Santa Rita, Mottura & Fontana: ferita aperta

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savona magazine
IL SECOLO XIX
MERCOLEDÌ
3 FEBBRAIO 2016
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LA CITTÀ ABBANDONATA. DALL’AREA RIMOSSO DOPO ANNI IL CARTELLO CON LA (ILLUSORIA) DATA DI FINE LAVORI
Santa Rita, Mottura & Fontana: ferita aperta
Bocciato il progetto del grattacielo di Bagnasco. Il Comune: «Non c’è nulla all’orizzonte»
OLTRE LETIMBRO
GENERAZIONI e generazioni di scolari delle elementari “Astengo” portano il ricordo di una visione
strana, desolata e misteriosa che si apre accostando l’occhio a qualche pertugio del cortile dell’istituto, od affacciandosi alle
finestre dei piani più alti:
la spianata di Mottura e
Fontana.
La “Mottura Fontana &
C.” – questa la sua denominazione ufficiale – era una
nota impresa di trasporti e
spedizioni, che impiegò
lungamente l’area situata
all’angolo tra via Servettaz
e via Migliardi e Venè.
Quando l’azienda se andò,
quello spazio iniziò a servire variamente da deposito.
Poi, all’alba degli anni
‘90, il grande piazzale finì
completamente in abbandono, chiuso dai quattro
muri perimetrali e dominato da una costruzione
ischeletrita. Tutto vuoto,
tutto fermo da decenni,
come un’isola silenziosa e
irraggiungibile in mezzo
ad un quartiere, mentre di
fronte nasceva il complesso del Matitino.
Eppure, come spesso accade in questi casi, si era
immaginato di tutto e di
L’area Mottura e Fontana in perenne abbandono
più: un “centro multifunzionale” che avrebbe dato
nuovo slancio ai rioni di
Santa Rita e San Michele;
poi, per iniziativa del costruttore Maurizio Bagnasco, un grattacielo alto 70
metri con appartamenti e
uffici; ed ancora, un asilo.
«Occorrerebbe portare a
completamento il vecchio
piano di urbanizzazione
da cui è sorto il Matitino –
commenta il vicesindaco
Livio Di Tullio, assessore
all’Urbanistica – Due cooperative – ricorda – si era-
no divise l’edificazione tra
una zona nord e una zona
sud. Quest’ultima ha poi
visto sorgere il Matitino,
invece la coop aggiudicataria della nord finì in liquidazione o fallì. Mi piacerebbe vedere quell’area
rimessa a posto, ma a
quanto pare non c’è nulla
all’orizzonte».
Specifica Giovanna Macario, dirigente dell’urbanistica del Comune: «In teoria c’è un progetto depositato, ma il proponente
non ha mai risposto alle ri-
chieste
d’integrazione
avanzate dall’Ufficio tecnico. Ormai sono passati
anni».
E così, niente di nuovo
sul fronte occidentale. Per
ora, gli unici a beneficiare
della situazione sono i gatti del quartiere, che trovano fra le piante rampicanti
e i recessi del muretto di
via Migliardi e Venè lo scenario ideale per far prosperare la loro colonia. Anche i gabbiani non disdegnano di frequentare la
zona, soprattutto nella
stagione della cova, fra la
tarda primavera e l’estate,
attirati dai vicini cassonetti
dell’immondizia.
Quattro anni fa la pace
tombale dell’area fu turbata dal divampare di un
incendio, di scarsa gravità
e presto soffocato dall’intervento dei Vigili del Fuoco.
Da qualche tempo è stato pietosamente rimosso
il cartello che indicava un
termine di fine lavori ampiamente scaduto: lavori,
come ovvio, mai iniziati.
Carlo Cerva, presidente
della “Campanassa”, un
veterano del Consiglio comunale, ha sempre seguito da vicino le vicende urbanistiche di Savona. Così,
tornando indietro di un
decennio, ricorda l’idea di
edificare un grattacielo
sull’area dell’ex Mottura e
Fontana.
«Maurizio
Bagnasco
aveva presentato il progetto di un grattacielo con
i piani separati l’uno dall’altro, che avrebbero permesso di realizzare quasi
dei giardini pensili. Personalmente – spiega Cerva –
anche se io sono un noto
criticone, lo trovavo bellissimo: in quella parte
della città non avrebbe interferito con l’architettura
storica. Ma il Comune bocciò il progetto. Salvando
però la volumetria, di fatto
“rovesciando” in orizzontale, su pochi piani, le dimensioni del grattacielo.
In uno spazio così ristretto, un’impresa impossibile».
Come è facile immaginare, poi, il grattacielo non
metteva certo d’accordo
tutti: all’inizio del 2007,
dalle colonne del Secolo
XIX, si dichiarava nettamente contrario Bruno Larice, presidente della III
Circoscrizione, sostenuto
da ben due raccolte di firme tra i cittadini