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PASQUA 2016
Parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa
via Porrettana 121 - Tel. 051-6143924 - www.smmac.it - [email protected]
Dov’è Dio?
Nella foto c’è un uomo che incontri per strada e che spesso chiede un aiuto; accanto a lui il santuario di San
Luca. Dov’è Dio? Come posso arrivare a Lui? Salire sul colle per entrare nella sua Casa, oppure camminare per
la strada e raggiungerlo attraverso lo sguardo del fratello? Credo che il colle e la strada si richiamino a vicenda:
è Dio che ci mostra nel prossimo non solo una persona, un tuo simile, un altro uomo, ma un fratello. È nella
compagnia con i fratelli che scopri che Dio non è solo il creatore di ogni cosa, ma è anche nostro Padre.
don Marco Cippone - Parroco Ogni anno nel notiziario della Parrocchia in occasione della Pasqua mi
domando: cosa scriverò quest’anno sulla Pasqua, come presentarla,
come spiegarla? Quest’anno ho scelto le parole di Monsignor Tonino
Bello, che in questo periodo mi capita sempre di rileggere:
Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in
attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi
ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria. La scritta, che
in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa
provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere
per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione
precaria, con quel cartoncino ingiallito.
Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la Croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo.
Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i
morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono. Non
ti disperare, madre dolcissima che hai partorito un figlio focomelico. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona.
Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero, che non sei calcolato
da nessuno, che non sei creduto dalla gente e che, invece del pane, sei costretto a
ingoiare bocconi di amarezza. Non avvilirti, amico sfortunato, che nella vita hai visto
partire tanti bastimenti, e tu sei rimasto sempre a terra.
Coraggio. La tua Croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre “collocazione
provvisoria”. Il calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno
di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo
edificatorio. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della Croce.
“Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. Da
mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle
lacrime umane. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la
sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo
tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà
considerata abusiva anche da Dio.
Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. Coraggio, tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.
+ Tonino Bello
PIANO FREDDO UNA BELLA INIZIATIVA DEL QUARTIERE
Ogni giorno la chiesa è aperta:
dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
ORARI DELLA
LITURGIA
DA LUNEDÌ A GIOVEDÌ
8.00 Messa
7.45 Lodi
18.30 Vespri
VENERDÌ
19.00 Messa
7.45 Lodi
18.30 Vespri
SABATO
18.00 Messa della Domenica
7.45 Lodi
17.30 Primi Vespri della Domenica
DOMENICA
10.30 e 19.00 Messa
10.00 Lodi
18.00 Adorazione
18.30 Secondi Vespri
SETTIMANA
SANTA
CONFESSIONI
Da lunedì 21 marzo a giovedì 24 marzo:
dalle ore 17.00 alle ore 19.30
martedì 22 marzo dalle 20.30 alle 22.00
Sabato Santo 26 marzo
dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 19
20 MARZO
“DOMENICA DELLE PALME”
Ore 10.30 Processione e Messa
Raduno nel cortile dietro la Chiesa alle ore 10.30
per la distribuzione e la benedizione dell’ulivo;
processione alla Chiesa per le vie di Villa Pardo
e Ghiselli
Ore 19.00 Messa vespertina
24 MARZO - GIOVEDÌ SANTO
Ore 20.30 Celebrazione dell’Eucaristia con la lavanda dei piedi. Tutta la comunità è invitata,
in particolare i ragazzi che riceveranno
quest’anno la Prima Comunione.
A seguire Adorazione Eucaristica
25 MARZO - VENERDÌ SANTO
Ore 9.00 celebrazione dell’Ufficio delle Letture
e delle Lodi
Ore 15.00 Via Crucis itinerante con arrivo in
chiesa, a cui sono invitati in particolare i ragazzi del
Catechismo.
Ritrovo presso le altalene attigue all’asilo Fantini
Ore 18.00 celebrazione liturgica della Passione del
Signore
Ore 20.30 Via Crucis in chiesa
26 MARZO - SABATO SANTO
Ore 9.00 celebrazione dell’Ufficio delle Letture
e delle Lodi
Dalle ore 15 alle ore 19 benedizioni delle uova
(a intervalli di mezz’ora per non interrompere troppo le confessioni)
Ore 21.00 solenne VEGLIA PASQUALE
27 APRILE - DOMENICA SANTA PASQUA
Ore 10.00 Celebrazioni delle Lodi
Ore 10.30 S. Messa
Ore 16.00 Celebrazione dei Battesimi
Ore 18.00 Adorazione Eucaristica
Ore 18.30 Celebrazione Solenne dei Vespri
e benedizione eucaristica
Ore 19.00 Santa Messa
6 APRILE - LUNEDÌ DELL’ANGELO
Ore 19.00 Unica Messa
Quest’anno dal 22 Dicembre al 31 Marzo il Quartiere Reno ha messo a disposizione di persone che non hanno una casa, e che dormirebbero per strada, i locali di Villa Serena, all’inizio di via della
Barca. Le persone ospitate sono state in numero variabile da 40 a
70 durante l’arco di questi mesi.
Il Quartiere ha messo ha disposizione oltre ai locali che quotidianamente vengono puliti e riscaldati, anche alcuni container
con all’interno bagni e docce. Prima dell’inizio del Piano, la cui
gestione è stata affidata alla cooperativa “Dolce”, il Quartiere ha
convocato alcune istituzioni chiedendo di poter animare il tempo
in cui gli ospiti fossero presenti nella Villa. Le parrocchie di Santa Maria Madre della Chiesa, San Gioacchino, Sant’Andrea, Beata
Vergine Immacolata, Cristo Re e Sacra Famiglia, si sono alternate
facendosi presenti quasi ogni sera.
Noi andiamo tutti i Mercoledì e Venerdì.
Ogni Parrocchia oltre alla presenza dei volontari si è organizzata
con un pasto; il Venerdì sono i giovani della Parrocchia a fare visita; il mercoledì un altro gruppo di persone di età più varia.
Una domenica di dicembre, dall’altare, Don Marco ha condiviso
con tutti noi la sua gioia per la notizia che il Quartiere inaugura il
piano frddo a Villa Serena. Il termine “gioia” mi ha colpito: insolito
e, apparentemente, inappropriato. Di solito, le nostre reazioni vanno in una direzione diversa. Nel migliore dei casi (nelle considerazioni dei più inclusivi), si prende atto della decisione dell’istituzione
e si auspica che non ci siano problemi di ordine pubblico, che
tutto avvenga nella massima sicurezza per noi e per i nostri figli.
Non si parteggia per questa scelta, non si gioisce nè tantomeno la
si considera un’opportunità. E, invece, è proprio così che questa
situazione ci è stata presentata. In un tempo appiattito, segnato
dalla fretta che ci rende sempre più distratti e indifferenti, ho accettato l’invito del nostro Parroco e ho provato a cercare in questa
esperienza l’antitodo all’isolamento, alla chiusura e all’egoismo su
cui la nostra quotidianità, spesso, ci schiaccia.
“Non sono certo loro che hanno bisogno di noi” ci è stato fatto
notare. E’ vero! Più volte e in varie occasioni, mi è stato insegnato
che siamo noi ad aver bisogno del nostro vicino, dei nostri fratelli e
che lo spirito di servizio che ci anima è autentico solo a condizione
che si colga il valore che ne deriva per la nostra crescita spirituale
e psicologica. A distanza di alcuni anni, mi sono ritrovato a vivere,
di nuovo, quel senso d’inadeguatezza, d’impotenza, di disagio di
fronte alle condizioni di persone che, ciascuna con la propria sto-
ria, si sono ritrovate lungo un percorso di solitudine e precarietà,
non solo materiale. E come non fare i conti con una naturale repulsione per storie non sempre ordinate e non “in linea” con quelli
che sono ritenuti normalmente i valori di civismo e legalità. Ho
vissuto queste poche settimane, principalmente, come un servizio
a me stesso, senza paura di confrontarmi con quella parte di me
che non mi piace raccontare agli altri: la resistenza a scrollarmi di
dosso i pregiudizi, la difficoltà di sgombrare la mente dagli affanni
quotidiani e lasciare spazio all’ascolto delle vite degli altri, la fatica
di provare empatia per questi sconosciuti (con il retropensiero che
forse, in alcuni casi, se ne approfittano). Non è facile, ma provo a
nutrirmi delle relazioni che, inevitabilmente, si sono innescate: un
semplice saluto al primo ospite con il quale incrocio lo sguardo
all’ingresso del piccolo spazio messo a disposizione per le attività comuni; una maggiore confidenza e intraprendenza autorizzata
da cenni di disponibilità a scambiare qualche chiacchiera; l’appuntamento preso, di volta in volta, con qualcuno dei più assidui
per raccontarsi la settimana appena trascorsa, come se fossimo
amici di vecchia data. Quando torno a casa, poi, tutto torna come
prima. Ritorno ai miei (piccoli ma grandi) pensieri e lascio fuori la
porta tutti coloro che casa non hanno. E mi domando: dove è la
mia testimonianza di fede? qualè la differenza del cristiano?
Antonio Cardelli
Desidero ringraziarvi anche quest’anno per l’accoglienza e generosità dimostrata in occasione delle “benedizioni”
pasquali. Avrete notate che le ho chiamate “visita alle famiglie in occasione della Pasqua”. Perché? Sono l’unico
prete in questa Comunità e visitare tutte le famiglie per le benedizioni sarebbe per me troppo impegnativo; per cui
ho chiesto ad alcuni laici di aiutarmi. Mi sono proposto di visitare la metà delle case, e l’anno successivo l’altra
metà. E la metà non raggiunta? Ho pensato: invierò qualcuno che viene a nome della Parrocchia per fare una preghiera insieme e per mostrare che ogni casa è raggiunta dal desiderio mio e di tutta la Comunità di essere visitata.
Ma in effetti questo che appare un ripiego, porta in sé anche una nuova visione delle cose: non solo i preti sono
rappresentati della Parrocchia, lo sono anche i laici e questo credo sia molto bello.
Con un po’ di tremore e timore, misti a fiducia ed entusiasmo,
abbiamo accolto, insieme ad altri laici, l’invito del Parroco di
affiancarlo nel compito delle visite alle famiglie in occasione delle
festività pasquali. “ E’ sotto gli occhi di tutti” ci ha detto don Marco “che non ci sono più sacerdoti sufficienti per garantire a tutte
le famiglie della Parrocchia le tradizionali benedizioni”.
A noi è sembrato molto naturale e stimolante poter raggiungere
le persone che quest’anno non sarebbero state visitate dal Parroco, per portare loro i suoi saluti ed auguri, per recitare insieme
una preghiera, per iniziare una conoscenza e, perché no, per
scambiarci, come è poi successo varie volte, delle confidenze.
Un grande incoraggiamento ci è venuto anche dalle parole del
nostro Arcivescovo, che ha detto con molta convinzione: ”In
questo anno Santo, fare un Pellegrinaggio è anche avvicinarsi alle
persone, salutarle, è percorrere il pianerottolo di casa per incontrare i vicini che non conosciamo, per scambiare qualche parola
e spendere un po’ del nostro tempo con loro”. Con il mandato
del Parroco e con le parole dell’Arcivescovo, abbiamo iniziato il
nostro pellegrinaggio per le strade della Parrocchia, non sapendo come saremmo stati accettati, consapevoli che le tradizioni
e le abitudini sono ben radicate e che tutti, in questo contesto, si
aspettano di vedere il prete, non dei laici. Siamo entrati, un po’ in
punta di piedi, nelle loro case, sapendo che entravamo nel loro
spazio più intimo e prezioso, e siamo stati accolti, da chi ci ha
aperto la porta, con tanta cortesia e cordialità. Un grazie a don
Marco, per la fiducia che ci ha accordato e per questa esperienza
arricchente e preziosa, che ci ha consentito di percorrere quel “
pianerottolo”, troppo spesso attraversato in fretta e distrattamente, di fare quei passi per incontrare e soffermarci con persone
della nostra comunità parrocchiale che non avremmo probabilmente mai incontrato.
Laura e Gianluigi Marzocchi
Lascio la parola a Daniele,
seminarista in servizio nella nostra Parrocchia da due anni
Domenica mattina, sagrestia, ore 10:28. Una veloce sistemata
al cingolo da parte di un chierichetto dagli occhi sonnacchiosi,
mentre le ultime auto arrivate nel parcheggio si improvvisano in
una gara a tetris senza esclusione di colpi. Luci, microfoni, riscaldamento, campana: la messa ha inizio! È domenica a Santa
Maria Madre della Chiesa. Da dove sono seduto, ho l’occasione
di poter abbracciare con un unico sguardo l’intera assemblea...
e mi chiedo: cosa accomuna e motiva il nostro continuare a radunarci attorno ad una parola che illumina la vita e ad un pane
che promette sazietà? Attesa e fedeltà. Credo siano questi i due
atteggiamenti profondi che, più o meno consapevolmente, ci uniscono. Si arriva sempre a fine settimana con una delle tasche più
interne del cuore rimasta vuota in attesa di una luce, un senso,
una speranza, un volto... Ma la dinamica del desiderio fa sì che
questa ricerca non abbia mai un approdo definitivo. Ecco allora
che l’attesa rimane desta solo in chi osa essere fedele, affrontando l’inevitabile noia, abitudine, distrazione, stanchezza, dubbio.
Ho condiviso con voi questo pensiero perché rispecchia in parte
quello che sto vivendo in questo mio VI anno di seminario (IV di
teologia). Iniziai questo cammino perché intravidi nella vita del
prete una chiamata non tanto a colmare quel vuoto – che anch’io
avvertivo – con il Signore, ma a viverlo insieme a lui e per lui!
E sperimento anche ora e sempre più che davvero Gesù Cristo
supera ogni mia attesa e desiderio. Tuttavia, la lunghezza del percorso (8 anni in tutto), la data di nascita sulla mia carta d’identità
(ormai vado per i 35!) e i limiti del mio carattere e della mia fede
rendono il tutto più impegnativo, o forse anche solo più... vero.
La fedeltà, quindi, da richiamo esteriore diventa un’esigenza interiore, quasi un istinto di sopravvivenza per ciò che di più bello
e prezioso ho scelto, vivo e sogno. Sono anche consapevole che
senza il sostegno offerto dai miei formatori e dai miei compagni
andrei poco lontano: la cordata è sempre meno faticosa (e pericolosa) della scalata solitaria. E in questa cordata c’è anche don
Marco insieme a tutta la vostra comunità. Non potete immaginare
quanto la vostra presenza fedele e premurosa sia per me uno stimolo a fare i necessari passi in avanti!. Certamente poi la gioia più
grande viene dalla stabilità e solidità di quella montagna che è Dio
Padre, roccia sicura alla quale potersi aggrappare, amante fedele
“fino alla fine”, come la pasqua che ormai celebriamo ci ricorda.
Daniele Bertelli
Quest’anno in occasione della pasqua, gli orari delle confessioni saranno:
Da lunedì 21 marzo a giovedì 24 marzo: dalle ore 17.00 alle ore 19.30
Sabato Santo 26 marzo dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00
Inoltre Martedì 22 marzo dalle 20.30 alle 22.00