gestione della classe e problematiche relazionali

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Transcript gestione della classe e problematiche relazionali

GESTIONE DELLA CLASSE E
PROBLEMATICHE RELAZIONALI
La classe
AMBIENTE
SCOLASTICO
DOCENTI
STUDENTI
GESTIRE LA CLASSE PER UN DOCENTE
IERI : Significava saper tenere la DISCIPLINA
OGGI: Significa conoscere i propri studenti;
essere in grado di offrire loro una MOTIVAZIONE in un
clima di COOPERAZIONE che favorisca l’apprendimento
IL DOCENTE
IERI : Ristabiliva l’ORDINE
Crea e facilita un clima
positivo in classe
Applica regole condivise
con gli studenti
Monitora gli alunni
OGGI: Pianifica le attività,
le gestisce (anche a
livello amministrativo), le
propone in modo
«stimolante»
Motiva gli studenti «ad
imparare»
Ha valide capacità
comunicative
AULA E CLASSE
QUALE AMBIENTE?
Organizzare lo spazio
fisico collettivo nel
quale avverrà
l’insegnamento è un
punto di partenza
importante.
E’ necessaria la
condivisione del
Consiglio di Classe
CINQUE REGOLE PER UNA BUONA
ORGANIZZAZIONE DELL’AULA
Usare una disposizione
dello spazio coerente
con i propri obiettivi
formativi e con le
attività
Mantenere i
materiali facilmente
accessibili
Far si che tutti gli
alunni abbiano una
buona visibilità
Tenere le zone di
passaggio libere da
intralci
Fare in modo che
l’insegnante possa
vedere tutti gli
alunni
CHIAREZZA DELLE REGOLE E
PROCEDURE
• Identificare e condividere le regole e
procedure della scuola
• numero non eccessivo (poche ma buone!)
• Ragionevoli e chiare
• Necessarie
• Funzionali
(J. Brophy: Motivare gli studenti ad apprendere)
FATTORI PRESENTI
•
•
•
•
Conoscenza e vissuti diversi
Emozioni
Comportamenti
Apprendimenti
•
•
•
•
Demotivazione
Scoraggiamento
Insuccesso
Diversità
SCUOLA : NUOVO CONTESTO DI
APPRENDIMENTO
• APPRENDIMENTO : non come acquisizione di
informazioni
• APPRENDIMENTO come ATTIVITA’ ORIENTATA a
migliorare la conoscenza per la comunità in cui si
è membri
• APPRENDIMENTO come PROCESSO ATTIVO :
azione soggettiva dell’alunno e interazione con
conoscenze proposte da altri (soggetto «attivo»
del proprio processo di apprendimento come
anche in quello di gruppo «J.S. Bruner»)
CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA
INSEGNANTE come
MEDIATORE –
FACILITATORE di
apprendimenti
(C. Rogers)
Scuola : comunità di
apprendimento
Classe : come
ambiente di crescita
Comprensione
empatica:
comprendere il più
possibile i nostri
interlocutori
(studenti e docenti)
QUALI STRUMENTI
• Programmazione didattica annuale
• Programmare le attività in aula e le singole unità
• Scelta della metodologia didattica : lezione,
lavoro di gruppo, ricerca, laboratorio, didattica
laboratoriale
• Equilibrio tra momenti di ascolto e momenti di
attività
• Criteri di valutazione (dare valore) condivisi con
gli alunni
• VALUTARE DIVERSO DA MISURARE
IL DOCENTE
Coinvolge gli studenti in
ciò che si intende fare
Consiglia, all’uopo,
tecniche
individualizzate
Ha atteggiamenti
educativi,
autorevolezza,
reciprocità,
incoraggiamento
Rispetta e valorizza i
ritmi di ciascuno
Escogita strategie
sempre nuove ed
innovative
Valuta anche gli errori
come una RISORSA
perché potrà fornire
agli studenti il
correttivo adatto
Sceglie intenzionalmente
le azioni da compiere
ATTEGGIAMENTI EDUCATIVI
• Atteggiamento dell’INTENZIONALITA’ :
Riflettere individualmente, parlare con gli
studenti e i colleghi. Prima di parlare ed agire
in modo automatico, ricordarsi di ascoltare
• Atteggiamento dell’AUTOREVOLEZZA: prevede
l’assertività, linguaggio chiaro e diretto.
Prendere atto del bisogno degli alunni e di
renderli indipendenti; concordare con loro
alcune regole pratiche di comportamento
ATTEGGIAMENTI EDUCATIVI
• Reciprocità : dialogo e scambio
• Incoraggiamento: vedere gli aspetti positivi e
non solo i rischi dei comportamenti. Fiducia
nelle risorse degli allievi.
• Rimotivazione: degli alunni e dell’insegnante
(cooperare e «negoziare» con i propri studenti
la costruzione del sapere)
EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA
• Capire le finalità: sollecitare l’alunno a
domandarsi COSA apprendere e PERCHE’ lo sta
apprendendo
• Trovare la motivazione estrinseca dell’apprendere
• Riorganizzare e finalizzare la conoscenza: analisi
della situazione di partenza
• La scuola non solo agenzia educativa : saperi
informali e non formali
• APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO e non
meccanico ( Novak)
STILI DI INSEGNAMENTO
VISIVO VERBALE
VISIVO NON
VERBALE
CINESTETICO
UDITIVO
VISIVO VERBALE
L’insegnante
dovrebbe stimolare
gli studenti a:
Accompagnare lo
scritto con grafici,
dati mnemonici,
diagrammi ecc.
Prendere appunti
Ricevere
spiegazioni scritte,
a volte ,anche
sotto dettatura
Rileggerli
Trascrivere ciò che
si ritiene
importante
memorizzare
VISIVO NON VERBALE
L’insegnante dovrebbe
stimolare gli studenti a:
Usare disegni, mappe,
immagini, grafici
Creare immagini
mentali personalizzate
di ciò che si è
compreso e si intende
memorizzare
Selezionare gli indici
testuali dei capitoli
Usare il colore
CINESTETICO
L’insegnante dovrebbe stimolare
gli alunni a:
Creare differenti
strutture mentali
come mappe,
grafici,diagrammi
Simulare ciò che
si deve studiare
Suddividere le parti da studiare in
modo da proporre apprendimenti
in luoghi e tempi differenti (es. in
piedi o seduti, davanti ad uno
specchio…)
UDITIVO
L’insegnante
dovrebbe stimolare gli
alunni a:
Fornire /richiedere
peer tutoring
Prestare una
maggiore attenzione
in classe durante le
spiegazioni
Sfruttare il recupero
delle conoscenze
pregresse
Richiedere eventuali
ulteriori spiegazioni
orali agli insegnanti
Registrare le lezioni
STILE DI APPRENDIMENTO
VERBALE O
VISUALE
CONVERGENTE
O DIVERGENTE
IMPULSIVO O
RIFLESSIVO
GLOBALE O
ANALITICO
SISTEMATICO O
INTUITIVO
I TEMPI DELL’APPRENDIMENTO
IMPARIAMO
• Il 10% di ciò che leggiamo
• Il 20% di ciò che ascoltiamo
• Il 30% di ciò che vediamo
• Il 50% di ciò che ascoltiamo
• Il 70% di ciò che discutiamo
• Il 90% di ciò che spieghiamo a qualcun altro (attenzione alla
modalità)
E’ importante conoscere come gli studenti apprendono per
impostare interventi educativi e metodologici adeguati a
ciascuno
PROMOZIONE DEL CLIMA IN CLASSE
Cordialita’
e rispetto
Dar loro
coraggio
ascoltarli
Credere in
loro
MODALITA’ DI INTERAZIONE
• «Chiedi aiuto, se ne hai bisogno» =Condivisione delle doti dei singoli,
potenzia le risorse del gruppo
• «Tutti mi dovete dare un parere» = Disponibilità reciproca di feedback per
e «Il tuo parere è importante»
incrementare le responsabilità
assegnate e migliorare le prestazioni
• «Non adattarti, cerca una nuova strada» = Stimolazione reciproca alla
partecipazione e al coinvolgimento
personale
• «Il confronto migliora la soluzione» = Influenza reciproca per raggiungere
gli obiettivi comuni.
• «Se tu ti impegni, mi impegno anche io»= Azioni che danno o ottengono
e «Le tue azioni possono modificare le mie» fiducia.
PROMOZIONE DEL CLIMA IN CLASSE
STRESS DOCENTE
E’ necessario rimuovere ciò che provoca stress nel
docente (lo studente si alza senza permesso,
interviene a sproposito, non ascolta l’insegnante,
disturba i compagni, pensa ad altro, mangia, beve..)
Dove non fosse possibile per mancanza di elementi
collaborativi, una volta identificata la fonte di tale
stress, è necessario ridurre o meglio regolare il
proprio investimento emotivo e psicologico oltre
che fisico: ecco allora che diventa fondamentale
RIFLETTERE E FARSI DELLE DOMANDE
CLASSE INCLUSIVA
SINGOLO
GRUPPO
DIFFERENZE
Ha come obiettivo quello di far raggiungere a tutti gli studenti il massimo grado
possibile di apprendimento e di partecipazione sociale. Tale obiettivo diventa
raggiungibile con la valorizzazione delle differenze presenti nel gruppo classe che
diventano a loro volta base dell’azione didattica inclusiva.
Accolte, stimolate e valorizzate le differenze permettono quindi al singolo ma
soprattutto al gruppo di crescere costruttivamente.
LA CLASSE INCLUSIVA
RICHIEDE
RIPENSARE IL RUOLO
DELL’INSEGNANTE
OCCUPARSI DEI
BISOGNI DEGLI
STUDENTI
PORRE
ATTENZIONE
ALL’AMBIENTE
DELL’AULA IN
SENSO FISICO E
SOCIALE
STRATEGIE DI LAVORO
Prima si deve conoscere e anche mettere in
discussione il proprio modo di essere docenti,
poi si potrà lavorare sulla strategia da adottare
in base agli studenti ed alla classe con cui ci si
relaziona
ALCUNE IPOTESI DI STRATEGIE DI
LAVORO
PEER TUTORING
COOPERATIVE
LEARNING
LEARNING
TOGETHER
RECIPROCAL TEACHING
PEER TUTORING
Metodo basato su un
approccio cooperativo
dell’apprendimento
Gli alunni vengono divisi in coppie o in
piccoli gruppi e si sceglie di volta in
volta uno di loro per svolgere il ruolo di
docente e spiegare ai suoi compagni il
tema da trattare o aiutarlo a procedere
di volta in volta con più indipendenza
I tutors possono smettere gli abiti dello
studente «passivo» per assumere un
ruolo responsabile e propositivo, nel
quale ciascuno possa misurare le
proprie capacità di comunicazione e,
nel confrontarsi con le risposte della
classe, verificare gli effetti concreti del
proprio lavoro
La Peer tutoring, inoltre, presuppone
che i tutor abbiano acquisito delle
specifiche competenze relazionali e la
capacità di crearsi un metodo di lavoro
LEARNING TOGETHER
SERIE PRECISA DI PASSAGGI
Applicazione della tecnica
del Leraning Circles
• Decisione preliminare:
dimensione dei gruppi e regole
per la loro formazione, ruoli e
organizzazione dei materiali
• Impostazione del lavoro:
assegnazione del compito,
illustrazione criteri di valutazione,
interdipendenza
• Monitoraggio del funzionamento
dei gruppi
• Valutazione della qualità del
lavoro svolto, anche con la tecnica
della narrazione (punti di forza e
punti di debolezza)
RECIPROCAL TEACHING
E’ una modalità di
allenamento all’uso delle
abilità sociali e linguistiche
complesse
Discussione
dei punti di
forza e di
debolezza
Simulazione
svolta dal
docente
Ruolo del conduttore e
dell’osservatore
COOPERATIVE LEARNING
Migliora il senso
di appartenenza
(gruppo di
lavoro), la
motivazione e
l’integrazione
Diminuisce
l’ansia da
prestazione e le
problematiche
comportamentali
ALTRE STRATEGIE DI LAVORO
RELAZIONI TRA COLLEGHI
RELAZIONI CON LA
FAMIGLIA
FATTORI DI MAGGIORE COESIONE DEL
GRUPPO
DEFINIZIONE DEI CONFINI
(REGOLE CONDIVISE)
SENSAZIONE DI
PARTECIPAZIONE AL
RAGGIUNGIMENTO DI UN
OBIETTIVO CONDIVISO
RICONOSCIMENTO DELLE
PROPRIE RISORSE
PRINCIPI CHE CARATTERIZZANO I
GRUPPI COOPERATIVI
DELLA LEADERSHIP
CONDIVISA
DELL’AUTONOMIA DEL
GRUPPO
DELL’ACQUISIZIONE
DELLE COMPETENZE
SOCIALI
DEL RAGGRUPPAMENTO
ETEROGENEO
DELL’INTERDIPENDENZA
POSITIVA
IL GRUPPO DI LAVORO
• LEADERSHIP : un buon leader deve avere una
serie di caratteristiche come la flessibilità,
l’orientamento al dialogo, l’inserimento nelle
situazioni, la lealtà verso le decisioni del gruppo,
l’attenzione
alle
relazioni
personali,
il
riconoscimento della competenza.
• COMUNICAZIONE: la comunicazione «fa» il
gruppo
• AMBIENTE: è dato dall’insieme delle percezioni,
dei vissuti, dei sentimenti del gruppo e dipende
dai modelli culturali dei gruppi.
SPAZI E TEMPI PER UNA «VITA DI
GRUPPO»
Il più delle volte, a scuola, i ragazzi agiscono
individualmente: fa’ un compito, legge un testo, crea un
elaborato…ma si dimentica che lo fa’ comunque all’interno
di un gruppo: ciascuno è accolto con altre persone che
condividono con lui un tempo e uno spazio
I ragazzi aggressivi o aggrediti sono accomunati dalla
tendenza più o meno manifesta a essere isolati e a isolarsi.
VALUTAZIONE
INDIVIDUALE: quale contributo hai dato, quanto hai imparato da/con gli altri, cosa hai
migliorato di te in questa esperienza e come? Quanto hai migliorato gli altri, quali
contenuti hai assimilato, che padronanza hai, chi ti ha aiutato di più ad apprendere
meglio, come il gruppo ha migliorato le competenze di tutti, che domande hai posto,
che risposte hai ottenuto, come vuoi essere aiutato per apprendere meglio, come
pensi di aiutare gli altri e di contribuire al successo del gruppo?
DI COPPIA o DI GRUPPO: come valutiamo il lavoro di gruppo, quali le criticità e come
sono state superate, quale collaborazione e coinvolgimento, quale valorizzazione del
contributo di tutti, come migliorare la collaborazione?
DI CLASSE: valutare il senso del gruppo, chi ha partecipato più/meno, chi ha portato
contributi, chi ha più influenza quando parla, chi è autoritario, direttivo, conciliatore,
decisionale, creativo, chi si è impegnato, chi ha dato sostegno, accoglienza, aiuto, chi
ha rispettato le regole del gruppo? Qualcuno escluso /bloccato/aggredito; si sono
create tensioni; contributi (idee, proposte, disaccordi); comunicazione
(monopolizzare/facilitare); integrazione di gruppo; obiettivi (chiari, chiariti, accetti,
collaborazione, competizione, procedure efficaci , ascolto)
COME VALUTARE
Aggiungere alla modalità quantitativa, una
metodologia di valutazione qualitativa: metodi
narrativi, riflessioni metacognitive, questionari di
autovalutazione
INDIVIDUALE E COLLETTIVA: metodo di studio,
incidenza dell’autostima sull’apprendimento,
schede valutazione della motivazione, questionari
sul clima e sulla collaborazione di gruppo;
composizioni scritte e orali, progetti, portfolio.
COME AFFRONTARE LE CRITICITA’ A
SCUOLA
Bisogna superare la logica della POLARIZZAZIONE o «modalità
violenta»( bene da una parte e male dall’altra, la conclusione del
conflitto nella prevalenza di una parte sull’altra)
• Sviluppare capacità di «decentramento»: assumere un punto di
vista diverso e sviluppare l’empatia. Porsi in situazione di ascolto e
di partecipazione del quadro di riferimento interno anche dell’altro,
prendere le distanze da sé e dalle proprie abituali modalità di
comportamento e di giudizio.
• Preferire la cooperazione alla competizione e la creatività alla
routine relazionale nella gestione dei conflitti. Il conflitto deve
essere visto come sfida alla cui soluzione tutte le parti possono e
devono partecipare.
• La MEDIAZIONE (MEDIARE= aprire nel mezzo) non interviene per
negare il conflitto, ma per «gestirlo» partendo da situazioni
concrete. Sbloccare i canali della comunicazione.
QUALI SUGGERIMENTI PER
L’INSEGNANTE?
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Favorire l’esperienza diretta attraverso il processo di costruzione della conoscenza
(maggiore responsabilizzazione degli studenti, ruolo di facilitatore dell’insegnante)
Promuovere esperienze diversificate di comprensione e verifica (risolvere lo stesso
problema in diversi modi)
Inserire l’apprendimento in contesti realistici e rilevanti (osmosi tra teoria e vita
reale)
Incoraggiare l’uso di più media e linguaggi
Promuovere l’autoconsapevolezza del processo di costruzione della conoscenza
(metacognizione)
Favorire interpretazioni multiple per lo sviluppo della flessibilità cognitiva
Promuovere l’autonomia personale e il controllo dell’apprendimento
Inserire le ragioni dell’apprendimento internamente alle attività didattiche
Attivare feedback per l’apprendimento
Sostenere il coinvolgimento degli studenti in processi di apprendimento
intenzionale, incoraggiando l’esplorazione dell’errore
CARATTERISTICHE DELL’INSEGNANTE
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Osservatore
Sperimentatore
Educatore
Complice
Rassicurante
Multitasking
Adattabilità costruttiva
Disponibile
Deciso
Si mette in gioco
Si mette in discussione
Pronto all’ascolto
Autorevolezza efficace
Comprensivo
Disponibile al confronto
Figura di riferimento
Stupisce/si stupisce
Attività
Metodologia
LEZIONE DEL DOCENTE
APPROCCIO DEDUTTIVO
APPROCCIO INDUTTIVO
PER DOMANDE RIFLESSIVE
PER SEQUENZE
ESERCITAZIONE
LAVORO DI GRUPPO
ANALISI DEL CASO
SIMULAZIONE
ROLE PLAYING
PROBLEM SOLVING
DISCUSSIONE
DISCUSSIONE GUIDATA
BRAINSTORMING/ CIRCLE TIME
VERIFICA/VALUTAZIONE
MISURATIVA/SOMMATIVA/FORMATIVA
« L’insegnante saggio sa che 55 minuti di
lavoro, più 5 minuti di risate, valgono il doppio
di 60 minuti di lavoro costante» (Anonimo)
GRAZIE PER L’ATTENZIONE