Scienze e Ricerche News, 15 febbraio 2016

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Transcript Scienze e Ricerche News, 15 febbraio 2016

ISSN 2283-5873
Scienze e Ricerche
news
SR
SUPPLEMENTO AL N. 23, 15 FEBBRAIO 2016
L’Agenzia
di verificare alcuni principi di base della
Spaziale Italiana
meccanica quantistica, come il mantenimento
dello stato di un fotone su un
e l’Università di
canale di telecomunicazioni.
Padova effettuano la
prima trasmissione
Nasce il
satellitare quantistica Coordinamento
della storia
nazionale degli enti
L’Università di Padova e il Centro
di monitoraggio
di Geodesia Spaziale di Matera dell’Agenzia Spaziale Italiana hanno dimo- dell’ambiente marino
strato nel corso di un esperimento che è
possibile inviare informazioni protette,
praticamente inviolabili, fino alla distanza record di 1700 km utilizzando un
fascio di fotoni ‘sparato’ nello spazio e
rispedito a terra in un nanosecondo. Le
informazioni viaggiano oggi in fibra o
in onde radio, utilizzando i bit. Ogni bit
può essere memorizzato, copiato, intercettato. I bit matematici dunque non si
prestano per le comunicazioni sicure
senza una chiave crittografica conosciuta dai legittimi corrispondenti, che può
comunque essere violata. La soluzione
è offerta dalla comunicazione quantistica che utilizza la luce come ‘messaggera’, ovvero i fotoni, microparticelle indivisibili, che generano impulsi di luce
al posto di quelli elettrici. Il bit classico
viene sostituito dal quantum bit - o qubit
– incaricato di trasferire da un trasmettitore verso un ricevitore gli stati quantistici di singoli fotoni. «Grazie all’esperimento, frutto di 12 anni di ricerche»
ha detto Paolo Villoresi, team leader dei
ricercatori dell’Università di Padova e
docente al Dipartimento di Ingegneria
dell’Informazione «è stato possibile
dimostrare la fattibilità dello scambio
di un messaggio cifrato inviolabile via
satellite a una distanza mai raggiunta e
I responsabili di alcuni tra i maggiori
Enti di ricerca italiani si sono incontrati per costituire la Joint Research Unit
EMSO Italia (JRU), un organismo
di coordinamento a livello nazionale
di laboratori, strumentazione e apparecchiature sofisticate, volte al monitoraggio e allo studio dell’ambiente
marino, con cui l’Italia rafforza la sua
leadership all’interno di un programma
di ricerca di lunghissimo termine. Si
tratta di un’alleanza tra enti di ricerca
con lo scopo di monitorare lo stato di
salute del Mediterraneo centrale. Con
questa alleanza si uniranno le forze e le
risorse di ciascun ente per rilevare dati
relativi anche ai rischi naturali e all’effetto dei cambiamenti climatici sulla
biodiversità. Gli Enti che partecipano
a questa iniziativa sono: INGV, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)
- Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) e Istituto di Scienze Marine
(ISMAR), Stazione Zoologica ‘Anton
Dohrn’ (SZN), Istituto Superiore per
la Protezione e la Ricerca Ambientale
(ISPRA), Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare (INFN), Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del
Mare (CoNISMa), Istituto Nazionale di
Oceanografia e Geofisica Sperimentale
(INOGS), e l’Agenzia Nazionale per le
Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA).
La costituzione della JRU coincide con
la fase conclusiva di un importante progetto denominato EMSO-MedIT che
ha avuto proprio lo scopo di aggiornare
e ampliare infrastrutture di ricerca già
operative in Campania, Puglia e Sicilia. Queste infrastrutture permettono di
monitorare l’attività sismica e vulcanica
a fondo mare, la dinamica e lo stato di
salute del mare e degli organismi che lo
abitano e gli scambi con l’atmosfera,
permettono di seguire i cambiamenti indotti sulla biodiversità dalle variazioni
climatiche e dall’attività umana, di effettuare test in laboratorio e di sostenere
lo sviluppo di tecnologie per applicazioni in ambiente marino. EMSO è un’infrastruttura di ricerca europea su scala
continentale nel campo delle scienze
ambientali. E’ composta da osservatori
in oceano aperto il cui obiettivo è quello
di fornire flussi di dati al fine di affrontare le complessità dei cambiamenti climatici, la difesa dell’ecosistema marino
e la mitigazione dei rischi naturali. I
dieci paesi che partecipano al consorzio
che gestisce questa infrastruttura (Italia,
coordinamento, Spagna, Francia, Romania, Grecia, Regno Unito, Irlanda,
Portogallo, Germania, Olanda) intendono così promuovere attivamente la
ricerca scientifica europea in ambiente
marino, sotto l’egida della Commissione Europea. EMSO ha al suo attivo 11
osservatori marini e 4 siti per test in acque basse per il monitoraggio a lungo
termine, anche in tempo reale, di processi ambientali che riguardano la geosfera, la biosfera e l’idrosfera e le loro
interazioni. I siti sono posizionati in
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NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016
acque europee dall’Artico all’Atlantico
al Mediterraneo fino al Mar Nero, formando così una infrastruttura europea
su vasta scala al servizio della comunità
scientifica internazionale
L’Università di
Cassino lancia una
piattaforma robotica
per i beni culturali
L’Università degli Studi di Cassino e
del Lazio Meridionale ha lanciato “HeritageBot”, un progetto di valorizzazione tecnologica e di mercato nell’ambito
dei beni culturali. La nuova piattaforma
robotica sarà utilizzata in attività dimostrative sul campo per la realizzazione
di nuovi prototipi e l’identificazione di
un’amplia gamma di applicazioni (come
la cessione di brevetti o licenze, servizi
di supporto, realizzazione di spin-off,
facilitazione di start-up locali, valorizzazione delle conoscenze e competenze
maturate, ecc.). L’unità di ricerca attivata annovera le diverse competenze
di natura tecnica, economica e giuridica necessarie. Le attività del progetto prevedono studi delle applicazioni
possibili, progettazione di soluzioni e
loro operatività, implementazioni con
test di validazione, coinvolgimento di
end-users e stakeholders, contestualizzazione dell’utilizzo della piattaforma
robotica nel contesto specifico dei beni
culturali. Partecipano al programma ricercatori del DART (Laboratorio di Documentazione, Analisi, Rilievo dell’Architettura e del Territorio), del FINLAB
(il Laboratorio di Finanza Aziendale) e
del LARM (laboratorio di Robotica e
meccatronica)
L’Università di
Sassari presiede il
comitato per l’Opera
Omnia di Grazia
Deledda
L’Università di Sassari sarà il cuore
dell’Edizione nazionale dell’Opera Omnia di Grazia Deledda. Il Comitato, che
si è riunito per la prima volta a gennaio,
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è presieduto da Aldo Maria Morace, da
oltre quindici anni titolare della cattedra
di Letteratura Italiana nell’ateneo turritano e già preside della facoltà di Lettere. Le Edizioni Nazionali rispondono
alla fondamentale esigenza scientifica
di garantire la tutela, la valorizzazione
e la fruizione del patrimonio letterario
e di pensiero costituito dagli scritti degli autori più rilevanti della ricchissima
tradizione italiana. Queste iniziative
assicurano la pubblicazione dell’Opera
omnia di un autore in edizione critica,
fondata sulla ricognizione e sulla trascrizione dei testi editi e inediti, e chiarendone – attraverso ogni possibile documentazione – la storia testuale. Sono
edizioni che rimangono per decenni e
decenni come opera di riferimento imprescindibile e che, nel caso di Grazia
Deledda, prevedono la pubblicazione di
oltre trenta volumi. Per la prima volta
una edizione nazionale è riservata a un
autore sardo; per la prima volta è dedicata a una donna.
Neuroprotesi:
un altro premio
assegnato all’Istituto
Superiore di Sanità
Un gruppo di ricercatori ISS in collaborazione con i colleghi dell’Università
di Tel Aviv si è aggiudicato il secondo
premio della Brain Computer Interface
Research Award. Il lavoro dei ricercatori è consistito nella progettazione
di una “neuroprotesi”, un dispositivo
cioè in grado di sostituire la funzione
di un circuito nervoso danneggiato. In
particolare il chip, progettato presso i
laboratori dell’ISS da Simeon Bamford
e testato in collaborazione con il laboratorio di Matti Mintz dell’Università
di Tel Aviv, realizza un modello di plasticità sinaptica che si pensa associata
ad alcune forme di apprendimento. La
“neuroprostetica” è un settore di ricerca in rapida espansione in cui si stanno
esplorando diversi approcci. In uno di
questi, si esaminano le relazioni inputoutput del circuito nervoso da sostituire,
in un sistema intatto, per poi progettare
un dispositivo in grado di riprodurre tali
relazioni. “Il nostro gruppo, nell’ambito del progetto RENACHIP finanziato
dall’Unione Europea - afferma Paolo
Del Giudice, responsabile per l’ISS - ha
esplorato un diverso approccio basato
su un modello matematico del circuito
nervoso da sostituire e finalizzato alla
sua realizzazione in un microchip che
può essere connesso in tempo reale con
il sistema nervoso”. Il circuito in questione è quello che all’interno del cervelletto permette di apprendere in modo
opportuno la risposta condizionata ad
uno stimolo avverso. La neuroprostetica
è uno dei tre filoni principali con i quali
si cerca di interfacciare il sistema nervoso con dispositivi artificiali. Il secondo riguarda dispositivi programmabili
per la stimolazione diretta del tessuto
nervoso, ad esempio per il controllo dei
sintomi di patologie neurologiche; mentre il terzo concerne la “brain-computer
interface” (BCI), in cui si cerca di decodificare l’attività del cervello legata
alla intenzione e alla programmazione
di un’azione, per pilotare un dispositivo artificiale che esegua tale azione in
presenza di lesioni che ne impediscano
la realizzazione attraverso gli effettori
biologici.
L’Isola Bella di
Taormina: un tour
virtuale realizzato
dall’Università di
Catania
E’ stato pubblicato sul portale dell’Università di Catania un video e un tour
virtuale realizzati dagli esperti del Centro di ricerca dell’Università, Cutgana,
per conoscere meglio la flora, la fauna
e i paesaggi dell’Isola Bella di Taormina, considerata la “Perla del Mediterraneo”. L’Isola Bella rappresenta un’area
di straordinaria bellezza, dichiarata nel
1984 monumento di interesse storicoartistico di particolare pregio, e protetta
come “riserva naturale orientata” che
ne tutela il valore paesaggistico. L’isola è stata affidata nel 2012 alla gestione
del centro di ricerca dell’Università di
Catania, Cutgana. La riserva si estende
per oltre dieci ettari e include sia l’isola
SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 | NEWS
vera e propria, sia il Capo di Sant’Andrea e il Capo Taormina. La riserva
offre anche un ambiente marino di straordinaria varietà. Il virtual tour dell’Università di Catania è teso a diffondere
la conoscenza dell’Isola Bella e dei suoi
tesori naturalistici.
Identificati
dai ricercatori
dell’Università di
Siena oltre 250 legni
fossili
Sono in viaggio sulla nave Italica
dall’Antartide alla Nuova Zelanda i
tre ricercatori dell’Università di Siena
che hanno partecipato alla trentunesima Spedizione italiana del Programma
Nazionale Ricerche in Antartide, studiando una delle più vaste e rilevanti
foreste fossili del Polo Sud. Gianluca
Cornamusini, Matteo Perotti e Sonia
Sandroni hanno svolto la parte principale dell’attività di ricerca utilizzando un
campo remoto ad Allan Hills, in rilievi
distanti oltre 200 km dalla base scientifica italiana Mario Zucchelli, nella Terra Vittoria.
Nonostante le avverse condizioni ambientali la ricerca geologica nell’area di
Allan Hills ha dato ottimi risultati e ha
permesso di conoscere a fondo una antica e vasta foresta fossile, antica di circa 245 milioni di anni.L’attività è stata
svolta nel progetto di ricerca PNRA
AZ2.08, coordinato da Franco Talarico,
docente del dipartimento di Scienze fisiche, della Terra e dell’Ambiente, che
prevede collaborazioni internazionali
con ricercatori americani e tedeschi e
coinvolge anche ricercatori degli atenei
di Padova, Perugia e di Roma Tre e del
CNR.
L’Università di
Ferrara apre le porte
ai detenuti
E’ stato siglato il protocollo d’intesa
tra l’Università di Ferrara e il carcere
cittadino, che consentirà ai detenuti di
esercitare il proprio diritto all’istruzio-
ne, intraprendendo o completando i percorsi di studio. L’accordo, sottoscritto a
dicembre, sancisce l’impegno reciproco a favorire le iscrizioni in Ateneo e
a rimuovere gli ostacoli economici per
garantire l’accesso all’istruzione alle
persone sottoposte a privazione di libertà. In base alle peculiarità dei percorsi
formativi e delle attività per acquisire
le competenze necessarie per il rilascio del titolo, quali la frequenza di
laboratori o altre attività difficilmente effettuabili in regime detentivo, i
detenuti potranno iscriversi ai corsi di
studio di Giurisprudenza, Studi Umanistici, Economia e Management, Matematica e Informatica.
Ricercatori
dell’Università di
Torino cercano
sull’Himalaya
l’origine dei
cambiamenti
climatici
In circa tre settimane un gruppo dei
ricercatori del Dipartimento di Scienze
della Terra dell’Università di Torino,
formato da Rodolfo Carosi, Franco Rolfo, Chiara Groppo e Giulia Rapa, assieme a colleghi del CNR-IGG Torino e
delle Università di Padova e Pisa, hanno
percorso a piedi centinaia di chilometri
sull’Himalaya per eseguire misure e
prelevare campioni di rocce. Dopo aver
presentato i risultati delle ricerche al
congresso internazionale “30th Himalaya-Karakoram-Tibet workshop”, che
si è tenuto a Dehradun (India) all’inizio
di ottobre, i ricercatori sono partiti alla
volta delle montagne indiane, in prossimità delle sorgenti del fiume Gange
(massiccio del Bhagirathi e Shviling),
e nepalesi (Nepal orientale). Il team
di ricercatori ha rilevato che i processi
di trasformazione di alcuni tipi di rocce sono in grado di produrre quantità
significative di CO2 che, se immesse
nell’atmosfera, possono contribuire - e
aver contribuito in passato - ai cambiamenti climatici.
I campioni di rocce raccolti e traspor-
tati in Italia contengono preziose informazioni sulla storia del pianeta e solo
un’attenta analisi con le più moderne
metodologie di indagine permetterà ai
geologi di “leggere” e “tradurre” la storia scritta in esse e di decifrare le informazioni che racchiudono.
Presentato
all’Università di
Genova un progetto
pilota di sviluppo
delle startup
Si chiama “Innovation HUB” il programma pilota di sviluppo per startup
che l’Università di Genova ha costruito
insieme alla Fondazione Ricerca e Imprenditorialità, Confindustria Genova,
e Genova 2021. L’iniziativa si pone
due obiettivi: favorire lo sviluppo di
spin-off e start-up nell’area di Genova
e, più in prospettiva, fornire un ambito
unitario al fiorire di iniziative nel campo
dell’imprenditorialità innovativa. Innovation HUB è stato già presentato a studenti, dottorandi, assegnisti e giovani
ricercatori insieme ad alcuni esempi di
spin-off e start-up attive nel territorio.
Nuovo progetto
di nanoelettronica
dell’Università di
Udine
La Taiwan Semiconductors Manufactoring Company, multinazionale per
la fabbricazione di circuiti integrati a
semiconduttore, ha finanziato un nuovo progetto di ricerca biennale che sarà
svolto presso il Dipartimento di ingegneria elettrica, gestionale e meccanica dell’Università di Udine. Il progetto
riguarda la modellistica di transistori
nanometrici a nanofilo, realizzati in silicio o con semiconduttori alternativi al
silicio, che rappresentano oggi la frontiera per le future potenzialità della nanoelettronica. I componenti elementari,
o transistori, dei dispositivi elettronici,
integrati in un medesimo chip nel numero di molti miliardi, fino a pochi anni
fa sono stati utilizzati secondo una strut3
NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016
tura planare, sulla superficie dei materiali semiconduttori che li ospitano. Una
drastica e recente innovazione, ha invece trasformato la struttura dei transistori
in una architettura tridimensionale. Lo
sviluppo di questi nuovi sistemi avrà
importanti ricadute sia per le applicazioni elettroniche di larghissimo consumo, da un punto di vista di prestazioni e
autonomia delle batterie, sia per l’avanzamento dei cosiddetti sistemi elettronici energeticamente autonomi, con applicazioni potenziali che spaziano dalla
diagnostica a minima invasività al controllo della somministrazione di farmaci
personalizzati, all’assistenza in caso di
disabilità temporanee o permanenti. La
Taiwan Semiconductor Manufacturing
Company, che in sei anni ha investito
complessivamente 240 mila euro sulla
ricerca svolta dal gruppo di nanoelettronica dell’Università di Udine.
Inaugurata la
nuova Biblioteca
dell’Università di
Enna. Tra le più
grandi d’Italia
È una delle più grandi strutture universitarie del genere realizzate negli ultimi decenni in Italia: 9.000 metri quadri distribuiti su cinque livelli più due
piani interrati per parcheggi e archivi,
mille posti a sedere ai tavoli di lettura,
ai divanetti di relax e alle 150 postazioni
informatiche per i collegamenti ai
network scientifici di tutto il mondo,
800 armadietti individuali apribili con
le card personalizzate, una capienza di
250.000 volumi, un’emeroteca cartacea
e on line. E poi, materiali il più possibile locali, come la pietra lavica ell’Etna,
illuminazione interamente a led, wi-fi a
banda larga, climatizzazione ecocompatibile grazie a coni di luce verticali e alle
finestrature a specchio che impediscono
l’effetto serra all’interno pur mantenendo per quanto possibile la luce naturale,
un centro di documentazione europea,
un caffè letterario e servizi di accoglienza di prim’ordine. Sono questi i dati essenziali della nuova Biblioteca dell’Università Kore di Enna, inaugurata a
4
gennaio. L’impianto architettonico e il
progetto ingegneristico sono stati curati
direttamente dalla Facoltà di Ingegneria
e Architettura dell’Università. L’università ha anche provveduto a realizzare
nello spazio antistante una grande area
pedonale - la “Piazza dell’Università”
- interrando il preesistente parcheggio
e regalando in tal modo agli studenti e
alla città uno spazio di aggregazione di
notevole pregio architettonico.
Inattendibili i
sondaggi telefonici.
Uno studio alla
Milano-Bicocca
I sondaggi telefonici condotti in Italia
non sono attendibili perché si basano su
campioni estratti da liste di campionamento (gli elenchi telefonici) che escludono più della metà degli italiani. È
quanto emerge da una ricerca condotta
da Emanuela Sala e Roberto Lillini del
Dipartimento di Sociologia e Ricerca
Sociale dell’Università di Milano-Bicocca volta a indagare la qualità dei dati
ottenuti attraverso indagini campionarie telefoniche (CATI). I risultati dello
studio sono stati pubblicati sulla rivista
International Journal of Public Opinion
Research (“Undercoverage bias in telephone surveys in Europe. The Italian
case”). Tra gli obiettivi della ricerca vi è
innanzitutto la quantificazione del tasso
di copertura telefonica, cioè il calcolo
della percentuale degli italiani esclusi
dagli elenchi telefonici utilizzati ancora oggi per selezionare gli individui
da intervistare durante i sondaggi, la
comparazione della qualità dei dati che
si ottengono utilizzando diversi tipi di
campione e la valutazione dell’efficacia
di alcune procedure statistiche utilizzate per ridurre l’impatto dell’errore di
copertura. Lo studio ha messo in luce
che al 2012 circa il 50% degli italiani è
escluso da tali elenchi (di questi, il 32%
non dispone di una linea fissa, mentre
il 18% ha scelto di non comparire negli
elenchi), e che i soggetti esclusi hanno caratteristiche socio-demografiche
differenti rispetto a quelle dei soggetti
inclusi negli elenchi.
L’Università Carlo
Bo lancia BPLab, la
prima competizione
per idee di business
Siete studenti dell’Università di Urbino e pensate di avere nel cassetto
l’intuizione giusta, appetibile per il
mercato? Volete far crescere la vostra
startup? Allora correte a consultare il
bando BpLab, la prima competizione
per idee di business organizzata dalla
Carlo Bo, dall’incubatore d’impresa
BpCube, l’unico certificato della Provincia di Pesaro e Urbino, insieme con
Intesa Sanpaolo e Banca dell’Adriatico.
Una commissione di esperti valuterà i
progetti e selezionerà il vincitore. L’idea migliore non riceverà un premio in
denaro, ma un periodo di incubazione.
Il progetto più interessante avrà infatti l’opportunità di condividere per sei
mesi la sede di BpCube, i servizi, le
attrezzature. “Questa iniziativa – spiega
Fabio Musso, prorettore alle Attività di
Terza Missione – rivolta agli studenti
dell’Università di Urbino Carlo Bo aiuta a mettere a fuoco il proprio progetto
imprenditoriale. Nel valutare le potenzialità delle idee terremo conto non solo
della spinta all’innovazione, ma anche
della capacità del gruppo di essere coeso e determinato, dell’attitudine a interagire al suo interno. Talvolta infatti
un’intuizione giusta rischia di essere
vanificata dalla mancanza di un team
forte. Il messaggio che l’Ateneo lancia
attraverso il BpLab è importante: l’Università accompagna i suoi studenti anche dopo il percorso formativo”.
Arriva Goldfinger:
il guanto che fa
muovere gli oggetti a
distanza
Comandare una macchina a distanza con il semplice movimento di una
mano. Sarà possibile in modo naturale
ed economico grazie a GoldFinger, un
innovativo prototipo di interfaccia uomo-macchina progettato e costruito grazie alla collaborazione fra il Politecnico
di Torino e il Massachusetts Institute of
SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 | NEWS
Technology di Boston sotto la guida di
Giorgio De Pasquale del Dipartimento
di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’ateneo italiano. Il sistema nasce
per rispondere alle esigenze, comuni a
molti settori, di semplificare la comunicazione di dati e comandi dall’utente
alle macchine. In questo caso, l’interfaccia ha la forma di un guanto, perfettamente indossabile e confortevole, che
integra al suo interno tutti i componenti
elettronici e meccanici necessari al suo
funzionamento. I settori a cui è rivolta
questa applicazione sono molteplici,
ma in primo luogo quello industriale,
per la gestione ad esempio di impianti
e macchine, nei casi in cui le norme di
sicurezza lo consigliano, quello medico, fornendo ad esempio al chirurgo un
controller ergonomico che non altera i
normali movimenti delle mani, oppure
quelli legati alla realtà virtuale (simulazione di ambienti di lavoro, addestramento del personale, ecc.). Il principale
punto di innovazione rispetto ad altri
dispositivi consiste nella capacità di
GoldFinger di autoalimentarsi mediante
la generazione di energia elettrica dal
movimento delle dita, garantendo quindi un’autonomia di funzionamento molto maggiore e l’assenza di fili elettrici
per l’alimentazione.
Un nuovo algoritmo
tutto italiano per
generare numeri
casuali
Un docente del Dipartimento di Informatica dell’Università di Milano,
Sebastiano Vigna, ha sviluppato un algoritmo per risolvere i problemi di generazione di numeri pseudocasuali. Si è
così riscritta una funzione fondamentale
del linguaggio di programmazione web
JavaScript, il linguaggio utilizzato dalle
pagine web per la creazione di effetti dinamici. Un’importante funzionalità del
linguaggio è infatti la possibilità di generare numeri pseudocasuali, le cui sequenze sono fondamentali per generare
identificatori di transazioni commerciali, eseguire certe classi di algoritmi e
introdurre casualità nei videogiochi, per
esempio per estrarre i biglietti di una
lotteria o scegliere come distribuire le
carte nel poker online. Fino a poche settimane fa le sequenze di numeri pseudocasuali fornite dai browser più comuni
(Chrome, Safari e Firefox) erano basate
su un algoritmo che poteva creare seri
problemi, adesso sostituito in tutti i
browser da xorshift128+, un algoritmo
sviluppato da Sebastiano Vigna, docente presso l’Università Statale di Milano.
Il codice dell’algoritmo sarà installato
sulla stragrande maggioranza dei terminali esistenti.
Con il Progetto Merit
la biomedicina punta
sulla rigenerazione
dei tessuti
Riparare tessuti e organi danneggiati da malattie, traumi o semplicemente
dall’invecchiamento attraverso l’autorigenerazione da parte del corpo stesso
del paziente. È l’obiettivo del Progetto
MERIT (Modelli innovativi di riparazione e rigenerazione di tessuti in
traumi ortopedici), del quale l’ENEA è
responsabile scientifico, che apre nuovi
orizzonti per la cura di gravi patologie
come il cancro, la distrofia muscolare,
il diabete ma anche per la realizzazione di nuovi farmaci. La ricerca sviluppata nell’ambito del Progetto MERIT
ha ottenuto numerosi riconoscimenti.
I progressi compiuti grazie alla ricerca
sull’ingegneria tissutale hanno portato
alla creazione di un nuovo campo di applicazione delle biotecnologie che, secondo stime dell’Unione Europea, sarà
in grado di muovere un giro d’affari di
oltre 300 miliardi di euro nei prossimi
15 anni. L’ingegneria dei tessuti rappresenta la nuova frontiera della biomedicina, in alternativa al trapianto, con l’obiettivo la riparazione o la sostituzione
di tessuti e organi come muscoli, ossa
e cartilagini, danneggiati da malattie,
traumi o anche dall’invecchiamento,
restituendone l’integrità e la funzionalità. Oltre all’ENEA, il Progetto MERIT
ha potuto contare su una partnership di
livello internazionale, che annovera la
Fondazione San Raffaele, che scommet-
te da anni sull’ingegneria dei tessuti, il
CNR, a cui si deve il coordinamento del
progetto, la “Sapienza” di Roma, l’Università di Pittsburgh, Sorbonne Université Marie & Pierre Curie, l’Università
di Lipsia e l’Indian Institute of Technology. “Grazie a tecnologie sempre più
innovative e ai progressi della ricerca
nel campo dei biomateriali e in altre
scienze correlate, questo settore apre
la strada a nuove possibilità di cura e
si candida a rivoluzionare la medicina”
afferma la ricercatrice Laura Teodori,
responsabile scientifica del progetto per
l’ENEA. I progressi compiuti nella ricerca sull’ingegneria tissutale hanno già
portato alla creazione di un nuovo settore commerciale delle biotecnologie in
Europa: secondo stime dell’Unione europea nei prossimi 15 anni l’ingegneria
dei tessuti e la medicina rigenerativa in
generale muoveranno un giro d’affari di
circa 300 miliardi di euro.
L’Università di Pavia
sponsor istituzionale
del Pavia Calcio.
Per la prima volta in Italia il logo di
una università apparirà sulla maglia ufficiale di una squadra di calcio. L’accordo, in nome della formazione dei giovani e della promozione della città è stato
siglato presso l’Università di Pavia, diventata ufficialmente sponsor istituzionale del Pavia calcio. Per la prima volta
in Italia, il logo di un Ateneo campeggia
sulla maglia dei giocatori di calcio. Un
simbolo che sancisce l’accordo tra due
realtà storiche del territorio, nel nome
della formazione dei giovani, dei valori
dello sport e del legame con la città di
Pavia. L’accordo e la nuova maglia della quadra (nelle versioni bianca e azzurra) sono state presentate all’Università
di Pavia dal Rettore Fabio Rugge e dal
vice presidente del Pavia Calcio, Qiangming Wang. “E’ un gesto importante
che non ha precedenti, ha dichiarato il
rettore. Associarci alla squadra del Pavia significa collegare l’Università allo
sport e ai suoi valori: vogliamo che lo
sport entri sempre di più nella quotidianità degli studenti”.
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NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016
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Seconda missione
spaziale per
gli studenti di
Ingegneria di Pisa
Oxford. L’Università
di Brescia premiata
come “Best Regional
University”
Il team U-PHOS dell’Università di
Pisa costruirà un ‘termosifone spaziale’ che sarà lanciato nello spazio da un
razzo sonda nel 2017. In questo modo,
per la seconda volta consecutiva, gli
studenti dell’università si sono guadagnati un posto a bordo del razzo sonda
che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA)
lancerà nello spazio a Kiruna, in Svezia,
a marzo 2017, dove potranno montare
una versione aggiornata e migliorata
del loro “termosifone spaziale” da testare in condizioni di assenza di gravità.
I ragazzi del team “U-PHOS Project”
sono studenti dell’Università di Pisa
selezionati dall’ESA per partecipare al
programma REXUS/BEXUS (Rocket
and Balloon Experiments for University Students). Il loro obiettivo è costruire
entro marzo 2017 un innovativo tipo di
Heat Pipe, un tubo di calore in grado di
funzionare solo a gravità ridotta. Il dispositivo che verrà testato raggiungerà
circa 100 km di altezza per poi rientrare
a terra. «L’obiettivo del progetto è investigare il funzionamento di un dispositivo per lo scambio termico – spiega Pietro Nannipieri, team leader di U-PHOS
– Questo dispositivo deve trasportare in
modo efficiente il calore da una parte
all’altra, è una specie di condizionatore, anche se la sua forma ricorda quella
di un termosifone. Il mondo scientifico
e spaziale, ESA compresa, è molto interessato a questa tecnologia in quanto
molto leggera, economica e resistente
ai guasti». I team selezionati dall’ESA
si ritroveranno a Kiruna nel prossimo
mese di marzo per la “PDR”, la Preliminary Design Review, dove gli esperti
di tutte le organizzazioni partecipanti
valuteranno il “disegno preliminare”. Il
team U-PHOS dell’Università di Pisa è
l’unico italiano a essere stato selezionato nella categoria “Rocket” dall’ESA,
ramo Educational, che ogni anno offre la possibilità, agli studenti di tutte
le nazioni appartenenti alla comunità
europea, di partecipare al programma
REXUS/BEXUS.
Il Premio “Oxford Socrates Award” è
stato assegnato quest’anno all’Università degli Studi di Brescia, riconosciuta
come “The best Regional University”,
per il “carattere originale e innovativo
e l’impatto sul territorio del Programma
strategico Health&Wealth”. Hanno ritirato il premio alla conferenza della European Business Assembly di Oxford il
Rettore, Sergio Pecorelli e il Prorettore
alla Ricerca e all’Internazionalizzazione, prof. Maurizio Memo. Ogni anno,
vengono selezionate Istituzioni pubbliche e private che si sono distinte nel
mondo nel campo della ricerca, dell’educazione e dell’imprenditorialità. gravi disturbi legati alla rapida decompressione, sia per la possibilità che l’Ots
venga scaraventato contro le strutture
subacquee dell’impianto o per il rischio
che l’ombelicale si strappi”. Per questo
è stato ideato un connettore, oggetto del
brevetto, formato da due conchiglie metalliche che ospitano i contatti idraulici
ed elettrici, da posizionare sul cavo in
prossimità dell’operatore. Il connettore può essere sganciato manualmente,
attraverso un comando, o automaticamente, su trazioni predefinite. Prima
di poter procedere all’utilizzo effettivo
del dispositivo sarà necessario comunque attendere del tempo. L’impiego del
connettore dovrà essere associato a una
cellula di salvamento subacquea, ancora in fase di messa a punto.
Pubblicato sul sito
Polaris il Rapporto
Un brevetto dell’Ifc- 2015 su frane e
Cnr per migliorare il inondazioni nel
lavoro dei palombari nostro Paese
Per garantire maggiore sicurezza ai
palombari- che eseguono interventi
fino a 300 metri di profondità sul fondale marino collegati all’imbarcazione
di appoggio solo tramite un cavo - l’Istituto di fisiologia clinica del CNR di
Pisa (Ifc-Cnr), in collaborazione con la
Compagnia nazionale sommozzatori,
società italiana di Avenza leader nel
settore del Commercial Diving, ha sviluppato un nuovo dispositivo di emergenza. A causa delle grandi profondità
alle quali si devono eseguire gli interventi, il battello che dirige le operazioni
e che fornisce ai palombari, attraverso
un cavo ombelicale, l’elettricità, il’ossigeno e l’acqua calda all’interno della
tuta, necessari per poter lavorare al buio
e alle basse temperature del fondale
marino, non può ancorarsi e mantiene
fissa la propria posizione tramite un
collegamento satellitare. “Se l’imbarcazione perde il controllo anche solo
per poco tempo - spiega Remo Bedini
dell’Ifc-Cnr - trascina con sé il palombaro. Questa eventualità è molto pericolosa, a volte fatale, sia per l’improvviso
innalzamento di quota, che può causare
Il sito Polaris, curato dall’Istituto di
ricerca per la protezione idrogeologica
del Consiglio nazionale delle ricerche
(Irpi-Cnr) di Perugia (www.polaris.irpi.
cnr.it), ha pubblicato l’ultimo ‘Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni’,
che contiene elenchi, statistiche ed analisi sugli eventi geo-idrologici causa di
danni diretti alla popolazione nel 2015.
Nel corso dell’anno, 106 frane e 33
inondazioni hanno causato in Italia 18
morti, 25 feriti e oltre 3.500 tra sfollati e senzatetto. Nel corso del 2014, 225
frane e 74 inondazioni avevano causato 33 morti, 46 feriti e oltre 10.000 tra
sfollati e i senzatetto. “Questi dati indicano quanto le condizioni di rischio per
la popolazione restino diffuse, anche se
il numero di morti si è ridotto”, ha commentato il direttore dell’Irpi-Cnr, Fausto Guzzetti. “Nel quinquennio 20102014 gli eventi geo-idrologici hanno
causato 145 morti (29 l’anno di media),
2 dispersi, 205 feriti e oltre 44.500 tra
sfollati e senzatetto. Tra il 1965 e il
2014 hanno perso la vita quasi duemila
persone a causa di frane (1279) e inon-
SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 | NEWS
dazioni (717), circa 40 l’anno, oltre a
66 dispersi, 2.550 feriti e oltre 434.000
sfollati e senzatetto”. Il sito Polaris pubblica anche la sezione ‘Sei preparato?’,
che contiene indicazioni su cosa fare e
non fare prima, durante e dopo un’alluvione.
Job Orienta
2016. Un ciclo di
incontri a Napoli
per l’orientamento
al lavoro dei
neolaureati
L’Università Suor Orsola Benincasa
ha programmato da febbraio ad aprile un ciclo di incontri aperto ai propri
laureati e dedicato all’orientamento al
lavoro. Gli incontri si svolgeranno a
Napoli, all’interno dell’ateneo. Il primo
sarà dedicato all’internazionalizzazione
della professione legale (8 febbraio).
Seguirà un incontro dedicato agli studenti delle scuole superiori ma anche
agli studenti universitari UNISOB in
cui alcuni giovani laureati di successo
del Suor Orsola, racconteranno le loro
esperienze e testimonieranno agli altri
il percorso di studio e di lavoro che li
ha portati a tali risultati (17 marzo). A
commentare in questo caso le loro esperienze saranno manager di enti pubblici e privati, professionisti, ai quali
poter rivolgere domande sulle carriere
e sull’identikit del giovane laureato da
accogliere nel mondo del lavoro. Il 21
marzo è in programma dal titolo “Quale futuro per il servizio pubblico radiotelevisivo? La riforma Rai e il Public
Value test nell’Ordinamento Italiano,
una giornata di studio organizzata dalla
Facoltà di Giurisprudenza in collaborazione con l’AGCOM - Autorità per le
Garanzie nelle comunicazioni, dedicata
all’analisi dei diversi aspetti della riforma attuata dalla RAI, con particolare
approfondimento del Public Value test
nel sistema giuridico italiano. L’Ufficio
Job Placement del Suor Orsola organizza infine per il 19 e 20 aprile un workshop gratuito di formazione e di orientamento al lavoro dedicato ai laureandi,
ai laureati, e agli allievi dei corsi post
lauream dell’Ateneo. Il workshop, che
si svolgerà in due giornate, è articolato in diversi moduli: “la ricerca attiva
del lavoro”; “il mercato del lavoro ed i
processi di selezione del personale”; “la
lettera di presentazione ed il colloquio
di selezione”; “linee guida per il curriculum vitae ed il bilancio delle competenze”; “la contrattualistica del mercato
del lavoro”.
Un servizio elearning
per gli studenti della
Parthenope
L’Università di Napoli Parthenope
ha ralizzato il “Blended Teaching Parthenope”, un progetto che si prefigge
di fondere la tradizionale didattica erogata in modalità frontale con materiale
didattico elearning allo scopo di creare
un sussidio complementare garantendo
un approccio più moderno ed efficace
per gli studenti. Il materiale blended
elearning messo a disposizione non
costituisce una duplicazione dell’insegnamento, pur trattando i medesimi argomenti, ma materiale didattico offerto
in modalità alternativa sui fondamentali
concetti della materia. La piattaforma
di elearning è basata su software open
source Moodle ed è offerta come servizio centralizzato ai docenti e agli studenti della Parthenope. Attraverso l’implementazione di un sistema di single
sign-on (sistema di accesso unificato)
sia i docenti sia gli studenti dei corsi
di studio triennali e magistrali possono
accedere all’offerta “blended” usando
le medesime credenziali (username e
password) necessarie per accedere alla
pagina personale e alla posta elettronica
di Ateneo. Il progetto “Blended Teaching Parthenope” muove dall’osservazione che l’Ateneo deve soddisfare due
tipologie di utenze studentesche profondamente diverse: gli studenti lavoratori
o impossibilitati a frequentare le lezioni d’aula e le attività del campus e gli
studenti che frequentano e vivono con
assiduità il campus. Per questi ultimi la
piattaforma rappresenta un complemento alla tradizionale didattica frontale.
Al via il progetto
europeo Clim’Foot
per calcolare
l’impronta di
carbonio
Si chiama Clim’Foot il progetto internazionale per ‘misurare’ l’insieme
delle emissioni di gas serra attribuibili
a un’organizzazione, la cosiddetta CFO
(Carbon Footprint for Organization).
All’iniziativa partecipano istituzioni
scientifiche di cinque Paesi europei Italia, Francia, Croazia, Grecia e Ungheria - fra le quali l’ENEA e il suo
spin-off Ecoinnovazione srl. Al centro
del progetto è la carbon footprint - o
impronta di carbonio - che rappresenta l’insieme delle emissioni di gas a
effetto serra attribuibili a un prodotto,
un’organizzazione o un singolo individuo. Si tratta di un indicatore concepito
per misurare e monitorare la quantità
di emissioni di gas serra prodotte. L’ENEA ha già avviato una campagna per
selezionare le organizzazioni pubbliche
e private disponibili al calcolo e alla valutazione della loro ‘carbon footprint’
e definirà la metodologia per la messa a
punto dei database relativi ai ‘fattori di
emissione’ nazionali. Nei prossimi tre
anni i cinque Paesi lavoreranno insieme
per permettere ad aziende e istituzioni di valutare le emissioni di anidride
carbonica associate alle loro attività.
Ogni Stato coinvolto si occuperà della
formazione di un policy maker nazionale per implementare le politiche per
la riduzione delle emissioni: si tratta di
programmi volontari che implicheranno
la partecipazione di circa 90 fra organizzazioni pubbliche e private, attive in
settori come trasporti, rifiuti, costruzioni, agroalimentare.
Sei anni con Dante a
Perugia
L’occasione dei 750 anni dalla nascita del padre della lingua italiana (2015)
e quella dei 700 anni dalla morte (2021)
costituiscono la cornice cronologica entro la quale l’Università per Stranieri di
Perugia sta organizzando una serie di
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NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016
eventi dedicati a Dante che costituiranno l’occasione per una riflessione, attraverso Dante, sul presente e sulla società
contemporanea.
Con cadenza annuale, nel sessennio 2015-2021, al rapporto tra Dante e
“noi” verranno dedicati convegni, letture pubbliche, conferenze o altre iniziative dirette alla cittadinanza perugina,
agli studenti della Stranieri e al vasto
pubblico internazionale con cui l’istituzione è in contatto attraverso la rete.
In tale quadro, la Stranieri di Perugia
ospiterà protagonisti della vita culturale italiana, che saranno di volta in volta
coinvolti da docenti dell’Ateneo diversi
per competenze e interessi, dalla letteratura alla lingua, al diritto e alla morale,
alla storia e alla politica, alle lingue e
culture straniere in chiave comparata.
Nel 2015 si è partiti con un flash mob
di letture dantesche intitolato Dante a
Mezzogiorno, che il prof. Roberto Fedi,
direttore del Dipartimento di Scienze
Umane e Sociali dell’Ateneo, ha coordinato aderendo all’iniziativa promossa, tra gli altri, dal Ministero per i Beni
Culturali e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per
l’anno 2016 l’evento in programma è
costituito dalla Lectio Magistralis di
Francesco Bruni, professore emerito
dell’Università di Venezia Ca’ Foscari
e accademico dei Lincei, che parlerà di
Dante, la giustizia e le donne. Coordinatrice dell’intero progetto è la prof.ssa
Sandra Covino, ordinario di Linguistica
italiana presso l’Università per Stranieri
di Perugia.
Vede la luce a
Bologna il primo
laboratorio virtuale
di Google
Collocato nel Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria dell’Alma
Mater di Bologna, è stato inaugurato
un nuovo laboratorio per sperimentare
e sviluppare applicazioni basate su tecnologie Google, dedicato agli studenti e
al personale del Dipartimento dell’ateneo bolognese nei campus di Bologna
e di Cesena. Il laboratorio su tecnologia
8
Google for Work “Innovation Development Center” sarà accessibile anche
da casa utilizzando un account accreditato, e darà la possibilità a studenti,
docenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo del Dipartimento di
entrare direttamente in contatto con le
tecnologie e con gli strumenti utilizzati
dalle aziende. “L’obiettivo del progetto
- spiega Claudio Sartori, docente al Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria dell’Alma Mater e coordinatore del laboratorio - è favorire il contatto
tra università e aziende: è infatti fondamentale che gli studenti sperimentino le
nuove tecnologie per conoscere sin da
subito le realtà che potranno incontrare
una volta entrati nel mondo del lavoro”.
Il laboratorio è un vero e proprio ponte
tra ricerca, sperimentazione e i processi
industriali utili per innovare in ambito
imprenditoriale.
ISS e CNR
studiano le risposte
dei pazienti alla
chemioterapia
E’ stata identificata una mutazione
genetica che, laddove presente, rende
inefficace uno specifico trattamento
chemioterapico, a base di antracicline
o oxaliplatino, nei pazienti rispettivamente con carcinoma mammario e del
colon. E’ questa in sintesi la conclusione a cui è giunta un’equipe coordinata
dal prof. Guido Kroemer del Gustave
Roussy Cancer Campus e del Centre
de Recherche des Cordeliers di Parigi, che ha visto coinvolto in prima linea un gruppo congiunto di ricercatori
ISS-CNR. L’individuazione di un link
genetico predittivo della risposta alle
chemioterapie basate su determinati
farmaci - afferma Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità
- può avere una grande importanza per
lo sviluppo di nuove terapie in quanto
pone le basi per strategie terapeutiche
in grado di aggirare il “difetto” in quei
pazienti oncologici che lo presentano.
“I nostri studi - spiega Fabrizio Mattei, capofila tra i ricercatori del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e
Medicina Molecolare dell’ISS impegnati nell’indagine - hanno evidenziato
come in mancanza del recettore FPR1
sulle cellule immunitarie o dell’Annessina A1 sulle cellule carcinomatose
trattate con antracicline o oxaliplatino,
le cellule immunitarie sono quasi inibite, o comunque meno abili a captare
le cellule maligne e quindi meno attive
nel migrare verso il tumore. Risultano,
in altre parole, incapaci di instaurare
interazioni stabili con la cellula tumorale, requisito fondamentale per l’attivazione di una risposta immunitaria
efficace”. Il fondamentale contributo
dell’ISS è stato quello di dimostrare il
ruolo dell’interazione FPR1-Annessina
A1 mediante un monitoraggio in tempo
reale del movimento delle cellule del
sistema immunitario verso le cellule tumorali sottoposte a chemioterapia. Ciò
è stato possibile grazie all’uso di dispositivi microfluidici costruiti ad hoc nel
laboratorio dell’Istituto di Fotonica e
Nanotecnologie del CNR, dal gruppo di
Luca Businaro, con cui l’equipe di Fabrizio Mattei ha da tempo stabilito una
fruttuosa collaborazione.
Una Call for
Proposals
dell’Università di
Genova in vista
dell’edizione 2016
del Festival della
Scienza
È aperta la Call for proposals per la
quattordicesima edizione del Festival
della Scienza, che si terrà a Genova, dal
27 ottobre al 6 novembre 2016, e avrà
come parola chiave ‘Segni’: “La scienza studia i segni che l’uomo ravvisa nella natura, ma anche la scienza è scritta
con i segni di un linguaggio appropriato
inventato dall’uomo; addirittura l’interazione razionale ed emozionale tra
esseri viventi si sviluppa attraverso segni. I segni del linguaggio matematico,
i segni dell’evoluzione scritti nel tempo
profondo, i segni molecolari, i segni genetici, la ricerca di segni di vita su altri
pianeti, i segni del linguaggio comune,
SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 | NEWS
le prove del delitto, moltissime sono le
tipologie di segni analizzati dalla scienza. Da sempre l’aspirazione dell’uomo
è di segnare il proprio passaggio sulla
Terra, di lasciare un segno di cambiamento sull’ambiente in cui vive. In ogni
epoca l’uomo ha lasciato documentazione di una sorta di comunicazione,
di testimonianza fatta secondo i segni
propri di ciascuna civiltà”. Come nelle
precedenti edizioni, il Festival vuole
coinvolgere il maggior numero possibile di persone e istituzioni operanti sia
sul territorio italiano sia in ambito internazionale fin dall’inizio del processo di
ideazione dei contenuti del programma.
L’invito sollecita proposte in questo spirito per le seguenti tipologie di eventi:
Conferenze: lectio magistralis, dialoghi
e incontri con scienziati di rilievo internazionale, con preferenza per relatori
che non siano già stati ospiti del Festival. Mostre: rispettivamente esposizioni
e singole installazioni a carattere didattico, scientifico, artistico e interattivo.
Laboratori: iniziative nelle quali i visitatori sono protagonisti di esperimenti e
di attività sotto la guida degli animatori
scientifici. Eventi speciali: Open days,
performance, dimostrazioni. Spettacoli:
rappresentazioni teatrali, concerti, danze, proiezioni cinematografiche, cicli
a tema. L’eventuale accettazione della proposta non comporta la copertura
dei costi dell’evento: la concessione o
meno di un contributo è a totale discrezione del Festival della Scienza.
Al via la XII
edizione di “Scenari
di Innovazione”
Scade il 23 marzo il termine per partecipare agli “Scenari di Innovazione”,
il progetto/concorso nato e sviluppato
con l’obiettivo di favorire l’innovazione delle produzioni artistiche e tradizionali toscane, grazie all’incontro tra
imprese, mondo della formazione - con
riferimento agli Istituti Superiori e alle
Università a orientamento artistico - e
giovani designer. Il tema di questa 12°
edizione è “Artigianato e Digital Fabrication”: le potenzialità e le capacità
offerte dalla “digital fabrication” (la
stampa avanzata in 2D, le lavorazioni
avanzate in 3D, lo scanner 3D, il laser
cutter, l’elettronica) possono rappresentare, se opportunamente coniugate
e applicate, una formidabile occasione
per favorire la diffusione di nuovi processi, strategie e prodotti innovativi tra
le imprese del settore artistico e tradizionale. Per fare questo serve, tra nuova
tecnologia e impresa, il trait d’union del
design, ed è proprio questo il compito
dell’edizione 2016 del concorso Scenari di Innovazione. I migliori progetti
saranno premiati e potranno dare vita,
grazie all’incontro tra i giovani designer e le aziende, a prototipi, prodotti e
collezioni. Il concorso è promosso dalla
Regione Toscana in collaborazione con
CNA Toscana e Confartigianato Imprese Toscana.
Dorì: un consorzio
europeo per il kiwi
targato Università di
Bologna
Nasce il Consorzio Dorì Europe Srl,
per la valorizzazione commerciale della
varietà di kiwi messa a punto dall’Università di Bologna in collaborazione
con l’Università di Udine. Dorì arriva
dunque in tavola, in Italia e non solo. La
varietà di kiwi a polpa gialla prosegue
a grandi passi il percorso verso la commercializzazione. Ultima e fondamentale tappa è stata appunto la nascita del
Consorzio Dorì Europe Srl. L’iniziativa mette insieme tre importanti realtà
italiane, la Granfrutta Zani di Faenza,
la Kiwi Uno Spa di Verzuolo e la F.lli
Clementi Di Laives, e può contare anche sulla presenza della Summerkiwi
France e della Summerfruit, quest’ultima titolare di licenza della varietà di
kiwi a polpa gialla AC 1536 e del marchio Dorì. La nascita di Dorì è arrivata
dopo anni di ricerche, portate avanti dal
Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Bologna e dal Dipartimento
di Scienze agrarie e ambientali dell’Università di Udine. I caratteri distintivi
della nuova varietà di kiwi sono in particolare l’intensità del colore giallo, il
sapore intenso e la precocità: il frutto è
in grado di maturare con circa un mese
di anticipo rispetto alle altre principali
varietà conosciute.
Il Politecnico
di Milano crea
un sistema di
monitoraggio
satellitare del
Mediterraneo
Monitorare la presenza di barche non
autorizzate in acque internazionali e
ricostruire le loro rotte, tracciando con
una copertura globale i flussi migratori
nel Mar Mediterraneo attraverso l’uso
di satelliti già in orbita. E’ quanto consente di fare Space Shepherd, una piattaforma software ideata al Politecnico
di Milano, che integra i sistemi di monitoraggio “da terra” con i segnali radar
e ottici di satelliti civili attualmente in
uso, riducendo drasticamente i costi per
le operazioni di soccorso. Il funzionamento del sistema è stato presentato in
un contesto virtuale grazie a dati satellitari reali. Se i Governi europei, attraverso le Agenzie che controllano tali flussi di dati, ne consentissero l’utilizzo a
questo scopo, Space Shepherd potrebbe
essere immediatamente operativo come
progetto pilota. “Il sistema ha un costo
stimato di 1 milione di Euro una tantum
– spiega Francesco Topputo, capofila
del progetto – a fronte dei 10 milioni di
Euro al mese spesi per le operazioni di
Mare Nostrum. Al di là dei costi, va sottolineata l’impennata di efficienza che
Space Shepherd garantirebbe alle operazioni di monitoraggio, tracciamento
delle rotte dei migranti e soccorso. Ciò
consentirebbe un pattugliamento intelligente delle coste, limitando drasticamente falsi allarmi e ricognizioni inutili
che richiedono un dispiegamento ingente di uomini e mezzi”. In concreto, la
piattaforma consente di elaborare e integrare i segnali ottici e radar inviati dai
numerosi satelliti in orbita, catturando i
dati elaborati nel corso del loro passaggio sul Mar Mediterraneo e combinandoli per ricostruire la presenza di barche
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NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016
non autorizzate. Il sistema individua
inizialmente la scia lasciata dai natanti
e, grazie ad elaborazioni successive, è
in grado poi di “vedere” anche barche
di soli cinque metri. L’individuazione
non è però immediata. I satelliti, infatti,
durante il loro passaggio sul Mar Mediterraneo, analizzano porzioni limitate
di territorio, accrescendo tale area nelle
traversate successive: le strisce fotografate nel corso dei numerosi passaggi
andranno a comporre l’immagine completa. Per sveltire i tempi, le lacune di
scansione territoriale vengono colmate
da Space Shepherd combinando i dati di
più satelliti.
Torna alla IULM di
Milano il Job Day
Aziende e talenti. Top manager e giovani “cervelli”. Per mettere sempre più
in contatto due mondi, quello dell’università e delle professioni, la IULM ha
lanciato i Job Day, un ciclo di incontri
che permetterà ad alcune imprese leader nel mondo di aprire le proprie porte,
entrando in contatto con gli studenti che
frequentano l’Ateneo. Grazie a questa
formula, manager e professionisti di
veri e propri colossi globali della pubblicità, del marketing, della comunicazione, dell’arte, del lusso e del settore
turistico, saranno ospitati in IULM ogni
mercoledì, fino alla fine di maggio. Una
vetrina per le aziende, ma anche un
potenziale trampolino di lancio per gli
studenti: se, infatti, le imprese faranno
conoscere la loro realtà e il loro brand
ai professionisti del futuro, attraverso
le testimonianze dei top manager, gli
studenti avranno l’opportunità di capire
come funziona la macchina del recruitment, assistere a simulazioni di colloqui
e conoscere tutti i segreti dei processi di
selezione. Così come avranno la chance
di mettere in mostra il proprio talento,
presentando il proprio curriculum vitae.
Una formula win-to-win che ha come
mission quella di costruire un ponte di
collegamento tra il mondo dell’università e il mercato del lavoro. Molte delle
aziende che saranno invitate al Job Day
pubblicheranno, prima dell’incontro in
10
IULM, alcuni annunci di posizioni reali. Gli studenti avranno così la possibilità di inviare la propria candidatura
e sostenere colloqui durante il Job Day,
nel caso in cui l’azienda abbia valutato
il loro curriculum in linea con le figure
professionali richieste e quindi li abbia
preselezionati.
ACI e Politecnico di
Milano insieme per
la sicurezza stradale
L’Automobile Club d’Italia e il Politecnico di Milano hanno sottoscritto un
accordo triennale nel settore della mobilità e, in particolare, della sicurezza
stradale per la realizzazione di studi e
ricerche in materia di sicurezza stradale,
con l’obiettivo di ridurre gli incidenti e
favorire l’innovazione tecnologica di
settore. Nell’ambito della collaborazione avviata saranno realizzate ricerche e
metodologie di analisi e confronto, con
specifico riferimento ai parametri di
sicurezza e affidabilità dei veicoli, alle
caratteristiche funzionali e prestazionali
sia del veicolo che della relativa componentistica e accessori, allo scopo di realizzare analisi di benchmaking ad uso
settoriale e sociale.
Urban Design
Day: città a misura
d’uomo in Cina e in
Italia
Nell’ambito di un accordo di collaborazione tra Politecnico di Torino e
South China University of TechnologySCUT, Italia e Cina hanno confrontato
le rispettive esperienze nel corso della
prima edizione dell’Urban Design Day
realizzata a Guangzhou in Cina. Quello
tra le due culture - italiana e cinese - è
un rapporto antico: da un lato, l’Italia
ha rappresentato il cuore della civiltà
urbana europea attraverso i secoli. Il
suo territorio costituisce il corpo materiale e la forma concettuale di un modo
di costruire città che oggi appartiene al
mondo. L’esperienza italiana non è solo
inscritta nelle pietre delle sue città, ma
anche nelle competenze che oggi esporta nel mondo: nel progetto urbano e
nel disegno del paesaggio, nel restauro
dei monumenti, ma anche nel design e
nell’innovazione tecnologica. La Cina
è la più grande civiltà urbana contemporanea, che ha saputo inventare nuovi
modi di guidare lo sviluppo delle città.
Attraverso il governo dei processi di
trasformazione dei suoi territori sta indicando la strada per sfide che riguarderanno gli abitanti dell’intero pianeta.
L’Urban Design Day si propone come
un momento di dialogo tra culture e
modi di operare che diventa sempre più
centrale nell’affrontare le grandi sfide
globali della nostra epoca. Gli “Italiani”
sanno disegnare città vivibili, a misura
d’uomo, integrate nel territorio; i “Cinesi” sanno organizzare i processi, governare le azioni di pianificazione e amministrative, rendere effettivi i progetti.
L’obiettivo dell’iniziativa, oltre a quello, immediato, di effettuare un confronto critico sul tema della città contemporanea in Cina e in Italia, è di potenziare
i già presenti scambi fra Politecnico,
SCUT e amministrazioni locali, portando il dibattito sul piano istituzionale,
oltre che scientifico, in modo da aprire a
effetti reali sul territorio.
Un ormone
intestinale sintetico
può contribuire a
spegnere l’appetito
Un gruppo di ricerca dell’Istituto di
Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, diretto da Amalia Gastaldelli, ha studiato
in collaborazione con l’Università del
Texas come il Glp-1 - un ormone intestinale - agisce sulle aree del cervello che regolano il senso della fame. Il
lavoro dimostra come nell’uomo, già
dopo una singola somministrazione di
questo ormone sintetico, vi sia un miglioramento del metabolismo del glucosio sia cerebrale che sistemico. “Si è
osservato - affermano i ricercatori del
CNR di Pisa - che nelle due ore successive all’assunzione di zucchero la
singola somministrazione di exenatide
aumenta anche il metabolismo delle
SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 | NEWS
aree cerebrali coinvolte nei meccanismi
di controllo della fame e della sazietà e
in zone deputate al sistema dell’appagamento da cibo. In sostanza, il farmaco
aumenta la risposta di tali aree, mentre
‘spegne’ quelle dell’appetito (l’ipotalamo), spiegando, almeno in parte, i meccanismi già noti attraverso i quali pazienti che usano analoghi del Glp-1 perdono peso”. Secondo gli studi di questi
ultimi anni, il cervello svolgerebbe un
ruolo significativo nell’insorgenza di
diabete e obesità. “Il cervello regola sia
l’impulso della fame sia il modo in cui
il cibo viene ‘metabolizzato’. I risultati
della nostra ricerca evidenziano un peso
determinante dell’ormone Glp-1 in questo senso e aprono nuovi scenari nella
lotta a queste malattie”, conclude la direttrice dell’IFC-CNR.
La Scuola di
eccellenza della
Sapienza consegna i
primi diplomi
Si è svolta nel palazzo del Rettorato
della Sapienza la cerimonia di consegna
dei diplomi ai primi 10 laureati della Scuola Superiore di Studi Avanzati
(SSSA), il polo didattico di eccellenza
dell’Università Sapienza di Roma che
accoglie gli studenti più bravi e che
ha preso avvio nell’anno accademico
2011-2012. Gli allievi, tutti laureati con
110 e lode, hanno seguito il percorso di
approfondimento proposto dalla Scuola
e alloggiato nella residenza loro riservata a due passi dal campus universitario: accanto alle lezioni tradizionali,
hanno seguito seminari ad hoc tenuti
da docenti italiani e stranieri, nonché
svolto soggiorni all’estero nelle scuole
speciali europee, ottenendo gli alti standard di risultato richiesti per continuare
la permanenza nella Scuola, ciascuno
nel proprio ambito disciplinare. Sono 4
le classi accademiche proposte: quella
delle Scienze giuridiche, politiche, economiche e sociali; la classe delle Scienze della vita; la classe delle Scienze e
tecnologie e la classe degli Studi umanistici. Ad oggi sono 80 gli studenti, provenienti da tutta Italia e anche dall’este-
ro, che hanno superato la selezione e vivono questa realtà universitaria romana
sul modello “college”. “In pochi anni
la Scuola si è affermata come una delle
iniziative di maggior prestigio nell’ambito delle Scuole Superiori Universitarie – ha affermato il rettore Eugenio
Gaudio - consolidando importanti rapporti in sede nazionale e internazionale,
ad esempio con le convenzioni con la
Scuola Normale di Pisa e con l’École
Normale Superieure di Parigi”. “Per gli
studenti che ne fanno parte, la Scuola
rappresenta un’esperienza composita,
interessante sotto più punti di vista” –
spiega Alfredo Sciortino, laureato in
Fisica, uno degli allievi che riceverà il
Diploma – “Comporta innegabili vantaggi materiali, dall’alloggio alla borsa
di studio annuale, e didattici, con corsi
aggiuntivi di ottimo livello e di vasto
interesse. Se però dovessi sintetizzare
cosa la Scuola mi ha offerto in questi
anni, penso che l’accento vada posto
sulla componente umana dell’esperienza: si entra in contatto con alcuni tra i
migliori studenti, provenienti dalle discipline più disparate. La possibilità di
confrontarsi sui problemi comuni da
punti di vista diversi conduce ad apprezzare la potenza della propria disciplina, ma, soprattutto, comprenderne i
suoi limiti: capire dove bisogna alzare
le le mani e abbandonarsi all’approccio
di qualcun altro e dove invece le proprie
competenze sono necessarie”.
La Normale scala
le classifiche
internazionali
Secondo Times Higher Education, la
rivista inglese che ogni anno stila uno
tra i ranking internazionali più accreditati, il World University Ranking,
la Normale di Pisa si è classificato
nel 2015-2016 trentottesima a livello
mondiale, e unico ateneo italiano tra i
primi cento. Crescono tutti i parametri
coinvolti nella valutazione: teaching,
citation, research, industry income, international outlook. Per quanto riguarda
le Arts&Humanities la Scuola è tra i tre
atenei italiani classificati tra i primi cen-
to e 60esima a livello mondiale, dopo la
Sapienza di Roma (42esima posizione)
e prima di Bologna (82esima). In vetta
a entrambe queste graduatorie parziali
si collocano le università statunitensi
e britanniche. Nel World University
Ranking stilato dalla rivista inglese la
Scuola Normale risulta il primo ateneo
italiano, avanzando nelle posizioni di
due posti rispetto all’anno passato.
Parla anche cinese la
seconda Università
di Napoli
Il cinese è la nuova lingua parlata dal
sito della SUN, la Seconda Università di Napoli, unina2.it, raggiungibile
all’indirizzo
http://international.unina2.it/index.php/zh, che si affianca alle
versioni già presenti in lingua inglese,
portoghese e russa. L’iniziativa nasce
con l’obiettivo di ampliare gli orizzonti
internazionali dell’Ateneo, riducendo le
barriere linguistiche e facilitando l’accesso ai programmi di studio e all’offerta didattica internazionale disponibile, e
allo stesso tempo, ed agevolare i primi
contatti da parte di studenti Erasmus e
visiting professor che vogliano trascorrere un periodo di studio e di ricerca alla
Sun. La Seconda Università di Napoli è
tra i primi Atenei ad avere già ben quattro versioni in lingua estera del proprio
portale, a cui si affiancherà presto anche
la versione in lingua spagnola.
100mila euro l’anno dalla Bei in arrivo alla Scuola Superiore Sant’Anna
Un progetto di ricerca presentato
dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in qualità di coordinatore, si è appena aggiudicato un finanziamento di 100 mila euro
all’anno, per tre anni, bandito dalla Banca Europea degli Investimenti, nell’ambito della “University research sponsorship grant 2015”, sul tema “How can
larger organisations also be innovative
organisations?”. Il progetto è stato presentato insieme a KU Leven University
e University of Groningen ed è stato selezionato da un comitato di esperti tra
le 27 proposte giunte da università con
sede in 15 paesi europei, entrando così a
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NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016
far parte del “Knowledge programme”
della Banca Europea degli Investimenti
per il triennio 2015 - 2018. L’obiettivo
del progetto è esaminare come le grandi
imprese europee possano sviluppare approcci di successo verso l’innovazione
tecnologica di tipo radicale superando
le barriere tipiche delle imprese consolidate. Il gruppo di ricerca si occuperà
dell’identificazione e del benchmark di
modelli di innovazione radicale nelle
grandi imprese europee, attraverso lo
sviluppo di una metodologia originale
che unisce la ricerca quantitativa a quella di tipo qualitativo. Il progetto porterà
anche alla definizione di strumenti di
ricerca e strumenti diagnostici per identificare i casi di successo e il supporto
delle pratiche manageriali per l’innovazione radicale in Europa.
Una nuova
piattaforma per il
food in Lombardia
con la LIUC
Nasce una nuova iniziativa tutta dedicata al settore food all’interno della
piattaforma regionale di open innovation della Regione Lombardia: a dare
il via la LIUC attraverso il suo centro
di ricerca LIUC Innovazione e Brevetti,
che lavorerà insieme all’associazione
SIFooD, all’Unione degli Industriali
della Provincia di Varese, a Confindustria Como, a ComoNExT e a numerose
imprese del settore. Una rete di soggetti
che si costituiranno nella Community
SIFooD (Science & Innovation Food
District) con l’obiettivo di condividere
conoscenze e opportunità di business
e creare valore all’interno del sistema
economico regionale e nazionale, secondo la logica dell’open innovation.
A partire dalla piattaforma verranno
sviluppati altri strumenti di comunicazione tra i vari partner, come blog, forum, newsletter, al fine di per rendere
ancora più semplice l’interazione tra i
vari soggetti della community. “Il progetto – spiega Valentina Lazzarotti che
con Raffaella Manzini segue il progetto
per la LIUC – vuole incentivare l’avvio di iniziative di collaborazione nel
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settore food in Lombardia, finalizzate a
monitorare e ridurre il processo di deperimento del cibo a casa tramite sistemi
di tracciabilità, conservazione e cottura/
rigenerazione e per ridurre gli sprechi
alimentari e di packaging lungo tutta
la filiera food. L’intenzione è quella di
promuovere la cosiddetta innovazione
aperta attraverso uno strumento snello
quale quello di una piattaforma, messa
a disposizione dalla regione”.
Il touchscreen
rivoluziona la
didattica a Ca’
Foscari
Didattica sostenibile, accessibile a
disabili e studenti di tutto il mondo.
E’ entrata in funzione per alcuni corsi
del Dipartimento di Management, al
Campus economico San Giobbe della Ca’ Foscari, un’aula attrezzata con
un multischermo interattivo capace di
rivoluzionare le classiche lezioni frontali. Una delle aule del dipartimento di
Management è stata allestita con una
E-Board multiscreen, una sorta di enorme smartphone, dotata di un’eccellen-
te tecnologia di visualizzazione delle
immagini e massima affidabilità, che
consente una comunicazione interattiva e “social” in tempo reale docentestudente e studente-studente. I due
schermi interattivi consentiranno la fruizione delle lezioni da parte di studenti
disabili, relatori d’eccellenza italiani e
stranieri a distanza e la partecipazione
di un numero potenzialmente infinito
di studenti. Grazie alla tecnologia touchscreen e potenti strumenti che facilitano la collaborazione, docenti e relatori
potranno offrire lezioni e presentazioni
dinamiche e coinvolgenti, utilizzando
tools che già si conoscono (ppt, file audio/video, ecc) con il massimo impatto
visivo sul pubblico. Un’applicazione
consente di collegare, tramite connessione wireless, la E-Board multiscreen
a qualsiasi tipo di dispositivo mobile. I
singoli utenti potranno interagire direttamente con il docente che deciderà, di
volta in volta, se rendere o meno pubblici questi commenti. Questa modalità
innovativa di fare didattica all’università presenta un’ampia serie di vantaggi
tra cui l’accessibilità da parte di utenti
disabili che non potrebbero altrimenti
seguire le lezioni.
ISSN 2283-5873
Scienze e Ricerche News
Rivista bimensile
supplemento al n. 23 di Scienze e Ricerche, 15 febbraio 2016
La rivista ospita due tipologie di contributi:
• interventi, analisi, recensioni, comunicazioni e articoli di divulgazione
scientifica (solitamente in italiano).
• ricerche e articoli scientifici (in italiano, in inglese o in altre lingue).
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