Fondi Caritas spariti, vescovi in Procura

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IL SECOLO XIX
17
SABATO 27 FEBBRAIO 2016
SAVONA
Febbraio nevoso, estate gioiosa
Alcuni proverbi: “Chi vuol un bel pagliaio lo pianti di
febbraio”. “Febbraio corto, peggio d’un turco”. “Febbraio è il mese in cui le donne parlano poco”. “Febbraio nevoso, estate gioiosa”. “In febbraio la terra è
in calore”. “Neve di febbraio, mezzo letamaio”.
Il proverbio
STORICO FACCIA A FACCIA TRA IL PM VENTURI E I DUE ALTI PRELATI CHE REGGONO LA DIOCESI DI ALBENGA-IMPERIA
Fondi Caritas spariti, vescovi in Procura
Oliveri sentito per due ore: «I conti li gestiva don Suetta». Borghetti: «Ho preso un caffè»
GIOVANNI CIOLINA
SAVONA. Due vescovi della
diocesi di Albenga e Imperia
convocati in procura in veste
di persone informate sui fatti,
a poche ore di distanza un o
dall’altro: non era mai accaduto.
“Colpa” dello scandalo
scoppiato nei mesi scorsi sul
caso adozioni a distanza ed i
presunti ammanchi dai conti
Caritas che hanno trascinato
nei guai don Carmelo Licciardello, don Renato Rosso e la
presidente del centro d’ascolto diocesano, Antonella Bellissimo. Tutti e tre indagati
per appropriazione indebita.
Per Mario Oliveri si è trattato oltretutto della prima volta
in assoluto nella sua carriera
porporata a varcare la soglia
del tribunale. Una carriera che
sembra essere arrivata comunque al capolinea. Da fonti
romane, infatti, sembra che i
vertici vaticani avrebbero deciso di porre fine alla carriera
del vescovo ordinario di Albengachegiàdaunannoèstato affiancato dall’ausiliario,
ma con pieni poteri, Guglielmo Borghetti.
«Sono in visita di cortesia» si
è limitato a commentare
monsignor Oliveri prima di
entrare nella stanza del sostituto procuratore Chiara Venturi. E con un sorriso ha anche
scherzato con il cronista travestito da diavolo «con quattro corna».
Il porporato è arrivato poco
primadelleundiciapalazzodi
giustizia accompagnato dal
capitano della guardia di finanza Cristiano Cocola per lasciare Savona attorno alle 13.
Quasi due ore di colloquio durante le quali gli inquirenti
hanno chiesto spiegazioni sui
due filoni dell’inchiesta condotta dal pm savonese, ma
senza trovare particolare col-
laborazione. Mario Oliveri
avrebbe ribadito di non aver
seguito personalmente i conti
della diocesi durante il suo
mandato e di aver affidato il
compito all’economo di allora
(Antonio Suetta, il loanese di
54 anni, diventato in seguito
vescovo di Ventimiglia e Sanremo) e quindi di essere all’oscuro di ogni vicenda legata
alle adozioni a distanza.
«Guardavo i rendiconti ed andavano bene» si sarebbe limitato a sottolineare il vescovo
ordinario che proprio qualche
mese fa ha festeggiato i venticinque anni di apostolato.
«Ho preso un caffè» è il commento scherzoso di Guglielmo Borghetti, quando alle
quattro meno dieci del pomeriggio se ne va dal tribunale.
Sorriso stiracchiato sul volto il
vescovo ausiliario si limita ad
augurare «buon lavoro» a
commento de lungo ed intenso faccia a faccia con il magistrato e le forze dell’ordine
che coordinano l’inchiesta ingauna. E come con il predecessore, anche a Borghetti sono stati chiesti lumi sulle adozioni a distanza e sui denari
inviati via bonifico alla Rishilpi di Pinerolo e soprattutto sui
rapporti tra la diocesi di Albenga-Imperia e la cooperativa Jobel che gestisce la casa di
accoglienza madre Ada e il
dormitorio di Albenga.
Una convenzione che monsignor Borghetti ha rinnovato
dal primo gennaio dopo che
l’aveva sospesa.
E se la diocesi non versava
nulla alla Jobel, qualche regalia sarebbe passata dai conti
diocesani a quelli della cooperativa sociale.
Monsignor Mario Oliveri entra in tribunale
TESTA
Il vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti
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I PRETI NELLA BUFERA: IL LOANESE DON ROSSO E DON LICCIARDELLO, EX VICEPARROCO DI CERIALE ORA A DOLCEDO
Quei pizzini e gli strani bonifici ai conti privati
L’inchiesta della Finanza vede indagati i due religiosi e la presidente del Centro di ascolto
IL RETROSCENA
SAVONA. Pizzini, bonifici,
assegni intestati a se stessi,
soldi raccolti per le adozioni a distanza e poi finiti
chissà dove. Ce n’è per tutti
i gusti nell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza di Albenga, guidata dal
capitano Cristiano Cocola, e
coordinata dal pm Venturi.
Una vicenda che ha portato
a sequestri e perquisizioni
in Caritas, nata dalla scoperta di alcuni “pizzini” in
casa di don Carmelo Lic-
ciardello, ex vice parroco di
Ceriale ed ora a Dolcedo, già
indagato per circonvenzione di un’ottantenne, sui
quali si faceva riferimento a
denari mandati ad una
onlus di Pinerolo (la Rishilpi), ma anche presi a prestito dai conti della Caritas.
Da quel momento è stata
una vero e propria escalation di sorprese che ha travolto nel fango anche don
Renato Rosso,noto prete loanese, ed Antonella Bellissimo, persona di fiducia all’interno della Caritas e di
recente nominata presidente del Centro d’Ascolto.
Per tutti e tre è scattata
l’accusa, tutta da verificare
ancora, di appropriazione
indebita. Il buco sarebbe
pesante. Dai riscontri incrociati effettuati dalle
fiamme gialle sarebbero oltre il milione e duecento
mila gli euro spariti dalle
casse della caritas e secondo le accuse della procura
finiti sui conti privati dei tre
personaggi coinvolti. Don
Renato Rosso, possessore
di circa 15 conti correnti, è
già stato interrogato in procura
Don Carmelo Licciardello
Don Renato Rosso
G. CIO.
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