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FRANCIA
A cura di:
Ambasciata d'Italia - FRANCIA
Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese
[email protected]
Con la collaborazione di:
Agenzia per la promozione all'estero e
l'internazionalizzazione delle imprese italiane - ICE
Camere di Commercio italiane all'estero
www.infomercatiesteri.it
INDICE
PERCHE'
Perchè FRANCIA
Dati generali
Dove investire
Cosa vendere
OUTLOOK POLITICO
Politica interna
Relazioni internazionali
OUTLOOK ECONOMICO
Quadro macroeconomico
Politica economica
Indicatori macroeconomici
Tasso di cambio
Bilancia commerciale
Saldi e riserve internazionali
Investimenti - Stock
Investimenti - Flussi
Materie prime
Barriere tariffarie e non tariffarie
COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT
Indici di Global Competitiveness e Libertà Economica
Indici di Apertura al commercio internazionale
Fattori maggiormente problematici per fare business
Business Cost
Indice Doing Business
ACCESSO AL CREDITO
Accesso al credito
RISCHI
Rischi politici
Rischi economici
Rischi operativi
RAPPORTI CON L'ITALIA
Overview
Scambi commerciali
Investimenti con l'Italia - Stock
Investimenti con l'Italia - Flussi
Flussi turistici
FRANCIA
PERCHE'
PERCHÈ FRANCIA
Dimensione e rilevanza del mercato francese
Complementarietà tra i due sistemi industriali
Apertura agli investimenti esteri ed incentivi finanziari
Possibilità di acquisizioni di importanti realtà industriali locali
Complementarietà tra mercato francese ed Italiano
La Francia rappresenta il secondo mercato di sbocco per le imprese esportatricie italiane,
dopo la Germania; secondo l’ISTAT il valore delle esportazioni nel 2012 è stato pari a 43,2
miliardi di euro (pari all’11,6% del totale export). La crescita demografica, l'elevato reddito
pro-capite e la tenuta dei livelli di consumo anche in fasi congiunurali sfavorevoli, fanno della Francia un mercato di riferimento per le
imprese italiane.
Dimensione e rilevanza del
mercato francese
Le grandi imprese francesi trovano spesso nella flessibilità e nell'alto livello tecnologico delle
PMI italiane dei fornitori ottimali per le proprie produzioni. Il dinamismo dei flussi di
investimento (sia greenfield sia acquisizioni) - evidente soprattutto nei settori dell’automotive,
del lusso e del food - conferma l’elevata interconnessione reciproca fra le due economie.
Complementarietà tra i due
sistemi industriali
La Francia continua ad essere una delle principali destinazioni mondiali degli investimenti
diretti esteri, ed accoglie il 10% dei flussi di IDE in entrata nell’Unione Europea. A livello
centrale esiste una serie di incentivi a favore della ricerca, in particolare ma non solo quella
di base. Anche a livello locale, in collegamento con determinate aree e poli di sviluppo, vengono spesso proposte interessanti forme
di sostegno.
Apertura agli investimenti esteri
ed incentivi finanziari
Possibilità di acquisizioni di
importanti realtà industriali
locali
A fronte di una realtà di grandi imprese multinazionali ben integrate nelle value chains
globali, si sta consolidando una realtà PMI francesi ad alto potenziale che talvolta incontrano
difficoltà ad operare sui mercati internazionali e sono disponibili a fusioni ed incorporazioni
con società straniere di maggiore successo.
I due Paesi rappresentano l'uno per l'altro il secondo partner commerciale. I due mercati si
differenziano per il diverso peso della grande distribuzione e per la struttura del settore
finanziario, ma a livello di tipologie di consumi presentano certamente molte similarità. Esiste
poi un'importante comunanza di carattere culturale che sottende tutti i rapporti sociali ed economici.
Complementarietà tra mercato
francese ed Italiano
Ultimo aggiornamento: 05/07/2013
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DATI GENERALI
Forma di stato
Repubblica presidenziale
Superficie
543,965 kmq (Francia metropolitana)
Lingua
francese
Religione
Cattolica, Protestante, Musulmana, Ebraica
Moneta
euro
Ultimo aggiornamento: 18/09/2012
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FRANCIA
1
DOVE INVESTIRE
Prodotti delle altre industrie manufatturiere
Macchinari e apparecchiature
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
Carta e prodotti in carta
Costruzioni
Prodotti delle altre industrie
manufatturiere
Tutto il settore manifatturiero francese attraversa un periodo di profonda ristrutturazione. Il
tasso di partecipazione al PIL del settore è in costante diminuzione da vari anni e raggiunge
l'11%. Vi è un sostanziale accordo tra tutte le forze politiche francesi circa la necessità di
sostenere, con politiche specifiche, la creazione di nuove PMI manifatturiere e le relative filiere. Importanti iniziative sono state già
prese per quanto concerne i settori a più alto livello tecnologico, a favore dei quali operano dei "poli" che garantiscono importanti
aiuti per le start-up sia a livello di investimenti che di localizzazione. La nuova Banca Pubblica di Investimento dispone poi di fondi
rilevanti per sostenere lo sviluppo delle PMI tramite finanziamenti agevolati ed altre forme di accompagnamento, anche e soprattutto
nello sviluppo dei mercati esteri e dell'internazionalizzazione. In tale cornice gli investimenti greenfield o tramite Joint Ventures ed
acquisizioni sono assolutamente benvenuti ed incoraggiati. Molteplici sono gli esempi di PMI manifatturiere italiane che hanno
investito in Francia negli ultimi anni. Oggi si contano circa 1800 imprese italiane attive in Francia con circa 130.000 dipendenti
diretti.
Macchinari e apparecchiature
Si tratta di una delle componenti più importanti dell’export italiano in Francia, che si presta al
tempo stesso ad operazioni di investimento di tipo market-seeking (acquisto di reti di
distribuzione e di servizi post-vendita), finalizzate ad acquisire una maggiore prossimità con la clientela locale.
Prodotti farmaceutici di base e
preparati farmaceutici
Sebbene il settore sia storicamente presidiato dalle grandi multinazionali francesi, esistono
opportunità interessanti, collegata alla buona performance esportativa delle imprese italiane
in alcune nicchie di mercato, alla qualità della filiera della ricerca francese, nonché alle
agevolazioni fiscali e finanziarie di cui quest’ultima beneficia.
Carta e prodotti in carta
L’industria cartiera, un tempo molto importante, ha registrato negli ultimi anni un forte calo di
competitività, che ha fatto perdere alle imprese francesi importanti quote di mercato,
nonostante la buona qualità ed i prezzi contenuti della materia prima. Le autorità sono intenzionate a promuovere un rilancio
industriale del settore, anche attraverso politiche mirate che contribuiscano a rilanciare gli investimenti in macchinari. In tale cornice,
nuove operazioni di imprese estere dinamiche sono fortemente incoraggiate.
Costruzioni
Anche il settore delle costruzioni è storicamente presidiato dalle multinazionali francesi ma
negli ultimi anni il mercato locale ha dato importanti segni di apertura e le imprese di altri
Paesi limitrofi (Spagna) hanno ottenuto importanti contratti. In effetti, a livello di competitività e di costi, le grandi imprese francesi
iniziano a subire sul mercato interno la concorrenza straniera, il che sembra rappresentare la premessa per nuove alleanze sui
grandi progetti autostradali e ferroviari che dovrebbero essere lanciati nei prossimi anni.
Ultimo aggiornamento: 05/07/2013
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FRANCIA
2
COSA VENDERE
Attività professionali, scientifiche e tecniche
Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)
Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento
Costruzioni
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
Attività professionali,
scientifiche e tecniche
Focus Biotecnologie
Energia elettrica, gas, vapore e
aria condizionata (anche da fonti
rinnovabili)
Focus energie rinnovabili.
Fornitura di acqua; reti fognarie,
attività di trattamento dei rifiuti e
risanamento
Focus ambiente e sviluppo sostenibile.
Con circa 800 imprese francesi attive, di cui la metà altamente specializzata, il settore delle
biotecnologie in Francia impiega circa 40.000 addetti, di cui circa 6.000 dedicati all'attività di ricerca e sviluppo. I comparti interessati
sono i seguenti: salute umana (40%), salute animale (13%), alimentazione umana e produzione vegetale (12%), cosmetica
(9%), industria e ambiente (9%), bio-informatica e nanotecnologie (8%), materiali reattivi (3%). Da un punto di vista geografico la
concentrazione di imprese è cosi ripartita: 33% in Ile de France (regione parigina), 20% nel Rodano Alpi, 14% in Linguadoca, 12% in
Alsazia, 9% nel Midi Pirenei e 7% nel Nord Pas de Calais. La Francia sperimenta con successo un modello di aggregazione della
filiera della ricerca e innovazione che si articola nella triangolazione tra università, centri di ricerca e incubatori aziendali che hanno
dato origine a 8 poli di ricerca e sviluppo detti "Poli di competitività" (per maggiori informazioni : http://competitivite.gouv.fr/). Oltre a
ciò il mercato francese delle biotecnologie gode di un insieme di misure giuridiche, fiscali e finanziarie volte alla creazione di imprese
greenfield, di sostegno di joint-venture pubblico-private tramite venture capital e finanziamento bancario. Il Consiglio Superiore delle
Biotecnologie (www.hautconseildesbiotechnologies.fr), insieme all’Agenzia Nazionale della Ricerca e alla Agenzia Nazionale di
Valutazione della Ricerca e dell’Insegnamento Superiore, costituisce l’architettura accademico-istituzionale del sostegno pubblico
alla ricerca. I Fondi Unici Interministeriali, il Credito di imposta per la ricerca, i finanziamenti OSEO (holding pubblica francese a
carattere industriale e commerciale) e la riduzione dell’imposta patrimoniale legata agli investimenti permettono il
sostegno finanziario a tutte le realtà produttive del settore. Le normative in favore dell’imprenditoria innovativa, gli sgravi fiscali legati
ai brevetti e il sistema di tutela della proprietà intellettuale completano questo panorama e fanno della Francia uno dei Paesi al
mondo con maggiore attrattività nel settore delle biotecnologie oltre che un ambiente idoneo all’ipotesi di progetti di partenariato in
un’ottica di complementarietà con la realtà industriale/scientifica italiana.
Nonostante sia un Paese produttore di energia, soprattutto di origine nucleare, la Francia
rimane fortemente dipendente dall’estero per le importazioni energetiche che rappresentano
circa il 50% del fabbisogno totale. La Direttiva 2008/29/CE sulle energie rinnovabili adottata dal Parlamento e dal Consiglio Europeo,
prevede di arrivare, entro il 2020, a produrre il 20% del consumo globale energetico dei Paesi membri, da fonti energetiche
rinnovabili. Per ottenere tale risultato la Direttiva ha fissato obiettivi a livello di ogni Stato membro; per la Francia, l’obiettivo è del
23%, soglia che è stata integrata nel progetto di legge per l’applicazione della Legge "Grenelle" per l'ambiente. Le questioni
ambientali in Francia sono, in effetti, integrate in un piano di larga portata che prende il nome di “Grenelle de l’Environnement”
(www.developpement-durable.gouv.fr/-Le-Grenelle-de-l-environnement-de-.html) destinata a definire decisioni a medio e lungo
termine in materia di ambiente e sviluppo sostenibile, ed a diminuire le emissioni di gas ad effetto serra migliorando l’efficienza
energetica. La « Grenelle » ha dato luogo ad un progetto di legge detto “Grenelle 1” adottato dal Parlamento il 23 luglio 2009. Il 12
luglio 2010 è stata promulgata la legge “sull’impegno nazionale per l’ambiente” detta “Grenelle 2”, che definisce le modalità di
applicazione del Grenelle 1. Essa si compone di sei ambiti principali di cui uno dedicato all’energia (riduzione dei consumi e delle
emissioni di gas a effetto serra, sviluppo delle energie rinnovabili). Parallelamente il consumo di energia da fonti rinnovabili è
aumentato del 33% in 5 anni. Dal 2005 ad oggi, la Francia registra un aumento di circa 1 Mtep prodotti da energie rinnovabili
all’anno. Tuttavia, il ritmo di crescita pare insufficiente per raggiungere gli obiettivi fissati dalla direttiva europea; infatti, continuando
con questo ritmo, la Francia consumerà nel 2020, l’equivalente di 31 Mtep di energie rinnovabili, mentre l’obiettivo è fissato a 36
Mtep. Il consumo energetico da energie rinnovabili rappresenta, attualmente, il 13% del consumo globale, contro il 10% nel 2005.
Poli di competitività dedicati alle energie rinnovabili CAPENERGIES (www.capenergies.fr), nella regione di Marsiglia AVENIA
(www.pole-avenia.com), in Aquitania, dedicato alle geo-scienze TENERRDIS (www.tenerrdis.fr), nel Rodano Alpi, specializzato in
energia solare, biomassa e energia idraulica.
La Francia rappresenta il quarto mercato mondiale delle “eco–industrie” dopo gli Stati Uniti, il
Giappone e la Germania, con più di 7.000 aziende specializzate nel settore. Sono presenti
nel Paese importanti multinazionali per il trattamento dei rifiuti e il trattamento dell’acqua come Veolia o Suez, ma anche alcune
migliaia di aziende di cui circa 2.000 esportano o sono in grado di farlo. L’acqua e il suo trattamento rappresenta di gran lunga la
prima componente del settore con 20 miliardi di euro di volume di affari, seguito dal comparto del recupero/trasformazione dei rifiuti,
che sviluppa un fatturato annuo di circa 8 miliardi di euro. Il mercato francese della distribuzione dell’acqua potabile è oggi detenuto
all’80% da tre principali fornitori che sono, in ordine di importanza, Veolia, Lyonnaise des Eaux e Saur. L’industria locale è molto
competitiva, inoltre, la progressiva privatizzazione delle aziende municipalizzate, accompagnata dal venir meno dei monopoli
FRANCIA
3
comunali nei servizi di pubblica utilità tra cui la depurazione delle acque ed il controllo della qualità dell’aria, dovrebbero favorire un
significativo scambio di tecnologia e know how tra le aziende locali e quelle estere. Le aziende italiane, in questo comparto, sono in
possesso di tecnologie di assoluta avanguardia. Considerata l’applicazione delle direttive europee in materia di trattamento delle
acque, ci si aspetta un incremento dei lavori di derivazione, ristrutturazione e costruzione degli stabilimenti per la depurazione.
Anche in questo caso, le prospettive offerte dal mercato francese, possono ben rappresentare un volano di crescita per le imprese
italiane. Oltre a ciò, si prevede che nell’arco dei prossimi anni, i settori che avranno la maggiore crescita saranno l’utilizzo di nuovi
materiali eco-sostenibili nell’edilizia/bioedilizia, la biomassa, il riciclaggio e la valorizzazione dei rifiuti, le energie rinnovabili e la
bonifica di siti inquinati.
Costruzioni
Il settore dell’edilizia francese rappresenta un fatturato di 130 miliardi di euro al netto
dell’IVA, realizzato da 1.167.000 addetti che lavorano in 337.000 imprese ai quali si
aggiungono 315.000 artigiani. La produzione si divide in costruzione di alloggi (79 miliardi €) e altri tipi di edifici (51 miliardi €). Una
ripartizione simile si ha per le costruzioni nuove (59 miliardi €) e per le ristrutturazioni di edifici esistenti (71 miliardi €). Il settore
equivale, in valore, alla metà del settore industriale. I principali cantieri sono realizzati a seguito di appalti pubblici, i cui bandi sono
pubblicati nella Gazzetta ufficiale francese degli appalti pubblici – BOAMP – Bulletin Officiel des Annonces des Marchés Publics –
consultabile all’indirizzo seguente: www.boamp.fr. Su tale sito sono disponibili, in lingua francese, tutte le informazioni utili alle
società che desiderano partecipare a gare d’appalto in Francia. Sulla base di quanto appare sul sito ufficiale del Fisco francese,
risulta che le società che partecipano a gare d’appalto pubbliche in Francia devono fornire, in allegato alla loro offerta, i documenti
ufficiali che attestino che la società ha regolarmente effettuato i pagamenti delle tasse, degli oneri sociali, nonché della TVA
(equivalente all’IVA). Tale attestazione, per la parte fiscale, può essere ottenuta on line; per ottenerla è inoltre necessario disporre
delle attestazioni sociali presso l’URSSAF (www.urssaf.fr ). Nel caso del settore edile sono obbligatorie le seguenti assicurazioni: l’
"assurance dommage à l’ouvrage" (danni all’opera), da sottoscrivere prima dell’inizio dei lavori da parte del “maitre d’ouvrage” e la
"garantie decennale" (garanzia decennale), che obbliga ad essere coperti per i danni che sopravvengono nei dieci anni che seguono
i lavori.
Prodotti farmaceutici di base e
preparati farmaceutici
Prodotti farmaceutici – Settore della sanità
Il settore della sanità in Francia, che comprende l’industria farmaceutica propriamente detta
(produzione e distribuzione), quella dei dispositivi medici, della diagnostica, delle tecnologie mediche, della sub-fornitura e dei servizi
annessi, secondo le cifre pubblicate dalla Fefis – Fédération Française des Industries de Santé – raggruppa più di 900 imprese con
più di 2.300 stabilimenti e realizza un fatturato di 65 miliardi di euro. Gli impieghi diretti sono 211.000, mentre quelli indotti sono
500.000. Il settore della sanità rappresenta circa l’11% del PIL nazionale francese. In particolare, per quanto riguarda i Prodotti
farmaceutici, nel 2013 le importazioni dall'Italia sono state pari a 1,01 miliardi di euro e l'Italia si è posizionata in sesta posizione
quale Paese fornitore della Francia con una quota di mercato del 5,4%. I principali Paesi fornitori sono nell’ordine, USA, Germania,
Belgio e Svizzera. Il comparto, pur segnalando per la prima volta negli ultimi dieci anni, un calo nel 2013 dei flussi di importazione, (3,4% vs +9,4 del 2012), risulta strategico per la Francia, poiché è uno dei rari casi in cui la bilancia commerciale risulta eccedentaria
(pari a circa 4,5 miliardi di euro). Le importazioni globali della Francia ammontano nel 2013 a 19,6 miliardi di euro, in un settore che
rappresenta il 4% dell’import totale.
Ultimo aggiornamento: 20/05/2014
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FRANCIA
4
OUTLOOK POLITICO
POLITICA INTERNA
Nel febbraio 2016, il rimpasto di Governo ha portato a 18 il numero dei Ministri ed a 20 quello dei Segretari di Stato, nel rispetto della
parità di genere nella distribuzione degli incarichi. All’allargamento del perimetro politico dell’esecutivo si è accompagnata l’esigenza
di mantenerne la coerenza dell’indirizzo programmatico, anche attraverso l’inserimento di forze nuove e giovanili. Il nuovo Governo
Valls si è posto tre obiettivi per l’agenda 2016: a) la sicurezza dei cittadini e l’approvazione dei disegni di legge relativi al
rafforzamento della capacità operativa dello Stato; b) la definizione di una risposta alla crisi in corso nell’agricoltura e
nell’allevamento; c) il rilancio dell’occupazione con una “flexsecurity” alla francese. Con questo obiettivo il Presidente Hollande ha
presentato il 18 gennaio il Piano per l'occupazione (“Plan Emploi”) con l’obiettivo di accompagnare la ripresa dell'attività economica
(crescita annuale del 2015 a +1,1%, dopo +0,4% del 2014, l’incremento più consistente da quattro anni a questa parte) al fine di
accelerare e amplificarne gli effetti sull'occupazione. Il piano prevede misure per la formazione delle persone in ricerca di lavoro e
per l’apprendistato dei giovani. Lo Stato metterà a disposizione un miliardo di euro per un piano di formazione di 500.000 persone
iscritte nelle liste di disoccupazione e prevede inoltre aiuti destinati alle PMI che assumono disoccupati; il Presidente Hollande ha
inoltre confermato che la futura riforma del codice del lavoro prevederà un accordo d’impresa per regolamentare le modalità di
organizzazione del tempo di lavoro. Altre misure riguardano facilitazioni ed incentivi fiscali per l'apertura di nuove imprese.
Ultimo aggiornamento: 24/02/2016
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RELAZIONI INTERNAZIONALI
La Francia conduce tradizionalmente una politica estera di carattere globale, in virtù del suo status di membro permanente del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di potenza nucleare, nonché della sua appartenenza alle maggiori economie mondiali,
confermata dal suo ruolo attivo nel G7 e nel G20. La sua azione internazionale è saldamente ancorata al contesto europeo ed
euroatlantico, essendo Parigi all’origine del progetto di integrazione continentale. Nel 2009 Parigi ha inoltre deciso di rientrare nel
comando integrato della NATO.
E’ per tradizione e cultura uno dei più stretti partner dell’Italia sulla scena mondiale. In particolare, la cooperazione italo-francese nel
contesto europeo ha costituito uno degli elementi portanti dell’azione di superamento della crisi economico-finanziaria, con
l’adozione di posizioni convergenti sull’esigenza di accompagnare la disciplina fiscale con più incisive misure atte a favorire la
crescita, sull’opportunità di più incisivi meccanismi di solidarietà in ambito europeo, sulla consolidamento di una “Financing and
Investment Union”, quale sintesi fra Unione Bancaria, Unione dei mercati dei capitali e Piano Juncker per gli investimenti.
Sensibilità comuni e forti convergenze fra l’Italia e la Francia, si registrano attualmente anche nel Mediterraneo, nella gestione dei
principali teatri di crisi, nella lotta al terrorismo.
Protagonista per ragioni di carattere storico, politico ed economico nel continente africano, la Francia sta inoltre costantemente
accrescendo la propria penetrazione commerciale in Asia e punta oggi ad espandere la sua presenza anche in America Latina, in
omaggio alla chiara priorità attribuita dal Governo ad una più attiva ed incisiva “diplomazia economica”, e a una crescente sinergia
fra gli strumenti di cooperazione allo sviluppo e quelli di export finance e di sostegno agli investimenti gestiti dal Gruppo Caisse des
Depots.
La politica estera transalpina può inoltre valersi nella sua azione globale di importanti strumenti di “soft power”, in particolare
un’efficace e costante politica di promozione della propria lingua, principalmente - ma non esclusivamente - condotta attraverso la
rete dei centri culturali francesi.
Ultimo aggiornamento: 25/02/2016
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FRANCIA
5
OUTLOOK ECONOMICO
QUADRO MACROECONOMICO
Nel rapporto contenente una prima stima dei conti del 4 trimestre 2015 diffuso a fine gennaio, l’INSEE, l’Ufficio di statistica nazionale
francese, ha rilevato una crescita del PIL dello 0,2%, dato che porta la crescita annuale del 2015 a 1,1%, dopo lo 0,4 del 2014. La
crescita del 2015 rappresenta l’aumento più consistente da quattro anni a questa parte.
I fondamentali della ripresa sono evidenti. I consumi delle famiglie hanno avuto un netto aumento nel 2015 (+1,4 dopo lo 0,6 nel
2014) grazie all’aumento del potere di acquisto delle famiglie, dovuto in gran parte alla riduzione del prezzo del petrolio e alla netta
contrazione nel consumo di energia nel quarto trimestre (gas, elettricità, e petrolio raffinato) in ragione soprattutto delle alte
temperature registrate nell’ultimo periodo dell’anno, superiore alla media del periodo. Gli investimenti delle imprese accelerano a fine
2015 (+1,3% al quarto trimestre e +2% di media annua) grazie in particolare all’aumento del margine di guadagno e al miglioramento
della pressione fiscale. Il 2015, secondo le prima stime, è stato anche l’anno della ripresa della produzione dell’industria
manifatturiera (+1,4% dopo lo 0,3% del 2014). Infine il settore delle costruzioni nel 4 trimestre mostra i primi segnali di
miglioramento (+0,7) dopo 2 anni di contrazione anche se su base annua il dato è sempre negativo (-2,6%).
Le importazioni aumentano (+6,1% dopo il 3,9%) ma in misura minore rispetto alle esportazioni (5,9% dopo il 2,4% nel 2014).
Quest’ultime hanno beneficiato del guadagno di competitività apportato dal credito di imposta per la competitività e l’impiego (CICECrédit d’Impôt pour la Compétitivité et l’Emploi)) e dalla diminuzione del valore dell’euro.
Al terzo trimestre 2015 (ultimo dato disponibile) il tasso di disoccupazione (secondo la definizione ILO) è aumentato dello 0,2%
rispetto al secondo trimestre raggiungendo quota 10,6% della forza lavoro in Francia. In Francia metropolitana, il numero di
disoccupati è aumentato di 75.000 unità, raggiungendo la cifra di 2,9 milioni di persone, con un aumento del tasso di disoccupazione
dello 0,2% rispetto al la trimestre precedente (10,2%). L'aumento concerne tutte fasce di età ma colpisce soprattutto i giovani.
Proprio per contrastare questa tendenza, da ultimo, il Presidente della Repubblica François Hollande, il 18 gennaio u.s. ha
presentato il Piano per l'occupazione (Plan Emploi) con l’obiettivo di accompagnare la ripresa dell'attività economica al fine di
accelerare e amplificarne gli effetti sull'occupazione.
Ultimo aggiornamento: 05/02/2016
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POLITICA ECONOMICA
La politica economica del Governo francese, ha come obiettivi, in un quadro congiunturale difficile, da un lato risanare i conti pubblici
e dall'altro favorire la crescita puntando su provvedimenti a sostegno dell'offerta, al fine di alleggerire il carico fiscale e contributivo
che grava sulle imprese.
La Legge di Stabilità promulgata il 29 dicembre conferma il quadro di finanza pubblica delineato in primavera nel programma di
stabilità: i tendenziali di crescita e di disavanzo rimangono invariati (deficit/PIL al 3,3% nel 2016), mentre lo stock di debito si avvia
su un percorso di stabilizzazione attorno al valore del 96,5% del PIL, dopo i sensibili incrementi degli ultimi anni (25 punti percentuali
nel periodo 2007-2012; 6 punti nel periodo 2012-2014)
Sul fronte della riduzione della spesa pubblica, prosegue il percorso delineato nel piano triennale di 50 mld deciso nel 2014, con
qualche ritardo dovuto al contesto di bassa inflazione, inizialmente suddiviso in 21 mld nel 2015, 15 mld nel 2016 e 14 mld nel 2017,
è stato rivisto con un’incidenza maggiore nel biennio 2016-2017. La spesa pubblica crescerà in termini nominali dell’1,3% nel 2016
(0,9% nel 2014; 1% nel 2015; 3,2% nel quinquennio 2007-2012). Il comparto più colpito dai tagli sarà la sicurezza sociale (7,4 mld,
tra sanità, pensioni, contributi abitazione e modulazione degli assegni familiari in base al reddito), seguito dallo Stato centrale (5,1
mld) e dagli Enti locali (3,5 mld).
Il percorso di alleggerimento della pressione fiscale proseguirà per il terzo anno consecutivo nel 2016 attraverso una riduzione
dell’imposta sui redditi delle persone fisiche di cui beneficeranno 12 milioni di famiglie (due terzi dei contribuenti), che comporterà un
minor carico fiscale di 5 mld nel biennio (3 mld nel 2015, 2 mld nel 2016), portando così il rapporto entrate fiscali/PIL al 44,5% nel
2016 (44,6% nel 2015).
La legge di stabilità conferma gli interventi a sostegno degli investimenti e della competitività delle imprese, a cui si associano le
riforme di carattere regolamentare (“Legge Macron” sull’attività e la crescita). Complessivamente, gli interventi destinati alle imprese
ammontano a 33 mld nel 2016.
Sul fronte delle riforme strutturali, l’agenda del Governo punta fin dal 2014 alla diminuzione del costo del lavoro. Misure pari a circa il
2% del PIL sono previste per ridurre il cuneo fiscale e migliorare i margini di profitto delle imprese: il credito d’imposta CICE si pone
l’obiettivo di creare 500.000 posti di lavoro entro il 2020, con un incremento cumulato del PIL pari all’1,7%.
La “loi pour la croissance, l’activité et l’égalité des chances économiques” (c.d. Legge Macron) approvata in agosto prevede una
FRANCIA
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serie di misure in tre aree di policy: liberalizzazione delle professioni e del trasporto pubblico locale; sostegno agli investimenti;
riforma del mercato del lavoro, delle procedure di contenzioso e di corresponsione delle indennità di fine rapporto.
Numerose sono le riforme attese per il 2016, soprattutto nel settore del diritto del lavoro, a seguito della prima “legge sul dialogo
sociale”, approvata a luglio 2015 dal Parlamento e del pacchetto di misure per l’occupazione per 2 miliardi presentato il 18 gennaio
2016 dal Presidente Hollande (500.000 misure individuali di formazione per i disoccupati; incentivi per l’assunzione nelle PMI).
La Francia è in procedura per disavanzi eccessivi dal 2009. La data di rientro nel limite del 3 per cento fissata adesso al 2017, è
stata rinviata tre volte a causa di circostanze economiche sfavorevoli che non permettevano il raggiungimento degli obiettivi.
La Commissione Europea nelle Winter Economic Forecasts, pubblicate il 4 febbraio, confermano che - a politiche invariate - Parigi
non riuscirà a rispettare il sentiero concordato di riduzione del disavanzo, attestandosi al 3,4% del rapporto deficit/PIL nel 2016 e al
3,2% nel 2017. La spesa pubblica è aumentata dell’1,6% nel 2015 (+1,7% nel 2014), e dovrebbe crescere - al netto delle misure
una tantum - dell’1,2% nel 2016. Lo stock di debito pubblico è previsto in ulteriore aumento (96,8% del PIL nel 2016; 97,1% nel
2017), per quanto con un incremento meno marcato rispetto alle precedenti previsioni.
Ultimo aggiornamento: 22/02/2016
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FRANCIA
7
INDICATORI MACROECONOMICI
PIL Nominale (mln €)
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2.058.000
2.086.000
21.185.000
2.134.000
2.177.200
2.226.600
1,1
Variazione del PIL reale (%)
Popolazione (mln)
PIL pro-capite a parita di potere d'acquisto ( $)
2
0
0,3
0,4
63,3
63,6
66
66,1
36.250
36.720
32.000
32.200
9,2
9,9
10,2
10,4
85,8
90,2
93,5
95
2,3
2,2
0,9
0,5
4,94
-0,28
0,8
Disoccupazione (%)
Debito pubblico (% PIL)
Inflazione (%)
Variazione del volume delle importazioni di beni e servizi (%)
32.700
33.600
0,2
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU e IMF.
Ultimo aggiornamento: 25/02/2016
^Top^
TASSO DI CAMBIO
Controlla il cambio giornaliero sul sito di Banca d'Italia
FRANCIA
8
BILANCIA COMMERCIALE
EXPORT
Export
2013
Totale
436.633 mln. €
2014
2015
nd mln. €
nd mln. €
Previsioni di crescita 2016
Previsioni di crescita 2017
nd %
nd %
PRINCIPALI DESTINATARI
2013 (mln. €)
2014 (mln. €)
2015 (mln. €)
GERMANIA
70.521,38
nd
nd
nd
nd
BELGIO
33.484,2
nd
nd
nd
nd
ITALIA
30.553,73
nd
nd
nd
nd
Italia Position:3
30.553,73
Italia Position:nd
nd
Italia Position:nd
nd
Merci (mln. €)
Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura
2013
2014 2015
17.745,32
Prodotti delle miniere e delle cave
2.562,29
Prodotti alimentari
29.733,52
Bevande
13.711,63
Tabacco
460,96
Prodotti tessili
4.355,56
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
8.441,43
Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili
7.225,06
Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio
1.789,78
Carta e prodotti in carta
5.956,01
Prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati
165,33
Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
11.928,55
Prodotti chimici
47.130,8
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
28.935,68
Articoli in gomma e materie plastiche
12.231,18
Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
5.288,56
Prodotti della metallurgia
20.334,42
Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature
8.625,82
Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
26.879,41
Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche
18.797,59
Macchinari e apparecchiature
35.119,94
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
38.198,42
Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari)
53.541,98
Mobili
1.842,6
Prodotti delle altre industrie manufatturiere
11.943,68
Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)
Altri prodotti e attività
2.322,72
15.657,83
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU per la parte previsionale e OnuComtrade elaborati dall'Agenzia ICE, per i dati settoriali e i
totali, nonché per i dati relativi ai principali partner.
FRANCIA
9
IMPORT
Import
2013
Totale
512.720 mln. €
2014
2015
nd mln. €
nd mln. €
Previsioni di crescita 2016
Previsioni di crescita 2017
nd %
nd %
PRINCIPALI FORNITORI
2013 (mln. €)
2014 (mln. €)
2015 (mln. €)
GERMANIA
97.899,73
nd
nd
nd
nd
BELGIO
57.130,12
nd
nd
nd
nd
ITALIA
37.813,34
nd
nd
nd
nd
Italia Posizione: 3
37.813,34
Italia Posizione: nd
nd
Italia Posizione: nd
nd
Merci (mln. €)
2013
Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura
12.321,12
Prodotti delle miniere e delle cave
55.443,01
Prodotti alimentari
32.506,25
Bevande
3.028,64
Tabacco
1.802,99
Prodotti tessili
2014 2015
6.333,54
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
17.573,28
Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili
8.548,12
Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio
3.301,47
Carta e prodotti in carta
8.287,44
Prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati
43,72
Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
29.050,28
Prodotti chimici
41.510,43
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
25.058,47
Articoli in gomma e materie plastiche
16.387,22
Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
7.367,73
Prodotti della metallurgia
23.293,23
Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature
12.192,04
Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
39.990,62
Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche
22.148,23
Macchinari e apparecchiature
39.129,89
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
43.681,94
Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari)
31.773,33
Mobili
5.355,49
Prodotti delle altre industrie manufatturiere
15.866,67
Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)
Altri prodotti e attività
616,86
9.466,35
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU per la parte previsionale e OnuComtrade elaborati dall'Agenzia ICE, per i dati settoriali e i
totali, nonché per i dati relativi ai principali partner.
OSSERVAZIONI
A livello globale, il deficit commerciale della Francia nel 2015 si è assestato a 45,67 miliardi di euro in riduzione di 12,2 miliardi
rispetto la 2014. Il miglioramento del deficit commerciale francese è interamente dovuto alla riduzione in valore delle importazioni di
prodotti energetici per circa 14,6 miliardi. A livello geografico, lo sbilancio commerciale risulta ampio nei confronti degli altri paesi
dell’area euro (-37mld di euro nel 2015 rispetto ai -38mld nel 2014) e della Cina che passa da -23 mld nel 2014 a -25mld nel 2015,
mentre risulta in netta diminuzione nei confronti dei Paesi terzi il cui bilancio passa da -42 a -34 mld di euro nel 2015.
In termini aggregati, le esportazioni francesi crescono nettamente rispetto al 2014 (in totale 455 mld di euro) con una crescita del
4,3%, dopo lo 0,1 % nel 2014: le esportazioni del settore aeronautico e spaziale, registrano una crescita evidente (+11,4%, dopo il
2,3 nel 2014); le vendite di Airbus, che rappresentano più della metà delle esportazioni aeronautiche e spaziali, raggiungano il nuovo
record di 28,9 miliardi, dopo 25 miliardi nel 2014; ancora positivo è risultato l’andamento di automobili, le cui vendite all’estero sono
aumentate dell’8,7% grazie alla ripresa dell’attività europea e all’aumento del potere d’acquisto delle famiglie in Europa. I prodotti di
lusso (gioielleria bigiotteria, profumi e cosmetici) beneficiano ugualmente dell’accelerazione del potere d’acquisto nelle economie
avanzate. La contrazione delle vendite dei prodotti energetici e della chimica di base registrano una nuova contrazione (-17,3%,
dopo -1,4%) in particolare quelli dei prodotti raffinati, dovuti alla diminuzione del prezzo del petrolio. Le esportazioni dei prodotti
agricoli aumentano notevolmente (+6,5, dopo -10,2%) in particolare quelli dei cereali verso la Cina e l’Egitto. Nel 2015 la Cina ha
FRANCIA
10
moltiplicato per 4 i suoi acquisti in Francia e occupa ormai la terza posizione tra i paesi importatori (contro la decima posizione nel
2014). A livello geografico, continua la performance positiva delle esportazioni verso i paesi dell’UE (+2,2% nel 2015 dopo +1,0% nel
2014) in particolare verso la Spagna e il Regno Unito. Infine le esportazioni verso i Paesi terzi dell’UE registrano una forte crescita
(+7,4%, dopo -1,6%) grazie alla svalutazione dell’euro.
Le importazioni francesi aumentano moderatamente (+ 1,2%, dopo -0,6% nel 2014), grazie alla forte contrazione negli
approvvigionamenti energetici dovuto al calo dei prezzi del petrolio. Esclusi gli oli raffinati, gli acquisti di prodotti manifatturieri sono in
netta crescita (+5,7%). Come per le esportazioni, l’incremento degli acquisti relativo al settore trasporto è notevole, considerato che
la produzione a livello europeo è fortemente integrata. Per ultimo, l’importazione di beni strumentali e di prodotti agricoli presentano
entrambi un trend crescente.
FRANCIA
11
SALDI E RISERVE INTERNAZIONALI
2011
2012
2013
-67,5
-56,9
-56,8
Saldo dei Servizi (mln. €)
15,1
17,3
16,8
Saldo dei Redditi (mln. €)
48,3
31,3
30,4
-37,8
-36,6
-37,4
-43,8
Saldo commerciale (Exp. - Imp.) (mln. €)
Saldo dei Trasferimenti correnti (mln. €)
Saldo delle partite correnti (mln. €)
-41,7
-46,1
Riserve internazionali (mln. €)
131,8
141,5
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU. I dati per il 2013 sono previsioni EIU.
Ultimo aggiornamento: 01/07/2013
^Top^
FRANCIA
12
INVESTIMENTI - STOCK
STOCK DI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI DEL PAESE: FRANCIA (OUTWARD)
Stock
di investimenti diretti esteri
del paese:
FRANCIA (Outward)
Totale (mln € e var. %)
2012
mln. €
2013
2014
1.235.399 mln. €
FRANCIA
13
mln. €
2015
mln. €
Previsioni 2016
Previsioni 2017
nd %
nd %
OSSERVAZIONI
Secondo le ultime statistiche UNCTAD, la Francia resta ai primi posti nella classifica mondiale in termini di stock di IDE in entrataInvestimenti diretti esteri mondiali - (4° nel 2013 per gli IDE con 1.081 Md$ ovvero 803 MD€ e 5° per gli IDE in uscita) dopo Stati
Uniti, Regno Unito e Cina, paragonabile al peso dell’economia francese a livello globale (5° in termini di PIL). La posizione francese
per gli atock di IDE resta relativamente stabile nel tempo considerato che il livello degli investimenti stranieri è legato ad una serie
di fattori, tra i quali la dimensione dell’economia e del suo sviluppo (qualità delle infrastrutture e delle sue istituzioni), il grado di
apertura agli IDE, la quantità degli investimenti nel passato, l’attrattiva del patrimonio edilizio.
Gli investimenti dei paesi emergenti hanno permesso di compensare la diminuzione degli investimenti provenienti da paesi sviluppati
come gli Stati Uniti (122 progetti americani contro 156 nel 2012) e la Germania.
Le 50 più grandi aziende straniere operanti in Francia raggruppano in totale circa 500.000 dipendenti. Ci sono 20 compagnie
straniere in Francia con oltre 10.000 dipendenti ciascuna, tra cui Fiat, General Electric, Volvo Trucks, Walt Disney Company, United
Technologies, Kingfisher e ISS.
FRANCIA
14
INVESTIMENTI - FLUSSI
FRANCIA
15
OSSERVAZIONI
Secondo le ultime statistiche UNCTAD disponibili, in termini di flussi di IDE (Investimenti diretti esteri) in ingresso a livello mondiale,
la Francia nel 2013 si posiziona al 42 posto per i flussi in entrata, con un netto peggioramento rispetto agli anni precedenti (nel 2010
si posizionava al 10 posto) mentre si registrano valori negativi per i flussi di IDE in uscita, sinonimo di disinvestimento delle imprese
francesi all’estero (per quest'ultimo dato si fa presente che nei dati pubblicati dalla Banca di Francia, nel 2013 la diminuzione è
evidente ma il dato resta comunque positivo).
Occorre rilevare che il forte calo riscontrato nei dati UNCTAD degli IDE in entrata (-80%) è legato in parte all’utilizzo da parte di
questa Organizzazione della vecchia metodologia di contabilità, in particolare per i prestiti intra-gruppo, che ne accentua il calo.
Resta comunque il dato di tendenza che evidenzia una netta riduzione rispetto agli anni antecedenti la recente crisi.
FRANCIA
16
MATERIE PRIME
MATERIE PRIME
Materia
Unità
2010
2011
2012
2013
Elettricità
TEP Tonnellate Equivalent
i Petrolio - Fonte INSEE
118
0
0
0
Energie rinnovabili termiche
TEP Tonnellate Equivalent
i Petrolio - Fonte INSEE
16
0
0
0
Petrolio
TEP Tonnellate Equivalent
i Petrolio - Fonte INSEE
1
0
0
0
FRANCIA
17
BARRIERE TARIFFARIE E NON TARIFFARIE
Market Access Database della Commissione Europea
FRANCIA
18
COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT
INDICI DI GLOBAL COMPETITIVENESS E LIBERTÀ ECONOMICA
2013
Val
(0 - 100)
GCI
Pos.
148 paesi
2014
Val
(0 - 100)
Pos.
144 paesi
2015
Val
(0 - 100)
Pos.
140 paesi
5,1
23
5,1
23
5,1
22
Requisiti di base (20 %)
5,5
23
5,4
26
5,5
26
Istituzioni (25%)
4,8
31
4,7
32
4,8
29
Infrastrutture (25%)
6,2
4
6
8
6
8
Ambiente macroeconomico (25%)
4,7
73
4,6
82
4,7
77
Salute e Istruzione Primaria (25%)
6,3
24
6,4
18
6,4
16
5
19
5,1
19
5,1
19
Alta Istruzione e Formazione professionale (17%)
5,2
24
5,3
28
5,3
25
Efficienza del mercato dei beni (17%)
4,4
45
4,6
46
4,6
35
Efficienza del mercato del lavoro (17%)
4,3
71
4,3
61
4,4
51
Sviluppo del mercato finanziario (17%)
4,6
33
4,8
23
4,5
29
Diffusione delle tecnologie (17%)
5,7
17
5,8
17
5,9
16
Dimensione del mercato (17%)
5,8
8
5,7
8
5,8
8
Fattori di innovazione e sofisticazione (30 %)
4,8
18
4,9
19
5
20
5
21
5
22
5,1
20
4,7
19
4,7
19
4,9
18
Sub indici
Fattori stimolatori dell'efficienza (50 %)
Sviluppo del tessuto produttivo (50%)
Innovazione (50%)
Note:
La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice.
Ultimo aggiornamento: 18/01/2016
^Top^
2013
Val
(0 - 100)
Indice di Liberta Economica
Pos.
184 paesi
64,1
62
2014
Val
(0 - 100)
63,5
Pos.
186 paesi
70
2015
Val
(0 - 100)
62,5
Pos.
186 paesi
73
Ultimo aggiornamento: 18/01/2016
^Top^
FRANCIA
19
INDICI DI APERTURA AL COMMERCIO INTERNAZIONALE
2010
Val
(0 - 7)
Pos.
132 paesi
ETI
2012
Val
(0 - 7)
Pos.
132 paesi
5
20
5
20
Accesso al mercato (25%)
3,7
97
3,9
67
Accesso al mercato interno ed esterno (100%)
3,7
97
3,9
67
Amministrazione doganale (25%)
5,4
21
5,4
19
Efficienza dell'amministrazione doganale (33%)
5,2
24
5,2
23
6
10
5,9
9
Trasparenza dell'amministrazione di frontiera (33%)
5,1
28
5,2
24
Infrastrutture di trasporto e di comunicazione (25%)
5,8
4
5,8
7
Disponibilita e qualita delle infrastrutture di trasporto (33%)
6,6
1
6,3
1
Disponibilita e qualita dei servizi di trasporto (33%)
5,4
10
5,2
11
Disponibilita ed utilizzo dell'ICT (33%)
5,4
15
5,8
13
Contesto business (25%)
5,1
27
5
31
Regolamentazione (50%)
4,7
24
4,7
26
Sicurezza (50%)
5,5
35
5,3
41
Sub indici
Efficienza delle procedure di import e export (33%)
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati World Economic Forum – Enabling Trade Index.
Note:
La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice.
Ultimo aggiornamento: 21/12/2012
^Top^
2010
Valore (%)
Peso % del commercio sul PIL
2012
Valore (%)
43,69
46,31
Fonte:
Elaborazione Ambasciata d'Italia su dati EIU.
Ultimo aggiornamento: 21/12/2012
^Top^
FRANCIA
20
FATTORI MAGGIORMENTE PROBLEMATICI PER FARE BUSINESS
2013 / 2014
2014 / 2015
2015 / 2016
Accesso al finanziamento
13,5
12,1
11,4
Aliquote fiscali
20,2
17,8
19
8,8
10,3
12,1
Burocrazia statale inefficiente
Scarsa salute pubblica
0
0
0,2
Corruzione
0,9
0,3
1,6
Crimine e Furti
0,2
0
0,7
Scarsa etica del lavoro della forza lavoro locale
1,1
1,3
2,8
Forza lavoro non adeguatamente istruita
1,5
1,9
2,9
Inadeguatezza dell'offerta di infrastrutture
0,6
1,6
3,1
Inflazione
1,3
0,6
0,8
Instabilita delle politiche
7,3
7,1
1,5
Instabilita del governo/colpi di stato
0,2
0,6
0,6
20,5
24,3
20
Normative fiscali
14
15,3
14,5
Regolamenti sulla valuta estera
0,3
1,3
2,6
Insufficiente capacita di innovare
9,8
5,7
6,3
Normative del lavoro restrittive
Ultimo aggiornamento: 18/01/2016
^Top^
FRANCIA
21
BUSINESS COST
Unita
2012
2013
2014
Remunerazione totale media per Capi Funzione/Capi Divisione di una multinazionale o
Chief Executive in organizzazioni medio-grandi.
€ per anno 516.418,65 519.616,67 504.500,22
Remunerazione totale media per manager al di sotto dei Capi Funzione nelle
multinazionali, o che riportano al CEO nelle organizzazioni medio-grandi, o Chief
Executive in organizzazioni piccole.
€ per anno 159.333,48
Remunerazione totale media per personale vendite senior con competenze gestionali o
regionali.
€ per anno 165.449,21 170.579,79 183.238,39
Remunerazione totale media per posizioni di supervisione e junior management con
predominanza della responsabilita di staff.
€ per anno
84.511,57
91.372,79
Remunerazione totale media per account manager e staff vendite senza competenze
gestionali o regionali.
€ per anno
87.032,64
95.235,18 103.484,21
Remunerazione totale media per personale impiegatizio, amministrativo e di segreteria
senza o con ridotte responsabilita di supervisione.
€ per anno
46.908,11
52.432,73
53.529,82
Remunerazione totale media per operai, receptionist, centralinisti e dattilografi
supervisionati da posizioni senior.
€ per anno
35.751,35
38.385,56
39.096,04
Affitto per ufficio centrale in uno dei principali distretti industriali. Prezzo medio per m2
per anno.
€ per m2
per anno
651,68
648,41
555,62
Affitto di un deposito. Prezzo medio per m2 per anno.
€ per m2
per anno
94,46
121,91
113,86
€ per kwH
0,1
0,11
0,14
€ per m3
1,13
1,16
1,18
€ per
linea/mese
24,36
16,9
16,89
Aliquota fiscale corporate media.
%
33,33
33,33
33,33
IVA o equivalente. Media o tasso prevalente applicato su beni e servizi.
%
19,6
20
20
Aliquota fiscale massima su persona fisica.
%
45
45
45
Elettricita per uso industriale/intenso con consumo annuo di 2000MWh o più. Prezzo per
KwH.
Acqua per uso industriale /commerciale.
Sottoscrizione telefonica standard mensile per uso commerciale di una linea telefonica.
164.705,3 148.356,94
92.721,99
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU.
Ultimo aggiornamento: 24/01/2016
^Top^
FRANCIA
22
INDICE DOING BUSINESS
2015
Val
(0 - 7)
Pos.
189 paesi
Posizione nel ranking complessivo
27
Avvio Attivita (Posizione nel ranking)
27
Procedure - numero (25%)
2016
Val
(0 - 7)
5
Pos.
189 paesi
27
32
5
Tempo - giorni (25%)
4,5
4
Costo - % reddito procapite (25%)
0,9
0,8
Permessi di costruzione (Posizione nel ranking)
39
Procedure - numero (33,3%)
40
9
9
Tempo - giorni (33,3%)
183
183
Costo - % reddito procapite (33,3%)
4,9
Accesso all'elettricita (Posizione nel ranking)
Procedure - numero (33,3%)
Tempo - giorni (33,3%)
Costo - % reddito procapite (33,3%)
4,7
22
5
20
5
71
71
42,9
41,3
Registrazione della proprieta (Posizione nel ranking)
82
Procedure - numero (33,3%)
8
85
8
Tempo - giorni (33,3%)
49
49
Costo - % valore della proprieta (33,3%)
6,1
6,1
Accesso al credito (Posizione nel ranking)
71
Indice di completezza delle informazioni sul credito (0 min - 8
max) (37,5%)
4
Indice di forza dei diritti legali (0 min - 12 max) (62,5%)
6
Protezione degli investitori (Posizione nel ranking)
79
4
6
27
29
Indice di disclosure (0 min - 10 max) (33,3%)
9
9
Indice di responsabilita dell'amministratore (0 min - 10 max)
(33,3%)
3
3
Indice dei poteri dello shareholder in caso di azione giudiziaria
(0 min - 10 max) (33,3%)
5
5
Tasse (Posizione nel ranking)
105
Pagamenti annuali - numero (33,3%)
87
8
8
Tempo - ore annuali per gestire le attivita connesse ai
pagamenti (33,3%)
137
137
Tassazione dei profitti (33,3%)
7,4
Procedure di commercio (Posizione nel ranking)
0,5
1
1
Preparazione dei documenti neccessari per esportare - tempo
(ore)
1
1
Preparazione dei documenti neccessari per imporatare - tempo
(ore)
1
1
Rispetto dei contratti (Posizione nel ranking)
12
14
Risolvere una controversia - giorni (33,3%)
395
395
Costi - % del risarcimento (33,3%)
17,4
17,4
Indice di qualità dei processi giudiziari (0-18) (33,3%)
12
Soluzione delle insolvenze (Posizione nel ranking)
12
22
24
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati Banca Mondiale, indice Doing Business.
Note:
I dati riportati sono quelli pubblicati nell’anno di riferimento. Per ogni aspetto metodologico, consultare www.doingbusiness.org/methodology.
Ultimo aggiornamento: 24/01/2016
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FRANCIA
23
ACCESSO AL CREDITO
ACCESSO AL CREDITO
L’accesso al credito in Francia è allineato a quello degli altri Paesi Europei e OCSE. Nel corso del 2013 Il Parlamento ha adottato la
riforma della regolamentazione bancaria, che in materia di separazione delle attività bancarie, obbliga i principali gruppi bancari ad
accantonare le attività più rischiose in strutture finanziarie separate dalle banche che svolgono l’attività tradizionale.
Il sistema bancario francese è caratterizzato da un grado medio-alto di concentrazione che deriva dalla compresenza di alcune
grandi banche, operanti su scala internazionale, e di numerose banche locali di dimensione minore, il cui peso aggregato sul totale è
tuttavia contenuto. In Francia sono attivi 604 istituti bancari (di cui 117 società estere), con oltre 38 mila sportelli. Le prime cinque
banche detengono una quota del mercato domestico pari al 45% per cento circa. La dimensione aggregata del sistema bancario
francese, comprendendo le attività finanziarie verso non residenti, è pari a circa 4 voltre il PIL francese. I prestiti al settore reale
ammontano a circa 2,4 miliardi, di cui oltre il 15% a favore di non residenti. (Fonte: ECB Statistical Data Warehouse).
I prestiti alle imprese non finanziarie superano gli 850 miliardi di euro e sono rappresentati per due terzi da finanziamenti con durata
superiore a 5 anni. Secondo la Banque de France non si sarebbero verificati fenomeni di razionamento e il rallentamento nella
dinamica del credito registrati negli ultimi di anni sarebbe ascrivibile ad una debole domanda. Secondo altre fonti, in particola
secondo l’osservatorio delle imprese della BPI, una quota contenuta di PMI incontrerebbe difficoltà nell’accesso ai crediti di
tesoreria. Alla fine del 2013 il costo medio dei prestiti alle imprese con durata superiore a 2 anni è stato pari al 2,7% (3% alla fine
del 2012); per i prestiti a breve termine il costo è risultato pari al 2% (1,6% alla fine del 2012).
Ultimo aggiornamento: 04/06/2014
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FRANCIA
24
RISCHI
RISCHI POLITICI
Non si evidenziano rischi politici
Non si evidenziano rischi politici
Non si evidenziano rischi politici
Non si evidenziano rischi politici
Non si evidenziano rischi politici
Non si evidenziano rischi politici
Non si evidenziano rischi politici
Non si evidenziano rischi politici
Non si evidenziano rischi politici
Ultimo aggiornamento: 04/03/2013
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FRANCIA
25
RISCHI ECONOMICI
Ripresa lenta e nodi strutturali
Squilibri esterni
non si evidenziano ulteriori rischi economici
non si evidenziano ulteriori rischi economici
non si evidenziano ulteriori rischi economici
La crescita dell'economia francese per il 2014 dovrebbe collocarsi intorno all'1% (Spring
Forecast Commissione Europea). Sulle prospettive di ripresa pesano tuttavia la scarsa
competitività dei settori esposti alla concorrenza internazionale, la modesta redditività delle imprese manufatturiere e il
deterioramento della fiducia delle famiglie.
Ripresa lenta e nodi strutturali
Nell'ultimo decennio, a causa del rincaro delle importazioni di beni energetici e del
deterioramento della competitività dei settori tradeables, è aumentato il deficit commerciale,
raggiungendo alla fine del 2011 il 4% del PIL, per poi lentamente ridursi nell'ultimo biennio (3% a fine 2013). L'ampliamento del
deficit delle partite correnti, nonostante l'afflusso di redditi netti da investimenti esteri, sta alimentando lo squilibrio finanziario nei
confronti dell'estero che trova riflesso nell'ampia quota di titoli del debito pubblico francese detenuti da investitori internazionali.
Squilibri esterni
non si evidenziano ulteriori
rischi economici
non si evidenziano ulteriori rischi economici
non si evidenziano ulteriori
rischi economici
non si evidenziano ulteriori rischi economici
non si evidenziano ulteriori
rischi economici
non si evidenziano ulteriori rischi economici
Ultimo aggiornamento: 06/06/2014
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RISCHI OPERATIVI
Elevata tassazione
Regulatory burden
non si evidenziano ulteriori rischi operativi
Con un cuneo fiscale tuttora pari al 40% del costo del lavoro ed un rapporto fra entrate e PIL
pari al 51,9%, la Francia mantiene a tutt’oggi uno dei livelli di tassazione tra i più alti
d’Europa, sia per quanto concerne le famiglie che le imprese. Il Governo ha tentato di venire incontro al mondo imprenditoriale
garantendo un alleggerimento di 20 miliardi di Euro delle imposte a carico dei datori di lavoro. Le organizzazioni degli imprenditori
hanno salutato il provvedimento ma fanno stato di una pressione fiscale ancora eccessiva.
Elevata tassazione
L’a pervasiva regolamentazione di ampi settori della società francese - ed in particolare del
mercato del lavoro e dei rapporti industriali - è ritenuta da molti esperti una causa importante
della perdita di competitività registrata dal Paese nell'’ultimo decennio e dell'’elevato tasso di disoccupazione.
Regulatory burden
non si evidenziano ulteriori
rischi operativi
non si evidenziano ulteriori rischi operativi
Ultimo aggiornamento: 06/06/2014
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FRANCIA
26
RAPPORTI CON L'ITALIA
OVERVIEW
I rapporti economici italo-francesi presentano caratteristiche peculiari in Europa in ragione dell’elevato grado di interdipendenza delle
due economie, della prossimità geografica e culturale, e di un commercio di tipo intra-industriale (nei comparti dell’automotive, dei
prodotti farmaceutici, dell’agroalimentare, e dell’elettronica).
L’Italia e la Francia hanno raggiunto nel 2015 quasi 70 miliardi € di interscambio, ovvero 200 milioni di scambi quotidiani fra i due
Paesi.
Per l’Italia, la Francia è il secondo Paese dopo la Germania di destinazione dell’export (10,6% di quota di mercato) e il secondo
mercato di origine delle importazioni (8,6% del totale). Per la Francia, l’Italia è stata nel 2015 il quarto mercato di destinazione delle
proprie esportazioni (31,9 miliardi nel 2015) ed il terzo mercato di origine delle proprie importazioni (37,75 miliardi nel 2015).
Il saldo di bilancia commerciale è in surplus a favore dell’Italia (5,79 miliardi € nel 2015), in lieve miglioramento rispetto al precedente
dato 2014 (5,72 miliardi), grazie alla dinamica più favorevole delle esportazioni italiane in Francia, che rappresenta una costante da
oltre un decennio (nel 2004, il surplus commerciale era di soli 0,7 miliardi).
Ultimo aggiornamento: 23/02/2016
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FRANCIA
27
SCAMBI COMMERCIALI
Merci (mln. €)
Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura
2013
651,75
Prodotti delle miniere e delle cave
42,67
Prodotti alimentari
2.847,5
Bevande
282,49
Tabacco
3,19
Prodotti tessili
939,16
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
1.837,64
Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili
1.834,15
Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio
Carta e prodotti in carta
157,4
1.015,96
Prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati
4,43
Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
960,44
Prodotti chimici
2.559,36
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
1.266,04
Articoli in gomma e materie plastiche
1.921,21
Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
1.319,47
Prodotti della metallurgia
2.699,22
Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature
1.851,13
Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
1.394,78
Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche
2.337,2
Macchinari e apparecchiature
5.468,31
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
2.688,34
Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari)
Mobili
741,43
876,2
Prodotti delle altre industrie manufatturiere
1.283,85
Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)
8,67
Altri prodotti e attività
733
Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT.
FRANCIA
28
2014
2015
Merci (mln. €)
Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura
2013
2014
2015
2.343,89
Prodotti delle miniere e delle cave
344,71
Prodotti alimentari
3.345,91
Bevande
232,99
Tabacco
11,68
Prodotti tessili
374,76
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
976,91
Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili
829,27
Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio
186,09
Carta e prodotti in carta
569,28
Prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati
6,66
Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
463,47
Prodotti chimici
3.972,1
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
1.370,04
Articoli in gomma e materie plastiche
964,37
Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
427,59
Prodotti della metallurgia
2.525,97
Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature
449,6
Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
1.505,11
Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche
1.255,49
Macchinari e apparecchiature
1.916,85
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
3.161,82
Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari)
Mobili
425,61
81,61
Prodotti delle altre industrie manufatturiere
1.071,05
Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)
Altri prodotti e attività
567,8
845,12
Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT.
OSSERVAZIONI
Le esportazioni italiane verso la Francia (in totale 37,75 mld di euro) sono aumentate rispetto al 2014 (+2,8%). L’Italia, con una
quota del 7,4% in totale sul totale delle importazioni francesi, secondo i dati dell'Ufficio doganale francese passa dal 4° al 3° posto
rispetto al 2014 fra i principali paesi esportatori verso la Francia, dopo Germania e Cina. In termini aggregati, la performance dei
prodotti made in Italy continua a beneficiare del significativo aumento delle vendite di automobili, in crescita (come per il 2013) del
20% rispetto al 2014, raggiungendo il valore di 2,45 miliardi. In aumento anche la vendita dei prodotti derivati del petrolio (5%) e di
alcuni prodotti del comparto moda, quali calzature (+6%) e pelletteria (+5%). E’ continuato invece il calo delle esportazioni italiane di
prodotti siderurgici di base (-24%) e di alcuni prodotti metallici (-8%).
Per la Francia, secondo i dati dell'Ufficio doganale francese, l’Italia nel 2015 rappresenta il quarto mercato di sbocco delle proprie
esportazioni, dopo Germania, Stati Uniti e Spagna con una quota pari al 7,1%. Le importazioni di prodotti francesi (in totale 31,95
mld) sono aumentate dell’3,1% rispetto al 2014. Nell’andamento delle esportazioni francesi nel nostro paese si evidenziano
l’aumento nella vendita di autoveicoli del 4,69% (il settore si conferma uno dei comparti principali), nel settore farmaceutico
(+5,98%), di elettricità (+16,23%), gioielleria e bigiotteria (+95,11%) in aumento da 213 a 416 milioni di euro, di prodotti farmaceutici
(cresciuti da 1,4 a 1,6 miliardi nel 2014) e quelli del comparto chimico (+3,4%). In calo del 10% le vendite di idrocarburi, delle carni e
prodotti della macellazione verso l’Italia (-10,4%) che passa da 944 a 846 milioni di euro.
FRANCIA
29
INVESTIMENTI CON L'ITALIA - STOCK
STOCK DEGLI INVESTIMENTI DETENUTI IN ITALIA DA: FRANCIA
Stock degli investimenti
detenuti in Italia da:
FRANCIA
2012
Totale
47.005 mln. €
FRANCIA
30
2013
mln. €
2014
mln. €
2015
mln. €
OSSERVAZIONI
In termini di stock di investimenti diretti netti è possibile osservare una asimmetria nelle posizioni di Italia e Francia. Secondo
Banque de France, lo stock di IDE italiani in Francia nel 2014 era pari a 18 miliardi, contro i 46 miliardi di investimenti francesi in
Italia.
Il differenziale si è acuito nel tempo a causa dei diversi tassi di crescita degli stock dei due paesi. Mentre gli investimenti francesi
sono aumentati ad un tasso medio annuale del 12% dal 1995 a oggi, negli stessi anni gli IDE italiani in Francia sono cresciuti del
2%.
La Francia è il secondo investitore in Italia, che a sua volta è il quinto Paese di destinazione degli IDE francesi. Circa 15800 aziende
a partecipazione francese sono presenti sul territorio italiano, per un totale di 24.000 posti di lavoro e circa 100 miliardi € di fatturato.
In termini di stock, l’Italia è il settimo investitore in Francia, con 1.400 imprese che impiegano più di 100.000 dipendenti in 4.400
stabilimenti. Il livello di IDE italiani in Francia è pari a circa 15 mld €, contro i 38.9 mld di IDE francesi in Italia.
In termini di stock, i servizi rappresentano il 60% del totale degli investimenti - le banche (BNP Paribas, Credit Agricole) e le
assicurazioni (Axa, COVEA) rappresentano il 42%. Le aziende francesi sono fortemente rappresentate anche nel settore della
grande distribuzione (Carrefour, Auchan), nell’energia (il 10% degli investimenti francesi, grazie alla presenza di EdF (60 imprese
partecipate), attraverso EDISON, di Total e di GdF-Suez (in joint venture con ACEA), Engie, Veolia Environnement, nell’industria
manifatturiera (23,5%), nel lusso (LVMH e Kering), nell’agroalimentare (Lactalis-Parmalat) e nei trasporti (SNCF-NTV).
Fra gli investimenti più recenti, si rileva una concentrazione nei comparti della moda e delle public utilities:
1.
Moda: dopo aver investito nel 2011 4,5 miliardi per l’acquisizione di Bulgari, nel luglio 2013 LVMH ha rilevato per altri 2
miliardi € l’80% di Loro Piana, con l’obiettiivo di supportare la strategia di crescita del gruppo biellese, caratterizzata da un’incisiva
espansione nei beni di lusso e dal forte sviluppo delle attività retail, soprattutto in Asia e in Cina, dove Loro Piana è ancora poco
presente e LVMH vanta al contrario una capillare rete distributiva. LVMH ha anche realizzato un importante investimento greenfield:
nel 2014 Berluti ha avviato la costruzione di un impianto a Ferrara per la produzione di calzature di lusso, che prevede a regime
l’impiego di 140 addetti.
Kering ha acquisito nel 2012 il 100% del gruppo Brioni, con l’obiettivo di spingere sullo sviluppo del brand lungo tre assi : Asia, retail
e accessori. Nel 2013 sempre Kering ha messo a segno l’acquisizione della azienda di porcellane fiorentina Richard Ginori (13
milioni €), e ha acquisito il controllo della gioielleria Pomellato (350 milioni €).
2.
Energia e Public Utilities: nel 2010 è stata sciolta la joint venture AceaElectrabel, con il passaggio a GdF-Suez di
AceaElectrabel Produzione e di AceaElectrabel Trading. Nello stesso anno GdF-Suez è entrata direttamente nel capitale di Acea,
con una quota del 30%, ora detenuta da Suez Environnement a seguito della scissione. Ad oggi, Suez Environnement e Veolia
Environnement rappresentano le due principali aziende estere nel settore idrico in Italia, particolarmente attive anche nel facility
management.
Nel corso del 2012, EdF ha rilevato la quota di A2A in Edison, assumendone il controllo e divenendo il terzo operatore elettrico in
Italia.
Nel trasporto ferroviario SNCF è attiva con la propria filiale commerciale Geodis e indirettamente attraverso la propria partecipazione
di minoranza in Italo, mentre nel trasporto pubblico locale, il principale operatore è RATP, già presente nelle reti di trasporto locale in
Toscana e nella città di Modena, nel corso del 2012 ha acquisito il 51% di Cilia Italia, società che provvede alla gestione dei servizi
urbani, scolari e turistici nel Lazio.
FRANCIA
31
INVESTIMENTI CON L'ITALIA - FLUSSI
FRANCIA
32
Settore (mln. €)
2012
Prodotti delle miniere e delle cave
2013 2014
2015
120
Manufatturiero
-1.453
Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
538
Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
Costruzioni
10
26
Servizi
-332
Servizi di informazione e comunicazione
-89
Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)
Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento
35
-13
Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli
-454
Trasporto e magazzinaggio
-200
Servizi di alloggio e ristorazione
158
Attività finanziarie e assicurative
145
Attività professionali, scientifiche e tecniche
-84
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati Eurostat e EIU.
OSSERVAZIONI
Investimenti italiani in Francia. Nel 2014, secondo dati dell’Agenzia francese per gli investimenti internazionali, l’Italia si posiziona
come quarto Paese investitore (dopo Stati Uniti, Germania e Regno Unito), con 89 progetti di investimento (66 a perimetro aziendale
costante, contro i 64 del 2013), 1.680 posti di lavoro addizionali, ed un focus sulle attività di produzione e progettazione (a cui è
ascrivibile il 60% dei nuovi investimenti).
La performance degli investimenti italiani in Francia è buona anche in una prospettiva di medio termine: nel periodo 2008-2014,
nonostante la crisi economica, sono stati avviati 427 progetti di investimento, per oltre 16.600 posti di lavoro creati, con una media di
45-60 nuovi progetti l’anno (un record storico, secondo l’AFII). Nel 2014, sono stati avviati 89 progetti di investimento, che hanno
creato 1680 nuovi posti di lavoro.
Da un punto di vista settoriale, nel 2014 gli investimenti hanno privilegiato il settore tessile (15%), automobilistico (14%), e chimicoplastico (13%), mentre in termini di stock l’80% degli investimenti è ascrivibile al settore dei servizi (di cui il 34% nell’immobiliare e il
18% nei servizi finanziari e assicurativi), ed il 16% all’industria manifatturiera. La maggior parte dei posti di lavoro generati da
imprese italiane sono espressione degli investimenti realizzati da grandi aziende, quali Fiat Chrysler Automobiles (7.000), Generali
(6.000 dipendenti), Autogrill (5.000), Italcementi (4.000), SAIPEM (3.000), Barilla (1.600), Mondadori (1.300), Ferrero (1.200),
SOGEFI (900).
In termini di localizzazione geografica, gli investimenti italiani sono destinati per il 22% all'Ile-de-France, la regione di Parigi, per il
15% nella Regione limitrofa dela Provenza-Alpi-Costa Azzurra e per il 12% nel Midi-Pirenei, per quanto la distribuzione sul territorio
nazionale sia abbastanza capillare.
FRANCIA
33
FLUSSI TURISTICI
Mercato Francese
La Francia è fondamentalmente un Paese di incoming turistico con 83,8 milioni di turisti (2014) e continua a posizionarsi
quale prima destinazione mondiale per numero di arrivi di turisti dall’estero, seguita da Stati Uniti (74,8 milioni), Spagna (65 milioni)
e Cina (55,6 milioni). Il turismo francese, nonostante sia prevalentemente domestico (quasi il 75% dei turisti francesi viaggia
annualmente in Francia), ha comunque mantenuto negli ultimi anni un costante interesse anche per i viaggi verso l’estero.
L’opportunità di viaggiare in Europa, è diventata per i Francesi sempre più facile, grazie ai numerosi collegamenti con i vari Paesi
dell’Unione, anche attraverso le linee low cost; fattori questi ultimi che stanno di fatto, modificando il profilo comportamentale dei
turisti francesi, soprattutto per quanto riguarda le destinazioni prossime come l’Italia. Secondo gli ultimi dati 2014 forniti dal
Ministero dell’Economia francese, i turisti francesi verso l’estero sono stati 24,2 milioni, di cui 18,8 milioni verso l’Europa.
Per quanto riguarda il flusso turistico verso l’Italia, negli ultimi anni si è registrato un trend in costante aumento: secondo i più
aggiornati dati ISTAT relativi agli arrivi negli esercizi ricettivi nel 2014, il numero di francesi che hanno visitato il nostro Paese è
stato di 3.902.742 milioni, con 11.883.632 milioni di presenze. Il 2014 si è concluso con un aumento degli arrivi di oltre il 0,61%
rispetto al 2013.
Per quanto riguarda i principali mercati di provenienza, secondo i dati Istat 2014, la Francia si colloca in terza posizione dopo
la Germania e gli Stati Uniti.
Relativamente alla spesa turistica, secondo i dati della Banca di Italia, nel 2015 (Fonte: Banca d’Italia-2015 fine novembre) la spesa
totale dei francesi che hanno scelto come meta l´Italia è stata di 3.378 milioni di euro, superiore alla spesa di 3.217 milioni di
euro del corrispondente periodo del 2014. Il trend è in crescita anche relativamente alle spese, come attestato dai recenti dati della
Banca d’Italia per il 2015 (+5% rispetto al 2014). Il turista francese appartiene a un segmento economico medio-alto, con potere
d’acquisto elevato e con una spesa media per un viaggio a forfait di circa 980 euro. Nell’ambito della spesa dei viaggiatori stranieri in
Italia, quella dei Francesi è la terza dopo quella dei Tedeschi e Statunitensi.
Secondo l’ultimo studio del SETO (Syndicat des Entreprises du Tour Operating, associazione dei tour operator francesi) per il
periodo novembre 2014/ottobre 2015, le destinazioni outgoing più penalizzate sono state quelle del Medio Oriente -35,2% (di clienti
in meno) e l’Africa del Nord -39,4% seguita da quelle dell’Europa dell’Est con -0,3%. I Francesi, oltre ad accentuare la loro
propensione al turismo domestico, hanno sentito il bisogno di ricercare mete sicure per le loro vacanze, con conseguente preferenza
verso le destinazioni dell’Europa del Sud e del Nord con entrambi + 12,3% e + 5,6%. Si evidenzia che i dati forniti dalle vendite dei
tour operator sono meri indicatori e non affatto rappresentativi del complessivo outgoing francese che, come già rilevato, si
organizza individualmente, soprattutto verso le mete limitrofe alla Francia. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Economia
francese, l’Italia detiene sul mercato francese la seconda posizione, dopo la Spagna e prima del Regno Unito e il Belgio.
MERCATO INCOMING / Italiani in Francia
Per quanto concerne l’incoming turistico in Francia, l’Italia si posiziona al quarto posto con 7.504 milioni di turisti dopo la
Germania, il Belgio e la Spagna. Riguardo alle spese, come attestato dai recenti dati del DGCIS ( Direzione Generale della
Competitività dell’Industria e dei Servizi del Ministero del Commercio e del Turismo), la spesa totale degli Italiani che hanno scelto
come meta la Francia è stata di 3.473 milioni di euro nel 2014, posizionandosi al secondo posto dopo la Spagna.
Fonti: ISTAT- BANCA D ITALIA - DGCIS-DGE- SETO
Ultimo aggiornamento: 25/02/2016
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FRANCIA
34