Beppe, ci hai lasciato un tesoro

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L'ultimo saluto a Giuseppe Piamarta
La figlia: «hi nostra casa resta apertaLe domande che risuonavano nella
chiesa di Santa Caterina ieri pomeriggio, quando sono stati celebrati i funerali di Giuseppe Piamarta potevano far
vacillare la fede anche nelle persone
più convinte. Di fronte alla morte improvvisa di un uomo di 51 anni, «ottimo padre, uomo innamorato, persona
bella, disponibile e gioiosa», perfino
padre Gregorio Moggio ha chiesto un
«supplemento di fede». Lui che con
Beppe - così lo conoscevano tutti - ha
condiviso il percorso del gruppo famiglie della parrocchia di Santa Caterina, ha riconosciuto che «il Signore ha
scelto di non ascoltare le nostre preghiere per farlo guarire». «Ma sono anche certo - ha aggiunto - che il nostro
grido è arrivato fino al Cielo e la risposta arriverà».
In mezzo a tanto smarrimento, alle lacrime degli amici più vicini e delle tante persone che Beppe ha incontrato
attraverso la cooperativa «Il girasole»
e con il «Punto d'approdo» di cui era
anche direttore, una prima certezza è
arrivata dalla sua famiglia. Quando Anna, la primogenita di Giuseppe Piamarta, è salita all'ambone per salutare il
suo papà ha concluso ringraziando le
tante persone che sono state vicine alla sua famiglia in questi giorni. E ha ricordato loro: «La nostra casa è sempre aperta».
Eccola la certezza: ciò che Giuseppe
Piamarta ha seminato nella sua vita
continuerà a germogliare anche dopo
la sua morte. Attraverso i suoi, sua moglie, il resto della famiglia, degli amici
e delle persone che condividevano il
«credo» di Beppe.
«Credo nella vita, credo nella natura,
credo in mia moglie, nei miei figli, nella famiglia. Credo nei bambini, credo
nelle famiglie e in voi. Credo nell'amore, credo nella solidarietà, credo nella complicità, credo in me stesso, credo in Dio/Gesù, credo nella condivisione, credo nel futuro, credo nell'amicizia, credo nell'onestà, credo nel sorriso, credo nell'impegno e nella responsabilità. Credo nella libertà, credo nel
saper scegliere, credo nel saper pensare, credo nell'ironia, credo nell'autocritica, credo nella ragione e nel diritto. Credo di sì, credo di farcela, credo di sbagliare, credo di essere, credo
di morire». Sono le sue parole, scritte
in una delle tante occasioni di riflessione avute con il gruppo famiglie di
Santa Caterina e diventata, più che il
suo testamento, il testimone che lascia a chi vuol continuare sulla sua
strada.
«Aveva scelto di lavorare nel sociale
ma aveva dedicato tutta la sua vita alla giustizia sociale in cui credeva» ricordavano ieri i colleghi del Punto d'approdo cresciuto assieme a lui negli ultimi trent'anni. «Beppe ci lascia un tesoro, una città dove è già germogliato
il seme della solidarietà e tante persone lo porteranno avanti, con sobrietà,
come faceva lui».
È una promessa, questa, che ieri gli
hanno fatto anche i suoi fratelli Pietro,
Maria ed Angelo: «Amavi il rischio e sei
stato un fratello coraggioso. Tutto questo non andrà perso, continuerà con
noi. La tua partenza ci renderà migliori, perché la tua anima resterà con noi».
E da queste convinzioni che arriverà
la forza per superare il dolore di questa perdita. «Noi ce la facciamo papà ha assicurato la figlia Anna - perché
grazie a te siamo una famiglia forte».
La lettera dei «suoi» bimbi dalla Romania: «Non dimenticarti di noi»
Centinaia dì persone ieri pomeriggio
sì sono assiepatenella chiesa di
Santa Caterina, la parròcchia che
l'ha visto crescere, per partecipare
al rito funebre di Giuseppe Piamarta,
: 51enne direttore del Punto
d'approdo. In molti lo avranno ;
ricordato pur non essendo lì e poi
c'era quella luce, una candela rossa
e gialla accesa sull'altare all'inizio
della celebrazione. Rappresentava i
56 bambini dell'istituto Casa della v
speranza che si trova in Romania. «E
il primo progetto dell'associazione
Lucicatè, che Beppe ha condiviso ed
in cui ha creduto».
Ha passato diverse estati con la Sua
famiglia in mezzo a quei bambini che
ieri gli hanno spedito una lettera,
firmata ahhe dalle suore e da tutto il
personale dell'istituto. «Non ci
dimenticheremo mai del papà :
preferito che aveva sempre idee
nuove per noi-hanno scritto-.
Quando abbiamo saputo della tua
morte ci è crollato il mondo intorno.
Tu sapevi che avevamo bisogno che
qualcuno ci capisse e l'hai fatto.Da
Lassù ora non dimenticarti di noi.
Continua a vegliare».
LPi.