Programma - Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI

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Transcript Programma - Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI

12
°
GIOVEDÌ
21 GENNAIO 2016
ore 20.30
VENERDÌ
22 GENNAIO 2016
ore 20.3 0
MARCO ANGIUS | Direttore
RAY CHEN | Violino
Stravinskij
Prokof’ev
Rachmaninov - Respighi
12
°
GIOVEDÌ
21 GENNAIO 2016
ore 20.3 0
VENERDÌ
22 GENNAIO 2016
ore 20.3 0
MARCO ANGIUS | Direttore
RAY CHEN | Violino
Igor Stravinskij (1882-1971)
Le chant du rossignol,
poema sinfonico (da Andersen) (1914/17)
Durata: 21’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino:
14 dicembre 2007, Vladimir Fedoseev.
Sergej Prokof’ev (1891-1953)
Concerto n. 2 in sol minore op. 63
per violino e orchestra (1935)
Allegro moderato
Andante assai – Allegretto
Allegro, ben marcato – Coda
Sergej Rachmaninov (1873-1943)
- Ottorino Respighi (1879-1936)
Cinque Études-tableaux dall’op. 33 e 39
per pianoforte (orchestrazione e titoli
di Ottorino Respighi, 1930)
La mer et les mouettes. Lento assai (op. 39 n. 2)
La foire. Allegro con fuoco (op. 33 n. 4)
Marche funèbre. Lento lugubre (op. 39 n. 7)
Le chaperon rouge et le loup. Allegro (op. 39 n. 6)
Marche. Allegro moderato, Tempo di marcia
(op. 39 n. 9)
Durata: 27’ ca.
Prima esecuzione Rai a Torino.
Le stesse composizioni sono state eseguite
dall’OSN diretta da Marco Angius durante
la tournée in Russia nell’ottobre 2015.
Durata: 26’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino:
20 aprile 2012, Omer Meir Wellber,
Sergej Krylov.
Il concerto di giovedì 21 gennaio è trasmesso
in collegamento diretto su Radio 3 per il
programma Radio 3 Suite.
IGOR STRAVINSKIJ
Le chant du rossignol, poema sinfonico in tre parti (da Andersen)
L’usignolo di Andersen
In una Cina lontana e sfuggente si diffonde una leggenda che
narra di un usignolo dal canto meraviglioso. L’imperatore ne viene
a conoscenza e domanda ai suoi sudditi di andare a trovare quel
prodigio della natura. Dopo una difficile ricerca, l’usignolo giunge
a corte, suscitando la meraviglia di tutti i presenti: il suo aspetto è
davvero sgradevole, ma il suo canto è d’una bellezza commovente.
L’imperatore è incantato da quella sorprendente creatura; la invita a
insediarsi a corte, per allietare il palazzo con i suoi suadenti gorgheggi.
Ma dopo qualche tempo arriva in omaggio al sovrano un misterioso
pacco, dal quale esce un usignolo meccanico, decorato con materiali
preziosi, capace di imitare alla perfezione i gorgheggi del volatile.
Lo stupore è enorme: una semplice molla mette in movimento un
meccanismo magico. L’usignolo si trova così costretto ad allontanarsi
dalla corte, per tornare a nascondere il suo canto tra la vegetazione
del bosco. Dopo qualche mese l’imperatore si ammala gravemente.
Un misterioso male si impossessa del suo corpo; l’unico sollievo
proviene dal canto dell’usignolo meccanico. Ma proprio nel momento
di maggiore crisi gli ingranaggi si rompono, gettando il sovrano in
un grave sconforto. Una sera, quando ormai a corte si è sparsa una
mesta rassegnazione, alla finestra dell’imperatore appare l’usignolo
del bosco, accorso a rasserenare il suo tormento. Il canto guarisce
miracolosamente la malattia dell’imperatore, che commosso chiede
all’uccellino di restare a corte. Ma l’usignolo è costretto a rifiutare: il
suo mondo è la natura, e il suo canto deve alleviare le sofferenze di
tutti gli uomini. E così promette di tornare tutte le sere a cantare per il
suo sovrano, ma solo dopo essersi dedicato agli altri sudditi.
L’usignolo di Stravinskij
Le chant du rossignol è il rimaneggiamento realizzato nel 1917 a
partire dall’opera in tre atti Le rossignol, rappresentata a Parigi nel
1914 nell’ambito della stagione dei Balletti Russi. Stravinskij non era
soddisfatto del suo lavoro, che aveva avuto una genesi discontinua:
abbozzato nel 1909 ancora in Russia, era stato completato solo tra
il 1913 e il 1914, dopo le fondamentali esperienze dell’Uccello
di fuoco e del Sacre du printemps. La sua parabola artistica era
maturata; il contatto con il linguaggio del balletto aveva creato una
scrittura potentemente evocativa, senza pregiudicare in nessun
momento l’asciuttezza della sintassi. Le chant du rossignol, nella
sua versione definitiva, è un poema sinfonico che rispetta il ritmo
scenico dell’opera: il percorso musicale si snoda assecondando con
naturalezza la vicenda della fiaba di Andersen. Dietro al ritmo cullante
dell’apertura si nascondono il canto suadente di un pescatore e
l’atmosfera bucolica da cui emerge la voce dell’usignolo. La sfarzosa
corte dell’imperatore sembra materializzarsi non appena suona il lieve
tintinnio di triangolo, gong, arpa e flauto: la dissolvenza timbrica che
produce l’abbagliante visione di una corte imperiale convenzionale e
ironica, proprio come l’atteggiamento distaccato di un adulto che
legge una fiaba. Il flauto si scompone in due personalità distinte:
prima si scioglie in una melodia palpitante e sospirosa, poi si
irrigidisce in un movimento algido e levigato. Sono i due volti della
fiaba di Andersen: la naturalezza che anima il canto dell’usignolo e
l’inquietante freddezza del suo alter ego meccanico. Nel finale aleggia
un’atmosfera plumbea come la morte che insegue l’imperatore:
tromba, trombone e fagotto espongono un tema lugubre, uno
spettrale dies irae interrotto da agghiaccianti frammenti di scale;
finché dalle tenebre non si leva dolcissimo il canto dell’usignolo,
spazzando via ogni pensiero inquietante, in una panica riconciliazione
con l’elemento naturale.
Andrea Malvano
(dal programma di sala 13 dicembre 2007)
SERGEJ PROKOF’EV
Concerto n. 2 in sol minore op. 63 per violino e orchestra
Musica «leggermente seria» o «seriamente leggera»
Nel 1935 Prokof’ev ormai non risiedeva stabilmente nella sua Russia
da circa 17 anni. Fin dai suoi esordi era andato alla conquista del
mondo, portando il suo virtuosismo pianistico prima a New York,
poi in Italia e in Baviera, e quindi a Parigi, la città in cui in quegli
anni erano proprio i russi a dominare la scena con la diffusione delle
composizioni di Stravinskij e l’entusiasmo per i Ballets Russes di
Djagilev. Qui Prokof’ev aveva sempre trovato un ambiente stimolante,
denso di suggestioni artistiche e musicali. Dal 1928 vi si era stabilito
in maniera pressoché stanziale, senza perdere di vista gli Stati Uniti,
che continuavano a tributare decisi consensi alla sua produzione.
Prokof’ev era quindi un compositore perfettamente inserito nella
cultura occidentale, ma rischiava di perdere contatto con le esperienze
artistiche che stavano maturando nella sua patria. Era il momento
di dichiarare una convergenza con le direttive estetiche suggerite
dal Partito Socialista; e così il 16 novembre del 1934 Prokof’ev
pubblicò sulla rivista «lstvestia» un articolo intitolato La via della
musica sovietica, in cui vengono celebrate la semplicità e la chiarezza:
proprio quei valori che in Unione Sovietica avrebbero perseguitato un
compositore come Šostakovič fino alla morte di Stalin.
"Quel che occorre è innanzitutto della grande musica, della musica
cioè che tanto nella forma quanto nel contenuto risponda alla
grandezza dell’epoca. Essa dovrebbe costituire uno stimolo per
il nostro sviluppo musicale e rivelare la nostra realtà all’esterno.
Disgraziatamente c’è per i moderni compositori sovietici il serio
pericolo di diventare provinciali. Allo stesso tempo, volgendo la
sua attenzione sulla musica seria, significativa, il compositore
avrà presente che nell’Unione Sovietica la musica si indirizza a
milioni di persone prive in passato, o quasi, di ogni contatto con
essa: il nuovo, immenso uditorio che il moderno compositore
sovietico dovrà sforzarsi di raggiungere. Quanto al tipo di musica
che necessita di più, penso sia quella che chiamerà «leggermente
seria» o «seriamente leggera». Non è certo cosa agevole trovare il
linguaggio conveniente. Esso dovrà essere innanzitutto melodico,
e dalla melodia chiara e semplice, senza peraltro cadere nel
derivato o nel triviale. Lo stesso vale per la tecnica e la forma che
esigono chiarezza e semplicità, ma non alcunché di stereotipo."
Il Secondo concerto per violino e orchestra è un lavoro che riflette bene
gli ideali poetici contenuti in quell’articolo. Scritto nel 1935 tra Parigi,
Voronez e Baku, fu eseguito per la prima volta a Madrid, il primo
dicembre dello stesso anno, nell’ambito di una sfiancante tournée
che portò Prokof’ev in Spagna, Portogallo, Marocco, Algeria e Tunisia.
L‘apertura, affidata a una melodia del violino sulla quarta corda,
conquista immediatamente l’ascoltatore con la sua immediatezza
espressiva. È il primo tassello di un lirismo che percorre gran parte del
concerto, debordando nel clima da serenata del secondo movimento.
La sua presenza è resa ancora più intensa dal contrasto con le sezioni
incandescenti, nelle quali il violino si trasforma in un alter ego ruvido
e percussivo. Nel finale domina un’atmosfera danzante, in una cornice
che strizza chiaramente l’occhio a quella cultura iberica in cui Prokof’ev
era immerso proprio durante i mesi della composizione.
Prokof’ev a Parigi
Durante gli anni della sua permanenza a Parigi Prokof’ev non amava
frequentare quei salotti nei quali un musicista in carriera era costretto
a farsi vedere. Preferiva ricevere a casa sua gli amici, giocare a scacchi,
organizzare tornei di bridge e trasformare il suo appartamento in una
vera e propria bisca domestica. Il gioco d’azzardo Io affascinava (nel
1917 aveva anche scritto un’opera ispirata al Giocatore di Dostoevskij)
e a Parigi non era difficile trovare compagnia tra carte e fiches. Francis
Poulenc, compositore noto per la sua passione per il gioco d’azzardo,
era uno dei suoi abituali compagni di tavolo: nella sua splendida
tenuta agricola i due si trovavano per sfidarsi a carte, ma anche per
degustare buon vino e piatti prelibati. Prokof’ev aveva difatti una
grande passione per la buona cucina: spesso trascinava la moglie in
tournée gastronomiche in provincia, viaggiando in automobile alla
media di trenta chilometri all’ora e facendo sosta in tutti i ristoranti
raccomandati dalla guida Michelin.
Andrea Malvano
(dal programma di sala 19 aprile 2012)
SERGEJ RACHMANINOV - OTTORINO RESPIGHI
Cinque Études-tableaux dall’op. 33 e 39 per pianoforte
Ottorino Respighi fu tra i nomi più celebri della cosiddetta
“generazione dell'Ottanta”: un gruppo di compositori nati intorno
al 1880, tra cui Casella, Alfano, Malipiero e Pizzetti, che nei primi
trent'anni del Novecento incoraggiò il rinnovamento della musica
italiana e il suo allineamento al gusto europeo contemporaneo. Il
mondo in cui Respighi si muoveva meglio era quello sinfonico – che
guardava a Strauss e a Debussy - e in particolare gli era congeniale
l'arte della trascrizione e della strumentazione: trascrisse infatti
moltissime composizioni sorte tra il Seicento e il Novecento. Nato
a Bologna, nella sua città studiò con Torchi e Martucci e lavorò al
Teatro Comunale; poi andò a San Pietroburgo per suonare al Teatro
Imperiale e trovò gli insegnamenti di Rimskij-Korsakov; e ancora si
formò in Germania con Max Bruch.
Magistrale esempio di trascrizione, che rivela la confidenza di
Respighi con la musica russa, sono i Cinque Études-tableaux
dall’op. 33 e 39 per pianoforte di Sergej Rachmaninov, straordinario
pianista oltre che compositore. Fu il direttore d'orchestra Serge
Koussevitzky a suggerire nel 1929 al suo editore, l'Éditions Russes
de Musique, di commissionare a un giovane talentuoso compositore
italiano, noto per il successo dei Pini di Roma e delle Fontane di
Roma, una selezione degli Études-tableaux per pianoforte. Una
volta pubblicati, lui stesso li avrebbe poi diretti sul podio della
Boston Symphony Orchestra, fatto che avvenne nel 1931.
Questi brani, scritti da Rachmaninov tra il 1911 e il 1917, ricalcano
l'essenza dei romantici studi da concerto per pianoforte di Chopin
e di Liszt: pezzi espressivi di carattere, virtuosistici e di difficile
esecuzione. Se Rachmaninov non fornì al pubblico un "programma"
che svelasse le immagini e le suggestioni da cui erano scaturiti i
brani, così che l'ascoltatore si sentisse libero nei confronti di quella
musica, fu più esplicito con Respighi, al quale suggerì invece spunti
che potevano tornare utili nell’orchestrazione dei cinque studi.
Da qui i cinque titoli apposti da Respighi per la suite: La mer et
les mouettes (Il mare e i gabbiani) op. 39 n. 2, La foire (Il mercato)
op. 33 n. 4, Marche funèbre (Marcia funebre) op. 39 n. 7, Le chaperon
rouge et le loup (Cappuccetto rosso e il lupo) op. 39 n. 6 e Marche
(Marcia) op. 39 n. 9. Sono certamente il timbro e la ricerca del
suono e del colore orchestrale ad essere centrali per Respighi, come
è evidente in parte dalla scrittura dei soli in orchestra o dall'uso
degli strumenti per valorizzare talvolta l'armonia, talvolta il ritmo o
l'atmosfera cercata da Rachmaninov.
Irene Sala
MARCO ANGIUS
Direttore d’orchestra di riferimento per il repertorio moderno e
contemporaneo, dopo aver concluso gli studi musicali a Roma e quelli
universitari a Bologna si dedica prima alla direzione d’ensemble, fondando
lo storico gruppo “Algoritmo”, e in seguito a quella di orchestre quali
l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, il Maggio Musicale Fiorentino,
La Fenice di Venezia, il Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra della
Toscana, il Teatro Petruzzelli di Bari, l’Orchestra “Giuseppe Verdi” di Milano,
l’Orchestra della Svizzera Italiana, l’Orchestre de Chambre de Lausanne.
Il 2012 ha segnato il debutto con l’Ensemble Intercontemporain e la
Filarmonica di Tokyo.
Angius è stato invitato da festival quali Biennale Musica di Venezia, MITO
Settembre Musica, Milano Musica, Warsaw Autumn Festival, Ars Musica di
Bruxelles, Biennale Zagreb, deSingel di Anversa (con l’Hermes Ensemble
di cui è Principale direttore ospite), Traiettorie, Romaeuropa Festival.
Nella ricca produzione discografica spiccano opere di Sciarrino (tra cui Luci
mie traditrici per Stradivarius/Euroarts), Ivan Fedele (Mixtim e Mosaîque),
Cage, Evangelisti, Schoenberg (con l’Ensemble Prometeo) e innumerevoli
prime esecuzioni dei maggiori compositori italiani.
È autore di una monografia sull’opera di Salvatore Sciarrino (Come
avvicinare il silenzio, Rai Eri, 2007) e di numerosi scritti sulla musica
contemporanea tradotti in varie lingue.
Tra le produzioni più recenti: Aspern di Sciarrino (Teatro La Fenice), Jakob
Lenz di Rihm e Don Perlimplin di Maderna (entrambi col Teatro Comunale
di Bologna), L’imbalsamatore di Battistelli (inciso per Stradivarius con
l’Icarus Ensemble), L’Italia del destino di Luca Mosca al Maggio Musicale
Fiorentino, La volpe astuta di Janáček (Accademia Nazionale di Santa
Cecilia/Opera Studio), e l’impegno come Direttore musicale principale e
coordinatore artistico dell’ensemble “Giorgio Bernasconi” dell’Accademia
Teatro alla Scala.
RAY CHEN
Nato a Taiwan e cresciuto in Australia, è stato ammesso al Curtis Institute
of Music all’età di quindici anni, dove ha studiato con Aaron Rosand e ha
ricevuto il sostegno dell’organizzazione Young Concert Artists.
Vincitore del Concorso Queen Elisabeth (2009) e del Concorso Yehudi
Menuhin (2008), nel 2012 è diventato il più giovane solista di sempre
ad essersi esibito in occasione della cerimonia di consegna dei Premi
Nobel di fronte alla Famiglia Reale svedese. Ha inoltre riscosso un grande
successo durante il suo debutto alla Carnegie Hall insieme alla Filarmonica
Reale di Stoccolma diretta da Sakari Oramo e nel concerto al Musikverein
insieme alla Gewandhaus Orchestra diretta da Riccardo Chailly. Si è
inoltre esibito con la Cleveland Orchestra e la Filarmonica di Los Angeles
all’Hollywood Bowl. Ha fatto il suo debutto al Festival di Lucerna e ha
effettuato importanti tournée con l’Orchestra Filarmonica Israeliana e con
l’Orchestra Sinfonica di Shanghai. Dalla stagione 2012/13 è stato invitato
a far parte della “Junge Wilde” alla Konzerthaus di Dortmund. Nella
stagione in corso sono previsti un tour di recital in Australia e il debutto
con l’Orchestre National de France e la London Philharmonic Orchestra. La
Sony ha pubblicato con lui due registrazioni di grande successo: Virtuoso
è un'incisione di opere di Bach, Tartini, Franck e Wieniawski, mentre la
seconda incisione include i Concerti di Mendelssohn e Čajkovskij realizzati
con la Swedish Radio Orchestra diretta da Daniel Harding. Le riviste « The
Strad » e «Gramophone» hanno definito le sue esibizioni “da non perdere”.
Inoltre, la registrazione Virtuoso si è aggiudicata il prestigioso Premio
ECHO Klassik. La sua terza incisione, tutta dedicata a Mozart, effettuata
con Christoph Eschenbach e l’Orchestra del Festival Schleswig-Holstein,
è uscita nel 2014. Chen profonde notevole impegno nell’intento di
ampliare il pubblico della musica classica, rivolgendosi in particolar modo
ai giovani che utilizzano social network e piattaforme digitali. Ha aderito
a SoundCloud, piattaforma su cui può già vantare più di un milione di
followers e inoltre è il primo musicista ad essere stato invitato a tenere un
blog per l’editore italiano RCS. Lo stilista Giorgio Armani lo sostiene nel
progetto di unire sempre più la musica classica, il mondo della moda e la
cultura “pop”.
Ray Chen suona uno Stradivari Joachim del 1715 per gentile concessione
della Nippon Music Foundation.
PARTECIPANO AL CONCERTO
CORNI
*Stefano Aprile, Marco Panella, Emilio Mencoboni, Marco Tosello.
TROMBE
*Marco Braito, Ercole Ceretta, Daniele Greco D’Alceo.
VIOLINI PRIMI
*Alessandro Milani (di spalla), °Giuseppe Lercara, °Marco Lamberti, Antonio Bassi,
Constantin Beschieru, Lorenzo Brufatto, Irene Cardo, Aldo Cicchini, Patricia Greer,
Martina Mazzon, Sara Pastine, Fulvia Petruzzelli, Francesco Punturo, Matteo Ruffo,
Elisa Schack, Lynn Westerberg.
VIOLINI SECONDI
*Paolo Giolo, Enrichetta Martellono, Valerio Iaccio, Pietro Bernardin, Roberto D’Auria,
Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Paolo Lambardi, Alessandro
Mancuso, Marcello Miramonti, Francesco Sanna, Isabella Tarchetti, Carola Zosi.
VIOLE
*Ula Ulijona, Geri Brown, Matilde Scarponi, Giovanni Matteo Brasciolu,
Giorgia Cervini, Massimo De Franceschi, Federico Maria Fabbris, Riccardo Freguglia,
Alberto Giolo, Agostino Mattioni, Davide Ortalli, Clara Trullén Sáez.
VIOLONCELLI
*Pierpaolo Toso, Ermanno Franco, Giacomo Berutti, Stefano Blanc, Pietro Di Somma,
Michelangiolo Mafucci, Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino, Enrico Ferri.
CONTRABBASSI
*Cesare Maghenzani, Silvio Albesiano, Alessandro Belli, Luigi Defonte, Pamela Massa,
Francesco Platoni, Virgilio Sarro, Vincenzo Venneri.
TROMBONI
*Joseph Burnam, Antonello Mazzucco.
TROMBONE BASSO
Gianfranco Marchesi
TUBA
Alejandro Cerdá Belda
TIMPANI
*Antonio Ceravolo
PERCUSSIONI
Carmelo Giuliano Gullotto, Alberto Occhiena, Emiliano Rossi, Sebastiano Girotto,
Claudio Scolari.
ARPE
*Donata Mattei, Francesca Tirale.
PIANOFORTE
*Roberto Galfione
CELESTE
Maria Antonietta Maldera
FLAUTI
*Giampaolo Pretto, Fiorella Andriani, Luigi Arciuli.
OTTAVINO
Fiorella Andriani
OBOI
*Francesco Pomarico, Sandro Mastrangeli.
Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, cortesemente
messo a disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano.
CORNO INGLESE
Teresa Vicentini
CLARINETTI
*Enrico Maria Baroni, Franco Da Ronco.
CLARINETTO PICCOLO
Franco Da Ronco
CLARINETTO BASSO
Salvatore Passalacqua
FAGOTTI
*Andrea Corsi, Cristian Crevena.
CONTROFAGOTTO
Bruno Giudice
*prime parti ° concertini
CLASSICA PER TUTTI
Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori
abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra,
avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI.
Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che
preferite e iscrivetevi subito!
Torino - Auditorium Rai - Concerti
Stagione 2015.2016
Concerti per famiglie
con l’Orchestra Sinfonica Nazionale
della Rai
Ecco il secondo appuntamento del 2016
Beethoven e i suoi concerti per pianforte
Incontro con GIORGIO PESTELLI
Il prossimo appuntamento:
Martedì 23 febbraio 2016, ore 18.00 - Ingresso libero
Sala Coro “Auditorium RAI”, Piazza Rossaro
SABATO 5 MARZO 2016
ore 16.00
presentazione di Massimo Bernardini
I Concerti per pianoforte di Beethoven rappresentano una
parte molto significativa dell’esperienza musicale del grande
compositore e sono un punto di riferimento essenziale per tutti gli
altri musicisti che hanno voluto comporre simili opere. Anche per
gli esecutori, i concerti per piano di Beethoven sono un banco di
prova fondamentale. Giorgio Pestelli ci accompagnerà in questo
affascinante mondo aiutandoci a scoprire le particolarità di queste
opere e delle loro relazioni con le altre prodizioni beethoveniane.
La conferenza sarà arricchita da ascolti ed esempi musicali.
JURAJ VALČUHA | direttore
NIKOLAJ DEMIDENKO | pianoforte
Musiche di Ligeti, Beethoven
Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito
www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected].
Auditorium Rai
"Arturo Toscanini" di Torino
CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK
Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli
Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2015/16 che utilizzeranno
il VITTORIO PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste
dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita
macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno
diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria.
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN
BIGLIETTERIA.
Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it
alla sezione "riduzioni".
Biglietteria
via Rossini 15 - 10124 - Torino
Tel: 011/8104653 - 011/8104961
Fax: 011/8170861
[email protected]
www.osn.rai.it
www.facebook.com/osnrai
instagram.com/orchestrasinfonicarai
@OrchestraRai
Poltrona numerata in ogni settore:
10,00 euro
Poltrona numerata Under 15 in ogni settore:
5,00 euro
I CONCERTI
13
°
GIOVEDÌ
28 GENNAIO 2016
ore 20.3 0
VENERDÌ
29 GENNAIO 2016
ore 20.3 0
JURAJ VALČUHA | Direttore
Gustav Mahler
Sinfonia n. 9 in re maggiore
CARNET
da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori
Adulti: 24,00 euro a concerto Under 30: 5,00 euro a concerto
SINGOLO CONCERTO
Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani)
INGRESSO
Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani)
BIGLIETTERIA
Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861
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