Boris Pahor Necropoli

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Transcript Boris Pahor Necropoli

Boris Pahor
Necropoli
Title: Necropoli
Author: Boris Pahor
Format: Paperback
Language: Italian
Pages: 280
Publisher: , 0
ISBN: 8881128810
Format: PDF / Kindle / ePub
Size: 9.5 MB
Download: allowed
Description
Campo di concentramento di Natzweiler-Struthof sui Vosgi. L’uomo che vi arriva, un
pomeriggio d’estate insieme a un gruppo di turisti, non è un visitatore qualsiasi: è un ex
deportato che a distanza di anni torna nei luoghi dove era stato internato. Subito, di fronte alle
baracche e al filo spinato trasformati in museo, il flusso della memoria comincia a scorrere e i
ricordi riaffiorano con il loro carico di dolore e di commozione. Ritornano la sofferenza per la
fame e il freddo, l’umiliazione per le percosse e gli insulti, la pena profondissima per quanti, i
più, non ce l’hanno fatta. E come fotogrammi di una pellicola, impressa nel corpo e nell’anima,
si snodano le infinite vicende che ci parlano di un orrore che in nessun modo si riesce a
spiegare, unite però alla solidarietà tra prigionieri, a un’umanità mai del tutto sconfitta, a un
desiderio di vivere che neanche in circostanze così drammatiche si è mai perso completamente.
Scritto con un linguaggio crudo che non cede all’autocommiserazione, Necropoli è un libro
autobiografico intenso e sconvolgente. E se Boris Pahor ci racconta la sua esperienza del
mondo crematorio perché la memoria non si perda e la storia non sia passata invano, quella
che ci dà non è però solo la fedele testimonianza delle atrocità dei lager nazisti, è anche un
emozionante documento sulla capacità di resistere e sulla generosità dell’individuo.
«Un libro sconvolgente, la visita a un campo della morte e il riaffiorare di immagini intollerabili
descritte con una precisione allucinata e una eccezionale finezza di analisi».
«Le Monde»
«Un memoir indimenticabile ed evocativo. Con la sua voce intensa e originale Pahor penetra nel
cuore dei lettori e li conduce nel luogo dove perse la maggior parte dei suoi compagni e molto di
sé».
«Kirkus Review»
«Non c’è modo di evitare lo sguardo coraggioso e diretto di Boris Pahor. Il suo nome è stato
giustamente accostato a quello di Primo Levi, Imre Kértesz e Robert Antelme». «Süddeutsche
Zeitung»
Insightful reviews
Sdrucciola: Per dimenticare la retorica dei campi ci vogliono una trentina di pagine.
Gli aggettivi si assottigliano, le frasi si fanno più brevi e puntuali, senza capire bene quando è
successo ci si ritova nella baracca di Dachau. Accanto a Boris Pahor, internato sloveno
assegnato all’infermeria, assegnato dal destino e dalla volontà alla cura degli infermi. Senza
eroismo né l’orgoglio della vittima che porta in trionfo postumo la sua umiliazione.
Piuttosto come un testimone che non si rassegna a confinare lo sdegno in una giornata
commemorativa, che si domanda com’è possibile che il rumore degli zoccoli di tela non sia
nelle strade dove dovrebbe rivivere ogni giorno, come monito e denuncia.
Questo libro ha la forza straordinaria di ciò che non si accontenta di sembrare vero.
Le atrocità sono così calate nell’umanità delle vittime e dei carnefici da essere totalmente e
dolorosamente presenti senza mai ricorrere a un sentimentalismo che davvero sarebbe umiliare
nuovamente chi non è tornato.
Alea: Boris Pahor si riferisce all'esperienza dei campi come al mondo crematorio.
Nel mondo crematorio la vita è a termine, e il termine è indicato dal fuoco del camino che brucia
i corpi e le anime. La dissolvenza fisica, l'odore e il sapore della cenere del camino che
impregna l'aria, il ruvido telo a strisce e l'incartapecorito strato di pelle che riveste le ossa, rami
secchi da destinare al forno, è la tortura più grande, più della fame, delle umiliazioni morali,
delle sofferenze fisiche, dell'agonia.
E il prigioniero Boris Pahor, sloveno, appartenente alla minoranza riottosa destinata alla
dissolvenza, è un infermiere, pertanto privilegiato nel campo.
Riesce a dare senso alla sua esistenza nel limbo della premorte lavorando alacremente per
lenire le sofferenze degli altri. E' il suo lavoro che dà senso al presente del mondo crematorio, al
di là dell'inutile speranza nel futuro, al di là del doloroso annegamento nel passato.
E paradossalmente l’attaccamento alla vita, si tramuta , nel tempo, in senso di colpa verso la
moltitudine dei non sopravvissuti.
Di straordinario impatto emotivo è il linguaggio: denso, corposo, materico, vera reificazione del
passato , RESISTENZA al mondo crematorio il cui progetto aveva destinato l’uomo a
trasmutarsi in fumo e polvere.
Tornando al campo, meta di visitatori, i fantasmi del passato lo tormentano. Ma forte è una
consapevolezza, per noi un monito:
“Ma qui non c’è niente di vivo che potrei portarmi via. Nessuna rivelazione. Al massimo la
conferma che non può esistere una divinità buona e onnipresente che sia rimasta testimone
muta davanti a questo fumaiolo. E davanti alle camere a gas. No, se c’è qualche divinità, è una
divinità che non conosce e non può conoscere distinzione tra il bene e il male. Ma questo, di
nuovo e ancora una volta, significa che soltanto l’uomo può dare ordine al mondo in cui vive e
cambiarlo in modo che sia possibile realizzarvi le idee buone piuttosto che quelle cattive.”
Samuel76: Ci ho messo un'eternità a finire questo libro, tra gli impegni lavorativi, il poco tempo
a disposizione e la lettura non propriamente leggera, il tempo è letteralmente volato via...
Storia vera e propria, in alcune parti del libro fa accapponare la pelle, anche se purtroppo non
sono riuscito ad apprezzarlo fino in fondo (mi sono letteralmente sforzato di leggerlo!) in quanto
la scrittura non rasenta i miei gusti.
Alle volte caotico nello scrivere con divagazioni e/o descrizioni contorte, anche se ad esser
sincero, molte di queste parti sono scritte proprio come la mia mente ragiona :)
Durante la lettura mi son chiesto se dai campi di concentramente fosse uscita una (o più) donna
che poi abbia scritto qualcosa su questo argomento, in cosa sappiate di qualche autrice vi
pregherei di segnalarmela, mi piacerebbe leggere il 'punto di vista' di una donna.
orsodimondo: CRONACHE DAL MONDO CREMATORIOUn libro ambientato in massima parte
nel campo di concentramento nazista di Netzweiler-Struthof in Alsazia, dove Boris Pahor venne
imprigionato. Un libro sull’amore in tutte le sue forme umane e su ogni possibile offesa
all’amore commessa dall’uomo.... Allora mi disse: “Tu tornerai a casa.” Bè, questo period ciò
che tutti speravamo, anche se nessuno voleva ammetterlo; los angeles regola period di non
stuzzicare los angeles morte con immagini di vita, perché l. a. morte è una femmina
vendicativa.......Il disfacimento continuava da tutte due le parti, tanto nel caos quanto nella
tranquillità ordinata; tuttavia l'uomo si salva dall'anonimato se gli si offre una possibilità
d'impegno; l. a. coscienza della spersonalizzazione è peggio della fame, e l. a. repute è peggio
che mai quando punta all'obiettivo più terribile: dissolvere los angeles personalità....Potrei
riportare brani su brani, l'intero libro probabilmente. Opera bella, e importante, molto. Esistere,
ogni giorno, period tutto quello che potevano augurarsi. Ogni energia period rivolta alla mera
sopravvivenza.Talvolta può arrivare un senso di spossatezza nel ripetersi di situazioni, della
fame, della deprivazione, della debolezza, della violenza: quasi che Pahor voglia some distance
vivere fisicamente al lettore una parvenza di quello che effettivamente è stato il mondo
crematorio, e in step with farlo usi appunto l. a. ripetizione, los angeles sovrapposizione di
episodi simili. Allora, bisogna rallentare l. a. lettura, non curarsi più del ritmo narrativo, e andare
a assaporare ogni singola parola, tornando indietro dove occorre: perché i lampi di luce a volte
sono nascosti tra parole all'apparenza banali.
Sebastian: Un movement of consciosness autobiográfico de los angeles experiencia del autor
en los campos de exterminio ahora reconvertidos en museos del mal. los angeles madalena de
Pahor es el horno crematorio del campo que, por motivos nunca explicitados, visita por
segunda vez. los angeles narración es tortuosa en lo temático pero también en lo estilístico. Sin
contar siquiera con una noción del esloveno, me atrevo a acusar en parte a l. a. traducción,
prejuicio al que me veo inclinado ante cualquier edición de Anagrama. Pero Pahor tiene
muchos méritos. Se abstiene de poner un cristal coloreado a lo que cuenta y sus opiniones son
casi siempre las que tenía en el momento de experimentar los hechos; no hay anacronismos ni
reconsideraciones. Quizás a esto lo ayuda l. a. relativa cercanía en el tiempo (lo escribió en
1966), y a que los tramos narrados veinte años después le facilitan esa separación. Además,
Pahor nos intenta convences que de ese martirio no salió ni mejor ni más sabio, y evita en todo
caso tratar de imponerle un sentido narrativo o novelístico a lo que fue una secuencia
interminable de horrores y humillaciones.Hay otras cosas que hacen más lenta l. a. lectura. Un
excesivo énfasis en estereotipos nacionales, l. a. recreación mayormente estática de las
escenas, una estilización en l. a. escritura que a veces sofoca.
Marie: i believe that you must for somebody to appreciate that this isn't a piece of fiction. Sure,
Boris Pahor studied italian literature yet this doesn't suggest that what is uncovered the
following with an awesome element and with a few literary angle of sorts, with the twentieth
century italian effect is any much less real. Boris Pahor is a survivor of 1 of the most important
horrors that humanity has seen, the Nazi regime. scuffling with for Slovenian autonomy and
against either a long way correct and much left systems, his tale is an encouraging testimony to
remember. simply because mainly things, he recollects greater than simply attempting to write
whatever appealing. the significance of reminiscence stands nonetheless to prevent errors and
wishes of vengeance to blind us adequate to approve of such habit back simply because it
comes disguised as justice. it's totally curious that i discovered approximately him on an
interview of an area magazine, and that his tale isn't really spoke of enough. we should always
always remember humanity that these days has growth as their god, and equality as their
targets has had them within the past, and that this bring about issues because the french
revolution, the ussr and the nazi regime. obscure statements within the palms of individuals with
all of the power, simply convincing the masses. they need to now not be outcast as monsters,
Stalin and Hitler have been additionally totally human and a made of the societies that raised
them. Education, even in an ethical feel is the basic key. we should always by no means depart
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