Sebastiano Vassalli La chimera

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Transcript Sebastiano Vassalli La chimera

Sebastiano Vassalli
La chimera
Title: La chimera
Author: Sebastiano Vassalli
Format: Mass Market Paperback
Language: Italian
Pages: 414
Publisher: , 0
ISBN: 8804422890
Format: PDF / Kindle / ePub
Size: 6.7 MB
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Description
La Chimera. In un piccolo borgo tra le risaie del novarese, sepolto nelle polveri della storia, si
consuma il dramma della bellissima Antonia, strega di Zardino. Accusata di stregoneria e
denunciata all'Inquisizione, viene condannata e arsa viva. Nel Seicento della Controriforma e
del fanatismo, Antonia e vittima dell'invidia e della superstizione del suo tempo.
Insightful reviews
Davide: La Chimera è un romanzo di Sebastiano Vassalli che racconta la storia di Antonia,
strega di Zardino, sullo sfondo della bassa di Novara. O meglio: descrive la vita nella bassa di
Novara raccontando la storia di Antonia.
Il racconto della vicenda è solamente un pretesto per rievocare la vita di campagna a fine '600
nei pressi di Novara. La storia, infatti, passa subito in secondo piano visto che, fin dalle prime
pagine, o addirittura dalla prefazione, si sa già come andrà a finire.
Nella prefazione di questa edizione si dice che si è parlato di un manzonismo di Vassalli ma
l'autore di questa non ne sembra convinto. Circa questo punto mi trovo d'accordo solo per metà.
Se da un lato è vero che ne La Chimera è del tutto assente la Provvidenza, elemento invece
onnipresente ne I Promessi Sposi di Manzoni, ho trovato invece un punto in comune tra i due
nel modo di presentare la vicenda. Vassalli ci presenta testi originali (o quasi) per aumentare la
veridicità della sua storia e condisce la vicenda con personaggi reali come il papa, il vescovo
Buscapè o il bandito Caccetta. Inoltre, circa lo stile, mi è sembrato di tornare al secondo liceo
quando, con tanta fatica, leggevo i passaggi dalla grande opera di Manzoni.
In effetti non è stato facile superare alcuni capitoli, decisamente pesanti, mentre altri scorrevano
in modo molto più fluido. In particolare verso la metà del romanzo ho avuto questa sensazione.
Oltre a descrivere la vita degli abitanti della bassa, l'autore scrive, anche con spiccata ironia,
della totale decadenza dei valori della Chiesa cristiana all'interno della stessa Chiesa. A partire
dal finto prete di campagna don Michele, allo zelante don Teresio che non perde occasione per
racimolare un po' di denaro fino ad arrivare agli inquisitori di Antonia, i quali fanno tutto fuorché
quello che potrebbe essere chiamato processo. A questo fan da contorno gli episodi che
raccontano la rivalità tra il vescovo Buscapè e il papa e il gioco di potere nella santa Roma. Si
aggiungono infine le infondate credenze popolari, circa streghe, rituali e luoghi poco
raccomandabili, che saranno infine fatali per la giovane e bella Antonia.
Il titolo La Chimera potrebbe collegarsi rapidamente alla povera Antonia, troppo strana e
alternativa per il suo tempo, ma, allo stesso tempo, anche alla struttura stessa del romanzo che,
come scrive Paolo Di Stefano nella prefazione è una costellazione di storie, un iperromanzo
storico, o meglio: un iperromanzo di storie: la storia di Antonia, i pellegrinaggi dei camminanti, la
sfida di don Teresio nel portare sulla retta via gli abitanti di Zardino, gli acciacchi dell'età del
vescovo Buscapè e le scorribande del Caccetta. Storie di vita quotidiana che l'autore
reinterpreta ed inserisce in quel paesaggio quasi fantastico della bassa di Novara, la sua
Novara.
Gaetano: L’autore prende lo spunto dalla storia (vera?) di un processo per stregoneria, dal
finale già annunciato, che vede la giovane Antonia, una “esposta” del 1600, accusata
ingiustamente (e come sarebbe potuto essere altrimenti) di essere una stria (strega) e di altre
ignobili colpe, per mostrarci uno squarcio su un ampio periodo storico in Italia, nella cosiddetta
bassa novarese; è proprio questo squarcio spazio-temporale la cosa migliore del libro, con
descrizioni così dettagliate come se fossero scritte da un autore dell'epoca.
In generale, il racconto è scorrevole, ma talvolta non molto coinvolgente.
Manca, secondo me, il punto di vista di Antonia; così come troppo distante e privo di emozione
mi sembra quello del narratore, ad eccezione dei malcelati strali contro la Chiesa di allora, di cui
mette a nudo, sapientemente ed ironicamente, le lotte interne, le contraddizioni e le ipocrisie.
"E pensare che le nostre madri, e le nostre nonne, affogavano le figlie femmine nella Crosa
(cioè: nella roggia del mulino) il giorno stesso che nascevano, se erano troppe, o se non
avevano più il latte per allattarle, o se le annate erano scarse: sissignore!..."
Questa affermazione, anche se calata in quell'epoca, oltre a mostrare una concezione della
donna di certo inferiore al maschio, mi ha decisamente colpito, così come la rinnovata
consapevolezza che, anche senza nessuna prova, basandosi solo su accuse faziose e
superstiziose, si potesse, e purtroppo si possa ancora, torturare e uccidere in nome della fede.
Giudizio complessivamente positivo ma che non mi porta a valutarlo un capolavoro.
Sakura87: "[...] nessun inquisitore del Sant'Uffizio, in nessuna città, avrebbe accettato di
considerare come risolutiva, in un processo d'eresia, una verità così volgare e grossolana da
coincidere con l'evidenza stessa delle cose; e a Novara meno che altrove."
Novara, 1590: una neonata scura d’occhi e di capelli viene esposta sul torno della Casa di
Carità di San Michele. La bambina, chiamata Antonia Renata Giuditta Spagnolini, viene
cresciuta dalle suore e, anni dopo, adottata da una coppia di contadini della bassa (la
campagna intorno a Novara) che la cresce come una figlia naturale.
Il mondo cristiano del Seicento si erge in tutta la sua brutalità: la bellezza di Antonia, le sue
escursioni notturne per incontrarsi con il moroso, le maldicenze, la siccità, e infine un inquisitore
ansioso di mettersi in mostra, fanno sì che la ragazza -a soli vent'anni- venga denunciata,
imprigionata, torturata e stuprata, e infine bruciata sul rogo come strega.
Con La chimera Sebastiano Vassalli si è aggiudicato il Premio Strega nel 1990. A torto o a
ragione non posso dirlo, non conoscendo gli altri contendenti, ma sicuramente è un romanzo
storico accuratissimo che vale la pena di leggere. Il lessico di Vassalli è ricercato e
perfettamente mimetico: se il narratore non s’introducesse spesso con commenti che
rimandano ai giorni nostri, paragonando questa o quell’usanza al mondo moderno, potrebbe
quasi sembrare un romanzo dell’epoca.
Il limite (o il punto di forza, è un elemento molto soggettivo) di questo libro è che non è la storia
di, ma un romanzo su: Antonia ne è fulcro, ma non protagonista; che è invece il Novarese a
cavallo tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo: e in particolare Zardino, una piccola società
di campagna con tutto ciò che ne consegue –la lotta tra le superstizioni contadine e quelle
religiose, i pettegolezzi, le invidie e le faide tra vicini, le imposte al prete, i risaroli costretti a
vivere in condizioni insalubri e miserevoli, le grida dei reggenti spagnoli, le invasioni di
lanzichenecchi, …
Antonia è il pretesto per un’analisi storica dettagliata del periodo in cui la violenza della fede
cristiana ha mietuto più vittime, fede cristiana scissa nelle sue due forme dell’epoca: quella
pagano-medievale, ancorata ai riti contadini, e quella scolastica, ferocemente repressiva.
Il narratore onnisciente, lungi dal seguire Antonia da vicino, è continuamente presente nel
riportare grida, documenti, atti di processo, fare un salto avanti per mostrare come un
determinato episodio inciderà negli eventi futuri, digredire su personaggi che rappresentano i
caratteri più rappresentativi dell’epoca: le monache del convento delle esposte, l’esposta
tornata al convento dopo essere stata venduta ed essersi ridotta alla prostituzione, il vescovo in
lotta con il papa, il quistone (prete senza licenza) che alleva in chiesa bigatti -bachi da seta- per
sbarcare il lunario, il nuovo prete giunto dalla città e deciso a riportare la comunità sulla retta via
attraverso il terrore, le comari, il vecchio camparo a riposo, il don che si fa abbindolare con una
falsa vendita di corpi santi (reliquie), l’inquisitore con i suoi aiutanti, il boia, e poi lei, la bella
Antonia, capro espiatorio delle paure di un’intera, malata società.
In realtà, del processo che ha portato la comunità a sospettare che Antonia fosse una stria, a
partire da coincidenze casuali, si dice ben poco. E pochi sono gli episodi che riguardano
Antonia in prima persona, almeno finché il romanzo non tocca il climax con la narrazione degli
interrogatori preliminari al processo. L’ultimo capitolo, subito prima dell’epilogo, con tinte
fosche dipinge splendidamente il viaggio di Antonia verso la Zardino in cui ha trascorso la sua
breve vita e in cui essa avrà fine, quella stessa Zardino che l’ha cresciuta e che adesso grida la
sua morte: un capitolo lirico nella sua semplicità e tristezza.
Per concludere: un libro non semplice da leggere, né scorrevole, ma che illumina su una
barbara superstizione che solitamente, nell’immaginario comune e nella letteratura, viene
attribuita principalmente alla Francia prerivoluzionaria, alla Spagna dell’Inquisizione,
all’America puritana, ma che, senza scomodarci troppo, è appartenuta anche al nostro paese.
Gabriele: Se dovessi partire da un punto, in keeping with recensire questa disfatta, partirei dal
fatto che io Vassali, fino a qualche mese fa, non lo conoscevo according to niente. Ne ho
sentito parlare consistent with l. a. prima volta quando a luglio scorso è scomparso according to
un tumore e sono usciti diversi articoli in cui si raccontava di un bene di questo scrittore che,
trovandomi fra le mani un suo libro nella polverosa libreria dell'usato dietro casa, mi son detto
che magari una lettura potevo anche dargliela. Probabilmente in quel momento lì mi ero
dimenticato dei miei tre buoni propositi: mai leggere autori che hanno appena vinto un premio
importante, mai leggere autori di cui i giornali scrivono bene e, soprattutto, mai leggere autori
incensati in letto di morte. Fatto sta che.Se dovessi elencare tutte le cose che (per me) non
vanno in questo libro probabilmente starei qui fino a domani, cercherò quindi di fare un
riassunto veloce, ma se non volete perdere troppo pace le due stellette in cima alla recensione
riassumono bene il concetto. "La chimera" è, o vorrebbe essere, un romanzo storico che
racconta le vicende di story Antonia Spagnolini, condannata in step with eresia all'inizio del XVII
secolo in quel di Novara. Vassalli ricostruisce tutta l. a. povera ambientazione della bassa, da
quella piccola cittadina che period Zardino, in cui Antonia cresce dopo i primi anni da orfana
abbandonata, fino ai problemi di una Chiesa ancora medioevale e divisa al suo interno. Antonia,
giovanissima nel momento in cui viene incolpata di essere una strega, è solo una delle tante
vittime di un periodo in cui anche solo un misero sospetto period sufficiente al Sant'Uffizio in
step with torturare e condannare a morte. Qui iniziano i problemi della narrazione di Vassalli: da
narratore onnisciente, l'autore non riesce a tenere le redini di questo suo romanzo,
calpestandosi di continuo i piedi da solo. Ne sono prova le proceed anticipazioni che
puntualmente rovinano l. a. trama, il modo di raccontare los angeles storia procedendo in
maniera spesso confusionaria sul piano cronologico, le inutili citazioni di scritti latini o in lingua
del periodo (con puntigliosa traduzione anche lì dove non serve) consistent with dimostrare al
lettore che è proprio andata come ci sta dicendo lui, così come divagazioni che vanno a rendere
ingarbugliata una storia veramente misera. E in effetti, volendo riassumere l. a. storia di Antonia
che ci viene raccontata, potremmo farlo in poche pagine. in line with ovviare a questo l'autore
cerca di inserire un po' di ambientazione, divagando in lungo e in largo sulle condizioni dei
contadini e dell'Italia del periodo, su vicende ecclesiastiche e di gerarchie, parlando di questo e
di quell'altro personaggio storico, ma in maniera tanto maldestra che più volte è lui stesso,
durante il racconto, a concludere certe divagazioni con un "ma questo non interessa consistent
with l. a. nostra storia". Almeno se ne è accorto anche lui. Chiariamoci: il contesto in un
romanzo del genere è sempre necessario, ma qui sembra quasi che l'autore ripieghi
sull'ambientazione solamente in keeping with rimediare a una trama piuttosto esile e mal
sviluppata. Ci sarebbe ancora da dire qualcosa sull'uso della punteggiatura del Vassalli, definita
da qualcuno come "raffinata", ma che according to me indica solamente uno che non ha ancora
capito quando usare i due punti, il punto e virgola e il punto. Se poi vogliamo dire che è un
modo tutto suo di scrivere va bene, le regole grammaticali però a qualcosa devono pur
servire.Questo libro è uscito in line with l. a. Einaudi nel 1990, ha vinto il Premio Strega e il
Premio Selezione Campiello. Ha venduto molto ed è stato tradotto in tante lingue. Su
Goodreads ha un punteggio intorno al 3.5, non tantissimo ma neanche poco. Io l'ho trovato
inconcludente, lento, incapace di focalizzarsi sulla trama piuttosto che sul contorno. Ammetto
che il genere non è uno dei miei preferiti, ma mi sarei aspettato decisamente un po' di più da un
libro tanto acclamato. Due stelle e mezzo, ripudiato sullo scaffale più in basso della mia libreria,
quello dei "libri letti ma che se un giorno dovessi traslocare poi magari non li vedo e me li
dimentico qui".
Chiara Pagliochini: « Continuarono tutti a vivere nella gran confusione e nel frastuono di quel
loro presente che a noi oggi appare così silenzioso, così morto, e che rispetto al nostro
presente fu soltanto un po’ meno attrezzato consistent with produrre rumore, e un po’ più
esplicito in spietatezza… Infine, uno dopo l’altro, morirono: il pace si chiuse su di loro, il nulla li
riprese; e questa, sfrondata d’ogni romanzo, ed in gran sintesi, è los angeles storia del mondo
». Se l. a. Chimera fosse il romanzo di Antonia, l. a. giovanissima strega bruciata a Zardino nel
1610, sarebbe davvero un fallimento. Ma dal momento che non lo è – e forse ci ho messo eight
anni in step with capirlo – è bene che ne scriva in step with chiarirmi le idee. Quando ero in
seconda superiore los angeles professoressa di italiano ci consigliò di leggere questo romanzo.
Promise efferatezza, torbidità, sofferenza garantita. los angeles stessa che provai, qualche
anno dopo, a una mostra di strumenti di tortura, di fronte a un “semplice” palo da impalatura.
los angeles sofferenza che ti si attacca alle ossa in risposta a tutta los angeles sofferenza del
mondo, alla crudeltà inflitta, senza scopo e senza pentimento, su donne il cui nome si è perso
nel passato. Ma, nella Chimera, io non trovai questa sofferenza. O, almeno, non los angeles
trovai nella forma urlata in cui speravo, l. a. forma cui ogni lettore segretamente anela in step
with raggiungere quel tanto di catarsi che l. a. letteratura consente. Sulla sofferenza di Antonia,
Vassalli è straordinariamente parco di parole, quando non lo si voglia tacciare di reticenza. Un
po’ come quel « l. a. sventurata rispose », dietro il quale ogni liceale ha desiderato spiare
almeno una volta, consistent with rendersi più accattivante l. a. narrazione manzoniana. Ma no:
c’è poco di accattivante in Vassalli are available in Manzoni. Poco sentimento, pochissimo
eros, poco sangue, poca empatia. In entrambi, il romance sparisce sotto le gride, il latinorum e l.
a. volontà documentaristica, come se non fosse altro che un pretesto in keeping with parlare del
passato che fu e a long way intendere il presente che è. according to questo l’opera di Vassalli
somiglia più a un testo di storia sociale che a un romanzo. Non che questo sia un male. l. a.
storia di Antonia, degli abitanti di Zardino – il paese in cui visse nei primi anni del Seicento – e di
svariati altri, vescovi, prelati, boia, camminanti, risaroli, bravi, signorotti, è troppo affascinante in
keeping with non essere portata alla luce. È los angeles storia che ognuno di noi vorrebbe aver
scoperto negli archivi del proprio paese, non consistent with vantarsi del male che fu, ma
according to puntare il dito anche contro se stessi, contro il genere umano che sempre – in
qualsiasi luogo, con qualsiasi mezzo – fu vizioso e al pace stesso ingenuo, ottimo e delirante,
furbo e dolcissimo. « C’era forse un senso, una ragione in tutto questo? E se non c’era, perché
accadeva? Ecco, pensava: io sto qui, e non so perché sto qui; loro gridano, e non sanno perché
gridano. Le sembrava di capire, finalmente!, qualcosa della vita: un’energia insensata, una
mostruosa malattia che scuote il mondo e l. a. sostanza stessa di cui sono fatte le cose […].
Anche los angeles tanto celebrata intelligenza dell’uomo non period altro che un vedere e un
non vedere, un raccontarsi storie più fragili d’un sogno: los angeles giustizia, l. a. legge, Dio,
l’Inferno… »Più di ogni altra cosa, di questo romanzo mi resteranno i paesaggi: i mutamenti della
bassa al mutar delle stagioni, le inondazioni del Sesia, le risaie a specchio, i prati infiammati di
papaveri. Paesaggi così vivi da ammaliare il lettore e da lasciarlo con un fondo inebetito di
nostalgia. Nostalgia del Seicento, degli spagnoli, dei processi in line with eresia? Forse,
nostalgia di autenticità.
Saji Connor: Sebastiano Vassalli è uno scrittore Italiano nato a Genova nel 1941."La Chimera"
di Sebastiano Vassalli è ambientato in un paesino della bassa, nella zona di Novara ed è los
angeles storia di Antonia.In tutto questo romanzo c'è una grande e profonda ricerca storica che
Vassalli riporta in ogni tratto del suo raccontare, dalle tradizioni alle leggende, dalle abitudini alla
psicologia delle persone, dalla cultura ai modi di vivere, e quant'altro...E' l'inizio del
1600.Antonia è orfana e viene adottata da una coppia di contadini, che contrariamente alle
usanze dell'epoca, trattano come fosse loro figlia legittima. l. a. ragazzina cresce insieme alla
sua amica Teresina in queste campagne, tra finti preti che si arrogano il diritto di predicare, alla
scoperta di persone e storie.I risaroli, i Lanzichenecchi, il vescovo che cerca di rendere los
angeles chiesa più rigida anche nei paesi.Antonia cresce e diventa molto bella, tanto che l. a. di
lei bellezza viene dipinta sul volto di una Madonna in un'edicola da un pittore, e trova anche un
fidanzato.Tutti però invidiosi della sua bellezza e del suo modo di essere riconducono ogni
accadimento negativo non alla malasorte ma a lei che viene tacciata ben presto come strega e
segnalata all'inquisizione che ben presto verrà a miles visita al suo paese, Nardino, in line with
interrogare i suoi compaesani.Tutti los angeles condanneranno e testimonieranno a suo sfavore
dichiarandola una strega, gli unici che los angeles difenderanno dicendo l. a. verità e gridando l.
a. sua innocenza sono i suoi genitori adottivi e l. a. sua amica Teresina. Ma sotto torture e
violenze insopportabili al high quality Antonia confessa ciò che non ha fatto e neanche mai
pensato di essere, una strega, confessa ciò che gli dicono di dire. E viene condannata a morte,
al rogo, nel posto dove ogni notte incontrava il suo fidanzato.Quanta amarezza può portare nel
cuore l. a. coscienza di essere circondati da persone che vedono attraverso occhi che hanno il
filtro dell'ignoranza, dell'invidia, della cattiveria, della stoltezza. Quanto dolore può provocare il
dolore inflitto solo ed esclusivamente in keeping with provocare del dolore advantageous a se
stesso.Quanta rassegnazione ci può essere in un cuore accusato di essere ciò che non è solo
perché superiore agli altri cuori in bontà, generosità e grandezza di spirito.Da leggere according
to sapere di più su alcune quarter della nostra Italia, in step with sapere di più sul nostro
passato, in keeping with leggere un libro scritto egregiamente con un'infinità di informazioni
designated e dettagliate su tutto ciò che riguarda il nostro passato delle tradizioni e della cultura
popolare.Da leggere perché l. a. storia di Antonia fa venire il "groppo in gola"... e commuove,
perché questa è una storia inventata, ma non ce ne sono di tanto various che sono accadute
nel passato...Vorrei copiare quì un passo del libro che parla della mia città, di Roma, e l. a.
descrive meravigliosamente in keeping with come period all'epoca... e un pò anche com'è
ora!"...e il suo pensiero scivolò indietro nel tempo, ritornò a Roma. Laggiù nella Casa dei Padri
Barnabiti c'era una terrazza che s'affacciava sui tetti e sulle cupole d'Oltretevere e ci si stava
anche d'inverno, con il sole: a leggere, a studiare, a conversare d'argomenti teologici... In
primavera poi s'usciva fuori porta, dalle mura di Campo Santo o dal Castello; si andava all'Isola
e verso il Colosseo, in una nuvola di fiori di mandorlo, di pesco e di ciliegio, tra le rovine dei
templi e gli orti e le casupole della città morta, simili più a rifugi in step with animali che a dimore
umane; lì, in mezzo a quelle casupole, s'incontravano ancora quei pastori con le ciocie ai piedi e
los angeles pecora sulle spalle che assomigliavano al Buon Pastore delle leading
rappresentazioni cristiane, e c'era ovunque un venticello che ti stimolava, ti eccitava, ti faceva
famous person bene e sentire bene: il ponentino! Allungandosi los angeles passeggiata, si
finiva a desinare in una delle antiche osterie fuori porta dove ci si sedeva attorno a certe tavole
lunghe, con tante altre persone che non si conoscevano tra loro: monsignori e venditori di
terraglie, pellegrini e madri badesse, vescovi e barrocciai, briganti da strada e musicisti e pittori
se ne stavano tutti insieme, senz'ombra di imbarazzo o di fastidio, a contatto di gomito...Queste
cose succedevano a Roma, e non avrebbero potuto succedere in nessun'altra parte del mondo.
Soltanto in quel luogo consacrato dai millenni tutto ciò che c'è stato e ci sarà può convivere con
tutto: l'alto e il basso, il vecchio e il nuovo, l. a. religione e l'empietà, il fasto e los angeles
miseria, perfino Dio e il Diavolo sembravano aver trovato un equilibrio stabile e duraturo in
quella città, dove tutto è già accaduto, e mica una sola volta! Mille volte. Così anche in quelle
osterie sperdute nella campagna laziale, lungo le antiche strade consolari infestate dai briganti,
dove si poteva finir sgozzati advert ogni passo in step with pochi giulii... Ci si sedeva fuori sotto
il pergolato e poi arrivavano gli stornellatori con i loro liuti a cantare l'amore, gli occhi della
madonna, los angeles primavera e il ponentino: e lì period Roma, come period Roma nella
nebbia degli incensi e nel fragore dei canti gregoriani che facevano vibrare le colonne della
nuova Basilica San Pietro, centro del mondo, anticamera di Dio...Per secoli, in step with
millenni, l. a. città di Roma s'era beata nella sua luce, nella sua storia, nei suoi aromi
d'abbacchio e di rosmarino e nulla al mondo, o quasi nulla, sembrava potesse scandalizzarla..."
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