progetto educativo - Comune di Trieste

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NIDO COMUNALE “VERDENIDO”
Anno educativo 2015-2016
Il nido comunale “Verdenido” è attivo da dodici anni in una sede progettata e
realizzata al fine di ospitare un servizio per la prima infanzia ed è situato all'interno
del parco di via Commerciale a Trieste (Cologna - III Circoscrizione cittadina) che
ospita la scuola dell'infanzia “Tomizza” e la scuola primaria “Longo”, entrambe scuole
statali afferenti all'Istituto Comprensivo di via Commerciale.
Il parco, da cui si gode una splendida vista mare e sulla città di Trieste, è facilmente raggiungibile dal centro città con mezzi di trasporto pubblici (autobus n. 28 e
tram di Opicina) e, per la presenza di una varietà di piante e alberi secolari che lo caratterizzano, rappresenta per i fortunati bambini fruitori un'opportunità di vivere
quotidianamente fondamentali esperienze in ambito naturalistico.
Da anni è attivo presso il parco un comitato di genitori che supporta e integra le proposte educative delle scuole e del nido.
Il “Verdenido” accoglie 44 bambini di età compresa fra i 3 ed i 36
mesi:
16 piccoli (3-36 mesi)
17 medi (13-23 mesi)
11 grandi (24-36)
Il servizio è organizzato in due sezioni:
la sezione dei piccoli che è denominata “bruchi”,
la sezione dei medi e dei grandi che è denominata “farfalle”.
La sezione delle “farfalle” alterna proposte ludiche che prevedono l’aggregazione dei bambini per età omogenea a proposte rivolte a gruppi di bambini di età ed abilità diverse.
E' assegnato al servizio uno staff educativo di 10 persone di cui 7 a tempo pieno
e 3 a part time, e uno staff ausiliario di 3 persone a tempo pieno che svolge compiti di
pulizia, riordino degli ambienti e supporta il personale educativo specie nei momenti
abituali di cura dei bambini.
L’équipe è gestita da una coordinatrice pedagogica a cui è assegnata anche la
Scuola dell’infanzia comunale “L’isola dei tesori” di Vicolo delle Rose nel limitrofo rione
di Roiano.
Al nido sono inoltre assegnati 2 addetti alla ristorazione, dipendenti della cooperativa di ristorazione a cui il Comune di Trieste affida l’appalto per la gestione del
servizio mensa.
Il personale del nido opera in rete con il Distretto sanitario territorialmente
competente, Distretto 1 di via Stock n.2 (Roiano), e con l’Unità operativa territoriale
del Servizio sociale comunale, U.O.T. 1 di via Moreri n.5/b (Roiano), nonché con gli al-
tri Distretti e U.O.T. presenti in città qualora abbiano effettuato una presa in carico
di bambini frequentanti.
Attualmente il “Verdenido” è interessato anche ad un percorso di integrazione
con i servizi educativi del Comune di Trieste presenti sul medesimo
territorio e limitrofi, quali la Scuola dell’infanzia “L’Isola dei Tesori” (Roiano), il Ricreatorio “Brunner” (Roiano), il Ricreatorio “Stuparich” (Barcola) ed i servizi presenti
nel Rione di Gretta, a Prosecco e Opicina.
La sede del nido che nella sua stessa denominazione, “Verdenido”, richiama la
privilegiata immersione nel verde, si sviluppa su un unico piano e si articola in ampi e
luminosi spazi:
- il salone doppio destinato al gioco e al pranzo dei medio-grandi,
- due stanze stanze per il riposo,
- un’ampia stanza per i piccoli,
- i servizi igienici per piccoli e medio-grandi,
- locali di servizio (ufficio, cucina, magazzini, lavanderia, servizi igienici per il personale).
Nell’atrio dell’ingresso principale alla struttura spicca il logo scelto per rappresentare il nido, riprodotto ad acrilico su un pannello.
Nell’atrio si trova l’albo istituzionale che contiene le seguenti informazioni:
•
logo del nido
•
denominazione
•
indirizzo
•
recapito
•
e.mail
•
area e servizio comunali a cui afferisce
inoltre
•
segnalazione certificata di inizio attività
•
nominativi e foto del personale operante
•
calendario dell'anno educativo in corso (evidenza della giornate di chiusura)
•
regolamento dei nidi comunali di Trieste
•
carta dei servizi
•
linee d'indirizzo per l’alimentazione nei nidi d'infanzia 3 mesi-3 anni
•
menù stagionale
•
date programmate per le prove di evacuazione
•
figure dell'emergenza
Lo spazio è arredato per consentire un momento di relax ai genitori e familiari
in caso di attesa prima del ricongiungimento con il bambino.
In questo spazio sono state collocate, ordinandole per annualità in appositi
scaffali, le riviste a cui il nido è abbonato con l'intento di condividere con i genitori alcune letture di settore.
E’ inoltre allestito un angolo-lettura reso visibile da un ulteriore pannello realizzato ad acrilico che rappresenta un gruppo di bambini immersi nella lettura di un gran-
de libro dalla copertina verde; l'angolo è pensato anche per l’attesa da parte di fratelli e le sorelle più grandi che qui possono trovare una selezione di libri adatti alla loro
età.
Sia l’angolo lettura, sia lo spazio dell’atrio sono occasionalmente utilizzati per
attività ludiche libere o organizzate proposte ad un piccolo gruppo nel corso della
mattinata e per le attività previste dal Progetto “Verdelibro”.
Il progetto in linea con i contenuti e gli obiettivi del progetto nazionale “Nati
per leggere” promosso dall'Associazione italiana biblioteche, l'Associazione culturale
pediatri e dal Centro per la salute del bambino con l'obiettivo di offrire a tutti i bambini l'opportunità di crescere in ambienti ricchi e stimolanti dal punto di vista cognitivo e relazionale attraverso l'esperienza della lettura.
Al “Verdenido” la lettura ad alta voce è da anni una pratica condivisa e quotidiana dedicata più frequentemente al gruppo dei bambini medi e grandi in uno spazio del
salone arredato con divanetti, poltroncine e morbidi cuscini; solitamente nel periodo
di tempo che trascorre tra le routine del mattino (accoglienza e cura del corpo) e il
momento dedicato alle proposte ludiche, le educatrici leggono ai bambini brevi storie a
piccoli gruppi di bambini rivolti verso le pagine del libro creando in una dimensione di
intimità che consente si a chi legge sia a chi ascolta di condividere momenti intensi,
emozionanti e divertenti.
Il progetto mira a estendere questa pratica anche all'ambito familiare offrendo ai bambini un libro da portare a casa per poterlo leggere assieme ai propri genitori.
A partire dal mese di gennaio nel corso della mattinata del giovedì i bambini, divisi in piccoli gruppi e accompagnati dalle educatrici, possono scegliere liberamente un
libro tra quelli in dotazione.
Per ogni bambino viene compilata una scheda con l'indicazione del libro scelto e
con la data del relativo prestito.
Il libro che viaggia nella “Verdeborsa”, un sacchetto in stoffa decorato dai
bambini con la tecnica dello stencil, viene riportato al nido entra la settimana successiva.
Nel corso della riunione autunnale che educatrici illustrano il progetto e condividono i con genitori indicazioni utili per l'acquisto e la lettura. L'attenzione a non trascurare nei progetti educativi le proposte di lettura hanno consentito alle educatrici
di riscontrare i traguardi di sviluppo raggiunti dai bambini grazie agli stimoli di queste
pratiche che migliorano lo sviluppo cognitivo, la memoria, la creatività, la comprensione e favoriscono lo sviluppo linguistico.
La quasi totalità del tempo che i bambini trascorrono al nido è scandito da
azioni che si ripetono quotidianamente in determinati momenti della giornata:
⁃
⁃
⁃
⁃
⁃
l’accoglienza,
la cura del corpo,
i pasti,
il riposo,
il congedo.
Tali azioni che sono caratterizzate da gesti di cura propri delle educatrici rischiano, per la loro ripetitività, di essere considerate dagli adulti mere azioni di
soddisfacimento di bisogni fisiologici.
La ripetitività è invece necessaria al bambino perché una volta sperimentata e
interiorizzata, gli consente di prevedere ciò che sta accadendo.
La prevedibilità degli eventi dà sicurezza al bambino e lo predispone a cogliere
le numerose opportunità di crescita che il nido gli offre.
A beneficiare di questi momenti è anche l’educatrice che svolgendo queste azioni con attenzione al singolo bambino e non al singolo compito riesce a coglierne la valenza educativa.
Le routine sono infatti occasioni per un rapporto individualizzato che è la
situazione necessaria:
•
per costruire la relazione individuale con ciascun bambino
•
per il raggiungimento di un legame di attaccamento sicuro che è l’obiettivo fondamentale da raggiungere per una permanenza serena e proficua al nido.
L’individualizzazione dei momenti di cura è una criticità alla quale quotidianamente le educatrici fanno fronte perché necessita in primis del rispetto dei tempi individuali, difficilmente conciliabile in un contesto di vita di comunità.
E’ consuetudine che il genitore al momento del congedo chieda all’educatrice
come il bambino ha affrontato durante la giornata le varie routine.
Per evitare il rischio di sottrarre tempo al momento del ricongiungimento con il
genitore e del congedo dall’educatrice, le informazioni possono essere fornite anche
in forma scritta schematica su modulistica predisposta ad hoc per consentire una rapida lettura.
Le routine sono oggetto di documentazione educativa per lo più cartacea
affissa alle pareti dei corridoi o nell’atrio.
Infine le routine sono contesti privilegiati per le osservazioni dei bambini al
fine di coglierne i progressi nel campo delle autonomie via via raggiunte nei diversi ambiti di sviluppo che diventano oggetto di condivisione con i genitori nella comunica-
zione quotidiana con le famiglie e nell’ambito degli incontri dedicata a ognuna.
Una particolare attenzione viene rivolta dalle educatrici nella gestione del momento dell’accoglienza in quanto determina l’andamento dell’interna giornata.
Osservano le reazioni dei bambini e intervengono diversificando le azioni in
base all’età dei bambini tenendo presente:
- che durante i primi mesi di vita i bambini non sono ancora in grado di rappresentarsi
o aver ricordo dei genitori in loro assenza. Il disagio che eventualmente manifestano è
legato al cambiamento qualitativo nelle cure primarie che l’assenza può comportare;
- che verso gli 8-9 mesi circa i bambini iniziano a distinguere le diverse figure familiari da quelle estranee e in caso di separazione dai genitori possono manifestare segni
di disagio a volte di difficile gestione;
che all’età di 12-15 mesi i bambini percepiscono i genitori come una base sicura
a cui non desiderano staccarsi tuttavia sono desiderosi di autonomia. L’ambivalenza di
questa fase è quasi sempre osservabile al momento del congedo dal genitore al mattino;
che dai 18 ai 24 mesi i bambini sono in grado di rappresentarsi la separazione
sia pure transitoria e momentanea dei genitori sentendo disagio per la mancanza.
Per molti il distacco può essere vissuto come una reale perdita.
L’accoglienza di tutti i bambini (intersezione) avviene nel corso della prima ora
di apertura del nido nella sala dei medi e grandi in cui viene individuata una zona destinata ai più piccoli; quando il gruppo di questi ultimi comincia a farsi numeroso viene
trasferito nella sala dedicata.
L’accoglienza è prevista nella sala che prevede uno spazio più ampio per muoversi e scegliere liberamente l’attività da svolgere negli angoli strutturati ad hoc (lettura, motoria, costruzioni).
Ogni bambino e ogni genitore è supportato nello sviluppare il necessario rituale
di separazione che può prevedere ma non necessariamente la presenza di un oggetto
transizionale portato da casa per aiutare i bambini.
Il momento dell’accoglienza è anche l’occasione di scambio quotidiano d’informazioni relative a quanto è successo ai bambini nel corso della notte e al risveglio.
Il rituale di separazione è fondamentale per il passaggio dei bambini dall’ambiente familiare al nido.
Il tempo ottimale è quello che consente a genitori e bambini di salutarsi in modo
tranquillo e sereno, deve inoltre essere tale da consentire alle educatrici di mediare
tale processo di separazione e di salutare e parlare con i genitori.
L'adattamento del bambino al nuovo ambiente è pensato e programmato; esso
avviene in maniera graduale per permettere al bambino di conoscere l'ambiente, le
educatrici alle quali sarà affidato, i coetanei e di prepararsi al distacco dai genitori
nel modo più sereno possibile.
Il periodo dell'inserimento è indispensabile alle educatrici per la conoscenza
del nuovo bambino e delle sue abitudini. Ogni anno al “Verdenido” vengono accolti 16
lattanti. Quest'anno l'inserimento prevede la suddivisione del gruppo dei bambini in
due sottogruppi formati tenendo in considerazione l'età dei bimbi: il primo gruppo inizia il primo settembre ed è composto da 6 bambini di eta' compresa tra i 9 e i 12
mesi, il secondo gruppo viene inserito tre settimane dopo (il 21 settembre) ed è composto da bambini di età compresa tra i 4 e i 9 mesi.
Prima di accogliere il secon-
do gruppo di bambini una settimana è stata dedicata a consolidare l'inserimento del
primo gruppo di bambini.
Il gruppo di educatrici, condividendo la scelta con i genitori, si è proposto di
abituare i bambini fin dall'inizio a tutte le figure della sezione sia nei momenti di gioco
che durante le routines, fermo restando che dove ve ne fosse stato bisogno, si sarebbe comunque provveduto a fornire al bambino la figura di riferimento.
Per entrambi i gruppi di bambini quest'anno è stata sperimentata una modalità
di distacco dal genitore un po' diversa rispetto agli anni scorsi: mentre prima si provavano i primi distacchi per un tempo piuttosto limitato, circa 20 minuti, ora il primo distacco è durato da subito un'ora, evitando continue entrate e uscite dei genitori dalla
sezione.
L'inserimento dura solitamente due settimane e si svolge nel seguente
modo: il primo gruppo di bambini che inizia il primo settembre viene suddiviso in due
gruppetti i quali si fermano al nido un'ora ciascuno, uno dalle 9 alle 10 e l'altro dalle
10.15 alle 11.15, rimanendo in sezione insieme alle educatrici e alla figura familiare.
Il terzo giorno i due gruppetti vengono riuniti e iniziano tutti insieme alle 10, rimangono un po' con la figura familiare e quando sono tranquilli e stanno giocando queste ultime vengono invitate a uscire e attendere nell’atrio tutte insieme; per favorire
la socializzazione tra i genitori e rendere più gradevole l'attesa del ricongiungimento
ai genitori viene offerto un assaggio della tisana che i bambini bevono al mattino accompagnata dai biscotti.
Anche il quarto e quinto giorno, dopo una brave permanenza assieme al genitore,
il bambino rimane solo con le educatrici. La seconda settimana di inserimento, a partire da martedì, si inizia a prolungare il tempo di permanenza al nido somministrando il
pranzo.
I genitori rimangono fuori in attesa mentre le educatrici, aiutate dal personale
ausiliario, provano per la prima volta a dare da mangiare ai bambini.
Nei restanti tre giorni successivi si allungano ancora i tempi di permanenza accogliendo il bambino alle nove e inserendo la merenda.
In questi giorni non è più richiesto ai genitori di rimanere al nido in attesa, ma
possono andare via e tornare a riprendere il bambino all'ora concordata.
Il lunedì della terza settimana si considera concluso l'inserimento e il bambino
inizia a frequentare il nido seguendo l'orario di entrata normale (dalle 7 e 30 alle 9) e
l'orario di uscita entro le ore 13.
Per chi invece avesse scelto la fascia delle 16, viene consigliato di lasciar passare almeno una settimana di consolidamento dell'inserimento prima di introdurre il sonno: anche quest'ultimo avviene in modo graduale chiedendo al genitore di essere presente al nido alle ore 13 e di aspettare nell’atrio che il bambino si svegli.
I primi due giorni il bambino esce alle ore 14 e 30 senza somministrazione della
merenda, il terzo giorno si ferma fino alle 15 con la merenda e nel giro di pochi giorni,
gradualmente, si arriverà fino alle 16.
L’organizzazione dell’inserimento dei medi e dei grandi è di seguito sintetizzata:
PRIMA SETTIMANA DI SETTEMBRE
ORARIO RIDOTTO : 07.30 – 14.00
Consente un rientro “morbido” e soprattutto permette la compresenza di tutte
le educatrici, in particolare dei due part time pomeridiani.
I° giornata: accoglienza dei bambini che rientrano al nido dopo la pausa estiva
(GRANDI)
II° giornata: accoglienza dei bambini trasferiti da altre strutture (già frequentanti, quindi con routine apprese e consolidate).
SECONDA SETTIMANA DI SETTEMBRE
ORARIO NORMALE: 07.30 – 16.00 o 07.30 – 17.30 in relazione alla frequenza
richiesta.
I° giornata e successive: accoglienza dei bambini nuovi con la presenza dei genitori.
⁃
⁃
SPECIFICITA’:
- Frequenza limitata a giorni, ora e comunque solo al mattino.
Graduale passaggio ad una frequenza più ampia, con l’introduzione della routine
del pasto e del cambio.
Graduale “allontanamento” dai genitori.
TERZA SETTIMANA DI SETTEMBRE
⁃
Consolidamento
QUARTA SETTIMANA DI SETTEMBRE
⁃
Graduale introduzione del sonnellino pomeridiano e completamento della frequenza oraria prolungata fino alle 16.00 o alle 17.30
Le attività ludiche strutturate sono proposte con un criterio di qualità e
non quantità; sono inserite fra un momento e l’altro di routine importanti come il pasto
e il cambio specie nell’arco della mattinata. Il momento preceduto infatti da attività in
cui i bambini sono stati nutriti, cambiati e in cui non sono stanchi, è quello più propizio
per evitare loro difficoltà a concentrarsi e beneficiare a pieno delle proposte.
Il gioco euristico* che rappresenta un classico del nido non può mancare.
* Caratteristica della fase di sviluppo del bambino nella fascia d’età 12-24 mesi è l’acquisizione di competenze manuali che gli consentono il gioco euristico, così denominato
da Elinor Goldschmied; la parola “Euristico” deriva dal greco “heurisko”, che significa
“serve a scoprire o a raggiungere la comprensione di”.
Affermava la Goldschmied:
“I bebè raggiungono la capacità di spostarsi autonomamente nello spazio in tempi molto diversi l’uno dall’altro: alcuni fanno i primi tentativi di andare carponi e di strisciare
da soli a otto o nove mesi, mentre altri a quell’età stanno ancora imparando a rotolare
su se stessi e a girarsi di lato. La mobilità apre la strada a molti tipi di esplorazione ed
è in questa fase che mettere e togliere gli oggetti dentro e fuori da un contenitore
diventa una delle attività che li occupa di più. Questo interesse appare presto in alcuni
bebè, e un barattolo di medie dimensioni, posato accanto ad una bambina seduta vicino
al Cestino dei Tesori, offrirà l’opportunità di iniziare questo tipo di gioco, spostando
gli oggetti dal Cestino al barattolo e vuotandoli di nuovo.”
Nel gioco euristico i bambini al nido giocano dunque con cose della vita reale,
“adulta”, che le educatrici propongono intenzionalmente in modo sicuro e controllato.
Le educatrici, si adoperano per affinare tali competenze dei bambini, predisponendo al nido adeguati contesti che facilitino il gioco euristico.
Dove i bambini possono esplorare le proprietà di oggetti quotidiani o naturali in
maniera libera e autonoma, in un ambiente sicuro.
Azioni manuali caratteristiche del gioco euristico che i bambini compiono con gli
oggetti sono:
▪
Spostare oggetti nello spazio
▪
Riempire e svuotare i contenitori
▪
Fare pile e sovrapporre oggetti
▪
Infilare
▪
Far rotolare
▪
Mettere in equilibrio
▪
Selezionare e categorizzare
▪
Discriminare e scegliere
▪
Paragonare
▪
Mettere in serie
I bambini, con la conquista dell’autonomia motoria, tendono a passare da una
cosa all’altra senza soffermarsi.
Adeguati contesti che permettano di esercitare le capacità di gioco euristico
permettono loro altresì di “fermarsi” e concentrarsi su qualcosa, lasciandoli poi liberi
di usare lo spostamento per continuare l’esplorazione.
In sintesi i laboratori più frequentemente proposti al nido:
Le mani in pasta
La pasta di sale (acqua, sale, farina bianca) rappresenta uno dei materiali più
adatti alla manipolazione della prima infanzia; tenera, plasmabile può essere preparata
facilmente assieme ai bambini colorata e perfino assaggiata.
Scopo dell’attività è quello di far superare la paura di sporcarsi, di sollecitare lo
sviluppo dei movimenti globali della mano, l’acquisizione di una maggior coordinazione e
sensibilità delle dita (motricità fine), di manipolare i materiali creando, distruggendo
rifacendo quante volte si vuole.
La magia dell’acqua
Nel bagno dei bambini si usano i lavandini riempiti d’acqua e diversi materiali
quali contenitori di vario genere e grandezza imbuti, bottiglie e bicchieri di plastica
trasparenti per sperimentare il gioco dei travasi;
bambole, sapone liquido oppure stoviglie, piatti e pentoline della cucina assieme a spugnette e asciugamani permettono invece ai bambini di utilizzare l’acqua per imitare
comportamenti famigliari.
Nella bella stagione questi giochi vengono proposti anche in giardino utilizzando
piccole piscine.
Il gioco dei travasi
Giocando a travasare i bambini allenano la motricità fine relativa ai movimenti
della mano e del polso che seguono lo sviluppo graduale durante i primi anni di vita.
Proprio per favorire questa gradualità vengono proposti ai bambini strumenti e oggetti
per travasare la farina e l’acqua.
Questi giochi favoriscono il contenimento fisico - emotivo, l’attenzione, imparare a soffermarsi su un’attività e l’osservazione, capire come si comportano gli elementi; inoltre queste attività consentono ai più piccoli di prepararsi spontaneamente a situazioni della vita pratica come mangiare e versarsi da bere perfezionando il controllo
del movimento attraverso la sua ripetizione.
Le prime tracce
Il disegno e la pittura sono un linguaggio non verbale che permette al bambino
di esprimersi in maniera alternativa alla parola, man mano che cresce i segni grafici si
evolvono compaiono le prime linee verticali, orizzontali e circolari: gli scarabocchi.
Sono una forma di gioco, un piacere puro che deve essere stimolato incoraggiato gratificato.
Tra i due e i tre anni cominciano a ripetere intenzionalmente dei segni ad attribuire loro significati legandoli al mondo circostante
è dunque importante offrire loro opportunità di scoprire conoscere e sperimentare diversi materiali e situazioni che hanno come denominatore la capacità di produrre segni
e lasciare tracce delle proprie azioni
Gioco simbolico
Compare attorno ai 12 mesi e si sviluppa nell’arco di tutta la prima infanzia fino
ai sei anni.
Il bambino riproduce delle azioni abituali fuori dal contesto reale,
fa finta di bere da una tazza vuota, fa finta di cavalcare correndo con un manico di
scopa, prepara la cena con una pentolina, si traveste.
La capacità di gioco simbolico è strettamente legata allo sviluppo intellettivo e
cognitivo diviene capace di rappresentarsi la realtà dopo averla assimilata. Facendo
finta i bambini si avvicinano al mondo degli adulti provano a capire i rapporti che ne regionali il funzionamento.
Passeggiate nel parco e fruizione delle aree gioco esterne.
Quasi ogni giorno se il tempo lo consente i bambini escono a giocare liberamente
nelle aree gioco attrezzate facilmente raggiungibili a piedi anche dai più piccoli.
I bambini possono sperimentare laboratori di coltivazione orticola in vaso integrando l’attività, che svolgono piacere con i loro genitori nell’orto che è stato realizzato nel parco; inoltre le educatrici organizzano piccoli gruppi alla volta per far sperimentare l’esperienza di passeggiare lungo i sentieri del parco stimolando l’osservazione dei bambini e più in generale l'interesse naturalistico e l’apprendimento
del rispetto per la natura.
NIDO COMUNALE “VERDENIDO”
Anno educativo 2015-2016