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“I l rit o r no del g io rna l i no dell’ alb erg hiero ”
Numero I, anno I
Lunedì, 21 Marzo 2016
Una passeggiata ad un metro da terra...
Era mercoledì di una fredda settimana d'inverno e io mi trovavo
in classe con le mie compagne
scimmie, le quali si stavano preparando per l'attività organizzata
dalla professoressa-gorilla. Eravamo pronti e determinati a vincere la gara "Per un pugno di libri". Alcuni pensavano che si
trattasse di un'attività noiosa, ma
dovevamo assolutamente battere
le scimmie delle altre classi... Arrivata l'ora del banana-break,
rientrammo vittoriose in aula e
iniziammo a mangiare. Appena
finito la mia prelibata merenda,
cominciai a leggere sul mio banana-phone un libro che parlava
di scimmie volanti. Ad un certo
punto arrivò un mio compagno
di classe che mi chiese cosa stessi facendo. Gli risposi che stavo
leggendo le mitiche avventura di
Super-gorilla. Lui mi disse che
non serviva a nulla leggere quelle stupide storie, perché non sarei
mai diventato come lui.
banchi destreggiandomi come solo io sapevo fare. Improvvisamente entrò la prof-gorilla e io,
spaventato, mi sbilanciai, persi
l'equilibrio e rischiai di cadere rovinosamente a terra. La prof, furiosa, mi domandò se avevo le
noci in testa e subito dopo riportò
una nota disciplinare sul registro.
È passato un po' di tempo da
quell'episodio... e anche se ci rido e ci scherzo sopra, so che non
dovrò mai più azzardarmi a passeggiare sui banchi a un metro da
terra!
-1B
Mi arrabbiai molto e, per dimostrargli le mie abilità, saltai sui
“Il Caffè Artusi” - 21 marzo 2016
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I edizione - anno I
“I l rit o r no del g io rna l i no dell’ alb erg hiero ”
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Numero I, anno I
LIBERIDILEGGERE
Libri e letteratura trattati in completa libertà
L’intervista impossibile...
Giovanni Pascoli e il “suo fanciullino”
Ieri ad Amsterdam si è svolto il concorso internazionale di poesia latina come ogni anno. Abbiamo avuto l’onore di intervistare Giovanni Pascoli, autore italiano facente parte del Decadentismo,
che ha vinto un’ulteriore medaglia d’oro come lo scorso anno. Il poeta, da alcuni anni, ha adottato una poetica particolare, che ha suscitato curiosità da parte di tutti gli appassionati; questa poetica viene nominata “Il Fanciullino”. E’ molto interessante tenersi informati su nuove prospettive
di pensiero che coinvolgono la maggior parte dei poeti, soprattutto quando abbiamo davanti a
noi un poeta di un certo calibro che ha vissuto un’infanzia burrascosa.

Buongiorno Signor Pascoli, la ringrazio di aver accettato quest’intervista
dopo la sua premiazione! I nostri lettori saranno molto lieti di leggere questo articolo!
- Buongiorno, mi fa piacere essere intervistato da lei, dato che la sua testata giornalistica
è molto conosciuta e apprezzata!

La ringrazio molto! Inizio col farle i miei complimenti per il premio vinto e
vorrei chiederle un po’ della sua vita. Come ha vissuto la sua infanzia prima
di intraprendere questa strada da poeta decadente?
- Grazie ancora. Beh, la mia infanzia non è stata caratterizzata da un clima sereno, anzi,
oserei dire che io sia stato sfortunato. Ho perso mio padre durante la festa di San Lorenzo per mano di uno sconosciuto, e ciò mi ha lasciato un vuoto incolmabile. Dopo la sua
perdita ho subito ulteriori lutti in famiglia che mi riempiono il cuore di tristezza.

Mi dispiace molto! Immagino che questi avvenimenti abbiano segnato il suo modo di scrivere e di pensare, dico bene?
-Si,. queste tristi verità mi hanno portato ad essere pessimista, non a cao nelle mie poesie
ricerco costantemente il “nido familiare” e i miei stati d’animo sono influenzati dalle ingiustizie subite.
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
Numero I, anno I
Ora i nostri lettori avranno ben chiara la sua ispirazione, da dove provengono i suoi stati d’inquietudine. Le vorrei chiedere di spiegare la sua poetica del
Fanciullino, adottata da pochi anni, che suscita curiosità in tutti noi.
-La poetica, in breve, vuole far capire agli uomini che dentro noi stessi esiste un “Fanciullino”.
Nonostante i nostri mutamenti da bambini ad adulti, conserviamo dentro di noi questa figura,
però ognuno di noi sembra non accorgersene. Ebbene, gli adulti oramai non sanno stupirsi delle
piccole cose, scoprire e intuire in modo irrazionale ed il mio scopo è di trasmettere questo pensiero.

Come pensa di affrontare il pessimismo del quale mi parlava precedentemente?
-Vede, ascoltando il Fanciullino dentro di me, ho una possibilità di evadere dalle ingiustizie del
mondo, dato che vedo l’umanità attraverso i suoi occhi, meravigliandomi di tutto ciò che mi circonda , anche delle piccole cose e in questo modo cerco di rendere “Questo atomo opaco del male” il meno malvagio possibile.

Quindi è una sorta di rifiuto del razionalismo e della realtà?
-Sì, mettiamola così, però vorrei concludere dicendo che il Fanciullino permette all’uomo di ragionare; mi spiego meglio, quando siamo in situazione di euforia o di sventura, lui sa sempre tenerci con i piedi per terra. Invito i lettori a tenersi meno occupati a litigare per i problemi della
vita e di badare di più a colui che si trova dentro di noi.

Riflessione molto interessante , signor Pascoli! La ringrazio ulteriormente per
il tempo
- Certamente, sarò a vostra disposizione, mi ha fatto piacere poter parlare con Lei . Vi auguro una
buona giornata!

Buona giornata anche a lei, a presto!
In conclusione, cari lettori affezionati,
abbiamo avuto un’intervista esaustiva
che potrà chiarirvi le idee sul nostro
illustre poeta che ci ha trasmesso un
modo di vedere la vita in modo diverso, e se vogliamo, anche sorprendente!
-Laura Anokic 5 A1
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Numero I, anno I
L’ INFINITO
… e chissà il caro Leo cosa ne pensa...
Me xe sempre piasso sta coina da soa,
assieme a sta siesa che no la lassa
vardar oltra.
Ma sentandome e contemplando,
me par de vedare spassi ca no finisse pi, siensi
foresti, e na paxe assouta;
tanto che n’altro poco aghe lasso
a el cuore. E pena ca sento al vento
chel suppia pae breccane,
a mi me par che sto siensio ghin
someia a sta vosse: e me vien in mente el sempre,
e le stajoni indrio e la stajon de desso che la xè
drio fermentare. Ea me testa
se nega n’te sto bordeo:
e me piaxe perdarme n’te tutto sto pensar!!!
La 5 C1 (a.s 2014/15) studiando il recanatese
Giacomo, in una fredda mattina di febbraio!
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Numero I, anno I
La redazione consiglia...
MAZE RUNNER: IL LABIRINTO
AUTORE: James Dashner
Primo della trilogia “Maze Runner” così
composta:
il labirinto
la fuga
la rivelazione
la mutazione (il prequel)
Thomas si sveglia al buio in quello che assomiglia ad un ascensore con un solo ricordo di
se stesso: il suo nome. La salita termina e vengono aperte le porte su un mondo a lui sconosciuto. E’ circondato da ragazzi che sembrano avere più o meno la sua età e che, come
lui, non ricordano nulla del proprio passato ad eccezione del loro nome di battesimo. Dopo la paura iniziale due ragazzi, Alby e Newt, gli spiegano dove si trova: quella è la Radura, un enorme spazio dove loro (i Radurai) vivono dividendosi in compiti come cucinare, pulire, coltivare, allevare gli animali… Tutto questo, però, è circondato da gigantesche
mura: le porte del Labirinto, una mastodontica costruzione che muta ogni notte, popolata
dai Dolenti, creature metalliche che iniettano veleno ed uccidono. Il gruppo di ragazzi
non ha idea di chi li abbia messi in quel luogo, ma da due anni ha formato una società organizzata che permette che ci sia ordine nonostante la situazione ed ogni trenta giorni un
nuovo ragazzo si aggiunge a loro. Nonostante i vari tentavi non hanno ancora trovato un
modo di fuggire dalla Radura e la loro unica speranza è trovare l’uscita del Labirinto…
ma forse per loro potrebbe trasformarsi in una trappola mortale.
Questo libro mi è piaciuto moltissimo per la sua trama originale e per il modo in cui è
scritto che definire “divertente” temo non sia abbastanza.
Inoltre viene adottato un linguaggio da “radurai”, un modo di parlare tipico dei ragazzi
del Labirinto e, grazie ad esso, ci si immerge ancora di più nella lettura di questo libro e ci
permette di entrare nella Radura ed essere noi stessi protagonisti
-Katia Boldo , 2A
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Numero I, anno I
L’ANGOLO DELLO SPORT
Tutto quello che c’è da sapere sullo sport all’Artusi
“Donne e motori, gioie e dolori”
“Donne e motori, gioie e dolori” recita un modo
di dire un po’ maschilista... Ma nel mio caso è
perfetto. Da ragazza, ho imparato a guidare in
pista, a fare sorpassi, ho imparato cos’è un pistone o un carburatore meglio dei maschi. Almeno così è stato ed è per me. Mi chiamo Jessica Cozza, frequento la 2F e, circa 5 anni fa mio
padre, appassionato di automobili, mi ha portata ad Arzignano a guidare un go-kart a noleggio. Sembrerà strano da parte di una ragazza, ma conosco le componenti di un motore e saprei
ripararlo da sola. Per i pochi che non lo sapessero, il
go-kart è una macchina in
miniatura, che può raggiungere prestazioni simili
ai veicoli più grandi. Potrebbe raggiungere anche i
100 km/h! Mi ricordo molto bene la prima volta che
sono salita su un go-kart. Un signore molto
paziente, che si occupava della manutenzione,
mi ha insegnato quale pedale era il freno (il
sinistro) e quale l’acceleratore (il destro) e poi
mi ha fatto entrare in pista da sola. Non è stato
un successo, sia chiaro. La mia massima velocità era a passo d’ uomo. Ma da quel momento
ho cominciato ad andare tutte le domeniche.
Mi allenavo e correvo. Imparavo a nominare le
parti del motore proprio come un meccanico.
E poi, come una sorpresa, mio papà me ne ha
comprato uno tutto mio. Usato naturalmente.
Un kart da 60cc (cavalli) e rosso come la Ferrari. Sì, perché è uno sport abbastanza caro, ma
alla passione non si comanda. Devo dire anche
che si tratta di un passatempo pericoloso. Dopo 3 domeniche, il mio primo schianto. Un
sorpasso azzardato da parte mia in curva, for“Il Caffè Artusi” - 21 marzo 2016
se perché avevo acquisito troppo confidenza e
sicurezza nelle mie capacità. Per fortuna però
senza gravi conseguenze, solo un enorme ematoma sulla pancia.
Da quell’istante però ho avuto un blocco, non
riuscivo più ad andare veloce e mio papà si era
già preparato a vendere tutto. Ma il destino ha
voluto che ci proponessero di comperare un
kart 100cc a presa diretta, ancora più potente.
Difficile da guidare e soprattutto veloce come
un missile. Alla faccia di tutti i maschietti, detengo il record della pista di Arzignano e nelle gare sociali mi sono sempre piazzata nei primi 3 posti. Ma questo motore ha sempre bisogno di attenzioni e di continue manutenzioni. Per farvi un esempio, una domenica avevo “grippato” il pistone per
ben 3 volte. Così ho deciso di passare alla categoria 125cc monomarcia.
Le sfide con i miei amici nella varie piste di Jesolo, Ala e Migliaro, sono davvero emozionanti.
Vorrei darvi un consiglio, invece di correre per
le strade con i motorini o con la macchina, venite a farlo in pista con un kart a noleggio, proverete delle emozioni uniche ed è molto più sicuro. Alle ragazze potrebbe trasmettere molta fiducia e potrebbero dimostrare di poter fare le
cose come o meglio dei ragazzi. Lo so, la velocità può far paura, ma vi posso assicurare che io
quando corro mi sento libera e dimentico per
qualche ora i miei problemi.
-Jessica Cozza , 2F
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Numero I, anno I
SENTI CHI SCRIVE ADESSO
Persone dell’Artusi che scrivono
Vita da sogno...
Accendo la tv, ascolto la radio e guar-
Ma la cucina è qualcosa in più.
do “YouTube”.
Non tutti possiamo essere Marchesi.
Tutto mi riporta alla cucina.
Ma è sicuro che tutti dobbiamo
Un mondo colorato, fatto di profumi
mantenerci con il nostro lavoro, ma-
intensi, quasi magico, velato solo dal
gari adattandoci a orari particolari o
grido di alcuni chef stellati.
dilatati, a giorni di riposo inusuali,
Il pensiero vola e sogno di diventare
conciliando amici, fidanzata e sport.
un futuro Gordon Ramsey: famoso,
Forse è questa l’altra faccia della
geniale e ricco.
medaglia, celata anche all’adulto: il
L’immaginario collettivo culla l’idea
sacrificio richiesto.
di un idillio sfavillante fatto di padelle
Sicuramente a 14 anni non si può
e tegami di rame lucido, spazi comodi
essere coscienti delle proprie scelte
per lavorare, ingredienti abbondanti e
e neppure sicuri del proprio sogno.
di prima qualità, nonché macchinari
È solo questione di crederci fino in
all’avanguardia. Tutto il necessario
fondo. Chi riesce a farlo può così
per dar vita a piatti reinventati, acco-
trasformare il lavoro in passione, il
stamenti insoliti e ingredienti scono-
sacrificio in possibilità e il traguardo
sciuti, secondo le tendenze della clien-
in realizzazione.
tela. Anche i premi sono eccitanti.
Somme con cui realizzare il sogno di
una vita dell’intera famiglia.
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Prof. Paolo Bruni
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A lezione di Radioattività...
All’università di Cambridge, citando le sue stesse
parole, si sentiva “un asino travestito da leone”. Ernest Rutherford era un uomo cresciuto in campagna e
arrivato nel Regno Unito nel 1895, si sentì presto fuori
luogo per le severe regole degli ambienti universitari
nell’altro?Era un’idea fantastica, nonché blasfema.
La scienza era riuscita a screditare gli alchimisti medievali
che sostenevano di trasformare il piombo in oro, ed ecco
che per colpa di quei due le porte dell’alchimia si riaprivano.
e i rigidi professori dell’epoca. In verità un omone dai
Quando Soddy si rese conto di cosa realmente avevano
grandi baffi, che fumava sigari pestilenziali e amava
fatto esclamò “Rutherford, questa è una trasmutazione!!!”.
cantare
L’altro, stupito e quasi impaurito, rispose: “Per l’amor
ad
alta
voce
nei
lunghi
corridoi
dell’università, non si era mai visto.
Lo scienziato neozelandese era partito dalla sua terra
d’Iddio, Soddy!!! Non si faccia sentire! Ci manderanno al
rogo come alchimisti!”.
per avviare alcuni studi su un nuovo campo di ricer-
Di colpo ci si accorse che gli elementi potevano decadere e
ca: la radioattività.
trasformarsi nei loro vicini situati sulla stessa riga della
Nonostante il suo modo di fare scienza non fosse con-
tavola periodica.
siderato proprio “elegante”, risolse con estrema mae-
Rutherford scoprì che le differenze di massa tra le succes-
stria un mistero chimico che aveva portato allo scon-
sive generazioni di elementi erano dovute al fatto che
forto numerosi suoi colleghi, cioè la trasmutazione di
l’elemento pesante perdeva nuclei di elio (formati da due
un elemento in un altro (in fisica nucleare, la trasmu-
protoni e due neutroni); a questi diede il nome di
tazione è un processo che porta un atomo di un ele-
“particelle alfa”.
mento a trasformarsi in un atomo di un altro elemento). Il suo lavoro partì dagli studi condotti da una sua
Il radio, dunque, trasmuta spontaneamente in radon rila-
brillante collega, Marie Curie. Secondo le teorie
sciando particelle alfa ricche di energia. La sua strepitosa
dell’epoca gli elementi radioattivi emettevano una
luminescenza è dovuta proprio alla collisione delle parti-
sorta di gas che era “pura radiazione”, in grado di
celle alfa con le “molecole d’aria”.
diffondersi in qualunque direzione. Rutherford aveva
il sospetto che questo gas fosse in realtà un elemento
sconosciuto, a sua volta radioattivo.
Su queste premesse si mise subito all’opera. Ottenne,
da alcuni particolari minerali, piccole quantità di radio, un metallo radioattivo capace di risplendere al
buio con un sorprendente colore verde. Posizionò il
campione di metallo sotto un contenitore di vetro per
catturare quelle bolle di gas radioattivo di cui si parlava.
All’epoca nessuno sapeva che le collisioni di queste particelle con i tessuti umani potevano uccidere, lo si capì solo
quando, negli anni Trenta, molti chimici iniziarono ad accusare gravi anemie e varie tipologie di tumori.
Oggi sappiamo bene quanto la radioattività possa essere
pericolosa: gli elementi pesanti sul “fondo” della tavola
periodica non sono tossici nel senso classico del termine,
ma sono abbastanza subdoli da rovinarci la vita.
Scoprì presto, tuttavia, che il gas raccolto era in realtà
-Prof. Davide Digesto
un nuovo elemento, il radon. E poiché il campione di
partenza era diminuito in peso, concluse che alcuni
atomi di un elemento si erano tramutati in atomi
dell’altro. Rutherford, aiutato dal collega Soddy, scoprì non solo un nuovo elemento, ma anche le modalità per saltare da una casella all’altra della tavola periodica!Quindi gli elementi possono trasformarsi uno
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Perché i social network sono blu?
Perché i social network sono tutti rigorosamente blu?
Se le scatole di matite colorate contenessero
un "blu Zuckerberg”, gli oltre un miliardo di
utenti attivi mensilmente su Facebook lo riconoscerebbero al primo colpo.
Il colore del logo del più popolare social
network ha avuto un tale successo che molte
altre pagine web, seguendone la scia, hanno
adottato il blu o l'azzurro come colori distintivi (basti pensare a Twitter o Flickr).
La scelta di Mark Zuckerberg si è rivelata un
colpo di fortuna, ma solitamente il processo
di selezione dei colori per il lancio di un nuovo prodotto richiede analisi più complesse. I
consumatori infatti, impiegano all’incirca novanta secondi per elaborare un giudizio su
un marchio (il 90% dell’attenzione che riserviamo ad un logo è dato dal colore.)
Rilevazioni effettuate su persone intente ad
esprimere una preferenza di colore hanno
mostrato come l'attivazione cerebrale in risposta al nostro colore preferito avvenga ancora prima di rivolgere la nostra attenzione
sull’oggetto.
Ma che emozioni comunicano i vari colori?
Perché nelle pagine di cultura occidentale
prevale il nero? Perché le banche tendono a
scegliere il giallo o l'arancione? Quali sono i
colori che ci spingono a comprare?
Nel 2005, in alcuni quartieri giapponesi furono immesse luci a led blu: il risultato? Furti,
rapine e aggressioni in queste zone, diminuite del 9%.
Giallo e arancione invece stimolano positività,
gioco e allegria.
Il viola è legato al concetto di spiritualità e mistero, mentre il nero comunica valore e durevolezza di una merce ed è perfetto nella stampa.
Sarà più facile acquistare in un negozio arredato
con toni freddi, piuttosto che in uno spazio con
le pareti viola o rosse. Quest’ultimo infatti, è il
colore dei segnali di stop, del sangue, fa aumentare pressione e battito cardiaco ed è il colore
dell’amore e della passione.
Invece, se andiamo in un bar e chiediamo una
cioccolata calda e questa ci viene servita in un
tazza arancione o color crema, ci sembrerà molto più dolce.
Queste conoscenze sui colori e sulle loro tonalità
vengono sfruttate tutti i giorni per farci visualizzare pagine, condividere contenuti e comprare.
Il verde ad esempio, sarà l'ideale per attrarre
consumatori attenti all'aspetto ambientale.
Il rosa vuoterà i portafogli delle giovani donne,
il nero quello di chi acquista merce elegante e di
valore.
Il colore determina per l'80% la riconoscibilità di
un marchio (pensate alla Coca Cola e alla sua
etichetta!).
Quando invece si vuole strappare la stessa fetta
di pubblico alla concorrenza, si scelgono di solito colori analoghi, magari sfumature leggermente diverse.
Allora? Ci avevate mai pensato?
Il blu evoca in noi sicurezza e affidabilità
(ecco il motivo per cui molti bambini adorano tale colore).
In ospedale invece, troviamo il verde poiché
evoca la calma.
“Il Caffè Artusi” - 21 marzo 2016
-Maria Busellato 2 D
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Destinatario Sconosciuto...
Una giornata per ricordare.
Un palco diviso a metà: da una parte
Monaco e dall’altra San Francisco. La
semplicità delle scene è disarmante, ma
voluta per lasciare spazio alla lettura
della corrispondenza tra i due protagonisti. Lettera dopo lettera, Martin Schulse e Max Eisenstein, mandano in frantumi la loro amicizia, mentre il nazismo
prende piede in Germania.
L’interpretazione
di
Dino Gasparoni e Toni
Da Re, accompagnata
dal suono di una chitarra, ci hanno deliziati, il 29 gennaio 2016,
di una trasposizione
teatrale di “Destinatario sconosciuto”,
Un Ebreo e un Tedesco, soci in affari,
anche se hanno un oceano a separarli,
mantengono viva la loro amicizia attraverso delle lettere. Martin racconta di
una Germania miserabile, fatta a pezzi
dalla Prima Guerra Mondiale e di un
uomo, da poco capo del governo, Hitler, che sembra darle una scossa. Da
parte sua Max è preoccupato: gli sono
giunte voci di Ebrei maltrattati a Berlino, e, più tardi sua sorella, attrice in
Germania, sparisce. Martin, dopo tempo, gli scrive in una lettera intestata dalla banca per non essere intercettato, segno dei tempi cambiati, dove ammette
di aver negato la protezione alla ragazza quando ella si sarebbe recata da lui
in cerca di aiuto e di averla lasciata alle
SS. Averla lasciata ad una morte sicura.
Il suo dolore e il rimorso tuttavia non
frenano Max dall’attuare la sua vendetta:
una serie di lettere, apparentemente
d’affari, scritte in codice che mettono il
Tedesco in seri guai. Ecco dunque il
dramma: la vita decide di darti uno
schiaffo in piena faccia , quando l’ultima
lettera di Max gli viene consegnata e reca
la
dicitura
“destinatario sconosciuto”.
Le emozioni provate
durante la rappresentazione sono indescrivibili.
E
l’angoscia poi mi attanagliava lo stomaco: sarà stata la musica incalzante e quasi
sempre dai toni bassi della chitarra, il colore sempre più rosso e acceso dei pannelli illuminati, dietro i quali i personaggi leggevano, mostrando al pubblico soltanto la propria ombra, o lo spazio tra i
due che, nel corso della rappresentazione, sembrava sempre più immenso. E’
stato impossibile non trovarmi completamente assorbita dalle emozioni di Max e
Martin e dalla catena di eventi che li colpiscono. Non poteva esserci modo migliore di proporre un tema tanto delicato e di grande importanza storica. Ringrazio la Compagnia “Ombre di verità”
per avermi fatto “ricordare”, come mai
avevo fatto, durante la Giornata della
Memoria.
-Anna Roncolato, 4 A1
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Allena la mente...
Per i ragazzi che hanno partecipato ai Giochi d’Autunno di matematica
(ma anche per tutti quelli che non lo hanno fatto!) ecco alcuni simpatici
quesiti per tenere la mente allenata! Mettetevi in gioco su!
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Allora? Cosa ne dite di questo primo numero?
Noi abbiamo cercato di fare del nostro meglio e siamo orgogliosi del risultato, anche se siamo
consapevoli che c’è ancora tanto da fare!
Ringraziamo tutti i ragazzi e i docenti che hanno contribuito alla realizzazione del giornalino con
suggerimenti, articoli, foto, disegni.
Un ringraziamento va al Dirigente Scolastico che ha sostenuto l’iniziativa.
Adesso tocca a voi….vi chiediamo di sostenere il nostro lavoro, di leggere gli articoli e cercare
spunti di riflessione e confronto.
Fateci conoscere le iniziative e inviateci nuovi articoli, foto, disegni alla nostra mail per la prossima uscita di maggio!
La Redazione.
REDAZIONE
Katia Boldo 2 A, Maria Busellato 2 D, Lisa Grigolato 2 D, Elisabetta Lorenzini 2 C, Marianna Gusso 1 E, Emiliano Bettini 1 E, Lorenzo Galvan 1 E,
Marco Cavaliere 1 E, Aicha Maher 4 C2, Anna Roncolato 4 A1, Daniele Bertoldo 4 C3
IMPAGINAZIONE E GRAFICA: Daniele Bertoldo e Lisa Grigolato
“Il Caffè Artusi” torna il 12 Maggio 2016
“Il Caffè Artusi” - 21 marzo 2016
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