Mesotelioma, la paura fa 90

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Latina
Nel capoluogo 17 persone colpite dalla malattia associata all’amianto
Il giornale di
DOMENICA 14 FEBBRAIO 2016
MEDICINA
Mesotelioma, la paura fa 90
La neoplasia è più diffusa nel nord della provincia ma anche sui Lepini
S
ono 90 i casi mesotelioma in provincia di
Latina. Il nostro territorio dunque, non è per nulla
immune dal tumore polmonare legato all’esposizione
all’amianto. La stima arriva
dal rapporto sulle attività
del Cor Lazio inerente i tumori professionali. La ricerca rientra nell’ambito del lavoro di ricerca scientifica del
dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario
Regionale. Dei novanta casi
pontini, 73 riguardano uomini, 17 sono le donne colpite dal tumore. L’incidenza
raggiunge quota 8,7%. Sul
piano numerico è Latina città a far registrare il maggior
numero di neoplasie (17),
ma in rapporto alla popolazione residente preoccupano soprattutto Sezze e Gaeta, che fanno segnare rispettivamente 6 e 9 casi. Elevata
ATTO AZIENDALE
l’incidenza a Pomezia (13
casi), Anzio (8), Aprilia e Ardea (7). Più in generale sono
oltre mille casi di mesotelioma pleurico dal 2001 al 2015,
segnalati nel Lazio. Molti i
Comuni con un’incidenza
della malattia notevolmente superiore alla media e, secondo le stime più recenti,
un milione di tonnellate di
materiale da rimuovere in
siti da bonificare. La Regione Lazio prende atto che la
questione amianto è una
delle priorità del proprio sistema sanitario regionale e
pensa a una nuova legge regionale e a un monitoraggio
aereo con droni per individuare le coperture sulle quali intervenire. È Cristiana Avenali, già dirigente di Legambiente e ora consigliera
regionale Pd, a proporre una
legge che affronti “in maniera concreta e sistemica i pro-
I problemi cardiovascolari sono classificati come prima causa di morte
Patologie al cuore, scattato l’allarme
Le donne (40%) restano più colpite rispetto agli uomini
N
ell’Atto aziendale
c’è un capitolo apposito riguardante
le principali patologie trattate nell’Asl di Latina. Si
tratta di un’analisi dei dati di
mortalità relativi ai residenti della provincia, che mostrano come le patologie di
maggior impatto sanitario,
sociale ed economico siano
quelle sulle quali ormai da
tempo si soffermano tutti i
Piani Sanitari, Regionali e
Nazionali, ovvero le patologie cardiocerebrovascolari e
i tumori. La prima causa di
morte è rappresentata dalle
malattie del sistema cardiocircolatorio, che hanno provocato il 37,13% dei decessi,
specie nelle donne (40,7%).
La seconda causa di morte è
blemi legati all'esposizione
all'amianto” e sopperisca ai
ritardi. Il Registro regionale
dei mesoteliomi maligni del
Lazio del dipartimento di Epidemiologia del Sistema
sanitario regionale ha registrato 1042 casi di mesotelioma maligno, con il 70% di
casi fra gli uomini e il 30% fra
le donne, con una prevalenza della fascia d’età 65/74
anni. Il Centro Regionale amianto ha analizzato il 12%
del territorio fino a oggi e la
stima della presenza complessiva di materiale contenente l’asbesto è quantificata in un milione di tonnellate. Verosimilmente potrebbe trattarsi di una stima per
difetto visto il ritardo dei
monitoraggi. Fra le proposte
di Avenali anche quella di un
nucleo amianto che coordini
le azioni e recuperi le risorse
necessarie per finanziarle.
costituita dai tumori, responsabili del 29,8% dei decessi, specie negli uomini
(33,65%). Seguono in ordine
decrescente le malattie del
sistema respiratorio, responsabili del 6,46% dei decessi, soprattutto negli uomini 7,09%; le morti per
traumatismi e avvelenamenti, responsabili del
4,91% dei decessi, con valore pari al 5,8% negli uomini,
ascrivibili prevalentemente
agli incidenti stradali e alle
cadute accidentali. Le malattie delle ghiandole endocrine, in cui i decessi per diabete contribuiscono per il
93%; le malattie dell’apparato digerente; le malattie
del sistema nervoso, in cui il
70% dei decessi è dovuto al
Morbo di Alzheimer e al
Morbo di Parkinson. Tra le
patologie acute va menzio-
nato il tributo rilevante pagato dalla nostra Asl in termini di mortalità evitabile,
di anni di vita potenziale
persi e di anni di qualità di vita persi a causa degli incidenti stradali a carico soprattutto della fascia di età
14-34 anni. Una sfida che
l’Azienda deve affrontare riguarda la patologia del diabete di tipo 2 in età giovanile
legata ad abitudini alimentari scorrette e mancanza di
esercizio fisico in età infantile ed adolescenziale. Tendenze contrastanti emergono dall’analisi della incidenza dei tumori negli ultimi 10
anni (dati standardizzati per
rimuovere l’effetto dell’invecchiamento della popolazione sopra menzionato)
con decremento del tumore
del polmone nell’uomo a
fronte di un progressivo au-
mento nella donna, con incremento dell’incidenza del
tumore dell’intestino, della
prostata, della tiroide nella
donna e del melanoma in
ambo i sessi e stazionarietà
del cancro della vescica. Se
la spiegazione dell’andamento contrastante del tumore del polmone va letta
alla luce della riduzione e
dell’incremento dell’abitudine al fumo occorsa rispettivamente negli uomini e
nelle donne dagli anni ’70 in
poi, gli andamenti crescenti
del tumore della prostata e
della tiroide vanno letti come effetto in parte almeno di
aumentata pressione diagnostica occorsa negli ultimi dieci anni con evidenziazione di neoplasie che, in assenza di accertamenti strumentali disponibili in questo periodo, sarebbero rimasti non diagnosticati (di piccole dimensioni, non invasivi).