Verdini incombe sul “c irco”del Pd per il

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Transcript Verdini incombe sul “c irco”del Pd per il

6 » POLITICA
| IL FATTO QUOTIDIANO | Venerdì 4 Marzo 2016
CINQUE STELLE
La Raggi a rapporto
da Casaleggio. Ipotesi
di nuove espulsioni
UN SUMMIT DI ORE , per conoscere
meglio la candidata per il Campidoglio.
E per ribadire che a guidare le operazioni anche
nella Capitale è sempre lui, il “guru”. Ieri Virginia Raggi, candidata sindaco del M5s a Roma, è stata ricevuta a Milano da Gianroberto
Casaleggio, assieme alla deputata romana Roberta Lombardi e ai responsabili della comunicazione Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi. “È
q
la prima volta che ho visto Casaleggio, abbiamo parlato del programma, molto di Roma”, ha
detto al Corriere della Sera la Raggi. Nel corso
dell’incontro il co-fondatore dei 5Stelle le ha
dato anche consigli sulla comunicazione, invitandola a insistere sul suo profilo di candidata
moderata. Ma l’ha vista anche per farle sentire
che la casa madre di Milano osserva da vicino
la partita romana. Un messaggio anche per i
Ai gazebo La sfida capitolina non decolla. Giachetti: “Così la gente
scappa”. E il confronto si accende solo sugli “intrusi” di centrodestra
ROMA
» TOMMASO RODANO
B
isognerà ringraziare
Denis Verdini da Fivizzano, se la campagna elettorale del Pd a Roma
ha vissuto un primo, estemporaneo, sussulto di vivacità. Le
truppe dell’ex macellaio berlusconiano, dopo aver lanciato l’opa sulla fragile maggioranza di
Renzi in Parlamento, sarebbero
pronte a entrare pure nella partita per il Campidoglio e in quella di Milano, assicurando il proprio sostegno ai candidati renziani: Roberto Giachetti e Giuseppe Sala. Tutto nasce dalla
confessione di Ignazio Abrignani, braccio destro di Denis, al
cronista di Repu bbli ca, nel
Transatlantico di Montecitorio:
“Ho già chiesto ai miei amici di
andare ai gazebo per votare Giachetti. Ci andrò anche io. Se vince lui, presenteremo una lista civica che lo sostenga”.
Verdini incombe
sul “circo” del Pd
per il Campidoglio
della politica romana non si è
parlato d’altro. Abrignani ha
tentato una maldestra marcia
indietro (“Non mi riconosco in
quei virgolettati. Stimo Giachetti e voterei per lui, ma noi di Ala
non intendiamo partecipare alla
battaglia”). La parziale smentita
non ha spento il chiacchiericcio:
perché la naturale convergenza
degli interessi di democratici e
verdiniani dovrebbe rimanere
confinata tra le pareti del Parlamento?
Se non altro, grazie ad Abrignani i due candidati principali
del Pd romano hanno iniziato a
punzecchiarsi un po’, dopo una
fa Giachetti qualche ora dopo,
chiacchierando con Graziano
Delrio, in un fuorionda pubblicato dal sito del Corriere: “Facciamo queste cose per far venire
la gente a votare, ma così la gente
scappa: è un circo. Un circo allo
stato puro: c’è quello coll’orsacchiotto, c’è Pedica, il generale
Rossi...”.
I due si incrociano nel primo
pomeriggio al Nazareno, dove
va in scena il duello tra i sei candidati delle primarie del centrosinistra (gli altri quattro sono
Chiara Ferraro, Gianfranco Mascia, Stefano Pedica e Domenico
Rossi). La sfida, per così dire, è a
porte chiuse, trasmessa in streaming sul sito de l’Unità. Lo spettacolo non è dei più incoraggianti: i primi tre minuti della diretta
vanno in onda senza audio.
Quando le parole tornano a sentirsi, non va tanto meglio. Mascia continua ad agitare il suo orso di peluche, a cui promette una
sedia in Assemblea capitolina
IL GIORNO DOPO nello stagno
MANOVRE
parlamentari capitolini, con cui sta avendo incontri riservati per capire l’andamento della
campagna e gli umori interni. Intanto sembrano imminenti due nuove espulsioni a Roma,
per due candidati nella lista dei 48 passati dalle
Comunarie. Uno degli aspiranti consiglieri, in
particolare, pagherebbe una candidatura in
passato con un altro partito. Mentre un altro
non avrebbe rispettato la linea del M5s.
I candidati (più orso) Rossi, Giachetti, Mascia, Morassut e Pedica Ansa
campagna elettorale ben oltre il
politicamente corretto. Roberto
Morassut ha sfidato il rivale via
Twitter: “Caro Giachetti, niente
giochetti, sarebbe importante
che tu chiarisca sull’eventuale
appoggio di Verdini”. E Giachet-
ti, di rimando: “Quello che mi divide da Morassut è che mentre
lui parla in radio di Verdini io vado dove i romani denunciano
caos” (con allegata foto di una
delle tante buche tra i sampietrini capitolini).
Il renziano (fuorionda)
“È avanspettacolo: c’è
quello con l’orsacchiotto,
Pedica, il generale...
gli elettori se ne vanno”
(Caligola avrebbe apprezzato),
Pedica si sforza di rubargli lo
scettro del candidato più eccentrico, il sottosegretario Rossi ha
il suo unico acuto quando piazza
la battuta su Denis (“M e gl i o
Rossi che Verdini”). La sintesi la
NEL CONFRONTO televisivo co-
munque non brillano troppo
nemmeno i due favoriti. Ci si
scalda un pochino, di nuovo,
quando si torna alla polemica su
Verdini. Giachetti è molto seccato: “È una non notizia, smentita dai diretti interessati. Perché dovremmo commentarla?
Voi pensate che i romani al bar
parlino di Verdini? Hanno altri
problemi. Come l’albero caduto
su via Laurentina che ha ucciso
due persone”. La tragedia è argomento serissimo, ci mancherebbe, ma l’albero è caduto al
chilometro 60 della consolare,
ben fuori Roma, nel comune di
Ardea (peraltro non da un parco
pubblico ma da un’abitazione
privata). Sull’ombra di Denis, il
candidato renziano non risponde, si appoggia alla smentita di
Abrignani (che però ha negato
l’appoggio ai gazebo, non quello
di eventuali liste civiche dopo il
voto). Morassut su questo ha
gioco facile: “Verdini interessa
anche ai romani, che hanno bisogno di essere governati da una
maggioranza chiara e definita”.
Poi il sipario: ultimo atto del
‘circo primarie’domenica ai seggi. La campagna elettorale, per il
sollievo di tutti, è quasi finita.
I numeri
6
I candidati
alle primarie
del
centrosinistra
a Roma:
Roberto
Giachetti,
Roberto
Morassut,
Stefano
Pedica,
Domenico
Rossi,
Gianfranco
Mascia e
Chiara Ferraro
50
mila
è il numero
di
partecipanti
auspicato
ai gazebo
di domenica
100
mila
L’affluenza
sfiorata nel
2013, quando
vinse Ignazio
Marino
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Nuovi fan La battuta della Santanché, il sostegno del ‘Tempo’ e le manovre sui grillini
Strani rumori da destra, da Previti e Denis
» FABRIZIO D’ESPOSITO
S
trani amori, parafrasando
il premier pausiniano sulla
relazione tra lui e Denis Verdini. E strani rumori provenienti dal disfacimento della
destra berlusconiana. Basta
seguire l’odore. Da un lato il
Partito della Nazione renziano, fu Partito democratico.
D al l ’altro, addirittura l’i ntonso Movimento 5 Stelle.
Così alla Camera è un tam
tam continuo sul clamoroso
rumore del momento. Al centro della scena una battuta
scappata a Daniela Santanchè, l’indomabile Pitonessa
di B., in una recente occasione: “A Roma voterei la grillina
Raggi”. Interpellata dal Fatto, lei smentisce con vigore
ma fino a un certo punto: “Se
l’ho detta scherzando non lo
so, ma certo non lo penso sul
serio”. Ultima domanda: “Ma
Bertolaso è il suo candidato?”. Risposta: “Diciamo che
è il candidato di Berlusconi e
che Berlusconi è il mio leader”. Un giro bizantino di parole, neanche tanto, per far
capire che Bertolaso non piace nemmeno alla più fedele e
accesa pasionaria del magico
mondo berlusconiano.
Movimenti
Denis Verdini,
leader di Ala,
ormai di fatto
tra i sostenitori
ufficiali del
governo Renzi
IN OGNI CASO , il rumore sulla
Santanchè s’inserisce nel solco tracciato da giorni dal Tempo di Roma, quotidiano della
destra diretto oggi da Gian
Marco Chiocci, ex firma della
giudiziaria del G io r na l e . Il
Tempo ha fatto un’ampia intervista a Raggi e poi con un
editoriale di Chiocci l’ha difesa con forza dall’accusa di aver lavorato nel biennio
2004-2005 nello studio legale
di Cesare Previti, primo condannato eccellente del berlusconismo. Ed è proprio il fatto
di aver lavorato con Previti,
grazie a un avvocato civilista
di nome Sammarco, l’origine
di questa esplosione incon-
LaPresse
trollata di strani rumori, aggravata anche dal dettaglio rilevato da Marco Lillo di non
aver inserito questa esperienza nel suo curriculum. Non
solo. Sempre al quotidiano Il
Tempo è convinzione comune, a detta dello stesso Previti,
che “la famiglia Raggi sia storicamente di destra”, per non
dire fascista. Al punto che
dentro Forza Italia circola
persino una battuta: “Ci man-
ca solo un articolo di Bisignani e siamo a posto”. Il faccendiere, infatti, collabora con il
quotidiano romano.
DA PREVITI e Verdini, dal
Tempo a Libero, il passo è brevissimo. E qui si entra nella categoria del solito odore stantio di massoneria denunciato
a suo tempo da Ferruccio de
Bortoli. Libero, quotidiano
della famiglia di Antonio An-
gelucci, parlamentare azzur- scandalo che ha coinvolto
ro ma rimasto intimo di Denis Pier Luigi Boschi, papà della
Verdini anche dopo la scissio- ministra Maria Elena. Dall’alne filorenziana di Ala, Libero tro i due processi del senatore
dicevamo è stato l’unico gior- ex berlusconiano per il Credinale a pubblicare la notizia di to cooperativo fiorentino, la
una proposta di
sua banca.
legge verdiniana
Il segnale di
per una commisVerdini incrocia
sione d’inchiesta
altre due circosu Banca Etru- Pizzini incrociati stanze. Innanziria. La notizia, Dalle pressioni
tutto i mal di pandata dall’a t t e ncia di alcuni vertissimo Franco su Banca Etruria
diniani convinti
Bechis, è corre- al silenzio
ormai che “Denis
data anche dalle
pensi solo agli affirme di tutti i se- del faccendiere
fari propri” e non
natori verdinia- Carboni: odore
a d a r e u n a d ini alla proposta,
mensione politioltre allo stesso di massoneria
ca ad Ala. La se“Denis”. Un sec o n d a è l ’ i mgnale politico
provviso silenzio
che è stato interpretato in ma- del faccendiere gelliano Flaniera trasversale come un piz- vio Carboni, imputato per la
zino di Verdini su una delle P3 e “consigliere” di papà Bopoche cose che gli stanno a schi su Etruria, da quando
cuore: le banche. Quasi una ri- Verdini è entrato di fatto in
vendicazione paritaria di guai maggioranza.
giudiziari e non. Da un lato lo
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