Rassegna stampa 1 marzo 2016

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Il Piccolo 1 marzo 2016 Trieste Da ospizio a “casa di tutti” La nuova vita dell’Itis La casa di riposo di Barriera si propone come centro di aggregazione culturale Dal 14 marzo i suoi spazi accoglieranno musica, teatro, dibattiti e mostre di Gianpaolo Sarti. L’Itis volta pagina e si apre alla città. Il secolare ospizio per anziani del rione di Barriera diventerà anche un grande centro di aggregazione culturale dove i triestini potranno fare musica, teatro e mostre. Un’autentica rivoluzione per la struttura, pronta a mettere a disposizione le sale più prestigiose e antiche, appena ristrutturate. Davvero incantevoli, non c’è dubbio. Altre sono di nuova costruzione: veri e propri auditorium dove organizzare convegni, cineforum e dibattiti. All’interno dell’istituto, che può contare su una superficie di ben 30 mila metri quadrati, trovano quotidianamente accoglienza oltre seicento persone, tra casa di riposo, Rsa e i servizi diurni per la cura personale, l’attività motoria, l’animazione e il laboratorio. Ora il passo avanti. Un modo per far avvicinare il più possibile due mondi socialmente separati: quello degli anziani delle case di riposo, spesso ai margini, con quello fuori. L’intero progetto, che non avrebbe altri esempi in Italia, sarà al centro dell’evento pubblico del prossimo 14 marzo all’istituto: in quell’occasione sarà anche riaperto lo storico ingresso che dà su via Pascoli, l’entrata originaria del palazzo che si trova al civico 31. Un numero che dà il nome alla neonata associazione “Spazio 31”, sorta proprio per preparare e gestire le future iniziative culturali. «L’Itis è sempre stato un posto con tante attività -­‐ riflette la presidente Erica Mastrociani -­‐ ma di questo luogo finora godeva solo chi vive qui e i loro familiari. Adesso ribaltiamo la logica: non più la classica casa di riposo, non più soltanto un edificio che fa assistenza. Ma un ponte tra generazioni. Chi sta qui non vive segregato, il mondo entra». I punti che saranno adibiti alle proposte culturali e ai laboratori, da preparare in modo integrato assieme agli ospiti della struttura, sono già stati decisi: l’auditorium, innanzitutto, la moderna sala da 224 posti che dà sul giardino, pensata per concerti, letture, conferenze e video-­‐proiezioni. Al primo piano ecco la Sala Maggiore, un elegante salotto in parquet con pianoforte, mobili intarsiati, quadri ottocenteschi e stucchi decorativi. Un gioiellino da poco restaurato. C’è poi la cappella, una vera e propria chiesa rimasta per oltre un decennio in disuso. L’organo, uno dei più antichi a Trieste, servirà per eventi musicali e cori. L’altra sala che l’istituto intende offrire ai cittadini è ancora in fase di allestimento: si tratta di un ambiente enorme, arricchito da un colonnato centrale, che farà da teatro. Altri spazi polifunzionali, come quella del piano terra, saranno utilizzati per le attività di laboratorio, cineforum e altro. Musica, concerti, intrattenimento e arte dedicati agli anziani della casa di riposo e a tutti i cittadini, comprese le varie nazionalità residenti nel quartiere, uno dei più multiculturali di Trieste: basti pensare, come esempio, che nella struttura lavorano operatori originari di ben tredici paesi. L’Itis, insomma, si trasforma. Un assaggio di quello che sarà il futuro della struttura lo sta già dando il pittore Serse Roma, con il suo atelier allestito all’interno. Soddisfatto il direttore, Fabio Bonetta. «Stiamo portando a compimento un processo che si è già cominciato negli anni -­‐ osserva -­‐ ma adesso intendiamo creare un’organizzazione strutturata per rendere una realtà sociosanitaria un centro pubblico integrato. Cambia la visione della nostra funzione -­‐ aggiunge -­‐ l’anziano diventa parte attiva della cittadinanza. Perché la città entra. L’arte e la cultura sono i motori di questo processo». Sarà “Spazio 31” a occuparsene. I fondatori della nuova associazione, oltre ai vertici dell’Itis, Mastrociani, Bonetta e il responsabile programmazione e qualità Francesco Mosetti che fa da presidente, sono il regista teatrale Lino Marazzo (direttore artistico), Giampaolo Andreutti (ex 1 responsabile produzione del Rossetti e ora nella direzione del Verdi di Pordenone) e l'attore Fulvio Falzarano. Pianeta scienza E adesso l’ulcera si può curare con gli antibiotici di MAURO GIACCA. Quando studiavo medicina all'inizio degli anni Ottanta, l'ulcera gastrica era una capitolo importante del libro di chirurgia generale. Colpiva più del 10% della popolazione, soprattutto i maschi. Il dolore, in particolare durante i cambiamenti di stagione, costringeva i pazienti a pasti frequenti, niente caffè o cibi speziati, poco stress e pillole di farmaci antiacidi. Ma l'aggravarsi delle condizioni e le complicazioni portavano spesso gli individui colpiti sul lettino chirurgico, anche in situazioni di emergenza per perforazioni e emorragie. Nessuno a questi tempi poteva immaginare neanche lontanamente che l'erosione della mucosa dello stomaco o del duodeno fosse dovuta a un'infezione batterica. Quando Robin Warren, un patologo dell'Università della Western Australia a Perth e Barry Marshall, un giovane medico ancora in fase di specializzazione, cominciano a sostenere che l'ulcera è dovuta al batterio Helicobacter pylori sono guardati con sufficienza e scetticismo. La teoria sembra del tutto ridicola: come può un batterio crescere in un ambiente così acido come quello dello stomaco? Nel 1983, persino la Società di Gastroenterologia Australiana rifiuta una presentazione di Marshall al suo congresso annuale. Marshall però non si dà per vinto. Per sostenere la propria tesi, cerca di riprodurre l'ulcera somministrando i batteri ai maiali, ma fallisce ripetutamente. Frustrato, nel 1984 beve egli stesso una cultura batterica ottenuta dallo stomaco di un paziente con l'ulcera: dopo qualche giorno si ammala, ma si cura a distanza di un paio di settimane prendendo gli antibiotici cui il batterio è sensibile. È la prova che mancava. Quando pubblica la propria storia l'anno successivo è come un terremoto: medici in tutto il mondo iniziano a curare i propri pazienti con gli antibiotici e questi guariscono. Warren e Marshall vincono il premio Nobel per la Medicina per la loro scoperta nel 2005 e l'ulcera peptica sparisce dai manuali di chirurgia per entrare in quelli di medicina generale. Proprio questa settimana, è entrata in commercio in Italia una pillola che contiene una combinazione di quattro farmaci, di cui due antibiotici, che presa per due settimane cura il pazienti con una percentuale di successo di più del 90%. Ho incontrato Marshall lo scorso anno in Cina, dove viaggia spesso. Ha persino imparato il cinese per poter collaborare più efficacemente con i medici del paese, dove più del 50 per cento della popolazione è infettata da Helicobacter. Alto, dinoccolato, molto sicuro di sé, ha quell'aria disinvolta e un po' casual di chi sa che con la propria tenacia ha lasciato dietro di sé qualcosa di importante. Gorizia DALLA FONDAZIONE «Il broncoscopio regalato a Gorizia è finito a Monfalcone» Il consigliere forzista Rodolfo Ziberna (fi) torna all’attacco sulla sanità. «Alcune settimane fa il sindaco di Gorizia Ettore Romoli, nel rispondere ad una interrogazione consiliare, aveva denunciato lo smantellamento della Pneumologia di Gorizia a beneficio dell’ospedale di Monfalcone, sostenendo che erano in fase di trasferimento anche alcuni impianti tecnologici. Subito il direttore generale Giovanni Pilati smentisce il sindaco affermando alla stampa che «il Servizio di Pneumologia attualmente erogato al San Giovanni di Dio viene mantenuto con le stesse identiche attività e funzioni garantite in precedenza…» e se la prende con «gli ingiustificati allarmismi su chiusure di servizi nella sede di Gorizia… Desidero inoltre sottolineare che queste continue notizie non veritiere sulla disattivazione di servizi assistenziali creano incertezza nel personale e timore tra i cittadini, che possono riflettersi in una riduzione del ricorso dei nostri cittadini residenti ai servizi dell’Aas, in particolare, quelli 2 offerti a Gorizia». «Un mia abitudine, evidentemente pessima per la Giunta Serracchiani e le sue articolazioni periferiche, è quella di andare a cercare i documenti e di leggerli con attenzione. Per questa ragione il 5 febbraio ho presentato una richiesta di accesso agli atti, nella mia veste di consigliere regionale, per avere gli atti relativi il broncoscopio donato dalla Fondazione CaRiGo a Gorizia. E da questi atti -­‐ sostiene Ziberna -­‐ sono venuto a scoprire ciò che l’Aas2 sino ad oggi negava, ovvero di aver collocato presso l’ospedale di Monfalcone un apparecchio acquistato dalla Fondazione CaRiGo espressamente per l’ospedale di Gorizia e per giunta negando di averlo fatto» Monfalcone Esame dei tecnici superato Le Terme sono accreditate Giudizio positivo dalla Commissione regionale in sopralluogo allo stabilimento Attesa a giorni la firma del decreto, poi si passerà alla convenzione sul ticket di Laura Borsani. Per le Terme romane di Monfalcone ormai è questione di giorni. Il tempo di predisporre il decreto di accreditamento regionale che andrà in firma ai fini dell’adozione in settimana. Finalmente, dunque, ci siamo. La Commissione tecnica di esperti nominati dalla Direzione regionale Salute, infatti, ha eseguito il sopralluogo allo stabilimento termale di via Timavo. E il giudizio espresso è stato positivo. Su tutti i fronti. Le Terme, infatti, sono risultate congruenti alle caratteristiche previste dalla legge e tutti i requisiti stabiliti, alla luce della verifica alla struttura, sono risultati conformi. A questo punto, pertanto, l’accreditamento è di fatto acquisito, attende solo la relativa formalizzazione che sancirà la chiusura ufficiale della procedura. Dalla Direzione regionale Salute è stato confermato l’esito positivo del sopralluogo degli esperti alle Terme romane, selezionati tra i dipendenti delle Aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia, inseriti in uno specifico elenco. Un gruppo composto da un coordinatore e da valutatori. L’adozione del decreto di accreditamento, è stato spiegato, si basa sul quadro fornito dalla Commissione dei valutatori, che, in seguito alla visita in via Timavo, hanno presentato una specifica relazione alla Direzione Salute, a fronte dell’analisi dei requisiti risultati conformi. Nel giudizio finale sono state anche evidenziate la disponibilità e la competenza del personale dello stabilimento termale monfalconese. Un passo significativo, dunque, una fase che si è positivamente conclusa a distanza di due anni e due mesi dall’inaugurazione dell’impianto termale, avvenuta il 21 dicembre 2013, con il recupero delle caratteristiche strutturali e architettoniche originali, a fronte anche di una bonifica dell’area circostante. Un’operazione da 6,5 milioni di euro, sostenuti, in base all’accordo di project financing, dal pubblico e dal privato, la società Terme Romane Srl. Conclusa la partita-­‐
accreditamento con l’adozione del decreto regionale, la società Terme Romane Srl potrà a quel punto rivolgersi all’Azienda sanitaria Isontino-­‐Bassa Friulana, al fine di formalizzare l’accordo in ordine al convenzionamento. Ciò significa l’applicazione del ticket previsto dal Sistema sanitario nazionale, a favore di pazienti affetti da specifiche patologie. Dalla Direzione Salute è stato spiegato inoltre che verranno quindi individuati i fondi, già delineati nella delibera regionale, quantificando gli importi che saranno utilizzati quest’anno. Il budget regionale ammonta a circa un milione di euro per i convenzionamenti dei siti termali regolarmente accreditati. In questo importo rientrano i 300mila euro suppletivi stabiliti dalla giunta regionale al fine di contenere le “fughe” degli utenti negli stabilimenti situati fuori dal Friuli Venezia Giulia. Allo stato attuale, dunque, risultano accreditati gli stabilimenti di Grado, Arta Terme e a breve di Monfalcone. All’appello manca la richiesta di accreditamento di Lignano Sabbiadoro, non essendo ancora stata presentata istanza. I tempi utili per la presentazione della domanda di accreditamento scadono a fine marzo. Intanto le Terme romane di Monfalcone stanno registrando un trend in crescita, acquisendo nuovi utenti. Un dato su tutto: nell’arco di un anno, come è stato riferito dalla società Terme Romane Srl, il 3 volume dei pazienti è aumentato del 50 per cento. La società, da parte sua, ha espresso soddisfazione per il giudizio positivo formulato dalla Commissione tecnica regionale che dà il via libera al riconoscimento di accreditamento dello stabilimento termale, augurandosi di poter aumentare ulteriormente l’offerta del servizio e del flusso di pazienti, una volta definito il convenzionamento con l’Azienda sanitaria che permetterà agli utenti di usufruire del ticket sanitario. Lettere Sanità. Centro anti-­‐ictus servizio importante Con riguardo all'articolo comparso in cronaca locale in data 28.2 circa l'istituzione della profilassi antiictus a tempi brevi ritengo che la notizia sia di assoluto rilevo e va dato merito a chi lo sta portando a concretizzarsi. Va in effetti dato a Cesare quel che è di Cesare. Per quanto attiene ai cosiddetti "gufi" di nazionale memoria, cioè all'invito di criticare meno, mi corre l'obbligo di far presente che agli inizi di questo mese, trovandomi in attesa di prestazioni già prescritte il 13.1.2016, presso la fisio dell'Ospedale, ho dovuto dirottarmi giocoforza alla Salus di Gorizia perchè mi è stato detto, dopo aver telefonato d'iniziativa tale servizio, ciò dopo un'attesa di circa almeno due settimane, che per il mio tipo di fisio non c'era personale disponibile e che quindi... piu' avanti, forse... Il che vuol dire che se manca del personale "qualificato", non c'è o chissa'....Una risposta inerente all'argomento la stò formalmente aspettando dal 12.2.2016, dopo che ho chiesto valutazioni all'Urp dell'Ass locale. Non uso parlare delle mie faccende personali, so che conto nulla, ma se mi sono deciso a far presente tale aspetto vissuto è perchè l'attesa di una risposta mi pare troppo lunga. A buon intenditor poche parole. Gianfranco Ciuffarin Messaggero Veneto 1 marzo 2016 Attualità Indennità di accompagnamento fuori dall’Isee Il Consiglio di Stato: non va conteggiata nei redditi. Il ministro Poletti: applicheremo la sentenza UDINE. Alla fine hanno vinto i disabili e le loro famiglie: le indennità di accompagnamento e le pensioni legate a situazioni di disabilità non possono essere considerate nel reddito disponibile ai fini del calcolo dell’Isee. La parola fine a un contenzioso che si trascina da anni l’ha messa il Consiglio di Stato, che ha dato torto al Governo, che ora, nelle parole del ministro Poletti, applicherà la sentenza. Esultano le opposizioni, che parlano di «ennesima figuraccia» di Renzi. Il Consiglio di Stato, con una sentenza depositata oggi, ha respinto il ricorso dell’Esecutivo contro una sentenza del Tar del Lazio dell’11 febbraio 2015, che aveva giudicato illegittima la riforma dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente, che costituisce il riferimento per l’accesso ad aiuti e a prestazioni sociali agevolate) entrata in vigore a inizio 2015, nella parte nella quale considera nel reddito disponibile anche le pensioni legate a situazioni di disabilità, le indennità di accompagnamento e gli indennizzi Inail. Il ricorso al Tar era stato a sua volta presentato da familiari di persone disabili. Laconica la reazione del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, che in una nota fa sapere che «come Governo non possiamo che prendere atto della sentenza appena depositata dal Consiglio di Stato e provvederemo ad agire in coerenza con questa decisione». Esultano invece i parlamentari delle forze di opposizione. «Un’altra figuraccia del Governo Renzi» ha osservato il deputato della Lega nord Paolo Grimoldi, mentre per la presidente di Fdi, Giorgia Meloni, «è una vittoria di tutte le famiglie italiane con un disabile o un invalido a casa che più volte hanno tentato di far ragionare l’Esecutivo su un tema così delicato». «Il governo è stato bocciato per l’ennesima volta dal Consiglio di Stato e, aggiungo io, dal buon senso. Ha vinto la giustizia. Il governo Renzi ne esce con le ossa rotte» ha commentato Sandra Savino, deputata 4 di Forza Italia. «Il governo esce da questa vicenda doppiamente sconfitto» affermano i parlamentari del M5s, che rivendicano la paternità della battaglia per «l’eliminazione delle provvidenze assistenziali dal calcolo dell’Isee» e affermano che «ora il governo ha il dovere di obbedire alla giustizia italiana e ci aspettiamo parole di scuse da parte di Renzi, Poletti, Biondelli e da parte di tutti quei parlamentari che hanno difeso l’indifendibile». Udine Apre un ambulatorio medico per i profughi alla Cavarzerani Oggi l’inaugurazione con il prefetto Zappalorto e l’assessore regionale alla Salute Telesca Il protocollo d’intesa ha coinvolto Dipartimento di prevenzione, Distretto sanitario e Croce Rossa di Alessandra Ceschia. Un ambulatorio medico per curare i profughi ospitati nella ex caserma Cavarzerani. Sarà inaugurato oggi con una cerimonia che è stata programmata all’interno del complesso di via Cividale – cui interverrà anche il prefetto Vittorio Zappalorto e l’assessore regionale alla salute Maria Sandra Telesca – il nuovo servizio dedicato ai richiedenti asilo. A gestirlo saranno due giovani medici che hanno frequentato il corso triennale di formazione in medicina generale, professionisti che sono già stati inseriti nelle graduatorie e che sono in possesso di tutte le competenze necessarie a svolgere l’attività di un medico di base. Il protocollo d’intesa, sulla base del quale è stato impostato il servizio, ha coinvolto il Dipartimento di prevenzione, il Distretto sanitario e il Comitato provinciale della Croce rossa. L’impiego dei due professionisti dedicati permetterà inoltre di non gravare sugli studi dei medici di medicina generale per l’assistenza ai richiedenti asilo. I due professionisti, che si alterneranno all’interno dell’ambulatorio, non costeranno nulla alle casse regionali, in quanto per pagare le loro prestazioni saranno utilizzate le quote ora destinate all’assistenza ai profughi erogate ai medici di famiglia. Ad affiancarli saranno le infermiere volontarie della Croce rossa che saranno impegnate nell’assistenza ai pazienti. L’ambulatorio è stato realizzato attraverso la ristrutturazione di una palazzina nell’ex complesso militare, dove sono stati ricavati due vani dedicati. Fino a ora ciascun profugo veniva assegnato a un medico di medicina generale tra quelli che operano nell’ambito udinese. Tuttavia, la scarsa conoscenza del territorio, degli orari di apertura e la difficoltà a spostarsi da un capo all’altro della città, spesso, impediva ai profughi di raggiungere i vari ambulatori dei medici, così molti dei richiedenti asilo finivano per rivolgersi impropriamente all’ambulatorio destinato ai migranti del Dipartimento di Prevenzione, se non addirittura al Pronto soccorso. L’attivazione del nuovo ambulatorio permetterà di garantire un servizio dedicato all’interno della caserma e di aprire al pubblico con cadenza quotidiana per due ore al giorno. L’ambulatorio, che da oggi sarà operativo, potrà essere usato, in caso di necessità, anche dai medici della “continuità assistenziale” (ex guardia medica). I medici svolgeranno attività di vaccinazione, di screening e, in generale, si dedicheranno a tutte le attività affidate ai medici di famiglia. «Bisogna tener conto – precisa il dottor Luigi Canciani direttore del Distretto sanitario di Udine – che i profughi sono persone che hanno diritto a un’ospitalità temporanea, che comprende anche l’assistenza sanitaria, proprio per questo si pensa di strutturare un ambulatorio medico direttamente alla Cavarzerani, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione e la Croce rossa, garantendo così anche l’intermediazione linguistica e culturale. Questo nuovo servizio – aggiunge il dottor Canciani –, senza utilizzo di risorse aggiuntive, metterà in sicurezza la salute di queste persone, permettendo loro di avere un sicuro punto di riferimento evitando che siano costrette a girovagare per la città». L’iniziativa, che vede protagonisti istituzioni e volontariato, permetterà dunque un costante monitoraggio sulla situazione sanitaria dei richiedenti asilo. Corsi ai dipendenti: 218 mila euro 5 Approvato il piano annuale di formazione per ospedale e Aas4 L’Azienda ospedaliero universitaria ha approvato il piano annuale della formazione dedicata ai dipendenti per il 2016. Si tratta di un corposo programma di aggiornamento. I programmi comprendono una parte di lezioni di indirizzo, alcuni corsi di carattere interaziendale, altri prioritariamente dedicati all’Azienda ospedaliero universitaria e infine quelli dedicati all’Azienda per l’assistenza sanitaria 4 del Friuli centrale. Il programma redatto da Ornella Dal Bo’ e da Paola Paschini è stato concepito in coerenza con le Linee per la gestione del servizio sanitario e Socio sanitario regionale e fanno seguito al Piano attuativo integrato dell’azienda. Complessivamente verranno spesi 218 mila euro per la formazione del personale, di cui 150 mila per la formazione in sede. Diversi i settori e gli argomenti sui quali i dipendenti saranno chiamati a confrontarsi: dall’umanizzazione delle cure, alla sicurezza degli operatori nell’ambiente di lavoro, alla sicurezza del paziente. Lezioni specifiche saranno riservate alla cure palliative e alla cura del dolore, all’integrazione fra ospedale e territorio e alla gestione integrata del paziente anziano, fragile, pluripatologico. Fra le altre tematiche sulle quali verterà la formazione, quella della promozione dei corretti stili di vita, la cultura del lavoro in team multiprofessionale e l’adozione di modelli di lavoro in rete, infine la valorizzazione e la motivazione delle risorse umane. È stato individuato in un massimo di tre giornate, pari e circa 21 ore di formazione per ciascun professionista, il debito formativo che dovrà essere realizzato in orario di servizio. Ciascun dipendente dovrà ottenere l’autorizzazione del proprio responsabile per partecipare ai corsi in azienda, fra questi ve ne saranno alcuni obbligatori e altri facoltativi. L’attività di docenza sarà organizzata prevalentemente con risorse professionali interne, ma potranno essere reperiti anche docenti esterni qualora si rendano necessarie competenze particolari. (a.c.) Nuovo bando all’asilo dell’ospedale La struttura può ospitare fino a 60 bambini dai 3 ai 36 mesi È stato emesso il nuovo bando per le iscrizioni dei bambini di età compresa fra 3 e 36 mesi al “Il Nido degli Scriccioli”, in relazione all’anno scolastico 2016-­‐2017. L’asilo nido è stato attivato dall’Azienda ospedaliero universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine e ospita bambini di età compresa fra i 3 e i 36 mesi. La struttura accoglie già una ventina di bambini che frequentano il nido e opera con grande flessibilità oraria su un arco temporale che va dalle 6.30 alle 19 con possibilità di ulteriore estensione. A gestire l’asilo nido sono le cooperative “Raggio verde” e Le pagine”. Il nido – nella sua capienza massima di 60 posti – è suddiviso in sezioni: lattanti (dai 3 ai 12 mesi); medi o semidivezzi (bambini dai 12 ai 24 mesi) divisi in due sezioni, una per i bambini medi-­‐piccoli e una per i bambini medi-­‐grandi con 6 educatori e la sezione grandi o divezzi (bimbi dai 24 ai 36 mesi con 4 educatori). L’organizzazione del personale tiene conto della massima presenza di bambini possibile (13 educatrici più 3 ausiliarie per 60 bambini) quindi della reale presenza nelle diverse fasce orarie così da garantire il maggior rapporto numerico educatori-­‐bambini. “Il Nido degli Scriccioli” è in Via Colugna 50 e potrà accogliere fino a 60 bambini e bambine. Viene data priorità ai figli di dipendenti dell’Azienda ospedaliero universitaria e dell’Aas 4 “Friuli Centrale”, del personale con rapporto di collaborazione o lavoro autonomo di durata di almeno un anno alla data di scadenza per la presentazione della domanda di iscrizione. Saranno quindi accolte le iscrizioni dei figli di medici in formazione specialistica al Santa Maria con contratto di durata almeno annuale alla data di scadenza per la presentazione della domanda. Infine i figli dei dipendenti di ditte esterne che hanno in corso un rapporto di lavoro/convenzione con la stessa azienda con un contratto di durata almeno annuale alla data di scadenza per la presentazione della domanda di iscrizione. Per informazioni chiamare il 392.1491939, o inviare una mail alla casella di posta elettronica [email protected]. (a.c.) 6