Welfare, no a tagli lineari Da ridefinire le priorità

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Transcript Welfare, no a tagli lineari Da ridefinire le priorità

- giovedì 11 febbraio 2016 -
PROVINCIA
l'Adige -
Pagina: 28 -
I sindacati: la giunta è in ritardo sul database di sussidi e servizi
«Welfare, no a tagli lineari
Da ridefinire le priorità»
Cgil, Cisl e Uil: non si scarichi il peso sui lavoratori
Il taglio di quasi 10 milioni euro nella legislatura (2013-2018)
ai trasferimenti alle Comunità
di valle per le politiche socioassistenziali, annunciato dall’assessore al welfare, Luca Zeni, preoccupano i sindacati Cgil,
Cisl e Uil del Trentino, secondo i quali: «Il taglio del finanziamento alle Comunità di Valle
non può essere lineare, né scaricarsi sui lavoratori del privato sociale».
«Siamo pienamente consapevoli che il bilancio della Provincia è destinato a contrarsi e che
a tutti tocca fare di più con meno. Deve essere chiaro però commentano Andrea Grosselli (Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl)
e Walter Alotti (Uil) - che quello nelle politiche di welfare resta un investimento decisivo
non solo per garantire la coesione sociale in tutto il Trentino, ma anche per rafforzarne
la crescita economica».
Cgil Cisl Uil del Trentino riaffermano la centralità delle politiche sociali e sono pronte a fare la propria parte per rafforzare efficacia e qualità del welfare locale. «Perché questo accada - scrivono in un comunicato congiunto - la Provincia
deve definire con più precisione indicatori per rilevare lo stato di fragilità sociale delle Comunità, su cui determinare il finanziamento ai territori e valutarne i risultati. Poi va assicurato che la riduzione delle risorse non si scarichi immediatamente sulle lavoratrici ed i lavoratori del terzo settore, che
garantiscono professionalità e
dedizione nei servizi di assistenza a minori, adulti, anziani, disabili e a tutti coloro che
esprimo un disagio sociale».
Per Cgil, Cisl e Uil, proprio per
garantire maggiore efficacia alle politiche di welfare e soste-
Da sinistra, Lorenzo Pomini (Cisl) e Andrea Grosselli (Cgil del Trentino)
nere la crescita economica, la
priorità va data, per esempio,
ai servizi alla prima infanzia e
più in generale alla conciliazione, così da permettere a chi ha
carichi familiari di continuare
a lavorare; all’accesso dei giovani nel mercato del lavoro; al
raccordo tra sostegni al reddito e servizi per l’impiego per
gli svantaggiati; all’integrazione dei cittadini stranieri e delle seconde generazioni e alla
gestione dell’invecchiamento
della popolazione durante la vita attiva e al pensionamento. Il
tutto innovando i servizi di welfare e introducendo strumenti
come i voucher, per sostituire
almeno in parte i benefici monetari.
«Siamo però in ritardo - avver-
tono Grosselli, Pomini ed Alotti - sulla quantificazione dei benefici che ciascuna famiglia riesce a cumulare tra riduzioni tariffarie, sostegni economici, accesso ai servizi di assistenza e
cura. Il fatto che non esista un
database unico a livello provinciale tra sociale, socio-sanitario, tariffe e ammortizzatori locali, rende molto difficile impostare le politiche e valutarne gli
esiti. Su questo fronte la giunta deve accelerare per arrivare a dotarsi di questo strumento di monitoraggio entro la fine della legislatura». Intanto
Cgil Cisl Uil del Trentino hanno
aperto un canale di dialogo con
il terzo settore per condividere alcune priorità e una serie di
azioni comuni.
- giovedì 11 febbraio 2016 -
T R E N T I N O - Pagina: 36 -
Cgil, Cisl e Uil
«No ai tagli del welfare,
il terzo settore va tutelato»
◗ TRENTO
«Siamo pienamente consapevoli che il bilancio della Provincia è
destinato a contrarsi e che a tutti
tocca fare di più con meno. Deve essere chiaro però che quello
nelle politiche di welfare resta
un investimento decisivo non
solo per garantire la coesione sociale in tutto il Trentino, ma anche per rafforzarne la crescita
economica».
Alla notizia di ridurre di circa
10 milioni di euro nel corso della
legislatura al finanziamento delle Comunità di valle sul fronte
dell'assistenza, Cgil Cisl Uil intervengono sulla centralità delle
politiche sociali e sono pronte a
fare la propria parte per rafforzare efficacia e qualità del welfare
locale. «Perché questo accada –
commentano Andrea Grosselli
(Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl) e
Walter Alotti (Uil) - la Provincia
deve definire con più precisione
indicatori per rilevare lo stato di
fragilità sociale delle Comunità
su cui determinare il finanziamento ai territori e valutarne i risultati. Poi va assicurato che la riduzione delle risorse non si scarichi immediatamente sulle lavoratrici ed i lavoratori del terzo
settore che garantiscono professionalità e dedizione nei servizi
di assistenza a minori, adulti, anziani, disabili e a tutti coloro che
esprimo un disagio sociale».
I sindacati chiedono alla
Giunta e alle Comunità di agire:
«Bisogna evitare i tagli lineari e
orientare la spesa dove vi è più
necessità. La priorità va data ai
servizi alla prima infanzia e alla
conciliazione per chi chi ha carichi familiari di lavorare».