NEWS N.1 2016 Sindacato SUSO news N.1 2016 PDF

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n. 1 Febbraio 2016
L A V O C E D E L L’ O R T O D O N Z I A I TA L I A N A
LA LINGUA BATTE...
Etica in Odontoiatria
Basta silenzi, bisogna urlare
Non si può rimanere in silenzio, bisogna urlare.
Da tanto tempo si assiste al fenomeno del
commercio nella professione odontoiatrica.
Anche noi, in Ortodonzia, non ne siamo esenti.
Girare per le città e leggere ovunque pubblicità
di prestazioni odontoiatriche regalate o a prezzi
non sostenibili, navigare su internet e trovarsi
sempre in compagnia di romanzi e telenovele
del sorriso del miracolo, è cosa cui siamo
abituati, ma non per questo sostenitori.
Anzi, da sempre denunciamo modelli pubblicitari
aggressivi, in certi casi persino privi di verità
scientifiche, contro gli interessi del paziente
e della sua salute.
Anche in questi giorni abbiamo letto e sentito
di scandali odontoiatrici in Italia e Spagna.
Un disagio d’immagine per la categoria, fatta
comunque di colleghi, giovani laureati o adulti
con esperienza, reduci da studi dismessi, perché
schiacciati da costi insostenibili, obbligati a
rapporti di lavoro non decorosi in strutture
gestite talvolta da imprenditori spregiudicati.
E’ un grande piacere accogliervi a Roma allo Spring International Meeting
che la Società Italiana di Ortodonzia ha organizzato l’11 e 12 Marzo
all’Auditorium della Conciliazione. Il focus dello Spring International Meeting
Team work in Facial Aesthetics and patients’ quality of life è l’interazione tra
i vari campi dell’Odontoiatria e della Chirurgia MaxilloFacciale ed Estetica:
la correzione estetica e funzionale delle malocclusioni gravi nel paziente in
crescita e nell’adulto sovente necessita di un piano di trattamento non solo
ortodontico-chirurgico ma che prevede anche il coinvolgimento di altre branche
della medicina. L’apporto fornito dalle nuove tecnologie diagnostiche bi e
tridimensionali, inoltre, è diventato sempre più elemento indispensabile nella valutazione, impostazione
e gestione dei casi complessi.
E’ un evento che è stato costruito con il grande ed attivo contributo di tutti i relatori delle diverse
specialità, per creare un programma coeso, pratico, altamente formativo, integrato e completato da
una partecipazione interattiva del pubblico. I relatori, di elevato spessore clinico e scientifico, hanno
accolto con molto entusiasmo la sfida loro proposta, e sono sicura vi offriranno due giornate di grande
significato formativo.Seguendo lo schema introdotto nel 2015, lo Spring International Meeting si articola
il venerdì ed il sabato mattina. Nel pomeriggio del sabato sono previsti un corso postcongressuale
(di approfondimento rispetto al tema del congresso) e due sessioni aggiuntive, rivolte primariamente
ai giovani, con un corso di introduzione al typodont e di nuovo la Talent Factory, che ha avuto molto
successo nel 2014. L’evento sociale vi porterà alla Galleria Nazionale di Arte Moderna: la visita guidata
della sezione “Secondo Ottocento-Primo Novecento” sarà seguita dalla cena sociale organizzata in
maniera esclusiva per la prima volta nella sezione “Un altro tempo un altro spazio-1926-2000”.
Il 2016 è l’anno del Giubileo Straordinario che Papa Francesco ha inaugurato l’8 Dicembre 2015.
L’Auditorium della Conciliazione, tra Castel Sant’Angelo e Piazza San Pietro, è nella posizione perfetta
per viverne il fascino e parteciparvi.
Silvia Allegrini
Presidente Sido
Malaffare
in Odontoiatria
.
Arresti a raffica
50 Crediti ECM in modalità FAD
se ti associ o rinnovi l'iscrizione
Corso FAD del SUSO
La Responsabilità Odontoiatrica e i rapporti
di attività professionale in Ortodonzia.
1) Etica, Deontologia e professione in Odontoiatria.
2) Informazione, Comunicazione e Consenso in Ortodonzia: Riflessioni cliniche e medico legali.
Dichiarazione di avvenuta informazione e Consenso.
La partecipazione al corso prevede lo studio dei 12 argomenti inseriti nel corso FAD e l’invio
delle griglie di risposta alla piattaforma. Occorre rispondere correttamente, a 25 domande c
on 4 risposte multiple di cui 1 esatta per uscita.
L’accesso al corso è consentito solo esclusivamente ai soci
in regola con la quota associativa al 29 febbraio 2016.
Al sito della piattaforma formativa SUSO www.suso.it, si accede con password
personalizzata in area riservata solo ai soci SUSO in regola.
Info Segreteria sig.ra Angela Rosso tel. 011.502.820 Torino
.
14
PAG.
Una ampia carrellata a cura di William Manuzzi, sull’OSAS, prendendo le mosse
dal divieto comminato dalla Comunità Europea di rilasciare la patente a chi
ne soffre, in quanto causa di troppi incidenti
A Modena 40ennale SUSO il Convegno Ortodonzia
PAG.
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9
12
L’ OSAS, una temibile sindrome, poco conosciuta
La gomma da masticare e i piercing, comuni tra gli adolescenti,
provocherebbero entrambi una maggior attività muscolare e sovraccarico.
Almeno così risulta da una ricerca condotta in Svezia di cui dà notizia
Dental Tribune International
ENPAM: 100 milioni di mutui per i più giovani
PAG.
NOVITÀ 2016
IN QUESTO NUMERO
La Fondazione ENPAM ha pubblicato online un bando da 100 milioni
di euro per finanziare mutui riservati a medici e dentisti, sulla scorta di
quanto già avvenne l’anno passato. Metà è riservata ai professionisti con
meno di 45 anni, da destinarsi all’acquisto della prima casa.
PAG.
Raffica di arresti (21) in Lombardia nell’Odontoiatria pubblica, altri arresti eccellenti
in Spagna nell’ambito della catena Vitaldent. In entrambi i casi accuse gravissime che vanno dalla
associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d'asta e riciclaggio e reati
fiscali. I due episodi non sembrano collegati ed è prematuro avanzare illazioni, ma la circostanza non
può non gettare un’ombra sull’immagine dell’odontoiatria tutta, incidendo su quel rapporto di fiducia
dentista/paziente già di per se difficile, specie in Italia.
La magistratura e il tempo faranno (si spera) piena luce sulle due vicende non solo quella lombarda, ma
anche sul caso Vitaldent, vista la presenza consistente della catena sul suolo italiano.
Essendo in procinto di andare in stampa, abbiamo per dovere di cronaca dato una sintesi sommaria
delle due notizie, a pag 12, sulle quali ci ripromettiamo di tornare per ulteriori approfondimenti.
Come preannunciato nei precedenti numeri è in fase di realizzazione un
volume storico sull’Ortodonzia italiana, che verrà presentata a Modena,
in occasione del quarantennale di fondazione SUSO. Dai vari capitoli che
compongono il libro, curato da Damaso Caprioglio e da Pietro di Michele,
abbiamo tratto l’appassionante ed entusiastico ricordo di Kalliope Dadatsi,
la prima donna in Italia a specializzarsi in Ortodonzia.
Kalliope, prima ortodontista in Italia ricorda …
Dentista in celluloide, spunto interminabile di gag
PAG.
IMA
ULTR
O A
Unico obiettivo? Il profitto. Non l’interesse della
salute orale del paziente.
Imprenditori che non conoscono il termine
“fidelizzazione del paziente”, ossia “fiducia”,
termine spesso abusato. Più conosciuta, invece,
e molto di moda, la parola “commerciale“ che
fino a tempo fa pensavamo fosse appannaggio
solo delle aziende.
Occorre rivedere l’esercizio delle Società di
capitali in attività sanitarie tutte, in particolar
modo in Odontoiatria, controllando gli appalti
mascherati da Aziende sanitarie o ospedaliere
universitarie che erogano prestazioni con tariffari
ridotti, costi non sostenibili. Occorre rivedere
i modelli pubblicitari usati quotidianamente.
L’attività odontoiatrica come professione medica,
necessita di etica da esercitare nella professione
a tutela della salute orale del paziente. Necessità
di informazione chiara, sempre condivisa, sulle
possibili alternative terapeutiche. In modo che la
persona venga veramente trattata da paziente,
e non da cliente .
Pietro di Michele
Presidente Nazionale SUSO
Primavera SIDO a Roma
Ha inizio con questo numero la rubrica del “Dentista nel cinema” a cura di
Luca Buggio, che traccerà in varie puntate le vicende odontoiatriche
in celluloide, partendo dalle celebri comiche.
...DALLA PRIMA
Corsi universitari ad Enna
Più Kafka che Pirandello
8/9 aprile Quarantennale del SUSO
a Modena Quattro decenni spesi bene
Avevo sempre saputo che la mia Sicilia era la terra di Pirandello e non di Kafka; eppure non potrei che
definire kafkiano il "processo" svoltosi sulla questione dell'Università Romena di Enna che ha visto
il Tribunale di Caltanissetta emanare un'ordinanza che in sostanza dà il via libera all'inizio dei corsi
di laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi Kore di Enna.
Da un punto di vista tecnico siamo in presenza di un'ordinanza di
natura cautelare che respinge il ricorso presentato dal Ministero
dell'Università, ex art. 700 cpc, che aveva chiesto di impedire l'inizio
dei corsi stessi. La vicenda quindi non è certamente conclusa e
lo stesso Tribunale di Caltanissetta riconosce che il MIUR ha il
diritto di adottare, nell'ambito delle proprie attribuzioni, un formale
provvedimento di diniego dell'efficacia dei diplomi di laurea rilasciati
dall'Università Dunarea di Jos di Galati in collaborazione con
l'Università di Enna nel nostro ordinamento didattico.
Se questa è la situazione giuridica che, come troppo spesso accade,
privilegia aspetti solamente formali, quanto si sta concretizzando
dimostra ancora una volta la capacità da parte di soggetti privati di
trasformare in business il delicato settore della formazione universitaria. Non è possibile nascondersi
dietro un dito facendo finta di credere che questi eventuali nuovi laureati eserciteranno in Romania
quando invece è di tutta evidenza che il vero scopo dell'iniziativa è quello di "irridere" il concetto del
numero programmato come più volte dimostrato anche da similari iniziative. Basti ricordare la vicenda
della "succursale" dell'Università Pessoa, dell'apertura del corso di laurea in odontoiatria in una
"cattedrale nel deserto" a Salerno, Tirana ecc.ecc.
Non è possibile accettare passivamente queste speculazioni ed occorre pertanto la conferma di risposte
forti e chiare da parte sia del Ministero dell'Università sia del Ministero della Salute. Non basta difendersi
nelle aule di Tribunale ma occorre dimostrare la capacità di attivare una vera programmazione degli
accessi in un ambito europeo portando a compimento il progetto già attivato nell'ambito del Joint Action
on Health Workforce Planning and Forecasting promosso dalla Commissione europea a cui partecipa
il Ministero della Salute e in cui viene rappresentata anche la Federazione. Il Ministero Salute è da
elogiare per questa iniziativa! Non è mai bello pronunciare la frase "io l'avevo detto" ma non posso
dimenticare che questa idea della programmazione europea nasce dalla CAO Nazionale che l'aveva
ipotizzata in tempi ormai lontani.
Attendiamo, quindi, stessi atti concludenti anche dal MIUR per quanto riguarda la ferma negazione
di qualsiasi validità del titolo di laurea rilasciato ad Enna e contestualmente rinnoviamo l'invito a tutte
le persone di buona volontà di trovare soluzioni ad un problema che rischia solo di avvilire la formazione
dei nostri professionisti a vantaggio di iniziative speculative che certamente non hanno a cuore una vera
tutela della salute dei cittadini e la correttezza dei percorsi formativi.
Giuseppe Renzo
Presidente CAO Nazionale
Fondato a Torino (dove ha tuttora sede) 40 anni
fa da un gruppo di specialisti ortodontisti animati da
entusiasmo, la celebrazione del “compleanno SUSO”,
il Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, il più
antico nel panorama italiano, avviene a Modena l’8 e il 9
aprile, città più logisticamente più “centrale” rispetto alla
storicasede di Torino. La manifestazione, che si tiene nel
quadro del IX Convegno nazionale di Ortodonzia Legge e
Medicina Legale sulla Responsabilità professionale del
Team odontoiatrico, si articolerà in almeno due momenti:
il primo riguarda gli aspetti giuridici del cosiddetto “Cambio
passo”. Che cosa significhi, lo spiegheranno medici e
giuristi di valore. Il secondo è costituito dalla presentazione
di un libro dedicato alla storia dell’ortodonzia italiana.
Quale modo migliore per festeggiare la nascita di 40 anni
fa, infatti, se non ricordare i Grandi Vecchi e gli Eventi della
specialità, che in spirito pionieristico hanno
contribuito all’attuale grandezza? A pag. 7
Dentaurum made
in Germany e Italy
La storia si ripete, come si dice comunemente.
Cosa che è puntualmente avvenuta anche nel
caso della Dentaurum, Gruppo dentale tedesco
“realtà unica al mondo” che quest’anno celebra
il 130 anno di vita, e della sua filiale italiana di
Bologna, nata nel dopoguerra come Azienda
indipendente e entrata in società con la Casa
teedesca una trentina di anni fa. Due storie
di inventiva,
coraggio
imprenditoriale e
passione. Made
in Germany e in
Italy: due storie
parallele.
A pag. 14
Il duomo di Modena
Festa, un atleta
dell'Ortodonzia
Felice Festa: "La Maratona per
me è lo yoga degli occidentali.
Quando la mattina alle 4 -5
corro lungo il mare ci sono le
stelle , la luna in quei momenti
il ritmo del respiro e la tecnica
di corsa,che è una tecnica di
equilibrio posturale e mentale estremamente
raffinata pongono l’individuo in una situazione
di equilibrio con il Cosmo al fine di prepararlo
al successivo incontro con la dura realtà
quotidiana con l’ossigenazione e la carica vitale
necessaria ad affrontare la foresta africana di
ogni giorno, dalla quale ritengo non siamo mai
realmente usciti da oltre sei milioni di anni".
A pag. 15
Iscrizioni SUSO 2016
SUSO (Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, 1976)
Siamo l’unico puro Sindacato di categoria.
Uniamo TUTTI gli Ortodontisti
(specialisti, esclusivisti, prevalentisti) d’Italia.
Siamo in crescita perchè riconosciuti, presenti ed attivi a livello
intersindacale, Ordinistico e politico (locale e nazionale).
Offriamo una serie di servizi fondamentali per la gestione
quotidiana della professione: consulenza legale e fiscale, formule
assicurative personalizzate [professionali RC, TFR, Investo
nell’ORTO) e personali], analisi ed informazioni su tutte le varie
normative (vecchie e nuove) che regolano la nostra professione,
incontri regionali-provinciali-nazionali su tematiche di particolare
interesse sindacale, consigli etici-gestionali-comportamentali, SUSO
News, la nostra rivista che, nella nuova versione, è a cadenza
ANNO XIV N. 1 - 2016
SUSO news
Notiziario d’informazione
del Sindacato Unitario
Specialità Ortognatodonzia
SUSO
Largo Re Umberto, 104
10128 Torino
Tel. 011.50 28 20
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martedì e venerdì 09:00 - 13:00
mercoledì 9:30 - 13:00 / 13:30 - 18:00
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REDAZIONALE
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02
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dell’Ortodonzia Italiana ed Internazionale.
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€ 20 specializzandi 1° anno di Specialità
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specializzando al 2° o 3° anno o masterizzando
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William Manuzzi
IN REDAZIONE
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Dadatsi Kalliope, Alberto Laino, Laura Antonia Marino,
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SCIENZA E TECNICA
Niente patente per i pazienti OSAS: troppi incidenti con morti e feriti
Il 13 gennaio è stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge che, recependo le direttive europee, regola il rilascio ed il rinnovo delle patenti di guida a conducenti affetti da disturbi del sonno,
causa di una grave ed incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell'attenzione non adeguatamente controllate con le cure prescritte.
Recenti dati segnalano che ogni anno, in Italia, l' OSAS provoca oltre 17.300 incidenti stradali con più di 250 morti e 12.200 feriti, senza considerare gli enormi costi socio-sanitari conseguenti: 1.5 milioni di
euro/anno, solo nel nostro Paese. Nella popolazione adulta l'OSAS di grado moderato e grave è pari a circa il 50% nell'uomo e circa il 23% nella donna. Per prevenire la comparsa o per arrivare ad un miglior
controllo di questo disturbo sono utili la precocità della diagnosi e un trattamento ottimale, numerosi pazienti affetti da OSAS comunque non sanno di esserlo.
Il decreto prevede che, con un adeguato trattamento sanitario che riesca a migliorare le condizioni dell'autista, si possa riconcedere l'idoneità alla guida. Ed è su questo fronte, come più volte detto su queste
pagine, che può e DEVE entrare in gioco l'Ortodontista che, con dispositivi intra orali poco invasivi, può trattare questo invalidante e diffuso disturbo.
Susonews
Il ruolo dell'Ortodontista nel trattamento
delle apnee ostruttive del sonno: cenni di terapia
La scelta della terapia dell'OSAS dipende ovviamente dalla diagnosi e dagli obiettivi del trattamento.
Sicuramente fondamentali sono la terapia medica e, soprattutto, le norme comportamentali: la perdita
di peso, la riduzione del vizio del fumo e dell'assunzione di alcolici diventano un fattore chiave nel
miglioramento del quadro patologico.
La posizione supina, durante il sonno, aumenta
la costrizione delle vie aeree superiori, favorendo
fenomeni apnoici.
In questi pazienti si possono utilizzare tecniche che
contrastino il sonno in posizione supina: palline da
tennis inserite in tasche applicate appositamente
nella parte posteriore del pigiama, in regione
interscapolare, o piccoli cuscini che costringono
a dormire sul fianco.
La terapia chirurgica può risultare risolutiva nei
bambini (adenotonsillectomia) e negli adulti
Fig. 1 Terapia ventilatoria
(tracheotomia) oppure di aiuto, sempre negli
adulti, mediante varie tipologie di interventi
[tonsillectomia, setto, turbinoplastica, UPPP (Uvulo Palato Faringo Plastica)] e altri.
Sicuramente più efficace risulta la chirurgia maxillo-facciale: l'avanzamento bimascellare raggiunge
percentuali di successo dal 95 al 98% anche se, ovviamente,
richiede una grandissima motivazione vista l'invasività dell'
intervento.
In ogni caso, la terapia ventilatoria (CPAP: Continuous Positive Airway
Pressure) {fig. 1} rappresenta, ancor oggi, il trattamento più usato nei
casi di OSAS anche se la scarsa collaborazione riscontrata ha spinto
l' American Academy of Sleep Medicine a spostare le proprie linee
guida a favore dell' uso di dispositivi intraorali (OA: Oral Appliance).
Quest'ultima è sicuramente la metodica che ha avuto, negli ultimi
anni, il maggior sviluppo con la nascita di una grande quantità di
dispositivi, solo alcuni dei quali però sono stati riconosciuti validi
dal FDA (Food and Drug Administration).
Fig. 2 Lastra
Lo scopo di tali apparecchi è di mantenere o aumentare la pervietà
delle vie aeree posteriori avanzando e mantenendo chiusa la
mandibola {fig. 2} con effetto principale sulla dimensione trasversale
Individuate fibre muscolari uniche
nell’apnea notturna e nel russamento
Secondo una notizia pubblicata da Dental Tribune
International e ripresa online il 24 novembre dal
Journal of Anatomy in un articolo dal titolo
"Unique expression of cytoskeletal proteins in
human soft palate muscles", alcuni ricercatori
svedesi di Umeå, per meglio conoscere il ruolo
dei muscoli superiori delle vie aeree in caso
di disturbo del sonno nell’apnea ostruttiva, del
linguaggio e nella disfagia, hanno individuato fibre
muscolari uniche nel palato molle della bocca,
apparentemente presenti in maggior numero tra
russatori e pazienti affetti da apnea notturna.
Nell’indagine – continua l’articolo pubblicato on
line - il team di ricercatori dell’Università di Umeå
ha verificato che le vibrazioni del russamento e
lo stiramento del tessuto possono causare danni
neuromuscolari alle vie aeree superiori con effetti
anche nell’apnea ostruttiva oltre a disfunzioni della
deglutizione.
Nella comparazione tra i muscoli di soggetti sani e
di pazienti affetti da apnea ostruttiva, si è scoperto
– continua - un gruppo di fibre muscolari uniche
presente nei russatori e in coloro che soffrono di
apnea. La loro ubicazione è nel palato molle della
bocca sia dei neonati che degli adulti.
"Queste fibre hanno uno speciale accumulo
molecolare con assenza, o con struttura modificata,
di alcune proteine chiave – dice Shah Farhan
del Department of Integrative Medical Biology
dell'Università di Umeå – Con nostra sorpresa
l'assenza di tali proteine è stata riscontrata solo
nelle malattie genetiche dei muscoli ".
La scoperta porta ad una comprensione più
profonda dell’evoluzione specialistica e della
complessa anatomia e fisiologia delle vie aeree
superiori.
Secondo Shah, nell’analizzare la funzione e
la patologia nei muscoli orofaringei, la futura
ricerca dovrà tener conto delle caratteristiche
biomeccaniche delle fibre e della loro particolare
“citoarchitettura”.
"Ci auguriamo che i nostri risultati, così significativi,
conducano a strategie di trattamento nuove e di
maggior successo.
E’ solo un passo, ma importante, di un lungo
cammino " ha concluso Per Stål, professore
associato del Department of Integrative Medical
Biology.
Fig. 3
e sagittale della regione retro linguale e retro palatale.
I dispositivi intraorali possono essere preformati
{fig. 3} o individuali {fig. 4}, che garantiscono
sicuramente una maggior stabilità in bocca.
Confrontando i risultati ottenuti con tali dispositivi
rispetto ai trattamenti alternativi sopra citati, si può
affermare che gli OA sembrano essere diventati una
scelta fondamentale nel trattamento dell' OSAS,
più accettati della CPAP e decisamente meno invasivi
della soluzione chirurgica.
Fig. 4 Foto intraorale
Ringrazio sinceramente il Prof. Luca Levrini ed il Dr.
Federico Migliori dal cui lavoro ho tratto questo breve articolo, conclusivo, da parte mia, sull' argomento
e che spero possa essere di ulteriore stimolo ad intraprendere, come Ortodontisti, questo interessante
cammino.
William Manuzzi
Saltare il sonno raddoppia le possibilità
di… firmare una dichiarazione falsa
Una ricerca dell’Università del Michigan ha
confermato che saltare ore di sonno raddoppia le
possibilità di firmare una dichiarazione falsa.
La deprivazione del sonno potrebbe portare a
confessare crimini non commessi. Secondo una
per certi versi inquietante ricerca, chi rimane
sveglio per 24 ore di seguito, ha un rischio di
rendere una falsa confessione di 4,5 volte più alto
di quanto potrebbe succedere a una persona che
ha riposato per otto ore durante la notte precedente.
Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università
statale del Michigan prospettando implicazioni, per
esempio, per le forze di polizia e le loro metodiche di
interrogatorio delle persone sospettate. La ricerca,
che è stata pubblicata su Pnas, è stata condotta da
un team guidato da Kimberly M. Fenn e rappresenta
la prima prova dell’esistenza di questa dinamica
mentale.“Per la prima volta”, ha spiegato Fenn,
“siamo stati in grado di certificare questa tendenza
della mente umana. Si tratta di una pietra miliare
nello studio del comportamento degli esseri umani
privati del sonno”. Secondo quanto riportato da un
comunicato dell’Università del Michigan, la false
confessioni sarebbero alla base di una percentuale
variabile tra il 15 il 25 per cento delle condanne
ingiuste. Gli scienziati americani, per avere
conferma sperimentale di questa ipotesi, hanno
arruolato 88 persone che sono state impegnate
per una settimana di seguito con varie attività al
computer e test cognitivi eseguiti all’interno di un
laboratorio. Il tutto è stato registrato su un modulo
che ha riassunto in maniera dettagliata, punto per
punto, gli “esercizi” svolti. L’ultimo giorno di test, a
metà dei partecipanti è stato consentito dormire otto
ore, mentre le altre persone sono rimaste sveglie
tutta la notte. Prima di abbandonare il laboratorio,
a tutte le persone è stato chiesto di firmare una
dichiarazione falsa rispetto alle attività svolte
durante la settimana.In maniera sconcertante, il 50
per cento delle persone sottoposte alla privazione
del sonno ha firmato la falsa confessione, rispetto
al solo 18 per cento dei soggetti che aveva riposato.
Le persone che non avevano dormito, inoltre,
hanno totalizzato un punteggio più basso nei test
dei riflessi cognitivi, che sono legati al quoziente
intellettivo. La raccomandazione degli scienziati
americani, quindi, è quella di studiare con maggiore
attenzione lo status cognitivo dei sospetti prima
di sottoporgli una dichiarazione da firmare. La
soluzione potrebbe essere somministrare alle
persone da interrogare un semplice e rapido test,
già esistente, in grado di stabilire l’eventuale
influenza della mancanza di riposo sulla mente.
(Da Galileo Giornale di scienza del 13 febbraio)
03
SCIENZA E TECNICA
Terapia ortodontica, parodontopatia e recessioni
gengivali: una questione di causa - effetto
E’ ancora aperta la
questione tra causa
ed effetto tra terapia
ortodontica, parodontopatia
e recessioni gengivali.
Riconosciuta nel linguaggio
clinico di Dottori in Igiene
Laura Antonia Marino
dentale, di mediciodontoiatri ortodontisti la definizione di recessione
così come definita “migrazione del margine
gengivale in senso apicale oltre la giunzione
smalto cemento con conseguente esposizione
della superficie radicolare vestibolare, linguale ed
interprossimale si evidenzia in molti studi la ricerca
e la volontà di verificare possibili correlazioni.
Il “consensus report - mucogingival therapy
ann periodontol 1996; 1: 702 -706 the etiology
and prevalence of gingival Recession Kassab M.
Cohen R.J Am Dent Assoc 2003; 134: 220 – 225
ne enuncia tali intenzioni.
Nello Studio di Castronovo g. et all gingival
recession: epidemiological research. Università
degli Studi di Trieste pubblicato sulla rivista italiana
di igiene dentale 2006 mag-ag ; 2 (2): 24 sono
riportati dati che consentono di visualizzare
l’andamento della lesione per cause diverse come:
lo spazzolamento 97%, malattia parodontale
47% , frenuli 46%, fattori traumatici 36,68%,
malposizione 37% , placca batterica 13,02%,
fattori fisiologici 3,30 % descritti per valore più
rappresentativo che delineano la multifattorialità
della questione.
Da chi correla, associa a chi non intravvede nesso
causale tra terapia ordonontica e recessioni.
Risulta però che il
dato riguardante le
cause parodontali
è confermato
anche dall’America
Accademy
PeriodontologyPrevalence of
gingival recession:“
Prevalence of
Periodontitis in
Adults in the
United States: 2009
and 2010 Eke PI,
Dye BA, Wei L, Thornton-Evans GO, Genco RJ -J
Dent Res. 2012 Oct, 91 (10): 914 – 920. Epub.
2012 Aug 30 dove si rileva che il 47,2% degli adulti
indagati soffre di parodontite e che il 47%
ha evidenziato delle recessioni.
La pubblicazione “The effects of orthodontic therapy
on periodontal health: a systematic review of
controlled evidence -AM Bollen, J Cunha-Cruz, DW
Bakko, GJ Huang, and PP Hujoel. Review published:
2008, gli autori concludono che vi è una mancanza
di prove attendibili sugli effetti del trattamento
ortodontico per le malocclusioni sulla salute
parodontale.
Il Lavoro conclude che
l’evidenza esistente
però suggerisce che il
trattamento ortodontico
ha piccoli effetti dannosi
sulla salute parodontale.
E’ altresì utile ricordare
al proposito alcuni
importanti autori che
hanno orientato molti
professionisti e che mi
hanno consentito di
sintetizzare la sinergia
tra terapia ortodontica e salute parodontale in
quattro punti oggetto della Relazione “Ortodonzia
ed Igiene Dentale: presupposti biologici e clinici”
presentata all’Expo di Novembre 2010 Laura
A.Marino)
si rispettano tutte le componenti biologiche
interessate. Più il parodonto è sano più risponde
qualitativamente e quantitativamente e si realizzano
spostamenti dentali con tutto il suo parodonto
sano.”-situazione su parodonto ridotto (Boyd et
all. 1989 - Artun, Urbye 1988) “Il movimento
dentale con parodonto ridotto non causa ulteriore
significativa perdita di attacco (max. 0,3 mm.)”
-situazione su parodonto guarito prima della
terapia (Nelsen , Artun 1997 - Re et All 2000)
“La terapia ortodontica ben condotta, ripristinando
l’occlusione, può rappresentare un fattore
migliorativo non aumentando il rischio di recidiva
della parodontopatia”
-situazione su parodonto malato (Kessler 1976-)
“La combinazione di flogosi, forze ortodontiche e
trauma occlusale può produrre una distruzione
più rapida di quella che si avrebbe con la
sola parodontopatia”. Quattro punti dove gli autori
tracciano e forniscono su basi scientifiche scelte
ortodontico parodontali difficilmente scindibili e che
potranno costituire un primo approccio predittivo del
risultato della terapia limitando il più possibile fattori
di rischio. Questi i presupposti base che possono
guidare la nostra pratica clinica preventiva e di cura.
-situazione su parodonto sano (Heitersay 1973
-Ingber 1974) “Se, nel movimento ortodontico,
Laura Antonia Marino
Ricerca svedese associa ai disordini temporomandibolari
il piercing e la gomma da masticare
La Rivista Dental Tribune International ha dato notizia di una ricerca fatta a Goteborg, in Svezia secondo
la quale la gomma da masticare e i piercing, comuni tra gli adolescenti, provocherebbero entrambi una
maggior attività muscolare e sovraccarico. Per approfondirne i legami, la ricerca si è soffermata sull'impatto
che hanno le “parafunzioni” orali (tipo mordere le unghie, chewing gum o matita) sui sintomi presenti nei
disordini temporomandibolari (TMD) di un gruppo di studenti delle superiori.
I dati relativi alle parafunzioni orali e ai sintomi di TMD
sono stati raccolti tramite un questionario. – riferisce
Dental Tribune - Su 116 studenti delle Superiori svedesi,
sonno stati condotti inoltre un esame clinico del sistema
temporomandibolare e una valutazione dell’usura dentale.
Le analisi hanno mostrato che l’86 per cento degli
studenti ha masticato regolarmente la gomma e che il 14
per cento possedeva un piercing orale. Tra i “masticatori”,
il 25 per cento ha riferito di farlo ogni giorno. Quanto ai
sintomi della TMD, che fanno la loro comparsa almeno
una volta alla settimana, il 39 per cento ha accusato mal
04
di testa, il 18 per cento un rumore secco, il 7
per cento un dolore facciale e il 6 per cento
una difficoltà nell’aprire ampiamente la bocca.
I risultati hanno inoltre dimostrato che le
ragazze del gruppo analizzato – che avevano
più piercing orali e masticavano la gomma più
di frequente – hanno confermato mal di testa
ricorrente, più dei ragazzi, e sintomi più gravi
della TMD, nonché un maggior utilizzo di analgesici e di visite mediche rispetto ad essi.
Nel complesso, nel gruppo esaminato, l'uso della gomma potrebbe essere associato a sintomi della TMD
come mal di testa, difficoltà ad aprire bene la bocca, fragilità delle articolazioni temporo-mandibolari e
dei muscoli. Inoltre, i piercing orali sono stati collegati al mal di testa e alla dolorosità muscolare; mentre il
mangiarsi le unghie quotidianamente è stato associato al mal di testa e all’usura dei denti. Lo studio riferito
da Dental Tribune ed intitolato "Oral parafunctions, piercing and signs and symptoms of temporomandibular
disorders in high school students", è stato pubblicato il 30 novembre sulla rivista Acta Odontologica
Scandinava.
INCONTRI E CONGRESSI
Memorial S. Martino “Francesca Miotti” visto da una giovane collega:
“Un confronto da cui trarre validi insegnamenti
San Martino di Castrozza immersa nella neve
Un lungo viaggio, tante curve e una bella salita
di montagna mi hanno consentito di raggiungere
nell’ultimo week end di gennaio la splendida San
Martino Di Castrozza, per partecipare al secondo
convegno invernale “Memorial Prof. Francesca
Ada Miotti” organizzato dal SUSO in collaborazione
con la Società Italiana di Odontoiatria Forense e
con il Sodalizio Triveneto degli Odontostomatologi
e Chirurghi Maxillo Facciali ospedalieri.
Un contesto meraviglioso, la cui unica pecca era la
mancanza di neve, che pare fosse invece presente
nella precedente edizione a completare il quadro
dolomitico.
Si trattava del primo evento a cui ho partecipato
da quando sono Presidente Provinciale SUSO di
Udine. Vorrei poter dire un evento organizzato
da me, ma il merito va ad Antonio Miotti e
a Franco Pittoritto, mio
predecessore, che mi hanno
aiutato e sostenuta dandomi
indicazioni e recapiti per
poter seguire la pratica ECM.
Insomma hanno fatto tutto
loro! Sono stata accolta da
un'atmosfera rilassata e aperta
al dialogo, ho apprezzato le
esposizioni esaurienti dei
relatori. Gli argomenti scelti
si sono dimostrati quanto
mai interessanti, fonte di
riflessioni per la vita lavorativa
di ogni giorno. Essendo
presenti colleghi di tre
branche diverse: Chirurghi
Maxillo-facciali, Medici legali
e Odontoiatri Specialisti in Ortognatodonzia è
stata un'occasione per mettere a confronto
esperienze diverse e trarre
da ciascuna validi insegnamenti.
Di particolare interesse, a parer mio, il tema
trattato nella giornata di sabato 30 gennaio, del
rispetto dell'etica tra medico e paziente: in un
contesto come quello attuale, in cui le controversie
legali e le cause sono in agguato e in cui si fa
sempre più ricorso alla medicina difensiva, trovo
molto utile potersi confrontare coi colleghi su
strategie da adottare, protocolli e linee guida.
Tali argomenti sono stati egregiamente trattati
da Pierpaolo Di Lorenzo, Professore associato di
Medicina Legale di Napoli, da Dario Betti, Docente
di Medicina legale di Padova, da Carlo Moreschi,
Docente di Medicina legale di Udine e da Giacomo
Mario Flammini, medico legale, nel corso di una
Tavola Rotonda condotta da Fulvio Campolongo,
Primario Maxillo-facciale dell’Ospedale di Trento.
Argomenti tutti
di grande attualità, come l'ancoraggio scheletrico,
di cui ha parlato Cosimo Napolitano, Consulente
di Ortognatodonzia di Udine e la piezocision,
trattata da Giovanni Freschi, Dirigente Medico
della SOC di Chirurgia Maxillo-Facciale di Udine,
da Franco Pittoritto, Consigliere Nazionale SUSO e
SIOF, e da Gabriella Ceretti, anch'essa Consigliere
Nazionale SUSO e SIOF.
Certamente tecniche innovative e ancora poco
diffuse, ma che potrebbero presentarsi come
interessanti opportunità per ridurre i tempi di
trattamento e risolvere casi complessi in pazienti
adulti.
Nella giornata di venerdì 29, sono invece stati
trattati argomenti di interesse implantologico
magistralmente esposti da
Giuseppe Ferronato,
Ordinario di Chirurgia
Maxillo-Facciale
dell’Università di Padova,
mentre Alessandro
Cucchi ha parlato della
nuova frontiera degli
ancoraggi implantari
a livello della lamina
pterigoidea, valida
alternativa all’intervento
di grande rialzo di seno
mascellare.
Le problematiche
di carattere medico legale
relative all’esercizio
dell’implantologia sono poi
state trattate nel corso della
Tavola Rotonda condotta da
Ceretti, Pittoritto, Betti e Di Lorenzo ed aperta a
tutto l‘uditorio, nel corso della quale è emersa la
necessità della presenza di un medico legale e di
un odontoiatra per avere una corretta valutazione
peritale in tema di responsabilità professionale.
Giulia Michelini
Presidente Provinciale SUSO Udine
L'Italia con Marzia Segù al 151°
Midwinter Meeting di Chicago
Al 151° Midwinter Meeting di Chicago, in programma dal 25 al 27 febbraio al Mc Cormick Place West
su iniziativa della Chicago Dental Society, relatrice Marzia Segù, Consigliere Culturale AIO e Presidente
della Società Italiana di Odontoiatria nella Medicina del Sonno in un corso sul ruolo dell’odontoiatra
nella gestione dell’apnea ostruttiva notturna (OSAS). Su questo tema l’’Italia sta vivendo un momento
cruciale con la pubblicazione nel 2015 delle Linee Guida ministeriali per il paziente adulto e la prossima
pubblicazione di quelle per il bambino oltre all’emanazione della legge sull’OSAS e la sicurezza stradale
in tema di rilascio/rinnovo delle patenti. La Segù è tra i redattori esperti delle Linee guida: da anni tiene
incontri per (in)formare i colleghi sulla materia. Con la Simso ogni settembre organizza gli Sleep Days,
kermesse di una settimana che tocca, popolazione, medici e odontoiatri.
«La Medicina del sonno –spiega la Segù - è una disciplina di team, che coinvolge
medici di Medicina Generale, Pneumologi, Neurologi, Otorinolaringoiatri,
Chirurghi Maxillo-Facciali e Odontoiatri. Le apnee ostruttive sono una patologia
che se non trattata si ripercuote nella vita quotidiana, con importanti
ripercussioni sul distretto cardiocircolatorio, in particolare. Insieme agli Sleep
Days e a corsi “made in AIO”, le Linee guida nazionali cercano di dare un taglio
pratico al contributo informativo, insostituibile che la professione può offrire al
paziente. L’Odontoiatra infatti ha un ruolo importante nel conoscere le
malocclusioni e nell’identificare i pazienti da trattare, da mandare al medico e
allo specialista». Tra i vari incontri scientifici sul tema, il Congresso Nazionale
SIMSO di Odontoiatria nella Medicina del Sonno,che si terrà l’11 settembre a
Bologna. Aprirà una settimana tutta dedicata alle società scientifiche nazionali ed
europee più importanti ( EADSM, AIMS e ESRS, società europea dei ricercatori sul sonno.
«Oggi –continua la Segù– l’odontoiatra italiano può diventare esperto in disturbi respiratori del sonno
seguendo il corso residenziale di Francesca Milano a Bertinoro (febbraio). Al termine si può accedere
ad un esame con prova scritta a quiz e presentazione di casi clinici, che dà diritto ad un “Certificato da
Esperto in disturbi respiratori nel sonno SIMSO” e che permette di accedere all’esame di certificazione
europeo da esperto (Expert Level Accreditation della European Academy of Dental Sleep Medicine EADSM).
Per Segù è indispensabile riprogettare l’odontoiatria in funzione della prevenzione e promuovere una
rete di odontoiatri-sentinella. Partendo dai problemi odontoiatrici dei pazienti, gli Odontoiatri possono
interfacciarsi con i medici per analizzare le relazioni con le malattie sistemiche dell’organismo e
pianificare le migliori cure. Allo stesso modo però ci vogliono vere e proprie sentinelle anche per chi
soffre o rischia di soffrire in età matura di apnee ostruttive.
Bisogna innanzi tutto far capire alla gente, ma anche al sistema sanitario nazionale in cerca di operatori
che mettano in pratica una sussidiarietà efficiente e accessibile per il paziente, che il dentista, con il suo
lavoro quotidiano sulle arcate dentarie e sul cavo orale, è il primo a identificare i problemi di russamento
e le possibili apnee notturne. Spesso – dice – è la figura più adeguata a indirizzare, con poche precise
domande, chi soffre della patologia ».
Susonews
05
INCONTRI E CONGRESSI
Roma e Firenze: la presidenza Allegrini
Due grandi appuntamenti SIDO 2016
Silvia Allegrini, eletta Presidente SIDO per il 2016, ha detto in un’intervista che
la sua prima partecipazione alla vita diretta del Consiglio Direttivo SIDO risale
alla Presidenza Giorgetti. Parlando dell’elezione aggiunge che si tratta di una
“responsabilità enorme, accettata con spirito di servizio e umiltà” e che si inserisce
nel lavoro di gruppo che il nuovo statuto esprime.
Il primo momento pubblico sarà l’International Spring Meeting 2016.
All'Auditorium della Conciliazione a Roma si coglierà un respiro di interdisciplinarietà (l'incontro sarà
in collaborazione con AIOP): “In una giornata e mezza - dice - un’equipe di specialisti odontoiatri e
chirurghi di eccellenza simuleranno il lavoro di pianificazione multidisciplinare 2 e 3-D, con
la partecipazione in 3-D del pubblico”. Al centro dello Spring la costruzione del volto e del sorriso del
paziente, per rispondere in modo adeguato alle sue aspettative estetiche, a seconda dell’età, delle
richieste e finalità terapeutiche, con l’analisi dell’aspetto psicologico a complemento.
Ad arricchire lo Spring il sabato pomeriggio sono in programma 3 corsi post-congressuali: quello
principale in Auditorium sulla pianificazione 3-D ortodontico-chirurgica, mentre, nel nuovo ambiente
Lounge-Restaurant una introduzione alla tecnica bidimensionale con la società SITEBI e la Talents’
Factory, che ritornerà quest’anno particolarmente interattiva con “Reading Orthodontics” ed il
“Presentation wizard”.
Nel sottolineare l’abnegazione e spirito di servizio con cui i presidenti SIDO hanno servito la
società, “L'anno 2016 – dice - sarà l'anno della razionalizzazione e semplificazione”. Accenna alla
modernizzazione nella forma e contenuti del sito www.sido.it, strumento importante di comunicazione
che va ad aggiungersi ad una spending review che aumenti gli investimenti per l’immagine
dell’Ortodonzia e del socio SIDO e le attività verso di lui, allo stimolo alla curiosità attraverso una
programmazione culturale dall’indirizzo fortemente interattivo, guardando al futuro. Il tutto riassunto
in quello che suona come uno slogan efficace: “Ciascuno di noi è "il socio SIDO" ed è al centro del mio
interesse”.
VI è poi l’altro evento scientifico del 2016, il Congresso Internazionale di Firenze, dal 13 al 15 Ottobre
a Fortezza da Basso. Intitolato "Patient-important outcomes in Orthodontics" ha un grande respiro
internazionale ed è focalizzato sull’'importanza clinica delle informazioni emergenti dall'evidencebased medicine. E’ anch’esso “il risultato della pazienza e collaborazione di tanti colleghi ed amici
italiani e non”. Sono previste 4 sessioni parallele il venerdì ed il sabato, con una sessione SIDO-ORTEC
ed una sessione in collaborazione con AIOP. Consentirà al socio di uscire già con 50 punti ECM per il
2016 ad un costo di pacchetto uguale al 2014. Il vantaggio per il socio nel 2016 è di avere due grandi
eventi internazionali “a casa nostra”, in SIDO. Il programma conviviale del 2016 prevede eventi unici e
tali da “farci godere: i contenuti scientifici, Roma, Firenze e l'incontro con tanti amici.
Credo proprio che ogni socio apprezzerà”.
A cura di
Claudia Tosi
Corso di Odontoiatria Forense
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Per informazioni sul nuovo corso di perfezionamento
consultare il sito: www.siofonline.it
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emmeduegroup.it
06
RILANCIO IN SUSO
8/9 aprile Modena,
un appuntamento imperdibile
IX Convegno Ortodonzia Legge e Medicina Legale
Cari Amici,
Modena e l’incontro di Ortodonzia Legge e Medicina Legale rappresentano
l’appuntamento biennale ormai arrivato alla IX edizione a cui anche SIDO
è invitata. In questo momento formativo, da noi ideato e realizzato, gli
argomenti trattati hanno sempre un rapporto stretto con problematiche
concrete professionali. Il ricco programma di questa edizione spazia su
questioni che vedono al centrodell’ attenzione i rapporti della responsabilità professionale nel
Team Ortodontico. focalizzando l’interesse anche sulle nuove modalità di collaborazione che
abbiamo con i nostri consulenti. I collaboratori che interagiscono con noi quotidianamente sono
gli Odontotecnici nella realizzazione del dispositivo, gli Igienisti dentali nella motivazione e
controllo del parodontoe i logopedisti per le possibili terapie mio funzionali.
Tutti in varia misura collaborano al piano terapeutico per ottenere il meglio del risultato
clinico ortodontico. Gli scenariche si presentano, nel rispetto delle regole professionali delle
collaborazioni, sonomolteplici sotto il profilo di responsabilità fiscale e legale, a tutela della
salute orale dei nostri pazienti.
Queste realtà sono molto complesse e gli Ortodontisti, soprattutto
i più giovani, trovano a Modena gli strumenti più utili per migliorare
la conoscenza dei problemi gestionali e legali delle varie forme di lavoro
e consulenza nelle strutture che li ospitano.
Tutte problematiche che richiedono un approfondimento costante e che
rendono Modena un appuntamento imperdibile!
Ci vediamo a Modena!
Pietro di Michele
Alberto Laino
07
NORME E PRASSI
Tutto chiaro per il 730 precompilato? Molti ancora i chiarimenti attesi
Trascorso ormai il termine del 9 febbraio 2016 (prorogato dal 31 gennnaio)
nel quale doveva essere fatta la comunicazione per via telematica al Sistema
Tessera Sanitaria vediamo quali sono ancora le zone d’ombra della complessa
normativa con il consulente fiscale del Suso, Maurizio Tonini
La trasmissione al Sistema Tessera Sanitaria dei dati relativi alle prestazioni
sanitarie erogate nell’anno scaturisce dalla volontà di rendere disponibile ai
soggetti interessati il modello 730 precompilato dall’Agenzia delle Entrate.
E’ stata disposta dall’articolo 3, comma 3 del D. Lgs 21 novembre 2014, n. 175
proprio per questa finalità. In relazione al 2015, sono tenuti all’invio dei dati al
Sistema Tessera Sanitaria i seguenti soggetti:
• iscritti all’Albo dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri;
• farmacie pubbliche e private;
• aziende sanitarie locali (ASL);
• aziende ospedaliere;
• istituti di ricovero e cura a carattere scientifico;
• policlinici universitari;
• presidi di specialistica ambulatoriale;
• strutture per l’erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa;
• altri presidi e strutture accreditati per l’erogazione dei servizi
sanitari.
Tale elenco è tassativo e quindi, come chiarito dalle FAQ pubblicate
sul sito dell’Agenzia delle Entrate, i soggetti non accreditati con il
SSN e che non rientrano tra quelli citati non devono procedere, per
le prestazioni sanitarie pagate nel 2015, ad alcuna comunicazione.
Non risultano pertanto obbligati molti soggetti che di norma erogano
prestazioni sanitarie detraibili ai fini IRPEF come gli ambulatori
o i centri medici, costituiti sotto forma di snc, sas, srl e spa, non
accreditati con il SSN; i fisioterapisti; i logopedisti; gli psicologi; le
parafarmacie; i rivenditori di articoli sanitari; gli ottici.
La L. 208/2015 (Legge di Stabilità 2016) ha esteso l’obbligo di
comunicazione, a decorrere dal 1° gennaio 2016, anche alle
strutture autorizzate per l’erogazione dei servizi sanitari e non
accreditate, ma restano numerosi i soggetti non coinvolti in tale
trasmissione. Quindi finchè non saranno tenuti all’obbligo di
comunicazione tutti i soggetti che erogano prestazioni sanitarie
detraibili ai fini IRPEF, il modello 730 precompilato sarà scarsamente affidabile e poco utilizzabile dai
soggetti interessati.
Devono essere inviati al Sistema Tessera Sanitaria i dati relativi alle prestazioni sanitarie pagate da
privati cittadini nel periodo di riferimento, anche se la data della fattura è di un altro anno. Pertanto, nel
caso di fattura emessa nell’anno 2015, per la quale il pagamento sia stato effettuato nel corso del 2016,
la spesa sanitaria non va trasmessa tra quelle relative al 2015, ma tra quelle relative al 2016.
Per ciascuna spesa sanitaria i dati da trasmettere sono:
• codice fiscale del contribuente o del familiare a carico cui si riferisce la spesa;
• partita IVA e cognome e nome o denominazione del soggetto obbligato alla comunicazione dei dati;
• data e numero del documento fiscale che attesta la spesa;
• data del pagamento;
• tipologia della spesa
• importo della spesa.
Nel caso di studio associato, la comunicazione deve essere effettuata dal medico/odontoiatra
rappresentante (anche tramite intermediario delegato) per conto dello studio, indicandone la Partita
IVA. Come chiarito dalle FAQ nella comunicazione vanno riportati i dati indicati nel documento fiscale
emesso dal medico o struttura sanitaria. Nel caso in cui la fattura sia stata intestata ad un minore,
dovrà essere trasmesso il suo codice fiscale. Non devono essere comunicate le fatture non emesse nei
confronti dei privati cittadini e non relative a prestazioni sanitarie(es. consulenze o prestazioni erogate
ad altri professionisti o soggetti con partita IVA). Quindi l’odontoiatra che presta unicamente consulenze
ad altre strutture o studi medici/odontoiatrici non è soggetto ad alcun obbligo e non è interessato dalla
presente normativa.
La comunicazione deve essere effettuata esclusivamente per via telematica al Sistema entro il 31
gennaio dell’anno successivo. Per il 2015, con il DM 26.1.2016 il termine del 31 gennaio 2016 è stato
prorogato al 9 febbraio 2016. La trasmissione dei dati può avvenire tramite associazioni di categoria
o soggetti terzi, che devono autenticarsi presso il Sistema. Tuttavia (vedi DM 31 luglio 2015) nel caso
di documenti fiscali emessi in forma cartacea (praticamente al momento per la quasi totalità dei
professionisti) i soggetti delegati possono essere individuati solo nell’ambito di coloro che già trattano
per conto del medesimo delegante lo stesso documento fiscale per altre finalità previste dalla normativa
(in altre parole il commercialista che tiene la contabilità per il medico/odontoiatra). Ciascun contribuente
può esercitare opposizione a rendere disponibili all’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle spese
sanitarie sostenute. L’opposizione può avvenire:
• in caso di scontrino parlante non comunicando il proprio codice fiscale;
• chiedendo oralmente al medico o alla struttura sanitaria di annotare l’opposizione sul documento
fiscale. L’informazione dell’opposizione deve essere conservata anche dal medico/struttura sanitaria.
L’Agenzia delle Entrate nelle FAQ pubblicate sul proprio sito ha chiarito che avendo il cittadino diritto di
opporsi oralmente, non si deve né si può chiedere di firmare dichiarazioni, comunicazioni o altro. Se il
cittadino si oppone, l’erogatore deve annotare sulla propria copia
e sull’originale della fattura da consegnare al cliente la frase: “Il
paziente si oppone alla trasmissione al sistema TS ai sensi dell’art.
3 del DM 31.07.2015”.
Inoltre il contribuente può opporsi all’utilizzo da parte dell’Agenzia
delle Entrate delle spese sanitarie trasmesse, accedendo al sistema
dal 1° al 28 febbraio dell’anno successivo al periodo di riferimento
e chiedendo la cancellazione delle spese selezionate. Per le spese
sanitarie del 2015, essendo il termine per la comunicazione al
Sistema prorogato al 9 febbraio 2016, l’opposizione all’utilizzo dei
dati da parte dell’Agenzia può avvenire entro il 9 marzo 2016.
In relazione agli obblighi di trasmissione telematica dei dati relativi
agli oneri deducibili e detraibili, è previsto che in caso di loro
omessa, tardiva o errata trasmissione si applichi una sanzione
di 100 euro per ogni comunicazione, con un massimo di 50.000.
Nei casi di errata comunicazione la sanzione non si applica se
la trasmissione dei dati corretti è effettuata entro i cinque giorni
successivi. Se la comunicazione è correttamente trasmessa entro sessanta giorni dalla scadenza, la
sanzione è ridotta ad un terzo con un massimo di euro 20.000.
In fase di prima applicazione della normativa, per le spese relative al 2015, la Legge di stabilità 2016 ha
stabilito che non si applicano le sanzioni in caso:
• di “lieve tardività” nella trasmissione dei dati;
• di loro errata trasmissione “se l’errore non determina un’indebita fruizione di detrazioni o deduzioni
nella dichiarazione precompilata”.
Non è ancora chiaro cosa si intenda per “lieve tardività” e quali siano i casi della seconda fattispecie.
Sicuramente, comunque, in caso di omessa trasmissione la sanzione è dovuta.
Infine per semplificare gli adempimenti, in via sperimentale, per l’anno 2016, l’obbligo di comunicare le
operazioni rilevanti ai fini IVA (c.d. spesometro) è escluso per coloro i quali trasmettono i dati al Sistema.
Si è tuttavia, in attesa di capire se l’esenzione riguardi tutti i documenti fiscali emessi o solo quelli
per i quali è avvenuta la trasmissione. Se riguardasse solo quelli comunicati al Sistema più che una
semplificazione si tratterebbe di una complicazione.
In conclusione molti sono ancora i chiarimenti attesi, ma soprattutto appare indispensabile, per il
raggiungimento della finalità attesa, che tutti i soggetti che erogano prestazioni sanitarie, la cui spesa è
detraibile dall’IRPEF, siano obbligati alla trasmissione al Sistema Tessera Sanitaria.
Maurizio TONINI
Consulente fiscale SUSO
Antitrust, il Consiglio di Stato accoglie
il ricorso FNOMCeO sulla pubblicità
Nel numero precedente avevamo
comunicato l’avvenuta emanazione
di un sentenza del CdS (Consiglio
di Stato) con la quale il massimo
organo giudiziario amministrativo
aveva annullato la sanzione
importa alla Federazione nazionale
degli Ordini dei Medici (FNOMCeO)
per violazione delle leggi sulla
concorrenza in tema pubblicità.
Riportiamo ora come promesso
il comunicato con la quale la
FNOMCeO e la sua presidente
Roberta Chersevani hanno dato l’annuncio della “assoluzione”.
È stata depositata il 19 gennaio, nella Segreteria del Consiglio di Stato la sentenza che ha accolto
l’appello della FNOMCeO, annullando il provvedimento dell’Antitrust che, nel settembre 2014, aveva
sanzionato la Federazione per un ammontare di 831.816 euro, sanzione poi dimezzata dal Tar Lazio e
successivamente sospesa.
Il Consiglio di Stato ha accolto l’eccezione FNOMCeO, dichiarando prescritto l’illecito amministrativo.
Sulla sentenza, che mette di fatto la parola “fine” a una vicenda che dura da un anno e mezzo, ecco il
08
commento del presidente FNOMCeO, Roberta Chersevani: “Uno dei
primi problemi che ho dovuto affrontare all’inizio del mio mandato –
dice - è stata proprio questa sentenza dell’Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato, che andava a penalizzare gli articoli
del nostro Codice Deontologico, equiparandoci a un’associazione
di imprese.
Ora, la sentenza del massimo organo di giustizia amministrativa
ha accolto l’appello FNOMCeO, annullando il provvedimento di
condanna del settembre 2014, che prevedeva in un primo momento
una multa di oltre 800.000 euro.
La sentenza è per noi una vittoria, anche se i giudici non sono entrati nel
merito della questione.
L’esito di questa vicenda ci consente, in ogni caso, di riaffermare ancora una volta la libertà e
l’indipendenza della Deontologia professionale, e dei suoi principi etici e civili, con l’obiettivo della tutela
dei diritti dei cittadini. Quando
si parla di salute – sottolinea Chersevani - le persone devono essere messe
nelle condizioni di poter scegliere in libertà e consapevolezza, senza subire danni da messaggi
pubblicitari fuorvianti. Auspico – conclude -che questo momento positivo possa essere foriero di altre
situazioni favorevoli, per il cui raggiungimento i medici e gli odontoiatri si dimostrino ancora compatti
nella difesa della professione, che esiste o perché è a tutela della salute dei cittadini”.
NORME E PRASSI
DDL sul lavoro autonomo: professionisti
parificati a piccoli imprenditori
Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al disegno di legge sul lavoro autonomo. Confermati
i fondi europei, formazione deducibile e più tutele di welfare per professionisti e partite iva Il
Consiglio dei ministri ha approvato l'atteso disegno di legge per la tutela del "lavoro autonomo
non imprenditoriale". In Italia come in Europa, i professionisti vengono parificati ai "piccoli
imprenditori". Deducibilità dell'aggiornamento professionale e tutela del credito: Poletti:
"Il rischio più grande di un professionista è che il clienti non paghi".
Il provvedimento, riguarda tutti i prestatori d’opera materiali e intellettuali non imprenditori, quindi anche
i liberi professionisti. Le principali misure sono state anticipate dallo stesso ministro Poletti che ha
messo l'accento sulla novità della copertura assicurativa contro il rischio di insolvenza dei clienti,
"il rischio più grande di un professionista".
La manovra finananziaria ha già contemplato il diritto di accesso dei professionisti italiani ai fondi
strutturali europei, ora questo DDL va a perfezionare la norma, introducendo definitivamente
nell'ordinamento nazionale la parificazione giuridica del professionista
allo status di "piccolo imprenditore". La parificazione dei lavoratori
autonomi ai piccoli imprenditori vale ai fini dell’accesso ai PON
(Programmi Operativi Nazionali) e ai POR (Programmi Operativi Regionali)
a valere sui fondi strutturali europei (Fondo Sociale Europeo (FSE) - Fondo
europeo di sviluppo regionale (FESR)- Fondo europeo agricolo per lo
sviluppo rurale (FEASR)- Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca
(FEAMP).
Agevolazioni fiscali per l'aggiornamento e la tutela del credito
professionale - Al riguardo il DDL introduce misure consistenti nella
deducibilità: del 100%, delle spese sostenute per i servizi personalizzati
di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno
all’auto-imprenditorialità finalizzate all’inserimento o reinserimento
del lavoratore autonomo nel mercato del lavoro; del 100% delle spese
Ministro del Lavoro Giuliano Poletti
per la partecipazione a convegni, congressi e corsi di aggiornamento
professionale, e delle spese per gli oneri sostenuti per la garanzia contro il mancato pagamento delle
prestazioni di lavoro autonomo fornita da forme assicurative o di solidarietà, per favorire la stipula di
tali polizze, favorendo lo sviluppo del mercato assicurativo con abbattimento dei costi per il lavoratore
autonomo.
Maternità e malattia - Viene riconosciuto il diritto di percepire l’indennità di maternità spettante per
i due mesi antecedenti la data del parto ed i tre mesi successivi, indipendentemente dalla effettiva
astensione dall’attività lavorativa, l’estensione della durata e dell’arco temporale entro il quale tali
lavoratori possano usufruire dei congedi parentali, prevedendo che l’indennità per congedo parentale sia
corrisposta per max. 6 mesi entro i primi tre anni di vita del bambino.
Prevista inoltre la sospensione, senza corrispettivo, del rapporto di lavoro dei lavoratori autonomi che
prestano l'attività in via continuativa per il committente in caso di gravidanza, malattia e infortunio, per
non oltre 150 giorni per anno solare, e la sospensione del versamento dei contributi previdenziali e dei
premi assicurativi per la durata della malattia e dell’infortunio fino ad un massimo di 2 anni, in caso di
malattia e infortunio di gravità tale da impedire lo svolgimento dell’attività lavorativa per oltre 60 giorni.
Introdotta infine, una specifica tutela contro la malattia in base alla quale, i periodi di malattia certificata
come conseguente a trattamenti terapeutici di malattie oncologiche, sono equiparati alla degenza
ospedaliera.
“Un atto di equità per rilanciare il Paese”- Battaglia vinta per Acta, Alta partecipazione,
Confassociazioni e Confprofessioni che esprimono soddisfazione per l'approvazione del DDL del lavoro
autonomo, varato il 28 gennaio dal Consiglio dei ministri, una norma attesa che mette la parola fine
alle disparità nel mercato del lavoro. Secondo le associazioni professionali che più si sono battute per
affermare i diritti fondamentali di oltre 2 milioni di lavoratori autonomi, misure quali la deducibilità
integrale delle spese di formazione, il rispetto dei termini di pagamento e l'accesso agli appalti pubblici
e la conferma dei fondi strutturali europei rappresentano una tappa fondamentale per competere sul
mercato dei servizi professionali.
Il rafforzamento di diritti fondamentali sulla maternità, malattia e infortuni sono il segno tangibile di un
rinnovato interesse per una parte importante del tessuto economico del Paese.
Il DDL rappresenta l'inizio di un nuovo percorso di crescita per l'intero Paese. Naturalmente, alcune parti
del provvedimento sono perfettibili nella definizione delle misure di tutela e sul fronte previdenziale e
fiscale, prima di arrivare in tempi rapidi all'approvazione finale in parlamento.
Professionisti, studi di settore verso la pensione - Il viceministro Luigi Casero: «Strumento inutile
per i professionisti, che hanno una contabilità di cassa» I professionisti potrebbero liberarsi degli studi
di settore. Per contrastare l’evasione fiscale in modo efficace verranno potenziate la fatturazione
elettronica e la trasmissione telematica delle operazioni soggette a Iva. Contenuto nell’atto di indirizzo
sugli obiettivi di politica fiscale 2016–2018 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l'intento è stato
confermato dal ministro Pier Carlo Padoan, durante il question time alla Camera il 27 gennaio, e anche
dal viceministro Casero, intervenuto l’indomani al convegno Telefisco de Il Sole 24 Ore.
«Per favorire un sistema fiscale più semplice, durante l'anno interverremo subito sugli studi di settore.
È uno strumento – ha sottolineato – da rivedere in relazione all'evoluzione dei tempi. Riteniamo che
per i professionisti, che hanno una contabilità di cassa, ci sia la necessità di intervenire in solo modo:
abolendoli. È inutile mantenere gli studi di settore per i professionisti. Comunque sia – ha concluso interverremo per una semplificazione generalizzata. È una richiesta avanzata dalle professioni che può
essere accolta».
Nell’atto di indirizzo si legge infatti che la revisione degli studi di settore verrà condotta “per renderli
maggiormente efficaci e massimizzare l’attendibilità delle stime, assicurandone al contempo la
semplificazione anche attraverso la riduzione del loro numero”. Secondo alcune anticipazioni, si
dovrebbe scendere dagli attuali 204 modelli a 170, mentre i circa 2mila cluster, cioè i gruppi omogenei
di ricavi e compensi, dovrebbero essere sostituiti dai “modelli organizzativi di business”(MOB).
Fonte: Confprofessioni
La Dental School di Torino
nuovo centro low cost?
Su "La Stampa" di giovedì 8 dicembre è stato
pubblicato l'articolo intitolato "La Dental School della
Città della Salute ora sfida i privati" nel quale viene
segnalato il debutto del servizio odontoiatrico aperto
al pubblico con prezzi concorrenziali rispetto a quelli
applicati negli studi privati.
Ma non è concorrenza leale? No di certo! Negli
studi privati, tutti i costi (mutuo, affitto, attrezzature,
leasing, dipendenti, collaboratori, materiali,
laboratori, luce, telefono, tasse varie devono essere
sostenuti dal titolare, in qualsiasi forma esso sia. E
nelle strutture pubbliche? Tutti i costi sono a carico
della Comunità ed in più viene utilizzato il lavoro di
neolaureati e/o specializzandi "a costo zero".
Forse che non si sapeva che l'idea "Dental School"
sarebbe stata economicamente fallimentare?
Quanto è costata ai cittadini in tutti questi anni? E
adesso? Adedsso devono fare cassa "per coprire le
spese".
Il servizio pubblico dovrebbe dedicare i propri
sforzi alle persone con grossi problemi economici
e/o di salute che difficilmente si possono rivolgere
alle strutture private e quindi, tra le due posizioni,
non dovrebbe esserci concorrenza (sleale) ma
collaborazione. Non bastavano le società di
capitali, i franchising, i low cost privati. Adesso
bisogna combattere anche i nuovi "centri low cost”
universitari e/o ASL. Assurdo.
William Manuzzi
Mutui ENPAM: agevolazioni
per gli Under 35 con Partita Iva
Un bando da 100 milioni di euro per finanziare mutui
riservati a medici e dentisti. La Fondazione Enpam ha
pubblicato online il documento che anche per il 2016
mette a disposizione dei suoi iscritti l’importo, per metà
riservato ai professionisti con meno di 45 anni, da destinarsi all’acquisto della prima casa. La novità di quest’anno riguarda i criteri d’accesso ai finanziamenti che, dopo
il successo riscosso dall’operazione nel 2015, sono stati
rivisti con l’obiettivo di allargare la platea dei potenziali
beneficiari e favorire l’accesso ai fondi agli under 35 con
partita Iva.
PARTITE IVA UNDER 35
Il nuovo bando ha un occhio di riguardo per i giovani con
meno di 35 anni che lavorano in partita Iva con il regime
dei minimi. Per loro è più facile rientrare nei parametri
richiesti, che vincolano la concessione del mutuo (tasso
fisso del 2,55%) a un reddito superiore a 20mila euro.
Per rientrarvi è infatti possibile considerare il solo reddito
personale del 2014 o del 2015, oppure alternativamente
la media annua del reddito del nucleo familiare degli ultimi due anni o tre anni (2013-2014 o 20122013-2014). “Per un giovane che inizia la sua avventura professionale – dice il presidente dell’Enpam,
Alberto Oliveti - la casa di proprietà è un obiettivo importante, almeno quanto la famiglia e la sede
lavorativa. La Fondazione continua il suo ruolo di facilitatore per una professione sicura riproponendo,
migliorato dalla precedente iniziativa, il mutuo prima casa. Un altro tassello nel mosaico dell'assistenza
strategica che stiamo realizzando in stretta collaborazione con le rappresentanze professionali”.
WELFARE ENPAM
L’accesso al credito agevolato rientra in un più ampio programma di welfare strategico con il quale
l’Enpam punta a facilitare la vita lavorativa degli iscritti come garanzia di un futuro più sicuro e sostenibile. I mutui ipotecari, di importo fino a 300mila euro, saranno a tasso fisso e potranno durare fino a un
massimo di 30 anni. Potranno servire a finanziare, fino all’80% del valore, l’acquisto, la costruzione o la
ristrutturazione della prima casa. Il mutuo potrà essere chiesto anche per sostituirne un altro esistente.
Chi ha meno di 45 anni potrà beneficiare di un tasso fisso del 2,55 per cento annuo. Per poter fare la
domanda dovrà avere un reddito superiore a 26.046 euro (quattro volte il minimo Inps). I requisiti di
reddito per gli iscritti con meno di 35 anni, che rappresentano la novità di quest’anno, sono illustrati sopra. I medici e i dentisti con più di 45 anni potranno invece contare su un tasso fisso annuo del 2,95 per
cento. Il limite minimo di reddito è di 32.557 euro (cinque volte il minimo Inps). È stato invece annullato
il limite per i redditi superiori a 65mila euro, purché siano già state soddisfatte le richieste degli iscritti
con redditi inferiori.
SCADENZA IL 15 APRILE
Il bando è pubblicato online su www.enpam.it, all’interno dell’area riservata agli iscritti. Per fare richiesta
e perfezionare la pratica, gli interessati hanno tempo sino alle 12 del 15 aprile.
09
ODONTOIATRIA LEGALE AdellacuraSIOF
Carmilla, la “donna vampiro” di Venezia
scoperta da un’indagine medico legale
Matteo Borrini , antropologo forense della Liverpool John Moores University, ha presentato
il 14 giugno a Venezia, alla cerimonia di apertura del 19° Congresso EOS, la scoperta del primo
scheletro di “vampiro” mai attestato archeologicamente, dando spunto all’ emittente britannica
Channel 4 di mandare in onda il successivo 29 ottobre un documentario sui vampiri medioevali.
Vediamo .
I vampiri esistono e di questo la scienza ne è al corrente. Sono gli insetti ematofagi,
come zanzare e zecche, che si nutrono del nostro sangue, ma anche organismi più
complessi (animali, mammiferi) che traggono fonte di sostentamento da quel liquido
rosso che dà la vita.
Durante gli anni la figura classica del vampiro è passata dal bene educato furfante,
aristocratico dotato di fascino notevole e pericoloso che miete giovani vittime femminili,
a quello con sembianze femminili non-morto, dormiente nella propria bara, immagine
ampiamente usata nelle produzioni cinematografiche del XX secolo.
La figura del vampiro si affermò prepotentemente nella storia europea dando luogo a
vere e proprie epidemie di vampirismo e conseguenti cacce al non-morto che ebbero il loro acme nella
prima metà del ’700. Per porre fine alla surreale catena alimentare inversa che permetteva ai vampiri,
mantenuti in stato liminale da fenomeni magici o demoniaci, di masticare il proprio velo funebre ed
alimentarsi dei cadaveri ottenuti dalle epidemie da loro provocate, era necessario sostituire il loro
sudario con qualcosa di immasticabile come una pietra o una moneta ( rituale di devampirizzazione).
La medicina legale, l’antropologia
forense e la tanatologia, scienza che
studia la modificazione dei corpi
dopo la morte, sono state d’aiuto nel
vedere quanto ci fosse di reale nella
figura. Durante gli scavi condotti nel
2006 con la Sopraintendenza per i
Beni Archeologici del Veneto-Nucleo
Nausicaa all’isola del Lazzaretto Nuovo,
l’equipe di Matteo Borrini portò alla luce
i resti dello scheletro della cd. “vampira
di Venezia”.
Su tali studi effettuati col contributo
della National Geographic Society venne
poi realizzato il documentario Forensic
Vampire e fanno ora parte integrante
di un pluriennale progetto di ricerca condotto con l’Università di Firenze, Dipartimento di scienze
dell’antichità “G.Pasquali”.
Nell’isola del Lazzaretto Nuovo, nel camposanto che racchiudeva le fosse comuni di due pestilenze che
colpirono Venezia nel 1567 e
1630, l’attenzione si concentrò su
uno scheletro con un frammento
di mattone all’interno della bocca.
Lo studio della stratigrafia e della
conservazione delle articolazioni
permisero di escludere una
caduta accidentale del reperto
nel cavo orale. Accertarono
invece che venne inserito nella
cavità orale del cadavere prima
che fosse totalmente ridotto a
scheletro.
Chi mise in atto questa pratica,
ossia i becchini del tempo,
dovettero provare una forte
spinta a manipolare un cadavere
considerato infetto dal “morbo”. La presenza di un’anomala posizione della clavicola sinistra dello
scheletro permise di riconoscere come il corpo fosse stato originariamente deposto in un sudario.
Unitamente alla presenza del mattone e al contesto della pestilenza, tale dettaglio consentì
di riconoscere nello scheletro i resti di un soggetto vittima di un rituale di devampirizzazione.
L’analisi della morfologia cranica e dei rapporti dimensionali dei singoli distretti anatomici preservati
hanno consentito di riconoscere che il vampiro di Venezia era una donna, a dimostrare come nella realtà
i vampiri non fossero solamente affascinanti gentiluomini in cerca di vergini.
L’analisi degli elementi contenuti nelle ossa ( stronzio, zinco, magnesio e rame) ha rivelato che aveva
una buona nutrizione , prevalentemente di tipo vegetariano o e ittico. Alcune degenerazioni articolari
della scapola suggeriscono che la vampira in vita si fosse dedicata ad attività manuali piuttosto
pesanti. Una popolana insomma.Grazie all’odontoiatria forense e ad una valutazione radiografica delle
modificazioni accorse nella struttura dentaria, si è stimato che avesse un’età media di 61 anni. A
conferma dell’età anche il generale stato della dentatura, discretamente buono a eccezione di alcune
carie non curate, con tipici segni di usura funzionale e parodontopatia.
Studiata sotto quest’ottica scientifica, la figura del vampiro e i resti della “vampira di Venezia”si
chiariscono meglio: era una povera donna anziana che oltre ad essere stata falcidiata dalla peste, subì
un macabro quanto inutile rituale. Ecco come la figura del non-morto si distacca notevolmente dalla
patinata versione letteraria.
Comunque in omaggio al richiamo letterario del racconto di Le Fanu, l’equipe di Borrini insieme alla
troupe di National Geographic, in assonanza con il nome della sorella Camilla (che durante lo scavo del
2006 trovò lo scheletro del nachzehrer) ha deciso di battezzare “confidenzialmente” la vampira Carmilla.
Che ora ci auguriamo possa finalmente riposare in pace.
Claudia Tosi
Consigliere Nazionale SUSO
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UOMINI E TEMPI
Tratto dal libro"La Cittadella, Storia dell'Ortodonzia Italiana"
Il racconto di Kalliope prima Ortodonzista Italiana
Come preannunciato nei precedenti numeri verrà presentato a Modena, l'8 e 9 aprile in occasione del quarantennale di fondazione SUSO e IX Convegno Ortodonzia Legge Medicina Legale,
il libro " Storia dell'Ortodonzia Italiana".
Provare a raccontare la mia bella e impegnatissima
esperienza di vita accademica presso la prima Scuola
di Specializzazione in Ortognatodonzia d’Italia in quel di
Cagliari, non è cosa facile, perché è un misto tra favola,
avventura e storia.
Tutto comincia con una giornata formativa in un congresso
di Ortodonzia , dove sento parlare il prof. Paolo Falconi, che
descrive l’apertura prossima della scuola di Specializzazione
in Ortognatodonzia anche per l’Italia. Ricordo la folgorazione
della notizia dentro di me, un entusiasmo mi avvolge, simile
all’ansia di un bambino al quale brillano gli occhi, dinanzi a
una scatola di cioccolatini profumati di cacao appena fatti.
Affascinata dall’idea e senza pensare ai problemi e disagi
che avrebbe comportato la scelta, partecipo al concorso
per il biennio 1975-77.
Dopo la mia ammissione, assieme ad altri nove medici
specialisti in Odontoiatria (si perché allora eravamo solo
medici/chirurghi) si forma così uno dei primi gruppi di allievi
in specializzazione di Ortognatodonzia. Come si diceva
allora: cinque isolani e cinque continentali. Miei compagni
Kalliope con Damaso Caprioglio
della nuova esperienza sono: Piero Anedda, Sergio Bassani,
Salvatore Cotti, Giovanni Dessi, Attilio Ferrini, Adolfo Ferro, Franco Menesini, Roberto Martina, Efisio Ortu.
per il resto studio, clinica e applicazione quotidiana . Affrontiamo tutte le tecniche ortodontiche,
cefalometrie e piani di lavoro. Proviamo anche tutte le novità di Biomeccanica: Paolo Falconi incalza,
è un vulcano di idee, di indicazioni. In breve diventiamo una famiglia, con Paolo e Franca Falconi che ci
danno sempre il loro appoggio con incredibile spirito di ospitalità, al punto da non farci sentire lontani
dalle nostre case ed affetti. Anche i colleghi di Cagliari diventano sempre disponibili, affettuosi
e accoglienti .
I nostri Docenti fissi, persone del calibro di Tenti, Magni ed altri locali e ancora Professionisti come Luzi,
Genone, Delaire, Caprioglio sono sempre pronti a darci il loro conforto. Il Professore Paolo Falconi, detto
“Paolo “ riesce a creare un gruppo di universitari e liberi professionisti amalgamati da un’idea comune:
voler conoscere e approfondire, sempre di più, la nostra disciplina, l‘Ortodonzia.
Così in un batter d’occhio passa il primo anno. Durante il secondo arriva una bella sorpresa, la più
bella della mia vita: sono in attesa di Federica, la mia amatissima figlia . Le donne devono fare tutto,
anche i figli, ma non va sempre tutto liscio; per precauzione il ginecologo mi proibisce di prendere
l’aereo per Cagliari. E purtroppo non bastano tutti i certificati del mondo per giustificare le assenze.
Le presenze non sono sufficienti e come dice allora, il Professore: ”Non posso creare un precedente,
bisogna ripetere l’anno !".
Quindi , per poter diminuire il disagio degli spostamenti, mi trovo iscritta nella seconda sede Italiana,
la neo formata Scuola di Specializzazione di Padova, diretta da Benito Miotti. Comincia lì la mia
esperienza veneta con un anno in più di corso. Un anno dopo eseguo gli ultimi esami a Cagliari,
con un nuovo gruppo, anche questo composto di soli uomini.
Ripensandoci e malgrado tutte le difficoltà, rifarei tutto da capo, non tralasciando nulla di tutto quello
Il corso comincia con frequenza obbligatoria, impegno notevole. Vuol dire organizzare e conciliare
lavoro, famiglia, voli aerei una volta al mese, una settimana di presenza scolastica, già impegnativa per
un uomo, figuriamoci per una donna da poco sposata, sola in mezzo a gentili colleghi, che però in ogni
discussione si comportano da clan maschile, con la ragione sempre in loro possesso.
Nel perseguire una strada che ritengo giusta e affascinante, mi accorgo di avere da loro poca
comprensione e collaborazione: amici e colleghi sì, ma in un periodo storico nel quale la donna ha pochi
diritti , non si parla di quote rosa e tant’altro inesistente. Per descrivere il senso del momento , parliamo
dell’epoca della strage di piazza della Loggia a Brescia, dell’Espresso Roma /Brennero (l’Italicus), del
sequestro Moro Brigate Rosse, strage di Bologna: gli anni definiti “di piombo”.
In quegli anni io supero grandi sfide, giocate con caparbietà femminile con quella forza di donna greca
che è in me: questione di carattere, cultura e determinazione in una donna sola in mezzo a soli uomini,
quasi uno scandalo in quel momento, ma decisa di andare avanti dimostrando la sua forza.
Dopo qualche piccola scaramuccia iniziale diventiamo un bel gruppo affiatato. Io abito in una piccola
città piena di pregiudizi, un po’ bigotta, criticona ma molto toscana: Livorno, città di mare, portuale.
Costretta come sono alcune volte a portarmi mia madre, vengo criticata da qualche collega e questo
inevitabilmente di tanto in tanto, crea qualche disguido, un pò di disagio nel gruppo.
Ripensandoci ora, tutto ciò mi fa sorridere.
Una sera, durante una pausa, sento che nella stanza accanto parlano di me dicendo: ”Ma cosa crede lei,
che noi vogliamo importunarla e per questo, si porta sempre dietro sua madre?”.
Il mio orgoglio da lontana discendente di Alessandro Magno va alle stelle e reagisco con impeto:
”Caro collega, se hai qualcosa da dire, me lo devi dire in faccia non alle spalle! ” Le scuse arrivano
immediate. Da quel giorno in poi con mia grande soddisfazione (ed anche di mia madre!) si crea
addirittura il gruppo dei “ Tre moschettieri e loro regina da difendere”“
Sin dall’inizio della mia esperienza capisco subito che non è facile tuttavia convivere con uomini,
per lo più professionisti affermati, socialmente inseriti in una rete professionale diversa dalla mia.
Tutti con alta autostima e a volte un pò arroganti. Per fortuna il mio entusiasmo e la voglia di fare parte
del gruppo riesce a farmi superare tutto questo e a trovare il lato positivo.
Già dall’inizio le nostre settimane, scorrono piene di lavoro. Dalla mattina alla sera, solo brevi intervalli:
Insieme a docenti e colleghi della Scuola di Cagliari
che la mia vita professionale mi ha dato. Grande il rapporto di amicizia e di affetto che si è creato fra di
noi, tanto che continuiamo a frequentarci anche dopo, con le nostre famiglie.
Mia figlia Federica divenne da subito “la mascotte della scuola” mentre i coniugi Falconi li porto sempre
nel mio cuore: hanno saputo avere cura di noi, con un affetto e stima reciproci.
Questa è la mia bellissima esperienza di vita dell’isola e di Cagliari come donna in carriera,
inconsapevole di aver partecipato in piccola parte alla storia dell’Ortodonzia Italiana. Un’esperienza che
ancora oggi mi consente di gioire nel restituire un sorriso a degli adolescenti, convinta come sono che la
nostra è una delle più belle professioni mediche. E ringrazio anche Dio di avermi donato una figlia, che
ha respirato il fascino di questa specializzazione, seguendo le mie orme.
Kalliope Dadatsi
Nell’ambito delle “catene”e dell’odontoiatria pubblica
raffica di arresti in Spagna e in Lombardia
Da sinistra:
Mariapia Gosparini, Lorenzo Cigni e Ornella Assalì.
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Ernesto Colman proprietario del marchio
Vitaldent, Bartolomé Conde, Vice Presidente,
Vicente Samper, direttore commerciale dal 2005,
responsabile dell’espansione Vitaldent in Spagna
Portogallo, Italia e Stati Uniti ed altre 11 persone
sono state arrestate il 15 febbraio a Madrid dalla
Policia Nacional.
A monte dell’arresto vi sarebbe il fermo della
compagna di Colman alla frontiera Svizzera con
una grande quantità di contanti, la denuncia di
alcuni imprenditori che aprendo strutture Vitaldent
avrebbero dovuto versare in nero il 10% del
costo dell'operazione ed infine il trasferimento
in Svizzera e Lussemburgo di oltre 10 milioni di
euro sottratti al fisco o "ripulito" in vari modi.
Sarebbero oltre 450 le cliniche Vitaldent attive
in Spagna, Italia, Portogallo e Polonia di cui circa
200 di proprietà, altre in franchising.La stampa
spagnola ricorda per l’occasione un altro arresto
per frode del 29 gennaio scorso di un altro
imprenditore del dentale, Christopher Lee titolare
del marchio Funnydent. Il 16 febbraio altra azione
giudiziaria, stavolta in Italia, scollegata tuttavia
a quella spagnola. Si chiama Operazione Smile"
quella che ha portato a Milano all'arresto di 21
persone operanti nella Regione Lombardia per
(presunte) tangenti legate all'odontoiatria pubblica.
Secondo i carabinieri, un gruppo imprenditoriale
avrebbe turbato l'aggiudicazione di una serie di
appalti pubblici per la gestione, in outsourcing,
di servizi odontoiatrici, corrompendo i funzionari
preposti alle gare".
Nel mandato di arresto del gip, si parla di elevata
pericolosità sociale dei soggetti coinvolti, incuranti
degli interessi pubblici sacrificabili, in ragione del
proprio interesse a discapito della salute pubblica
attraverso la fornitura di servizi e materiali scadenti
o con costi superflui per la collettività".
Tutto questo mentre da settimane era in corso
un balletto di comunicati e controcomunicati
sull’odontoiatria con o senza catene (dove “catene”
sta quale sinonimo di “low cost”) e dove i concetti
in ballo sono “ il libero mercato è male”, no, “è
bene”, “il prezzo basso indica scarsa qualità”,
mentre, frutto della concorrenza l’aiuta.
TESI IERI, OGGI, DOMANI
Saverio Padalino: "A 17 anni misi l’apparecchio e da allora
capii che da grande volevo fare l’ortodontista"
Dove, quando e con chi discusse la sua tesi
di specializzazione?
La discussi il 9 marzo 2012 presso l’Università di Pavia. Intitolata
“Tracciato delle vertebre cervicali a mano vs utilizzo di un software
dedicato” la tesi venne seguita dalla prof. Maria Francesca
Sfondrini.
Perché scelse proprio una tesi ortodontica?
Perchè uno degli argomenti che mi hanno sempre affascinato è la
crescita cranio-facciale e le modalità attraverso cui l’ortodontista
ha la possibilità di prevedere il picco di crescita delle differenti
ossa in modo da mettere in atto una terapia appropriata con il
timing corretto.
Come mai confermò la sua scelta anche
per la specialità?
A 17 anni misi per la prima volta l’apparecchio ortodontico fisso e da quel momento capii cosa avrei
voluto fare da grande: l’ortognatodontista. Durante i miei cinque anni di università, il mio interesse è
sempre stato rivolto all’ortodonzia e alla gnatologia ed ho frequentato sin da subito i rispettivi reparti
presso il Policlinico di Modena, dove mi sono laureato. Il 10 gennaio 2009 tentai i test d’ingresso alla
Scuola di specializzazione in ortognatodonzia e dopo circa un mese seppi di averli superati. Difficile
crederci, ma la domanda del tema del test d’ingresso fu proprio a “La valutazione auxologica del
paziente ortognatodontico”!
Come andò la discussione? Durò a lungo? Fu particolarmente laboriosa?
Andò molto bene, durò circa 15 minuti. L’emozione era tanta, soprattutto perché nella platea c’erano
un centinaio di persone, anche se sapevo di essere “in famiglia”, perchè stavo discutendo la mia tesi
dinanzi a coloro che per tre anni erano stati in effetti la mia seconda famiglia, ossia
i professori della Scuola ed i miei compagni di università. Erano tante le ore passate in reparto o a vari
corsi. Quindi più che dei compagni di specializzazione, avevo ormai 17 fratelli e sorelle! Di quel giorno
ricordo ancora le parole della prof. “Complimenti per l’esposizione. Oggi sei riuscito a catturare la mia
attenzione nonostante l’argomento estremamente ostico!”
La tesi ieri rispecchiava una problematica. Oggi che ne è di quel tema?
L’argomento è di fondamentale importanza in campo ortognatodontico, sempre molto attuale. Non si
smetterà mai di studiare la crescita cranio-facciale in sé, ma soprattutto non si smetterà di cercare un
saDK.Jsdvkjbnsdv vnvngv.zdbnòdlfbnzòdlfbknmdòlfkbmnzvlbm
metodo più efficace
possibile nell’individuare
il picco di crescita.
Durante la stesura
ho collaborato con
la Outside Format
di Paullo (Mi) per la
creazione di un software
che permettesse
all’ortodontista di
individuare il picco di
crescita mediante il
metodo delle vertebre
cervicali CVMS.
Si sa che si tratta
effettivamente di un
metodo qualitativo
piuttosto che
Saverio Padalino con i colleghi in reparto
quantitativo, ma il
software da noi ideato
risulta essere molto utile soprattutto nei casi border-line in cui la sola valutazione qualitativa non ci
permette di discriminare tra due stadi CVM contigui.
... E un domani quali sviluppi crede avrà quest’argomento?
Il domani secondo me è già arrivato. Dal 2016 si terranno fortunatamente anche in Italia degli “atelier
di crescita cranio-facciale” tenuti dalla dott. Deshayes, che permetteranno anche agli ortodontisti
italiani di conoscere meglio la crescita non solo dello splancnocranio ma del neurocranio, soprattutto
della sincondrosi sfeno-basilare. Ovviamente io sarò in prima fila… Ho già frequentato un corso della
Deshayes a Bruxelles, che per me è stato illuminante. Il suo modo di inquadrare le seconde e le terze
classi scheletriche, come le asimmetrie, permette di comprendere come mai, nonostante tutti gli
sforzi in fase diagnostica e terapeutica, alcuni casi purtroppo falliscono. Molto spesso non si è posta
sufficiente attenzione alle
modalità di crescita della
sincondrosi sfeno-basilare
ed alle conseguenti rotazioni
delle ossa cranio-facciali.
Se tornasse indietro
sceglierebbe ancora
ortodonzia o magari
oggi è più attratto
da altre specialità?
Ho detto prima di aver
frequentato il corso di
laurea in odontoiatria
non perché interessato
all’odontoiatria generale, ma
Saverio Padalino primo a sinistrai, con il diploma di specializzazione
perché sin dall’inizio lo ero
all’ortognatodonzia. Quindi
sicuramente tornando indietro rifarei quello che ho fatto, soprattutto andare a terminare i miei studi
all’estero, sempre in campo ortodontico. Ho avuto la fortuna di studiare all’Université Libre de Bruxelles,
di Paris VII Diderot, di partecipare ad un progetto di ricerca presso la scuola di specializzazione in
ortodonzia dell’Università di Malta. Esperienze da cui ho capito che in ogni Paese l’inquadramento
diagnostico del paziente ortognatodontico e il piano terapeutico sono differenti: da ognuno ho cercato di
prender spunto per arrivare a creare un mio inquadramento diagnostico e moodalità terapeutica.
Il viaggio è ancora lungo, ma dalla mia ho ancora tanti anni di lavoro davanti…
13
V
VARIE
Dentaurum italiana e tedesca
una convergenza di professionalità
La storia si ripete, come si dice comunemente. Cosa che è
puntualmente avvenuta anche nel caso della Dentaurum, Gruppo
dentale tedesco “realtà unica al mondo” che quest’anno celebra il
130 anno di vita. Origine e nome dell’Azienda derivano da Arnold
Biber, odontoiatra svizzero che da Horgen (Lago di Zurigo) aprì a 32
anni un laboratorio a Pforzheim (nel Baden Wurtemberg, Germania, ai
piedi della Selva Nera) sviluppando sistemi di realizzazione di protesi
dentarie con uso di materiali e leghe impiegate in Svizzera
Artigiano abile capace di lavorazioni che altri non riescono a fare, Biber
diventa punto di riferimento anche di colleghi che si affidano a lui per
lavori più sofisticati.
Quasi automatico quindi il passaggio dal laboratorio ad azienda:
Arnold Biber
nell’ottobre del 1886, con una inserzione sul quotidiano locale, Biber
annuncia l’apertura del suo laboratorio a Pforzheim. Di qui, nel 2016, la ricorrenza di fondazione di un
Gruppo che a 130 anni dalla nascita, è ancora a gestione famigliare, unico caso al mondo. A dispetto di
quanti affermano che una azienda di solito nasce cresce e muore nel giro di tre generazioni.
Alla morte di Biber nel 1900, la Dentaurum viene rilevata da Fritz Winkelstroeter, i cui nipoti, Axel e Petra
(e suo marito Mark Stephen Pace) sono ancor oggi titolari, direttamente impegnati nell’amministrazione
aziendale. Intatta è rimasta in 130 anni anche la denominazione di Dentaurum, dal termine latino
aurum = oro, il metallo più usato allora, che l’Azienda adottò sin
dalle origini, perché la sua lavorazione in quell’area era talmente
diffusa che si arriverà a stabilire un gemellaggio tra Pforzheim
e Vicenza, “aurea” città italiana. Nei decenni la denominazione
Dentaurum perderà le iniziali del fondatore (AB), abbinate sin
dall’origine. Ma la memoria diretta di Arnold Biber tuttavia, non si
è persa perché sopravvive nell’omonimo Premio assegnato ogni
anno ai migliori lavori in ambito ortodontico.
La storia si ripete dicevamo, perché a qualche decennio di
distanza, un altro odontotecnico di vaglia, Fritz Gerold, artigiano
Da sinistra Axel Winkelstroeter,
Mark Stephen Pace e sua moglie Petra
austriaco abile e sofisticato, spinto da suo amore per l’Italia,
decide nel dopoguerra di venire a lavorare nel Bel Paese, prendendovi addirittura la cittadinanza. Apre
un laboratorio a Bologna, la città dove si stabilirà definitivamente e dove nasceranno i suoi due figli,
Daniela e Claudio. “La scelta - confessano - non fu solo dovuta a motivi logistici, all’amore per l’Italia,
ma anche al fatto che a Bologna… si mangiava bene”.
Circostanza notoriamente fondamentale anch’essa. E contrariamente a quanto avviene di solito, gli
inizi di Fritz (che nel 1946 apre con un socio) non sono così difficili perché le qualità artigianali gli
conquistano subito fiducia: ne è riprova la collaborazione avviata con la prestigiosa Clinica Universitaria
di Bologna, dalla quale usciranno nomi che renderanno illustre l’Ortodonzia italiana.
Mentre la Dentaurum, rilevata nel 1900 dalla famiglia
Winkelstroeter (attuale proprietaria) si riprende vigorosamente
dalle distruzioni della guerra (il 21 gennaio 1945 lo stabilimento
di Pforzheim venne distrutto dalle bombe), il laboratorio di Gerold
cresce anch’esso (negli anni 50 conta già una ventina
di dipendenti trasformandosi nel giro di qualche anno in azienda
commerciale col nome di CIPD (Compagnia Internazionale
Prodotti Dentali).
Da abile artigiano divenuto imprenditore Fritz “persona
meravigliosa, leale, padre stupendo” lo ricordano commossi
i figli, si attiva per cercare all’estero nuovi sbocchi per la sua
Claudio e Daniela Gerold
azienda in sviluppo.
Finché nel 1973 non avviene il “fatale” incontro tra la Dentaurum dei Winkelstroeter, Gruppo emergente
del dentale internazionale e la CIPD di Gerold.Galeotta furono una conferenza e la comune madre lingua
tedesca. Il contatto ravvicinato (“una felice circostanza” la definisce Claudio) sfocerà in un accordo
societario (dove la maggioranza spetta agli italiani) grazie al quale la CIPD si trasforma in Dentaurum
Italia, filiale di quello che ormai è divenuto un colosso con 500 dipendenti diretti, Filiali in 8 paesi,
prodotti diffusi in 130, e rappresentanze disseminate nel mondo.
A fare da collante, assai più forte della quota societaria, è un feeling mai venuto meno, grazie al quale,
pur avendo la maggioranza, per ogni decisione importante i due fratelli Gerold sentono il bisogno e
l’opportunità di consultarsi coi Partner tedeschi.
Anche la consociata italiana, gestita dai due fratelli, impegnati nell’Azienda in ruoli diversi e
complementari, mostra di credere nella unità familiare come plusvalore: non solo perché i figli di
entrambi sono già impegnati in Azienda, ma perché hanno saputo creare un clima di fidelizzazione
e di unità propri di una grande famiglia. Non si spiegherebbe altrimenti come a Funo, periferia di
Bologna, dove la l’Azienda è dislocata nel cuore di un centro commerciale all’ingrosso, su una ventina di
dipendenti, ve ne siano
diversi che lavorano
in Dentaurum da vari
decenni. O forse una
spiegazione c’è: “Nostro
padre, questa figura
meravigliosa – dicono
Daniela e Claudio – è
qui sempre presente”.
E ne sono sinceramente
convinti.
Susonews
Stabilimento Dentaurum in Germania
14
Col gas esilarante si facevano
ridere i pazienti ... e il pubblico
Ha inizio in questo numero la rubrica del “Dentista nel cinema”. Sono passati quasi cento e
venti anni da quando i Fratelli Lumière proiettarono la prima pellicola a Parigi, spaventando
a morte gli spettatori perché rappresentava un treno che sembrava stesse per travolgerli.
Ma nel corso di questo lungo arco di tempo la figura del dentista non è venuta meno nella
filmografia di vari Paesi. Il nostro collaboratore Luca Buggio ne traccia in varie puntate le
vicende sulla celluloide, partendo dalle celebri comiche, dove il “gas esilarante” usato ai
primi del ‘900 dai dentisti a scopo anestetico, se faceva ridere, stordendoli, i pazienti, era
motivo di riso anche per gli spettatori, divertiti dalle disavventure odontoiatriche di Stallio e
Ollio.
Il dentista e le comiche: un mestiere
che invece di curare procurava dolore
Un tempo andare dal dentista non doveva essere molto piacevole. Il primo vero anestetico, la
novocaina, fece la sua comparsa negli studi medici solo a partire dal 1909. Prima, per sedare un
paziente si andava dalla somministrazione di alcool, oppio o hashish, fino alla botta in testa.
A inizio secolo l’anestetico più diffuso era il protossido d’azoto, noto anche come gas esilarante
le cui ambivalenti proprietà (provocare euforia e annullare la sensazione di dolore) furono fonte di
ispirazione per le comiche dell’epoca.
Nel 1914 Charlie Chaplin gira e interpreta un cortometraggio ambientato nello studio di un dentista,
dal titolo “gas esilarante”. La difficoltà a rianimare un paziente dopo vari trattamenti anestetici
scatena una serie di eventi che porteranno Charlot, assistente del medico, a prenderne il posto
facendo uso (e abuso!) degli strumenti dentistici: dalla gag delle pinze con cui prende il naso della
graziosa paziente per voltarla verso di lui e baciarla, a quella delle martellate con cui si difende
da altri clienti che lui stesso ha reso bisognosi di un dentista dopo averci litigato poco prima, per
strada.
Analizzando con più attenzione il cortometraggio possiamo intuire una scarsa fiducia verso
l’efficacia degli anestetici. Il dentista usa il gas addormentando il paziente, ma quando alla fine
dell’operazione non riesce a risvegliarlo
va nel panico, chiedendo al suo
assistente di andare in farmacia a
cercare una soluzione. E quando alla
fine il paziente si risveglia, dopo aver
sfogato la crisi di risate, non sembra
né contento né soddisfatto della cura
ricevuta.
“Gas esilarante” ci permette di capire
come Chaplin e i suoi contemporanei
vedevano la professione del dentista,
a partire dal nome del personaggio,
Dr. Pain, dottor Dolore… non proprio
un buon biglietto da visita! Che quello
del dentista sia percepito come un
mestiere benestante lo si intuisce
dall’eleganza della sala d’aspetto, con
tanto di chaise longue in pelle e libreria.
Il Dottor Pain ricorda il dottor Balanzone
della Commedia dell’Arte: gli eleganti abiti neri, il monocolo e la pancia prominente… tutti indizi di
benessere. I suoi modi sono seri, autorevoli, e pare quasi di sentirlo, mentre si rivolge ai pazienti con
lunghi discorsi, magari infarciti di citazioni colte in latino maccheronico.
Di fronte all’incidente di percorso, tuttavia, l’aristocratico dentista reagisce come gli altri plebei:
cade nel panico e risolve tutto a spinte e cazzotti.
Il dentista è protagonista di altre due comiche, questa volta interpretate dalla coppia Stallio e Ollio.
“Lasciali ridere” (1928) e “Muraglie” (1931). In entrambi i casi il povero Stallio soffre di un problema
ai denti, in entrambi i casi a subire l’estrazione suo malgrado è Ollio, colpevole solo di aver cercato
di tranquillizzare l’amico sedendosi sulla poltrona dentistica al posto suo per fargli vedere “che non
c’è nulla da temere”.
I dentisti in questione sono più professionali, in camice bianco, ma molto più brutali e spesso
costretti a ingaggiare con i loro pazienti a veri e propri incontri di wrestling per costringerli a subire
l’intervento.
In comune con il
corto di Charlot è
la percezione di un
mestiere che, più che
curare, sembra voler
procurare dolore.
“Lasciali ridere” inizia
con una didascalia che
non lascia scampo:
DAL DENTISTA, IL
LUOGO DOVE ANCHE
UN EROE SE LA
FAREBBE SOTTO…
Luca Buggio
NON SOLO ORTODONZIA
Felice Festa e la maratona come yoga momento di equilibrio con il Cosmo
Ha corso 28 maratone, fra queste 2 volte New York, una volta Londra,
Helsinki, Firenze, Padova e diverse volte a Roma e Napoli, città a lui
più vicine. Il suo record è di 3h e 39 min. a New York nel 2006, ma
attualmente corre intorno alle 4 ore e 30, ma l’età e gli impegni...
avanzano.
Da quando nasce la sua passione per la corsa?
Se mi da il tu è meglio. Nella maratona i rapporti fra le persone sono diretti,
soprattutto perché nella fatica e nella sofferenza non ci possono essere
barriere fra le persone. La passione viene da lontano. Sono cresciuto a
Formia, in un golfo dove nasce la Scuola nazionale di Atletica leggera
“Bruno Zauli” fra i maggiori riferimenti come Scuola di Sport di questo
Felice Festa
Paese. L’esempio dei Mennea, Simeoni, Arese etc. è stato determinante,
poiché si allenavano a Formia quando avevo fra i 10 e 15 anni.
Hai ricordi di quei tempi?
Si, ricordo l’odore dell’erba tagliata fresca del campo di atletica e la lunga falcata di Arese, come il
rimbombo della pista sotto quella potente di Fiasconaro quando stabilì il record del mondo degli 800
metri. Ma soprattutto ricordo Pietro Mennea, quando stabilì il fantastico record di 19.72 a Città del
Messico, imbattuto per 20 anni anche dai mostri americani di colore. Pietro era paziente di mio padre
dentista e veniva allo studio assieme al mitico Vittori , direttore tecnico della nazionale di atletica
leggera. Mi raccontava il suo fisioterapista che Mennea, nonostante una parte superiore del tronco non
esattamente ben sviluppata aveva una muscolatura delle gambe come quella degli atleti di colore. Era
tutto nervi!
Come si è evoluta nel tempo questa tua passione?
Durante l’università la corsa era la mia unica compagna
delle ore di studio, perché bastava mettere due scarpette
e un pantaloncino e scendere in strada a qualsiasi ora,
mentre se volevo giocare a tennis dovevo prenotare il
campo, pagare l’ora di tennis, trovare l’amico a quell’ora
etc…Con l’andare del tempo, gli esami universitari,
la frequenza ai reparti ospedalieri, poi l’attività
professionale la cosa diventava sempre più difficile
(da ragazzo ho praticato calcio, pallavolo, atletica 110
ostacoli, sci, tiro a volo e corsa di fondo nella quale ho
specializzato una struttura muscolare più da velocista
che non da fondista) . Per cui alla fine sono arrivato a
correre da solo alle 5 del mattino, ritornare a casa alle
6.30, un po’ di stretching (mai rinunciarvi, si recuperano
2 cm in altezza), doccia e alle 7 sono pronto per andare
a lavoro, spesso facendo 200 km in auto della distanza
fra Roma o Formia e Chieti dove al reparto universitario
mi aspettano mediamente 90-100 pazienti che controllo
tutti personalmente per affidarli poi ai miei collaboratori.
La corsa ha influito sulle tue tecniche terapeutiche in ortodonzia?
Assolutamente si. Ho testato da 35 anni tutti le
apparecchiature ortodontiche e le tecniche riabilitative
dell’ATM prima su di me e poi sui miei pazienti. Ritengo
che un buon medico debba sempre tenere ben a mente la
raccomandazione di Ippocrate “medice cura te ipsum”,
medico cura prima te stesso prima di provare a curare il
prossimo.
Cosa rappresenta per te la Maratona?
Per me è lo yoga degli occidentali. Quando la mattina alle 4 -5
corro lungo il mare ci sono le stelle , la luna in quei momenti
il ritmo del respiro e la tecnica di corsa, che è una tecnica di
equilibrio posturale e mentale estremamente raffinata pongono
l’individuo in una situazione di equilibrio con il Cosmo per
prepararlo al successivo incontro con la dura realtà quotidiana,
con l’ossigenazione e la carica vitale necessaria ad affrontare
la foresta africana di ogni giorno, dalla quale ritengo non siamo
mai realmente usciti da oltre sei milioni di anni!
Brevi cenni biografici
Presidente Collegio dei Docenti Ortognatodonzia 2000-2005, Direttore Scuola di
Specializzazione in Ortognatodonzia all’ Università “G. d’Annunzio” Chieti e Pescara dal
2005 ad oggi, già Presidente SIDO (2013), il prof. Felice Festa è Co-Editor PIO (Progress in
Orthodontics), EJCO (European Journal Clinical Orthodontics) ed Associate Editor PIO (Progress
in Orthodontics) e EJCO (European Journal Clinical Orthodontics).
Direttore del Dipartimento di Ortodonzia e Gnatologia e della Scuola di Specializzazione in
Ortognatodonzia dell’Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, la sua ricerca è finalizzata al
trattamento ortodontico dei pazienti con disfunzione dell’ATM, sulla diagnosi 3D in ortodonzia
e in chirurgia orto gnatica e sulle applicazioni dell’Antropologia del Genoma all’ortodonzia.
E’ autore di oltre 100 articoli su riviste internazionali con Impact Factor sulla correlazione
cranio-vertebrale in soggetti sani e con disfunzione dell’ATM, sulla terapia con splint e con
self-ligating low friction dei pazienti con disfunzione dell’ATM, sulla ricostruzione volumetrica
del complesso cranio prima e dopo chirurgia orto gnatica, sugli studi antropologici della
velocità di rimodellamento del complesso cranio-facciale durante l’Evoluzione e sulle
applicazioni delle cellule staminali in ortodonzia. Professore onorario all’Università di Stato
di Mosca è relatore a corsi e congressi in numerosi paesi
D-fender, bellissima esperienza nata da due passioni, odontoiatria e sport
SUSO NEWS ha intervistato l’Odt. Giorgio
Vincenzi e il Dr Nicola Mobilio, ideatori del
marchio di paradenti sportivi su misura
D-fender.
Come nasce D-fender?
Vincenzi: Nel 2012 cominciammo a monitorare
l’efficacia dei dispositivi di protezione individuali
sugli sportivi che conoscevamo. Amici e pazienti
della nostra città passavano dallo studio e
correvano a giocare con paradenti colorati
che, questa la novità, stavano fermi in bocca
e durante le fasi agonistiche permettevano di
parlare e respirare tranquillamente.
Il motivo?
Mobilio: Strano a dirsi, ma avevamo cominciato
a produrre paradenti sportivi nell’unico modo in
cui si possono fare con sicurezza, cioè su misura.
Molti sportivi non hanno neanche idea che si
possa avere un paradenti “su misura” dal proprio
dentista!
Mancanza di informazione?…
V: Esatto. In realtà noi non stavamo facendo nulla di nuovo, tanti nostri colleghi già avevano fatto
esperienze analoghe. Ma il limite è che rimaneva una cosa conosciuta da poche persone. Volevamo
comunicarlo. Proprio per questo cominciammo subito a dotarci di un nuovo materiale informativo, anche
questo, in un certo senso, “su misura”. Era nato D-fender. Raccontammo questa esperienza ai nostri
amici colleghi odontotecnici, tecnici ortodontici e odontoiatri
Un successo a macchia d’olio.
V: Sì, basato sul passaparola e la condivisione di un’esperienza positiva. La “massa critica” che si
generò permise di raggiungere velocemente oltre 40 laboratori odontotecnici e 150 studi odontoiatrici
distribuiti in tutta Italia. All’iniziativa si aggiunsero
anche società, testimonial e team sportivi locali
e nazionali. Ci diede anche molta “carica”
l’apprezzamento della comunità scientifica,
riconoscendone il contributo alla sensibilizzazione
sul tema della prevenzione e protezione dentale.
Fu naturale nel 2014 aderire all’iniziativa nazionale
denominata Poster Emergenza Traumi Dentali.
Qual è la situazione oggi?
V: Il sito internet supera 500mila contatti e
compare al primo posto inserendo parole
chiave come “paradenti sportivo”. Il materiale
di comunicazione è in continuo aggiornamento.
Abbiamo anche realizzato un’app di
previsualizzazione del paradenti e chiusi accordi
a livello federale, diventando i Fornitori Ufficiali
della Nazionale Italiana di Pallacanestro e
di Football Americano.
Il Marchio D-fender è visibile su SKY ad ogni
partita delle nazionali e analogamente sulla
Gazzetta dello Sport. Abbiamo coach clinici e tecnici e un percorso di formazione specifico dedicato
ai nostri dentisti e odontotecnici.
Un vero e proprio network.
M: Così ci piace chiamarlo, anche se c’è ancora molto da fare, ma è proprio su questo modello di
condivisione abbiamo impostato il progetto. D-fender crescendo, farà crescere e conoscere ogni
collega dentista e odontotecnico perché offriranno agli sportivi un servizio e un prodotto riconosciuto
e di qualità. Potranno così ripetere la nostra bellissima esperienza, quella di unire due grandi passioni:
odontoiatria e sport.
15
LA FINESTRA SUL LABORATORIO
Il ruolo dell’imaging 3d nella “surgery first"
La presenza di una
malocclusione dento-scheletrica
in un paziente adulto, specie
se determina un’alterazione
della normale armonia del
viso, costituisce spesso
un’indicazione alla chirurgia
ortognatica. In questi casi infatti il solo trattamento
ortodontico potrebbe garantire un buon compenso
occlusale, ma non sarebbe in grado di correggere
decompensare la posizione dei
denti rispetto alle corrispondenti
basi ossee; 2) l’intervento
chirurgico con il periodo di
stabilizzazione di circa 1 mese;
3) la fase ortodontica di rifinitura
dell’occlusione, detta ortodonzia
postchirurgica, che può durare dai 6 ai 12 mesi.
Ne consegue che la durata media di questi
trattamenti si aggira sui due anni. Va sottolineato
migliorare da
subito l’estetica
del viso, e poi
procedere con la
decompensazione
ortodontica fino al
raggiungimento
di una corretta
occlusione.
File dicom
Questo approccio,
denominato
“Surgery First”, avrebbe anche il vantaggio di
accorciare i tempi globali del trattamento: infatti
i movimenti ortodontici dopo l’intervento sono
generalmente più veloci grazie all’accelerato
File stl
Chirurgia Virtuale
Inizio trattamento
Splint chirurgico CAD/CAM
Inizio trattamento
il difetto estetico associato alla malocclusione,
considerando anche che l’estetica in questi casi
rappresenta spesso la principale motivazione del
paziente.
il fatto che durante l’ortodonzia prechirurgica
generalmente, a causa della decompensazione
dentale, si verifica un progressivo peggioramento
dell’estetica facciale, che solo grazie all’intervento
Fine trattamento
Fine trattamento
Il trattamento combinato ortodontico-chirurgico per
la correzione di una malocclusione dento-scheletrica
classicamente si svolge attraverso tre fasi : 1) una
fase ortodontica di preparazione all’intervento, della
durata variabile dai 6 ai 18 mesi, detta ortodonzia
prechirurgica in cui l’ortodontista ha il compito di
chirurgico troverà la sua armonizzazione. Questo
peggioramento estetico prechirurgico non è affatto
gradito dalla maggioranza dei pazienti.
Per questo motivo nel corso degli anni si è pensato,
a più riprese, di invertire le fasi terapeutiche,
eseguendo inizialmente la chirurgia, in modo da
Occlusione post-chirurgica
16
metabolismo osseo dovuto alla ferita chirurgica.
Nonostante questi vantaggi la “Surgery First” non ha
però ancora trovato ampia diffusione.
Il motivo principale è dovuto al fatto che al momento
dell’intervento, essendo i denti mal posizionati
rispetto alle corrispondenti
basi scheletriche, le
arcate dentali non sono
coordinate tra loro: ne
consegue che, da una
parte la programmazione
degli spostamenti
scheletrici ad opera del
chirurgo risulta essere
più difficile e meno
accurata, dall’altra dopo
l’intervento è spesso
presente un’instabilità
Volumi 3D
occlusale, che potrebbe
compromettere il buon esito del
trattamento.
L’avvento ed il progressivo sviluppo
delle tecniche di imaging 3D con
la conseguente digitalizzazione
dei processi di diagnosi e di
pianificazione del trattamento
ortodontico-chirurgico permettono
oggi di superare i questi limiti.
In presenza di una malocclusione
dento-scheletrica in cui trova
indicazione l’approccio “Surgery
First”, il protocollo da noi utilizzato al
reparto di Chirurgia Maxillo-Facciale
del Policlinico Universitario Sant’Orsola di Bologna
diretto dal Prof. Claudio Marchetti, prevede l’iniziale
acquisizione di una TC cone beam del cranio con
la creazione di un file dicom e la scansione delle
arcate dentali attraverso uno scanner intraorale con
la creazione di un file stl. Attraverso un procedimento
software il file stl della scansione intraorale viene
incorporato all’interno del file dicom della TC cone
beam generando una rappresentazione virtuale
tridimensionale dell’intero distretto dento-maxillofacciale del paziente, in cui sono rappresentati i
tessuti molli del viso, i tessuti scheletrici ed i denti.
Fusione dicom- stl
Questi ultimi in particolare appaiono come oggetti
tridimensionali individuali completi di corona e di
radice, separati gli uni dagli altri e svincolati dalle
rispettive basi ossee; in questo modo, sempre grazie
ad una funzione software, è possibile eseguire un
set-up ortodontico virtuale.
E proprio il set-up ortodontico virtuale rappresenta
la chiave per una programmazione accurata in
caso di ”Surgery First”. Attraverso il set-up è infatti
possibile prevedere e visualizzare l’occlusione
finale desiderata, facilitando in questo modo la
programmazione degli spostamenti scheletrici.
Nell’esecuzione del set-up i denti di ciascuna arcata
vengono posizionati correttamente rispetto alla
corrispondente base scheletrica, e le due arcate
dentali vengono coordinate tra loro; praticamente
viene eseguita una decompensazione virtuale della
componente dentale della malocclusione e di fatto il
set-up ortodontico virtuale corrisponde all’ortodonzia
prechirurgica della metodica tradizionale.
La fase successiva è rappresentata dalla chirurgia
virtuale: sempre utilizzando il software vengono
simulati gli spostamenti tridimensionali delle basi
ossee necessari a correggere la componente
scheletrica della malocclusione.
Questa programmazione avviene utilizzando come
guida il set-up ortodontico virtuale.
A questo punto il progetto virtuale dell’intervento
viene esportato dal software in formato stl e viene
Arcate virtuali
Set-up ortodontico
inviato al laboratorio per la realizzazione cad/cam
degli splint chirurgici: l’odontotecnico attraverso
un programma dedicato disegna al pc la forma
dello splint e poi invia il file alla fresatrice per la
realizzazione del manufatto, che sarà poi utilizzato
dal chirurgo in sala operatoria.
Con questo protocollo digitalizzato, reso possibile
dalle nuove tecniche di imaging 3D, è possibile
superare i limiti di programmazione in caso di
“Surgery First”.
Marco Pironi
Fabrizio Anelli