report 2015 del World Economic
Forum, la differenza di stipendio tra uomo e donna vale oltre
3.200 euro l’anno a parità di lavoro. L’Italia è al 41° posto su
145 Paesi e, se guardiamo alle opportunità economiche delle
donne, solo Turchia e Malta sono peggio di noi in Europa. Con
un gap altissimo nelle funzioni dirigenziali e a parità di studio:
gli uomini laureati guadagnano il 36,3% in più delle donne con
identici studi. Anche, se, come mostrano diverse statistiche,
le donne con laurea triennale o magistrale sono in notevole
aumento e hanno superato il numero dei laureati maschi,
presentando spesso carriere universitarie migliori.
Infine, proprio per affrontare le tematiche femminili nel mondo
del lavoro, dal 1957 è attiva AIDIA, Associazione italiana donne
ingegneri e architetti (www.aidia-italia.org) “rete” al femminile
che favorisce scambi di idee, valorizza il ruolo operativo della
donna e incentiva la partecipazione delle giovani alla vita
lavorativa. AIDIA promuove iniziative di aggiornamento, studio
e ricerca nel campo professionale ed è un “osservatorio”
della condizione femminile nel settore tecnico. Ha sezioni su
tutt’Italia, Liguria compresa.
Qui Ordine
GENOVA – LA NUOVA PIATTAFORMA PER L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
FAD, LA FORMAZIONE A DISTANZA
SEMPRE A “PORTATA DI DEVICE”
ROBERTO ORVIETO
Presidente Ordine Ingegneri Genova
G
ià nel 2014 il Consiglio Nazionale Ingegneri, nel definire le
linee di indirizzo per l’aggiornamento della nostra competenza
professionale, contrariamente ad altre categorie, non aveva posto
alcun limite alla formazione attraverso la modalità “a distanza”, credendo
fin da subito nell’efficacia di questo strumento. Pertanto l’intero bagaglio
formativo richiesto ogni anno all’ingegnere può essere acquisito con le
metodologie previste dalla formazione a distanza.
Ma definiamo che cosa si intende precisamente per “Formazione
A Distanza” (FAD) nel sistema di aggiornamento della competenza
professionale degli ingegneri: FAD è l’insieme di quelle attività formative la
cui fruizione, tramite l’utilizzo di tecnologie dell’informazione, può avvenire
indipendentemente dal luogo e dal momento della loro produzione, con
sistemi in grado di certificare, per ciascun discente, il completamento
dell’attività didattica, la partecipazione attiva al corso, la tracciabilità di
ogni azione svolta durante il collegamento e il superamento delle prove di
valutazione.
Particolare interesse riveste la FAD asincrona che permette di fruire di
contenuti formativi, oltre che in luoghi differenti (FAD sincrona), anche in
tempi diversi da quelli della loro produzione.
Per erogare l’aggiornamento professionale in modalità FAD asincrona,
rispetto alle equivalenti attività di tipo frontale, è necessario dotarsi di un
sistema di gestione della formazione a distanza (LMS), capace di gestire i
corsi o moduli formativi, l’interazione e la preparazione dei discenti, il loro
percorso nell’attività formativa.
Il Learning Management System, permette quindi la completa gestione della
FAD, consentendo un accesso profilato del discente (tramite credenziali
personali), un’offerta di corsi formativi, materiali didattici scaricabili, un
forum tematico per l’interazione tra discenti e Mentor e Tutor del corso.
Affrontando un corso formativo scopriremo che questo è diviso in un certo
numero di lezioni o moduli (Learning Objects) di senso completo per uno
specifico argomento, della durata non superiore a 15 minuti. Sarà sempre
prevista una verifica dell’apprendimento (necessario superare almeno
l’80% dei quesiti) per l’acquisizione degli attesi Crediti Formativi. La FAD
non ha distinzione di “peso” rispetto alla formazione frontale: per ogni ora
acquisiremo 1 credito formativo professionale. Ovviamente sarà prevista la
possibilità di interruzione a piacere di ogni sessione formativa a distanza.
Ora siamo quindi in grado di capire che cos’è la FAD e cosa invece viene
spesso “confuso” con questa modalità di apprendimento. Un esempio
comune è quello di un evento erogato in streaming, che prevede quindi
docenti e discenti in luoghi differenti, nel quale però la presenza dei
discenti viene tracciata dai soggetti autorizzati (o dagli Ordini territoriali) in
un luogo convenuto: questa modalità di apprendimento non è considerata
FAD. Invece FAD significa, libertà di non essere necessariamente in un
luogo convenzionale ma di avere solamente a disposizione un device
capace di connettersi al LMS dell’Ordine di Genova, tramite la Web, e poter
L’Ordine provinciale genovese
gestisce completamente i
corsi (a costo zero come
quelli frontali e in linea
con le apposite linee
di indirizzo del CNI)
soprattutto per i colleghi
spesso fuori sede.
I contenuti formativi caricati
nel sistema di gestione
Learning Management
System raggiungibile dal sito
istituzionale.
Si parte, in testing
per 30 giorni,
con la deontologia
(cinque ore, 5 CFP).
Ecco le modalità
n. 3 - Marzo 2016 -
/2 7
Qui Ordine
interagire così con i servizi offerti.
I contenuti formativi caricati nel sistema di gestione
LMS saranno di tipo SCORM (Shareable Content Object
Reference Model), un modello, confezionato secondo
uno standard, che consente lo scambio di contenuti
in maniera indipendente dalla piattaforma LMS,
permettendo così anche il riutilizzo dei contenuti
stessi.
L’Ordine di Genova ha realizzato un progetto per
l’esplorazione del mercato, il testing e l’acquisizione
di un sistema LMS semplice, efficiente e capace di
soddisfare requisiti conformi alle linee di indirizzo
per l’aggiornamento della competenza professionale
del Consiglio Nazionale.. La piattaforma acquisita
è in grado di gestire sessioni virtualmente illimitate
di FAD asincrona. Il passo compiuto è importante
perché il “mercato della formazione”, tramite i soggetti
autorizzati dal CNI, offre molteplici corsi FAD, talvolta
di poveri contenuti, ma sempre a pagamento: l’Ordine
di Genova, con l’ormai espressa volontà di garantire
l’aggiornamento della competenza professionale a
costi zero per i propri iscritti, fornirà similmente i corsi
FAD per garantire l’aggiornamento annuale a costo
zero.
Più dei tre quarti degli iscritti al nostro Ordine sono
colleghi dipendenti o colleghi che si trovano spesso
o normalmente fuori sede: sono loro che hanno
difficoltà a frequentare gli eventi formativi messi a
disposizione dall’Ordine in modalità frontale. Per questo
è stato avviato il progetto FAD, per non porre limiti
all’aggiornamento professionale e servirli con un’offerta
formativa che possa raggiungerli senza limiti geografici,
né limiti temporali predefiniti.
Dopo il nostro progetto di FAD, a costo decisamente
28/
- n. 3 - Marzo 2016
contenuto, crediamo in una progressiva attivazione di
altri Ordini territoriali, a partire da quelli riuniti nella
Federazione Ligure, in quanto, vista la portabilità e
riusabilità dei contenuti SCORM in diverse piattaforme
LMS, questo potrebbe portare ad avere un buon
bouquet di contenuti per Ordine a costi condivisi sempre
più bassi.
Il primo contenuto sperimentato è quello sulla
“deontologia professionale”, obbligatorio per i nuovi
iscritti, della durata di 5 ore, erogato interamente in
FAD, che darà diritto ad acquisire 5 CFP.
Terminata questa fase di testing (si prevedono
almeno 30 giorni), si metterà ufficialmente in linea la
piattaforma LMS, raggiungibile dal sito istituzionale
dell’Ordine di Genova e si caricheranno i primi
contenuti, che verranno creati proponendo ai docenti,
che già hanno risposto o che faranno domanda nella
sezione di “offerta eventi formativi” presente sul sito
istituzionale, di collaborare per il confezionamento di
nuovi moduli formativi con i requisiti SCORM.
Nonostante ci siamo concentrati sulla bontà dei
contenuti e non sugli “effetti tecnologici”, per poter
creare anche corsi a basso costo, la produzione
di contenuti FAD prevede un forte coinvolgimento
del docente, un corposo lavoro di registrazione ed
elaborazione di ogni Learning Objects, dei test relativi
e del successivo confezionamento e creazione del
pacchetto (authoring), per ottenere finalmente lo
SCORM caricabile nel LMS.
Non ci rimane quindi che attendere la comunicazione
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Qui Ordine
IMPERIA – IL BLOCK NOTES DI “A&B” DEDICATO A SANREMO
LA CITTÀ DEI FIORI E I SUOI MILLE VOLTI
“D
al dopoguerra verso il Terzo Millennio: oltre mezzo
secolo di urbanistica a Sanremo”:
il nuovo Block Notes supplemento di questo numero di
“A&B”, firmato dall’ing. Ivano Amoretti, è un lungo excursus che
parte dal 1945, quando la città contava circa 30 mila abitanti e
DAL DOPOGUERRA
dopo la guerra era stata distrutta dai bombardamenti, e arriva al
ENNIO:
VERSO IL TERZO MILL
2000, raccontando i difficili anni della ricostruzione, lo scandire
LO
OLTRE MEZZO SECO
dei decenni con le loro differenze e peculiarità, l’edilizia pubblica
e privata, il primo Piano regolatore generale e le sue varianti, le
DI URBANISTICA
O
norme urbanistiche che si sono succedute, le opere pubbliche
EM
A SANR
grandi e piccole, gli interventi privati, le amministrazioni
Ivano Amoretti
comunali, le grandi imprese, i professionisti…
Il tutto visto con gli occhi di un ingegnere che quegli anni li ha
vissuti tutti intensamente ed è ancora sulla breccia: classe 1932,
sanremese di nascita, Ivano Amoretti si è laureato a Genova negli
anni Cinquanta ed è ancora sulla breccia, decano dell’Ordine
della Provincia di Imperia.
Amoretti ha scritto, con sguardo acuto e linguaggio talvolta
pungente, un saggio critico sull’urbanistica a Sanremo che è
7
anche un atto d’amore per la
sua città: ricorda – dell’ultimo
cinquantennio del millennio scorso – fatti e misfatti dell’urbanistica, citando
circostanze, nomi, grandi e piccole opere che hanno disegnato la città come la
vediamo ora. «Ha vissuto quegli anni – scrive fra l’altro Mauro Ausonio, tesoriere
dell’Ordine imperiese nella sua prefazione - che hanno visto Sanremo uscire dalla
Seconda Guerra Mondiale ed espandersi, da un punto di vista edilizio, come non mai».
Del resto, lui stesso ha partecipato da protagonista alle scelte urbanistiche della
città: «visto l’aumento esponenziale delle auto – si legge nella sua biografia - si interessa
dei problemi del traffico urbano e produce alcune soluzioni locali (senso unico e rotatoria
di Corso Garibaldi, corsia preferenziale alla Foce, parcheggio di piazza Mercato), due
studi generali e un Piano del Traffico per Sanremo, programmi di calcolo automatico dei
flussi di traffico».
Un saggio che si legge con piacere ed interesse: il Block notes è scaricabile, come
tutti gli altri prodotti da “A&B”, dal sito della Froil: www.federazioneingegneri.liguria.it =>
Ivano Amoretti
A&B Atti e Bollettino => Block Notes
Block Notes
Regionale
Federazione
li Ingegneri
degli Ordini deg
ria
Ligu
della
n.7
Block Notes
/1
n. 3 - Marzo 2016 -
/2 9
Qui Ordine
FEDERAZIONE REGIONALE DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERI DELLA LIGURIA
Piazza della Vittoria, 11/10 – 16121 Genova - C.F. 95045940103
www.federazioneingegneri.liguria.it -PEC [email protected]
Presidente Paolo Caruana (SP); Segretario Claudia Bedini (SP); Consiglieri Domenico Pino
(IM), Giuseppe Anselmo (IM), Fulvio Ricci (SV), Nicola Berlen (SV), Maurizio Michelini (GE),
Domenico Muccio Palma (GE), Roberto Orvieto (GE), Roberto Zanardi (GE).
ISCRITTI COMPLESSIVI ALBI PROFESSIONALI INGEGNERI LIGURIA
Sezione A 6.823 - Sezione B 238 – TOTALE 7.061 (di cui 6.096 uomini e 965 donne)
GENOVA
Piazza della Vittoria, 11/10
16121 Genova
Tel. 010.593840 - 010.593978
Fax 010.5536129 - C.F. 80039470101
www.ordineingegneri.genova.it
PEC [email protected]
[email protected]
[email protected]
IMPERIA
Via della Repubblica, 11
18038 Sanremo (Imperia)
Tel e Fax 0184.530799 - C.F. 81001410083
www.ordineingegneriimperia.it
PEC [email protected]
[email protected]
[email protected]
Presidente Roberto Orvieto
Vice Presidenti Domenico Muccio Palma, Marco Sartini
Segretario Roberto Zanardi
Tesoriere Gianluigi Calzetta
Consiglieri Arturo Antonelli, Laura De Biasio,
Andrea Del Grosso, Claudio Firpo, Diego Fonsa,
Riccardo Franchini, Maurizio Michelini,
Mauro Nalin, Silvio Rossi, Aldo Signorelli. Presidente Domenico Pino
Segretario Mauro Ausonio
Tesoriere Enrico Ingenito
Consiglieri Giuseppe Anselmo, Fiorenzo Borro,
Simone Di Marcoberardino, Lorenzo Falciola,
Gianluigi Pancotti, Riccardo Restani, Fabio Sappia,
Gian Paolo Trucchi.
ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE
Sezione A 4.579 - Sezione B 117
TOTALE 4.696
(di cui 4.064 uomini e 632 donne)
al 29 febbraio 2016
ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE
Sezione A 467 - Sezione B 19
TOTALE 486
(di cui 421 uomini e 65 donne)
al 29 febbraio 2016
LA SPEZIA
Via Vittorio Veneto, 99/2 - 19124 La Spezia
Tel. e Fax 0187.732768 - C.F. 80017220114
www.ordineingegnerilaspezia.it
PEC [email protected]
[email protected]
SAVONA
Corso Italia, 8/11 - 17100 Savona
Tel. 019.822678 e Fax 019.822696
C.F. 80003460096
www.ordineingegnerisavona.it
PEC [email protected]
[email protected]
Presidente Paolo Caruana
Vice Presidente Daniele Guerrieri
Tesoriere Claudia Bedini
Segretario Marco Fanton
Consiglieri Michele Codeglia, Stefano Fusi,
Riccardo Marangoni, Stefano Pasquali, Simone Tesconi,
Marco Vescovi, Gianfranco Zucconi.
Presidente Fulvio Ricci
Vice Presidente Nicola Berlen
Tesoriere Diego Pastorino
Segretario Maria Alessandra Binaghi
Consiglieri Diego Bergero, Franca Briano,
Daniele Cabrini, Gabriele Calzavara,
Claudio Gagliolo, Marcello Macciò, Danilo Muraglia.
ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE
Sezione A 708 - Sezione B 28
TOTALE 736
(di cui 647 uomini e 89 donne)
al 29 febbraio 2016
ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE
Sezione A 1.069 - Sezione B 74
TOTALE 1.143
(di cui 964 uomini e 179 donne)
al 29 febbraio 2016
30/
- n. 3 - Marzo 2016
m ail box
Una lettera critica del vice presidente dell’Enpa di Savona proposito
del nostro intervento sui “buchi” della L.R. 23/2000
che parla, in caso di aperture di cantieri, dell’obbligo di spostare
gli animali e poi riportarli nella collocazione originaria.
Ma non parla solo delle colonie di randagi: la norma cita anche
“gli altri” e questo può aprire situazioni paradossali,
come avevamo scritto e ribadiamo nella risposta del direttore.
«QUELLO SPIRITO FUORI LUOGO SUI GATTI»
MA IL PROBLEMA È UNA LEGGE SCRITTA MALE
Dr. Ing. G.B. Buzzi, vicepresidente ENPA Savona - Spettabile redazione, mi riferisco all’intervento in prima pagina di G. San. sull’articolo 8 della legge regionale 23/2000 sulla tutela delle colonie feline.
Oltre ad essere iscritto all’Ordine dal 1978 sono anche, da molti anni
prima, volontario dell’ENPA di Savona ed estensore dell’articolo incriminato, che proposi ad un consigliere regionale, che lo accolse e
lo presentò nella discussione del disegno di legge, ottenendone l’approvazione.
In quasi 16 anni di applicazione della norma, almeno in provincia di
Savona dove come volontario mi occupo anche di questo settore, non
vi sono state interruzioni dei lavori o altri problemi; le imprese che si
trovavano (e si trovano) a costruire in zone dove sono presenti colonie
di gatti liberi, a parte qualche rara e iniziale manifestazione d’insofferenza, hanno subito condiviso lo spirito collaborativo della norma;
in pratica si tratta di svolgere nel sito un veloce sopralluogo assieme
alla volontaria che si occupa della colonia, individuare un piccolis-
simo spazio (fuori del cantiere) dove continuare a sfamare e curare
i gatti e spostarvi le minuscole attrezzature necessarie. I lavori non
hanno mai avuto interruzioni e siamo vissuti più o meno tutti felicemente, i costruttori, le gattare, i volontari dell’ENPA ed i gatti. È cosi
grave secondo G. San.?
Si è reso necessario proporre ed ottenere l’emanazione della legge,
che tanta inutile ironia ha suscitato nel giornalista, perché prima erano diffusi casi di arroganza ed insensibilità, in cui le imprese demolivano tutto senza alcuna pietà o riguardo e senza neppure ascoltarci.
Invece rondini, quasi scomparse, meglio rondoni, piccioni e pipistrelli,
sono tutelati da leggi nazionali e siamo sempre riusciti, con reciproca
comprensione a conciliare le esigenze degli animali e quelle delle
imprese. È infatti bastato parlarsi. Le colonie di vermi, scarafaggi,
tarme e formiche - stia sereno il signor G. San. - non sono tutelate
da alcuna legge.
Distinti saluti
Risponde Gianfranco Sansalone, direttore di “A&B” – Egregio ing.
Buzzi, le confesso che sull’argomento ci siamo andati giù pesanti volutamente. Un corsivo – il mio, G.San. – decisamente provocatorio; una
simpatica vignetta di Stefano Rolli, il più bravo sulla piazza e non solo;
e a seguire ben quattro pagine firmate dall’ing. Maurizio Michelini, che
quando ci si mette commenta leggi e decreti con inchiostro al cianuro.
Volevamo, speravamo di attirare l’attenzione per denunciare il modo
in cui spesso si legifera in questo Paese e aprire una nuova battaglia.
Contro i gatti e gli animali? Ovviamente no, e dispiace che il nostro
intento sia stato da lei frainteso. L’obiettivo non erano certo loro, come
avrà modo di considerare se rileggerà con maggiore serenità tutto il
servizio (corsivo, vignetta e rubrica “controrullo”) nel suo complesso,
dedicato appunto alla legge regionale n. 23/2000 che impone in caso
di apertura di cantieri pubblici o privati di spostare e poi riportare nella collocazione originale eventuali colone di gatti e “di altri animali”.
Lo specifica proprio l’art. 8, di cui lei ci informa di essere stato a suo
tempo l’ispiratore. Della sua sensibilità non si può che darle atto e
riconoscerle ogni merito.
Ma il legislatore, quando scrive e fa approvare una legge, deve anche
chiedersi gli effetti che questa può creare.
De jure, come amano dire gli avvocati, se nel caso in specie una norma
obbliga a riportare nella sede originaria non solo i gatti, ma anche
“gli altri animali” (si intende “tutti” gli altri animali) e chi è tenuto a
rispettarla non lo fa, è chiaro che commette un illecito. E in questa
situazione si possono trovare i direttori dei lavori, i proprietari e tutti
coloro che si rendano responsabili di un eventuale non rientro in sede
degli animali “sfrattati”.
Da qui l’apparente ironia: quindi anche colonie di vermi, piccioni e altri
uccelli a cui sarà distrutto il nido: e inoltre formiche, tarme, scarafaggi?
“Apparente” perché un obbligo così genericamente formulato – in caso
di contenziosi, creati in buona o cattiva fede – può aprire autentiche
voragini con conseguenze paradossali. Da qui la battuta sul fatto che
non esistendo animali di serie A e di serie B, a termini di legge anche
i topi fuggiti in seguito all’apertura di un cantiere, una volta finiti i lavori devono avere il diritto di veder ripristinata la loro tana ed essere
riportati a casa. O le rondini o i rondoni a cui si è pur scrupolosamente
ricostruito il nido. Ma se non si riesce a convincerli a rientrare, si possono configurare responsabilità a carico dei direttori dei lavori che li
hanno cacciati? Ma se fosse lei il direttore dei lavori e qualcuno – magari i condomini di fronte, ai quale ha creato qualche problema, giusto
così per fargliela pagare, la denunciassero in base all’art. 8 della legge
23/2000 – ci troverebbe qualcosa da ridere? Forse quando lo leggerebbe sui giornali si divertirebbe, ma alla prima parcella del suo avvocato
le assicuro che il buon umore le passerebbe.
Finora però non è mai avvenuto nulla di male, dice lei, tutto è filato
liscio, perché dovrebbe succedere? Perché c’è sempre una prima volta potrei risponderle. Oppure perché ci sono organizzazioni criminali
come la ‘ndrangheta che nel settore edile oggi usano sempre più i codici e non i proiettili per ricattare, minacciare, fare pressioni, arrivare
allo scopo, tanto è vero che mica per niente i figli dei boss studiano
giurisprudenza e aprono studi legali.
Invece le rispondo perché quando il legislatore scrive le norme deve
evitare di precostituire situazioni che invece di semplificare l’attività di
chi lavora e la vita dei cittadini, possano rischiare di complicarle.
Come vede i gatti, gli animali domestici e anche gli altri non c’entravano proprio nulla, non erano l’oggetto dell’ironia e della satira ma
solo il tramite per ribadire una volta di più, nella maniera più efficace
possibile – e se mi consente anche abbastanza chiara – un concetto
che questo giornale negli ultimi due anni ha ripreso più volte.
Ricambio i saluti e auguro i migliori successi all’Enpa per la sua utilissima attività.
n. 3 - Marzo 2016 -
/3 1
Sommario
SOMMARIO
1 Il Rullo... di Rolli
Vignetta a cura di S. Rolli
2 Post-Rullo
I contatori della discordia: guida nella giungla
normativa - Paolo Cavalletti, Maurizio Michelini
4 Editoriale
Alla ricerca di nuove frontiere,
ecco l’ingegneria del futuro - Fulvio Ricci
6 Random
9 Qui Federazione
9 Troppe cadute dall’alto: norme regionali da rivedere Claudia Bedini
11 Giovani professionisti oberati dai costi.
Il Jobs Act promesso dal governo - Claudia Bedini
12 A&B Web Edition Gennaio:
Un piano per la sicurezza nelle abitazioni
13 A&B Web Edition Febbraio:
Legge sismica, chiesto un incontro con la Regione
14 Cover
La rivoluzione del bim è qui:
così è cambiata la progettazione - G. Sansalone
18 Professione
red 2016 - Le giornate dell’Ingegneria
18 Una tappa importante sull’eccellenza italiana
che si rivolge anche all’opinione pubblica
Armando Zambrano
I turisti non arrivano da soli:
serve un motore di sviluppo - Roberto Formato
19 Nelle Smart Grid l’incontro tra informazione
ed energia - Massimiliano Margarone
20 red 2016 - Il programma
21 agenzia per l’Italia Digitale: la proposta del cni
Angelo Valsecchi
23 Cert’Ing: la piattaforma nazionale è on-line
Roberto Orvieto
25 Ingegnere, professione donna,
quando “comanda” lei - Giulia Danieli
27 Qui Ordine
27 Fad, la formazione a distanza sempre
a “portata di device” - Roberto Orvieto
29 Bloc Notes: La storia urbanistica di Sanremo
di Ivano Amoretti
30 La Federazione e gli Ordini provinciali della Liguria
31 Mailbox
32/
n. 3 - Marzo 2016
A&B - Atti e Bollettino di Informazione degli Ordini
degli Ingegneri della Liguria
Mensile della Federazione Regionale degli Ordini
degli Ingegneri della Liguria - Codice Fiscale 95045940103
PEC: [email protected]
www.federazioneingegneri.liguria.it
Presidente: Paolo Caruana (Sp)
Segretario: Claudia Bedini (Sp)
Consiglieri: Giuseppe Anselmo (Im), Nicola Berlen (Sv),
Maurizio Michelini (Ge), Domenico Muccio Palma (Ge),
Roberto Orvieto (Ge), Domenico Pino (Im), Fulvio Ricci (Sv),
Roberto Zanardi (Ge)
Direttore Editoriale: Maurizio Michelini
Reg. Tribunale Genova n. 64 del 25 marzo 1949
Anno LXVII
N. 3 – Marzo 2016
Chiuso in redazione il 29 Marzo 2016
Direzione e Redazione:
Piazza della Vittoria, 11/10 - 16121 Genova
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Editore, impaginazione, stampa: Nuova Grafica LP
Via Pastorino, 200-202 r - 16162 Genova
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Direttore Responsabile: Gianfranco Sansalone
Hanno collaborato: Claudia Bedini, Gianluigi Calzetta,
Paolo Caruana, Giulia Danieli, Roberto Formato,
Massimiliano Margarone, Maurizio Michelini,
Roberto Orvieto, Fulvio Ricci, Stefano Rolli.
Grazie per la collaborazione alle segreterie degli Ordini
degli Ingegneri di Genova, Imperia, La Spezia e Savona
In copertina: Edificio realizzato in Brasile su Progetto
Piacentini Ingegneri per conto di Piacentini Costruzioni
Progetto editoriale: Agenzia Aba News
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www.abacomunicazione.it
Progetto grafico: Movie & Fashion Group Srl
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