Predica di don Fabio - Chiesa di Cusano Milanino

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Transcript Predica di don Fabio - Chiesa di Cusano Milanino

Domenica 14 febbraio 2016
Il sasso
Omelia nella Messa della prima domenica di Quaresima
(Gl 2,12b-18; Sal 50; 1Cor 9,24-27; Mt 4,1-11)
Sono contento di iniziare insieme a voi questo periodo così importante per la vita della Chiesa: la
Quaresima. La Quaresima è tempo di penitenza, di riflessione, lo sappiamo; è tempo in cui si
chiede perdono e si prepara il cuore alla Pasqua. A maggior ragione in questo anno giubilare della
Misericordia, papa Francesco ci invita a chiedere perdono a Dio, a far illuminare le nostre vite
“oscurate”, sporcate dal peccato, con la luce del Vangelo. Proprio sul Vangelo, dunque, ci
concentreremo lungo queste domeniche di Quaresima, cercando di cogliere ogni volta un tratto,
una caratteristica dell’umanità di Gesù (cioè del suo carattere, del suo stile, del suo modo di fare)
che può illuminare e rinnovare anche la nostra di umanità.
Sarà che faccio il don, sarà che lo studio da anni, sarà che non ho proprio una grande fantasia… ma
a volte capitano dei Vangeli un po’ difficili [come quello di oggi] e a me piacerebbe tornare ai
tempi di Gesù per riviverli in prima persona, per essere uno dei personaggi. Mi piacerebbe proprio
avere una macchina del tempo, e poter “entrare” nel Vangelo, portandomi poi a casa un segno che
mi ricordi quell’esperienza.
Sapete cosa vi dico: questa settimana l’ho fatto! Tutti erano concentrati a parlare delle onde
gravitazionali… ma io ho messo a punto una vera macchina del tempo. E sono partito alla volta
del deserto del Neghev, proprio nel momento in cui Gesù veniva tentato [come ha raccontato il
Vangelo si oggi]. Volete la prova? Ecco: dovendo scegliere l’oggetto più importante di quella scena
per portarvelo e spiegarvi la mia esperienza… vi ho portato un sasso. Per la verità non è un sasso
come gli altri: è proprio quel sasso che il Tentatore stava indicando a Gesù mentre gli diceva “Se tu
sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane”.
Ho scelto di portarvi questo sasso, proprio perché è rimasto un sasso: è la prova provata che Gesù
non è caduto nella tentazione. Attenzione però: Gesù non è uno che ha evitato le tentazioni o è
scappato di fronte alle difficoltà e scelte della vita. Gesù ha scelto di “stare” nella tentazione. Gesù
davvero ha avuto la pazienza di stare di fronte a quel sasso, e, sfiancato dalla fame, veramente si
sarà chiesto se non fosse meglio trasformarlo in pane.
Gesù non è stato fuori dal mondo degli uomini, fatto di scelte e tentazioni, fatto di difficoltà e
possibili scorciatoie… Gesù è stato uomo fino in fondo, quindi ha sperimentato tutte queste cose, e
il Vangelo di oggi lo racconta.
Questo sasso lo custodirò come un tesoro prezioso, perché mi ricorda che Gesù veramente è stato
uomo come me, che ha sperimentato la fatica della tentazione e l’ansia delle scelte, ma che ha
trovato il coraggio di resistere alla tentazione, o meglio che ha saputo rispondere alla tentazione.
Non ha scelto la cosa più facile, non saprei dirvi se ha scelto la cosa più giusta in quel momento [in
fondo la fame giustifica tutto…]. Sicuramente ha scelto la cosa più bella.
Ha scelto, infatti, di non farsi guidare dalla fame nella sua scelta: Gesù non si è fatto accecare dalla
necessità del momento, da una fame passeggera, da uno stato d’animo un po’ su di giri. Gesù è
uno che sa capire bene cosa sia davvero importante, che intuisce che le scorciatoie o le consolazioni
passeggere non sono la strada per arrivare alla felicità. Gesù sa che “ogni parola che esce dalla
bocca di Dio” è la cosa davvero importante, è la sua strada: in questo modo risponde al Tentatore,
superando la tentazione. Il sasso rimane sasso, ma la sua fame si trasforma in letizia, in
beatitudine, in consolazione (“ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano”).
Ecco dunque il primo tratto dell’umanità di Gesù che abbiamo imparato in questa Quaresima e che
proprio non volgiamo dimenticarci: la capacità di “stare” nella prova/tentazione; l’intelligenza di
rispondere scegliendo il bene.
E noi, invece?
La nostra è un’umanità che scappa di fronte alle tentazioni? Ci riteniamo troppo fragili, incapaci di
rimanere di fronte alle scelte complesse che spesso la vita ci pone? Oppure pensiamo di essere
superiori alle tentazioni? “A me le prove non fanno paura, non mi lascio scalfire da nulla!”.
Attenzione a comportarci così: il rischio è di diventare noi stessi come sassi, che non si fanno
mettere in discussione da nulla… Bisogna, come Gesù, “stare dentro” le tentazioni, lasciare che la
vita metta in questione le nostre scelte, le nostre abitudini, in nostri “diritti”.
Nelle prove/tentazioni come ci comportiamo? Ci guida lo stato d’animo del momento o sappiamo
essere persone resistenti? Nelle relazioni, ad esempio, le tentazioni non mancano: siamo persone
che rincorrono sempre il sentimento più forte, che si fanno prosciugare dall’emozione del
momento, dall’ebrezza del continuo cambiare? O sappiamo mantenere le scelte fatte “per
sempre”? Sappiamo mettere da parte “il pane” falsamente gustoso della tentazione, per rimanere
saldi come “sassi” nella nostra relazione? Pensiamo bene se abbiamo delle cadute di cui chiedere
perdono, delle scelte sbagliate di cui ci pentiamo.