Melania G. Mazzucco Vita

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Transcript Melania G. Mazzucco Vita

Melania G. Mazzucco
Vita
Title: Vita
Author: Melania G. Mazzucco
Format: Paperback
Language: English
Pages: 448
Publisher: , 0
ISBN: 0312425864
Format: PDF / Kindle / ePub
Size: 9.1 MB
Download: allowed
Description
A New York Times Book Review
Editors' Choice
In April 1903, Diamante, age twelve, and Vita, age nine, are sent by their poor families in
southern Italy to make a life for themselves in America. Theirs is an unforgettable love story, a
riveting tale of immigrant survival and hope that takes them from the crime-ridden tenements of
Little Italy to the brutal rail yards of the Midwest, on paths that cross with the Black Hand,
Caruso, and Chaplin. It is a story that reaches across decades, to the son of Vita, who would
travel as far as Italy to find his roots and the man who could have been his father.
In Vita, the author, Melania G. Mazzucco, also tells her own story of how she found Diamante
and Vita in old photographs, documents, ship manifests, and the fading memories of her
relatives, and from these fragments of the past imagined this gripping epic fiction of her family's
history.
Insightful reviews
Metta: Difficile distillare l’esperienza di questo libro. Un lungo viaggio, estenuante, sfibrante, a
tratti eccessivo per le mie forze, tra pagine di elenchi di sopravissuti o no, di dettagli,
precisazioni storiche, anagrafiche, descrizioni minuziose, sulla vita degli immigranti italiani
all’inizio del secolo scorso in America. A partire dalle traversate logoranti verso l’ignoto, il
destino, la speranza, fino alle ramificazioni possibili di questo approdo nella terra delle
opportunità. Damiano e Vita. Rocco, e Coca-Cola, Geremia, e Agnello, Lena e Moe ed Enrico
Caruso.
La loro vita a New York e altrove, la miseria, la sporcizia, la promiscuità forzata, la criminalità,
La Mano Nera, i soprusi, i pregiudizi, le morti, l’emarginazione, l’ignoranza, le malattie, la fatica
immane dei minatori, degli operai sulla ferrovie, degli “strilloni” bambini per strada a cercare di
vendere giornali, di donne e bambine chiuse in case afose e insalubri a cucire, rammendare,
rose asole orli…. Il racconto salta nei tempi e nei luoghi, l’Italia prima durante e dopo la guerra,
quel che ne rimane dentro e fuori gli uomini.
L’autrice cerca la sua storia, il suo albero genealogico, tra informazioni recuperate nei racconti
di chi ancora c’è e ricorda frammenti, nelle carte umide e ingiallite, nelle fotografie evanescenti,
negli archivi comunali. Da questi appigli crea, cuce, racconta. Un ricordo che è una cura e un
omaggio. Racconta di navi, destini, amori, separazioni, sogni infranti, compromessi. Racconta di
Vita e Damiano. Racconti laceranti, discontinui, poetici. Vorresti quasi intervenire in certi
momenti per cambiare un destino, tanto ti sembra di condividere l’aria irrespirabile di fuliggine e
amarezza, ma anche il tempo sempre rimandato, a volte irrimediabilmente, del sogno
americano da avverarsi. Concludo con la frase che l'autrice premette:
“L’America non esiste. Io lo so perché ci sono stato.” Alain Resnais
Piotr Braziewicz: Wonderful story and a great lesson of life. Our dreams and expactations from
youth are hardly becoming real when we grow up... "Light things don't drown but they rarely
reach the shore"
Carly: This was a good book, but clearly was difficult to get into. I don't typically ever take this
long to read a novel. It does eventually draw you in and is a good story; I probably read the last
half of the book in only 2 weeks. Perhaps it was just the wrong story for my current mood or life
events. I almost hate to judge the book because I allowed it to stew and mostly finished it to
move on.
It is essentially an unrequited love story; a family history of sorts. Italian immigrants who come
to America as mere children face horrors and challenges most of us will never see before their
18th birthdays. We see how 2 young people are changed by the hardships they face and how
this America with the promise of hope turned out for many to be just a torture chamber, a grave
or a never-ending nightmare and for others it became home. Either way, no one stays the child
they once were.
Luana: Di recente ho avuto in lutto in famiglia: uno dei capostipite, ormai giunto alla veneranda
età di ninety six anni ci ha lasciati in silenzio, così are available in silenzio stava ormai
conducendo l. a. sua esistenza. Eppure, chissà quante cose aveva ancora da dire, quante cose
non ha detto e invece sarebbero potute essere in line with noi dei tesori. Ma according to effetto
della provata teoria secondo cui capiamo il valore delle cose solo quando non le possediamo
più, credo di aver capito troppo tardi, solo di fronte all’unico evento irrimediabile della vita, cosa
si stava perdendo. Nel tessuto familiare si stava creando un buco, una voragine quasi
centenaria, non solo di affetti, ma anche di parole, di racconti, di esperienze, di tradizioni e
leggende del nostro piccolo extended family in cui tutti i maschi, consistent with rispetto, portano
lo stesso nome.Veniva a mancare non solo l’affetto, l. a. figura ormai trisavola, veniva a
mancare anche una parte della storia. Così quando mia madre mi ha chiamata according to
darmi l. a. notizia io sono rimasta impietrita, e mi sono sentita come se avessi sprecato
un’occasione, l’occasione di sapere da dove venissi, e visto quanto è difficile sapere dove stia
andando, un’occasione d’oro, che mi fornisse almeno una parte della cornice del quadro. Così,
quando ho iniziato a leggere ‘Vita’ di Melania Mazzucco, mi sono sentita come se qualcuno mi
stesse inviando un segno, o forse un ammonimento, un ‘così impari’.La Mazzucco infatti ha
realizzato su carta quello che è sempre stato un po’ un mio desiderio segreto: partire dalle
fronde consistent with arrivare alle radici, sfrondare l’albero genealogico in line with arrivare a
capire dove sorga l’acqua che ha fatto di modo che tramite combinazioni imperfette, casualità e
coincidenze io giungessi a vivere dove vivo, figlia dei miei genitori e sorella di mia
sorella.Armata dei ricordi del padre, di un prozio non più vedente, ma ancora capace di
riesumare episodi e storie, questa scrittrice di sconfinato talento ha fatto della sua storia di
famiglia un romanzo in cui a volte i personaggi sono dotati di large poteri solo come accade
nelle saghe famigliari talmente ataviche e polverose che tutto prende il sapore della leggenda,
della possibilità, dell’incertezza e del bisogno di ricostruire advert ogni costo, anche prendendo
in step with buone quelle parole che attengono all’invenzione, non alla realtà storica.Parte da
Minturno, prende una nave in step with l’America e, con Diamante e Vita, due ragazzini di
thirteen e nine anni sbarca, agli inizi del Novecento, nella terra dove tutto è possibile, di cui
basta il nome advert evocare occhi sognanti, orizzonti e porte aperte consistent with tutti:
l’America.Ma davvero si tratta di ciò, di un Paese aperto a tutti? E’ fondata los angeles
leggenda che vuole che gli immigrati senza un soldo in tasca potessero arrivare in the US e
passare dal ‘barbonaggio’ all’imprenditoria? Questo romanzo, in 475 pagine, risponde a
queste domande in modo pungente, toccante, restituendo ai figli del 2000 una realtà ben
diversa da quella che si crede di poter trovare.Insomma, le cose agli inizi del Novecento, se eri
italiano, non andavano proprio bene. A volte diventavi ricco, certo, ma poche volte. Le altre
diventavi mafioso, collaboravi con los angeles criminalità organizzata, facevi i lavori che nessun
altro voleva fare, raccoglievi un dollaro al giorno consistent with sixteen ore di lavoro nelle quali
costruivi le ferrovie, sì, ma le costruivi in step with gli americani. Se eri italiano, nel 95% dei casi
eri un alienato, nel senso più stretto del termine secondo cui davi l. a. tua vita, los angeles tua
salute a costruire qualcosa di cui non avresti mai goduto. Se volevi essere onesto. Se non
volevi essere onesto bastava freddare qualcuno in attesa che qualcuno freddasse te, nella
grande the United States aperta in step with pidocchiosi, ma non in step with tutti, che ti
rimandava indietro se non avevi gli occhi che vedevano.E’ così che l. a. Mazzucco mi ha
attratta nel suo libro, nelle viscere della sua storia, restituendomi qualcosa che non appartiene
solo a lei, restituendomi il ritratto di un Paese che è anche il mio: un Paese che non sa dove va,
che non si vuole ricordare da dove è venuto, dove è andato. Un Paese che rigetta
l’immigrazione senza ricordarsi i tempi in cui senza di essa non sarebbe sopravvissuta. Senza
ricordarsi di quando nell’ultimo carro, stipati come sardine, c’eravamo noi, gli italiani. I mafiosi.
Quelli che non imparavano l’inglese nemmeno dopo anni di ‘sogno americano’.E poi, oltre
questo sentire comune, questo percorso di infamia comune, c’è los angeles storia personale di
Melania Mazzucco vera sino advert un certo punto, favola oltre questo in cui si confonde una
storia d’amore struggente, troncata dal destino e che suona così lontana in un mondo in cui sai
sempre dove si trovano le persone che ti interessano, con chi sono, cosa fanno, a che ore si
sposteranno grazie a mezzi di comunicazione los angeles cui inesistenza faceva perdere due
amanti in un continente troppo grandi in step with ritrovarsi.Il titolo è dedicato solo advert uno
dei due personaggi, è dedicato solo a Vita, figura di grande imponenza, maliziosa, forte,
contraddistinta da una volontà di ferro, dalla fermezza di nervi, una donna alla Mazzucco, come
già ne avevo conosciute leggendo Il bacio della Medusa. Vita ce l’ha fatta, è diventata ricca,
ma solo according to los angeles sua capacità di vivere nel presente, di prendere according to
buono quello che c’è strappandogli tutta los angeles positività possibile e opponendola alle
angherie di una vita in cui Diamante non c’è più. Mentre Diamante sta portando l’acqua,
facendo il waterboy, il lavoro dei più umili, il lavoro degli sfruttati, pensando a come togliere Vita
dalla mondezza della strada. In un continuo allontanarsi, ritrovarsi, prendersi, senza mai
davvero lasciarsi, ballano questi due personaggi sul teatrino di un amore focoso, ma incerto,
con grandi progetti, ma poche speranze, di grandi dolori che lacerano l’anima di Diamante
Mazzucco, nonno della talentuosa scrittrice.Si saldano in questo romanzo l. a. platealità della
storia di una generazione, e l’intimità degli eventi di una famiglia, il tema della ricerca che
spinge tutti i personaggi di questa storia a buttarsi nel passato, in terre antiche, l’incapacità di
arrestarsi in velocity sinché tutto non è ritrovato e rimesso al proprio posto. Ed è inutile dirlo,
ritrovare è quasi sempre impossibile. Arriva los angeles Grande Guerra, los angeles televisione,
i nuovi figli, e le parole si perdono, gli eventi si confondono, le carte si perdono sin quanto un
cuore curioso non come to a decision di ritagliarsi il suo posto, di ricercarsi. E’ stata questa
l’operazione di Melania Mazzucco che le ha fruttato il premio Strega, un’operazione che è un
tentativo di riordinare, di aggrapparsi anche con le grinfie agli ultimi brandelli di una storia che è
los angeles propria, ma ormai troppo labile.Ancora una volta, sul finale, ho sentito quel brivido di
nostalgia, quei brividi che solo i grandi scrittori ti sanno regalare.Il brivido di aver capito che sei
al capolinea: saltare giù dal treno, giunti a destinazione. E Melania Mazzucco ci riesce sempre,
a relegarmi in queste storie melanconiche e avvolgenti che poi, lo so già, non mi lasceranno in
speed according to mesi. Se non anche according to anni.
Newwhitebear: Senza dubbio los angeles Mazzucco scrive veramente bene, pulito e con
immagini veramente straordinarie a volte.Trascrivere i racconti raccolti dal padre, che a sua
volta recepiva quelli di suo padre non è una cosa semplice consistent with non scadere nel
banale e lei ci è riuscita bene.Il grosso neo di un voluminoso libro di quasi 500 pagine è che
l'intensità narrativa non sempre è stata all'altezza, anzi a volte è stata noiosa.Molto efficaci sono
stati i cambi di scenari dal passato remoto al presente al quello prossimo, che può in qualche
modo infastidire il lettore che si trova proiettato dai primi del novecento agli anni della guerra e a
quelli attuali senza un apparente cambio di argomento.Richiede molta concentrazione nella
lettura e soppesando con attenzione parole e pensieri.
Doreen: I needed to expense this a FIVE! Melania Mazzucco's writing is beautiful. Her
descriptions of characters, locations, and occasions are captivating. Mazzucco alternates time
classes and destinations continuously in the course of the book. a few reviewers do not deal
with that style, yet i discovered it mesmerizing. From one web page to the next, i used to be
fearful to grasp what new happiness or setback awaited Diamante and Vita, the 2 young
children who belief simply one another of their new country. Vita and Diamante sailed to big
apple in 1903, abandoning family, poverty and culture in southern Italy. they're simply children.
They sign up for the numerous boarders at an residence run via Vita's father and his
international mistress. the tale follows their lives in America. Overcrowded sound asleep
conditions, lice-infested bedding, the Black Hand, unscrupulous railway companies, and actual
trauma, magically mix to inform a narrative of younger innocence, damaged dreams, and loss.
Mazzucco does not romanticize the heartache and futility of immigrants within the early 1900's.
in its place she permits her characters to have their flaws, their shattered hope, their internal
fortitude, their suffering. Her writing is uncooked and honest. Mazzucco researched either side
of the Atlantic to arrange for this wonderful piece of old fiction. She masterfully insinuates
people, events, and destinations from her family tree, making a sensitive, haunting story. I cried.
I observed the characters as in a movie enjoying prior to me. in contrast to a film, i used to be
aware about their thoughts. Mazzucco stocks her ancestors, her kinfolk history, incorporating
their tales into the bigger immigrant experience. the result's a narrative that left me lonely whilst
the publication ended. I knew i'd leave out the mesmerizing Vita.
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