Autonomia e indipendenza della magistratura, non a Catania. Sul

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Transcript Autonomia e indipendenza della magistratura, non a Catania. Sul

Autonomia e indipendenza della magistratura, non a Catania.
Sul quotidiano “La Sicilia” è stato ripreso un comunicato del Presidente dell’Ufficio GIP di
Catania, Dott. Nunzio Salpietro, diffuso dall’ANSA, e allo stato non smentito, meritevole di un
approfondimento, per la sua gravità.
Per quanto riportato dalla stampa , un giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Catania
ha depositato le motivazioni della sentenza con cui nel dicembre scorso aveva dichiarato il non
luogo a procedere, perché il fatto non sussiste, per un imputato accusato di concorso esterno in
associazione mafiosa.
Tanto ha determinato il seguente comunicato del Presidente dell’Ufficio GIP: ”si fa rilevare che la
negazione del reato di concorso esterno all’associazione mafiosa dal punto di vista
giurisprudenziale è una decisione del tutto personale e isolata della dott. Gaetana Bernabò
Distefano, poiché tutti gli altri giudici della sezione ritengono il suddetto reato sicuramente
ipotizzabile, come più volte stabilito dalla cassazione”.
Non si intende, in questa sede, entrare nel merito della singola vicenda processuale (prescindendo
anche dalla figura del concorso esterno, da sempre criticata dai penalisti italiani), quanto invece
stigmatizzare una presa di posizione irrispettosa dell’autonomia e dell’indipendenza del magistrato
che, secondo coscienza, ha assunto una decisione in nome del popolo italiano.
Il comunicato è tanto più inaccettabile perché addita un magistrato alla gogna mediatica per il solo
fatto di avere prosciolto un imputato da una ipotesi di reato infamante.
Inutile osservare che il comunicato finisce con il condizionare l’esercizio della giurisdizione e,
oltre ad emarginare pericolosamente un magistrato, sembra avallare il conformismo giudiziario
con la possibilità di incidere pesantemente sulla serenità dei giudici nello svolgimento dei processi.
Il Presidente rileva ancora che la decisione del GIP sarebbe personale. L’inciso è di difficile
comprensione, se si considera che tutti i GIP dovrebbero decidere in base al proprio
convincimento, e non ispirandosi a soluzioni collettive e/o dettate dai capi degli uffici.
Siamo certi che il CSM e l’ANM, sempre pronti ad intervenire, anche a fronte di critiche minimali
nei confronti di magistrati, vorranno difendere l’autonomia e l’indipendenza del magistrato,
affinché si possano celebrare tutti i processi, anche quelli per concorso esterno in associazione
mafiosa, con la serenità e la libertà necessaria, senza essere additati all’opinione pubblica, qualora
si intenda adottare una decisione difforme rispetto a chi, pur non essendo giudice del processo,
ritiene di conoscere delle verità precostituite
Si dispone, infine, la trasmissione del presente documento alla Procura Generale presso la Corte di
Cassazione, al CSM e all’ANM, per quanto di loro competenza.
Roma, 19 febbraio 2016
Il Presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane
Avv. Beniamino Migliucci
Il Segretario dell'Unione delle Camere Penali Italiane
Avv. Francesco Petrelli