TORINO: Città della Salute, doppioni e sprechi alla base del deficit

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Transcript TORINO: Città della Salute, doppioni e sprechi alla base del deficit

9A
Sanità
ALESSANDRO MONDO
T
rasferimento dell’ospedale Maria Adelaide,
parzialmente smobilitato anni fa, all’interno di Cto,
Molinette e Regina Marghe-
Che
tempo
fa
rita: 10 milioni risparmiati solo
in interventi di manutenzione e
ristrutturazione. Riduzione dei
magazzini da quindici a sette:
un milione il risparmio stimato
nel primo anno.
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Noemi Penna
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®
RICAMBI AUTO
Ma resta il dibattito
sulla scelta di portare
a Trento la bambina
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A PAGINA 41
TORINO
LA STAMPA
VENERDÌ 19 FEBBRAIO 2016
Via Lugaro 15, 10126 Torino, tel. 011 6568111 B fax 011 6639003,
e-mail [email protected] B [email protected] B [email protected]
& PROVINCIA
Situazione
Si avvia un
fine settimana
all’insegna
dell’alta pressione e condizioni soleggiate, a parte un
po’ di variabilità oggi
pomeriggio
per il passaggio di un
fronte freddo
in quota.
R A L
Per Rebecca
raccolti
50 mila euro
Ecco da dove arriva il buco
della Città della Salute
12345367318
A difesa
dei pedoni
Scrivete a [email protected]
Su Twitter hashtag #pedoniarischio
Ci sono strade, a Torino, che sono un pericolo per i pedoni, ad
ogni ora del giorno. Zone della
città dove quotidianamente attraversare a piedi una via o una
69 0 69
investiti
morti
feriti
piazza è una scommessa. Dov’è
pericoloso addirittura camminare sul marciapiede. Ci sono
strisce pedonali che gli automobilisti non considerano mai,
semafori che non vengono minimamente rispettati. Segnalateci (anche con una foto, se volete) qual è la strada pericolosa
vicino a casa vostra.
Alcuni dei ragazzi indagati ieri erano regolarmente in classe all'alberghiero Colombatto
Droga in cortile, scuola divisa
sulle mancate sospensioni
La preside non cambia idea: “La legge reprime, noi dobbiamo educare”
LA DIFFIDA DEL CONDOMINIO. I SOSTENITORI DEL SINDACO: «SIAMO UN’ASSOCIAZIONE, NON UN PARTITO»
0° 14°
Domani
Condizioni
soleggiate
ovunque con
lievi velature a
tratti. Temperature ancora in
lieve aumento.
Chiacchiere nei corridoi, sospetti, ma soprattutto vedute
contrastanti sull’opportunità o
meno di punire con la sospensione gli studenti che spacciavano a scuola. Al Colombatto,
l’istituto dov’è avvenuto il blitz
antidroga dei carabinieri, la
decisione della preside di
riammettere subito in classe i
colpevoli «perché la scuola
educa e la giustizia punisce» fa
discutere in particolare i ragazzi. Molti sono contrari alla
scelta «light» della dirigente
scolastica.
Assandri e Martinengo
A PAGINA 43
1° 14°
Domenica
IL CASO
Giornata di sole
ovunque con
aria frizzante al
mattino e
massime diurne
sui 15 gradi.
REPORTERS
“Il comitato di Fassino? Non qui”
Letizia Tortello A PAGINA 45
Sono 395 mila
i certificati
elettorali
da rivedere
L’anagrafe invita
i cittadini a controllare
Servizio
A PAGINA 44
Provocazioni e ironia, è la nuova Reggia
GIANNI GIACOMINO
B
asta con le solite immagini auliche da museo:
la Reggia sospesa su
una nuvola o una serie di oggetti volanti in Galleria Grande. Per la nuova stagione di
eventi 2016 il Consorzio che
gestisce il complesso sabaudo
di Venaria cambia registro.
Come testimonial ha scelto la
giovane Polissena d’Assia, seconda moglie di Carlo Emanuele III, che strizza l’occhio
di fianco al messaggio: «Fatevi la Corte». Un gioco di parole studiato e accattivante. Che
si presta, facilmente, al dop-
pio senso. D’altronde anche
l’architetto Amedeo di Castellamonte ammetteva che: «La
Reggia doveva essere lo svago
della Corte per i piaceri e per la
caccia». Ma, stavolta, il direttore Mario Turetta e gli altri dirigenti volevano un messaggio
snello e ammiccante, senza scadere nel volgare, diretto anche
ad un pubblico più giovane. E i
primi riscontri sono già arrivati. Ieri un gruppo di giovani si
scattava dei selfie sullo sfondo
del nuovo manifesto, appena incollato sul totem davanti alla
Reggia. «Venaria è anche oggi
una grande corte, ma rivolta a
tutti, dove è il visitatore contemporaneo ad essere protagonista del ricco palinsesto di attività da vivere in prima persona
– spiega Andrea Scaringella,
responsabile della comunicazione del Consorzio -. Lo slogan
ammiccante vuole proporsi in
forma ironica per destare l’interesse di pubblici diversi».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Cara
Torino
LUIGI
LA SPINA
Per gli ospedali
serve il modello
Olimpiadi
«S’
ode a destra,
(Manzoni e
non la politica) uno squillo di tromba».
Gli ospedali torinesi riuniti
nella Città della salute
hanno un deficit di oltre
170 milioni». A sinistra, risponde uno squillo: «Sì, ma
la colpa è del carico dei debiti passati e, poi, bisogna
anche guardare alla qualità dell’assistenza, perché,
sotto quest’aspetto, siamo
addirittura terzi nella classifica italiana».
La polemica sulla sanità
pubblica è sempre infuocata e registra, di giorno in
giorno, un’alternarsi di notizie, spesso contraddittorie e confuse. Abbiamo appena registrato con soddisfazione il rientro del deficit regionale, quest’anno,
per l’intero comparto sanitario e, ora, l’allarme è per
il principale complesso
ospedaliero torinese, a rischio di un sostanziale
commissariamento governativo. L’operazione di revisione della spesa, già incominciata, promette buoni frutti.
CONTINUA A PAGINA 40
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40 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 19 FEBBRAIO 2016
IL BILANCIO DELLA SANITA’
Serve equilibrio
conti-assistenza
Retroscena
ALESSANDRO MONDO
miliardo
Il bilancio annuale
dell’azienda
Città della Salute
di Torino
535
milioni
Il costo degli 11 mila
dipendenti dislocati
tra Molinette, Sant’Anna,
Regina Margherita
e Cto
350
milioni
Il costo delle forniture:
i servizi di acquisto
sono stati unificati
per tagliare le spese
30
milioni
La spesa che l’azienda
sostiene ogni anno
per la manutenzione
degli ospedali
M
I paletti
di Roma
SEGUE DA PAGINA 39
1
LUIGI LA SPINA
SEGUE DA PAGINA 39
R
ecupero crediti verso altre Asl e strutture private: qualche decina di milioni riportati in cassa. Dismissione di edifici, terreni e colonie
(come quella a Finale Ligure,
messa all’asta): altri 7-8 milioni.
Il peso del deficit
Sono le misure già avviate o
previste da quest’anno alla Città della Salute di Torino, e nemmeno le più rilevanti in termini
di risultato economico, per rendere funzionale la rete dei servizi e aggredire un disavanzo di
quasi 180 milioni che per valore
assoluto ha proiettato la megaazienda ospedaliero-universitaria in testa alla classifica nazionale degli ospedali con i conti in
rosso: fino ad una manciata di
anni fa un gigante con i piedi di
argilla, nato dalla fusione formale ma non sostanziale di tre
presidi (Molinette, Sant’AnnaRegina Margherita, Cto) e appesantito da un combinato di
fattori.
Ora che in corso Bramante e
dintorni si comincia a fare sul
serio, per attuare il controverso
atto aziendale concordato con
la Regione e da ultimo per evitare la tagliola della legge di stabilità (conti in pareggio entro tre
anni), emergono le fragilità di
un’entità sanitaria-amministrativa che nei decenni ha scontato
ridondanze e contraddizioni
frutto di scelte non fatte, fatte a
metà o rimandate sine die. Un
dato per tutti: il trasferimento
del Maria Adelaide, ora in corso, era stato previsto nel 2013.
Scelte frenate non solo da difficoltà oggettive, vedi l’obsolescenza delle Molinette, ma probabilmente dalla volontà di accontentare un po’ tutti.
Retaggi del passato
Così si scopre che dopo la fusione in due tappe (nel 2012 e nel
2014) l’azienda - forte di 11 mila
dipendenti e di un bilancio che
sfiora il miliardo - contava tre
ospedali, ciascuno con i suoi attivi e passivi, dotati di tre sistemi informatici non in grado di
dialogare tra loro: i dati del paziente dimesso dalle Molinette,
e magari avviato al Cto, dovevano essere ricaricati ogni volta.
Costi, trafile, lungaggini, disagi:
fino all’integrazione dei siste-
La legge
di stabilità
impone
alle aziende
sanitarie
in rosso
il pareggio
dei conti
nell’arco
di tre anni,
ANSA
Lo squilibrio economico figlio degli ultimi 20 anni di gestione
Città della Salute,
doppioni e sprechi
alla base del deficit
tre uffici acquisti. Dei magazzini abbiamo detto, stesso discorso per i laboratori di analisi. Tre
di tutto.
Sulla Stampa
ALESSANDRO MONDO
La Regione è prossima ad uscire
dal piano di rientro del disavanzo
sanitario, le aziende ospedaliere
stanno per entrarci. In primis
l’azienda ospedaliera-universitaria Città della Salute e della
Scienza di Torino: stando ai calcoli della direzione dell’assessorato alla Sanità sconta in termini
assoluti lo squilibrio maggiore in
Italia tra costi e ricavi.
Spese in libertà
La stretta del ministero
Lo prevede l’articolo 30 contenuto nell’ultima legge di stabilità,
con riferimento a due categorie di
ospedali: quelli in equilibrio economico ma che in base agli standard del «Piano nazionale esiti»
non soddisfano i parametri relativi a volumi, qualità ed esiti delle
cure, e quelli appesantiti dai conti
in rosso. Valutazioni che finiscono
per incrociarsi.
Si parte a marzo
Obiettivo (obbligatorio): raggiungere entro tre anni il pareggio di
bilancio, o almeno rientrare di
una parte significativa del disavanzo, con decorrenza dal 31
marzo di quest’anno. Dopodiché:
chi risulterà inadempiente o non
avrà portato a termine la missione sarà affiancato da un soggetto
scelto dal ministero della Salute,
potrebbe essere una società di revisione contabile come Kpmg,
con funzione di «tutor». A detta di
alcuni, un commissariamento
«soft». In ogni caso, non certo un
attestato di merito per i direttori
generali. L’ultimo passaggio prevede la decadenza dei direttori
medesimi che non hanno saputo
o voluto intervenire sull’esposizione nei termini previsti.
Una svolta per aziende ospedaliere, universitarie o Irccs. In
particolare per la Città della Salute, che ha assommato non solo i
ricavi ma anche i debiti maturati
nei decenni dai quattro presidi
confluiti sotto un’unica azienda:
Emblematico il discorso dei crediti, vantati verso una pluralità
di soggetti e finalmente in fase
di recupero. La Città della Salute, e prima ancora le Molinette,
anticipavano per tutti: dalle coperture assicurative di altre Asl
e ospedali agli esami per conto
di presidi privati. Dopodichè:
qualche esborso rientrava per
intero o a metà, comunque dopo
anni, altri sono rimasti sulla
carta. Vai a sapere se alcuni sono ancora esigibili. Tanto paga,
pagava, la Città della Salute.
REPORTERS
Da fine marzo la spending review. Se non funziona, arriva il tutor
Città della Salute, tre anni
per risanare il bilancio
L’azienda ospedaliera ha un deficit record: nel 2014 più di 170 milioni
Molinette, Sant’Anna, Regina
Margherita, Cto.
Azienda in rosso
L’ultimo dato disponibile, quello
del 2015 con riferimento al 2014,
registrava un «delta» di 170-180
milioni tra costi e produzione di
attività, cioè ricavi. Con una precisazione: quando si parla di «valore assoluto», in termini di squilibrio, si intende l’entità complessiva del disavanzo accumulato nei
decenni. Mentre per valore percentuale si intende il disavanzo
tra attività e spesa maturato anno su anno. Considerazioni che,
tanto per complicare le cose, tengono conto anche della «complessità» delle prestazioni, cioè dell’importanza e quindi del costo
dei servizi assicurati. Oltre che
dei risultati.
Una zavorra significativa anche per un’azienda con ricavi propri per 500 milioni, forte di un bilancio di circa un miliardo di euro
l’anno. Altri 200 milioni arrivano
dalla Regione per lo svolgimento
di funzioni essenziali che però
non possono generare ricavi: è il
caso del Centro trapianti, riferimento per tutto il Piemonte.
Piano di rientro
Se le modalità di rientro sono demandate ad un decreto di prossima pubblicazione, la sostanza
non cambia. Il meccanismo messo a punto nella manovra di
«spending review» studiata dal
commissario Yoram Gutgeld, alla
voce «efficentamento della spesa
sanitaria», non lascia dubbi: se le
spese superano i ricavi di una
somma superiore al 10%, l’azienda ospedaliero-universitaria deve rientrare predisponendo con
la Regione un piano ad hoc. E
questo, nonostante in termini di
qualità dei servizi la Città della
Salute Città della Salute guidi la
classifica delle città italiane dopo
il Gemelli.
In assenza di indicazioni puntuali, per ora ogni azienda deve
concordare con l’assessorato - tenuto a verificare - le misure per
risalire la china. È solo l’inizio.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATO
La legge di stabilità impone conti in pareggio entro tre anni.
1
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
mi, seguita quest’anno dal passaggio ad un nuovo software
unificato. Tre sistemi informatici e naturalmente tre bilanci,
tre sistemi contabili, tre direzioni, tre uffici del personale,
Primi risparmi
La stessa gravata negli anni di
incombenze e quindi di costi
che ancora oggi si porta sulle
spalle. Alcune volentieri per-
chè coerenti e giustificate, come il fiore all’occhiello del Centro Trapianti, punto di riferimento regionale. Altre improprie, come il servizio di assistenza per i parti a domicilio o i
centri di supporto e ascolto per
le vittime di violenza. Servizi
territoriali che hanno poco da
spartire con la vocazione di
un’azienda specializzata nel
trattamento delle «complessità» ospedaliere.
Le misure già attuate o in essere per eliminare doppioni e
incoerenze sono funzionali a
obiettivi diversi. Il miglioramento delle prestazioni, nell’ottica di una moderna Sanità,
procede di pari passo con la necessità di abbattere il deficit a
botte di milioni: 15 risparmiati
nel 2015, 30 previsti quest’anno.
Sapendo che si volterà davvero
pagina solo con il nuovo Parco
della Salute di Torino.
a, con apprezzabile
realismo, il direttore generale, Gian
Paolo Zanetta, ammette che
difficilmente potrà arrivare
all’obbiettivo di abbattere il
disavanzo in tre anni, tanti
quanti sono previsti per evitare il cosiddetto «tutoraggio» dei conti. Salvare i bilanci, mantenendo una buona qualità dell’assistenza
pubblica ai torinesi, si sta dimostrando un esercizio faticoso e quasi impossibile. Limare sprechi, esigere rigore,
pretendere rispetto delle regole non basta, finché non si
affronta decisamente il problema principale: a Torino
l’ospedale più «nuovo», il
Cto, ha cinquant’anni di vita
e le Molinette hanno superato ogni possibile traguardo
di anzianità.
Occorre concentrare tutti gli sforzi, a partire da quelli finanziari, per rendere accettabili i tempi di costruzione della nuova Città della salute, con un piano straordinario che faccia appello a
tutte le istituzioni del territorio. Il decennale delle
Olimpiadi potrebbe ricordarci una lezione utile di efficace collaborazione tra il
pubblico e il privato. A quel
tempo, una buona sinergia
tra enti statali, comunali e risorse della società civile portò a un risultato di successo
tutt’altro che scontato.
Se pensiamo, con una doverosa prospettiva mediolunga, agli andamenti demografici del futuro e al carico
d’assistenza che si riverserà
nei prossimi anni sul settore
sanitario, c’è davvero di che
impallidire. Già ora, le liste
d’attesa negli ospedali, nonostante le rituali promesse
di tutti gli assessori che si
sono avvicendati nell’incarico, costituiscono uno scandalo intollerabile. E le limitazioni d’orario imposte dall’Europa, peraltro doverose,
non aiutano certo a lenire
attese e sofferenze. La situazione, insomma, impone che
questo problema sia considerato assolutamente prioritario per l’interesse dei torinesi. A circostanze
d’emergenza, provvedimenti d’emergenza.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
2
Un lettore scrive:
deve fare un contribuente quando uno straniero, nella fattispecie un cinese,
all’insaputa del proprietario
prende residenza abusiva nel
proprio appartamento?
«Si dà il caso che mi è giunta
la cartella esattoriale relativa
alla tassa rifiuti dove, con mia
sorpresa, leggo che l’utenza è
di quattro persone e non di tre.
Inoltro un fax di rettifica all’Ufficio Tributi e vengo contattata dalla signora Caterina,
operatrice dell’ Ufficio, che mi
informa che nella mia abitazione ha preso residenza - ovviamente a mia insaputa - un certo Jang Peng (cinese) e mi invita ad effettuare accertamenti
per “localizzare” dove risiederebbe effettivamente il citato
cinese e di recarmi presso l’Ufficio anagrafe per la regolarizzazione. Ma non è compito della Polizia Municipale effettuare tali accertamenti? E’ possibile concedere la residenza
1234456789368A3B26
1 «Cosa
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2
senza gli accertamenti da parte
delle autorità competenti?».
ANNAMARIA CERRINI
Un lettore scrive:
il papà di un tredicenne vittima di bullismo, Mio
figlio negli anni scolastici
2013/14 e 2014/15 frequentava la
I e II media. In questi 2 anni ha
subito nell’ ambito scolastico, le
più gravi ed indicibili azioni di
bullismo, al punto che si è reso
necessario il ricovero in ospedale, Regina Margherita (circa 1
mese) e seguente ricovero per
ulteriori cure, presso un centro
specialistico convenzionato con
1 «Sono
la regione Piemonte (quasi 2
mesi). Ancora oggi è in cura con
dosi farmacologiche non indifferenti, seguito dai servizi sociali e
da una psicologa a nostre spese.
«Quando sento gli organi scolastici parlare di seminari, formazione e lotta contro il bullismo, mi si drizzano i capelli, Bla,
bla, bla, bla...
«Io e mia moglie ci siamo incontrati con il dirigente scolastico dove sono avvenuti gli atti di
bullismo, prima dell’inizio del
nuovo anno scolastico, settembre 2015, abbiamo portato la documentazione ospedaliera e
raccontato i fatti accaduti in
quella scuola, il dirigente scolastico ci ha congedato dicendoci
che: “si impegnava affinchè queste cose non accadessero più in
futuro”. Vado in provveditorato,
MIUR- Torino, inizio novembre,
consegno copia della documentazione ospedaliera e racconto i
fatti accaduti, compreso quanto
sopra. Dirigente MIUR e sua
collaboratrice prendono nota,
acquisiscono i documenti e ci
salutiamo con l’ intesa e promessa che ci avrebbero informato sugli sviluppi di quella denuncia.
«Ad oggi 18 febbraio nessuna
notizia, nonostante abbia telefo-
nato in provveditorato, scritto
varie mail di richiesta informazioni. Nessun riscontro...
«Allora segnalo il caso, via
mail, al responsabile regionale
del MIUR e in copia all’ apposito
indirizzo di posta elettronica:
[email protected] in data
12/02/2015,
«Ancora nulla, un muro di
gomma, nessuna notizia.
«Come è possibile?»
so non suona neanche per consegnare le raccomandate, lasciando il memo nella buca.
Quando occasionalmente suona, ogni volta le dico “un attimo
che preparo la bambina”. Mi
metto la giacca, le scarpe, vesto
la bambina, esco, percorro il
vialetto che mi separa dal cancelletto condominiale, e lei è
sempre lì, ferma immobile. Mi
guarda arrivare veloce con la
bimba in braccio e non muove
un passo verso di me. Quando
suona un corriere, parimenti
chiedo cortesemente di aspettare poiché devo vestire la bambina... Il tempo di infilarmi le
scarpe e il più delle volte il ragazzo di turno è già arrivato al
portoncino... Politica aziendale,
o voglia di lavorare?».
PAOLA VARETTO
C.M.
Una lettrice scrive:
1 «C’è differenza tra il servizio delle poste e quello dei corrieri. La mia portalettere spes-
[email protected]
via Lugaro 15, 10126 Torino
Forum lettere su
www.lastampa.it/specchio
www.facebook.com/specchiodeitempi