Ariston, trattativa a oltranza nella notte

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- martedì 8 marzo 2016 -
T R E N T I N O - Pagina: 28 -
Ariston, trattativa a oltranza nella notte
Incontro lunghissimo fra i sindacati di Cgil e Cisl con la proprietà. Guarda (Fiom): «Troppa distanza economica fra le parti»
◗ ROVERETO
È proseguita fino a tarda notte
senza arrivare ad una conclusione, la trattativa avviata dai
sindacati Cgil e Cisl con i rappresentanti della proprietà
dell’Ariston, per dare garanzie
ai 45 dipendenti “superstiti”
dello stabilimento di Rovereto,
destinato alla chiusura. Una
trattativa particolare perché
non si è potuta tenere a Palazzo
Stella, sede di Confindustria,
perché la ristrutturazione in
corso non concedeva spazi sufficienti: così la sede è stata trasferita al palazzo della Cooperazione di via Segantini, ma in
considerazione del protrarsi
dell’incontro, dopo le 19 di ieri
sera le parti si sono portate alla
sede della Cgil di via Muredei.
Michele Guarda (Fiom Cgil), a
tarda sera: «Non riusciremo ad
arrivare a breve ad un punto
d’incontro; troppa è la distanza
economica tra le parti e per
questo la trattativa andrà ad oltranza. Quello che chiediamo
come sindacati è un incentivo
all’esodo, qualora non si riesca
ad attivare la stabilità sostitutiva. I 45 dipendenti hanno
un’età media superiore ai cinquant’anni ed il loro ricollocamento sarà un problema di
grossa rilevanza. Anche perché
si tratta di lavoratori ad alta specializzazione che fanno riferimento ad un mercato di nicchia e che la stessa Ariston ha
già escluso di voler trasferire
nel nuovo stabilimento di Genga».
Rischia di finire nel peggiore
dei modi la storia di un insediamento industriale che quando
arrivò a Rovereto come Rheem
Radi, contava 500 dipendenti,
poi i vari passaggi di proprietà
fino all’attuale che ha portato a
Rovereto la linea di produzione
di scaldabagni a gas ad accumulo per la produzione di acqua calda alla quale hanno lavorato, o meglio stanno ancora
lavorando, gli ultimi quarantacinque dipendenti (tra i quali
un’unica donna): «È proprio
questa specificità il problema
principale. A Rovereto arriveranno la Bonfiglioli e dalla Val
di Ledro la Mariani, ma - spiega
I lavoratori della Ariston di Rovereto davanti alla sede della Cooperazione di via Segantini
Paolo Cagol della Fim Cisl - sono realtà che però non utilizzano questo tipo di lavoratori.
Erano stati firmati degli accordi
per gestire la fase della chiusura, ma l’azienda non li ha più
confermati. E’ sfumata anche
la possibilità di una new company nella quale l’Ariston
avrebbe avuto una quota societaria pari al 20%. A questo punto l’unica certezza è la chiusura
con un accordo di Cassa Integrazione Straordinaria in corso
firmato a dicembre per anticipare l’entrata in vigore della
legge Fornero che l’ha fatta decadere, ma ovviamente questa
è una garanzia insufficiente per
avere fiducia nel futuro di questi lavoratori». Dipendenti che
hanno chiuso il 2015 lavorando
anche il sabato, integrati da lavoratori interinali per riuscire a
smaltire gli ordinativi e che a
tutt’oggi non hanno ancora fatto un giorno di cassa integrazione, tanto che ieri per dare vita
al presidio che ha supportato al
palazzo della Cooperazione la
trattativa, hanno proclamato
una giornata di sciopero. «L’Ariston ha semplicemente deciso
di accentrare la produzione nelle Marche chiudendo lo stabilimento di Rovereto e per farlo
ha creato una nuova ed identica linea produttiva a Genga che
andrà a fare esattamente lo
stesso prodotto che usciva dalla fabbrica roveretana».
Al tavolo della trattativa di ieri era assente la Provincia proprietaria dei fabbricati tramite
la formula del leaseback, che a
detta dei sindacati ha semplicemente deciso di non partecipare e la Uil perché non aveva
nessun rappresentante sindacale.
(d.p.)