Transcript PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE di BIO POWER SARDEGNA S.r.l. 2016-2018 Documento descrittivo
Aggiornamento al 4 gennaio 2016 Indice
Contenuti dell’aggiornamento del PPC............................................................................. 2 1. Oggetto e finalità del PPC ............................................................................................ 2 2. Adozione e struttura del PPC ....................................................................................... 3 3. I soggetti e i ruoli .......................................................................................................... 3 3.1 Il Consiglio di Amministrazione .................................................................................. 3 3.2 Il Referente ................................................................................................................. 4 3.3 I responsabili delle posizioni organizzative ................................................................. 4 3.4 I dipendenti ................................................................................................................. 4 3.5 I collaboratori esterni .................................................................................................. 4 4. Le misure attuative per la prevenzione della corruzione .............................................. 4 4.1. La gestione del rischio di corruzione ......................................................................... 4 4.2 Le misure di intervento ............................................................................................... 8 5. La trasparenza ............................................................................................................. 8 La presente versione rappresenta una completa revisione del Piano è pertanto le parti nuove non sono evidenziate. Nel testo si intendono sempre entrambi i generi maschile e femminile, anche ove non espressamente dichiarato.
Legenda delle abbreviazioni utilizzate:
PNA: Piano Nazionale Anticorruzione PPC: Piano triennale per la prevenzione della corruzione BPS (anche solo “Azienda”): BioPower Sardegna S.r.l. Alperia (società capogruppo): Alperia S.p.A. - AG Referente: Referente di BPS del RPC RPC: Responsabile per la prevenzione della corruzione di Alperia S.p.A.-AG A.N.AC.: Autorità Nazionale AntiCorruzione
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Contenuti dell’aggiornamento del PPC
La presente versione del PPC di BPS è stata elaborata secondo gli aggiornamenti normativi intervenuti nel 2015: “
Linee Guida per l’attuazione in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici
” emanate dall’A.N.AC. il 17 giugno 2015; Determinazione n.12 del 28 ottobre 2015 dell’A.N.AC. per l’aggiornamento 2015 del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA). I più importanti aggiornamenti normativi di interesse per BPS prevedono: che
in caso di società indirettamente controllata (come BPS), la capogruppo (ovvero Alperia S.p.A. - AG) assicura che la società indirettamente controllata adotti le misure di prevenzione della corruzione ex Legge n.190/2012, in coerenza con quelle della capogruppo
» (cfr. paragrafo 2.1.1 delle sopra citate Linee Guida). che «
laddove si tratti di società di ridotte dimensioni, in particolare che svolge attività strumentali, la società capogruppo con delibera motivata può introdurre le misure di prevenzione della corruzione ex Legge n.190/2012 relative alla predetta società nel proprio Modello ex 231/2001. Il tal caso, il Responsabile della prevenzione delle corruzione della capogruppo è responsabile dell’attuazione delle misure anche all’interno della società di ridotte dimensioni. Questa deve, però, nominare all’interno della propria organizzazione un Referente del Responsabile della prevenzione della capogruppo
»; sul versante degli obblighi di trasparenza, che alle società indirettamente controllate si applica la normativa sulla trasparenza, «
limitatamente all’attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale o dell’Unione europea
»; per la natura delle attività di BPS, essa è sottoposta agli obblighi per la trasparenza ai sensi del D.Lgs. n.33/2013 nei termini esposti al successivo paragrafo 5 “La trasparenza”.
1. Oggetto e finalità del PPC
1. BPS rientra tra gli enti di diritto privato in controllo pubblico tenuti ad introdurre ed a implementare adeguate misure organizzative e gestionali al fine di dare attuazione alla Legge n.190/2012 ed al D.Lgs. n.33/2013 per la trasparenza( 1 ). 2. Con il presente documento BPS ha inteso predisporre un piano programmatico che contempli l’introduzione di strategie e strumenti volti a prevenire e contrastare il fenomeno della corruzione e adempiere agli obblighi in ambito trasparenza. 3. Il PPC rappresenta lo strumento attraverso il quale l’Azienda sistematizza e descrive il processo finalizzato a definire una strategia di prevenzione del fenomeno corruttivo. In esso si delinea un programma di attività derivante da una preliminare fase di analisi che, in sintesi, consiste nell’esaminare l’organizzazione, le sue regole e le sue prassi di funzionamento in termini di possibile esposizione al fenomeno corruttivo. Il PPC è un programma di attività, con indicazione delle aree di rischio e dei rischi specifici, delle misure da implementare per la prevenzione in relazione al livello di pericolosità dei rischi specifici, dei responsabili per l’applicazione di ciascuna misura e dei tempi. 4. Il PPC di BPS viene adottato tenuto conto delle indicazioni disponibili alla data di approvazione, in particolare: 1 Cfr. Linee Guida A.N.AC. del 17 giugno 2015, paragrafo 2.1 “Le società in controllo pubblico”. Pagina 2 di 9
la Legge n.190/2012, “
Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione
”; il D.Lgs. n.33/2013, “
Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte della pubblica amministrazione
”; il D.Lgs. n.39/2013, “
Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’art.1, commi 49 e 50 della legge n.190/2012
”; le
parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici
” emanate dall’A.N.AC. il 17 giugno 2015; il Piano Nazionale Anticorruzione e relativi allegati e tavole approvato dall’A.N.AC. con Delibera n.72 del 11 settembre 2013 ed aggiornato con Determinazione n.12 del 28 ottobre 2015 dall’A.N.AC.; le indicazioni fornite dall’A.N.AC. reperibili on line; nonché sulla base di ulteriori informazioni desunte dai processi aziendali.
2. Adozione e struttura del PPC
1. Il PPC è predisposto dall’Azienda e viene aggiornato annualmente entro il 31 gennaio. 2. Il PPC è composto dal presente documento descrittivo e da un allegato in forma tabellare
Misure di prevenzione della corruzione di Bio Power Sardegna S.r.l
.,
società controllata da Alperia S.p.A.-AG.
3. Il PPC è adottato con delibera dal Consiglio di Amministrazione di BPS. 4. Il presente documento è la prima versione del PPC di BPS. 5. Ulteriori aggiornamenti potranno avere cadenza più ravvicinata in occasione di integrazioni normative in materia e/o modifiche organizzative. 6. Per l’elaborazione del PPC di BPS sono stati coinvolti i seguenti attori: il l’OdV; il il i Responsabili delle aree a maggior rischio di commissione di reati.
3. I soggetti e i ruoli 3.1 Il Consiglio di Amministrazione
1. Il Consiglio di Amministrazione di BPS: individua e nomina il Referente; adotta il PPC e i suoi aggiornamenti entro il 31 gennaio di ogni anno; adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione. Pagina 3 di 9
3.2 Il Referente
1. Il Referente non svolge i compiti attribuiti dalla Legge n.190/2012 al Responsabile per la prevenzione della corruzione, che sono invece attribuiti al RPC di Alperia( 2 ). 2. Il Referente deve essere una figura interna all’Azienda che non ricopre ruoli in aree a maggior rischio di corruzione: un dirigente, un dipendente oppure un consigliere privo di deleghe gestionali. 4. Il Referente ha il compito di fornire al RPC le informazioni e i dati come da allegata procedura "
Gestione dei flussi informativi in ambito prevenzione della corruzione
".
3.3 I responsabili delle posizioni organizzative
1. I responsabili delle posizioni osservano e adottano le misure contenute nel PPC e gli obblighi di condotta previsti dai Codici di comportamento, segnalano le situazioni di illecito al Referente e propongono misure di prevenzione della corruzione nell’ambito dei settori di rispettiva competenza. 2. Segnalano i casi di personale conflitto di interessi al Referente. 3. Essi controllano il rispetto delle misure idonee a prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione da parte dei dipendenti e/o collaboratori esterni del settore cui sono preposti. 4. Provvedono al monitoraggio delle attività nell'ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione svolte nel settore a cui sono preposti, relazionando al Referente. 5. I responsabili delle posizioni organizzative devono partecipare periodicamente ad un programma formativo che dovrà riguardare in modo specialistico tutte le diverse fasi di analisi e gestione dei rischi di fenomeni corruttivi.
3.4 I dipendenti
1. I dipendenti dell’Azienda osservano e adottano le misure contenute nel PPC e gli obblighi di condotta previsti dai Codici di comportamento e segnalano le situazioni di illecito al Referente. 2. Tutti i dipendenti segnalano i casi di personale conflitto di interessi al Referente.
3.5 I collaboratori esterni
1. I collaboratori a qualsiasi titolo dell’Azienda osservano, per quanto compatibili, le misure contenute nel PPC e gli obblighi di condotta previsti dai Codici di comportamento e segnalano le situazioni di illecito al Referente.
4. Le misure attuative per la prevenzione della corruzione 4.1. La gestione del rischio di corruzione
1. La gestione del rischio di corruzione è l’attività necessaria per la riduzione delle probabilità che il rischio si verifichi ed è realizzata dall’Azienda tramite l’allegato tabellare del PPC. 2 Cfr. art.1. comma 7 della Legge n.190/2012. Pagina 4 di 9
2. Le modalità operative di redazione dell’allegato tabellare sono tratte dalle indicazioni fornite dal PNA 2015( 3 ); il processo di gestione del rischio si compone delle seguenti fasi: a) la mappatura dei processi; b) la valutazione e la ponderazione del rischio per ciascun processo; c) il trattamento del rischio. 3. Il processo di gestione del rischio di corruzione viene realizzata in continuo e comunque aggiornato almeno con cadenza annuale.
a) La mappatura dei processi
1. La mappatura dei processi consiste nell’elaborazione del catalogo dei processi condotti presso le aree di rischio di seguito indicate: a) Acquisizione e progressione del personale b) Approvvigionamenti del combustibile c) Vendita dell'energia elettrica d) Vendita dei Certificati Verdi e) Approvvigionamenti di altre forniture, lavori e servizi anche professionali f) Iter per la richiesta di autorizzazioni, concessioni, licenze, ecc.
b) Modalità di valutazione e ponderazione del rischio per ciascun processo
1. Per la valutazione delle aree di rischio viene utilizzata la metodologia indicata nell’Allegato 5 del PNA 2013; per valutazione del rischio si intende il processo di: identificazione dei rischi, analisi dei rischi e ponderazione dei rischi. 2. L’attività di identificazione dei rischi richiede che per ciascun processo o fase di processo siano fatti emergere i possibili rischi di corruzione. I rischi vengono pertanto identificati: mediante consultazione e confronto tra i soggetti coinvolti, tenendo presenti le specificità dell’Azienda, di ciascun processo e del livello organizzativo a cui il processo si colloca; dai dati tratti dall’esperienza e, cioè, dalla considerazione di precedenti giudiziali o disciplinari che hanno interessato l’Azienda. L’attività di identificazione dei rischi è svolta nell’ambito di gruppi di lavoro, con il coinvolgimento dei responsabili di posizione organizzativa per l’area di rispettiva competenza, con il coordinamento del Referente e del RPC. 3. L’analisi dei rischi consiste nella valutazione della probabilità che il rischio si realizzi e delle conseguenze che il rischio produce (probabilità ed impatto) per giungere alla determinazione del livello di rischio. I criteri utilizzati per stimare la probabilità e l’impatto e per valutare il livello di rischio sono quelli indicati nell'Allegato 5 al PNA 2013 (vedi sottostante tabella). 3 Precisamente al paragrafo 6. “
Miglioramento del processo di gestione del rischio di corruzione
”. Pagina 5 di 9
La probabilità è misurata in termini di: discrezionalità; rilevanza complessità processo; valore frazionabilità del processo. L’impatto è misurato in termini di: impatto impatto impatto impatto organizzativo, economico e sull’immagine. La valutazione complessiva del rischio (sommatoria valore probabilità x sommatoria valore impatto) è compresa in una forbice da 0 a 25, con 0 = nessun rischio e 25 = rischio estremo. Il livello di rischio è rappresentato pertanto da un valore numerico secondo i seguenti gradi di valutazione: Intervallo da 1 a 5: rischio basso. Intervallo da 6 a 15: rischio medio. Intervallo da 15 a 25: rischio alto. Tabella per il calcolo degli indici di valutazione della probabilità e degli indici di valutazione dell’impatto (riferimento: Allegato 5 del PNA 2013).
INDICI DI VALUTAZIONE DELLA PROBABILITÀ Discrezionalità
Il discrezionale?
Valore E’ parzialmente vincolato dalla legge e da atti amministrativi (regolamenti, direttive) E’ parzialmente vincolato solo dalla legge E’ parzialmente vincolato solo da atti amministrativi (regolamenti, direttive) 2 3 4
Rilevanza esterna
Il processo produce effetti diretti all’esterno dell’Azienda?
No, ha come destinatario finale un ufficio interno Sì, il risultato del processo è rivolto direttamente a soggetti esterni Valore 2 5
Complessità del processo
Si tratta di un processo complesso che comporta il coinvolgimento di più uffici/unità (interni all’Azienda) in fasi successive per il conseguimento del risultato?
Valore No, il processo coinvolge un solo ufficio/unità aziendali 1 Sì, il processo coinvolge più di 3 uffici/unità aziendali 3 Sì, il processo coinvolge più di 5 uffici/unità aziendali 5
Valore economico
Qual è l’impatto economico del processo?
Valore Ha 1 Comporta l’attribuzione di vantaggi a soggetti esterni, ma di non particolare rilievo economico 3 Comporta l’attribuzione di grandi vantaggi a soggetti esterni (es.: affidamento di appalto) 5 Pagina 6 di 9
Frazionabilità del processo
Il risultato finale del processo può essere raggiunto anche effettuando una pluralità di operazioni di entità ridotta che, considerate complessivamente, alla fine assicurano lo stesso risultato (es.: pluralità di affidamenti ridotti) ?
Valore No 1 Sì 5
INDICI DI VALUTAZIONE DELL’IMPATTO Impatto organizzativo
Rispetto al totale del personale impiegato nel singolo servizio (unità organizzativa semplice) competente a svolgere il processo nell’ambito dell’Azienda, quale percentuale di personale è impiegata nel processo?
Valore Fino a circa il 20% 1 Fino a circa il 40% Fino a circa il 60% Fino a circa l’80% Fino a circa il 100% 2 3 4 5
Impatto economico
Nel corso degli ultimi 5 anni sono state pronunciate sentenze della Corte dei conti a carico di dipendenti (dirigenti e dipendenti) dell’Azienda sono state pronunciate sentenze di risarcimento del danno nei confronti dell’Azienda per la medesima tipologia di evento o di tipologie analoghe?
Valore No 1 Sì 5
Impatto reputazionale
Nel corso degli ultimi 5 anni sono stati pubblicati su giornali o riviste articoli aventi ad oggetto il medesimo evento o eventi analoghi?
Valore No Non ne abbiamo memoria 0 1 Sì, 2 Sì, sulla stampa nazionale 3 Sì, sulla stampa locale e nazionale 4 Sì, sulla stampa locale, nazionale e internazionale 5
Impatto organizzativo, economico e sull’immagine
A quale livello può collocarsi il rischio dell’evento (livello apicale, livello intermedio o livello basso) ovvero la posizione/il ruolo che l’eventuale soggetto riveste nell’organizzazione è elevata, media o bassa?
Valore A 2 A livello di responsabile di area ovvero di posizione apicale 3 A 4 A livello di Direzione Generale 5
c) Il trattamento del rischio
1. Il trattamento del rischio individua le misure idonee a ridurre o prevenire il rischio, a fronte della valutazione del rischio elaborata secondo la metodologia descritta al paragrafo precedente. 2. Le misure sono individuate dall’Azienda tramite il coinvolgimento delle figure aziendali competenti, nonché le priorità di trattamento del rischio. Pagina 7 di 9
Le azioni di prevenzione del rischio previste dal PPC di BPS sono adottate in ordine di priorità e in funzione della probabilità di rischio evidenziata. 3. Il Referente provvede ad informare il RPC sullo stato di avanzamento delle azioni, adottando l’apposita procedura allegata al presente documento. 4. Il monitoraggio della gestione del rischio compete al RPC.
4.2 Le misure di intervento
1. Con l’aggiornamento del 24 novembre 2015, il PPC ha recepito le misure introdotte dalla Linee Guida A.N.AC. del 17 giugno 2015, aggiuntive e/o non previste dal PNA 2013. 2. Le aree di intervento individuate nell’allegato
Misure di prevenzione della corruzione di Bio Power Sardegna S.r.l
.,
società controllata da Alperia S.p.A.-AG
sono: 1. la realizzazione della gestione del rischio (individuazione delle aree a maggior rischio di corruzione, incluse quelle previste nell’art.1, comma 16 della Legge n.190/2012); 2. l’individuazione degli obblighi di informazione nei confronti del RPC sul funzionamento e l’osservanza del PPC, che permette anche il monitoraggio sull’implementazione del PPC da parte dell’amministrazione vigilante (Alperia S.p.A.-AG); 3. l’adozione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel PPC; 4. la previsione e realizzazione della formazione, con particolare attenzione al rischio di fenomeni corruttivi; 5. l’individuazione degli strumenti per la rotazione degli incarichi del personale dirigenziale e del personale con funzioni di responsabilità operante nelle aree a rischio corruzione; 6. l’individuazione e l’attuazione delle modalità per i monitoraggi e la vigilanza del PPC; 7. l’adozione degli obblighi in ambito trasparenza secondo le modalità del successivo paragrafo 5 “
La trasparenza
”; 8. l'adozione delle misure per evitare l’assunzione di dipendenti pubblici che hanno esercitato negli ultimi tre anni poteri autoritativi o negoziali per conto di Pubbliche Amministrazioni nei confronti di BPS oppure di società controllate; 9. l'adozione delle Linee guida A.N.AC. del 28 aprile 2015 (Determinazione n.6) in materia di tutela del dipendente che segnala illeciti.
5. La trasparenza
1. Le Linee Guida A.N.AC. del 17 giugno 2015, e il relativo allegato “
Principali adattamenti degli obblighi di trasparenza per le società e gli enti di diritto privato controllati o partecipati da pubbliche amministrazioni
”, hanno determinato importanti modifiche alla disciplina della trasparenza nelle società private in controllo pubblico, estendendo anche a queste l’ambito di applicazione della trasparenza «
limitatamente all’attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale o dell’Unione europea
( 4 )». «
Le attività di pubblico interesse disciplinate dal diritto nazionale o dell’Unione europea
» sono da considerarsi tali quelle qualificate da una norma di legge oppure dagli atti costitutivi e dagli statuti e 4 Cfr. “Premessa” delle Linee Guida A.N.AC. del 17 giugno 2015. Pagina 8 di 9
quelle previste dall’art.11, comma 2 del D.Lgs. 33/2013( 5 ): le attività di esercizio di funzioni amministrative, le attività di produzione di beni e servizi a favore di amministrazioni pubbliche oppure di gestione di servizi pubblici. Inoltre, è attività di interesse pubblico se esercitata in base ad un affidamento in concessione degli enti locali oppure se il Comune concedente abbia regolamentato le modalità di esecuzione del servizio e le tariffe applicabili agli utenti. Inoltre, gli obblighi di trasparenza sono estesi agli enti nei quali siano riconosciuti alle pubbliche amministrazioni, anche in assenza di una partecipazione azionaria, poteri di nomina dei vertici o dei componenti degli organi. Le norme sulla trasparenza sono volte, infatti, a superare l'elemento formale della natura giuridica dell'ente a favore della natura sostanziale delle attività svolte: se la società di diritto privato in controllo pubblico svolge attività di pubblico interesse, ad essa (oppure per quella parte dell'organizzazione che svolge l’attività) si devono applicare le regole sulla trasparenza( 6 ). 2. Quindi, BPS è comunque tenuta, anche se non è sottoposta agli obblighi per la trasparenza, a pubblicare nel proprio sito, ovvero nel sito della capogruppo Alperia S.p.A.-AG, i dati relativi alla propria organizzazione ed a rispettare gli obblighi di pubblicazione che derivano dalla normativa di settore, per esempio in materia di selezione del personale (cfr. Linee Guida A.N.AC. del 17 giugno 2015, paragrafo 2.1.3). ________________________________________________________________________________________________________________________
Il presente documento è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione di BPS del 18 Gennaio 2016 ed entra in vigore da questa data; esso si ritiene applicabile nei confronti dei destinatari al momento della notifica agli stessi. Il presente documento è conservato a cura del Referente di BPS.
_____________________________________________________________________________________________________________________________________ 5 Modificato dall’art.24 bis del D.lgs. n.90/2014.
6 Cfr. Circolare del Ministero della semplificazione e della pubblica amministrazione n.1 del 14 febbraio 2014.
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