rassegna stampa 4 marzo

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Transcript rassegna stampa 4 marzo

venerdì 4 marzo 2016
Indice
RASSEGNA STAMPA
Associazione Generale Cooperative Italiane
Sciopero delle cooperative sociali, Aci: "Dispiace l'irrigidimento dei sindacati"
5
24Emilia.Com - 2016-03-03
Sciopero coop sociali, Aci BO: ''Sindacati rigidi''
7
24Emilia.Com - 2016-03-03
Legacoop: Luppi, grande alleanza per sfida mercato globale
9
Agi.It - 2016-03-03
ASSEMBLEA LEGACOOP AGROALIMENTARE, LUPPI: UNITI SI VINCE
11
Agricolae.Eu - 2016-03-03
Alleanza cooperative italiane operativa da gennaio 2017
12
Allnews24.Eu - 2016-03-04
Sciopero coop sociali,disagi su infanzia
13
Bologna.Virgilio.It - 2016-03-02
Cooperative sociali in sciopero: 'Rispetto dell’orario e adeguata retribuzione'
14
Bolognatoday.It - 2016-03-03
Alleanza cooperative italiane operativa da gennaio 2017
16
Conipiediperterra.Com - 2016-03-03
Agroalimentare
18
Corriere Della Sera - 2016-03-04
Coop in Italia: radiografia delle 80mila società
19
Firstonline.Info - 2016-03-03
Legacoop agroalimentare imbocca la strada delle alleanze
21
Ilsole24ore.Com - 2016-03-03
Alleanza delle Cooperative Italiane
Legacoop, in programma a Roma l'assemblea nazionale delle cooperative agroalimentari
25
Agroalimentarenews.Com - 2016-03-03
Tutto il meglio della diversity
26
Eticanews.It - 2016-03-04
Lugana: alla guida del Consorzio riconfermato Luca Formentini
28
Euposia.It - 2016-03-02
Tematica
Donne al lavoro, più tutele per prevenire gli infortuni
37
Avvenire - 2016-03-04
Agroalimentare
38
Corriere Della Sera - 2016-03-04
Bollino blu per le aziende «cooperative»
39
Il Sole 24 Ore - 2016-03-04
Cantone ottimista: "Bene il nuove codice puo aiutarci nella battaglia contro le mafie"
40
La Stampa - 2016-03-04
iL Governo riformi il credito cooperativo senza distruggerlo
MF - 2016-03-04
42
RASSEGNA STAMPA
Associazione Generale Cooperative Italiane
Articolo pubblicato sul sito 24emilia.com
Estrazione : 03/03/2016 16:18:54
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Sciopero delle cooperative sociali, Aci: "Dispiace
l'irrigidimento dei sindacati"
Legacoop
Bologna,
Confcooperative Bologna e
Agci
Bologna
hanno
commentato con amarezza
lo sciopero convocato per
giovedì
3
marzo
dai
sindacati
provinciali
bolognesi per protestare
contro il mancato rinnovo
del contratto integrativo
delle cooperative sociali:
"Dispiace l’irrigidimento dei
sindacati su temi che
all’avvio della trattativa non
erano stati neppure messi
in agenda e che in massima
parte sono materia del
contratto nazionale".
Per le tre associazioni
economiche
"noi
continuiamo a tenere la
porta aperta su questioni
legate
a
miglioramenti
normativi del contratto che, sebbene scaduto, è ancora a tutti gli effetti attivo e che nell’ultimo anno
ha pagato come premio Ert (Elemento retributivo territoriale) 650mila euro ridistribuiti tra i
lavoratori, il più alto degli ultimi 5 anni".
Per le tre associazioni, che insieme hanno dato vita all'Alleanza delle cooperative italiane (Aci) di
Bologna, "è anche opportuno ricordare che era già stato raggiunto un accordo di massima sulla
non applicazione del Jobs Act nei cambi di appalto, che nelle dichiarazioni rilasciate dai sindacalisti
in questi giorni viene messo in discussione".
L'Aci felsinea ha inoltre invitato "a non dimenticare che il fatturato delle cooperative sociali deriva
per circa l’80% da commesse pubbliche ed è condizionato dalle gare dei Comuni, che troppo
spesso subiscono tagli economici, e da tariffe stabilite in sede regionale, le quali andrebbero
adeguate in maniera più consistente di quanto fatto".
Dal 2010 in poi la marginalità delle cooperative sociali è crollata al 2% "ma non l’occupazione, che
è aumentata anche negli anni della crisi, con l’applicazione del contratto nazionale di lavoro e
dell’integrativo provinciale sempre attivo anche quando i capitolati d’appalto hanno riconosciuto
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solo l’importo del contratto nazionale".
Il costo del lavoro rappresenta l’85% delle uscite di bilancio delle cooperative, ma le cooperative
sociali aderenti all’Alleanza delle cooperative italiane di Bologna secondo la stessa Aci "in questi
anni hanno rappresentato un argine di legalità al lavoro nero o grigio, molto presente nei servizi alla
persona".
Per le tre centrali cooperative, dunque, gli elementi che consentirebbero di migliorare i servizi per i
cittadini e i salari dei soci lavoratori sono tre: una revisione del “sistema di welfare”, che comprenda
anche "un ragionamento sulla sostenibilità economica e sociale di chi fa lo stesso lavoro", sia esso
dipendente pubblico o di una cooperativa sociale; gare che premino ulteriormente la qualità rispetto
al costo; basi d’asta condivise su parametri di rispetto dei contratti e dei servizi accreditati
(accreditando ad esempio gli asili nido) .
"Adottare una linea comune tra le parti sociali – ha concluso l'Aci bolognese – potrebbe facilitare tale
revisione.
Le cooperative sociali, e lo dimostrano i dati dei bilanci, sono i soci e i lavoratori, per questo
chiediamo al sindacato di essere al nostro fianco (e non contro) nella battaglia per una piena
valorizzazione del lavoro sociale".
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Sciopero coop sociali, Aci BO: ''Sindacati rigidi''
Legacoop Bologna, Confcooperative Bologna e Agci Bologna hanno commentato con amarezza lo
sciopero convocato per giovedì 3 marzo dai sindacati provinciali bolognesi per protestare contro il
mancato rinnovo del contratto integrativo delle cooperative sociali: "Dispiace l’irrigidimento dei
sindacati su temi che all’avvio della trattativa non erano stati neppure messi in agenda e che in
massima parte sono materia del contratto nazionale".
Per le tre associazioni economiche "noi continuiamo a tenere la porta aperta su questioni legate a
miglioramenti normativi del contratto che, sebbene scaduto, è ancora a tutti gli effetti attivo e che
nell’ultimo anno ha pagato come premio Ert (Elemento retributivo territoriale) 650mila euro
ridistribuiti tra i lavoratori, il più alto degli ultimi 5 anni".
Per le tre associazioni, che insieme hanno dato vita all'Alleanza delle cooperative italiane (Aci) di
Bologna, "è anche opportuno ricordare che era già stato raggiunto un accordo di massima sulla
non applicazione del Jobs Act nei cambi di appalto, che nelle dichiarazioni rilasciate dai sindacalisti
in questi giorni viene messo in discussione".
L'Aci felsinea ha inoltre invitato "a non dimenticare che il fatturato delle cooperative sociali deriva
per circa l’80% da commesse pubbliche ed è condizionato dalle gare dei Comuni, che troppo
spesso subiscono tagli economici, e da tariffe stabilite in sede regionale, le quali andrebbero
adeguate in maniera più consistente di quanto fatto".
Dal 2010 in poi la marginalità delle cooperative sociali è crollata al 2% "ma non l’occupazione, che
è aumentata anche negli anni della crisi, con l’applicazione del contratto nazionale di lavoro e
dell’integrativo provinciale sempre attivo anche quando i capitolati d’appalto hanno riconosciuto
solo l’importo del contratto nazionale".
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Il costo del lavoro rappresenta l’85% delle uscite di bilancio delle cooperative, ma le cooperative
sociali aderenti all’Alleanza delle cooperative italiane di Bologna secondo la stessa Aci "in questi
anni hanno rappresentato un argine di legalità al lavoro nero o grigio, molto presente nei servizi alla
persona".
Per le tre centrali cooperative, dunque, gli elementi che consentirebbero di migliorare i servizi per i
cittadini e i salari dei soci lavoratori sono tre: una revisione del “sistema di welfare”, che comprenda
anche "un ragionamento sulla sostenibilità economica e sociale di chi fa lo stesso lavoro", sia esso
dipendente pubblico o di una cooperativa sociale; gare che premino ulteriormente la qualità rispetto
al costo; basi d’asta condivise su parametri di rispetto dei contratti e dei servizi accreditati
(accreditando ad esempio gli asili nido) .
"Adottare una linea comune tra le parti sociali – ha concluso l'Aci bolognese – potrebbe facilitare tale
revisione.
Le cooperative sociali, e lo dimostrano i dati dei bilanci, sono i soci e i lavoratori, per questo
chiediamo al sindacato di essere al nostro fianco (e non contro) nella battaglia per una piena
valorizzazione del lavoro sociale".
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Estrazione : 03/03/2016 15:29:00
Categoria : Attualità
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Legacoop: Luppi, grande alleanza per sfida mercato globale
(AGI) - Roma, 3 mar.
- Piu' uniti per rendere l'agroalimentare italiano forte e competitivo, anche e soprattutto sui mercati
esteri.
E' il messaggio del presidente di Legacoop Agroalimentare, Giovanni Luppi, a pochi giorni
dall'Assemblea nazionale delle cooperative di settore di Legacoop, che si svolgera' a Roma il 10 e
l'11 marzo.
L'ACI, l'Alleanza delle tre grandi centrali cooperative italiane (Legacoop, Confcoperative e AGCI),
rappresenta la chiave di volta per realizzare quei grandi progetti di filiera di cui il Paese ha bisogno
per superare i limiti strutturali del sistema agricolo e agroalimentare italiano.
Non piu' tardi di due mesi fa, sulla scia del grande successo di Expo 2015, il governo italiano ha
dichiarato di voler puntare all'obiettivo dei 50 miliardi di euro di export per l'agroalimentare italiano.
Una sfida che il mondo cooperativo raccoglie con impegno ed entusiasmo.
"E' una scommessa che accettiamo - ha detto Luppi nel corso di una conferenza stampa nella sede
di Legacoop - e lavoriamo ogni giorno per poter raggiungere quest'obiettivo.
Alla politica chiediamo strumenti di supporto adeguati alle necessita' delle imprese, soprattutto di
quelle che vogliono investire sui mercati esteri".
"Siamo convinti - ha sottolineato Luppi - che l'Alleanza delle Cooperative Italiane dovra' essere,
oltre che un sindacato di imprese agroalimentari con compiti di rappresentanza, vigilanza e
promozione, anche la sede nella quale favorire lo sviluppo di una grande progettualita' condivisa.
I dati elaborati dall'Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana ci consegnano una
responsabilita' importante, considerati il numero di cooperative aderenti alle tre centrali e presenti
in tutto il territorio nazionale (oltre cinquemila imprese) e il contributo determinante in termini di
fatturato e occupazione (piu' di 36 miliardi di euro e oltre 90mila addetti)".
Lavorare per l'efficienza logistica, ideare iniziative commerciali comuni per esportare il made in
Italy, creare piattaforme europee di distribuzione cooperativa, sviluppare progetti nei principali
paesi esteri.
Per il presidente di Legacoop Agroalimentare, occorre aggregarsi per vincere.
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Articolo pubblicato sul sito agi.it
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Estrazione : 03/03/2016 15:29:00
Categoria : Attualità
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.
03 marzo 2
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ASSEMBLEA LEGACOOP AGROALIMENTARE, LUPPI: UNITI
SI VINCE
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Più uniti per
l’agroalimentare
forte e competitivo,
soprattutto
sui
esteri.
rendere
italiano
anche e
mercati
Questo il messaggio del
presidente di Legacoop
Agroalimentare,
Giovanni
Luppi,
in
prossimità
dell’Assemblea nazionale
delle cooperative di settore
di Legacoop, che si terrà a
Roma il 10 e 11 marzo.
L’ACI (l’alleanza delle tre
grandi cooperative italiane:
Legacoop, Confcooperative
e AGCI) rappresenta la
chiave
di
volta
per
realizzare
quei
grandi
progetti di filiera di cui il
paese
necessità
per
superare i limiti del sistema
agricolo e agroalimentare.
Il governo italiano ha dichiarato di voler raggiungere l’obiettivo dei 50 miliardi di euro di export per
l’agroalimentare italiano.
Lavoriamo ogni giorno -ha dichiarato Luppi- per raggiungere questo obiettivo.
Per questo motivo alla politica chiediamo l’impegno e il supporto necessario alle imprese,
specialmente di quelle che vogliono investire sui mercati esteri.
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Articolo pubblicato sul sito allnews24.eu
Estrazione : 04/03/2016 00:24:24
Categoria : Attualità
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Alleanza cooperative italiane operativa da gennaio 2017
Partirà il 1 gennaio 2017 l’operatività dell’Alleanza cooperative italiane che, entro i primi sei mesi
dell’anno prossimo avrà in comune gli uffici delle tre grandi centrali cooperative Legacoop,
Confcooperative e Agci.
Lo ha annunciato oggi Giovanni Luppi, presidente Legacoop agroalimentare nel corso della 16
esima Assemblea nazionale delle cooperative agroalimentari associate.
”Nascerà il percorso per dar vita ad una sola centrale cooperativa – ha detto Luppi – e noi come
settore dell’agroalimentare entreremo in questa alleanza con la nostra autonomia politica;
gradiremmo infatti che gli organismi dirigenti della cooperazione agricola alimentare fossero
nominati direttamente dal basso, ossia dalle cooperative agricole”.
Luppi ha poi sottolineato i vantaggi di questa mega operazione.
”Saranno grandissimi – ha precisato -, smetteremo di farci concorrenza per costruire un terreno
unitario sul quale tentare di implementare politiche di alleanza tra le cooperative che storicamente
appartenevano a culture diverse e che quindi hanno vissuto momenti di distinguo più che di
alleanza”.
Inoltre, ha aggiunto ancora Luppi, con un’unica centrale cooperativa ”si integreranno le risorse con
economie di scala in modo da implementare gli investimenti, un’unione che nasce non per fare
meglio rappresentanza ma per creare un ambiente fertile per produrre alleanze tra le cooperative”.
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Estrazione : 02/03/2016 14:50:03
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bologna.virgilio.it
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http://bologna.virgilio.it/ultima-ora/sciopero_coop_sociali_disagi_su_infanzia-48038345.html
Sciopero coop sociali,disagi su infanzia
Rovigo Oggi
Domani sciopereranno per 4 ore i lavoratori delle coop sociali di Bologna e provincia, nell'ambito di
una vertenza con le centrali cooperative per "lavoratori che erogano servizi pubblici di serie A e
hanno invece diritti di serie B se non C, praticamente invisibili rispetto ai loro colleghi dipendenti
pubblici".
Lo ha spiegato Michele Vannini, Fp-Cgil.
Gli effetti più consistenti saranno invece avvertiti dai servizi per l'infanzia, soprattutto della
provincia, dove - a differenza del comune capoluogo, al 70% i servizi sono appaltati a coop sociali.
Le coop sociali impiegano circa 8.000 persone, e l'integrativo provinciale è scaduto dal 2010.
I sindacati (oltre Fp-Cgil, Fp e Fisascat-Cils) lamentano che la controparte (Legacoop,
Confocooperative, Agci) abbia rifiutato ogni trattativa economica e normativa.
I sindacati chiedono che i lavoratori (oggi pagati ad ora) abbiano invece uno stipendio mensile, la
certezza di un impiego in caso di cambio d'appalto, e buoni pasto che passino da 3,5 a 4,5 euro.
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bolognatoday.it
Estrazione : 03/03/2016 08:48:14
Categoria : Attualità regionale
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http://www.bolognatoday.it/cronaca/sciopero-cooperative-sociali-3-marzo.html
Cooperative sociali in sciopero: 'Rispetto dell’orario e
adeguata retribuzione'
Oggi i lavoratori delle
cooperative
sociali
di
Bologna
e
provincia
incrociano le braccia per
chiedere il rinnovo del
contratto
integrativo
provinciale
Oggi i lavoratori delle
cooperative
sociali
di
Bologna
e
provincia
incrociano le braccia per
chiedere il rinnovo del
contratto
integrativo
provinciale.
Quattro ore di sciopero
proclamato, da Fp Cgil, Cisl
Fp e Fisacat Cisl: "La
mobilitazione si è resa
necessaria poiché le AGCI,
Confcooperative
e
Legacoop
che
rappresentano
le
Cooperative Sociali che operano sul territorio, non hanno dimostrato alcuna intenzione di giungere
in tempi utili al rinnovo del contratto integrativo, applicato ad oltre 8000 lavoratori e lavoratrici del
settore" rendono noto i lavoratori su Facebook.
Le trattative, che sarebbero aperte da oltre un anno, non avrebbero prodotto alcun risultato
concreto: "I principali temi oggetto di discussione sono il rispetto dell’orario contrattuale dei
lavoratori garantendone l’adeguata retribuzione, le tutele nel caso di cambio di appalto, il livello di
inquadramento per gli educatori, la tutela nel caso di problematiche di salute, un protocollo da
utilizzarsi nel caso di riduzione di ore nei servizi, ecc.
.
Tutti argomenti centrali sia per il trattamento economico che per la dignità del lavoro di lavoratori e
lavoratrici di questo settore che gestiscono servizi delicatissimi".
DISACCORDO DI UIL.
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Estrazione : 03/03/2016 08:48:14
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"Curioso, per non dire lesivo dei diritti dei lavoratori", il fatto che "due sindacati, in solitaria per non
dire in segretezza, proclamino lo sciopero nel settore delle cooperative sociali", scrive in una nota il
segretario regionale Uil Fpl, Gerry Ferrara, "perché questo avvenga: temono forse che le
rivendicazioni che la Uil Fpl sta portando avanti possano avere più fondamento delle loro, oppure
che la nostra piattaforma possa avere maggiori riscontri anche tra i loro iscritti?".
Verrebbe meno secondo il segretario Uil la "tanto invocata unità sindacale trova fondamento, e
credo che i lavoratori meritino maggiore rispetto, e migliori tutele".
"Massima solidarietà e vicinanza ai lavoratori delle cooperative sociali, che reclamano diritti che non
dovrebbero essere mai messi in discussione", arriva invece dal deputato ravennate di Possibile
Andrea Maestri.
In una nota, il parlamentare civatiano sostiene infatti che "a chi si occupa delle persone più fragili
dovrebbero essere garantiti inquadramenti lavorativi con maggiori garanzie, come segno di
gratitudine e di rispetto per il loro lavoro", mentre in questo caso "si assiste invece all''applicazione di
contratti capestro e al disprezzo delle regole e delle tutele".
Motivo per cui "il ministro del Lavoro Giuliano Poletti dovrebbe intervenire per ripristinare la corretta
applicazione dei contratti e delle regole".
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Categoria : Agro-alimentare
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Alleanza cooperative italiane operativa da gennaio 2017
giovedì, 3 marzo
16:10 News
2016,
Partirà il 1 gennaio 2017
l’operatività
dell’Alleanza
cooperative italiane che,
entro i primi sei mesi
dell’anno prossimo avrà in
comune gli uffici delle tre
grandi centrali cooperative
Legacoop, Confcooperative
e Agci.
Lo ha annunciato oggi
Giovanni Luppi, presidente
Legacoop agroalimentare
nel corso della 16 esima
Assemblea nazionale delle
cooperative agroalimentari
associate.
”Nascerà il percorso per dar
vita ad una sola centrale cooperativa – ha detto Luppi – e noi come settore dell’agroalimentare
entreremo in questa alleanza con la nostra autonomia politica; gradiremmo infatti che gli organismi
dirigenti della cooperazione agricola alimentare fossero nominati direttamente dal basso, ossia
dalle cooperative agricole”.
Luppi ha poi sottolineato i vantaggi di questa mega operazione.
”Saranno grandissimi – ha precisato -, smetteremo di farci concorrenza per costruire un terreno
unitario sul quale tentare di implementare politiche di alleanza tra le cooperative che storicamente
appartenevano a culture diverse e che quindi hanno vissuto momenti di distinguo più che di
alleanza”.
Inoltre, ha aggiunto ancora Luppi, con un’unica centrale cooperativa ”si integreranno le risorse con
economie di scala in modo da implementare gli investimenti, un’unione che nasce non per fare
meglio rappresentanza ma per creare un ambiente fertile per produrre alleanze tra le cooperative”.
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Categoria : Agro-alimentare
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CORRIERE DELLA SERA
Corriere della Sera (ITA)
(ITA)
Paese:
Paese: it
Tipo media:
media: Quotidiano Nazionale
Pagina: 42
42
Pagina:
Autore: Andrea Ducei
Autore:
Readership:
Readership: 2710000
Diffusione:
Diffusione: 489259
04 Marzo 2016
Agroalimentare
Polo da 36 miliardi
tra Legacoop,Agci
e Confcooperative
Una triplice alleanza che vale 36 miliardi di euro di
fatturato e che impiega 90 mila persone in 5 mila
imprese. La corazzata del settore agroalimentare è
destinata a nascere a valle dell'accordo di fusione
tra le tre grandi centrali cooperative italiane, ossia
Legacoop,Confcooperative e Agci. Il modello di
governance e le modalità per arrivare
all'unificazione sono in via di definizione e
l'obiettivo è la piena operatività dell'alleanza a
partire dal gennaio del 2017. A prefigurare
l'accordo è Giovanni Luppi, il presidente di
Legacoop agroalimentare,alla vigilia
dell'assemblea delle cooperative di settore fissata
il 10 e l'il marzo. La nascitura Aci(Alleanza delle
cooperative) dovrebbe,insomma,essere la
piattaforma comune per centrare l'obiettivo dei 50
miliardi di export per l'agroalimentare auspicato
dal governo all'indomani dell'Expo 2015.
Andrea Ducci
Pagina 1 // 1
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Categoria : Economia e Finanza
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Coop in Italia: radiografia delle 80mila società
Il 2015 è stata un’ottima
annata per cooperative
italiane, una realtà da
sempre sottovalutata che
però si configura come una
parte
fondamentale
dell’imprenditoria italiana.
A dimostrarlo è arrivata
l’analisi
svolta
in
collaborazione da Ufficio
Studi Agci, Area Studi
Confcooperative e Centro
Studi Legacoop, una vera e
propria
radiografia
dell’universo
delle
cooperative nostrane che
aiuta a comprende meglio,
sia in termini quantitativi
che in termini qualitativi
come funzionano le coop.
Al 31 dicembre 2015, le imprese cooperative registrate presso le Camere di Commercio sono
79.487, in aumento dell’1,5% rispetto al 2014.
Il 35% delle coop attive è localizzato nelle regioni del Nord, mentre il 19% si trova al Centro.
Nonostante ciò, la Regione con il maggior numero di cooperative attive risulta essere la Sicilia
(11.884, seguono la Lombardia con 11.220 e il Lazio con 8.619).
In termini di nuove iscrizioni, nel 2015 si sono costituite 7.003 imprese cooperative, un numero che
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Estrazione : 03/03/2016 16:24:00
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rappresenta una riduzione dell’8,1% rispetto all’anno precedente nonché il dato più passo dal 2009.
Nonostante ciò il saldo tra iscrizioni e cancellazioni continua ad essere positivo, con un tasso di
crescita (rapporto tra il saldo iscrizioni/cessazioni rilevate nel periodo considerato e lo stock delle
imprese registrate all’inizio del periodo stesso) in rialzo dal 2009 al 2015.
Dal punto di vista territoriale in Italia esistono in media 13 cooperative attive ogni 10mila abitanti,
mentre in alcune aree del Mezzogiorno si contano oltre 25 cooperative attive ogni 10mila abitanti.
In riferimento alle differenze di genere occorre evidenziare la crescita dell’imprenditoria cooperativa
femminile che nel 2015 rappresentava il 23,3% del totale (18.539 nel 2015 contro le 17,991 del
2014.
Si riducono invece le coop attive giovanili con 7.718 cooperative attive di “under 35” (erano 7.828 nel
2014).
Infine, si segnala un aumento di cooperative attive di stranieri: 4.811 nel 2015 a fronte delle 4.614
nel 2014.
L’incidenza sul totale, in termini percentuali, ammonta al 6,1%.
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Estrazione : 03/03/2016 17:09:15
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Legacoop agroalimentare imbocca la strada delle alleanze
Annamaria Capparelli
Rappresentano un quarto
del
fatturato
dell’agroalimentare italiano
(36 miliardi su giro di affari
totale di oltre 130), ma sono
ancora tante (circa 5mila
con 90mila addetti) e
lontane dagli standard delle
maxi cooperative europee.
La
cooperazione
agroalimentare
italiana
soffre di nanismo, un
«male» comune al sistema
alimentare nazionale.
Ora le associazioni di
rappresentanza
vogliono
forzare la svolta.
Per
il
presidente
di
Legacoop agroalimentare,
Giovanni Luppi, la strada è
quella dell’alleanza.
L’agroalimentare che dal 1998 ha costituito un coordinamento con Fedagri Confcooperative e Agci,
punta su una bandiera unica della cooperazione che consenta una vera unione nel settore
agroalimentare che ha fatto da apripista e rappresenta dunque un modello.
Ma senza la scelta unitaria delle tre confederazioni non si può procedere nell’alimentare e non si
può andare oltre il coordinamento.
«Siamo convinti - ha detto oggi Luppi in occasione della presentazione della XVI assemblea
nazionale in programma a Roma il 10 e 11 marzo - che l’Alleanza delle coop dovrà essere, oltre
che un sindacato di imprese agroalimentari con compiti di rappresentanza, vigilanza e promozione,
anche la sede nella quale favorire lo sviluppo di una grande progettualità condivisa».
Il dado sempre essere ormai tratto e a gennaio 2017 dovranno partire le manovre di unificazione
delle centrali e la conclusione è prevista l’anno successivo.
I benefici? «Massa critica in primis, in grado di liberare risorse e poi - ha spiegato il numero uno di
Legacoop agroalimentare - raggiungere l’obiettivo che si sintetizza nella politica delle “tre I” e cioè
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Estrazione : 03/03/2016 17:09:15
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integrazione, innovazione e internazionalizzazione».
Aggregare l’offerta per affrontare i mercati Le imprese più a rischio sono quelle medie, perchè i big
riescono a trovare spazio sui mercati e le piccole si possono rifugiare nella nicchia.
Per le medie invece, che hanno investito, i tempi sono bui.
Per questo la strategia è di spingere sulla qualificazione dell’offerta delle imprese per affrontare al
meglio la grande distribuzione e i mercati globali.
E garantire un prezzo equo.
Che la cooperazione già in parte assicura.
Per il latte, per esempio, prodotto sensibile e nelle morse di una crisi gravissima, Granarolo big del
settore ha pagato 36 centesimi al litro a fronte dei 30 della Ue e dei 34 generalmente riconosciuti
agli allevatori italiani (Lactalis nell’accordo scaduto a fine febbraio ha pagato 36 più 1 cent aggiunto
con l’utilizzo dei 25 milioni stanziati da Bruxelles) «Fondamentale - secondo Luppi - è valorizzare in
particolare il tessuto agricolo meridionale, incoraggiando la fusione tra le cooperative e la
collaborazione con le reti di vendita».
Luppi ha anche affermato che la politica del ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, va
nella direzione giusta, non altrettanto positivo è il giudizio su alcune azioni del governo, a cominciare
dalle iniziative sulla banche di credito cooperativo.
A spiegare meglio le perplessità sull’operazione il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari, vice
presidente di una banca di credito cooperativo.
Calzolari ha contestato soprattutto che si possano mettere in discussione le riserve: «la tutela delle
riserve - ha detto - è fondamentale per preservare l’integrità delle coop.
Non va bene che si decida a metà percorso che si possano vendere le riserve.
Questo è un capitolo da rimettere in discussione».
Anche per Calzolari la strada obbligata è quella dell’unità: «la nostra mission è la valorizzazione dei
soci, bisogna parlare con una voce univoca con la Pubblica amministrazione, la grande distribuzione
e i consumatori».
Riaprire la partita sui Consorzi agrari Due poi le spine nel fianco: l’idea che le aziende cooperative
godano di privilegi e i consorzi agrari.
«Abbiamo i vantaggi fiscali previsti dalla legge - ha sottolineato Luppi - e comunque se questi
vantaggi ci sono perchè le altre imprese non si trasformano in coop?».
Un nervo scoperto restano i Consorzi agrari.
La Legacoop, dopo tanti anni, non ha ancora digerito il riconoscimento per legge della mutualità
prevalente ai Consorzi agrari «che sono coop come quelle nostre».
E soprattutto il presidente non ci sta “ a dover sventare in ogni Legge di Stabilità l’emendamento che
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Estrazione : 03/03/2016 17:09:15
Categoria : Attualità
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assegna soldi ai Cap”.
Luppi ha lanciato la proposta di un tavolo allargato al mondo politico e a tutte le rappresentanze del
settore agroalimentare per affrontare la questione nella massima trasparenza.
Ma per ora di ricette targate Legaccoop non ce ne sono.
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Alleanza delle Cooperative Italiane
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Estrazione : 03/03/2016 17:41:09
Categoria : Agro-alimentare
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Legacoop, in programma a Roma l'assemblea nazionale delle
cooperative agroalimentari
Si terrà il 10 e l’ 11 marzo, nel Centro Congressi “Roma Eventi Piazza di Spagna” (via Alibert, 5), la
16esima Assemblea nazionale delle cooperative agroalimentari associate a Legacoop.
Temi centrali dell’assemblea saranno lo stato di salute del sistema agroalimentare italiano e in
particolare delle cooperative di settore, soprattutto sulla scia del successo di Expo 2015.
Saranno poi affrontati gli effetti della riforma della Politica Agricola Comune per il periodo
2014-2020 e le prospettive di crescita e sviluppo del sistema cooperativo italiano anche in vista
della costituzione organica dell’Aci (Alleanza delle Cooperative Italiane), prevista per il primo
gennaio del 2017.
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Estrazione : 04/03/2016 08:01:23
Categoria : Attualità
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Tutto il meglio della diversity
Regione Emilia Romagna
ET.agenda raccoglie una selezione degli appuntamenti etici principali della settimana e del mese,
selezionati per chi si occupa di Csr, Social business, Finanza Sri e crowdfunding.
Eventi, conferenze stampa, webinar, seminari e tutto quanto fa sostenibilità
ET.agenda raccoglie una selezione degli appuntamenti etici principali della settimana e del mese,
selezionati per chi si occupa di Csr, Social business, Finanza Sri e crowdfunding.
Eventi, conferenze stampa, webinar, seminari e tutto quanto fa sostenibilità.
Il servizio fa parte del pacchetto ET.pro.
Lunedì 7, a Milano, In occasione del lancio del nuovo hub di cultura manageriale della rivista
Economia & Management, SDA Bocconi propone un incontro dal titolo “ Il meglio della diversità:
pratiche e performance “, sulla gestione delle diversità oltre la retorica e con un occhio sia all’etica
sia al business.
Interverranno, tra gli altri, Bruno Busacca, Dean SDA Bocconi; Guido Corbetta, Direttore Editoriale
Rivista Economia & Management; Simona Cuomo, Responsabile Diversity Management Lab, SDA
Bocconi.
Martedì 8, a Milano, si terrà il convegno “ Le donne tra vita, salute e sicurezza sul lavoro “, che
affronterà gli aspetti relativi alla tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici.
Molte ricerche pubblicate in questi anni mostrano infatti come le donne siano esposte in proporzioni
superiori, rispetto ai colleghi maschi, a vari rischi e fattori ergonomici e psicosociali.
Il convegno si terrà dalle ore 14.30 alle ore 17.30, presso il Centro Congressi “Le stelline” in corso
Magenta 61.
Martedì 8, a Milano, si terrà il convegno “ Quale Governance nei CdA per promuovere gestione e
sviluppo delle persone “.
Si discuterà della situazione della gender diversity, in Cda e in generale in azienda, a seguito
dell’adozione della legge 120, che impone il rispetto di quote di genere nei CDA e nei collegi
sindacali delle società quotate.
In particolare, l’incontro verterà su una delle sfide per le donne nei Cda: la “Gestione strategica
delle risorse umane”, tema fondamentale ma non ancora efficacemente presidiato nelle agende dei
Consigli.
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Estrazione : 04/03/2016 08:01:23
Categoria : Attualità
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Il board dovrebbe, a livello collegiale, curare la “progettazione” strategica delle leve di selezionesviluppo-gestione, garantendo processi orientati all’equità, che premino persone di valore per
l’impresa, e prevenendo al contempo distorsioni e fenomeni di segregazione (sia di tipo verticalesoffitto di vetro, sia ti tipo orizzontale-donne presenti solo in certe funzioni e in certi mercati).
Venerdì 11, a Bologna, si terrà l’evento conclusivo della II edizione della Scuola delle Cooperative di
Comunità, promossa dall’Alleanza delle Cooperative Italiane, con il contributo della Regione EmiliaRomagna e in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.
L’incontro, dal titolo “ Cooperare nelle comunità: un bene comune per il Paese “, si terrà presso la
sede della Regione Emilia Romagna in viale della Fiera 8.
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Estrazione : 02/03/2016 16:22:37
Categoria : Cucina e Vini
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Lugana: alla guida del Consorzio riconfermato Luca
Formentini
Prima uscita pubblica (’Anteprima del Lugana dell’annata 2015, in programma il 6 e 7 marzo a
Lazise, insieme con la presentazione della nuova annata del Bardolino e del Chiaretto) del nuovo
Consiglio Direttivo del Consorzio, composto, per la categoria viticoltori da Filippo Bottacini (Az.
Corte Sermana), Sonia Brunello (Az.
Brunello), Francesco Franzoni (Az.
Demesse nuove) ed Emanuele Urbani (Az.
Garbella di Urbani Vittorino); per la categoria vinificatori Fabio Contato (Az.
Cà Maiol), Francesco Mascini (Az.
Citari), Massimo Sbruzzi (Az.
Feliciana) e Fabio Zenato (Az.
Le Morette); per la categoria imbottigliatori Giorgio Cristoforetti (Az.
Delibori), Igino Dal Cero (Az.
Cà dei Frati), Luca Formentini (Az.
Selva Capuzza), Francesco Montresor (Az.
Ottella), e Alberto Zenato (Az.
Zenato srl).
Alla guida ancora per 3 anni riconfermato il Presidente Luca Formentini che sarà affiancato da 3
vice presidenti Francesco Montresor, Fabio Contato e Igino Dal Cero.
(Click to read more)
Per l’Anteprima del 6 e 7 marzo due chef interpretano il coregone-lavarello in abbinamento con il
vino bianco delle argille.
L’idea del confronto fra chef è stata lanciata Carlo Veronese, direttore del Consorzio del Lugana: se
il Lugana è infatti un po’ lombardo e un po’ veneto (la zona di produzione è a cavallo fra le due
regioni), c’è nelle acque gardesane un salmonide che è noto come coregone fra i bresciani e come
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Estrazione : 02/03/2016 16:22:37
Categoria : Cucina e Vini
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lavarello tra i veronesi.
Stesso pesce, due nomi diversi, e due cuochi, Andrea Costantini e Enzo Ninivaggi, che lo
interpretano per esaltare il Lugana accanto alla cucina gardesana.
I loro piatti saranno proposti alla stampa in arrivo da ben venticinque paesi del mondo, e i
suggerimenti dei due interpreti della cucina lacustre sono un ottimo riferimento per chi volesse
provare uno degli abbinamenti “classici” del Lugana, quello col pesce di lago.
Andrea Costantini, executive chef dell’hotel Regina Adelaide e del ristorante Regio Ratio di Garda,
proporrà una personale interpretazione del coregone alla griglia.
Di origini friulane, Costantini ha lavorato a lungo con Bruno Barbieri, il suo più grande maestro,
prima alla locanda Solarola di Castelguelfo, dove è rimasto un anno, quello “giusto” per la seconda
stella Michelin, e quindi (dopo essere stato alla corte di un altro grande chef, Othmar Schlegel, al
Castello del Sole di Ascona), per altri nove anni come sous chef di Barbieri a Villa del Quar (e anche
qui sono arrivate le due stelle Michelin).
Oggi esprime al Regio Patio di Garda la sua personale dimensione di cucina italiana
contemporanea.
“Appena arrivato a Garda, ancora poco avvezzo al pesce di lago – racconta Costantini -,
chiacchierando con un caro amico e stimato collega mi colpì una sua affermazione: il modo più
sbagliato per fare il coregone è alla griglia.
Provocazione? Fuga dai soliti cliché? Le sue parole mi rimbalzarono a lungo nella testa.
Ecco oggi la mia personale interpretazione”.
Un’interpretazione semplice e delicata, che vuole ricordare il sapore intenso del pesce alla griglia,
preservando tuttavia una consistenza non eccessivamente asciugata dalla cottura.
A complemento del sapore grigliato, la nota amara dell’insalata di cicorino e aspra della mela,
mentre burro e pane nero rafforzano il gusto della tostatura con un accento speziato.
Enzo Ninivaggi, pugliese di origine, è l’executive chef del ristorante La Veranda del Color Hotel di
Bardolino.
“La mia è una storia di amore per la cucina, che inizia ad Altamura – dice Ninivaggi - e prosegue con
una severa formazione alberghiera, abbinata all’esperienza in varie strutture internazionali
pluristellate”.
Nel suo percorso formativo, prima dell’approdo su quelle che chiama le “sicure rive del lago di
Garda”, si è innamorato dell’Asia e del suo fascino gastronomico, stando al fianco dello chef Pino
Lavarra, suo grande maestro, che proprio in quegli anni ha conquistato due stelle Michelin al
ristorante Rossellinis di Palazzo Sasso a Ravello, sulla Costiera Amalfitana.
Così oggi nella cucina di Enzo Ninivaggi gli ingredienti e i sapori più delicati, come appunto il pesce,
si sposano alle spezie, alle erbe fresche, agli aromi, e nei piatti fanno capolino i profumi orientali che
hanno colpito l’attenzione di questo giovane chef durante i suoi viaggi e le sue sperimentazioni.
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Estrazione : 02/03/2016 16:22:37
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“La mia cucina? È vivace, colorata, catturante.
Adoro sorprendere, me stesso e il cliente che gusta i miei piatti” spiega.
Così, per l’abbinamento con il Lugana, Ninivaggi ha pensato a un coregone scottato, accompagnato
dalle zucchine cotte a freddo, dal semolino al lemongrass (eccola qui la nota orientale) e dal sugo di
pomodoro Pachino.
Una sorta di sintesi della sua maniera di pensare la cucina.
Sfoglia l'archivio Lugana: alla guida del Consorzio riconfermato Luca Formentini Prima uscita
pubblica (’Anteprima del Lugana dell’annata 2015, in programma il 6 e 7 marzo a Lazise, insieme
con la presentazione della nuova annata del Bardolino e del Chiaretto) del nuovo Consiglio Direttivo
del Consorzio, composto, per la categoria viticoltori da Filippo Bottacini (Az.
Corte Sermana), Sonia Brunello (Az.
Brunello), Francesco Franzoni (Az.
Demesse nuove) ed Emanuele Urbani (Az.
Garbella di Urbani Vittorino); per la categoria vinificatori Fabio Contato (Az.
Cà Maiol), Francesco Mascini (Az.
Citari), Massimo Sbruzzi (Az.
Feliciana) e Fabio Zenato (Az.
Le Morette); per la categoria imbottigliatori Giorgio Cristoforetti (Az.
Delibori), Igino Dal Cero (Az.
Cà dei Frati), Luca Formentini (Az.
Selva Capuzza), Francesco Montresor (Az.
Ottella), e Alberto Zenato (Az.
Zenato srl).
Alla guida ancora per 3 anni riconfermato il Presidente Luca Formentini che sarà affiancato da 3 vice
presidenti Francesco Montresor, Fabio Contato e Igino Dal Cero.
(Click to read more) Il "Gran Premio - Cavalier Pepe" va agli alunni Di Credico e Di Stefano della
Scuola Filippo De Cecco di Pescara Il "Gran Premio - Cavalier Pepe" per la 5° edizione del
Concorso Enogastronomico "Vino...
Fantasia, colori, profumi e sapori dell'Irpinia” è stato assegnato ieri a fine lavori, alla scuola Filippo
De Cecco di Pescara per il miglior abbinamento vino-pietanza.
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In particolare gli alunni Gianluca Di Credico (sala), Alessandro Di Stefano (cucina) accompagnati dal
professore Amedeo Prognoli, hanno presentato “Trilogia di mare” – Secondo - Piatto Tipico
Regionale abbinato al Brancato- Fiano di Avellino DOCG della Tenuta Cavalier Pepe.
(Click to read more) NUOVI PRESTIGIOSI RICONOSCIMENTI PER I WHISKEY IRLANDESI
TEELING Ancora tanti, importanti riconoscimenti internazionali per i Whiskey irlandesi Teeling: ? Ai
“World Whiskies Awards” la Teeling ha trionfato con i suoi Single Grain, Single Malt e The Revival
15 anni; ? La Distilleria ha inoltre ricevuto la nomination come impresa d’eccellenza da parte del
“Financial Times”, in occasione dell’ottava edizione degli ”Arcelor Mittal Boldness in Business
Awards”; ? La Teeling ha infine ottenuto il premio come “Attrazione dei Visitatori dell’Anno”, da parte
del “Whisky Magazine”.
The Teeling Whiskey Co.
è l’erede di un’antica dinastia di distillatori irlandesi, i Teeling, attivi nel settore fin dal 1782.
L’Azienda è oggi condotta dai fratelli Jack e Stephen Teeling, che fino a poco tempo fa hanno
ricoperto posizioni di vertice nella Distilleria Cooley, prima che quest’ultima fosse ceduta al gruppo
statunitense Jim Beam.
(Click to read more) MERCURI (ALLEANZA COOPERATIVE): BENE NUOVA ACQUISIZIONE DA
PARTE DELLE CANTINE DUE PALME “Ci complimentiamo con la Presidenza, il Consiglio, ma
soprattutto con i soci produttori di Cantine Due Palme di Cellino San Marco per l’acquisizione della
cantina cooperativa della Riforma fondiaria di Arnesano-Monteroni.
Un’iniziativa importante, questa, che va nella direzione dell’aggregazione, fortemente sostenuta
dall’Alleanza delle Cooperative”.
Così Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane agroalimentari, ha espresso
soddisfazione per la quarta acquisizione effettuata da Cantine Due Palme, la più grande cooperativa
vitivinicola del Mezzogiorno.
RINALDI DISTRIBUISCE IL BLENDED WHISKY “KING OF SCOTS” La Fratelli Rinaldi Importatori di
Bologna distribuisce il Blended Scotch Whisky “King of Scots”, della Douglas Laing & Co.
Creato per la prima volta nel 1886, “King of Scots” reca nel nome e in etichetta il ricordo dell’antica
Corona di Scozia, indipendente per secoli prima di passare sotto il dominio del Regno Unito di Gran
Bretagna e Irlanda del Nord.
Simbolo tradizionale dei reali scozzesi era il leone rosso rampante, che oggi campeggia
nell’abbigliaggio di “King of Scots”.
Il prodotto unisce i più ricchi e i più dolci fra i Grain Whisky scozzesi a un’elevata proporzione di
Malti invecchiati, così da creare un Blended dalle caratteristiche esclusive.
(Click to read more) Comité Champagne, nel 2015 le vendite raggiungono i 4,75 miliardi di euro.
Lo comprano persino i Francesi! Secondo i dati per il 2015 dal Comité Champagne, il fatturato
annuale della regione spumantistica francese dell’anno scorso ha raggiunto i 4,75 miliardi di euro,
ritornando ai livelli pre-crisi del 2007 quando erano stati venduti champagne per 4,56 miliardi di euro.
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A Londra, Bruno Paillard, che è Presidente della Commissione Comunicazione del Comité
Champagne, ha detto che «Lo Champagne ha avuto molto successo nel 2015: abbiamo visto un
aumento di volume che è molto vicino al 2%, ma più importante è l'aumento del fatturato, che è pari
a € 4,75 miliardi di euro - che è enorme ».
Paillard ha aggiunto che l’aumento è stato reso necessario «Per l'aumento del prezzo delle uve, così
come "l’effetto-traino del gruppo LVMH - proprietario di due grandi marchi della regione, Moët &
Chandon e Veuve Clicquot, insieme alle etichette di alto valore Dom Pérignon, Krug, e Ruinart, così
come il marchio meno costoso, Mercier.
Ad aiutare la redditività di questo gruppo è stato l’andamento dei tassi di cambio - secondo Paillard LVMH fattura infatti in dollari e sterline, il che conferma come il valore dell'euro è diminuito rispetto a
queste due valute, così l'utile del gruppo è aumentato».
Anche se l'analisi delle vendite in valore e in volume, mercato per mercato, deve ancora essere
rilasciato dal Comité Champagne, l'organizzazione ha anticipato alcuni dati a The Drink Business
mostrando anche come il mercato francese, che è stato in declino negli ultimi tre anni, si sia
stabilizzato nel 2015 a 162 milioni di bottiglie acquistate Paillard ha detto che anche che il precedenti
calo delle vendite nel mercato domestico dello champagne era dovuto ad un aumento della
tassazione che ha ridotto il reddito disponibile delle persone: «Non è stato perché la gente non
voleva più Champagne in Francia, era solo che avevano meno soldi».
(Click to read more) Vino & Borsa: il 30,6% dei risparmiatori, secondo il Censis, investirebbe in
aziende agroalimentari Il 2015, stando alle anticipazioni dell’OIV (Organisation internationale de la
vigne et du vin), dovrebbe segnare il ritorno dell’Italia vitivinicola nella prima posizione di produttore
mondiale davanti alla Francia.
Secondo l’Ufficio Studi di MEDIOBANCA, nell’ultimo decennio (2005- ottobre 2015), le esportazioni
di vino italiano sono cresciute in quantità (+23%), ma soprattutto in valore, incrementato dell’84,3%.
Nel medesimo periodo, il valore delle esportazioni nette della manifattura italiana è cresciuto del
67%.
Ciò significa che le esportazioni di vino italiano hanno superato quelle manifatturiere di oltre 17
punti.
Il CENSIS ribadisce quanto forte sia ormai la crisi di fiducia che disorienta il risparmiatore,
inducendolo sempre più a "nascondere i soldi nel materasso", basti pensare che negli anni della crisi
(dal 2009 al 2014) gli oggetti di valore a disposizione delle famiglie italiane sono aumentati di 8,1
miliardi di euro, il contante di 11,9 miliardi, i depositi bancari di 61 miliardi, i risparmi postali di 46,7
miliardi, mentre i Titoli di Stato sono diminuiti di 17,2 miliardi e le obbligazioni bancarie addirittura di
144,7 miliardi.
Una grande liquidità inutilizzata quindi, una ricchezza inerte e sfiduciata che aspetta messaggi
rassicuranti per mettersi in moto.
Ma probabilmente non è solo questione di fiducia, ci sono forse motivazioni più profonde: investire è
da sempre anche un modo per immaginarsi il futuro, per sentirsi partecipi di una crescita; è allora
forse un buon segno che il 42,5% degli italiani, se avessero una ‘sommetta’ da parte la
investirebbero in una loro iniziativa, nuova o da rilanciare.
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E fa riflettere che al secondo posto di questa classifica di investimenti attrattivi per gli italiani,
troviamo l’industria alimentare e vitivinicola italiana di qualità, il 30,6% degli italiani amerebbe
investire i suoi soldi in azienda di questo settore, più che azienda informatiche (19%) più che in
grandi aziende multinazionali (9,8%) e più anche del made in Italy tradizionale (29%), è proprio il
caso di dire che c’è bisogno di ritrovare il gusto di investire.
I maggiori gruppi vinicoli italiani rappresentano infatti poco meno del 50% delle esportazioni, a
riprova del fatto che una buona parte della nostra presenza all’estero è ancora realizzata da società
di piccola dimensione che riescono, tuttavia, a fare valere il proprio brand e l’appeal della produzione
italiana.
Le società private non cooperative guidano il gruppo: ormai il 60% della loro produzione va venduta
oltre confine con una crescita dell’88% dal 2005, un dato che supera ampiamente quello di un
settore molto importante come il food&beverage italiano (+75%) e che è secondo – per ora – solo a
quello delle produzioni più di punta del luxury italiano (+101% la pelletteria di alta gamma).
(Click to read more) Prosecco dalla Nuova Zelanda, piantati i primi 160 ettari Pronti a bere Prosecco
neozelandese? Magari non in Europa, ma tenete bene in mente questo nome, Steve Voysey, che a
Gisborne ha impiantato 160 ettari a Glera.
Finita la quarantena le barbatelle vendute regolarmente dai Vivai di Rauscedo in Australia negli anni
scorsi (VCR 101) saranno impiantate a giorni e fra tre anni avremo sugli scaffali di Cina, Usa,
Singapore, Giappone, Hawai ecc un bellissmo Prosecco NZ.
Con tanto di dicitura in etichetta, come ha sentenziato nel 2013 l'Organizzazione mondiale del
Commercio.
La'annuncio è stato dato oggi da The Drink Business.
Secondo Steve Voysey, le barbatelle sono state importatei dall' Australia, dove il Prosecco viene
coltivato nella Kings Valleyper la produzione di vino spumante con lo stesso nome.
Il clone VCR Prosecco 101 ha trascorso gli ultimi quattro anni in quarantena, e dopo il release
all'inizio di questo mese, ora viene innestato su portinnesti da Riversun Nurseries di Gisborne.
Voysey ha costituito una società denominata 'Prosecco NZ' per promuovere la nuova impresa, che
ha fatto in collaborazione con l'enologa dottoressa Susan Wheeler Voysey ha detto che ha
intenzione di piantare 160 ettari di vitigno nel corso dei prossimi due anni, e farà uno spumante a
Gisborne, prima di venderlo a "partner di marca", aggiungendo che "invita chiunque con un marchio
che è interessato a lanciare un New Zealand Prosecco a mettersi in contatto con me.
" Anche se a Marlborough il produttore Toi Toi ha già un 'Prosecco' sul mercato, questo è in realtà
un vino 'Prosecco stile' che è prodotto da una combinazione di Riesling, Muller Thurgau e Pinot
Grigio.
(Click to read more) E' morto Peter Mondavi, anima della California vinicola Peter Mondavi, fratello
del compianto Robert Mondavi, è morto il 20 febbraio nella sua casa a St.
Helena, California, nella Charles Krug Estate, circondato dalla sua famiglia.
La carriera di Mondavi nel vino era iniziato come un ragazzo di bottega per suo padre; era
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proseguita dopo la laurea in Economia alla Stanford University nel 1938 e a quella in enologia dell’
l'Università della California, a Berkeley.
Peter Mondavi ha servito nelle forza armate oltreoceano durante la Seconda guerra mondiale
rientrando in patria nel 1946.
Nel 1943, i suoi genitori nati in Italia, Cesare e Rosa Grassi Mondavi avevao acquistato la Charles
Krug Winery a Napa, che era stata avviata nel 1861 dall’ emigrante prussiano Charles Krug., la più
antica cantina della Napa Valley.
Peter Mondavi ha assunto il ruolo di presidente e CEO della Charles Krug Winery dopo la morte
della madre nel 1976.
«Fieramente determinato a mantenere in famiglia la cantina di proprietà nel bel mezzo delle tante
acquisizioni aziendali che accadono su e giù per Napa Valley, Peter Mondavi ha lottato per
preservare i vigneti di proprietà della famiglia – sottolineano in una nota i figli Siena, due figli, Marc e
Peter Jr - .
Durante un periodo di nove anni terminato nel 2010, Mondavi ha investito $ 22 milioni in 400 acri
reimpiantando i vigneti originali con varietà prevalentemente rosseacquisendo lo stato dell’arte delle
tecnologie di cantina.
Mondavi ha trascorso la sua vita nel costruire, far crescere e proteggere gli affari della sua famiglia.
Alla domanda su cosa fosse più orgoglioso della sua carriera, Peter Moldavi rispose: “Mai perdere il
controllo della nostra cantina di famiglia.
Se potessi, vorrei dire a mio padre: ho fatto del mio meglio durante gli anni difficili.
Ero determinato e abbiamo retto”.
(Click to read more) Château Dauphiné-Rondillon, Loupiac, ovvero i bianchi di Bordeaux: la
degustazione Loupiac è una piccola “appellation” della regione bordolese – Entre-deux-mers come
area di riferimento più ampia - specializzata in vini bianchi: quaranta chilometri a sud della capitale
girondina, sulla riva destra della Garonna, di fronte a Bersac (denominazione comunale ammessa
nei Sauternes).
L’attenzione ai vini dolci prodotti con semillon, sauvignon blanc e muscadelle è antica e la qualità,
sebbene non riconosciuta come a Sauternes, è anch’essa alta.
Un esempio arriva da Château Dophiné-Rondillon di proprietà, da ben otto generazioni, della
famiglia Darriet.
In pratica, questi “vignerons indipendant” hanno iniziato quando il regime del Terrore era appena
terminato e da allora questa famiglia ha sempre proseguito nell’attività aggiungendo man mano
vigneto a vigneto.
Oggi alla famiglia fanno capo 20 ettari a Loupiac; 25 ettari a Cadillac Premières Côtes de Bordeaux
per i vini rossi; altri 8 ettari di vini bianchi sempre a Cadillac Premières Côtes de Bordeaux; tre ettari
di rossi e uno di vini bianchi nelle Graves.
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La coltivazione è sostenibile, cercando di rispettare l’ambiente eliminando la chimica, ma senza
estremismi.
Il suo mercato è globale: per farsi capire dai consumatori giapponesi ha realizzato un “product
placement” in un fumetto manga.
La sua comunicazione sta in quattro (4) foto: suolo, grappolo aggredito dalla muffa nobile, château e
una coccinella su un acino: terroir, specificità produttiva, tradizione e ambiente.
Comprensibile anche dai crashtest-dummies.
I risultati qualitativi non sono mancati: nel 1935 il millesimo 1931 dello Château Dauphiné-Rondillon
venne venduto allo stesso prezzo dello Château Pétrus e nel 1952 Château Dauphiné-Rondillon
venne inserito nella cantina dell’Eliseo, la residenza del Presidente della Repubblica francese e
ancor oggi si conserva il menù del banchetto offerto da Charles de Gaulle nel luglio di quell’anno alla
Regina Giuliana d’Olanda: in tavola andò il millesimo 1937 assieme allo Château d’Yquem 1939.
La tradizione, insomma, non è un optional.
A Vinisud, Euposia ha assaggiato alcuni dei suoi vini: Château de Rouquette, Sauvignon blanc
2015; Château Moutin, Graves 2013; Château Dauphiné-Rondillon Loupiac Cuvée 2001 e 2009;
Loupiac Cuvée d’Or 2009.
Queste le nostre note: Château de Rouquette, Sauvignon blanc 2015 Avviata nel 1740 questa
proprietà è entrata a far parte del patrimonio della famiglia Darriet nel 1962.
In questa zona, famosa da secoli per i suoi vini dolci e la muffa nobile, la coltivazione della vite
deriva direttamente dalla colonizzazione romana.
Il terreno è ciottoloso alluvionale; il clima è oceanico.
Questo Sauvignon blanc, autoctono di Bordeaux, viene lavorato esclusivamente in acciaio.
L’impatto al naso è al tempo stesso potente ed aggraziato; note erbacee vegetali, ortica, agrumi.
Il palato è molto fresco, assai piacevole, tipico.
In degustazione: 95/100 Château Moutin, Graves 2013 Al Sauvignon blanc si aggiunge una
percentuale (10%) di semillon e l’affinamento avviene in legno.
Alla maggiore rotondità del vino fanno da contrappeso note aggrumate e più vegetali.
Bella spalla acida che mantiene molto fresco il tutto.
Di grande bevibilità e piacevolezza in bocca.
In degustazione: 92/100 (Click to read more)
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Tematica
(ITA)
Avvenire (ITA)
Paese:
Paese: it
Tipo media:
media: Quotidiano Nazionale
Pagina: 19
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Autore: Paolo Ferrario
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Diffusione: 122532
04 Marzo 2016
Donne al lavoro, più tutele per prevenire gli infortuni
PAOLO FERRARIO
MILANo
anno sostenuto il mercato del
lavoro negli anni della"grande crisi", pagandone anche
un prezzo molto alto in termini di
infortuni. Nell'ultimo mezzo secolo,
le donne hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo del
Paese, affermandosi in molti settori
nonostante i tanti ostacoli che (ancora oggi) trovano sulla strada della
conciliazione tra lavoro e cura della
famiglia.Dellavorofemminile(e dellasua tutela) dal 1965 ai giorni nostri
si è occupatala ricerca"11 vecchio e il
nuovo"promossa dal Gruppo donne
dell'Anmil e presentata ieri in occasione delle celebrazioni per la Giornata della donna 2016.
Dalla"fernminilizzazione del settore
agricolo" della fine degli anni Cinquanta,perla migrazione dei contadini dai campi alle fabbriche, all'esplosione del terziario e dei servizi,
dove le donne rappresentano la gran
parte degli occupati,la ricerca ripercorre le tappe principali della nostra
storia recente, declinandola al femminile.Siscopre così,che,mentre nel
1965 le donne rappresentavano il
28% del totale degli occupati, cmquant'anni dopo hanno raggiunto il
42% e continuano a crescere.
Complessivamente, nei cinque decenni presi in esame, il numero di
donne occupate è aumentato cli4milioni di unità, arrivando ai 9,3 milioni del 2014(+70%). Nello stesso periodo,gli uomini hanno perso più di
un milione di posti di lavoro, attestandosiintorno ai 13 milioni.
Quanto agliinfortuni, mentrein cmquant'anniessisono calati del60,3%
(passando da i milione e 68mila del
1965 ai424miladel2Ol4),perle donne gli incidenti sono scesi soltanto
del5,8%(da 253m11a a 238mila).
«La quota di infortuni femminili sul
totale si legge nella ricerca dell'Anmil è cresciuta in misura enorme
nel corso del cinquantennio: dal
H
-
-
19,1% del'65 al 35,9% del 2014». Un
andamento cresciuto di pari passo
con l'occupazione femminile, aumentata di4 milioni di unità(+70%).
In sostanza,prosegue lo studio,«l'indice di incidenza femminile che era
pari a 46,1 infortuni per mille occupate nel 1965, è sceso progressivamente al valore di 25,5 nel 2014, per
una riduzione complessiva di quasi
il45%».Anche le lavoratrici morte sono scese dalle 245 di metà anni '60
alle 72 del 2014.Pd di là delle statistiche, significa comunque che, ogni
settimana,almeno una donnamuore sul posto di lavoro e, tutti i giorni,
altre 650 si infortunano,Una realtà inaccettabile che si manifesta in tuttalasuacrudeltà attraverso i racconti delle sopravvissute.
Come Salvatrice Camerino di Asti,
che ha persola mano destra nel2010,
quando aveva 37 anni. Occupata in
una macelleria,halasciato l'arto nella macchina che trita la carne. «Solo
dopo ho saputo che non era a norma», racconta la donna, che dopo
l'infortunio non è più riuscita a trovare un lavoro.
Un macchinario fuorilegge è costata la manosinistra anche a Salvatorina Berardli diTeano(Caserta),amputata nel 1980,quando aveva so!tanto 16 anni ed era alla sua prima
esperienza di lavoro,in una cooperativa della zona che si occupava
dell'inscatolamento di frutta averdura.Arisultarle fatale è stato il nastro trasportatore della merce,che
le ha risucchiato la mano. «Soltanto dopo l'incidente —ricorda con amarezza l'ufficiodi collocamento
ha provveduto a comunicare alla
cooperativa i miei dati. Non sapevo nemmeno qualifossero i miei diritti e tanto meno a chi rivolgenvii
perfarli valere.Questo nondeve più
accadere e tutti devono essere consapevoli che,in un attimo,la vita di
una persona può drammaticamente cambiare. Nessuno conclude Salvatorina deve affrontare
un lavoro se non ne viene adeguatamente garantùa la sicurezza».
«La necessità di una lettura di genere èindispensabile per gli aspettiprevenzionali» osserva il presidente del
Civ-Inail, Francesco Rampi. Anche
perché,ricorda l'Anmil, gli infortuni
delle donne avvengono più spesso,
rispetto a quelli degli uomini,neltragitto casa-lavoro: «Incidono ansia e
stress per l'accudimento di figli, ariziani e clisabili» è la conclusione del
presidente nazionale Anmil, Franco
Bettoni.
Anmil ha fotografato l'evoluzione
della situazione femminile
nel mercato occupazionale
degli ultimi 50 anni
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CORRIERE DELLA SERA
Corriere della Sera (ITA)
(ITA)
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media: Quotidiano Nazionale
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42
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Autore: Andrea Ducei
Autore:
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04 Marzo 2016
Agroalimentare
Polo da 36 miliardi
tra Legacoop,Agci
e Confcooperative
Una triplice alleanza che vale 36 miliardi di euro di
fatturato e che impiega 90 mila persone in 5 mila
imprese. La corazzata del settore agroalimentare è
destinata a nascere a valle dell'accordo di fusione
tra le tre grandi centrali cooperative italiane, ossia
Legacoop,Confcooperative e Agci. Il modello di
governance e le modalità per arrivare
all'unificazione sono in via di definizione e
l'obiettivo è la piena operatività dell'alleanza a
partire dal gennaio del 2017. A prefigurare
l'accordo è Giovanni Luppi, il presidente di
Legacoop agroalimentare,alla vigilia
dell'assemblea delle cooperative di settore fissata
il 10 e l'il marzo. La nascitura Aci(Alleanza delle
cooperative) dovrebbe,insomma,essere la
piattaforma comune per centrare l'obiettivo dei 50
miliardi di export per l'agroalimentare auspicato
dal governo all'indomani dell'Expo 2015.
Andrea Ducci
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IISoIe4J
cua
24 Ore (ITA)
(ITA)
Il Sole 24
Paese:
Paese: it
Tipo media:
media: Quotidiano Nazionale
Pagina: 47
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Pagina:
Autore: Marco Bellinazzo
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389015
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04 Marzo 2016
2016
04
Compliane.
La collaborazione rafforzata tra Fisco e grandi imprese potrebbe favorire, come all'estero, un rating per le realtà virtuose
Bollino blu per le aziende «cooperative»
Marco Ballinazzo
MILANO
ordinato dal socio dcl Diparti
mento fiscale Stefano Gri li
(»Dalla Fax Complizncc Circolare n. 263(285) Bankltalia alla
Cooperative Compliancc: idee
ed esperienze a confronto»).
I 'occasioncha permesso di fare
il punto della situazione sull'im
plcmcntazionc della disciplina
Come trnsformarc il rapporto tra Fisco e aziende secondo
principi di cooperazione e trasparenza. Favorcndo. come accade all'estcro, la creazione di
una sorta di rating di correttezza
fiscale clic orientigliinvestimenti disuggettiistituzionicumcfondipcnsionc.
Diqucstotcma e delle sue ri- IL REGIME DI TRASPARENZA
percussioni sull'organizzazio- Ivantaggi perg i aderenti
ne delle grandi aziende si è di- vanno dagli interpeLli rapidi
scussoicriaMilano inuninconaL tagLio delLe sanzioni
tro promosso dall'Abi e dallo
studio legale Gianni, Origoni. del 50 per cento
Grippo,Cappellie gartncrs,Co- aLle sempLifica7inni
della cooperative complianee
(in attesa dci decreti attuativi)
anche ala uce delle analoghe
esperienze maturate in mabito
Orse e in altri ordinamenti,dalla Gran Bretagna all'Australia,
dalla Spagna all'Olanda.
La Cooperative a regime potrà
coinvolgere non solo le grandi
aziende con ricavi superiori a un
miliardo che hanno già aderito al
progetto pilota dicollaborazione
con l'agenzia delle Entrate lanciato nel 2013, ma tutti i soggetti
con tatrurato superiore a 100 milioni di euro. il modello di compliance pulita alla massima tra
sparenza dci contribucnti nei
confronti del fisco, a fronte della
possibilità di beneficiare di una
serie di vantaggi.come una interlocuzione prevcntisa con
l'Agenzia sulle operazioni,hiterpcllipiùrapidiela ridu7ionedellc
sanzioni del o per cento. Marco
Zonetti,responsabile Cooperati
ve complianceper l'agenzia delle
fntratc ha confermato in questa
prospcttisa l'apertura di fiducia
verso il mondo produttivo.
Le imprese adcrend al proget
to (oggi quelle con fatturato sopra i iomiliardi)dcvonoadottare
sistemidigestione ceontrullodcl
rischio fiscale e individuare i resprnsabffi nei dIversi settori se
condo le logiche del decreto legi
slativo 231/01.
Ieri sono state presentate le
esperienze maturate sul campo
da rcaltàdiprima fascia dcl settore bancario (Unieredit e Intesa
Sanpao o)eindustrialeiiaggio,
Telecom,Vodafone)e sono arri
vatc indicazioni operative dall'Associazione Bancaria Italiana
e da Confindustria. brancesca
MariottiDirettoreArcal'olitichc
Fiscali dell'Associazione degli
industrialiha sottolineato.in particolare, l'esigenza di «preservare l'opzionahtà del regime, sviluppare un approccio business
oricntcd da parte dell'Amministrazioncfmanziaria cnngliorarc
l'attrattiva del regime ampliandone ivantiggi».
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LA STAMPA
La Stampa (ITA)
(ITA)
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media: Quotidiano Nazionale
Pagina: 7
7
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Autore: Raffaele Cantone
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-
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Diffusione: 220803
04 Marzo 2016
Cantone ottimista:"Bene il nuovo codice
può aiutarci nella battaglia contro le rnafie"
Intervista
11 presidente Anticorruzione: adesso ci sarà meno burocrazia e più legallffi
on solo un decisivo
passo in avanti nella
lotta contro la corruzione,ma anche la «reale possibilità di arginare i fenomeni
mafiosi legati alle infiltrazioni
nella ptibblica amministrazione e tutte le loro conseguenze negative,sia sul piano
politico,sia econoniico».
Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale
anticorruzione (Anac, in sigla) si definisce «ottimista»
sul nuovo codice attuativo
della riforma degli appalti.
Perché con un sistema più
snello gli appalti potrebbero
essere assegnati nel rispetto
della legge, invece che grazie
al pagamento di tangenti a
politici e funzionari compiacenti?
«Può sembrare un semplice
slogan, ma "meno burocrazia, più legalità" è un monito
che ben evidenzia l'importanza del nuovo ademeum
che formerà l'assegnazione
dei lavori per cantieri di vario genere. Una piccola rivoluzione copernicana nel sistema degli appalti nel nostro Paese: più numerosi sono i passaggi della macchina
amministrativa per assegnare un appalto, più sono, potenzialmente le persone da
oliare", da corrompere. In
un sistema più semplice, meno farraginoso, la trasparenza sarà piu garantita anche
se non tutto ovviamente è
scontato. L'approvazione del
nuovo codice da parte del
Consiglio dei ministri 0Vviainente preziosa, ora dobbiamo lavorare per ottenere i
risultati ipotizzatb>.
L'allarme corruzione, insomma,e sempre dietro l'angolo?
«Una legge da sola non è in
grado di risolvere i problemi e
anche questa legge non avrà
un effetto salvirico ma alcune
novitlaporta,anehe nelprovare a evitare uno dei rischi
principali degli appalti,lacorruzione. Dobbiamo moltissimcquindi,alla volonti del governo e del ministrG Deirio in
questa direzione. La collabo-
N
razione con l'Anac è stata
quanto mai preziosa».
All'Mac spetta, entro il 18 aprile, fornire atti di indirizzo, linee
guida generali, bandi-tipo, contratti-tipo ed altri strumenti di
regolamentazione flessibile. A
voi, in altri terminL il compito di
fornire le cosiddette Soft law.In
che modo?
«Le linee generali saranno calate in situazioni particolari,in
tipologie concrete, Come abbiamo fatto, per esempio, per
quelle relative all'affidamento
di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali.
Fornendo indicazioni operative
alle amministrazioni aggiudicatrici e agli operatori del settore contro la corruzione».
Come si potrà perseguire la battaglia contro le mafie?
«Da tempo la penetrazione
delle associazioni mafiose nella pubblica amministrazione
ccmporta degli episodi di corruzione,Il coinvolgimento illegale di un sindaco,di un assessore, rafforza l'impianto mafioso che, soprattutto al Nord,
si insinua negli Enti locali e
nella Sanità. Rendere il codice
degli appalti pii lineare, pii
trasparente, considerato che
si scende da 000 articoli o
1.500 commi a 217 articoli, dovrebbe allentare anche la presa mafiosa sugli appalti. I controlli dei vari passaggi saranno più semplici».
Se questa riforma fosse stata
approvata prima, anni fa, ci saremmo risparmiati scandali come Mafia capitale o quelli delle
Grandi opere, dal tunn9l a Firenzeall'Expo?
«Non possiamo dirlo con certezza, perché la storia non si
costruisce sui "se" e 'ui"ma".
È tuttavia evidente la validità,
oltre che la necessità, di una
burocrazia meno aggrovigliata su se stessa. E ovvio che
l'interesse del legislatore, nel
vecchio codice, era la tutela
della legalità, ma purtroppo
non è andata così,>.
A parte la questione trasparenza e legalità, che cosa ci guadagneranno con le nuovo regole le
società che partecipano ad una
gara d'appalto?
«Il vantaggio sarà assai rilevante, puiché per una ditta che
corre per aggiudicarsi un lavoro sarà tutto più facile. Con la
semplificazione degli oneri burocratici ci saranno meno problemi, ad esempio, per quanto
concerne gli annullamenti di un
appalto. Che sono spesso dovuti a vizi formali e non sostanziali, legati all'eccessiva burocrazia. Oggi partecipare ad una
gara comporta,per un'azienda,
la necessità di ricorrere ad m
avvocato proprio per far fronte
alle tante insidie formali che si
celano dietro un'impalcatura
notevole dileggi,leggine e commi. Rendendo tutto più semplice, quindi,trarranno vantaggio
anche gli imprenditori al momento della preparazione per
poter partecipare a un bando»,
E per i contenziosi? Anche in
questo campo a saranno meno
problemi?
«Questo è un aspetto che devo
ancora valutare. Intanto, entro
il 18 aprile un comniissione di
studio, già individuata, di professori universitari, avvocati,
magistrati, elaborerà , a titolo
gratuito, le linee guida generali
del nuovo codice attuativo».
217
articoli
I nuovo testo
più snello
rispetto
I vecchio
riferimento
normativo
18
aprile
La ddta
entro
cui l'Anac
deve adottare
le linee guida
per gli appalti
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Sanità nel
mirino
Èuno dei
settori,
insieme agli
enti locali,
dove ci sono
le maggiori
infiltrazioni
rnafiose
Più numerosi sono i passaggi
per assegnare un appalto, più
sono le persone da corrompere
Rendendo tutto più semplice nei
bandi gara, ne trarranno
vantaggio anche gli imprenditori
Il coinvolgimento illegale di un
sindaco, di un assessore, rafforza
l'impianto mafioso che si insinua,
soprattutto al Nord, negli Enti
locali e nella sanità
Raffaele Cantone
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MF (ITA)
(ITA)
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Pagina: 16
Pagina:
Autore: ADM
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Diffusione: 98970
04 Marzo 2016
(C(0)NTiRAIR]L\N
IL GOVERNO RIFORMI
IL CREDITO COOPERATIVO
SENZA DISTRUGGERLO
ad,n
Ci si interroga sulle possibili decisioni del
governo in materia di Bcc, dopo le osservazioni al
testo del dl n. 18/2016fatte allaCamera inparticolare
dal presidente della Federazione,Alessandro Azzi,e
(la! capo della Vigilanza di Bankitalis, Carmelo
Barbagallo. Le
considerazioiii
più interessanti
riguardano la
t
way out, ala ce
4
•—
'- ne sono altre non
trascurabili per
diversi profili.
•
Partendo da
un giudizio
fiisorevole sulla
riforma,sono state
'.'
illustrate. specie
da Barbagallo,
alcune norme
specifiche su cui sarebbe bene intervenire con
emendamenti. Nell'ambito del gruppo cooperativo
cui le singole Bcc dovranno aderire, tali aspetti
riguardano soprattutto: 1) i poteri di nomina.
revoca e sostituzione degli organi delle controllate
esercitabili dalla capogruppo non solo in casi
eccezionali, come il decreto prevede, ma anche
per la deviazione dalle linee guida fissate dalla
stessa capogruppo. Va tuttavia osservato che
bisognerebbe precisare il concetto di deviazione, il
grado e l'intensità. Una previsione indeterminata si
tradurrebbe nell'assegnare un inammissibile potere
di afoitrio; 2) una diveraa suddivisione dei poteri
sulle nornic sccondai'ie tra siiimistem dell'Econuiiiia
e Banca d'Italia. In tal caso, piuttosto che
frammcntarc la competenza in questione sarebbe
meglio darla in toto a un solo soggetto, previo il
parere dell'altro; 3) l'esigenza di confermare la
norma del'lesto unico bancario che consente a una
Bcc. in date condizioni, di fondersi con una banca
popolare; 4) la questione principale: la way Da!
per le Bcc che raggiungano un patrimonio netto
di 200 miLiardi le quali non intendano partecipare
al gruppo nazionale. A questo nguardo, se può
convenirsi sulla necessità di fissare una data cui
riferire le condizioni per l'uscita senza lasciare
tale opzione non definita, e su quella riguardante
l'esigenza di valutare l'adeguatezza dell'imposta
straordinaria pari al 20% delle riserve da devolvere
ai fondi mutualistici, lo stesso non si può dire per la
contranetà manifestata da Barbagallo. e non solo,
allo scorporo dalla cooperativa, previsto anche
in sede di way out. della Spa bancaria, perché ciò
mantencbbe vincoli e debolezze dovuti al fatto che
l'assetto proprietario rimaerebbe inalterato. Sono le
osservazioni che si facevano, nei primi asini 90, a
proposito del conferimento di azienda previsto per la
banca pubblica che così si scindeva in Fondazione e
banca spa. La storia ha dato loro sonoramento torto.
D'altro canto, preferire la secca trasformazione in
Spa all'attribuzione del controllo almeno all'inizio
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a una cooperativa, ferma restando la possibilità di
apertura al mercato, sembra un chiaro non sequitur.
Così come lo è conferire le riserve alla spa in cui
si è trasfoimata la Bcc e non alla cooperativa, sia
pure fissando meglio 1 imposta da versare ai fondi
mutualistici. E che dire di una eapogruppo spa che
ha uno ms capitis sulle cooperative di credito? Va
bene una spa a capo di cooperative? El'impossibilità
per una Bec di uscire dal gruppo. una volta ehe ci è
entrata? Possiamo ritenere tutto ciò imposto da
esigenze di stabilità, sana e prudente gestione,
concorrenza, superamento di particolarismi;
ma occoie un approccio pragmatico che non
può valere solo per alcune nonne. Si dice che la
rifonna è d'importanza storica. Bene. Ma perché
si affenui serve un vasto consenso che richiede il
superamento della cooperazione nel eredito. Cosa
facile ma grave e priva di estese convergenze.
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