Non di Solo Pane

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Transcript Non di Solo Pane

Non di
solo
PANE
Sussidio di preghiera per la famiglia
Domenica 14 Febbraio 2016
I Settimana di Quaresima
Settimanale di preghiera
Anno XV - n°
743
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sito di Non di Solo Pane:
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
www.nondisolopane.it
Febbraio 2016
Offerta quotidiana
Intenzioni mese di Febbraio
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
Perché abbiamo cura del creato, ricevuto come dono
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
gratuito, da coltivare e proteggere
per le generazioni future.
Intenzione missionaria
Perché crescano le opportunità di dialogo e di
incontro tra la fede cristiana e i popoli dell’Asia.
Intenzione dei vescovi
Perché il Signore ci doni un cuore misericordioso
e umile, che riconosca la propria
povertà e si spenda per gli altri.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente
e misericordioso, ci impegniamo con gioia
nella costruzione della civiltà dell'amore.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 2
I Domenica di Quaresima
Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore.
Davanti al male commesso, è il momento di ascoltare
il pianto delle persone innocenti.
I Settimana
del Salterio
Papa Francesco
Il santo del giorno:
San Valentino
Martire
La festa del vescovo
e martire Valentino si
riallaccia agli antichi
festeggiamenti di
Greci, Italici e Roma­
ni che si tenevano il
15 febbraio in onore
del dio Pane, Fauno e
Agisci
Se il Signore non
fosse con noi nei
momenti di angoscia,
saremmo
schiacciati dal dolore. Oggi affiderò a
lui,
nella
pre­
ghiera, tutte le mie
difficoltà e sofferenze.
Domenica
14
Febbraio
Luperco. Questi fe­
steggiamenti erano
legati alla purifica­
zione dei campi e ai
riti di fecondità. Di­
venuti troppo orridi e
licenziosi, furono
proibiti da Augusto e
poi soppressi da Ge­
lasio nel 494. La
Chiesa cristianizzò
quel rito pagano della
fecondità anticipan­
dolo al giorno 14 di
febbraio attribuendo
al martire ternano la
capacità di protegge­
re i fidanzati e gli
innamorati indirizzati
al matrimonio e ad
un’unione allietata
dai figli.
Brano Evangelico: Lc 4,1­13
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato
dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in
quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu
sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto:
“Non di solo pane vivrà l’uomo”».Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un i­
stante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria,
perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione
dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, ado­
rerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più
alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti:
“Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche:
“Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”».
Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento
fissato.
Contemplo: II Signore, Dio
tuo, adorerai (Lc 4,8)
Satana con le sue seduzioni vuole allontanare Gesù dal Padre,
gli prospetta un modo sbagliato
di essere Figlio. Gesù non accetta le sue proposte. Resta fedele
al Padre nell'umile ascolto della
sua parola e nell'obbedienza ai
suoi comandamenti. Egli ci mostra, così, il vero e solo modo di
amare Dio, in una adorazione
grata e filiale, che segue in tutto la sua volontà.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 3
P a g i n e
Ritornare a Dio è sempre un inizio assoluto
Suonate il corno
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
b i b li c h e
serto per essere tentato dal
diavolo. «Il combattimento
vittorioso contro le tentazioni, che dà inizio alla missione di Gesù, è un invito a
prendere consapevolezza
della propria fragilità per
accogliere la Grazia che libera dal peccato e infonde
nuova forza in Cristo, via,
verità e vita (cfr. Ordo Initiationis Christianae Adultorum, n.25).
«Suonate il corno in Sion e date
l’allarme in Sion
sul mio santo monte! Tremino
tutti gli abitanti
della regione, perché viene il
giorno del Signore,
perché è vicino».
Lo shofar (il corno di guerra
che, con il suo cupo richiamo, convocava l’antico popolo di Dio per la guerra)
deve risuonare simbolicamente e misticamente nei
nostri cuori, ci deve destare
dal torpore e dal sonno che
segnano una qual forma di
lontananza da Dio e da una
vita autenticamente cristiana. La Quaresima è il tempo
propizio per una vera e fondamentale conversione, per
combattere le cattive inclinazioni che si annidano nel
nostro cuore, per distruggere i vizi e il male che adombrano la nostra vita impedendoci di essere “luce del
mondo e sale della terra”.
Si, anche se il termine non
ci aggrada, la Quaresima è
un tempo di guerra e di
combattimento: una battaglia ardua e difficile perché
avviene dentro di noi, contro l’uomo vecchio che abita nella vacuità del nostro
cuore così freddo e insensibile. L’uomo è fragile e soprattutto incline alle suadenti voci dell’“antico avversario”; insomma, suo
malgrado, l’uomo è per sua
costituzione “tentato”.
Questa misteriosa verità ci
viene confermata proprio
nel vangelo di Matteo dove
Gesù viene portato nel de-
È un deciso richiamo a ricordare come la fede cristiana
implichi, sull’esempio di Gesù e in unione con Lui, una
lotta “contro i dominatori di
questo mondo tenebroso” (Ef 6,12), nel quale il diavolo è all’opera e non si
stanca, neppure oggi, di
tentare l’uomo che vuole
avvicinarsi al Signore
….» (Benedetto XVI, Messaggio
per La quaresima 2011).
Non ci sono dubbi: la Quaresima è un tempo di lotta e
di battaglia interiore contro
i nostri vizi e le cattive inclinazioni, contro le tentazioni e le insidie del Male.
Vista da questa prospettiva
la Quaresima diventa immagine e sintesi di tutta la vita
cristiana. Proprio per questo, durante il battesimo, il
sacerdote ci ha unto con
l’olio, segno di fortezza, per
aiutarci a vincere tutte le
tentazioni. Suonate il corno:
la vita del cristiano è una
continua battaglia contro le
radici del male, contro il
proprio egoismo e la propria
cattiveria.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 4
P a g i n e
L’angolo della misericordia
b i b li c h e
Storia dei Giubilei
Immensa et Innumerabilia
Papa Niccolò V
Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori
della tradizione cristiana.
Raoul Follereau
La preghiera alla Misericordia non è un'orazione astratta, distante dalla realtà — in questo caso non sarebbe vera preghiera cristiana — ma si traduce nella forma dell'impegno fattivo
della carità, dell'amore del prossimo. Papa Francesco ha ricordato, indicendo il Giubileo straordinario del 2016, che le
opere di misericordia sia corporale che spirituale devono tornare al centro della riflessione del cristiano. La preghiera di
Raoul Follereau (1903-1977), laico che dedicò la vita ai miseri
e ai malati, in particolare ai lebbrosi, è perfetto esempio della
realizzazione terrena dell'invito celeste alla misericordia.
NON PERMETTERCI DI VIVERE FELICI DA SOLI
Signore, insegnaci a non amare noi stessi,
a non amare soltanto i nostri cari,
a non amare soltanto quelli che ci amano.
Insegnaci a pensare agli altri,
ad amare anzitutto quelli che nessuno ama.
Concedi la grazia di capire che a ogni istante,
mentre noi viviamo una vita troppo felice,
protetta da Te,
ci sono milioni di esseri umani,
che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morire di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.
Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo.
E non permettere più, o Signore,
che noi viviamo felici da soli.
Facci sentire l'angoscia della miseria universale,
e liberaci dal nostro egoismo.
Papa Niccolò V
Al secolo: Tommaso Parentu­
celli
Elezione: 6 marzo 1447
Fine pontificato: 24 marzo
1455
Morte: 24 marzo 1455
Anno Santo: 1450
Il 6 marzo 1447 fu eletto papa
il Cardinal Tommaso Parentu­
celli che prese il nome di Nic­
colò V. Dottissimo umanista, favorì le lettere
e le arti, fece tradurre in latino le maggiori
opere greche e raccolse numerosissimi mano­
scritti che costituirono il primo nucleo della
grande biblioteca vaticana. Fece ricostruire
chiese, palazzi e ponti e si avvalse dell’opera
di eminenti artisti, quali il Beato Angelico e
Benozzo Gozzoli.
Il 19 gennaio 1449 con la bolla “Immensa et
Innumerabilia” indisse per l’anno 1450 un
Santo Giubileo. Nella bolla leggiamo:
“immensi e innumerevoli, più facili da stima­
re che da computare, i favori della misericor­
dia divina che l’ineffabile clemenza di Dio
Padre e del Signore nostro Gesù Cristo ha
operato e sempre continua ad operare per la
salvezza del genere umano […].
Inoltre crediamo che tra i doni celesti sia an­
che da annoverare il fatto che alcuni romani
pontefici abbiano scelto, in qualità di ministri
di Cristo e dispensatori degli aiuti divini, al­
cuni periodi nei quali i fiumi della Divina
Misericordia potessero sgorgare con più ab­
bondanza per i fedeli, dal momento che lo
stesso Dio Onnipotente ha rinnovato in alcuni
periodi di tempo l’uomo vecchio decaduto,
ora con il diluvio, ora con la circoncisione,
ora con la legge, ora in tanti e tanti modi, e da
ultimo, in maniera del tutto nuova, tramite il
ministero del Verbo incarnato.”
Papa Niccolò V sottolinea quindi che il Giu­
bileo Veterotestamentario ha assunto, dopo la
venuta di Gesù, un valore del tutto spirituale,
e diventa quindi uno strumento particolarissi­
mo attraverso il quale si possa sperimentare
nel ministero dell’anno del Giubileo una par­
ticolare vicinanza di Dio misericordioso a
tutti coloro che appartengono alla chiesa di
Cristo.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 5
Don Luciano
I Settimana di Quaresima
Vivere questo Anno Santo come un momento
straordinario di grazia e
di rinnovamento spirituale.
I Settimana
del Salterio
Papa Francesco
Il santo del giorno:
San Sigfrido di
Vaxjo
Era un vescovo mis­
sionario originario
dell'Inghilterra da cui
si spostò intorno al
995 prima in Norvegia
e poi in Svezia. Vi
sarebbe giunto attra­
verso la Danimarca
fermandosi a Värend,
dove avrebbe costruito
una chiesa. Secondo
quanto riferito da anti­
Agisci
Quanto è difficile riconoscere la presenza
di Gesù in coloro che
sono in difficoltà!
Pregherò la Madre
perché mi renda capace di vedere il Figlio nei sofferenti che
incontrerò in questa
giornata.
Lunedì
15
Febbraio
che tradizioni locali
avrebbe affidato la
gestione della sua pic­
cola comunità a tre
compagni missionari
per recarsi presso la
fonte di Husaby dove
avrebbe battezzato il
re Olav Skötkonung.
Al suo ritorno a Vä­
rend trovò che i suoi
compagni erano stati
decapitati. Sigfrido
sarebbe stato il primo
vescovo di Skara, nel­
le regione del Gotland
e per la sua attività
missionaria nel Paese
scandinavo è sopran­
nominato «apostolo
della Svezia». Morì a
Växjo intorno al 1030.
Il suo culto è partico­
larmente diffuso in
Svezia, Norvegia, Fin­
landia e Danimarca fin
dal XIII secolo. Sue
reliquie si trovano a
Copenaghen e Roskil­
de.
Brano Evangelico: Mc 25, 31­46
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella
sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui
verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa
le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il
re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete
in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto
fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero
e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e
siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbia­
mo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da be­
re? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo
vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”.
E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di
questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. […]
Contemplo: Convertici a te, o
Padre (Colletta)
Convertici a te, o Padre, nostra
felicità e nostra salvezza, perché,
formati alla scuola del tuo Figlio
Gesù, tua sapienza perfetta ed
eterna, possiamo vivere con te per
sempre. Donaci di vedere il tuo
Figlio Gesù in quanti hanno bisogno, perché possano ricevere da
noi il tuo stesso aiuto. Fa' che nel
rendere loro il nostro servizio, possiamo restare a te uniti e manifestarti la nostra gratitudine per tutti i tuoi benefici.
Non di solo pane ­ Numero 743­ pagina 6
Dal Libro del Levitico
Non saranno le Messe ...
Lv 19,1­2.11­18
Giudica il tuo prossimo con giusti­
zia.
'
C è una cosa che colpisce nel libro del
Levitico e che deve farci riflettere atten­
tamente: Dio vuole che il suo popolo sia
un popolo di santi, ma per arrivare a que­
sto non chiede di pregare, di fare digiuni,
esercizi spirituali o chissà quali pratiche
ascetiche. Dio chiede di amare il prossi­
mo attraverso gesti molto concreti: non
c'è altra via per realizzare la nostra santi­
tà. Non saranno le Messe a cui avrò par­
tecipato o le ore di adorazione che posso
aver fatto nella mia vita, che mi salveran­
no, ma saranno i concreti atti d'amore che
avrò vissuto. La preghiera e i sacramenti
sono in funzione di questo e per questo è
importante viverli: lì incontro l'Amore
che, trasformandomi. mi rende capace di
amare con la sua stessa totalità e intensi­
tà. Guai a confondere i mezzi con il fine!
Preghiera
Signore Gesù, rinfresca ogni giorno la
nostra memoria e non lasciare che dimentichiamo i piccoli, e, al contempo, fa'
che ci ricordiamo in ogni momento di
quanto siamo piccoli. Infondi nei nostri
cuori il tuo Spirito che santifica. Lascia
che ci abbandoniamo all'amore ricevuto
e donato senza troppo pénsare.
Kyrie eleison!
Medita La Parola
Dio è nello sbilanciarsi
Meditazione di Fiorella Elmetti
Un’affermazione di Albert Einstein dice:
“Cento volte al giorno ricordo a me stesso
che la mia vita interiore e esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che io devo sforzarmi al massimo per
dare nella stessa misura in cui ho ricevuto”.
Questi uomini, “vivi o morti”, sono ritratti
nei giusti del vangelo con il loro stupore. C’è
stupore, infatti, quando i giusti si sentono
dire: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin
dalla creazione del mondo, perché ho avuto
fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto
sete e mi avete dato da bere, ero straniero
e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato, ero in carcere e
siete venuti a trovarmi”. C’è stupore anche
nella loro domanda: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da
mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da
bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero
e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo
vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato
o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. I
giusti hanno gli occhi aperti sul mondo, attenti come tanti padri e madri dalle mani
callose e dal cuore generoso, aperto a tutti,
senza distinzione tra chi è di casa e chi viene da un paese lontano. Sono così allenati a
fare il bene che non fanno distinzione tra
Gesù, il re, e i poveri che incontrano ad ogni
angolo del mondo. E fanno del loro amore un
segno di festa. Angelo Casati in merito scrive: "Dio è nel segno della festa, la festa di
tutti, quando ci si abbandona, ci si lascia andare, quando si è sbilanciati, come in una
danza...Dio non è nella rigidità, Dio non è
nel trattenersi, Dio non è nel chiudersi. È
nello sbilanciarsi, che è lo sbilanciarsi
dell’amore. Se non ti sbilanci, non è amore".
Verissimo.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 7
I Settimana di Quaresima
Quante pagine della Sacra Scrittura possono essere
meditate nelle settimane della Quaresima per
riscoprire il volto misericordioso del Padre!
Papa Francesco
Il Santo del giorno:
Santa Giuliana di
Nicomedia
Nacque intorno al 285
a Nicomedia, oggi I­
zmit, in Turchia. Nella
sua famiglia d'origine
era l'unica cristiana.
Suo padre in particola­
re era un seguace ze­
lante delle divinità pa­
gane. All'età di nove
anni, sarebbe stata pro­
messa in sposa al pre­
Agisci
Gesù ce lo dice chiaramente: se non siamo capaci di perdonare gli altri, non
saremo perdonati da
Dio! Oggi perdonerò
di cuore qualcuno
che mi ha ferito.
fetto della città, un pa­
gano di nome Eleusio.
Secondo gli accordi
raggiunti dalle due fa­
miglie, le nozze si sa­
rebbero celebrate quan­
do Giuliana avesse
compiuto 18 anni. Ma
quel giorno la giovane
disse che avrebbe ac­
cettato solo se Eleusio
si fosse fatto battezza­
re. Venne quindi de­
nunciata dallo stesso
fidanzato come cristia­
na praticante. Imprigio­
Martedì
16
Febbraio
I Settimana
del Salterio
nata, non tornò sulla
sua decisione neppure
dopo la condanna a
morte. Venne quindi
decapitata verso il 305,
al tempo di Massimia­
no. L'iconografia la
rappresenta spesso in­
sieme ad un diavolo
che la tormenta, ma
non mancano le raffi­
gurazioni delle torture
da lei subite in vita,
come l'essere appesa
per i capelli o tormen­
tata con il fuoco.
Brano Evangelico: Mc 6,7­15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i
pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro,
perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiedia­
te. Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdo­
nerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdo­
nerà le vostre colpe».
Contemplo: Sia fatta la tua
volontà
(Mt 6,10)
Nel "Padre nostro" chiediamo a
Dio che sia fatta la sua volontà.
Ciò significa che, da una parte,
dobbiamo accettare le vicende
liete e tristi così come avvengono e, dall'altra, impegnarci nel
mettere in pratica ciò che sappiamo essere la sua volontà: amarlo con tutto il cuore e amare
il prossimo come noi stessi.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 8
Dal Libro del Profeta Isaia
Come la pioggia
Is 55,10­11
La mia parola opera ciò che de­
sidero. Come la piaggia e la ne­
ve ...
È un'immagine semplice, ma molto bel­
la e interessante quella che usa il profeta
Isaia per farcì capire l'efficacia e la po­
tenza della parola di Dio: è come la
pioggia e la neve che permettono alla
terra di dare frutto. II seme che farà frut­
tificare a terra irrigata non viene dalla
pioggia, ma è già nella terra, dormiente.
La pioggia lo risveglia, gli dona forza
vitale ed energia perché diventi frutto.
Così accade in noi quando ascoltiamo la
parola di Dio: scende dall'alto sulla no­
stra vita e la bagna, permettendo al bene
che c'è in noi di risvegliarsi. di crescere,
fino ad arrivare al frutto della fede e
delle buone opere. Ecco perché abbiamo
bisogno di ascoltare la Parola ogni gior­
no, con cuore attento e disponibile.
Preghiera
Signore Gesù, te lo chiediamo ancora,
te lo chiediamo sempre: insegnaci a
pregare! Maestro dei nostri cammini
interiori, ti supplichiamo ancora: insegnaci a pagare il prezzo della conoscenza di Dio come Padre nostro, con
la memoria operosa e fattiva dei fratelli e delle sorelle che sono altrettanto
nostri. Kyrie eleison!
Medita la Parola
Abbà, Padre mio!
Meditazione di don Carlo Moro parroco di Gargnabo
Con il "Padre nostro" Gesù ci fa comprendere,
anzitutto, che la preghiera, prima ancora di
essere un'orazione, vocale o mentale, è un atteggiamento: sentirci figli di Dio, gustare questa nostra condizione, che ci fa sentire amati,
protetti e benedetti dal Padre. La condizione
di figli ci impegna a vivere da fratelli e, in
questo modo, la preghiera ci educa a combattere il nostro egoismo e ad incrementare la
nostra bontà. Possiamo pregare in modi assai
diversi, insegnati dalle diverse scuole di spiritualità e più adatti al nostro tem­peramento,
al tempo a disposizione, alle situazioni di vita
in cui ci troviamo. Però, affinché la nostra
preghiera sia autentica, essa deve essere innalzata sulla "base" indicata dal "Padre nostro": l'umiltà di una creatura che riconosce di
essere sempre bisognosa della grazia; la ricerca dei beni dello spirito, "il regno"; il desiderio
di praticare la volontà del Padre; l'affidamento
alla Provvidenza di Dio che sa prendersi cura
anche dei nostri bisogni materiali, la doman­
da del perdono perché ci riconosciamo peccatori, la pro­messa della misericordia verso gli
altri, l'implorazione dell'aiuto divino contro le
tentazioni che vengono dal nostro cuore. Ci
accorgiamo che nel "Padre nostro" tutti i gran­
di valori del Vangelo sono mirabilmente riassunti. Essa è la "preghiera perfettissima", secondo san Tommaso d'Aquino: Gesù, Maestro
della nostra preghiera, conosce nel suo cuore
di uomo i bisogni dei suoi fratelli e delle sue
sorelle di umanità e ce li manifesta.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima­ pagina 9
Pagine bibliche
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Anno della Misericordia 2015/16
Catechesi sulla parabola
del Padre Buono/3
Il Figlio minore/3
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Mi leverò e andrò da mio padre e gli
dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno
di esser chiamato tuo figlio.
Non ci resta che una nostalgia. La
nostalgia della casa paterna, del
bene, del bello. L’odore del pane,
il profumo di un giardino, dei
mandorli in fiore. Del calore di un
fuoco, del sorriso di un volto …
Nostalgia arcaica e sempre nuova.
Rumore di vento tra le fronde di
un bosco, canto di un ruscello che
corre tra i dirupi … Sussurri di
parole vere, labbra fresche da ba­
ciare, bambini da abbracciare.
Nidi da raccogliere e da posare
con delicatezza tra i rami
dell’albero, tramonti da contem­
plare, cieli stellati in cui spaziare.
Nostalgia di cose semplici e quoti­
diane ma che riempiono il cuore di
gioia e gli occhi di lacrime.
Nostalgia dei miei monti, di prati
ricamati di fiori, dell’odore del
fieno, di corse senza fine. Nostal­
gia di preghiera, di una Corona
che scorre tra le dita mentre il fre­
sco soffio del vento crepuscolare
sussurra parole dolci e piene di
amore.
Ti lascio paese lontano. Ti lascio
la mia sete di potere, le parate do­
ve primeggiare, le danze in ma­
schera dove si celebra il culto
dell’apparire, i soldi da contare, le
bellezze artificiali delle tue donne.
Torno a casa, alla mia casa. Torno
dal Padre, al suo servizio, sotto il
suo sguardo pieno di compassione
e di amore. Torno al giardino, alle
cose vere, ad un uscio che da sem­
pre mi attende. Beata nostalgia,
torno a casa.
Preambolo al commento sul figlio
maggiore.
I sentieri del cuore
Quando intraprendi il sentiero più
difficile, il sentiero del cuore, su­
bito provi un senso di smarrimen­
to che presto cede il posto alla
paura. Ti accorgi che le realtà più
bieche, le meschinità che tanto hai
combattuto sono dentro di te, sono
la palude maleodorante che tante
volte hai voluto bonificare negli
altri e nelle realtà quotidiane che
ti circondano. Nel sentiero del tuo
cuore trovi le cattive inclinazioni,
i pensieri perversi, gli urli e le
grida di istinti repressi e mai del
tutto sopiti. Ascolta, non fuggire.
Non permettere che la paura para­
lizzi il tuo affannoso cammino tra
i dirupi di quello che sei. Abbi il
coraggio di percorrerlo fino in
fondo. E’ il tuo volto piagato
quello che intravedi nel profondo
del tuo io interiore. Non temere la
verità, riconosci quel fratello minore che null’altro ti chiede che
uno sguardo di pietà, un atto di
benevolenza che tante volte hai
concesso agli altri. Non assecon­
darlo, ma ascoltalo. Dai sentieri
del cuore si ritorna nudi, umiliati,
con i bubboni scoperti ma veri ed
autentici. Solo così cresce in noi
l’uomo nuovo, l’uomo rappacifi­
cato. Con se stesso, prima che con
gli altri.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 10
I Settimana di Quaresima
Quante pagine della Sacra Scrittura possono essere
meditate nelle settimane della Quaresima per
riscoprire il volto misericordioso del Padre!
Papa Francesco
Il Santo del giorno:
San Costabile
Nacque verso il 1070 a
Tresino in Lucania
dalla nobile famiglia
Gentilcore. A sette
anni Costabile fu affi­
dato all'abate di Cava
dei Tirreni, Leone I,
divenendo poi monaco
nella stessa Abbazia.
Dimostrò un impegno
encomiabile nella Re­
gola benedettina nella
Mercoledì
17
Febbraio
I Settimana
del Salterio
vita monastica, tale
che fu incaricato
dall'abate di importan­
ti trattative di affari. Il
10 gennaio 1118, con
il pieno consenso dei
monaci, fu elevato
dall'abate a suo coa­
diutore, succedendogli
poi nella carica alla
sua morte, il 4 marzo
1122. Morì il 17 feb­
braio 1124 a soli 53
anni. Dopo la morte
apparve varie volte
agli abati suoi succes­
sori, venendo in loro
aiuto nelle contingen­
ze. Si ricordano i suoi
interventi prodigiosi
per la salvezza delle
navi, che in seguito
appartennero all'Abba­
zia, al punto che per
tutto il Medioevo fu
ritenuto protettore dei
marinai dell'Abbazia
stessa.
Agisci
Per un sincero percorso
di conversione c'è bisogno di umiltà. Finché
restiamo seduti sul nostro trono, sentendoci re
e padroni assoluti della
nostra vita, non c'è possibilità di vero pentimento. Chiederò a Maria, modello di umiltà,
che mi aiuti a rinunciare
alle mie false sicurezze
per affidarmi a Dio.
Brano Evangelico: Lc 11, 29­32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno,
ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come
Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo
sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si
alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché
ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di
Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del
giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la
condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono.
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Contemplo: Lavami, o Dio,
dalla mia colpa (Sal 50,4)
«Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro» (Sal 50,4). La nostra esperienza quotidiana ci insegna che
siamo poveri peccatori, fragili
e incostanti nel bene, nella fiducia in Dio. Riconoscere davanti a Dio il nostro peccato e
chiedergli perdono è il primo
passo verso la pace interiore.
Saremo così capaci di comprendere e perdonare il nostro prossimo.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 11
Dal Libro del Profeta Giona
Appello alla conversione
Medita La Parola
… ma qui nel mondo
Gionata 3,1-10
I Niniviti si convertirono dalla
loro condotta malvagia.
L'appello alla conversione è rivolto a tut­
ti, anche a chi non appartiene al popolo d'
Israele. come ali abitanti di Nìnive. Que­
sto invito alla conversione raggiunge i
niniviti attraverso la voce del profeta Gio­
na, che accetta di mettersi a servizio di
Dio per il bene degli altri, anche se non
sono suoi fratelli e non appartengono al
suo popolo. Hai mai pensato che Dio può
chiedere anche la tua collaborazione per
chiamare alla conversione i lontani che
incontri nella vita di ogni giorno e che
forse non avranno altre occasioni di arri­
vare alla fede se non attraverso di te? È
proprio così: Dio ti chiede, oggi, di accet­
tare di attraversare la Nìnive in cui vivi,
annunciando a tutti il suo amore.
Preghiera
Signore Gesù, infondi nel nostro cuore
l'umiltà di chi crede nell'altro prima di
credere troppo in se stesso. Dona alla
nostra mente la santa curiosità di chi sa
sperare come i bambini, i quali si aspettano sempre qualcosa di nuovo e di bello. Ricordaci ogni giorno che il inondo
degli altri viene da te e che tu te ne prendi cura chiedendoci di fare altrettanto.
Kyrie eleison!
Meditazione di Fiorella Elmetti
"Voglio stare nel mondo, dare un senso alla mia
vita, e riempirla di sorrisi nuovi e veri", diceva
una canzone di Pierangelo Bertoli. In questi brevi versi si rileva la volontà di condividere la vita,
anche se difficile, cercando di migliorarla e di
renderla più vivibile. Ben diverso è stato il comportamento di Giona che per paura fugge prima
la vocazione che Dio gli assegna, poi la accetta
anche se a malincuore, predicando la necessità
della conversione dai peccati. Eppure, Dio non lo
mette in castigo come un profeta fallito, ma fa
di lui “un segno per quelli di Ninive”. Con Gesù
la nostra vita acquista profondità: “qui vi è uno
più grande di Giona”. Etty Hillesum ce lo conferma a modo suo: "E' vero, ci portiamo dentro proprio tutto, Dio e il cielo e l'inferno e la terra e la
vita e la morte e i secoli, tanti secoli. Uno scenario, una rappresentazione mutevole delle circostanze esteriori. Ma abbiamo tutto in noi stessi e queste circostanze non possono essere mai
così determinanti, perché esisteranno sempre
delle circostanze - buone e cattive - che dovranno essere accettate, il che non impedisce poi
che uno si dedichi a migliorare quelle cattive.
Però si deve sapere per quali motivi si lotta, e si
deve cominciare da noi stessi, ogni giorno da capo". Di certo, non possiamo contare sulle nostre
forze umane. Di certo, dobbiamo tenere gli occhi aperti e il cuore in ginocchio per non lasciarci assorbire dalla routine, dal “tanto…cosa posso
fare io?”. Don Aldo Vignola affermava che occorre “una vita di preghiera, ma qui nel mondo: dove si vive, si condividono e si devono santificare
con Cristo i valori e le tensioni del proprio tempo, le fatiche e le gioie, le aspirazioni e le pene
degli uomini, per cercare insieme in Cristo la
risposta ai loro problemi…”.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 12
I Settimana di Quaresima
Giovedì
18
Febbraio
Riscopriamo le opere
di misericordia corporale!
Papa Francesco
Il Santo del giorno:
Beato Giovanni da
Fiesole
Il beato domenicano
Giovanni di Fiesole è
meglio
conosciuto
come Beato Angeli­
co. Esercitò l'arte
predicatoria con il
pennello, dipingendo
moltissimi capolavo­
ri tra i quali la cele­
I Settimana
del Salterio
berrima Annuncia­
zione. Nato alla fine
del Trecento ­ con il
nome di Guido ­ a
Vicchio di Mugello,
entrò con il fratello
Benedetto nel con­
vento di Fiesole. O­
però a Firenze, in
tutta la Toscana, a
San Pietro e nei pa­
lazzi vaticani, su in­
vito di Eugenio IV.
Morì a Roma nel
1455 nel convento di
Santa Maria sopra
Minerva, dove tutto­
ra sono conservate le
sue spoglie. Giovan­
ni Paolo II l'ha pro­
clamato nel 1984 pa­
trono universale de­
gli artisti.
Agisci
Brano Evangelico: Mt 7,7­12
Ci sono dei momenti
nella vita in cui ci
sembra di essere completamente soli, abbandonati da tutti. In
chi cerchiamo aiuto?
Con l'intercessione di
Maria, aiuto dei cristiani, oggi mi rifugio
presso il Signore.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato;
cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede ri­
ceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che
gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà
una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai
vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a
quelli che gliele chiedono!Tutto quanto volete che gli uomini facciano a
voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Contemplo: Chiedete e vi
sarà dato (Mt 7,7)
Ispiraci, o Padre, pensieri e
propositi santi, in modo da
chiedere ciò che realmente ci
aiuta nella fedeltà ai tuoi comandamenti. Tu vuoi infondere
in noi il tuo Spirito, affinché
siamo realmente tuoi figli, e ci
hai donato il tuo Figlio diletto,
per mostrarci in lui tutto ciò
che dobbiamo fare e come
dobbiamo camminare dinanzi a
te in purezza di cuore.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 13
Dalla Prima Lettura
Dal Libro di Ester
Medita la Parola
Ester 4,17
Non ho altro soccorso fuori di te, o
Signore.
Meditazione di Fiorella Elmetti
Nel segreto
Spesso la nostra preghiera diventa vera
solo quando siamo alle strette e ci ve­
diamo senza più nessun appiglio. Proba­
bilmente la ragione è da ricercare nel
fatto che, quando siamo nella sof­
ferenza, diventiamo più veri e realisti
nei confronti di noi stessi e di Dio. Ab­
biamo bisogno di aiuto e sappiamo che
solo lui può darcelo davvero. La regina
Ester, di fronte alla minaccia che in­
combe sul suo popolo, si rivolge all'uni­
co in grado di mostrare una via, una so­
luzione per una situazione altrimenti
senza uscita. In questa Quaresima prova
a esercitarti in una preghiera più essen­
ziale e semplice, ma anche più vera e
autentica: quella che nasce dal cuore.
nella fiducia e nella certezza che lui ti
ascolta sempre, anche quando ti sembra
che non sia così.
Preghiera
Signore Gesù, anche noi talora siamo
davanti a te come orfani alla ricerca di
un riparo, di un conforto, di un'ispirazione capace di rimettere in moto la
vita e di rinnovare la speranza. La preghiera che ti rivolgiamo sia per noi un
intimo laboratorio attraverso cui il nostro cuore divenga sempre di più conte
il tuo. Kyrie eleison!
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete;
bussate e vi sarà aperto».
Gesù si rende presente attraverso la bontà dei suoi
figli, attraverso tanti gesti di generosità che vengono compiuti nel segreto, senza fatti eclatanti, nel
silenzio che avvolge la semplicità di piccole azioni
quotidiani. Il miglior commento al Vangelo di oggi
è questo episodio accaduto a Madre Teresa di Calcutta.
Un giorno, a Calcutta, venne un uomo con
una ricetta e disse: «Il mio unico figlio sta
morendo e questa medicina la si può trovare
soltanto fuori dall'India». Proprio in quel momento, mentre stavamo ancora parlando,
venne un uomo con un cesto pieno di medicine e, proprio sopra a tutte, c'era il farmaco che ci occorreva. Se fosse stato sotto le
altre non l'avrei scorto. Se fosse venuto prima o subito dopo, non l'avrei potuto vedere.
Ma in quel preciso momento, tra milioni e
milioni di bambini nel mondo, Dio, nella sua
tenerezza, si era preoccupato di quel piccino che stava negli slums di Calcutta fino a
mandare, nel momento esatto, quel cesto di
medicine per salvarlo. Sia lode alla tenerezza dell'amore. di Dio, poiché ogni piccolo,
sia che appartenga a una famiglia ricca o a
una povera, è figlio di Dio, creato dal Creatore di tutte le cose.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 14
I Settimana di Quaresima
Essere confessori significa partecipare
della stessa missione di Gesù ed essere segno
concreto della continuità di un amore
divino che perdona e che salva.
Papa Francesco
Il Santo del giorno:
Beato Corrado
Confalonieri
Nato a Piacenza nel 1290,
era di nobili origini. Un
giorno accusò un uomo
innocente di un incendio
appiccato da lui stesso
durante una battuta di
caccia. Di fronte alla con­
danna a morte per l'uomo
accusato ingiustamente
Corrado si mosse e pietà
e ammise la sua respon­
sabilità. Dopo aver paga­
to i danni causati si ritro­
vò in povertà. Assieme
alla moglie vendette gli
averi e ne diede il ricava­
to ai poveri. Abbracciate
la regola di Francesco e
Chiara decisero di diven­
tare religiosi. Corrado
quindi divenuto terziario
francescano si ritirò in
eremitaggio. Dopo aver
vagabondato in solitudine
approdò all'isola di Mal­
ta. Da qui riprese il mare
e giunse al porto di Palaz­
Venerdì
19
Febbraio
I Settimana
del Salterio
zolo e da qui a Noto An­
tica. Giunto nella Val di
Noto vi passò trent'anni,
tra la preghiera, il servi­
zio e il romitaggio. Gli si
attribuiscono molti mira­
coli. Morì mentre era in
preghiera, il 19 febbraio
1351. Gli e' comunemen­
te attribuito il titolo di
santo. Cosi' fa pure la
Bibliotheca Sanctorum. Il
Martyrologium Roma­
num, invece, lo qualifica
come "beato".
Brano Evangelico: Mt 5,20­26
Agisci:
È questo il punto centrale di un cammino di
conversione: formare
un cuore nuovo, un
nuovo modo di pensare, sentire, agire. Oggi chiederò a Dio questa grazia, perché anche io possa essere,
come
Maria,
una
"dimora tutta consacrata a Dio".
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella
degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli
antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi
dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi
poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice:
“Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta
all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono
davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo
dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,
perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga getta­
to in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino
all’ultimo spicciolo!»
Contemplo: Riconciliati con il
fratello (cf Mt 5,24)
I doni che offriamo in chiesa sono importanti, ma più importante è avere il cuore libero da risentimenti. Facciamo in modo
che nel nostro intimo non riman-
gano contese e gelosie, disponiamoci al perdono, alla riconciliazione, affidando a Dio le nostre
fatiche e le nostre sofferenze.
Allora potremo offrire a Dio un
dono a lui gradito.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 15
Dal Libro del profeta Ezechiele
La correzione fraterna
Ez 18,21­28
Forse che io ho piacere della morte
del malvagio, o non piuttosto che
desista dalla sua condotta e viva?
Ciascuno di noi ha per la salvezza o la
perdizione degli altri, un ruolo impor­
tante. Chissà quante volte avresti potuto
avvisare coloro che il Signore ti ha mes­
so accanto per riportarli a lui e al suo
amore e, per tanti motivi, non lo hai fat­
to. Dunque la responsabilità è grande: a
volte, con tatto e rispetto, puoi dire sem­
plici parole o fare piccoli gesti che pos­
sono tirare fuori dal buio coloro che,
forse, hanno bisogno anche solo di un
incoraggiamento. Del resto, anche tu lo
avrai sperimentato: quante volte Dio ti
ha mandato la persona giusta al momen­
to opportuno perché tu potessi incon­
trarlo o vederlo più chiaramente? Que­
sto è un vero ministero nella Chiesa, che
si manifesta nella semplicità ma ha in sé
un valore infinito.
Preghiera
Grazie, Signore Gesù! Riceviamo da te,
ogni giorno, il dono inestimabile della
tua misericordia, che ci rende creature
nuove: più profondo lo sguardo, più
accogliente il cuore, più sicuro il passo.
Come possiamo, salvati dalla forza del
tuo amore, negare ai fratelli «lo spicciolo» della nostra fiducia, del perdono, di una mano tesa, di una parola di
speranza? Kyrie eleison!
Medita la Parola
Guardare il bene e non uccidere con le
chiacchiere
Meditazione di Eletti Fiorella
La giustizia cristiana deve essere superiore a
“quella degli scribi e dei farisei”, perché si fa
davvero presto ad “uccidere”, sia col pensiero
che con la lingua. Così è per l’invidia, sottolinea
Papa Francesco, “uccide e non tollera che un
altro abbia qualcosa che io non ho. E sempre
soffre, perché il cuore dell’invidioso o del geloso soffre. E’ un cuore sofferente!... Ma quante
volte nelle nostre comunità per gelosia si uccide con la lingua. Uno ha invidia di questo, di
quell’altro e incominciano le chiacchiere: e le
chiacchiere uccidono! E io, pensando e riflettendo su questo passo della Scrittura, invito me
stesso e tutti a cercare se nel mio cuore c’è
qualcosa di gelosia, c’è qualcosa di invidia, che
sempre porta alla morte e non mi fa felice; perché sempre questa malattia di porta a guardare
quello che di buono ha l’altro come se fosse
contro di te. E questo è un peccato brutto! E’
l’inizio di tante, tante criminalità. Chiediamo al
Signore che ci dia la grazia di non aprire il cuore
alle gelosie, di non aprire il cuore alle invidie,
perché sempre queste cose portano alla morte.
Pilato era intelligente e Marco nel Vangelo dice
che Pilato se ne era accorto che i capi degli scribi gli avevano consegnato Gesù per invidia.
L’invidia, secondo l’interpretazione di Pilato,
che era molto intelligente ma codardo!, è quella
che ha portato alla morte Gesù. Lo strumento,
l’ultimo strumento. Glielo avevano consegnato
per invidia. Anche chiedere al Signore la grazia
di non consegnare mai, per invidia, alla morte
un fratello, una sorella della parrocchia, della
comunità, neanche un vicino del quartiere: ognuno ha i suoi peccati, ognuno ha le sue virtù.
Sono proprie di ognuno. Guardare il bene e non
uccidere con le chiacchiere per invidia o per gelosia”.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 16
spiritualità
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
provare rabbia e odio. Non
Anno della Misericordia 2015/16
avrebbe fatto male a Pino-
Le opere di Misericordia
chet, ma a me». Il risenti-
Perdonare le offese
mento è preludio di danna-
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
zione, o meglio, è un piccolo inferno sulla terra; ogni
anelito al compimento, il
desiderio di pace, il soffio
vitale della beatitudine si
infrangono sugli scogli gelidi
e ruvidi del livore. Il perdono delle offese implica
un “lasciar andare”, uno
spezzare non certo il ricordo, ma il debito contratto
da chi ha commesso il male.
L’atto del perdono si mo-
Perdonare le offese ricevu-
l'uomo cattivo, fa emergere
stra così capace di guarire
te non è solo un' opera di
dagli abissi interiori il peg-
non solo l’offensore, ma
misericordia spirituale, l'a-
gio di noi. Le offese devono
anche l’offeso: “il perdono
pice e la perfezione dell'a-
rimanere sole; guai se tro-
è l’unica reazione che non
more, ma è una necessità,
vano delle resistenze, cioè
si limita a reagire, ma che
una sorta di pulizia psichica
dei rancori, s'infiammeran-
agisce nuovamente e ina-
e interiore. Perdonare è un
no sempre più, distruggen-
spettatamente, non condi-
bene che facciamo a noi
do chi le ha subite.
La
zionato da un atto che l’ha
stessi prima che all'altro, è
scrittrice
Allende,
provocato, e che quindi li-
un atto dovuto alla nostra
nipote del presidente Allen-
bera dalle sue conseguenze
esistenza più che un' opera
de, morto durante il golpe
sia colui che perdona sia
virtuosa. E' necessario per-
del
colui
donare, fa bene perdonare.
"benedettissimo" Arturo Pi-
Il rancore è una sorta di
nochet, confessa: «Ho per-
morbo maligno, inquina le
donato Pinochet perché non
sorgenti del cuore, rende
potevo più sopportare di
Isabel
"funeralissimo"
e
che
è
to” (Hannah Arendt).
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 17
perdona-
I Settimana di Quaresima
"Un anno di misericordia" è questo quanto viene
annunciato dal Signore e che noi desideriamo vivere.
Papa Francesco
Il santo del giorno:
San Leone di
Catania Vescovo
Leone, nacque a Ra­
venna, nel 720 d.C..
Ancora giovane entrò
nell'ordine dei monaci
benedettini e si trasferì
a Reggio Calabria. Qui
rimase fin quando fu
eletto vescovo di Cata­
nia. Si narra che i cata­
nesi, dovendo eleggere
un nuovo vescovo, a­
Sabato
20
Febbraio
I Settimana
del Salterio
vessero avuto in sogno
da un angelo che a
Reggio Calabria vives­
se Leone che sarebbe
stato la persona giusta.
Inizialmente Leone,
non ritenendosi degno,
rifiutò, ma dopo molte
insistenze, accettò. In
quegli anni, in tutto
l'Impero bizantino era
in atto la distruzione
delle immagini sacre
«iconoclastia». Coloro
che non ubbidivano
all'editto che metteva al
bando le icone veniva­
no incarcerati. Leone si
oppose a questa legge.
Per tale ragione il go­
vernatore della Sicilia
ne ordinò l'arresto e
Leone fu costretto a
rifugiarsi sulle monta­
gne. Dopo molti anni
ritornò a Catania dove
riprese il suo seggio
vescovile e dove morì
il 20 febbraio 789.
Brano Evangelico: Mt 5, 43­48
Agisci
Non sono le cose che
diciamo che contano,
ma quelle che facciamo. La parola di Dio ci
viene data per essere
messa in pratica. Oggi
farò particolare attenzione affinché alle mie
parole seguano coerentemente i fatti.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto:
“Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vo­
stri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del
Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni,
e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano,
quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il
saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno
così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vo­
stro celeste».
Contemplo : Siate perfetti co-
me il Padre (Mt 5,43)
«Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,43). Signore Gesù,
tu ci chiedi qualcosa di veramente difficile per le nostre
povere forze, ma apri i nostri
cuori alla tua grazia, e sostienici con il tuo amore, allora potremo davvero amare
e perdonare il nostro prossimo, accogliendolo come tu ci
hai insegnato a fare.
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 18
Dal Libro del Deuteronomio
Diritti e doveri
Dt 26,16­19
Sarai un popolo consacrato al
Signore tuo Dio.
Dio si impegna con Israele in un'alle­
anza. Ma un'alleanza, per essere valida,
deve avere dei diritti e dei doveri da
parte di entrambe le parti: ciò significa
che Dio sarà fedele alle sue promesse a
patto che il popolo eletto si impegni a
osservare la sua legge. II premio per
questa promessa adempiuta è che Israe­
le sarà un popolo particolare, cioè avrà
con l'Altissimo una confidenza che nes­
suno ha mai avuto. Dio ha stipulato que­
sta alleanza d'amore anche con te, ma
ricorda che anche tu hai dei doveri. Ge­
sù, che ha pagato questa alleanza d'amo­
re tra te e il Padre. ti chiede di fare la
stessa cosa che lui ha fatto. Dunque,
non si tratta tanto di offrire a Dio dei
sacrifici o di osservare letteralmente
delle regole, quanto piuttosto di donar­
gli tutto te stesso, così come lui ha fatto
con te.
Preghiera
Signore Gesù, noi non sappiamo se
siamo giusti o ingiusti... non lo sappiamo di noi stessi e come potremmo mai
saperlo degli altri? Aiutaci ogni giorno
a rifuggire dalla ricerca dello straordinario e insegnaci le vie ordinarie di un
amore che è sempre unico.
Kyrie eleison!
Medita La Parola
La bellezza dell’amore
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Perché devo amare sempre e comunque? Perché
questo bene deve andare oltre gli umani limiti,
fino ad accettare quelli che mi hanno fatto del
male, coloro che il Vangelo di oggi chiama
“nemici”? Non ho mai capito fino in fondo questo
“estremo”, questa legge evangelica che mi rende
debole e “stupido” agli occhi degli uomini. Alcuni
giorni fa ho trovato alcuni appunti relativi ad un
corso di esercizi che risalgono agli anni di teologia. Avevo appuntato una citazione tratta da “le
Meditationes” di Guigo I, priore certosino (1083
circa - 1137): «l'essere privato di una bellezza o di
una perfezione naturale non è ugualmente dannoso ad ogni cosa. Infatti se la rosa cessasse di avere
il suo colore naturale o il giglio di profumare, il
danno sarebbe piccolo per me, che pur amo queste sensazioni; ma per essi, ossia per la rosa e per
il giglio, sarebbe molto più terribile, perché privati della loro propria e naturale bellezza».
L’amore, come la bellezza, non può perdere il
proprio colore, la fragranza del suo profumo, la
freschezza di una giovinezza che va oltre i limiti
del tempo e delle stagioni. Se un fiore si altera e
appassisce perde tutte le sue prerogative; così
l’amore: se non abbraccia tutti gli uomini, anche
coloro che ci hanno offeso o fatto del male, perde
il suo pregio, la propria virtù. E l’amore, quando
perde di qualità, si altera, subisce una metamorfosi e si trasforma nella propria antitesi: cattiveria, rancore, odio. La perfezione di cui parla Gesù
nel Vangelo non può essere corrosa dai torti subiti, da quelle naturali antipatie che avvertiamo nei
confronti “di chi non la pensa come noi”, dalle
invidie o dai rancori che si accavallano, come onde spinte dal turbine, dentro di noi. “Beati i miti
perché erediteranno la terra... ; beato l’uomo
che «fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra
i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti».
Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Anno XV- n. 743
Domenica 14 Febbraio 2016
Chiuso il 09/02/2016
Numero copie 1470
333/3390059
don Luciano
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità
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Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare)
I Santi del Giorno
Tutte le opere di San Agostino
I racconti di un pellegrino russo
L’Imitazione di Cristo
Ti aspetto ogni giorno su:
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