Presentazione mostra_Guido Chelazzi

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Il corno violato. Il rinoceronte tra estinzione e superstizione – Guido Chelazzi
La mostra pone all’attenzione del pubblico la drammatica situazione che coinvolge
uno degli animali che popolano da sempre l’immaginario umano: il rinoceronte.
Questo gigante, oggetto di rappresentazioni figurative fin dalla remota preistoria e
di celebri descrizioni letterarie, è anche vittima della superstizione e
dell’irresponsabile concupiscenza umana. Il suo corno infatti, ritenuto sorgente di
potenza sessuale e non solo, è oggetto di un traffico mondiale che motiva ancora
oggi la caccia degli esemplari viventi e il furto di quelli conservati nei musei. Il
rinoceronte non è un caso isolato. Per ragioni diverse e con modalità differenti,
l’azione ecocida dell’uomo coinvolge molte altre specie viventi in quella che gli
scienziati riconoscono essere una grande “estinzione di massa”, analoga ma più
rapida e profonda delle grandi estinzioni che si sono verificate nella lunghissima
storia della Terra. La mostra coniuga dunque la comunicazione scientifica,
ottenuta attraverso immagini e testi sul bracconaggio e il commercio del corno del
rinoceronte – e quindi sul rischio di estinzione delle cinque specie di rinoceronte
ancora viventi -, con l’elemento emotivo che avvolge la figura del rinoceronte,
riproposto in chiave estetica attraverso le opere di Cristiana Vitartali che declinano
artisticamente nell’attualità il tema del corno.
A questa preziosa collezione si affiancano alcune realizzazioni iperrealiste di
Stefano Bombardieri che propongono raffigurazioni integrali e a grandezza
naturale del rinoceronte. Arte e scienza, dunque, si alleano per iniziativa del
Museo di Storia Naturale di Firenze – e sotto il patrocinio di importanti
organizzazioni internazionali come Save the Rhino, European Association for Zoos
and Aquaria e International Rhino Foundation- per promuovere la consapevolezza
di una terribile emergenza – una delle tante prodotte dall’uomo sulle nature del
pianeta che lo ha generato – e per sensibilizzare l’opinione pubblica verso
l’importanza di un lavoro di tutela e conservazione che non può essere lasciato
esclusivamente al ristretto cerchio degli addetti ai lavori.