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MARZO 2016
Anno 22 - n. 240
Direttore: Luigi Allori. Redazione: Clara Amodeo, Giovanni Beduschi (vignettista), Franco Bertoli, Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Primo Carpi, Valeria Casarotti, Roberta Coccoli, Claudio Dozio, Teresa Garofalo, Antonietta
Gattuso, Sergio Ghittoni, Roberto Lana, Giulia Lazzaroni, Antonella Loconsolo, Angelo Longhi, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Diana Roca, Sandra Saita, Gero Urso. Collaboratori: Laura Albani, Valia Allori, Stefano Bartolotta, Silvia Benna
Rolandi, Maria Piera Bremmi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Daniele Cazzaniga, Augusto Cominazzini, Luca Corbellari, Silvia Cravero, Ivan Crippa, Silvia Faggiano, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro,
Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Franco Massaro, Giorgio Meliesi, Luigi Muzzi, Pamela Napoletano, Antonio Pizzinato, Giovanni Poletti, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Vittorio Sardo,
Dario Vercesi, Norman Zoia. Presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove”: Giovanni Poletti. Pubblicità: Flaviano Sandonà (tel. 02/39662281). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).
Al posto della caserma dei bersaglieri Mameli
edilizia libera e sociale, servizi pubblici e verde
in zona 9 che si comincia a
rinnovare Milano e noi ne
siamo orgogliosi. Ne parliamo a
pag. 3: finalmente parte il progetto di recupero e riqualificazione a
usi civili dell’area dismessa di
Viale Suzzani 125, una volta sede della Caserma Mameli del
18° Battaglione Bersaglieri, costruita più di un secolo fa. La
struttura ancora oggi si articola
intorno a una vasta e lunga area
rettangolare destinata a piazza
d'armi che dall’ingresso principale si estende sino al muro di
cinta posteriore, ospitando alle
estremità sei immobili, a forma
di U alti un piano, disposti simmetricamente, con il lato più corto rivolto in direzione del cortile,
originariamente destinati all'alloggiamento delle truppe e dei loro cavalli. Il progetto urbanistico
si propone tre obiettivi: 1) Recuperare i 6 edifici a forma di U,
vincolati dalle Belle Arti, nel modo seguente: i tre dalla parte di
via Gregorovius per servizi di
pubblica utilità secondo proposte
da parte del Politecnico, sentiti i
cittadini; gli altri tre per alloggi
a prezzi contenuti destinati ai cittadini con reddito medio basso.
2) Dopo la bonifica destinare la
parte di area non soggetta a vincoli ad abitazioni a libero mercato, negozi di vicinato, verde pubblico e a una strada per mettere
in comunicazione le vie Gregorovius e Arganini. 3) Abbattere il
muro di cinta su viale Suzzani e
via Arganini e aprire molti varchi su quello in via Gregorovius
su cui la Sovrintendenza ha posto il vincolo contro l’abbattimento. Sperando che il progetto non
faccia la fine di quello per la riqualificazione urbana degli scali
ferroviari di Porta Nuova, incomprensibilmente bocciato dal
Consiglio Comunale.
È
(disegno di Gero Urso)
Al posto della caserma
FULVIO TESTI
pag. 2
Un semaforo
pericoloso
SANITÀ
La riforma
vista dal Niguarda
pag. 5
GRONDINA
Proteste anche
a Bruzzano
pag. 5
DEPURATORE
Acqua pulita
ma puzzolente
pag. 6
AMIANTO
Per il processo Pirelli
arriva la sentenza
pag. 8
FEBBRAIO ‘16 0
FEBBRAIO ‘15 0
Il piano attuativo prevede, su una superficie di 101.000 mq, una destinazione per metà a superficie
edificabile e verde privato (in parti uguali edilizia libera e edilizia residenza sociale)
e per l’altra metà a spazi e servizi pubblici con una superficie assegnata a parco in misura del 30%.
pag. 3
Vasca antiesondazioni al Parco Nord
Gli oppositori si fanno sentire
FEBBRAIO ‘16
FEBBRAIO ‘15
FEBBRAIO ‘16
pag. 4
Grazie Umberto Eco, grazie Ettore Scola
25
FEBBRAIO ‘15
32
1
2
Giovanni Beduschi
strizzarolo di notizie disegnate, se domandi in giro di quelGlaiò, mio
che pomposamente chiami “scuola primaria Vittorio Locchi”
nessuno capirà che ti riferisci alla Passerini. Se poi per ricordarne il
centenario blateri di Teo che ne è stato alunno poco vispo non fai un
bel servizio alle capacità didattiche della scuola. Parla piuttosto dei
“passerini” che dal banco delle elemenari sono passati alle cattedre
delle università di tutto il mondo. Infine non è vero che le punizioni
non ci sono più,anzi: è meglio mettersi il dito nel naso dietro una lavagna o toccare istericamente una tavoletta elettronica? (Zorro Nove)
Testi: un semaforo pedonale molto pericoloso
l semaforo pedonale in Viale F. Testi in corrispondenza del civico
Isabili
89 /91 è molto pericoloso. Infatti non permette agli anziani, ai die ai bambini, soprattutto in carrozzina, di attraversare la
strada in un unico passaggio. È sincronizzato male e a metà attraversamento bisogna aspettare un secondo verde, lasciando il pedone in mezzo alla carreggiata, col pericolo di essere travolto dalle auto in corsa. Non si contano gli incidenti che si sono succeduti e già
due persone hanno perso la vita. L’ultimo incidente risale a domenica 21 febbraio con feriti e auto distrutte. I cittadini più volte hanno reclamato presso le forze dell’ordine, e tutte le volte non hanno
“Per la Costituzione
e la democrazia”
erché votare no al referendum costituzionale che si
dovrà tenere in autunno: soprattutto di questo si è discusso nella partecipatissima assemblea al Teatro della
Cooperativa sabato 27 febbraio.
L’iniziativa, coordinata da Alberto Amariti di Sinistra
Italiana del Nord Milano, è stata aperta dalla coordinatrice dell’Anpi di zona 9 Rosanna Lombardo, che ha sottolineato come l’associazione farà sua questa battaglia cruciale. Sul palco si sono succeduti Lidia Menapace, della
Direzione Nazionale dell’Anpi; l’avvocato Felice Besostri,
autore del ricorso che ha fatto dichiarare dalla Corte
Costituzionale che il Porcellum è una legge incostituzionale; la senatrice Loredana DePetris e il deputato di
Sinistra Italiana Alfredo D’attorre.
Per i relatori la revisione della Carta costituzionale, affiancata all’Italicum, rientra in un disegno di restrizione
degli spazi democratici, eliminando l’elettività del Senato
e conferendo un enorme premio di maggioranza (54%) al
partito che ha riscosso maggior consenso al ballottaggio, e
quindi attribuendo un enorme potere all’esecutivo e sottraendolo così al Parlamento.
P
avuto risposte se non che “tutto è regolare”. C’è da ricordare che vicino è ubicata una scuola elementare e molti genitori ormai non si
fidano più a lasciare i figli attraversare da soli.
• Incidente in Via M. Gioia In via M. Gioia, in zona Porta Nuova c’è
stato uno scontro tra un’ambulanza che trasportava un’anziana di 88
anni con accompagnatore e un’auto. La paziente è stata ricoverata
presso l’ospedale Fatebenefratelli in codice giallo. Tre soccorritori, anche loro in codice giallo, sono stati trasportati presso la clinica Città
Studi. Sul luogo sono intervenuti altre ambulanze, mezzi di polizia locale e vigili del fuoco. (Ortensia Bugliaro)
Un guinzaglio e un murale
Un cucciolo d’Abruzzo
ax è stato trovato nelle campagne
M
dell’Abruzzo, con altri fratelli. Stavano tutti insieme, a fianco della madre e di
una sorellina, ormai morte per avvelenamento. Anche Max era in fin di vita, e il suo
corpicino ha lottato per 5 giorni fra la vita
e la morte, ma alla fine ha vinto. I suoi fratellini sono stati tutti adottati, ma lui è ancora in attesa di un’adozione. È un misto
segugio, di 5 mesi, dal manto marrone e
nero, con macchioline bianche, e quindi soprannominato Bambi, anche per il suo docile carattere. Timido, tranquillo e coccolone, adora le passeggiate, ed è in ottima salute, pronto per avere una famiglia. È
in stallo presso l'“Associazione Coccobello Miao & Bao Onlus”.
Info: [email protected] - 340/4130114.
La gentile signora nella foto è molto orgogliosa di poter ammirare i murales in via Majorana e di farsi fotografare con il suo
cane. E noi di “Zona Nove” le dedichiamo questo spazio. Hanno
scritto: “Prendi un guinzaglio e un cane… dopo pochi giorni diventerete una sola persona!” È vero.
CRONACA
NERA
di Ortensia
Bugliaro
• Affori: morto ammazzato in casa Sembrava un incidente, una
caduta in casa dovuta a un malore. Invece Maurizio Pozzi, commerciante 69enne di Affori, con negozo in via Zanoli, è stato ammazzato.
Dopo i risultati dell’autopsia ci sono pochi dubbi. L'uomo è stato colpito alla testa otto volte con una forza tale da sfondargli il cranio.
L'oggetto che lo ha ucciso non è stato trovato, così come il movente del
delitto. La casa, inoltre era in perfetto ordine e non mostrava alcun
segno di scasso. Pozzi era stato rinvenuto dalla moglie tra le 18.45 e
le 19.15 di venerdì 5 febbraio.
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URBANISTICA
Caserma Mameli: ecco il progetto di riqualificazione
Ma restano ancora molti nodi da sciogliere
Il piano attuativo prevede, su una superficie di 101.000 mq, una destinazione per metà a superficie
edificabile e verde privato (in parti uguali edilizia libera e edilizia residenza sociale) e per l’altra metà
a spazi e servizi pubblici con una superficie assegnata a parco in misura del 30%.
Lorenzo Meyer
area della ex“L’
Caserma Mameli riveste un ruolo
strategico per la trasformazione di Milano
in una città policentrica con vocazione internazionale. La realizzazione di progetti per il
suo utilizzo avranno un
impatto non trascurabile sulla vivibilità e
sullo sviluppo sociale
ed economico dei quartieri di Bicocca, Niguarda, Prato Centenaro e
dell’intera città. Gli abitanti dei tre quartieri si
sentono parte attiva
nella partecipazione alla definizione degli obiettivi progettuali con le
Istituzioni (Comune di
Milano e Consiglio di Zona 9) e con la proprietà (Cassa Depositi e Prestiti).”
Questa è l’introduzione del comunicato che
informa la cittadinanza della costituzione il
giorno 10 febbraio dell’Osservatorio Mameli. Questa iniziativa fa seguito al convegno
informativo “Un nuovo centro per il Nord
Milano” tenutosi lo scorso 30 gennaio presso il teatro della Parrocchia San Giovanni
Battista alla Bicocca.
Dopo circa 10 anni di totale abbandono
sembra finalmente nascere un progetto di
riqualificazione dell’area dell’ex caserma
Mameli di viale Suzzani. Per spiegare ai
numerosi cittadini intervenuti quale sarà il
destino dell’area si sono succeduti, durante
l’assemblea, gli interventi di Beatrice
Uguccioni presidente del CdZ 9, Franco
Zinna responsabile del settore pianificazioni tematica e valorizzazione aree del Comune di Milano, Laura Montedoro, del dipartimento di architettura e studi urbani
del Politecnico di Milano, Gianluca Buzzi
laureando in architettura e l’architetto
Anselmo Comito della Cassa deposito e
prestiti proprietaria dell’area. Durante
l’assemblea è stato reso noto che la svolta
che ha dato inizio a questo importante
progetto di trasformazione urbana è avvenuta alla fine del 2014 con la cessione dell’area dal Ministero della Difesa alla
Cassa deposito e prestiti che ha poi avviato il procedimento urbanistico per la trasformazione della caserma al fine di definire il planivolumetrico per la parte privata (un programma complesso di residenza
per il libero mercato, residenza sociale e
commercio), il progetto degli spazi aperti e
il riuso della parte ceduta all’uso pubblico.
Del progetto è stato incaricato lo studio
Onsite. Dall’altra parte il Comune di Milano con il Piano del governo del territorio
ha predisposto una scheda di indirizzi per
il progetto, fissato la massima volumetria
accoglibile e stabilito alcune regole per
l’intervento. Il piano attuativo prevede
quindi, su una superficie totale di 101.000
mq, una destinazione per metà a superfi-
cie edificabile e verde
privato (in parti uguali
edilizia libera e edilizia
residenza sociale) e per
l’altra metà a spazi e
servizi pubblici con
una superficie assegnata a parco in misura del 30%.
Proprio la raccolta di
idee e aspettative di cittadini e associazioni relative alla parte destinata ad uso pubblico è
al centro degli obiettivi
dell’Osservatorio Mameli. Ma non solo. L’Osservatorio si propone
anche di elaborare con
l’ausilio di esperti (urbanisti, economisti, sociologi, Università) una
visione di città metropolitana di cui il progetto sia parte integrante; collaborare con il Comune di Milano, il
Consiglio di Zona 9 e la proprietà alla definizione degli obiettivi di progetto; di valutare
l'impatto che la trasformazione in atto ha
sulla vivibilità del quartiere (viabilità, acustica, spazi, servizi ai cittadini ecc) e sul suo
sviluppo economico (attività economico commerciali, artigianato, formazione professionale, centri di ricerca ecc).
Una funzione propositiva cui si affianca
però anche il monitoraggio del rispetto degli obiettivi e dei tempi previsti nel progetto e di informazione dei cittadini sullo stato di realizzazione. All’Osservatorio Mameli, che ha sede presso il Circolo Acli Bicocca in via Nota 19, possono aderire tutti
i cittadini interessati inviando una mail
con le proprie generalità a [email protected]. Attuali portavoce del Osservatorio sono Renzo Cislaghi e Roberto Medolago. Nel momento in cui andiamo in
stampa hanno aderito all’Osservatorio un
centinaio di cittadini.
La costituzione dell’Osservatorio Mameli è il primo passo
Anna Aglaia Bani
l progetto di riqualiIdella
ficazione dellìarea
ex Caserma Mameli procede a ritmo
serrato: molti i convegni, gli incontri pubblici, i sopralluoghi. In
questo progetto, oltre allo studio di architettura Onsite che ha curato il progetto per
la Cassa Depositi e Prestiti, sta mettendo
molto impegno anche il Politecnico. In particolare il 17 febbraio la Commissione Territorio del CdZ 9 ha presentato l’idea progettuale a cui si sta lavorando. All’incontro
era presente l’assessore all’Urbanistica
Balducci, che ha sottolineato che non ci saranno interventi speculativi ma una riqualificazione positiva per il quartiere che verrà coinvolto con il percorso partecipato av-
viato dal Politecnico supportato dal CdZ 9.
ll rappresentante di Cassa Depositi e
Prestiti ha parlato di grande opportunità
di trasformazione della città e di creazione
di business e posti di lavoro.
E veniamo all'idea progettuale. Prima di
tutto ci sono i vincoli stabiliti dalla
Sovraintendenza alle Belle Arti e dal Pgt
del Comune: nella metà dei 101mila mq occupati dalla ex caserma non può essere abbattuto nessun edificio ma solo riqualificato e la grande piazza delle armi centrale
non può essere modificata e la proprietà
deve cedere al Comune, per uso o verde
pubblico, il 50% dei 101mila mq occupati
dalla ex caserma. Con tutti questi paletti i
progettisti hanno ipotizzato di:
• Destinare i 6 edifici a forma di U vincolati dalle Belle Arti nel modo seguente: i tre
vicini a via Gregorovius per servizi di
pubblica utilità secondo proposte da parte del percorso partecipativo e il Politecnico. I tre più centrali verranno destinati
a housing sociale (offerta di alloggi a
prezzi contenuti destinati ai cittadini con
reddito medio basso) e a una media
struttura di vendita;
• Dopo bonifica destinare la parte di area
non soggetta a vincoli ad abitazioni a libero mercato, alcune con negozi di vicinato,
verde pubblico e una strada di connessione
nuova, che dovrebbe mettere in comunicazione via Gregorovius e via Arganini.
• Abbattere il muro di cinta su viale Suzzani e via Arganini e aprire molti varchi su
quello in via Gregorovius perché in questo
caso la Sovraintendenza ha posto il vincolo
contro l’abbattimento.
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Vasca al Parco Nord: le controproposte degli oppositori
Anna Aglaia Bani
ulle vasche di laminazione del Seveso, in
S
particolare di quella prevista al Parco
Nord la posizione degli oppositori è nota: sì alla bonifica del Seveso, sì alla separazione delle acque e all’invarianza idraulica, no alla vasca nel Parco e cauta apertura alla realizzazione delle altre vasche, a patto che siano soluzioni temporanee per consentire l’attuazione delle sopracitate pratiche. Ma ora esaminiamo
cosa è successo da metà gennaio.
• I soldi per le vasche ci sono: parola di
assessori Prima di tutto le voci riguardanti
i fondi per il progetto “Salva Seveso”: sulla
stampa è apparso che i soldi stanziati dal
Comune di Milano per costruire le vasche,
compresa quella del Parco Nord, sono stati
dirottati per ripianare gli extra costi di
Palazzo Italia a Expo. Ma il giorno dopo gli
assessori Marco Granelli e Pierfrancesco
Maran smentiscono, ribadendo che i soldi
per le vasche sono già stanziati.
• L’assemblea di Bresso Venerdì 22 gennaio abbiamo partecipato a un’assemblea
pubblica, molto partecipata e in alcuni momenti accesa, durante la quale il Comitato
Acque Pulite e l’Associazione Amici Parco
Nord hanno fatto il punto del progetto di costruzione di quella che chiamano “la fogna a
cielo aperto dentro il polmone verde”. Ne sono
emersi alcuni spunti interessanti, ma prima ci
preme segnalare un fatto negativo. All’incontro erano presenti il sindaco di Bresso, Ugo
Vecchiarelli, e il presidente dell’Ente Parco
Nord, Giuseppe Manni: ebbene, entrambi sono stati pesantemente attaccati come se fossero responsabili della situazione creatasi. Altre
Istituzioni che hanno la totale responsabilità
di quanto sta per capitare a Bresso, ovvero
Governo, Regione e Comune di Milano, sono
invece stati quasi “graziati”.
Ma vediamo cosa è emerso di positivo durante e dopo l’assemblea. A fine dicembre è stato
depositato il progetto definitivo della vasca e
da allora è possibile depositare le eventuali osservazioni in merito. Perciò il Comitato Acque
Pulite e l’Associazione Amici Parco Nord hanno deciso di elaborare la documentazione per
poi depositarla in Regione Lombardia.
• Il progetto antivasche Il documento che
ne è uscito presenta osservazioni e obiezioni
allo Studio di Impatto Ambientale formulato
dalla Commissione Regionale Via per due ordini di motivi: per il sito scelto, che è improponibile, e per il progetto così com’è, che è inadeguato e insufficiente. Al primo ordine - il sito
non è compatibile - sono riferibili le prime cinque osservazioni. Prima osservazione: la collocazione della vasca in un’area a parco urbano
attrezzato è in contrasto con l’art. 7 del Ptc del
Parco che prevede la possibilità, previo parere
positivo dell’organo di gestione del Parco, di
realizzare solo impianti per il verde, il gioco e
lo sport. Le osservazioni 2 e 3 argomentano
sulla qualità delle acque, sul mancato rispetto
dei parametri di salvaguardia e sul grave rischio cui sono sottoposti i cittadini. L’osservazione 4 prende in considerazione la disattenta
valutazione delle distanze di rispetto e di sicurezza, con l’arbitraria decisione del Comune di
Milano di abolire da sé una norma che esso è
chiamato a rispettare. L’osservazione 5 si chiede se il progetto è in sintonia con le normative
di difesa dell'ambiente. La n. 6 rileva la mancanza di uno studio della localizzazione alternativa, necessario e obbligatorio, ma del tutto
assente. La n. 7 osserva come lo studio si diffonda su un’ipotesi di accorpamento della vasca del Parco con quella di Paderno, ipotesi che
non fa più parte del Piano Aipo, e invece non
prende in considerazione l’unificazione che
realmente è in essere, seppure formalmente
ancora non dichiarata, delle vasche di Paderno (1 milione di mc) e di Varedo (un milione e
mezzo di mc) su un’area industriale dismessa,
quella della ex Snia di Varedo. L’osservazione
8 prende in esame, sulla base dei costi esposti
nella Relazione Generale, la sorprendente esistenza di una parte cospicua degli investimenti ancora priva di destinazione, ancora “a disposizione”. Di chi? Per cosa. L’osservazione 9
si sofferma sulle compensazioni: per quanto
riguarda i nuovi boschi da impiantare ci si limita a un rapporto inferiore a 1:1, ben diverso
da quello che era già previsto (1:1,5) e da quello richiesto dal Parco (1:4); inoltre non si fa
cenno a nuove aree da conferire al Parco, richieste dallo stesso Parco, essendo quelle su
cui dovrà sorgere la vasca in territorio di Mila-
no sì, ma di proprietà dell’Ente Parco. Con le
due osservazioni seguenti, poi, ci si interroga
sul problema spinoso della manutenzione: la.
n. 10 esamina la questione dal punto di vista
della quantità dei fanghi e con la n. 11 si chiede di conoscere quale Ente si assume l’onere
dei costi della manutenzione. Con la 12, si
esprime una riflessione sui boschi che si vorranno sacrificare. La 13 nasce dalla dichiarazione presente nello Sia che non è previsto da
qui a tre anni alcun intervento finalizzato al
miglioramento della qualità delle acque del
fiume. Infine, osservazione 14, il pur giusto
calcolo dei cosiddetti tempi di ritorno, rischia
di essere una esercitazione teorica, dal momento che non dietro alle spalle, ma a un
preoccupante e immediato futuro dovremmo
guardare per capire quello che potrà succedere al clima e quindi ai nostri territori. Tutto ciò
fa interrogare sulla adeguatezza di un progetto, che concepisce l’acqua piovana come un rifiuto e non come un bene comune da tutelare.
• La protesta dei cittadini e del sindaco
Intanto i residenti del quartiere Papa Giovanni di Bresso hanno promosso una raccolta
di firme (vedi sotto). E il sindaco di Bresso ha
scritto una lettera ai concittadini del quartiere Papa Giovanni per comunicare loro che, alla luce del cambio di sede delle due importanti vasche del progetto, ovvero quelle di Varedo
e Paderno che verranno accorpate sull’area inquinata della Ex Snia, da bonificare, questa
novità “radicalizza la nostra contrarietà”. Importante anche la chiusa della lettera: “Voi cittadini, con il supporto del comitato, dovete
continuare a sostenere la vostra legittima battaglia e io con voi proseguirò con il ruolo che ricopro in maniera istituzionale a garantire che
qualora l’opera dovesse comunque essere realizzata siano messe in atto tutte le misure per
evitare ogni rischio reale o potenziale per la
salute di tutti i cittadini (sia residenti, sia frequentatori del Parco).”
Restano l’ostinazione del Comune di Milano a
sostenere questo progetto, senza valutare modifiche, e il silenzio dell’Ente Parco che non ha
preso posizione in merito alle novità emerse in
queste ultime settimane. Se ci sarà ne parleremo sul prossimo numero.
In un mese mille firme contro la “fogna a cielo aperto”
Roberta Coccoli
ono già mille le firme raccolte in meno di
S
un mese per chiedere soluzioni alternative
alla vasca di laminazione delle acque del
Seveso, prevista al Parco Nord. L’idea è partita dal Super-Condominio di Via Papa Giovanni XXIII 43, a Bresso, lo stesso che si troverebbe la vasca a circa 30 metri sotto le proprie finestre. Abbiamo sentito in merito alcuni condomini, fra cui Bruno Milanesi, Matilde Minella, Claudio Balestri, Giacinto Chionna,
Carmelo Mirabella, Maurizio Castigliola,
Anna Bin, Laura Orlando e Francesco Inga.
Come è nata l’idea delle firme?
Abbiamo analizzato il progetto della vasca che
il Comune di Milano intende far realizzare
sotto casa nostra, e siamo sempre più contrari alla sua realizzazione perché, rispetto alla
dimensione del problema, valutato in 5 milioni di mc di acque sporche da stoccare, una vasca da 250.000 mc è irrilevante e non rappresenta un apporto serio alla soluzione del problema stesso. Tra l’altro non è logico sostituire
un vasto terreno filtrante, con centinaia di
grandi piante ricche di radici, che assorbono e
trattengono notevoli quantità di pioggia, con
una gigantesca soletta di cemento. Inoltre, ci
vorrebbero almeno 6 giorni prima che, in
caso di piena, la vasca venga svuotata.
Ricordiamo che il Seveso è uno dei fiumi
più inquinati d’Europa e nessuno finora
ha preso in mano il problema della sua
bonifica. Le condizioni igieniche sono pazzesche, sopratutto perché nel Seveso sono
stati rilevati diversi inquinanti,di cui due
molto pericolosi per inalazione, l’esaclorobutadiene e il mercurio. In proposito ricordiamo che a meno di 1000 metri dalla
vasca sorgono le scuole di Via Papa
Giovanni XXIII a Bresso e di Via Cesari a
Milano!
Quali sarebbero i problemi per il
Parco Nord?
ll Parco Nord già oggi ospita il depuratore di
Via Tremiti, lo sgrigliatore di Bresso, nonché
numerose altri servizi. Aggiungere una vasca
di acque sporche non migliorerebbe la situazione. Tanto più che nell’area dove dovrebbe
sorgere, dalla metà degli anni ‘80 sono state
piantumate diverse essenze proprio per migliorare il microclima.
Nell’incontro del 22 luglio il Sindaco
di Bresso e il Presidente del Parco,
Manni, hanno dichiarato di “non poter fare nulla”.
Negli incontri di consultazione col Comune di
Milano, l’Ente Parco e il Comune di Bresso
non si sono opposti al progetto. Inoltre anche
nella Deliberazione della Giunta Regionale
del 21 settembre 2005 si dichiara che gli enti
istituzionali coinvolti nell’iter del progetto sono obbligati a realizzare uno studio approfondito delle possibili localizzazioni alternative.
Anche se questo avesse dovuto portare alla
conclusione che non c’erano aree disponibili,
tutti questi passaggi dovevano essere documentati e comunque ciò non giustifica la scelta di sacrificare un’area regionale protetta. Ci
è stato detto che se ci fosse, nel Nord Milano,
un’area dismessa più consona, realizzare un
tubo di raccordo sarebbe più costoso: quindi,
c'è sempre una questione economica che mette in secondo piano la salute dei cittadini e distrugge una bella porzione del Parco Nord. Lo
studio delle localizzazioni alternative è obbligatoria, mentre tale studio è assente nel progetto definitivo. Stanno cercando di far passare un progetto, senza proposte alternative da
valutare obbligatoriamente.
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Cosa ne pensano i medici della nostra zona
sulla nuova organizzazione della sanità lombarda
i risiamo. Pochi mesi fa è finito
C
in gattabuia Mario Mantovani,
ex assessore alla Sanità della
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Fabio Rizzi, consigliere regionale e collaboratore di Maroni, arrestato per corruzione.
Regione, per corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. L’assessorato viene assunto ad
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frattempo si lavora alla riforma sanitaria che dovrebbe segnare una
discontinuità rispetto all’era di
Roberto Formigoni. Papà di questa
Riforma è Fabio Rizzi che poche
settimane fa è finito pure lui in gattabuia per presunte tangenti legate
agli appalti odontoiatrici.
Leghista di ferro della prima ora,
iscritto al Carroccio dal 1992, Fabio
Rizzi, 49 anni, dal 2013 è l'uomo
forte di Maroni nella sanità lombarda. Eletto Consigliere regionale nel 2013,
viene nominato da Maroni presidente della
Commissione Sanità, un vero e proprio assessore ombra. È infatti Rizzi, su decisione di
Maroni, a scrivere la riforma del sistema sanitario lombardo. Il provvedimento, molto
contestato e ritirato diverse volte per litigi in
seno alla maggioranza di centrodestra, viene
approvato nell'agosto 2015. Dopo il voto finale, Fabio Rizzi scoppierà in lacrime nell'aula
del consiglio regionale. Quell’immagine, alla
luce di quanto sta emergendo, rimarrà nelle
pagine del diario, personale e politico, di un
medico, con la passione della politica, che dopo il suo arresto ha detto: “Comunque finisca
questa vicenda, con la politica ho chiuso.
Politicamente sono finito”.
L’indagine, che riguarda principalmente
strutture sanitarie in provincia di Milano e
Monza Brianza, ha permesso di scoprire che
da oltre 10 anni numerose aziende ospedaliere hanno esternalizzato il servizio di odontoiatria ricorrendo a gare di appalto per circa 400 milioni di euro. Il privato si inseriva
all’interno della struttura ospedaliera come
un vero e proprio reparto, gestendo tutto, dal-
l’allestimento dei locali alle visite passando
per la gestione del personale, in un regime di
sostanziale monopolio del settore odontoiatrico in Lombardia. Il tutto a danno sia della
qualità del servizio sia, se le mazzette fossero confermate, delle casse della Regione
Lombardia.
• Cosa pensa della riforma un medico
che da anni opera sul nostro territorio.
Il giorno prima che esplodesse la “bomba dentiere”, di cui abbiamo sopra scritto, avevamo
inoltrato alcune domande a un medico, che ci
ha chiesto l’anonimato, operante da decenni
sul nostro territorio con grande dedizione e
competenza. Alla luce di quanto è venuto a
galla sulla Sanità lombarda e sul “papà” della
Riforma, il nostro interlocutore invece che rispondere alla nostro domande sullìimpatto
che avrà la riforma Maroni sul territorio, ha
preferito inviarci un breve scritto che, oltre a
fare trasparire tutto l’imbarazzo di chi giorno
dopo giorno opera con onestà e dedizione,
esprime un giudizio non troppo lusinghiero
sulla sanità voluta da Palazzo Lombardia.
“I quesiti da voi posti sono delle ottime domande che a parer mio andrebbero ripropo-
ste fra qualche mese quando forse si capirà meglio come dovrà
essere applicata la Riforma.
Riforma che per ora ha comportato modifiche nella carta intestata e nell’indirizzo dei siti internet, ma nulla di concreto nella
gestione della medicina territoriale, e credo anche a livello ospedaliero. Certo sulla carta sembra
essere un sistema innovativo, anche se un po’ troppo articolato,
con la creazione di Ats (accorpamento con riduzione numerica
delle vecchie Asl) e Asst che dovrebbero comprendere, in un’unica realtà, attività ospedaliere e
servizi socio-sanitari territoriali
con maggior integrazione anche
con i Comuni, al fine della presa
in carico “globale“ delle persone con fragilità.
Mi risulta anche imbarazzante parlare di
una riforma scritta da persone che, alla luce
dei recenti fatti di cronaca, hanno mostrato il
vero volto della sanità lombarda, che eccelle
grazie alla qualità dei medici che la compongono, ma è troppo spesso travolta da biechi
interessi personali. Da tempo si parla di organizzare la medicina territoriale in Aft (aggregazioni funzionali territoriali), Uccp (unità
complesse di cure primarie) ma nessuno ci ha
ancora detto come saranno organizzate e soprattutto quale sarà il nostro ruolo, come medici di medicina generale, all’interno di queste strutture. Nel frattempo noi continuiamo
nella nostra pratica quotidiana, sempre più
subissata da decreti che vogliono limitarci
nella libertà prescrittiva, a curare i nostri assistiti rendendoci conto che, per la maggior
parte di loro, restiamo l’unico punto di riferimento nella gestione della cronicità e ahimè,
sempre di più, dei loro bisogni sociali. A tale
proposito va il mio ringraziamento alla disponibilità e competenza del personale sociosanitario del nostro distretto.”
VIABILITÀ
a cura di Michele Cazzaniga
Grondina: la protesta si sposta a Bruzzano
No al sottopasso se modifica la viabilità del quartiere
a protesta contro il progetto che prevede una strada di collegaL
mento fra Sesto e Novate si è spostata a Bruzzano. Nel quartiere
i cittadini si stanno opponendo alla realizzazione del sottopassaggio
voluto da Ferrovie Nord Milano per poter chiudere il passaggio a livello di via Oroboni, come prevedono le normative europee.
Attenzione però: la contrarietà al progetto non è tanto per il sottopasso, su cui sono state evidenziate alcune criticità, ma sulle modifiche
viabilistiche che verrebbero introdotte insieme al nuovo manufatto e
che rischiano di portare nel quartiere un'orda di auto e mezzi pesanti. In pratica la famosa “Grondina” di cui andiamo parlando da mesi.
Non a caso infatti all'incontro pubblico di presentazione del progetto
erano presenti anche i cittadini di Sesto che, approfittando della presenza dell'assessore Pierfrancesco Maran, hanno ribadito la loro contrarietà al progetto complessivo e si sono lamentati per la mancanza
di risposte ai loro quesiti e per non avere incontrato le Istituzioni sestesi per concordare soluzioni condivise.
All'incontro abbiamo notato che la battaglia contro questo progetto
sta dando i suoi frutti: tutti i quartieri attraversati da questa nuova
strada, oltre ovviamente Sesto, sono contrari e quindi il Comune se
ne dovrà fare una ragione. Del resto, qualche crepa si sta aprendo nel
muro della Giunta se, come hanno segnalato all'assemblea gli assessori Maran e Granelli, l'ipotesi di spostare la via Giuditta Pasta, propedeutica insieme al sottopasso di via Pesaro-Pantalleoni alla realizzazione della Grondina, è stata stralciata. E se salta questo pezzo di
nastro di asfalto salta tutto il progetto.
Ma perché questa contrarietà al sottopasso? Lo hanno spiegato le
centinaia di residenti presenti all'assemblea: il manufatto - costruito
in quella posizione e in coppia con la variante alla Giuditta Pasta che
verrebbe portata sotto le case di Bruzzano a fianco della linea ferroviaria - è scomodo per i residenti e comodo per chi venendo da fuori
vuole attraversare il quartiere utilizzandolo come scorciatoia verso il
nodo autostradale.
Insomma, anche dai cittadini di Bruzzano vengono un sì a una viabilità locale ove si ritenesse necessaria e un no a una strada di scorrimento che porterebbe solo traffico, anche pesante. Ci torneremo tra
un mese perché presto Comune, Regione, Ferrovie Nord e Comitato
di Bruzzano si incontreranno per esaminare la fattibilità di due progetti alternativi elaborati dai residenti.
Depuratore di via Tremiti
Acqua ripulita, ma puzzolente
M5/1: se viene portata fino a Monza
quali benefici per i nostri quartieri?
Roberta Coccoli
Michele Cazzaniga
’impianto di depurazione di Milano-Bresso, in
L
esercizio dal 1991, posto in Via Tremiti 12, occupa un’area di 150.000 mq ed è ubicato nell’area nord
del territorio di Milano, zona Niguarda, limitrofa al
comune di Bresso. È condotto dal Consorzio per
l’Acqua Potabile, gestore del Servizio Idrico
Integrato per la Provincia di Milano per i servizi di
acquedotto, fognatura e depurazione, e serve 5 comuni: Bresso, Cinisello, Cormano, Cusano Milanino
e Paderno Dugnano, per circa 340.000 abitanti.
I liquami sono addotti all’impianto tramite due collettori consortili a cui si interconnettono le reti fognarie comunali. Le acque sporche vengono fatte
passare attraverso una prima griglia, poi pompate
in un canale di raccolta fino ad altre altre griglie che
permettono una pulizia più fine. Eventuali oli e grassi contenuti nelle acque, che mediante l’immissione
di aria si concentrano in superficie, vengono “scremati” e inviati alle vasche di raccolta dove vengono
eliminate le sostanze che hanno inquinato l’acqua.
Per fare tutto questo vengono utilizzati alcuni microrganismi che si nutrono di sostanze organiche.
Poi le acque pulite vengono sottoposte a un ulteriore
trattamento tramite un disinfettante e infine immesse nel canale che porta al fiume Seveso, recettore dell’impianto di depurazione.
L’impianto si occupa anche del trattamento dei fanghi. Essi vengono vengono disidratati, pressati e
quindi inviati agli impianti di trattamento per poter
essere poi utilizzati come fertilizzanti in agricoltura.
Non solo: durante la lavorazione dei fanghi si producono anche energie rinnovabili, dei biogas da “digestione anaerobica fanghi”, per cui dal 70% della produzione si ricavano 950.000 mwh/anno con un risparmio energetico di Kwh/d 8.150 (37,7% della richiesta dell’impianto).
Praticamente l’impianto si identifica oltre i livelli
standard richiesti dall’Europa, anche se non si raggiungono i successi di paesi come la Germania o la
Svezia (dove a Malmo, il depuratore che serve lo
stesso numero di abitanti di quello di Milano-Bresso,
ha una capacità di 120.000 mc/giorno).
Ma non è tutto oro quel che luccica: già nel 1993, a
pochi anni dalla sua messa in funzione, l'allora responsabile, geometra Sergio Delfino, denunciava che
il depuratore subiva quasi quotidianamente scarichi
industriali “fuori tabella”, ossia non in regola. Nei
primi anni del 2000, fu approvato il progetto di completamento dell'area, anche dopo la denuncia di alcuni residenti che lamentavano esalazioni di odori
molesti dall'impianto, unito anche all'incapacità del-
l’impianto di smaltire correttamente tutte le acque
addotte dai collettori fognari durante forti eventi di
pioggia, con conseguente rischio di allagamento dell'area, e in’adeguata di gestione ottimale della linea
fanghi, unitamente all’elevata concentrazione di
azoto ammoniacale e nitrico in uscita dall'impianto
che non garantiva il rispetto dei limiti di legge.
Furono, quindi, realizzati accorgimenti per l’abbattimento degli odori attraverso la ventilazione dei locali coperti e la depurazione delle arie esauste aspirate mediante biofiltrazione, con il potenziamento
della linea acque e delle linee fanghi e biogas. Ma
negli anni successivi sono proseguite le lamentele
dei residenti, segnalate anche dal nostro giornale
(numero di maggio 2007), per i fastidiosi odori,
per la mancata realizzazione delle coperture. Ma
è ancora di pochi mesi fa, la richiesta all’Arpa, da
parte di cittadini abitanti di Via Tremiti, di verificare “se le emissioni in atmosfera e nelle acque restituite all’ambiente ottemperano a quanto previsto dalla normativa vigente”.
Certo si potrebbero coprire, come in Svezia, le vasche, e si potrebbe perfino aggiungere un solo processo in più di depurazione per recuperare le acque e reimmetterle nel circuito dei lavaggi industriali o nell'irrigazione: così invece le acque pulite vengono
“buttate via” nel Seveso. Il problema degli odori molesti sembra però essere diffuso: nel novembre 2015,
nella zona Nord-ovest di Milano, la polizia locale e i
tecnici Arpa sono andati a controllare il depuratore
di Pero dopo le continue lamentele dei residenti e la
verifica degli impianti ha permesso di individuare
una non corretta “digestione” dei fanghi di depurazione, che portava a una produzione di biogas in eccesso poi liberata in atmosfera attraverso un bruciatore. Ora tutto è in mano alla Procura. Più a Nord,
sull'asse del Seveso, il depuratore di Varedo, dopo 50
anni esatti dalla sua entrata in funzione, è stato
chiuso nel marzo 2015 su richiesta di una procedura di infrazione dell’Unione Europea delle norme
dello smaltimento acque, motivo per cui il Cap Holding ha creato un collegamento tra le fogne della
Brianza e il depuratore di Pero, andando poi a progettare un parco con piste ciclabili, che sarà pronto
fra 4 anni, al posto del depuratore di Varedo.
Un'ultima curiosità: in occasione dell’esondazione
dell'8 luglio 2014 il Seveso non ha guardato in faccia
a nessuno, e logicamente si è riversato anche in alcune vasche dell'impianto di depurazione di MilanoBresso, lasciando gli addetti alle lavorazioni letteralmente nella... cacca!
el premio ricevuto dalla M5 ne parliamo qui
D
sotto. Adesso la Lilla è già impegnata in una
nuova colossale sfida: arrivare fino a Monza. Sono
mesi che vi aggiorniamo su questo tema perché
crediamo che la M5 in un futuro più o meno prossimo potrebbe garantirci una sensibile riduzione
del flusso di auto dei pendolari che ogni giorno invade i nostri quartieri.
Al momento ci sono solo dei tratteggi colorati su
una mappa. Ovviamente anche in questo caso sono scesi in campo, come sempre avviene, i Guelfi
e i Ghibellini: c’è chi assicura che resteranno tali,
perché per troppi anni si sono ascoltati annunci
poi riposti nel cassetto subito dopo la tornata elettorale e c’è chi invece assicura che questa volta si
sta facendo sul serio.
Noi vogliamo iscriverci al partito del “stavolta è la
volta buona”. Perché tanto ottimismo? Perché da
Monza giungono segnali inequivocabili che indicano
che le intenzioni sul prolungamento della linea Lilla
prendono sempre più consistenza: è la cronaca di
quanto accaduto almeno da settembre in poi, da
quando l’assessore milanese Piefrancesco Maran ha
strappato la prima promessa al ministro delle
Infrastrutture, Graziano Delrio. Contestualmente,
come già scritto nei mesi scorsi, è in piena fase realizzativa il prolungamento della rossa fino a Bettola,
al confine tra Cinisello e Monza. .
Detto questo, i detrattori di questi costosissimi progetti si pongono la domanda: ma servono? Una risposta la darà a breve Mm che sta elaborando lo studio di fattibilità per il prolungamento della M5 a
Monza e che dovrebbe contenere delle proiezioni numeriche di quanto potrà incidere questa nuova infrastruttura, in termini di riduzione di traffico veicolare privato tra i due capoluoghi di (ex) provincia. I
dati a nostra disposizione dicono che ogni giorno ci
sono quasi 250.000 vetture che dalla Brianza si dirigono verso la nostra città. Un fiume di veicoli che intasa le principali arterie di collegamento stradale determinando code e inquinamento atmosferico. Ecco
perché facciamo il tifo per la M5 a Monza…
M5/2: premiata in quanto eccellenza
mondiale in ambito finanziario
Michele Cazzaniga
a Linea 5 della Metropolitana di Milano è stata
L
eletta “Transport Deal of the Year 2015” nell’ambito del PFI Award, il prestigioso evento promosso
dalla rivista specialistica del gruppo Reuters
“Project Finance International Magazine” che premia le eccellenze mondiali in ambito finanziario.
Il riconoscimento valorizza il lavoro di squadra del
Comune di Milano e delle imprese (Astaldi, Ansaldo
Sts, Hitachi Rail Italy - già Ansaldo Breda-, Atm
S.p.A. e Alstom Ferroviaria) che ha portato alla realizzazione di un'infrastruttura strategica per la mobilità sostenibile di Milano.
“La M5 - sottolinea l’Assessore alla Mobilità e
Ambiente Pierfrancesco Maran - è un esempio
virtuoso di opera realizzata nei tempi previsti e
senza extra-costi. Un risultato garantito dall’affidabilità delle imprese che vi hanno lavorato e
che vogliamo replicare con la M4, un'altra linea
che rivoluzionerà il modo di muoversi in città
per moltissimi milanesi”.
“Siamo molto soddisfatti - ha dichiarato l’ammini-
stratore delegato di M5 Giovanni D’Alò - di questo
riconoscimento internazionale, che premia il grande
impegno collettivo pubblico-privato che ha permesso
di portare a Milano nei tempi programmati la linea
M5. Il raggiungimento di questo importante obiettivo è stato reso possibile anche grazie a un finanziamento a cui hanno partecipato primarie banche italiane ed internazionali, nonché investitori istituzionali, attraverso l’emissione di un project bond”.
La Lilla, realizzata tra il 2007 e il 2015 su un tracciato di 12,8 km e 19 stazioni, collega Bignami
Parco Nord a San Siro Stadio, garantendo 4 interscambi con le linee esistenti (Lotto M1, Garibaldi
M2, Zara M3, Domodossola Ferrovie Nord) e il
collegamento diretto allo stadio. Vi viaggiano quotidianamente oltre 130.000 passeggeri, evitando
15 milioni di spostamenti automobilistici privati
all’anno. La linea è gestita da Atm mentre la
Società concessionaria è Metro 5 S.p.A. fino al
2040, proprio perché è stata realizzata con capitali pubblici e privati.
Visti e fotografati
Immagini di Franco Massaro
Chaenomeles (Cydonia)
GLI APPUNTAMENTI DEL MESE
Mimosa
FILMS IN
ONA
a cura di Grazia Morelli
a cura di Silvia Cravero
Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente l’uscita del giornale.
Visti nelle sale di Skyline, Multisala Bicocca e cinema Rondinella
l GIOVEDÌ 10 MARZO
Hangar Bicocca
Via Chiese
Hypothesis, di P. Parreno. Fino al 14/3/16.
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21.10, Serata danzante.Tutti i giovedì.
l SABATO 12 MARZO
Art Action
Via Dante 15/A
Bresso
Alle 17.30, Asini figli di un Dio minore,
Mostra Omaggio al più umile dei gregari.
(Orario: 18.30- 20. Chiuso domenica e festivi).
Fino al 7/4.
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21.30, Concerto Rock, con Corte Sconta
Music Band (Opening Act) a seguire
Fabbrica dell’Assoluto.
Biblioteca Niguarda Alle 17, il poeta Maurizio Cucchi presenta il
suo libro Il ritmo di Milano - Un indigeno a
Via Passerini 5
zonzo per la città.
l DOMENICA 13 MARZO
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada 4
Alle 21, Non sparate sulla mamma, di Carlo
Terron, con Stefania Pepe e Roberta Petrozzi,
scene e regia Marco Rampoldi.
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
Alle 15, Cineclub family, Le 5 leggende
(Peter Ramsay); alle 17, Omaggio a
Koreeda, Little Sister (anche il 28/3); alle
19.30, Conosci te stesso, Sadhu-Il cercatore
della verità (Gaël Métroz).
l SABATO 19 MARZO
Centro Culturale
della Cooperativa
Via Hermada 14
Alle 16, presentazione del libro “Il mondo di
Gio, Cris & Ricky”, con l’autore Giovanni
Beduschi, interventi di Giovanni Poletti e
Clara Amodeo.
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
Alle 17, Omaggio a Koreeda, I Wish (anche
24/3).
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21, Concerto, con Coro Polifonico Acqua
Potabile a favore Ass. Vidas.
l DOMENICA 20 MARZO
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
Alle 15. Cineclub family, Justin e i cavalieri
valorosi (Manuel Sicilia); alle 17, Omaggio a
Koreeda, Father and Son (anche 25/3 e 26/3);
alle 19.15, Conosci te stesso, Il respiro degli
dei (Jan Schmidt-Garre).
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 15.30, Pomeriggio danzante (milonga,
balli di gruppo ecc.).
l SABATO 26 MARZO
Centro Culturale
della Cooperativa
Via Hermada 14
l LUNEDÌ 14 MARZO
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada 4
Alle 21, Ccà nisciuno è fisso, di Alessandra
Faiella, con Francesca Puglisi, regia di
Alessandra Faiella. Fino al 20/3.
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21.10, Corso di danze popolari, con
Cristina Duci.Tutti i lunedì.
l MARTEDÌ 15 MARZO
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
Alle 15, Cineclub family, Epic il mondo segreto (Chris Wedge); alle 17, Flauto magico
(Emanuele Luzzati e Giulio Gianini); alle 19,
Conosci te stesso, Yoga, l’arte di vivere
(Solveig Klaßen).
l LUNEDÌ 28 MARZO
Alle 20.30, Dream Theater, Momentous 2016
European Tour. Anche il 17 e il 18/3.
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
l VENERDÌ 18 MARZO
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
Centro Culturale
della Cooperativa
Via Hermada 14
l DOMENICA 27 MARZO
Alle 15, Omaggio a Koreeda, Still Walking
(anche il 24/2); alle 17.15, Nobody Knows (anche il 23/3).
l GIOVEDÌ 17 MARZO
Teatro Arcimboldi
V. dell’Innovazione 2
Alle 21, Arte e musica a Villa Clerici,
Lettura guidata di un’opera d’arte seguita da “Le tre sonate”, di Mozart, Schubert
e Prokofiev, con Alessandra Pavoni Belli,
violinista dell’Accademia Teatro alla
Scala, Eliana Grasso, pianoforte. Presso
Villa Clerici, via Terruggia 8/14.
Alle 15, Omaggio a Koreeda, Maborosi (anche 25/3); alle 17, Air Doll (anche il 25/3); alle
19.30, After life (anche il 26/3).
Alle 21, presentazione del libro “Partita doppia”, con l’autore Maurilio Riva, interventi
musicali e letture di Elena Galli.
Alle 15, Cineclub family, Naccio e Pomm
(Fusako Yusaki): alle 17, Trilogia Rossiniana
(Emanuele Luzzati e Giulio Gianini).
l MERCOLEDÌ 30 MARZO
Teatro Arcimboldi
V. dell’Innovazione 2
Alle 20, Danza, con Shen Yun 2016.
Biblioteca Niguarda Alle 18, presentazione del libro di Bruno
Pellegrino “Una Milano che non ti aspetti”.
Via Passerini, 5
Film da Oscar (e da Orso)
• Il caso Spotlight (
) Regia: Thomas McCarthy. Cast:
Stanley Tucci, Rachel McAdams, Liev Schreiber, Michael Keaton, Mark
Ruffalo, Paul Guilfoyle, Jamey Sheridan. Genere: biografico, drammatico, Nazione: Usa, 2015. Oscar per il miglior film e migliore sceneggiatura. È la storia del team di giornalisti investigativi del Boston
Globe soprannominato Spotlight, che nel 2002 ha sconvolto la città con
le sue rivelazioni sulla copertura sistematica da parte della Chiesa
Cattolica degli abusi sessuali commessi su minori da oltre 70 sacerdoti
locali, in un’inchiesta premiata col Premio Pulitzer.
• Anomalisa (
) Regia: Duke Johnson. Cast: David Thewlis, Jennifer Jason Leigh, Tom Noonan. Genere: commedia. Nazione Usa, 2015.
Michael Stone, marito, padre e apprezzato autore del libro “Come posso aiutarvi ad aiutarli?”, è un uomo paralizzato dall’ordinarietà della sua vita. In
occasione di un viaggio d’affari a Cincinnati dove deve tenere una conferenza, pernotta al Fregoli Hotel. Lì scopre una possibile via di uscita dalla sua
disperazione nei panni di una rappresentante di una ditta di dolci di Akron
di nome Lisa, una donna senza grandi pretese che potrebbe essere o meno
il grande amore della sua vita.
• The Danish Girl (
) Regia: Tom Hooper. Cast: Ben Whishaw,
Alicia Vikander Oscar per la migliore attrice non protagonista,
Matthias Schoenaerts, Sebastian Koch, Amber Heard, Eddie Redmayne,
Emerald Fennell, Jeanne Abraham. Genere: biografico, drammatico.
Nazione: Usa, Regno Unito, 2015. Copenhagen, primi anni ‘20. L’artista danese Gerda Wegener dipinge un ritratto del marito Einar vestito da donna.
Il dipinto raggiunge grande popolarità ed Einar inizia a mantenere un'apparenza femminile, mutando il suo nome in Lili Elbe. Spinto da ideali femministi e supportato dalla moglie, Elbe tenta di effettuare il primo intervento per il cambio di sesso da uomo a donna.
• Perfetti sconosciuti (
) Regia: Paolo Genovese. Cast: Marco
Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia
Smutniak, Anna Foglietta, Alba Rohrwacher. Genere: commedia.
Nazione: Italia, 2016. Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell'archivio nella nostra memoria, oggi nelle nostre sim. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?
• The Revenant (
) Regia: Alejandro Gonzalez Iñárritu, Cast:
Domhnall Gleeson, Paul Anderson, Leonardo DiCaprio (Oscar come migliore attore), Tom Hardy, Will Poulter, Lukas Haas, Brendan Fletcher,
Kristoffer Joner. Genere: drammatico. Nazione: Usa, 2016. In una spedizione nelle terre vergini americane, l’esploratore Hugh Glass viene attaccato
da un orso e dato per morto dagli altri cacciatori. Nella sua lotta per la sopravvivenza, Glass sopporta inimmaginabili sofferenze tra cui anche il tradimento del suo compagno John Fitzgerald. Mosso da una profonda determinazione e dall'amore per la sua famiglia, Glass dovrà superare un duro
inverno nel tentativo di sopravvivere e di trovare la sua redenzione.
• Fuocoammare (
) Regia: Gianfranco Rosi. Cast: Samuele
Pucillo, Mattias Cucina, Samuele Caruana, Pietro Bartolo, Giuseppe
Fragapane. Genere: documentario drammatico. Nazione: Italia, Francia,
2016. Orso d’Oro di Berlino. Seguendo il suo metodo di totale immersione, Rosi si è trasferito per più di un anno a Lampedusa raccontando i diversi destini di chi sull’isola ci abita da sempre e chi ci arriva per andare altrove. Ne è nato un documentario che racconta la storia di Samuele che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e
andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno
a lui parla del mare, di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di vita. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte
partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.
mediocre
discreto
bello
imperdibile
(
Processo Pirelli: il 21 marzo la sentenza
Mostra in ricordo di Fausto e Jaio
Michele Michelino
Riccardo Degregorio
hiuso il dibattimento, si avvia a conclusioC
ne il processo che vede imputati 9 manager
(per il decimo, Guido Veronesi, che ha presentato una certificazione medica per “deficit cognitivo” è stata disposta una perizia dal tribunale,
e la sua posizione è stata stralciata).
I manager, accusati di omicidio plurimo colposo per la morte di 24 lavoratori degli stabilimenti milanesi della Pirelli di Viale Sarca, via
Ripamonti e via Caviglia, saranno giudicati il
primo giorno di primavera dal giudice Anna
Maria Gatto, presidente della V Sezione
Penale del Tribunale di Milano nel processo di
primo grado.
Nella mattinata, dopo le brevi repliche del Pm
Maurizio Ascione (che ha chiesto per 7 degli imputati pene dai 4 anni e sei mesi fino ai 9 anni)
e dei legali delle parti civili: Comitato per la
Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel
Territorio, Medicina Democratica, Associazione
Italiana Esposti Amianto e Camera del Lavoro
di Milano, la sentenza tanto attesa da tutti.
• Morti per amianto alla Breda Termomeccanica/Ansaldo: a febbraio tre udienze Nell’udienza del 17 febbraio nel processo
contro i 10 dirigenti della Breda Termomeccanica/Ansaldo di Milano, imputati della morte
per amianto di 12 lavoratori, davanti al giudice Simone Luerti e al Pm Nicola Balice sono
stati sentiti i 3 testi di cui riportiamo in sintesi le deposizioni.
Primo teste, sig. V. (classe 1944), operaio e successivamente addetto alla sicurezza e poi passato dal 1982 alla direzione del personale.
Rispondendo alle domande dell’avv. Laura
Mara il teste ha confermato la presenza di teli
e materassi in amianto nelle lavorazioni dei
pezzi a caldo, per mantenere la temperatura, in
un ambiente polveroso in cui gli operai si pulivano con la canna dell’aria compressa per andare in mensa, senza cambiarsi la tuta. Inoltre
dalla sua deposizione è emerso che, fra un turno e l’altro, non si pulivano i reparti e i lavoratori del turno successivo continuavano a lavorare in reparti sporchi, dove le pulizie avvenivano senza bagnare. Il teste ha riferito che gli
operai non usavano guanti e tute d’amianto.
Alla domanda della difesa sulla conoscenza del
rischio amianto ha dichiarato: ”In quegli anni
nessuno parlava del pericolo dell’amianto”.
Secondo teste, dott. C. (classe 1934), medico del
lavoro dell’infermeria interna di fabbrica della
Breda Fucine e Termomeccanica e coordinatore
dei medici dell’infermeria. Dopo aver illustrato
su richiesta del Pm le sue mansioni e le competenze avute dall’azienda racconta delle ispezioni fatte in alcuni reparti minimizzando i rischi
derivanti dall’amianto, parlando di lana di roccia e tessuto di lana di vetro sostitutiva dell’amianto dal 1985/86 e che non c’era pericolo.
Rispondendo alle domande del PM e dell’avvo-
cato Mara delle parti civili, ha riconosciuto che
nelle lavorazioni a caldo si usavano guanti in
amianto alluminizzzato che si usuravano e si
rompevano.
Terzo teste, signor B. (classe 1955), in Breda dal
1974 fino al 2003 con mansioni di saldatore
(dal 1982 rappresentante sindacale). Ha dichiarato che già nel 1970 iniziava a porsi il problema amianto e che nel processo lavorativo si
usavano manufatti contenenti amianto, quali
coperte, cuscini, guanti e tute ignifughe che ha
usato anche lui almeno fino al 1985/90. inoltre
ha ricordato che su 119 volontari sottoposti a
visita in quel periodo 13 risultarono malati per
amianto e che durante la lavorazione l’amianto
si sfaldava e si usava l’aria compressa per pulirsi. Alla domanda se aveva contatti e si era occupato anche della Breda Fucine ha risposto
che si sapeva della presenza d’amianto soprattutto nel reparto aste leggere.
Nelle udienze del 25/26 febbraio sono stati sentiti altri 10 lavoratori come testimoni del Pm.
Interrogati sulle condizioni di lavoro, d’igiene e
sicurezza nella fabbrica, ognuno di loro, in base
ai suoi ricordi e alle diverse posizioni di lavoro,
ha dichiarato di non essere mai stati informati
dall’azienda del rischio amianto, parlando di
massiccia presenza della sostanza cancerogena, di largo uso di materiali d’amianto come teli, cuscini, coperte e protezioni individuali sempre in amianto (guanti e altro) per proteggersi
dal calore. In particolare i saldatori, e quelli
delle lavorazioni a caldo, dei trattamenti termici, del nucleare, ma anche di altri reparti hanno dichiarato di avere usato amianto fino al
1986, altri lavoratori hanno dichiarato di averlo usato fino al ‘1996.
Dalle testimonianze è emerso che il tessuto d’amianto si usurava e creava polvere che gli stessi lavoratori raccoglievano con la scopa e che le
pulizie del reparto avvenivano a secco, denunciando come l’ambiente di lavoro fosse molto
polveroso e che le mascherine di carta che in alcuni casi venivano fornite si impregnavano e
non facevano più respirare. Fra i testi del Pm
sentiti nei due giorni, alcuni hanno dichiarato
di essersi ammalati a causa dell’amianto di
placche pleuriche e altri tumori.
Il processo, dopo uno stallo di quasi due anni,
sta procedendo con diverse udienze al mese e
continuerà con la sfilata dei testimoni nei
giorni 10-16-24 di marzo.
“Saremo presenti come sempre a tutte le
udienze con una nostra delegazione per affermare anche visivamente al tribunale la nostra
voglia di giustizia”, hanno dichiarato a “Zona
Nove” i familiari delle vittime dell’amianto e i
loro ex compagni di lavoro, all’ultima udienza,
organizzati nel Comitato per la Difesa della
Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio e
parte civile nel processo.
18 marzo è il giorno in cui sono stati assassinati,
IJaio,lquasi
40 anni fa, Fausto Tinelli e Lorenzo, detto
Iannucci. Due ragazzi di 18 anni che vivevano
nella zona di Lambrate Casoretto e, come tanti, frequentavano il centro sociale Leoncavallo ed erano
impegnati socialmente nel quartiere.
Quella sera, era il 1978, all’ora di cena, camminavano nella penombra lungo via Mancinelli, quando tre persone si fecero loro incontro e otto colpi di
pistola lasciarono Jaio senza vita sull’asfalto mentre
Fausto, agonizzante, morì sull’ambulanza che lo
trasportava in ospedale.
L’assassinio di Fausto e Jaio si verificò in un particolare momento storico e politico, a due giorni dal rapimento di Aldo Moro, segretario della Democrazia
Cristiana. Un episodio all’apparenza incomprensibile ma, in realtà, in linea con la strategia della tensione in atto in quegli anni.
Chi oggi ha più di 50 anni e in quegli anni viveva
nella nostra città si ricorda la grande reazione dei
milanesi. Radio Popolare diede la notizia quasi in diretta. Il tam tam si diffuse in fretta e così fu possibile informare, organizzare e unire migliaia di persone. Al funerale, in piazza San Materno, quattro giorni dopo, c’erano 100 mila persone: studenti, lavoratori, gente comune, mamme. La sofferenza era pari solo alla rabbia che avevano dentro. Una rabbia che,
purtroppo, sarebbe destinata a crescere negli anni.
Lunghe indagini, con tanti depistaggi e occultamenti di prove, portarono all’archiviazione definitiva nel
2000. Testimoni e pentiti indicarono la presenza sul
luogo del delitto di tre personaggi di spicco legati alla destra eversiva e alla Banda della Magliana ma
non si è andati oltre ai soliti “significativi elementi
indiziari”. Nel 2001 Fausto e Jaio sono stati dichiarati vittime del terrorismo.
Fausto frequentava il terzo anno del Liceo Artistico
di via Hajech. Subito dopo l’assassinio a scuola ci fu
un desiderio, da parte di molti, di convogliare la rabbia, la disperazione e lo sconforto in qualcosa di costruttivo. La scuola aprì le sue porte anche la domenica, il giorno successivo al delitto. I professori aiutarono molto i ragazzi; fu costituito un comitato, fu
bloccata l’attività didattica e vennero costituite alcune commissioni che lavorarono soprattutto sulla
controinformazione. Tanti giornali parlarono infatti
in modo distorto di quanto accaduto, dipingendo i
due ragazzi addirittura come coinvolti in loschi traffici di droga.
“Una mostra sui due ragazzi fu realizzata in venti
giorni - spiega Antonella D’Ambrosio, iscritta
all’Anpi Martiri Niguardesi e all’epoca compagna di
classe di Fausto -. Una cosa sorprendente, se pensiamo che i mezzi di allora non erano quelli di oggi. I
pannelli racchiudevano un lavoro di ricerca sui giornali, sui libri, sui quaderni; le foto, le scritte e i segni
grafici rappresentavano lo stile comunicativo di quegli anni. Noi ragazzi, con i nostri professori, volevamo capire perché proprio Fausto, un ragazzo normale, come tanti. È per questo che la mostra si concludeva con un mirino puntato su Fausto e Jaio, ma an-
che su un gruppo di giovani: chiunque di noi avrebbe potuto essere al loro posto quella sera.”
La mostra era composta da 26 pannelli di grande
formato e andava osservata inquadrandola nel contesto socio-politico, pesante e carico di tensione, degli
anni Settanta: affrontava i temi della vita di quartiere, della droga, la questione giovanile e i problemi
dell’informazione. Gli stessi ragazzi del liceo hanno
poi realizzato lo storico murale in via Mancinelli, davanti al luogo dell’assassinio. Murale che si è poi rovinato col tempo ed è stato rifatto sempre da alcuni
di loro, con un disegno nuovo, più moderno e attuale, nel 2007. “Ricordo - continua Antonella - che l’inaugurazione della nostra mostra avvenne il 25
aprile, nello spazio espositivo del Liceo. Questa data
rese l’evento ancora più significativo coinvolgendo
l’intera città”.
Negli anni Ottanta e Novanta, anche a causa dei
cambiamenti sociali e politici, la mostra fu dimenticata. Ma non andò persa. “Dopo averla recuperata,
fu mia mamma a conservarla per tanti anni - ricorda Antonella - e insieme la consegnammo ai professori del Liceo Artistico nel 2005 quando si volle rilanciare la memoria di Fausto e Jaio con varie iniziative.” Ricorda bene questo episodio e il successivo restauro, commosso, il professor Maurizio Giuntini,
autore tra l’altro del monumento ai partigiani al
campo sportivo Giuriati, nel libro “Fausto e Jaio 30
anni dopo”, bella raccolta di testimonianze e pensieri pubblicato nel 2008.
La mostra fu così restaurata e ora rappresenta un
documento significativo di quegli anni, oltre che un
ricordo perenne di Fausto e Jaio. Un documento che,
insieme ad altri contributi, ha accompagnato negli
anni la richiesta di verità e giustizia, insieme all’impegno costante dell’ ”Associazione delle mamme antifasciste”, sempre in prima fila nelle battaglie per la
giustizia, e dell’ “Associazione familiari e amici di
Fausto e Jaio”, che hanno impedito - tenendo viva la
memoria - che si chiudesse questa pagina drammatica di storia italiana. Negli anni tanti hanno ricordato Fausto e Jaio, sono usciti libri, video, raccolte di
lettere, sono state intraprese tante iniziative, il più
delle volte coordinate dall’Associazione, animata soprattutto da Maria Iannucci, sorella di Jaio. Attivi
nell’Associazione sono ancora alcuni professori e
compagni di classe del liceo dove studiava Fausto.
La mostra è stata così esposta in biblioteche e scuole di Milano, nei giardini di piazza Durante, dedicati nel 2012 a Fausto e Jaio, al Teatro Puccini, nel
2013, durante la programmazione dello spettacolo
“Viva l’Italia” (di Roberto Scarpetti con la regia di
Cesar Brie) a loro dedicato.
Ora sarà al Teatro della Cooperativa di via
Hermada, in collaborazione con l’Anpi di Niguarda.
L’inaugurazione il 17 marzo alle 19.30, prima della
serata organizzata da Emergency con la proiezione
del film documentario “Open heart”. Per illustrarne
il significato e la storia saranno presenti alcuni autori della mostra e rappresentanti dell’Associazione
Familiari e Amici di Fausto e Jaio.
Suzzani-Giolli: la soluzione ai disastri lasciati dall’Aler tarda a venire
e il Comune rischia di rimanere con il cerino in mano
Anna Aglaia Bani
itorniamo sull’argomento già trattato il mese scorso a pagina 6.
R
Alcuni residenti ci hanno contattato chiedendo un incontro e proponendoci un sopralluogo per farci vedere, usando una loro frase, “i
disastri lasciati dall’Aler che adesso rischiano di scaricarsi in toto sui
condomini e sul Comune di Milano che ha ereditato queste aree”.
Ma andiamo con ordine. La vicenda è nota: Aler e Comune firmano l’atto di passaggio di proprietà di svariate aree, presenti all’interno di quartieri Aler ed ex Aler in molte zone di
Milano, compresa la nostra. Da quel momento inizia la telenovela perché Aler aveva gestito male la manutenzione delle
aree; anzi, a voler dire le cose come stanno, per 30 anni si è disinteressato della questione.
Passano gli anni e il Comune, che nel frattempo si era reso conto
che le aree acquisite erano, come direbbero a Roma, “delle vere e
proprie sole”, non prende in carico le nuove proprietà perché la loro messa in sicurezza e manutenzione rappresentano un costo
elevatissimo per le esangui casse di Palazzo Marino. E allora i residenti di Suzzani-Giolli in molti casi si fanno carico di spese di
ordinaria manutenzione che non competerebbero loro ma al
Comune e nel frattempo il degrado aumenta fino alla situazione
insostenibile di oggi: assenza di illuminazione pubblica, vialetti
da sistemare, recinzioni palesemente deteriorate e barriere architettoniche da rimuovere.
Di chi è la colpa? Si potrebbe affermare che è del Comune in
quanto proprietario delle aree. In realtà questo disastro è figlio
del precedente proprietario, Aler, che ha lasciato andare a scatafascio la situazione, ha trasformato in uno spezzatino il quartiere,
rendendo complessa la gestione del verde, dei vialetti interni e
dell’impianto di illuminazione
Ora finalmente il Comune, con una buona dose di coraggio, ha
preso in carico questa “enorme zavorra” e sta iniziando a investire le risorse necessarie, ma la strada è lunga e tortuosa.
Cercheremo il prossimo mese, anche alla luce della delibera approvata dal CdZ 9 qualche mese fa, di farci dire dal Comune a che
punto siamo. I residenti non reggono più questa situazione e ce lo
hanno fatto capire perfettamente durante l’incontro.
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L’Isola meravigliosa del Clown Festival 2016
l 10 febbraio arriva al nostro giornale una mail inequivocabile,
Icittà:
un vero e proprio colpo di bengala nel grigiore invernale della
“Carissimi genitori, allievi e ragazzi, oggi siamo partiti alla
grande! Tra poco al Circo Pic si comincia con gli spettacoli, ma la
nostra super-energia dovremo tirarla fuori domani in Piazza
Duomo alle 12 in punto! Ci saranno giornalisti e fotografi, il Pic
bus, i Pic, gli artisti del festival e i musicisti. Non dovete assolutamente mancare, perché dovremo dire a gran voce tutti insieme
che la Vita è Meravigliosa! Venite numerosissimi!”
È il segnale. In concomitanza con il Carnevale Ambrosiano è tornato, dal 10 al 13 febbraio, il Milano Clown Festival, XXI edizione, manifestazione internazionale dedicata al Clown e al nuovo
Teatro di strada e ideata da Maurizio Accattato. Una kermesse di
spettacoli a rotazione, con oltre 140 eventi, tutti ad ingresso gratuito, di teatro, proiezioni speciali, musica, incontri dedicati alla
formazione e alle scuole.
Tra i protagonisti: Klavy Trio, trio tutto al femminile proveniente da
San Pietroburgo; i danesi Dansk Rakkerpak, teatro di strada dalla
componente meltingpot e politicamente scorretta: il duo Les Forsini,
clown mimi tra i più amati in Francia; gli spagnoli Lapso Company, con
uno spettacolo in cui il mondo dell’occulto riflette una società consumata dalle bugie e dalla manipolazione; gli eccentrici Mysterieuses
Coiffures, capaci in sette minuti di realizzare una vera e propria opera
d’arte sulla testa degli spettatori; la polacca Pina Polar, che con la prorompente energia fa dei suoi spettacoli una vera e propria seduta terapeutica di gruppo. Tra gli italiani: Silvia Martini con uno spettacolo di
verticalismo acrobatico e comico; la Compagnia Circo in Valigia alle
prese con acrobazie aeree, abilità musicali, pupazzi di gommapiuma e
giocolerie emotive; Jean le Magò, mago non esattamente francesissimo,
ma piuttosto un millantatore - sebbene vero mago - con un certo accento della bassa bresciana; Selena Bortolotto con il suo poetico affresco ge-
stuale che ci accompagna in un mondo di pura fantasia; Noi
Productions con lo spettacolo ‘La Strada’... In tutto oltre 60 artisti appartenenti a compagnie di “nuovo circo” provenienti da tutto il mondo.
Grande novità di quest’anno il coinvolgimento de “I Clown del Faro”,
giocolieri, in maggior parte spagnoli e sudamericani, che si esibiscono
ai semafori in città (i “faro”, per l’appunto).
Come da diversi anni, il multicolore corteo del Festival, con il suo mitico bianco Pic Bus scoperto, ha preso l’avvio mercoledì dalla Casa della
Carità di Don Colmegna, ha attraversato via Padova ed è arrivato
nell’Ospedale dei bambini Buzzi a portare gioia e sorrisi ai suoi piccoli
pazienti. Il giorno dopo il Festival è ripartito da Piazza Duomo dove tutti i suoi artisti hanno rallegrato il Carnevale Ambrosiano.per poi concentrare il fuoco delle sue batterie clownesche sul quartiere che ne costituisce il cuore. È infatti all’Isola che si trovano la Scuola di Arti
Circensi e Teatrali, i due circhi del Festival (il Circo Pic rosso di Gioia
Pirelli e il Circo Bussa sul cavalcavia Bussa). È qui che spettacoli, concerti, esibizioni si sono avvicendati come in un caleidoscopio in ogni dove. Teatri, sale, antichi sagrati, teatrini intimi, pub, giardini condivisi e
naturalmente strade e piazze.
In gioco (è il caso di dirlo!) sei compagnie ufficiali, una ventina di
altre compagnie in concorso o in partecipazione, diversi eventi
speciali. Tre complessi musicali. Da me seguiti con un autentico
e immediato effetto ringiovanente.
Con diversi sistemi di votazione, erano in palio quest’anno tre premi: il Premio della Giuria, vinto dai danesi Dansk Rakkerpak, che
saranno quindi ospiti come Compagnia Ufficiale al Milano Clown
Festival 2017, il Premio del Pubblico è andato alla compagnia italiana Circo in Valigia, i più votati mentre il Premio Giuria dei
Bambini è andato al francese Mysterieuses Coiffures, l’artista più
amato dai bambini presenti al festival 2016. Spettacolo quest’ultimo trovato spassosissimo anche da me. (Primo Carpi)
Accadde, accadrà all’Isola
• Primarie del centrosinista Sabato 6
febbraio si è votato in un seggio ubicato
all’Isola (presso il circolo Pd di via Confaloneri) ma utilizzabile da tutta la Zona 9. 770
i votanti: netta affermazione di Beppe Sala
con il 48,2% delle preferenze. Seconda Francesca Balzani con il 32,
6%. A Francesco Majorino il rimanente 18,7%. Domenica 7 invece
ogni elettore doveva recarsi al seggio di sua attinenza. Ai residenti
all’Isola sono stati destinati 4 seggi ai quali, complessivamente, si
sono recati 1207 votanti. Le posizioni qui si modificano. È Francesca Balzani a portarsi a casa il 40 % delle preferenze. A seguire Beppe Sala con il 34,6% e Francesco Majorino con il 20,9%. Ininfluente
la quota preferenze di Iannetta. (0,8%).
• Emilio e gli Ambrogio al Metissage venerdì 11 marzo alle
21.30. Con il Canta Milano Emilio e gli Ambrogio, tra pezzi storici del
cantautorato milanese e monologhi, faranno fare allo spettatore un
tour in una Milano densa di fascino e poesia.Sul palco rivivranno eroi
oggi fuori moda come Amatore Sciesa, personaggi storici milanesi ormai quasi dimenticati come Don Eugenio Bussa. E si narrerà del grande progetto di un porto di mare a Milano, della tradizione dei bianchi
spruzzati dell’Isola…la parte recitata porterà lo spettatore a meglio
comprendere l’atmosfera in cui quei grandi pezzi sono nati. Non mancheranno spunti comici ed ironici, ma il tutto sarà altresì intriso di
profonda e toccante poesia, riuscirà a parlare di una Milano che non
esiste più senza mai divenire nostalgico.
a cura di Luigi Luce
E stasera dove andiamo?
Al Teatro della Cooperativa ci aspetta un menù ricco di spettacoli per tutti i gusti.
Valeria Casarotti-Teresa Garofalo
a programmazione di marzo si apre con uno
L
spettacolo di argomento quanto mai attuale:
l’emigrazione dall’Africa e dall’Asia Minore verso l’Europa. Prodotto da Giovanni Maria Bellu,
Renato Sarti e Bebo Storti, “La nave fantasma”,
Premio Gassman 2005 per il miglior testo italiano, racconta il naufragio avvenuto al largo delle
coste siciliane la notte di Natale del 1996. Morirono 283 migranti,
un numero impressionante di persone, ma una goccia rispetto alle migliaia che, fuggendo da miseria e guerre, da allora continuano a perdere la vita nei nostri mari. Lo spettacolo, basato su una
rigorosa cronaca degli eventi, interpretato da Bebo Storti e da
Renato Sarti che ne ha curato la regia, è stato messo in scena al
Teatro Filodrammatici dal 1 al 6 marzo.
È ormai diventata consuetudine lo scambio di rappresentazioni tra il Teatro della Cooperativa e altre realtà teatrali milanesi, così dal 1 al 3 aprile avremo la possibilità di ospitare nella
nostra sala “Iliade. Due voci per un canto”, una produzione
Teatro Filodrammatici che narra la guerra di Troia vista dagli
eroi che la combattono e dalle loro spose che ai bordi del cam-
po di battaglia colgono l’assurdità della guerra.
Da segnalare poi due prime nazionali. La prima,
in scena dal 14 al 20 marzo è “Ccà nisciuno è fisso”, di Alessandra Faiella: uno spettacolo tra il
comico e il malinconico sull’incertezza e la precarietà che segnano il nostro tempo e la nostra vita. La seconda, produzione e regia di Renato
Sarti, fa parte della rassegna “Grande Guerra”. Si tratta di
“Hermada. Strada Privata” in scena dall’8 al 17 aprile, uno squarcio sulla prima guerra mondiale quando i monti Hermada e San
Michele, posti uno di fronte all’altro, diventarono teatro di scontri
tra l’esercito austriaco e quello italiano.
Dedicato alle donne e in particolare alle mamme dal 7 al 13
marzo “Non sparate sulla mamma” , uno spettacolo sulle debolezze delle signore perbene della Milano anni’60 in difesa dei
prediletti figli maschi assediati dalle ragazze. E per finire il 17
marzo un film candidato al Premio Oscar 2013 appartenente
alla rassegna Emergency, un documentario sul Centro di
Cardiochirurgia di Emergency in Sudan, unico ospedale altamente specializzato e gratuito in tutta l’Africa.
Al Teatro della Cooperativa torna Emergency
l 17 marzo 2016, alle 20,45, torna Emergency al Teatro delIcumentario,
la Cooperativa, di via Hermada 8, e torna con un breve dointitolato “Open Heart”, candidato al premio
Khartoum, aperto nel 2007, che rappresenta l'unica struttura
che offre cure cardiochirurgiche di elevata qualità e gratuite in
tutto il continente.
Oscar 2013 nella categoria “Documentary Short”, che narra la
storia di otto bambini ruandesi che lasciano le loro famiglie
per andare in Sudan e sottoporsi a un delicato intervento al
cuore al Centro Salam di cardiochirurgia di Emergency a
Per informazioni sugli eventi e sulla possibilità di diventare volontario contattare il Coordinamento di Zona 9: [email protected] o
[email protected].
Al Mic un nuovo modo di divertirsi con i film
al 12 febbraio presso il Mic D
Museo Interattivo del Cinema un
nuovo allestimento dell’Archivio
Storico dei Film, “La caccia ai tesori
del cinema”, percorso multimediale
con elementi di realtà aumentata dove le più recenti tecnologie e l’archivio storico del MIC si incontrano per offrire un’esperienza unica ed emozionante. Le segrete della
Cineteca si popolano di grandi capolavori della storia del cinema.
Dai primi filmati dei Lumiére, fino al premio Oscar “La grande
Bellezza”, è il momento di andare a caccia di tesori del cinema: il
pubblico dovrà riconoscere i 50 titoli che si nascondono fra le oltre
25000 pellicole conservate 15 metri sotto terra. Sarà sufficiente indossare gli smartglass Moverio per rivivere alcune scene dei più
grandi capolavori del cinema: da “Indiana Jones” a “Titanic”, passando per da “ET” e molti altri. La caccia ai tesori del cinema è effettuabile venerdì, sabato e domenica alle 15.30 e alle 17.30 su prenotazione obbligatoria al numero 0287242114.
• Una rassegna sullo yoga Dal 13 al 27 marzo “Conosci te stesso”, un viaggio nella storia dello yoga e della meditazione attraver-
so i film, tra cui lo straordinario documentario Sadhu-Il cercatore della
verità, che racconta di Suraj Baba
un Sadhu (uomo santo hindù) che
viva di yoga e di meditazione, rinunciando ai beni terrestri.
• Omaggio al giapponese Koreeda Dal 13 al 28 marzo
“Omaggio a Hirokazu Koreeda”, rassegna che offre una panoramica su un autore contemporaneo giapponese che è riuscito ad
affermarsi all’interno del panorama cinematografico internazionale grazie ai profondi temi affrontati nelle sue pellicole: i legami interpersonali, la famiglia, la memoria, l’infanzia e l’elaborazione del lutto.
• Il cinema italiano visto da Milano Dal 5 al 12 marzo si è
svolto al Mic e all’Oberdan la 14esima edizione del festival “Il cinema italiano visto da Milano” comprendente, fra le altre cose, 5
lungometraggi, tutte opere prime in anteprima per Milano; film
omaggio a Ettore Scola e Laura Morante; una live performance
con musiche ispirate a David Bowie; lezioni di cinema presso sei
licei milanesi tenute da registi e attori.
Bunker Breda: un percorso sotterraneo per ricordare
Ecomuseo organizza visite guidate agli ex-Bunker Breda nel
L’
Parco Nord. I visitatori, in gruppi di 40, saranno accompagnati in un percorso immersivo attraverso immagini, narrazioni e testimonianze dirette sulla Seconda Guerra Mondiale e la storia del
Parco. Sarà possibile visitare: Installazione di Bombe ad uncinetto (opere di Laura Morelli / Associazione DI+), proiezione video
sulla Seconda Guerra Mondiale, allestimento fotografico permanente “La linea del tempo” su Breda e Nord Milano in tempo di guerra
Calendario delle aperture: 12 e 13 marzo e 9 e 10 aprile.
La visita è a pagamento, al prezzo di 5 euro a persona. Le attività sono rivolte ai soci di Ecomuseo. La tessera è annuale e ha
il costo di 1 euro.
A Villa Clerici “Al museo con papà” e “Caccia alle uova”
ue iniziative per i bambini presso Villa Clerici, alla GalleD
ria d’Arte Sacra dei Contemporanei.
• Sabato 19 marzo, alle ore 15, “Al museo con papà”: in occasione della tradizionale Festa del Papà un percorso per famiglie con attività ludico-creativa, alla scoperta di un Papà molto speciale! Si tratta di un laboratorio didattico per bambini a
partire dai 4 anni. Prenotazione obbligatoria.
• Domenica 20 marzo, alle ore 15, “Caccia alle uova”: in occasione della Pasqua, i bambini e le loro famiglie si sfidano a una
divertente caccia alle uova! Si tratta di un laboratorio didattico per bambini a partire dai 3 anni.
Per informazioni contattare [email protected] 02 6470066 - int. 2.
Avishai Cohen
al Blue Note
sraeliano, ma ormai newIshaiyorkese
da vent’anni, AviCohen si è presentato al
pubblico del Blue Note il 28
febbraio come unica data italiana del tour mondiale, in
Europa fra febbraio e marzo e
poi negli Usa ad aprile e maggio. Stiamo parlando del trombettista, non del suo omonimo
contrabbassista jazz! Al Blue
Note ha presentato il suo nuovo lavoro “Into the Silence”, già proposto a New York nell’ambito del
Winter Jazz Festival il 15 gennaio scorso, realizzato con il suo Avishai
Cohen Quartet, formato oltre che dal trombettista, da Yonathan
Avishai al piano, Barak Mori al basso e Nasheet Waits alla batteria.
Avishai Cohen e il suo Quartet hanno saputo trasmettere al pubblico
presente suoni ed emozioni che combinano in modo sapiente lirismo ed
originalità interpretativa. Per quattro anni di fila, Avishai Cohen è stato proclamato Rising Star - categoria tromba - secondo il Downbeat
Critics Poll. Nelle note di Avishai Cohen si sente l’influenza del suo modello Miles Davis, reinterpretato in modo creativo. Da tempo ormai occupa un posto di spicco a livello mondiale fra i migliori trombettisti in
circolazione. (testo e foto d Stefano Parisi)
Al Centro Culturale
della Cooperativa
cogliamo l’occasione per segnalare il lancio in rete di
Idellannanzitutto
www.centroculturalecooperativa.org da parte del Centro Culturale
Cooperativa (Via Hermada 14 - 02/66114499). È un sito facile da
consultare, con eventi, foto e video (tutti gli incontri sono disponibili su
YouTube), attività e altro. Per il passato, è stato inserito tutto ciò che è
stato prodotto nel 2015. Per il presente, o meglio il futuro, il sito sarà
aggiornato in tempo reale per raccontarvi tutto ciò che avverrà.
* L’incontro di venerdì 18 marzo prevede la presentazione del libro
“Partita doppia”. L’autore Maurilio Riva lo definisce racconto esistenziale di un “uomo senza qualità”. Remo, il protagonista, eterno secondo,
trascorre la vita in una quotidianità monotona, in un lavoro sempre
uguale e tentativi amorosi vissuti senza convinzione: in realtà non vive la sua vita, ma la subisce. Un Don Chisciotte del Novecento che si
muove negli anni ’70 e ’80, anni,affrontando svariati temi tra cui il terrorismo di cui Remo farà le spese. La presentazione del libro, con l’autore affiancato da Federica Ognibene, sarà arricchita da una vasta galleria di immagini, un accompagnamento musicale di chitarra e voce e
dalle letture di Elena Galli.
* Venerdì 8 aprile incontro con il geologo Valter Maggi del
Dipartimento di Scienze dell’Ambiente dell’Università Bicocca, uno dei
maggiori esperti di ghiacciai in Italia, referente italiano del progetto
EU “European project for ice core in Antarctica”. Un’attività che prevede lunghe permanenze in Antartide o in Groenlandia e che richiede
una grande adattabilità a temperature estremamente basse. La scoperta più importante del suo team è stata la raccolta in Antartide di
campioni che raccontano 800mila anni di storia del nostro clima. Al
Centro Culturale si palerà appunto dei “cambiamenti climatici tra passato e futuro”, cercando una risposta ad alcuni dei quesiti più attuali:
quali sono le capacità di adattamento del nostro Pianeta? Quali sono le
possibili riposte ai cambiamenti in atto? Come il passato ci può aiutare a prevedere il futuro?
A Villa Clerici
Museo in concerto
enerdì 25 marzo avrà inizio la stagione musicale alla Galleria
V
d’Arte Sacra dei Contemporanei a Villa Clerici, con la direzione artistica e organizzativa di Angelo Mantovani - associazione
musicale Il Clavicembalo Verde. Il cartellone, che si snoderà tra
marzo e luglio, comprenderà due concerti di musica classica e un
concerto sinfonico in sala Messina, ai quali si aggiungerà un Gran
Galà Lirico e la rappresentazione di un’opera, Il Barbiere di
Siviglia, nel giardino antistante la Villa.
Come annunciato a febbraio, quest’anno la musica sarà abbinata all’arte. La raccolta museale non sarà solo una cornice, ma diverrà protagonista di ogni appuntamento attraverso la presentazione, prima
del concerto, di un’opera d’arte della collezione, il cui tema troverà risonanza in un brano eseguito nel corso della serata.
Le date dei cinque incontri sono: 25 marzo-21 aprile-21 maggio-11 giugno-1 luglio.
È possibile l’acquisto di un abbonamento per i tre concerti o per l’intera stagione, abbonamento che darà diritto al posto assegnato e numerato. Ovviamente è sempre possibile acquistare il biglietto per
ogni singola serata. Al Centro Culturale della Cooperativa l'incarico
della comunicazione, prenotazioni e relazioni sul territorio. Il programma che illustra il contenuto di ogni singola serata (arte e musica) è a vostra disposizione presso il Centro stesso. Info: 02/66114499
Quello che c’è da sapere sul ristorante La Villetta, viale Zara 87
Primo Carpi
i venivo già più di vent’anni fa, quando volevo fare bella figura
C
con il cliente importante di turno. La Villetta è un simpatico ristorante collocato, appunto, in una villetta tipica di questa parte della città dove, quasi cento anno fa, cooperative di ferrovieri, postelegrafonici, giornalisti realizzavano con queste costruzioni monofamiliari dei veri e propri villaggi.
Già “ai miei tempi” La Villetta faceva parte della ristretta cerchia di
locali conosciuti in tutta la città; nel 2010 il Comune l’ha riconosciuta come Bottega Storica della Città di Milano e questo significa due
cose: che il locale è attivo nella ristorazione da almeno 50 anni e che
ha conservato, in questo caso totalmente, le sue caratteristiche costruttive, decorative e di interesse storico e architettonico.
In effetti vi ritrovo con piacere, anche se ristrutturato, l’interno luminoso per le finestre aperte su tutti i lati e con il soffitto a spioventi che
richiama un grande chalet di montagna. Per i mesi più caldi il locale
dispone di un dehors dove si può mangiare anche all'aperto. La
Villetta, in effetti, è una location ideale per festeggiare ricorrenze, cresime, matrimoni. “Qui vengono tutti! - ci racconta soddisfatto il proprietario, Raffaele - medici, politici, avvocati, artisti … ma anche tantissimi giovani. E tantissime famiglie.”
In generale, pur essendo un locale sfiorato dalla Metro lilla, l’impressione è quella di un’isola tranquilla, lontana dalla frenesia cittadina,
ideale per rilassarsi dopo una giornata pesante. Vi si ritrova ancora,
oggi come una volta, un'atmosfera quasi domestica (molto apprezzati i calici di prosecco offerti dalla casa). Il merito, oltre che all’ambiente, va molto al personale, sempre molto gentile, attento, professionale nel consiglio più opportuno. La conduzione di Raffaele e del figlio
Carlo, senza essere invadente, ti fa sentire a casa, così come i camerieri, assolutamente alla mano. .
Ma parliamo di cibo! Che, semplice e casalingo, è decisamente buono
(oltre al menu ci sono sempre i piatti del giorno opportunamente evidenziati e suggeriti). Autentico ristorante milanese, La Villetta, sulla
scia di una tradizione che lo caratterizza da oltre 50 anni, propone il
meglio della cucina meneghina e basso lombarda (mantovana per l’esattezza) a partire dal suo ricco menù di piatti tradizionali come arrosti, bolliti, risotti, dolci artigianali e dal buon vino lombardo. I salumi sono originali di Viadana. Quello dei primi e della pasta fresca, invece, è il regno di Cesarina, sorella di Raffaele. Una miniera inesauribile di tortelli di autentica zucca mantovana, di gnocchi (premiati),
di squisite le pappardelle ai funghi… Anche il pesce alla griglia o al
sale sono gustosi. Ma sono eccellenti anche i piatti di carne classici; la fiorentina della Villetta ad esempio è morbida e sempre
cotta al punto giusto! Ma la trippa è milanese! E la cassoeula, in
particolari giorni della settimana, viene preparata passo passo
dallo chef Raffaele in persona! Un rito che ha i suoi fedeli da ogni
parte della città, ma non solo! “Il milanese - commenta serio
Raffaele - va trattato con rispetto!”.
Nel passaparola degli amici, alcuni a dire il vero trovano sia il pesce la cosa migliore del locale, consigliandolo per cene o pranzi in
famiglia. Buoni gli antipasti di mare freddi, il polipo o i gamberoni. Molto apprezzato il pesce alla griglia o al sale. Menzione d’onore per le linguine all’astice. Per chiudere, le torte sono fatte in
casa e… il sorbetto alla mela verde è freschissimo. Da sballo le pesche con gli amaretti (in stagione).
E i prezzi? Li ho già “slumati” al momento dell’ordinazione e sono assolutamente in regola. Anzi, ma non diciamolo a voce troppo alta, il
rapporto qualità/prezzo è decisamente “conveniente”.
Aperto sia a pranzo che a cena (chiuso il lunedì a cena e il martedì
tutto il giorno). Per prenotare: 02 6900.7337. Parcheggio non impossibile, specie alla sera. M5: stazione Marche vicinissima.
Auser : tante occasioni per vivere meglio la Terza Età
Un’associazione per diffondere la cultura, sviluppare la socializzazione e la solidarietà,
valorizzare esperienze e creatività degli anziani nella nostra zona.
Valeria Casarotti-Teresa Garofalo
a Sala dell’AuditoL
rium Ca’ Granda,
ben restaurata, giovedì
18 febbraio ha visto un
folto numero di “studenti”
che l’hanno affollata per
seguire un’interessante
lezione sull’arte del racconto tenuta dal professor Tiziano Cornegliani. Si è aperta così la
sessione primaverile dell’Ute, l’Università della Terza Età istituita
nella nostra zona dall’Auser in collaborazione con il CdZ 9.
A salutare i corsisti e a presentare brevemente il programma del
nuovo quadrimestre sono la signora Graziella Anomale, responsabile dell’educazione permanente, settore del più ampio progetto sociale dell’Auser Milano, e la signora Maria Gritti, da due anni presidente dell’Auser Bicocca. In ogni incontro, 2 ore ogni giovedì pomeriggio,
i relatori approfondiscono temi di varia natura , dalla storia alla letteratura, dall’ecologia all'immigrazione e tanti altri argomenti tra i
quali la storia della nostra città.
“In effetti - ci spiega Graziella Anomale - la nostra Ute non si pone come obiettivo la specializzazione su determinate materie ma
vuole dare un’educazione permanente puntando l’attenzione sulle
nuove e complesse problematiche di un mondo, come è quello di oggi, che cambia a velocità supersonica. Altra nostra finalità è portare gli over 60 fuori dalle proprie case e aiutarli a socializzare. Per
questo abbiamo pensato a formare piccoli gruppi di corsisti seguiti da tutor, che le aiutano nell’inserimento, si interessano a loro, le
chiamano a casa quando notano assenze prolungate. Anche le visite guidate alla scoperta della città hanno l’obiettivo di favorire le
relazioni sociali e umane dei nostri corsisti. Siamo presenti in quasi tutte le zone di Milano, soprattutto nelle periferie e il nostro modello di Università è stato molto apprezzato tanto da farci ottenere il bollino blu, un certificato di qualità assegnatoci da un gruppo
di docenti universitari.”
Che anche la nostra Ute sia stata e sia un successo ce lo conferma
Luigi Ghezzi, uno dei responsabili dell’Auser Bicocca, nata 10
anni fa. “Per 8 anni ne sono stato presidente - ci racconta - e da
2 anni lo è la signora Gritti, una persona molto in gamba e collaborativa. Una delle iniziative che con l’Auser Milano e il CdZ abbiamo voluto attivare nel quartiere è stata proprio l’Univer-sità
della Terza Età che ha visto subito grande frequentazione. Più di
120 sono oggi le persone che ogni giovedì affollano il nostro
Auditorium e le ragioni di tale successo sono dovute alla scelta
degli argomenti trattati, sempre di grande attualità e interesse,
all’impegno dei tutor, alla bravura e all’entusiasmo dei docenti,
molti dei quali volontari, così come volontari siamo tutti noi
dell’Auser e, non ultimo, alla possibilità di avere momenti di socializzazione. Il nostro obiettivo è infatti quello di promuovere
cultura e socialità sul territorio”.
Come è formata la vostra associazione e quali altre attività
avete creato?
“Oltre al presidente, abbiamo un direttivo di 12 persone e 220
soci. Per iscriversi all’Auser servono 15 euro l’anno, cifra in cui
è compresa una piccola assicurazione in caso di infortunio. Le
nostre attività sono molteplici e si svolgono in spazi diversi. Dal
Comune di Milano abbiamo avuto in uso gratuito un ampio salone di 200 mq in via Empoli 9/11. Qui organizziamo corsi di
ginnastica dolce per adulti, di yoga, di tai chi, di tango argentino e balli di gruppo. C'è poi il locale di viale Suzzani 273, la
Sala Bina in memoria di Giuseppe Bina, dove si tengono corsi
di computer e di inglese, mostre, proiezioni di film e opere liriche e squisite ‘cene culturali’ a cura del bravissimo cuoco, il signor Russo. Per il 2016 si aggiungeranno lezioni sull’alimentazione e un corso sull’utilizzo di I-Pad e Smartphone.
L’Auditorium di viale Ca’ Granda, infine, ospita l’Università
della Terza Età, che Gritti, Angiuoni ed io seguiamo più da vicino. Per i corsi chiediamo una cifra minima per coprire i costi
di gestione, mentre l’iscrizione all’Ute è gratuita.”
Per informazioni telefonare allo: 02 6439608 o allo 02.6435630.
Al Cam di via Ciriè
corsi gratuiti di biodanza
Alla Bicocca la Bocciofila
della Gente della Libertà
Roberta Coccoli
Lorenzo Meyer
l Centro Aggregazione Multifunzioni raccontiamo in sintesi la storia della bocciofila Nuova Gdl (Gente
A
ale (Cam) di Via Ciriè 9, il 22 feb- VDella Libertà) dell’Oratorio San Giuseppe, nata grazie al sacrificio
braio sono iniziati i “Per-Corsi di Bio- e alla buona volontà di persone comuni, che hanno portato al compidanza”, promossi dal Consiglio di Zona 9.
La biodanza è un sistema che integra intelligenza, affettività e movimento. Non è
necessario saper ballare, perché lo scopo
è quello di liberare le proprie tensioni e
riscoprire le proprie risorse, sull’onda della musica. Ogni esercizio è accompagnato da musiche specifiche che aiutano l'espressione delle proprie emozioni e la sensibilità nel rapporto con gli altri. Questo sistema sviluppa la capacità di essere sé stessi, di ritrovare
i propri ritmi naturali e di vivere con intensità, liberando potenziali affettivi e la capacità di stimolare le relazioni umane.Il corso si svolge
ogni lunedì mattina dalle 11,15 alle 12,45, per poi continuare in altri 3
cicli. È gratuito e proseguirà fino al 23 maggio ed è tenuto da due simpatiche e giovani sorelle, Katia e Aurora Cesarano, che riescono a mettere a loro agio i partecipanti con cortesia e dolcezza.
Info: Aurora Cesarano - Centro Diurno Pangea - 02.6470169.
mento un sogno di aggregazione sociale nella zona 9.
Partiamo dal lontano 1964 dove ci furono i primi passi per la nascita di
questo luogo di ritrovo, successivamente negli anni ’80 si è raggiunta la
filiazione al Coni-Fib. In questi anni si sono affrontati grandi sacrifici e
grazie all’impegno finanziario degli stessi soci si è potuto costruire un
complesso semi-coperto con una piccola struttura adiacente dove ci si
può incontrare e passare il tempo libero in compagnia. Oggi si sviluppano numerose attività grazie alla grande collaborazione di Don
Luciano e si può parlare di un ambiente familiare dotato di tutti i
comfort. Si contano oltre 150 soci che hanno la possibilità di trascorrere ore spensierate in gruppo, poiché nella nostra zona non esiste un altro “centro sociale” soprattutto per le persone anziane.
In questo ultimo periodo sono state organizzate gare del gioco delle bocce ufficiali Fib e gare sociali con la collaborazione di altre bocciofile limitrofe, gare di carte (scopa e scala 40) che hanno reso l’ambiente sempre più vivo. Inoltre è doveroso ringraziare il Consiglio di zona 9 che è
sempre vicino anche con aiuti finanziari.
In visita al giardino di via Toce-Boltraffio
ono in zona nel bel giardino comunaS
le dedicato all’artista Bruno Munari
in via Toce-Boltraffio. È un momento
tranquillo in cui pochi bimbi vengono a
giocare. Ammiro il grande murale che ricorda anche il personaggio creato da
Jacovitti (Cocco Bill) e rimango incantata dai vari disegni ed il grande sole che
riscalda tutto. In un cestino dei rifiuti
trovo questa scritta: “Dobbiamo essere il
cambiamento che vogliamo nel mondo
(Gandhi)”. (Beatrice Corà)
Art Action: una mostra in omaggio agli asini
Valeria Casarotti-Teresa Garofalo
sini, figli di un dio minore. Mostra omaggio al più umile
“A
dei gregari”. Questo il titolo stravagante della mostra che
Gero Urso, artista e presidente dell'associazione Art Action, oltre che animalista convinto, dedica dal 12 marzo al 7 aprile al
parente povero del più aristocratico cavallo. Un’occasione per rivalutare un animale dalle mille virtù misconosciute. “Sei un asino!”, “Sei cocciuto come un asino”, "Raglio d'asino non va in cielo, “Fare come l'asino di Buridano” sono solo alcuni dei numerosi e offensivi epiteti rivolti a un animale da sempre paziente
compagno di lavoro dell'uomo. Furono i Romani a chiamarlo asinus, termine derivante dalla contrazione di tre parole "animal
sine sensu", animale senza sentimento, anche se però apprezzavano la bontà e le virtù cosmetiche del suo latte. Si narra ad
esempio che Poppea, moglie di Nerone, avesse a disposizione
500 asine per i suoi bagni nel latte. Per i Greci l'asino simboleggiava virilità e fecondità e nel medioevo era apprezzato per il
trasporto e per il lavoro che svolgeva nei campi.
Spesso l’asino è stato usato come metafora per indicare il brutto
rivestimento che ricopre qualcosa di prezioso che attende di essere portato alla luce. Nella favola “Pelle d'asino”, ad esempio,
Charles Perrault narra di una principessa che fugge dal castello
del re suo padre nascondendo le meravigliose sembianze sotto
una pelle d'asino nera e bisunta e nelle “Metamorfosi” o “Asino
d’oro” di Apuleio il protagonista, trasformato in asino, potrà ritrovare se stesso superando molte e difficili imprese. Una metafora
appropriata per il nostro asinello dalle fattezze plebee ma dotato
di straordinarie doti di umiltà, forza e pazienza.
E sono proprio queste virtù che in una delle sue tele esposta in
mostra il pittore Giovanni Licitra riesce con il suo pennello a
sottolineare. Un asinello bianco dall’aspetto dolce e rassegnato,
affaticato dai pesanti carichi e dal padrone che, seduto in groppa fuma la pipa, con passo lento avanza sul ciglio di una stradina della piana siciliana fiancheggiata da un campo su cui spiccano ulivi e fichi d’india. L'atmosfera del dipinto è di grande serenità, si respira una quiete profonda che pervade natura ed esseri viventi. Di taglio espressionista, un quadro di Gero Urso pone invece in primo piano la testa di un asino i cui occhi sembrano guardare i visitatori in modo inquisitorio. Un'immagine inquietante sottolineata da colori intensi e cupi dello sfondo in cui
il cielo nero si accosta con un contrasto netto a un brillante
arancione che richiama lingue di lava e al grigio scuro con riflessi metallici del corpo dell'asinello. Con il suo sguardo e il muso
bianco che si protende orgoglioso l’asino vuole forse rivendicare
il diritto al riconoscimento della sua dignità?
Molto si potrebbe ancora raccontare dell'asino, finalmente oggi rivalutato, che ha una storia millenaria ma vi rimandiamo alla mostra di Art Action che attraverso dipinti ma anche stampe e cartoline d’epoca potrà farci riflettere su questo prezioso amico dell’uomo, rimasto tale nel tempo, incurante del fatto che l’uomo lo
abbia preso a simbolo del non sapere.
Le belle poesie
della “nostra” Ortensia
Roberta Coccoli
l Centro Culturale della Cooperativa, sabato 27 febbraio si è teA
nuto un incontro dedicato alla poesia di Ortensia Bugliaro, da anni collaboratrice del nostro giornale. L’evento è stato organizzato e
presentato dalla pittrice Stefania Favaro, con la collaborazione di altre due poetesse di Zona 9, Antonietta Gattuso e Sandra Saita.
Già insegnante alla scuola elementare Cesari, ideatrice del Progetto
Urban con Maria Volpari, ha cominciato a scrivere poesie all’età di 15
anni, come ha raccontato anche suo fratello, intervenuto all’incontro.
Le poesie di Ortensia, sapientemente declamate anche dalle altre
poetesse, fanno parte di un libretto intitolato “I giorni della vita” e abbraccia un periodo di tempo che va dal 1964 al 2015 che Stefania ha
diviso in tre parti: la prima parte va dal 1964 al 1999 e parla dell’autrice come donna, madre, figlia, con poesie che descrivono sensazioni
che sono affreschi della sua interiorità. E questo lo vediamo in poesie
come “Sulla sabbia”, “Al cuore”, “Arido e triste”, “Meditazione”, “2 novembre”, in cui i fiori ingialliti sono la cornice della commemorazione, o ancora in poesie più struggenti e dolci come “L’amore”, o come
“Insieme”, dove le lettere t e c creano un gioco musicale, o ancora come “Sogno”, che evidenzia la forza di superare le difficoltà della vita.
Tante sono le strofe regalate alla madre come appunto “Per la mamma”, oppure “Sei tu”, o ancora “Alla mamma”, quest’ultima una delle
più cariche di significato e umanità, come un colloquio amoroso fra
madre e figlia, sottolineato anche dalla frase finale “io sono come tu
eri, tu sei come io diventerò”.
La seconda parte di poesie va dal 2000 al 2005: qui la poetica di
Ortensia abbraccia sopratutto un ambito più sociale, meno interiore e più attuale, legando le strofe a momenti della vita che
danno un pizzico di nostalgia, come “L’estate che non c'è”, o
“Figli”, o “Vecchiaia”, fino a quella che forse è la più lieta delle
poesie dell’autrice, “Notte”, che vede il susseguirsi delle ore in
attesa del chiarore del giorno, che illumina il vuoto, e che è forse anche una metafora della vita in cui i momenti bui si superano nella speranza del giorno che verrà.
La terza e ultima parte è relativa agli ultimi lavori di Ortensia.
Sono poesie dal 2010 al 2015, che esprimono la sua sensibilità vicina agli ultimi fatti di attualità. Quindi nascono “Lo sconosciuto” e
“Lo straniero”, legate alla questione dei migranti, o “Giorno di
Natale”, dove l'autrice ricorda i fatti di Parigi, o altre strofe semplici e musicali dedicate a un’amica, al tempo e al cuore.
Niguarda internazionale
Roberta Coccoli
ivere a Niguarda per scelta. Succede anche
V
questo nella Milano dei nostri giorni. Ci è
capitato di fermarci allo “Spazio Culturale MY
G”, via da Filicaia 4, e di conoscere diverse
mamme e signore straniere: Mary, Liat, Eloise,
Rachel, che si incontrano e si confrontano davanti a una tazza di tè, o partecipano a qualche
laboratorio di taglio e cucito, di cucina, o di “vision board”… Parliamo con una di loro, Tracey
Waters, che arriva dalla Gran Bretagna (vedi foto a sinistra).
Che cosa ti ha portato a vivere a Milano, Tracey?
Sono arrivata nel febbraio del ‘94, collaborando come marketing manager, con Mtv il canale tv che a quel tempo trasmetteva solo video musicali. Dal ‘98 ho lavorato nella moda e ancora nella musica, organizzando eventi, diventando direttore della comunicazione in una multinazionale.Nel 2015 ho lasciato questa mansione e ora mi sto dedicando a insegnare inglese agli adulti e a scrivere libri per bambini. Il lavoro mi ha
portato a Milano e l’amore e la famiglia mi hanno trattenuta qui.
Abitavo in Zona Ticinese, ma un giorno ho avuto l’occasione di visitare
Niguarda e ho deciso che questo era il posto dove volevo vivere.
Che cosa ti è piaciuto in particolare di Niguarda?
Mi è piaciuta la vicinanza al Parco Nord, che è un vero “polmone verde”, e poi la comodità di poter arrivare in poco tempo in centro con i
mezzi pubblici, o la praticità di tante attività e negozi specifici nella zona, ma anche servizi e scuole, come per esempio la scuola “Cesari”, interessante e un po’ alternativa. Quello che più mi piace comunque è la
vicinanza con la natura, poter aprire le finestre di casa e vedere tanto
verde, abitando vicino al parco. E poi Niguarda ha l’aria di una piccola
città, ha mantenuto la sua caratteristica di paese: qui un po' tutti si conoscono, e questo mi piace.
Quali progetti hai per il tuo futuro qui?
Sto per pubblicare un libro per bambini in inglese basato su una favola inventata da mio figlio, quando era piccolo, e che parla delle avventure di un bottone di legno di nome “Scru”, che alla fine riesce a
trovarsi una nuova casa, e insegna che nel proprio viaggio bisogna
avere anche il coraggio di cambiare. E molte volte vengo qui al “MY
G” a scrivere, perché qui incontro tanti amici e genitori che mi ispirano, e alcuni di loro sono inglesi, olandesi,… bè, qui c’è anche un
clima un po’ internazionale!
Ti auguriamo tanta buona fortuna, signora Tracey!
a cura di Antonietta Gattuso
Cento anni di Passerini, cento anni di storia niguardese
ercoledì 17 febbraio nel cielo di Niguarda si sono alzati in
M
volo 100 palloncini partiti dal cortile della Scuola Vittorio
Locchi di via Passerini! A lanciarli erano gli alunni, gli insegnanti e i genitori che davano così inizio ai festeggiamenti dei
cent’anni di questa scuola.
La Passerini, dall’anno della sua fondazione, ha rappresentato per il
quartiere (all’epoca paese) il suo centro culturale ed educativo; tutti i
niguardesi sono passati per queste aule e oggi a festeggiarla ci sono
nonni, genitori e nipoti. É sempre stata anche una scuola votata all’apertura accogliendo gli sfollati durante la guerra e le altre scuole
vicine, quando la loro struttura ha avuto bisogno di ristrutturazione,
come oggi che sta ospitando alcune classi della scuola secondaria di I
grado Gino Cassinis. Oggi si contraddistingue anche per la multiculturalità dei suoi alunni.
Gli alunni, gli insegnanti e i genitori, ma anche gli ex, stanno organizzando un anno di festeggiamenti. Per tutto l’anno saranno
organizzati concerti, mostre e tante iniziative per piccoli e grandi,
atte a migliorare la scuola in ogni aspetto sia esteriore che interiore, ma soprattutto a stare insieme con gioia e festeggiare. È in
corso il Concorso Letterario/Fotografico dedicato all’evento, rivolto sia ai bambini che agli adulti, alunni o ex alunni, insegnanti o
ex insegnanti, genitori o ex genitori della scuola che possono partecipare entro il 30 aprile 2016 attraverso racconti, poesie e fotografie (per informazioni scrivete a [email protected]). Si
sta inoltre organizzando una marcia per le strade di Niguarda
che terminerà nel cortile della Passerini (i dettagli di ogni inizia-
tiva verranno pubblicizzati a tutta la cittadinanza). É iniziata inoltre la raccolta di documenti scolastici (pagelle, fotografie, registri)
che insieme ad alcuni racconti di chi la scuola l’ha vissuta, andranno a comporre un’antologia che verrà poi pubblicata. Per informazioni e per inviare documenti storici vi preghiamo di scrivere a [email protected]; si può contribuire anche recapitando i documenti direttamente a scuola in busta chiusa dal lunedì al ve-
Franceschi: la memoria di Srebrenica
rebrenica: questa volta il conto sale a 8.000 vit“S
time, ma non sono i numeri a far paura. A far
paura è la facilità con cui l'uomo riesce ad uccidere
un suo simile, senza evidenti motivi. A far paura è
quel termine pieno di sangue e orrore, un termine sinistro come 'pulizia etnica'. Una pulizia che però
sporca il nome di una nazione e distrugge intere famiglie”. Queste sono le parole di Matteo, stampate
nere in fondo al documento che ci viene consegnato
all'ingresso della scuola Franceschi, di Via Cagliero
20, in occasione dello spettacolo-evento del 25 febbraio, portato in scena dai ragazzi delle classi seconde a tempo prolungato.
L’evento è anche l’occasione dell'inaugurazione di
una bellissima mostra fotografica, “Srebrenica
1995-2015 - Ricomposta Memoria”, realizzata da
Luca Valsecchi e curata da Ico Gasparri, che prende spunto da un viaggio a Sarajevo che l'autore ha
effettuato nell’estate scorsa, con la moglie Lucia,
insegnante della scuola, a 20 anni dal genocidio in
cui migliaia di musulmani bosniaci furono uccisi
l'11 luglio 1995 da parte delle truppe serbo-bosniache, nella zona protetta di Srebrenica che si
trovava sotto la tutela dell’Onu. Le foto, in bianco
e nero, esprimono momenti toccanti, che i ragazzi
delle classi seconde hanno analizzato, proponendo una rilettura e realizzando 10 gigantografie
dove hanno evidenziato, attraverso il colore o una
didascalia, un volto, un gesto, un’espressione che
li ha colpiti particolarmente o per cogliere un seme di speranza.
Lo spettacolo, dal titolo “Senza Sponda”, tratto dal
libro omonimo di Marco Aime, rappresenta un’incredibile testimonianza di quello che accade a
Lampedusa con gli sbarchi dei profughi e ha dato
ai ragazzi, e al pubblico, l’occasione per analizzare cosa significhi “essere nati dalla parte sbagliata del mondo”, per riflettere sull’assoluta casualità di essere meritevoli di essere nati al di qua o
al di là del mare. L’evento ha aperto in questo modo la “Settimana Scolastica della Cooperazione
Internazionale” secondo un progetto promosso
dal Centro Orientamento Educativo e finanziato
dal Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, con il patrocinio del Miur.
La mostra rimarrà aperta fino al 23 marzo.
Pertini: con il rugby tanta salute
sostenuto dal Comitato Genitori delIsanalal progetto
Scuola Sandro Pertini di Via T. Mann, “Mente
in corpo sano... e viceversa”, presentato in riferimento al bando del Comune di Milano
“Cultura e sport per tutti”, si è piazzato al terzo
posto su 66 partecipanti. “Il progetto nasce da
un’idea del nostro Comitato. Uscito il bando di nostro interesse, ci siamo mossi alla ricerca di partner interessati a sostenere la nostra idea e lo abbiamo trovato nel Cus (Centro Universitario
Sportivo) Milano Rugby che ha sostenuto la nostra idea presentando questo progetto. Inoltre il
Cpm (Centro Professione Musica) Music Institute
di Franco Mussida ci sosterrà in questa avventura con un percorso musicale mirato a scoprire i talenti dei ragazzi. Due importanti realtà della
Zona 9, quindi, che daranno solidità e sbocchi futuri a questa iniziativa. Il finanziamento ottenuto
permetterà di avviare nei prossimi due anni progetti curricolari ed extracurricolari di rugby, tea-
tro e musica, economicamente accessibili a
tutti, nonché incontri con gli specialisti della
ADomicilio Onlus per approfondire tematiche
attuali e delicate come il bullismo (incontro
con uno psicologo specializzato in questo ambito) e l’alimentazione (incontro con un medico nutrizionista).
Ringraziamo la Dirigenza Scolastica e il
Consiglio d’Istituto che hanno avallato l’iniziativa e... partiamo con una festa! Il Cus Milano
Rugby invita tutte le famiglie della scuola e del
quartiere a partecipare alla giornata “Bimbi in
meta”, sabato 19 marzo, dalle 10 alle 12, presso
il campo sportivo Pro Patria, Viale Sarca 205.
Sarà una piacevole occasione per conoscersi, avvicinarsi a questo bellissimo sport, approfondire
i progetti che potremo avviare grazie a questo ottimo piazzamento al bando comunale e festeggiare la vittoria tutti insieme”. (Comitato
Genitori Scuola Sandro Pertini)
Gemellaggio Cremona/”Zona Nove”
con 13 aspiranti giornalisti
ette giorni di duro lavoro: carta, penna e tanto su
S
cui scrivere. Siamo tredici ragazzi del Liceo
Scientifico Cremona frequentanti la classe terza che,
dall’1 al 9 febbraio alla Redazione di “Zona Nove” per
il progetto Alternanza Scuola-Lavoro, abbiamo svolto uno stage di 56 ore totali, riguardante un corso sul
giornalismo tenuto da Luigi Allori, direttore del giornale “Zona Nove” e nostro referente, insieme ad
Antonietta Gattuso, collaboratrice anch’essa del
giornale. In questi sette giorni, oltre al corso teorico
per illustrarci il mestiere del giornalista, ci siamo dedicati alla stesura di vari articoli, per i quali sono serviti i suggerimenti del direttore, che ci ha seguito per
tutto il tirocinio, al fine di sintetizzare, raccontare gli
avvenimenti in modo obiettivo e sviluppare interviste rivolte a personaggi niguardesi di spicco. Si sono
tenuti incontri con Angelo Longhi, presidente
dell’Anpi di Niguarda; Flaviano Sandonà, responsabile della pubblicità del giornale; Giovanni Poletti,
presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove”;
Maria Piera Bremmi, responsabile del Centro
Culturale e Clara Amodeo, giovane giornalista e collaboratrice di “Zona Nove”. Inoltre sono stati redatti
articoli su due iniziative rivolte alle scuole primarie
e secondarie di primo grado, della zona e organizzate da Luigi Allori e Antonietta Gattuso: rispettivamente “Cinema a scuola” e “Poesiàmoci in Zona 9”.
Gli incontri con i relatori si sono tenuti a volte presso la sede della Redazione in via Val Maira 4, altre
volte ci ha gentilmente accolto il Centro Culturale di
via Hermada 14. Quest’esperienza è stata positiva
per tutti, indipendentemente dall’interesse o meno
per il giornalismo. Aver conosciuto gente impegnata
quotidianamente, in modo volontario e per pura passione, in ciò che crede, è stato stimolante e costruttivo. Vogliamo così far pervenire i nostri ringraziamenti alla Redazione di “Zona Nove” per il lavoro
svolto e per il tempo prezioso a noi dedicato.
(Alessandro, Alessia, Amedeo, Emiliano,
Federica, Giovanni, Lauren, Riccardo, Sara,
Silvia, Simona, Sofia e Stefano del Liceo
Scientifico Cremona).
nerdì, dalle 8.30 alle 12.30, chiedendo al personale all’ingresso.
Il 28 maggio si concluderà questo anno di festeggiamenti per i
cent'anni della Passerini; in occasione della festa verrà allestita
una mostra di documenti relativi alla scuola che potrà essere visitata da tutti coloro che sono curiosi di ritrovarsi e riconoscersi in
questa lunghissima storia.
Per organizzare tutto questo gli insegnanti e gli alunni con i
loro genitori hanno bisogno dell'aiuto di tutti coloro che sentono la Passerini come una parte importante delle loro vite e del
nostro quartiere. Inoltre è possibile sostenere anche economicamente tutte le iniziative con donazioni. Al proposito l’Associazione Genitori sta incontrando i commercianti della zona,
alcuni dei quali hanno già contribuito generosamente. Per
questo progetto, che rimarrà negli occhi e nel cuore di tutti, c’è
bisogno anche del vostro aiuto: collegandosi al sito www.buonacausa.org/ cercate la nostra Buona Causa: “Cento anni
Passerini”, e fate una donazione, ci aiuterà ad avere una scuola migliore! La nostra è una Scuola con tanta storia, ma anche
con uno sguardo rivolto al futuro e questo anno di festeggiamenti vorremmo che fosse non la conclusione, ma il rilancio
della Passe-rini nel suo e nostro quartiere.
Per il momento vi diamo appuntamento sulla pagina facebook Cento Anni Passerini, dove troverete tutti gli aggiornamenti, le foto, i prossimi appuntamenti e le informazioni per
partecipare ai tanti eventi; e al sito www.istitutocomprensivo-locchi.it/sito_scuola_locc_000187.ht.
Bussero: “Adesso so e non dimentico”
nche quest’anno, in occasione della
A
Giornata della Memoria, la scuola Pirelli
di via Bussero in collaborazione con il Centro
Filippo Buonarroti, Anpi Pratocentenaro,
Amnesty International, con il patrocinio del
CdZ 9 e del Comune, ha organizzato una serie di interventi per approfondire le vicende
di quel buio periodo storico, pensando anche
all’attuale situazione mondiale.
Le maestre Carmelita Lofaro e Antonella
Pilotto, impegnate ancora una volta a trasmettere ai bambini i valori umani su cui è
fondamentale riflettere sin da piccoli, mi
hanno raccontato in che cosa sono stati coinvolti i bambini: “Il progetto, in atto da diversi anni, utilizza un programma diversificato
per età che ha come obiettivo lo sviluppo di
una sempre maggiore consapevolezza che la
trasmissione della memoria e la conoscenza
degli eventi storici, sono principi fondamentali per “non dimenticare”. “La memoria”, sostengono le insegnanti coinvolte in questa
iniziativa, “non è chiusa nei libri ma si nutre
di argomenti, riflessioni, letture, immagini,
laboratori, gesti. La storia deve manifestarsi
agli occhi di chi apprende e non si tratta di
una storia passata legata a una ricorrenza,
ma di un metodo che parte dal vicino spaziale per poi declinare il discorso su scale e dimensioni più ampie.
Il progetto infatti prevede approfondimenti
successivi su argomenti quali la Giornata
delle Foibe e il 25 Aprile e include anche considerazioni sul nuovo assetto bellico in atto,
che mina il principio che la storia deve essere un progressivo cammino di evoluzione e civiltà. Finalità centrale di questo progetto è
il diritto al rispetto e alla diversità”. La scuola Pirelli, anche quest’anno, ha partecipato a
un momento significativo al Parco Nord presso il Monumento del Deportato e ha anche invitato dei giovani migranti per rendere testimonianza della loro condizione di esuli. La
memoria in primo luogo. Una memoria che
unisce il presente e il passato, una memoria
che insegna che “se adesso so non dimentico”.
Sei pronto a salvare un bimbo?
osa fare in caso di un’eC
mergenza pediatrica?
Siamo in grado di mettere in
pratica ogni manovra necessaria per gestire al meglio la
situazione e non farci prendere dal panico? Per aiutarci in queste difficili situazioni, il CdZ 9 ha approvato
una mozione dei consiglieri
del Movimento 5 Stelle, Paolo Carraro e Antonio
Laterza, per “creare dei corsi di disostruzione pediatrica e manovre di primo soccorso a titolo gratuito, tramite operatori del settore, da svolgere in primo luogo nelle Unità Educative di zona, considerato che le fasce d’età a rischio sono i bambini da zero a 4 anni e anche nelle scuole primarie.” La mozione specifica che i corsi dovranno essere aperti
anche a tutta la cittadinanza, sopratutto a quelle
persone che si occupano della gestione dei bambini:
genitori, nonni, ma anche
tate e baby-sitter.
D’altra parte già dal 24 marzo 2015 la Regione Lombardia ha approvato una
legge che rende obbligatoria
la conoscenza delle manovre
di disostruzione per gli operatori di tutti i centri, scuole
e asili, che hanno a che fare
quotidianamente con i bambini; prevede inoltre
che tutte le realtà che si occupano di minori possano realizzare percorsi formativi gratuiti sulle tecniche salvavita per il personale docente, non docente
e le famiglie. Ora, con questa nuova mozione del
CdZ 9 si va a fornire, gratuitamente, un supporto
importantissimo non solo agli educatori d’infanzia,
ma anche alle famiglie! Attendiamo ora di sapere
dove verranno realizzati i corsi di primo soccorso
pediatrico. (Roberta Coccoli)
“Per i nostri figli è una rivoluzione
imparare a programmare”
n gruppo di genitori dell’Associazione
U
Genitori “Amici della G.B. Pirelli”, ha organizzato tre eventi, svoltisi in tre giorni, uno a novembre, un altro a febbraio e l’ultimo il 12 marzo, proponendo due ore di programmazione in
un’aula dell’Università Bicocca, il tutto dedicato
ai bambini di terza, quarta e quinta. In un ambiente informale e divertente i bambini hanno
imparato a usare il computer per creare animazioni e semplici videogiochi, utilizzando Scratch:
un software educativo del Massachusetts Institute of Technology. Lo scopo è stato anche quello
di finanziare la tecnologia della scuola poiché i
bambini hanno potuto partecipare gratuitamente a questa iniziativa intitolata CoderGBPirelli,
ma è stato chiesto alle famiglie di contribuire,
con un’offerta libera, alla raccolta fondi dell’As-
sociazione per aumentare la possibilità di acquistare strumenti atti a migliorare le tecnologie
della scuola stessa.
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a cura di Lorenzo Meyer
a cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi
Da Herrera a Mancini, mezzo secolo di coach nerazzurri
Parte quinta: 1990 -1997, Orrico e Bagnoli
tifosi nerazzurri speIdeirano
che lo scudetto
record dell’Inter di
Trapattoni sia il preludio ad un “ciclo” interista. Purtroppo non sarà così anche se il
Trap, prima di tornare
alla Juventus, regalerà
al presidente Pellegrini la Coppa Uefa a 26
anni dall’ultimo successo europeo. Al posto
suo, sull’onda dei successi del calcio a zona
di Arrigo Sacchi, viene
chiamato nel 1991 dalCorrado Orrico
la Lucchese Corrado
Orrico. Pellegrini vuole
raggiungere nuove vittorie con un calcio
moderno che priviGiiverasandria
legi la fase offensiva al dogma trapattoniano “primo non
prendere gol”. Orrico si presenta con gli slogan “più ginnastica e meno soldi” e “l’obiettivo è l’idea non il risultato”. Il
pressing è la sua ossessione e per allenare i giocatori fa costruire una “gabbia” ad Appiano Gentile. I risultati sono
però un disastro e il tecnico di Massa lascia la panchina
dell’Inter alla fine del girone d’andata: “È stata un’esperienza più negativa che positiva, quindi tolgo il disturbo”. Se
Orrico ne esce sconfitto sportivamente non così, a parere nostro, ne esce la sua immagine. In un calcio dove le interviste
ad allenatori e giocatori sono più soporifere di una boccetta
di Lexotan le parole di Orrico prima da allenatore e oggi da
commentatore in qualche trasmissione televisiva non sono
mai state banali. Grande appassionato di filosofia, in una
recente intervista a Dagospia ha citato la “verità velata” di
Heidegger per spiegare che l’allenatore di una squadra deve
essere in grado di comprendere le sfumature e mantenere
una mentalità di medio carattere.
Inoltre ha confessato che ai tempi dell’Inter parlava di arte
con Klinsmann e di finanza con Matthaus anche se Lothar
non gli dava mai retta. Coerente con i suoi principi si è quasi sempre dimesso da allenatore quando non arrivavano i risultati o non si trovava in sintonia con la società. In questo
modo ha spesso rinunciato ai soldi dell’ingaggio, comportamento più unico che raro. Un’integrità morale che oggi purtroppo paga vivendo da solo con una pensione bassa e dopo
aver vissuto gravissime tragedie familiari.
Orrico lascia l’Inter al quinto posto. Gli subentra Luis
Suarez che guiderà i nerazzurri fino a fine stagione chiudendo in ottava posizione. Nella stagione 1992-93 arriva dal Genoa il Mago della Bovisa, Osvaldo Bagnoli.
Il soprannome gli deriva per la semifinale di
Coppa Uefa raggiunta con il Genoa eliminando il
Liverpool dopo aver espugnato Anfield Road e
soprattutto per la conquista dello storico scudetto del Verona nella
stagione 1984-85.
Figlio di operai, Osvaldo Bagnoli, classe
1935, è l’esempio del
milanese serio e pragmatico che ha vissuto
la sua infanzia durante
il periodo di guerra.
Timido, di poche parole, ai complimenti per i
suoi successi spesso arrossiva. Non certo un
uomo di comunicazione
come lo intendiamo ogOsvaldo Bagnoli
gi ma con il suo bellissimo dialetto milanese
riusciva a spiegare molto bene il suo pensiero. Ed è proprio
badando alla sostanza che compie il suo capolavoro a Verona
schierando giocatori considerati mediocri o scartati dalle altre squadre. I difensori Silvano Fontolan e Tricella (ex Inter), il fantasista Di Gennaro (ex Fiorentina) e gli attaccanti Fanna e Galderisi (ex Juventus) diventano protagonisti di
una stagione memorabile. Insieme a loro il portiere Garella
scaricato da Lazio e Sampdoria, Volpati e gli stranieri
Briegel ed Elkjaer. Un vero e proprio miracolo se pensiamo
che in quel momento nel campionato italiano giocavano fenomeni come Maradona, Platini e Rummenigge. Trasferisce
subito questo suo spirito pratico sulla panchina nerazzurra.
Quando arriva non trova più il trio tedesco delle meraviglie
Matthaus, Brehme e Kilinsmann. Al loro posto Sammer, che
resta per pochi mesi, Manicone a centrocampo e in attacco
Pancev, Schillaci e Sosa; tutti giocatori non all’altezza di una
grande squadra. Bagnoli però non si perde d’animo e riesce
portare l’Inter a un grande secondo posto alle spalle del Milan
di Capello che schiera tra gli altri campioni come Baresi,
Maldini, Rijkard e Savicevic. L’annata successiva l’acquisto di
Dennis Bergkamp, annunciato come grande campione, si rivelerà un fallimento. Per Pellegrini però la colpa dei risultati
negativi è di Bagnoli che viene esonerato. Al suo posto per la
fine della stagione arriva dalla Primavera Gianpiero Marini
salvando l’Inter dalla retrocessione all’ultima giornata. In
Coppa Uefa invece trionfa battendo il Salisburgo. Ottavio
Bianchi sarà l’ultimo allenatore della gestione Pellegrini.
Massimo Moratti acquista l’Inter quando in panchina c’è ancora il tecnico che ha vinto il primo scudetto con il Napoli ma
dopo però i primi risultati negativi della stagione 1995-96
viene sostituito da Roy Hodgson. Considerato un allenatore gentiluomo l’inglese detiene però il primato di
aver fatto infuriare Javier Zanetti, sostituito durante la finale di Coppa Uefa 1997 persa contro lo
Schalke 04 ai calci di rigore.
Con i campioni di basket
dell’Olimpia Milano
Oltre 300 tra cestiste e cestisti alla palestra del
“Bertrand Russell” per l’evento organizzato dalla
società Azzurri Niguardese Basket.
mmaginatevi oltre 300 tra cestiste e cestisti, dai 6 ai 17 anni, che gioIplaymaker
cano a “ruba la coda” con Milan Macvan e Mantas Kalnietis, ala e
neovincitori con l’Olimpia Armani Jeans Milano della
Coppa Italia. Tutto ciò si è visto lo scorso 4 febbraio nella palestra del
liceo Bertrand Russell nell’ambito del progetto “Olimpia gioca con te”,
ideato dall’Olimpia Armani Jeans Milano all’interno dell’Armani
Junior Program e giunto alla quinta edizione. Un pomeriggio entusiasmante per i giovani atleti che hanno potuto palleggiare fianco a fianco ai due campioni dell’Olimpia, con il sogno, perché no, di diventare un
giorno bravi come loro. Oltre ai cestisti della società Azzurri
Niguardese Basket, perfetta organizzatrice dell’evento, hanno partecipato gli atleti dell’Osal Novate, Sportlandia Bresso, San Pio X Milano,
San Luigi Bruzzano Milano, Sanga Milano e Polis Senago.
Inaugurata la piscina Iseo
Giorgio Meliesi
opo tredici mesi di lavori, è stata riaperta la piscina del centro
D
sportivo Iseo di Affori. “Restituiamo uno spazio importante per la
zona - ha dichiarato l’assessore allo Sport Chiara Bisconti - rinnova-
a cura di Franco Bertoli
Alla Bicocca boom di costruzioni, mentre a Segnano…
inalmente! Dopo anni di discussioni, proF
getti contestati, rinvii, sembra che alla
Bicocca ci si avvii alla conclusione dei lavori
di sistemazione nel rispetto del progetto. In
via Pirelli ang. Stella Bianca sono partiti i lavori per la costruzione della famosa Casa dello Studente con annessi edifici residenziali e
commerciali (foto 1), sono molto avanti i lavori di ristrutturazione del fabbricato di due
piani adiacente alla torre piezometrica (serbatoio idraulico) di Sarca ang. Chiese, al confine con il costruendo Parco delle Magnolie,
che conterrà una sala congressi da 72 posti e
una sala multifunzionale espositiva (foto 2),
sta per essere completata la demolizione del
vecchio fabbricato di via Chiese che conteneva un trasformatore (foto 4) e, alleluja, in
Piazza Dei Daini (foto 5) l’asilo è quasi ulti-
mato così come il passaggio pedonale che
collegherà Via Pirelli a Viale Sarca tramite il Giardino dell’ Esplanade congiuntamente alla riqualificazione della Piazza
stessa. Peccato che, a pochi metri di distanza, a Segnano, resti sempre abbandonata
la casa, testimone qualche anno fa del ritrovamento di un cadavere, in Via Pianell
angolo Via Ugolini (foto 3).
to e più accogliente. Completiamo così la ricostruzione di un luogo
strappato alla criminalità organizzata dopo aver rimesso a nuovo il
palazzetto, oggi un impianto bellissimo e già molto utilizzato dal
quartiere. Abbiamo anche realizzato un giardino esterno che potrà
essere utilizzato durante la bella stagione per tante attività”.
I lavori hanno portato al completo rifacimento della vasca, a nuovi spogliatoi dedicati al fitness, il rinnovo completo della palestra adiacente e
della tribuna. Sono state eliminate le barriere architettoniche e installato un braccio meccanico per l’accesso in vasca delle persone disabili.
a cura di Franco Massaro
Il gioco delle bocce
1
2
3
iguarda era piena di trattorie e osterie e tutte avevano il gioco delN
le bocce, con campi ben tenuti, lisci come biliardi. Ne cito alcune:
“Osteria del Cecc”, “Dopolavoro Santagostino”, “Curt di Pisett”,
4
5
“Trattoria del Riccardo”, “Circolo Verdi” e la “Trattoria del Sasett”, così
chiamata perché il proprietario, Serafino Pellegrini, gran giocatore, se
sbagliava un tiro dava sempre la colpa ad “un sasett” che avrebbe deviato la boccia. Ora i campi non ci sono più, tutto è cambiato nella vita
di questa parte di città, e non solo, ogni spazio costa troppo! Ma la passione è rimasta e in Zona 9 abbiamo la fortuna di avere i campi al Parco
Nord, campi che non sono mai vuoti, anche nella stagione invernale.
([email protected])
Con la legge sulle Unioni civili, cosa cambia per le coppie omo ed eterosessuali?
Franco Mirabelli (senatore della Repubblica del Pd)
el 1989 la Danimarca fu il
N
primo Paese europeo a riconoscere alle coppie omosessuali
diritti e doveri simili a quelli che
regolano le relazioni matrimoniali. Da allora praticamente
tutti i Paesi europei hanno seguito la stessa strada. Il nostro
era rimasto l’ultimo, se si escludono quelli balcanici e dell'ex
Unione Sovietica, a non dare alcun riconoscimento alle migliaia di coppie omosessuali che
esistono in Italia.
Dal 25 febbraio il Senato ha,
dopo vent’anni di tentativi, una legge che dà riconoscimento giuridico alle coppie omosessuali garantendo loro
gli stessi diritti e doveri previsti per i coniugi, con l'esclusione delle norme che regolano le adozioni e il principio di
fedeltà. Non è un matrimonio a tutti gli effetti perché la
nostra Costituzione prevede che sia riservato esclusivamente a coppie eterosessuali, ma è comunque un passo
avanti importante nella battaglia per i diritti civili: sarà
un ufficiale di Stato civile a sancire, di fronte a due testimoni,
l’unione; da quel momento in poi i partner potranno assumere il cognome l’uno dell’altro. La legge parla esplicitamente di
“vita familiare”; sono garantiti i doveri reciproci di assistenza
e i diritti sociali, alla reversibilità della pensione e all’eredità;
codificando anche la procedura per la separazione e la rottura
dell’Unione. Una volta approvata alla Camera la legge riporterà il nostro Paese nel gruppo dei Paesi europei su un tema
tanto importante come quello dei diritti civili.
Non si è sciolto positivamente il nodo delle adozioni per le
coppie omosessuali. La proposta era di consentire l'adozione del figlio naturale del partner, ma su questa idea si
è sviluppato un dibattito, spesso ideologico, che non ha
consentito di arrivare ad una conclusione. Si sono mischiate cose tra loro diverse ed è venuta meno l’attenzione al principio fondamentali: il diritto dei bambini ad avere garantita la continuità affettiva. Il Pd è impegnato ad
approvare al più presto una legge sulle adozioni che risolva anche questo tema, oltre a intervenire sulle tante cose
che non vanno sulle questioni dell’adozione in generale: la
difficoltà delle procedure per l’adozione, l’impossibilità
per le coppie di fatto anche eterosessuali di poter adottare e le garanzie per i bambini. La legge si occupa anche
delle tantissime coppie che convivono e condividono una
relazione affettiva. Si prevede, infatti, il contratto di convivenza, che regola i rapporti patrimoniali, i reciproci impegni di assistenza e consente il riconoscimento di una relazione in essere, che può essere interrotta senza particolari procedure ma che consente per esempio di poter assistere il partner in ospedale.
In tanti in queste settimane ci si è chiesti se ne valesse la pena, se questo Paese non avesse altri problemi da affrontare.
La mia risposta è che è vero che c'è molto da fare e molto
stiamo facendo per il lavoro, per i più poveri, per rendere la
pubblica amministrazione più efficiente, per combattere corruzione e malaffare. Ma credo anche che un Paese sia più capace di affrontare le difficoltà se sul terreno dei diritti si evita di lasciare cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Con questa legge cambierà in meglio la vita di tante persone, che potranno vivere più serenamente la loro scelta
di coppia, non avranno più l'angoscia di non poter visitare in ospedale il proprio partner, o di cosa possa succedere di ciò che si è costruito insieme nel momento in cui uno
dei due venga a mancare o, più semplicemente, potranno
veder riconosciuta dallo Stato la loro esistenza come coppia, la loro scelta di vita e i diritti legati a tutto ciò.
Piccola riflessione sulle Unioni civili
Matteo Mauri (deputato del Pd)
a poco al Senato è stata
D
approvata la legge sulle
Unioni civili. È stata al centro
dell'attenzione mediatica per
molto tempo, sia per le polemiche politiche che l'hanno accompagnata che per il merito delle
cose che trattava. Ma soprattutto è stata oggetto di discussione
a tutti i livelli, dal Parlamento
alle conversazioni in famiglia,
sul posto di lavoro, tra amici.
È sempre positivo quando il dibattito politico coincide con
quello dentro la società. È la dimostrazione che le Istituzioni
non sono un’altra cosa dalla vita reale. E in questo caso è ancora più vero. L’Italia aveva accumulato un ritardo inaccettabile sul riconoscimento formale delle coppie omosessuali,
una realtà molto consolidata che aveva bisogno di essere
normata. La legge, dopo il passaggio alla Camera, definirà
diritti e doveri ed è un grandissimo passo avanti sui diritti
civili per tutta l'Italia, non solo per le coppie omosessuali.
È una legge di cui essere orgogliosi. Perciò dovrei essere
qui a festeggiare.E invece festeggio meno di quanto avrei
voluto. Avrei preferito che non fosse solo una legge sulle
Unioni civili, ma sulle Unioni civili e sulla Step Child.
Non è così. Non ci siamo riusciti. Ci abbiamo provato fino
in fondo - e vi assicuro che è proprio così - ma non ci siamo riusciti. E questo mi dispiace molto. So bene che quello era un tema controverso nell'opinione pubblica e che
non trovava tutti d’accordo anche dentro il Pd. Ma io ero
uno di quelli convinti che fosse la cosa giusta da fare.
Adesso non ha molto senso stare a ricostruire tutto quello che è successo e che non l'ha reso possibile. I mille complicatissimi tecnicismi, le contrapposizioni strumentali,
gli insulti in aula, le frasi insultanti per l’intelligenza,
qualche sottovalutazione, l’ostruzionismo durato mesi, gli
sms mandati e negati, i voltafaccia. Se ne è parlato tanto,
sapete tutto e ognuno di voi si è fatto un'idea precisa. Però
non riesco a non dire che - nel vero momento decisivo - se
il M5S non avesse preso la solita strada dell'ipertattici-
smo anti-Pd oggi avremmo la legge così come l’avevamo
pensata. So che non è un giudizio politico, ma non mi è
proprio andata giù.
Qualcuno dice che non avremmo dovuto mirare così in alto e non avremmo dovuto includere la Step Child fin dall'inizio, anche per evitare l’effetto della vittoria dimezzata. Me l'hanno detto persone che stimo molto, di cui mi fido e con cui condivido tantissime cose. Però io non la penso così. Al contrario, mi sono convinto che se non l’avessimo fatto, il punto di arrivo finale sulle Unioni civili sarebbe stato più arretrato. Perchè la conflittualità che si è scaricata sulla Step Child si sarebbe indirizzata sulla norma
sulle Unioni. E soprattutto perché l’ipocrisia è tanta, e alcuni di quelli che si sono opposti alle adozioni non erano
d'accordo nemmeno sul resto.
Quando la legge arriverà alla Camera ovviamente non si
potrà modificare. Altrimenti la giostra ricomincerebbe da
capo e a quel punto rischieremmo di farla impantanare in
modo irrecuperabile. Ma dal giorno dopo l’Italia sarà un posto un po’ migliore e un po' più giusto. E questo non è per
niente poco!
Due possibili alternative alla protesi totale
Nunzio M. Tagliavia
uando le valutazioni cliniche e radiologiche lo indicano,
Q
l'implantologia fornisce due possibili soluzioni alternative
per ovviare all'edentulìa totale, cioè a quelle situazioni cliniche
dove sono completamente assenti i denti. La prima consta nell'inserire un numero di viti d'impianto il più alto possibile, sulle quali posizionare corone (o capsule) unite tra loro, detti ponti. Questa soluzione presenta lo svantaggio di essere costosa
per il consistente numero di corone-ponti da posizionare. La seconda possibilità è molto meno costosa ed è denominata
“Toronto bridge”. Questa prevede l'utilizzo di una particolare
protesi in resina rinforzata con lega medicale, ridotta nelle dimensioni, e ancorata mediamente a quattro viti implantologi-
che. Il risultato è che per la parte superiore della bocca si può
evitare il fastidio del palato, tipico delle protesi totali tradizionali, che in molti casi altera il gusto degli alimenti mentre, per
la parte inferiore, la protesi, avendo un saldo ancoraggio sulle
viti, rimane stabile senza dover utilizzare la pasta adesiva. Se
invece il numero di viti implantologiche di ancoraggio non possono essere più di due esiste un'ulteriore soluzione e cioè quella di una protesi mobile che si blocca a dei sistemi definiti “locator” (essi ricordano, tanto per rendere più chiara l'idea, agli
“automatici” di sartoria). Anche con questo sistema si può ridurre l'ampiezza del palato per le protesi superiori che spesso
dà fastidio, e evitare l'utilizzo della pasta adesiva in quella in-
feriore. Queste soluzioni presentano una notevole resa estetica
e di masticazione, e sono anche indicati ai pazienti non necessariamente avanti negli anni, che si trovano nella condizione di
avere una situazione orale talmente compromessa da rendere
irrecuperabili tutti i denti e, allo stesso tempo, richiedono soluzioni funzionalmente valide e a costi contenuti.
Dottor Nunzio M. Tagliavia, Medico Chirurgo
Odontoiatra, Medicina Estetica del Viso - Via Luigi
Mainoni D’Intignano 17/a, - 20125 Milano - Telefono
026424705, Cellulare 3921899921 [email protected],
www.dentistalowcost.it, www.fillermilano.com.
Segreti naturali per mantenersi giovani ed in salute
Paola Chilò
nti-aging, che letteralmente significa “anti-età”, è una
A
parola ultimamente molto utilizzata, che rimanda immediatamente all’idea di eterna giovinezza. Fin dai tempi più
antichi la giovinezza è un simbolo considerato quasi “divino”, basti ricordare come nella mitologia greca…. “Ebe”, figlia di Zues e di Era,… che portava salute e benessere a tutti gli dei dell’olimpo dispensando nettare ed ambrosia con
una coppa, venne in seguito denominata Juventas nell’antica Roma, poiché identificata con il perenne rifiorire e ringiovanire dello stato. Alla luce di tale leggenda mitologica si
può dedurre che attraverso un buon nutrimento, un buon cibo, una buona alimentazione (e non solo), Ebe, cioè l’eterna
giovinezza, ci riconosca come suoi commensali facendoci dono di salute e benessere. Per compiacere Ebe, le regole principali sono tre: prendersi cura di sé con una regolare attività
fisica; bere e mangiare in modo sano; gestire lo stress.
La pratica dell’esercizio fisico ha un doppio vantaggio: favorisce la circolazione periferica con un miglioramento dell’elasticità e del nutrimento della pelle, rallenta il declino delle
capacità cognitive, previene molti disturbi legati all’invecchiamento; e secondariamente ma non meno importante, au-
menta l’autostima, il tono dell’umore, attenua i livelli di
stress ed ansia. All’origine dell’invecchiamento cellulare vi
sono i famosi radicali liberi che sono i responsabili dei processi ossidativi dannosi per l’organismo. È per questa ragione che la nostra alimentazione deve prevedere una dose relativamente alta di cibi antiossidanti ed abbondante acqua
che garantisca un buon ricambio stimolando l’eliminazione
delle scorie. Facciamo quindi scorta di Vitamina E, Vitamina
C, selenio, bioflavonoidi, acido lipoico, coenzima Q10. Essi si
trovano in: mirtilli, ciliegie, fragole, lamponi, uva, amarene,
prugne e susine, cipolle, cavolo rosso, carote, zucche, verdure
a foglia verde, peperoni e frutta color arancio; anche il tè
verde e il vino rosso sono altamente antiossidanti. La vitamina E è maggiormente disponibile in mandorle, noci e nocciole e anche in spezie essicate come basilico, maggiorana, prezzemolo, rosmarino, salvia, mentre il selenio è un minerale
che si trova principalmente in riso, avena, noci e molluschi.
Una posizione particolare nella lista dei cibi “rinvigorenti” la
possiedono l’aglio e il peperoncino. Il primo ha proprietà antivirali, antibatteriche, stimola il fegato e riduce la pressione
favorendo la prevenzione delle malattie cronico-degenerati-
ve. Il secondo stimola la circolazione e depura i reni, regola
la pressione ed aiuta a mantenere alti i livelli energetici. Vi
sono infine due alghe ormai ampiamente riconosciute come
alimenti ricchissimi di minerali indispensabili per il mantenimento della salute, quali l’alga klamath e l’alga spirulina
per integrare le nostre pietanze.
Per gestire lo stress ed aiutare il nostro sistema psico/fisico
a sostenere periodi di intensa fatica, esistono complessi di
oligoelementi come il manganese/cobalto che assunti regolarmente offrono un valido sostegno a corpo e mente, ricordandoci che siamo un tutt’uno e pertanto …“noi siamo ciò
che in fondo pensiamo di poter essere”… se la giovinezza è
dentro di noi … Ebe sarà lieta di dispensarci nettare ed ambrosia.
Paola Chilò, Naturopata esperta in riequilibrio alimentare con orientamento psicosomatico - Per informazioni o appuntamenti: Tel. 3396055882 - Studio
Naturopatia in Via Terruggia 1, 20162 Milano - e-mail [email protected].
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LE FILE
DI IPPOCRATE
In merito all’articolo “File anche di
5 ore alla Asl. Ma perché?” a firma
di Roberta Coccoli questa amministrazione intende rappresentare alcune precisazioni. Da un’attenta analisi del monitoraggio dei
tempi d’attesa degli sportelli Scelta e Revoca della sede di via Ippocrate è emerso che, nel mese di
gennaio 2016, si sono verificate code superiori alle 4 ore solo nei giorni 7 e 8, in quanto in tali date erano presenti 3 operatori su 5, a causa della normale turnazione delle
ferie per le festività natalizie. Gli
operatori di sportello hanno avuto
la necessità di fermarsi oltre al
proprio orario di servizio per smaltire le code agli sportelli solo nei
giorni 7 e 8 gennaio e risulta dalle
timbrature che tutti abbiano fruito della pausa. Non sono stati effettuati tagli al personale, ma l’organico è attualmente carente di
una sola operatrice che rientrerà a
breve dopo un limitato periodo di
esonero. Inoltre, non corrisponde
al vero che gli uffici di via Livigno
sono stati chiusi, bensì temporaneamente trasferiti in via Ippocrate, mantenendo comunque un
numero adeguato di sportelli per
permettere i lavori di ristrutturazione della sede di via Livigno che
sono quasi terminati.
Il direttore generale
Marco Bosio (febbraio)
IN VIA CIRIÈ NON C’È
POSTO PER I PEDONI
La strada che porta all’asilo nido
di Via Ciriè da via Valfurva è priva di un passaggio pedonale. Genitori e bambini sono costretti a
camminare in mezzo alla strada
dato che entrambi i lati della carreggiata sono occupati dalle auto
in sosta. Attendiamo che qualche
bambino venga investito dalle auto o provvediamo a realizzare un
marciapiede sicuro?
Saverio Malatesta (febbraio)
GRAZIE
AL TULIPANO
Esprimo il mio apprezzamento e il
mio grazie a tutto il personale
dell’Hospice Il Tulipano diretto dal
dr. Causarano, che ha accompagnato la mia mamma con professionalità e sensibilità, garantendo dignità e serenità durante il suo ultimo mese di vita.
Patrizia Papetti (febbraio)
IL BINARIO DEL
TRAM 4 È ROTTO
Segnalo che in via Graziano Imperatore la linea 4 ha una rottura del binario, in direzione Parco
Nord, sulle strisce pedonali (foto
1). Lungo i binari ci sono buche di
dimensioni ragguardevoli, già segnalati più di un mese fa a Atm (e
purtroppo ancora da riparare) forse a causa proprio della rottura
del binario e segnalati nuovamente oggi tramite e-mail e telefonicamente. Credo sia necessario un intervento urgente con un lavoro a
regola d’arte.
Claudio Carbonaro (febbraio)
Ps: subito dopo l’invio del mio
messaggio a voi, una telefonata da
Atm mi garantisce l’uscita dei tecnici per la soluzione del problema.
DOVE METTO
I RIFIUTI?
Vorrei conoscere gli indirizzi delle
piazzuole ecologiche della mia zona (Farini-Stelvio) per eliminare
piccole quantità di rifiuti che non si
possono mettere nei sacchi della
raccolta differenziata. Sono troppo
vecchia e senza mezzi per recarmi
alla discarica municipale.
Teresa Costa (febbraio)
TESTI: ATTRAVERSARE
È PERICOLOSO
• Segnalo che in Fulvio Testi, all’altezza della fermata “Torretta”
del tram 7, i pedoni attraversano
il viale fuori dalle striscie pedonali o non utilizzano il sovrapasso. Capita di trovarsi davanti persone che improvvisamente sbucano dalle siepi per attraversare,
creando situazioni molto pericolose per il traffico nelle corsie
centrali del viale, in particolare
la sera. Invito chi di competenza
ad intervenire per elimitare questa situazione di pericolo.
Bianca Tosato (febbraio)
1
Ferrari, Paolo Beretta, Stefano
Camilli, Flores Dresti (febbraio)
Tanti auguri!
L’11 marzo Leonardo ha
compiuto tre anni. Tantissimi auguri dai nonni
Grazia e Gigi.
• Ho scritto al comando dei vigili
circa l’attraversamento pedonale in
Fulvio Testi all'altezza del civico 89:
“Sono a scrivervi di nuovo dopo la
mia prima mail di novembre a proposito dell’attraversamento pedonale in oggetto. Nel frattempo sono
successi diversi incidenti tra cui
uno con un morto! È capitato anche
al sottoscritto di rischiare la vita
perché un emerito imbecille non si è
fermato al semaforo. Inoltre denuncio lo spegnimento di ben 5 lampioni nel tratto Pianell/Santa Monica”.
Angelo Uboldi (febbraio)
O AUTOMOBILI
O CARROZZINE
In via Ornato dove passano i disabili e le carrozzine con tutte quelle
macchine sul marciapiede (foto 2)?
Lettera firmata (febbraio)
MA IO CON LE BICI
RICOMINCIO DA ME
Dopo sei anni di attività Orco Cicli
ha chiuso, ma io no. La mia bottega
di via Pastrengo 7 all’Isola è aperta
e ci faccio sempre le stesse cose: biciclette in acciaio su misura, restauri e, da qualche anno, anche riparazioni in tempo reale o comunque in
giornata. Perché io vado in bici, voglio bene a chi va in bici e penso che
sia giusto permetterci di farlo sem-
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Lonati Teresa il 13 marzo
compie 105 anni. I coinquilini di via Valfurva 2 le fanno gli auguri più affettuosi.
pre. Salvo alcuni casi particolari, ovviamente, chiunque porta a riparare da me la sua bici può ritirarla in
ordine il giorno stesso. E sono aperto da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19
e il sabato dalle 9 alle 12.30.
Giò Pozzo (febbraio)
ANCORA BARRIERE
PER I DISABILI
“Troppe barriere sono ancora di
ostacolo alla piena fruizione dei diritti di cittadinanza da parte di chi
è disabile.” Lo ha affermato il Presidente Mattarella, in occasione
della Giornata Internazionale delle persone con disabilità: “È compito della società nel suo insieme - ha
proseguito - abbattere questi muri
e far crollare le barriere, fisiche e
culturali, che impediscono una piena partecipazione alla vita della
società”. A Niguarda i portatori di
handicap agli arti inferiori sono
impossibilitati ad utilizzare i bus
Atm, in quanto i marciapiedi delle
banchine in prossimità delle fermate non sono dotati di scivoli, oltre al fatto che in tutto il quartiere
le vetture private sono posteggiate
in modo da obbligare i bus a fermarsi al centro della strada, precludendoli alle persone con disabilità motoria.
Silvana Agnese Corsini, Riccardo
PRIMARIE DEL
CENTROSINISTRA
Prima riga: primarie. Seconda riga:
quattro candidati sindaci. Fuorviante: non si legge “del centrosinistra”... Chi legge viene imboccato a
scegliere uno dei 4. Già in prima pagina, Sala, in seconda pagina, di
nuovo: le primarie per il sindaco di
Milano, sempre senza specificare
che sono primarie del centrosinistra. Non basta Renzi, eletto da nessuno, a maneggiare la stampa.
Massimo Trovato (febbraio)
• Caro lettore, sul numero scorso
delle Primarie per scegliere il candidato sindaco per il centrosinistra (le
uniche tenutesi a Milano) abbiamo
scritto in due pagine diverse. In seconda pagina, in cui davamo informazioni su come, quando e dove votare in zona, escludendo i titoli abbiamo detto esplicitamente che si
trattava di primarie del centrosinistra e così abbiamo fatto a pag. 5, dove intervistavamo i diversi candidati. Siamo in attesta di fare la stessa
intervista a Parisi, Passera, ecc. In
prima pagina (e a pag.15) si parlava di Sala e in altre pagine di
Majorino e Balzani, ma si trattava
di pubblicità a pagamento. Anche a
questo riguardo speriamo che anche
gli altri candidati vogliano fare inserzioni a loro favore. LA
POSTEGGIO
FANTASIA
Che fortuna trovare... un parcheggio in via Terruggia (foto 3).
Antonio Squeo (febbraio)
QUIETE
IN PIAZZA DEI DAINI
Vorrei aggiungere qualche informazione supplementare a quanto già
riferito da Anna A. Boni, nell’articolo “Piazza dei Daini: Il CdZ approva
il progetto di riqualificazione ma...”
(n.239)”. Nel corso del sopralluogo
effettuato il 29 gennaio dal CdZ 9 e
dalla Polizia locale, oltre alla criticità degli accessi carrai dei condomini della piazza in comune con gli accessi carrai e pedonali della scuola
materna, numerosi cittadini resi-
denti nelle abitazioni dell’area
hanno chiesto di non installare
panchine nel giardino in allestimento in piazza dei Daini a cura
della società Lambda Srl. Le dodici (12) panchine previste dal
progetto di riqualificazione nella
piccola piazza sarebbero situate
sotto le finestre delle case degli
abitanti di piazza dei Daini, già
più volte molestati, nonostante le
proteste inviate alla Polizia locale, da fastidiosi schiamazzi notturni, con disturbo alla quiete
pubblica ai danni dei residenti. È
evidente che l’installazione di
panchine proprio sotto le abitazioni dei residenti in piazza dei
Daini 1, 2 e 3, nonché in quelle
prospicienti di Via Pirelli e di
Piazza della Trivulziana aggraverebbero la situazione, facendo
diventare la piccola piazza dei
Daini “un cul de sac” rimbombante, specie dopo la mezzanotte, all’uscita dai bar e le discoteche.
Gianni De Martino (febbraio)
ALBERI PANCHINA
AL PARCO NORD
Ecco una panchina naturale nel
Parco Nord (foto 4). Nell’albero
da dove è stato tagliato il troncopanchina è stato fatto uno scavo,
presumibilmente per inserire un
cartello d’annuncio di qualche tipo. In questo momento è vuoto,
ma ci passo ogni tanto nella speranza di leggere qualche notizia
interessante.
Lettera firmata (febbraio)
PARCHEGGIO GRATIS
IN VIALE SUZZANI
Ho le finestre che guardano sul
parcheggio Esselunga in viale
Suzzani e una mattina mi sono
accorta di pendolari che parcheggiavano e se ne andavano per tornare la sera. Dalle 6,30 alle 8 ho
contato che circa 30/40 auto
(esclusi i dipendenti Esselunga)
utilizzavano tale metodo. Perché
la direzione Esselunga non fa come la consorella di via Cagliero
che ha le sbarre chiuse e solo chi
utilizza il supermercato può entrare e uscire?
Lettera firmata (febbraio)
4
3
tel. e fax. 02/39662281 – e-mail: [email protected]
ONA FRANCA
a cura di Sandra Saita
8 Marzo, la forza delle donne
are lettrici (e cari
C
lettori), che questo
8 Marzo ci tenga sempre unite? Sono certa
che nel tempo avremo
donne ai vertici perché, come ho sempre
detto, ci sono donne che vanno oltre in quanto
dotate di quel sesto senso (umanità e amore)
che le porta sempre in difesa dei più deboli e
non hanno paura di parlarne.
Alle donne uccise, maltrattate, in certi paesi
crocifisse. Alle donne che fanno i conti già alla
prima settimana del mese. A tutte noi che vogliamo un domani migliore, Buon Marzo!
Sarò franca. Questo mese ho pensato che vorrei donare tutta la mimosa alle donne e ai
bambini che tutti i giorni muoiono in mare.
Ecco, vorrei fare tante corone e adagiarle sulle onde in modo che diventino simbolo di amore e di pace e si tramutino, grazie agli uomini
giusti, in tante ancore di salvataggio, di aiuto,
perché se la libertà non è di tutti il diritto alla vita è poca cosa.
Canto di libertà
È un punto d’incontro tra persone civili
dove l’uguaglianza ha buttato le misure
dove la gioia è senza fine
dove l’altro è mio fratello
Libertà è uno spazio di uomini insieme
senza ipocrisie e falsità
Libertà è cantare assieme
a squarciagola libertà libertà
perché siamo liberi
di poter cantare e amare
Libertà, per voi...
in questo mare gelido (libertà)
tra confini di reticolati (libertà)
senza parole (libertà)
senza più voce (libertà)
Senza più lacrime (libertà)
L’8 marzo
con Edith Stein
È nato Boris
Ortensia Bugliaro-Beatrice Corà
er la Giornata della
P
Donna vogliamo ricordare una figura femminile,
la tedesca Edith Stein
(Teresa Benedetta della
Croce, 1891-1942), filosofa,
intellettuale-spirituale e in
seguito religiosa dell’Ordine delle Carmelitane Scalze. Di origine ebraica, prima atea e poi convertita al
cattolicesimo, fu arrestata dai nazisti nei Paesi
Bassi e rinchiusa nel lager di Auschwitz-Birkenau dove morì assieme alla sorella Rosa. Nel
1998, Papa Giovanni Paolo II l’ha proclamata
santa e, l’anno seguente, dichiarata compatrona
d’Europa. Quindi possiamo dire che fu ebrea,
atea, cristiana, martire. Nel film “La settima stanza” di Màrta Mészàros del 1995 si racconta la sua
esistenza sempre alla ricerca di nuove esperienze.
La Stein ha affidato alle future generazioni la via
per superare i conflitti e coltivare la speranza della pace. Confidiamo in questa speranza soprattutto in momenti come quelli che stiamo vivendo in
Europa e nel mondo intero.
arrivato con immensa gioia di tutti alle
È
prime ore del 1° gennaiio 2016. Tanti auguri da mamma Gloria e da papà Fabio, dai
nonni Tina e Fulvio e dalle mitiche prozie, le
sorelle Rodolfa e Marisa di Niguarda.
Stipulato un accordo di collaborazione con l’Associazione A.P.E. Zona Nove
al prossimo mese i Soci della nostra Associazione potranno
D
fruire delle iniziative dell’A.P.E. alle medesime condizioni
dei suoi Soci. Tali iniziative saranno pubblicate tempestivamente dal nostro giornale e riguarderanno: i soggiorni, le gite della
durata di una giornata, gli spettacoli teatrali, le visite guidate,
le visite a gallerie (€ 17,oo).
Ovviamente i Soci della nostra Associazione dovranno presentare
all’A.P.E la tessera di Soci.
Per informazioni rivolgersi a : • Associazione Amici di “Zona Nove”,
tel. 02/ 39662281- zona [email protected] • Associazione A.P.E. Zona Nove,
tel.02/6423480, dal lunedi al venerdi ore 15,30 . 18,30 www.APEASSOCIAZIONE.co - [email protected].
Prossime iniziative
• 27 Marzo GITA di PASQUA: Castello di Canossa (visita guidata) - Pullman a/r - Pranzo in Ristorante - quota €62,oo (assicurazione €5,oo)
• 9 Aprile CONOSCERE MILANO: dall’alto della Galleria
Vittorio Emanuele (una passerella sui tetti di Milano)
• 17 Aprile GITA ad ARQUA’ PETRARCA: al mattino visita
del Borgo che fa parte del Club dei Borghi più belli d’Italia Pullman a/r - Pranzo in ristorante - quota €59,oo assicurazione €5,oo
2 /5 Giugno SOGGIORNO IN CROAZIA
2/16 Luglio SOGGIORNO A PINZOLO (TN)
2/16 Luglio SOGGIORNO LIDO DI CAMAIORE
È possibile aderire anche ai grandi viaggi dell’ A.P.E. diventando suoi Soci.
“Maria Volpari. Una donna formidabile” al Centro
culturale della Cooperativa
“Se il passato non illumina l’avvenire, il pensiero cammina
nelle tenebre”. (Toqueville)
Angelo Longhi ([email protected])
el nostro paese c’è stato un tempo in cui
N
per decine di migliaia di militanti comunisti, socialisti e cattolici la “politica non era
solo un far carriera...” come cantava Guccini
negli anni ’60 in “Dio è morto”, ma una scelta personale che impegnava per tutta l’esistenza, sottraendo tempo (e denaro) alla
propria famiglia e al proprio impegno professionale e lavorativo. Tanti lettori avranno
capito molto bene di cosa sto parlando dal
momento che, specie a Niguarda, hanno
avuto un esempio di questo tipo in famiglia,
nei propri padri o madri e prima ancora nei
propri nonni, a partire dalla Resistenza e sino alla fine degli anni ‘70 e oltre.
Domenica 13 marzo alle 10, presso il Centro
Culturale della Cooperativa di via Hermada
14, ricorderemo una di queste figure, la “nostra” Maria Volpari, una delle fondatrici di
“Zona Nove” ma anche una delle prime dirigenti della Cgil, da sempre iscritta al Pci, partito che la vide tra le protagoniste anche di tutte le battaglie per
l’emancipazione femminile e, si direbbe oggi, per conquistare i
diritti civili. A tutti oggi sembra normale poter divorziare, ma
per avere una legge che regolasse il divorzio e poi successivamente l’aborto assistito e legale e quindi sicuro per la salute e la
vita delle donne, è stato necessario lottare per diversi anni.
Queste conquiste sono minacciate anche oggi, e questo dà l’idea
dell’impegno e della fatica che furono richieste a
compagne e donne e madri come Maria Volpari,
nell’Italia bigotta e reazionaria di allora.
Ricorderemo Maria e i campi variegati del
suo impegno, presentando il volume di testimonianze sulla sua vita che l’associazione
“Amici di Zona Nove” ha pubblicato in suo
onore e per ricordarla ai suoi compagni e a
tutti coloro che la conobbero, ma anche a
quelli che vogliono capire la nostra storia e
la fatica che costò in un paese arretrato, non
istruito e devastato dalla guerra, avanzare
nel progresso economico e sociale. Sperando
che la memoria di allora possa servire come
esempio per le lotte di oggi.
Interverranno oltre al sottoscritto, a Giovanni
Beduschi vignettista e al direttore di “Zona
Nove” Luigi Allori, anche gli autori dei pezzi
pubblicati nel volume (che sarà possibile acquistare con una sottoscrizione libera a favore
del giornale), che sono una piccola parte delle
persone che hanno condiviso con lei i momenti salienti del suo
impegno: Antonella Loconsolo, vice presidente del CdZ 9, Ardemia Oriani, all’epoca nella Cgil e oggi della segreteria provinciale dell’Anpi, Barbara Pollastrini, oggi parlamentare e per anni
segretaria provinciale del Pci e poi i familiari di Maria, il marito Ibrahim Hersi, che la conobbe all’Università di Mosca, la figlia Aurala e la nipote Francesca Falcometà. Vi aspettiamo.
NICODOMUS S.I. DI CALLÀ N.
Tel. 0266106087
Fax 0266106486
e-mail: [email protected]
www.nicodomus.it
Bus 42
MM5
Tram 5-7-31