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APP e LAV VALUTAZIONE E RICERCA SOCIALE Prof. Giampietro Gobo I LEZIONE L’irresistibile ascesa della valutazione Dagli inizi degli 1990s la valutazione (VAL) assume un ruolo centrale nelle amministrazioni pubbliche (PA) e nelle organizzazioni in generale. La VAL è diventata quindi un’attività fondamentale per amministrazioni e organizzazioni. Ovviamente era presente anche prima degli 1990s, ma a partire da quella data diviene centrale e diffusa. LE CAUSE /1 Le ragioni di questa nuova esigenza sono molteplici. 1. La delusione per le riforme: Dagli 1960s in poi si tese maggiormente a porre l’accento sulla necessità di riforme, innovazioni, ristrutturazioni (negli 1970s) nuovi servizi, ecc. Tuttavia, senza nulla togliere all’importanza vitale delle innovazioni, spesso i cambiamenti non ottengono gli effetti desiderati e, a volte, producono più disagi che benefici (conseguenze inattese, effetti perversi, ecc.) LE CAUSE /2 2. Scarsità di risorse per investimenti strutturali: Dagli 1980s abbiamo due fenomeni congiunti: a) da una parte le aziende cominciano a ridurre i costi. Ne sono una diretta conseguenza: il downsizing (riduzione del personale e degli organici) la lean production o produzione snella (riduzione dei livelli gerarchici) le fusioni aziendali (negli 1990s) b) dall’altra esplode la crisi fiscale dello stato, per cui calano gli investimenti statali e le assunzioni, e ci si orienta verso una riduzione dei costi: gli accorpamenti (ad es. Nel 1999 Procura e Pretura vengono accorpate; la pretura viene eliminata e nasce il giudice unico (detto ‘monocratico’). Per cui si fa strada la necessità di: monitorare maggiormente le prestazioni (delle organizzazioni e amministrazioni) snellire le procedure ed eliminare passaggi intermedi (es. Poste Italiane) ridurre gli sprechi, le ridondanze, i costi (la ‘qualità totale’). Attenzione! Tuttavia «sostenere che “meno risorse ci sono, più si valuta” appare semplicistico e anche empricamente infondato» (M. Palumbo, Il processo di valutazione, Milano: Angeli, 2001, p. 9) LE CAUSE /3.1 3. Il paradigma della qualità (del servizio o della prestazione) Un’ulteriore ragione sta nella nascita del ‘paradigma della qualità’: i clienti/utenti/cittadini non si aspettano più di avere il prodotto (il certificato, la licenza, ecc.) per cui si sono recati al servizio, ma anche una qualità della prestazione; LE CAUSE /3.2 Un tempo l’operato del funzionario era valutato in termini di corretto assolvimento delle procedure proprie del suo compito; un risultato buono era il prodotto automatico della procedura corretta; Ora invece l’affacciarsi del paradigma della centralità dell’utente porta gli utenti a ‘intromettersi’, a ‘criticare’ anche le procedure (carta dei servizi, codici deontologici e privacy, standard minimi di risultato, ecc.) Nasce così la VALUTAZIONE PARTECIPATA LE CAUSE /4 4. Il contribuente come azionista dello Stato: i cittadini divengono maggiormente consapevoli del loro ruolo di contribuenti; sono loro ad accrescere il patrimonio fiscale dello Stato; Quindi vogliono intervenire sul processo di allocazione e investimento delle (scarse) risorse. LE CAUSE /5 5. La mentalità degli operatori della PA sta cambiando: maggior interesse per l’ottimizzazione delle risorse; maggior interesse per la valorizzazione del loro impegno; introduzione (sempre maggiore) di nuove figure professionali (scienziati politici, scienziati dell’amministrazione, sociologi, economisti, statistici, ingegneri, informatici, ecc.) per ridemensionare l’egemonia della cultura giuridica. LE CAUSE /6 6. Il federalismo: Il processo di trasferimento delle competenze statali alle Regioni e alle Autonomie Locali richiede: maggiori controlli; programmazione; valutazione. Ex. l’Unione Europea e i fondi strutturali LE CAUSE /7 7. Incertezza e crescente complessità sociale: non si può più conoscere e padroneggiare a priori tutti i fattori determinanti per il successo di un intervento; non si può prevedere in maniera affidabile le conseguenze di un intervento. Æ Per cui necessità di studi di fattibilità, ecc. Le tre fasi della valutazione Per non sprecare risorse (sempre più scarse), qualsiasi innovazione rilevante dovrebbe prevedere almeno tre fasi: 1. Valutazioni ex ante 2. Valutazioni in itinere 3. Valutazione ex post Valutazione ex ante 1. Valutazioni ex ante - studi di fattibilità - analisi dei bisogni - studi di impatto (sui dip., clienti, fornitori, ambiente, territorio, ecc.) Valutazione in itinere 2. Valutazioni in itinere - monitoraggi - controlli Valutazione ex post 3. Valutazione ex post: - Studio degli effetti Analisi dei risultati La necessità della valutazione Ecco quindi la necessità di: controllare, esaminare, monitorare, misurare, stimare valutare tutte attività di sostegno alle decisioni. Le pratiche di valutazione sono oggi sempre più necessarie e si diffondono rapidamente in diversi settori: nelle politiche pubbliche, nelle attività imprenditoriali, nelle attività formative, nei servizi socio-assistenziali Nella cooperazione internazionale nelle organizzazioni in genere. IL CORSO Il corso intende offrire diversi approcci metodologici e differenti strumenti operativi per poter fare valutazione in modo rigoroso, fondato ed efficace. Il corso è diviso in due moduli (3+3 crediti): I: La valutazione di servizi, amministrazioni e organizzazioni; II: I metodi della ricerca valutativa Modulo I La valutazione di servizi, amministrazioni e organizzazioni 1. I molteplici oggetti della valutazione: le risorse umane, l'apprendimento, la sicurezza, la didattica, le politiche pubbliche, il servizio, le politiche sociali, l'impatto ambientale, la fattibilità, la qualità della vita, ecc. 2. La qualità totale (TQM): cenni su un paradigma sottostante al processo di valutazione. Modulo I/2 3. 4. 5. 6. Il concetto di servizio pubblico Il concetto di cliente/utente La relazione cliente/fornitore Il cliente interno (i colleghi) e il cliente esterno (gli utenti e clienti) + esercitazione 7. Gli approcci alla valutazione: ingegneristico economico (costi-benefici) modello basato sulla persona modello socio-tecnico modello centrato sull’utente 8. Progettare servizi, amministrazioni e organizzazioni centrati sull'utente (user's centered design) Modulo I/3 9. Culture della sicurezza negli ambienti di lavoro: l'approccio normativo, l'approccio tecnologico, l'approccio pedagogico, l'approccio dell'apprendimento organizzativo ed ergonomico 10. Gli incidenti organizzativi 11. La valutazione delle risorse umane e delle loro prestazioni 12. La valutazione delle procedure: l'analisi dei flussi (workflow) + esercitazione 13. La valutazione del servizio 14. Il miglioramento continuo (kaizen) + esercitazione Modulo I/4 Gli studenti frequentanti parteciperanno attivamente a 3 esercitazioni di gruppo, che si svolgeranno periodicamente durante il corso. Al termine di ciascuna esercitazione verrà assegnato un valore (1 nel caso di esercitazione con esito, a parere del docente, soddisfacente; 0 in caso contrario). 1 testo: Stame, Nicoletta (2007), Classici della valutazione (solo 6 capp.: 2. Scriven, 3. Freeman e Lipsey, 4. Guba e Lincoln, 7. Patton, 14. Weiss e 15. Pawson e Tilly), Milano, Angeli Gli studenti stranieri, se lo preferiscono, possono portare in alternativa ai testi italiani i seguenti testi: - Pawson, R. and Tilley N. (2001), Realistic evaluation, London, Sage. Modulo II/a 1.Metodi della ricerca valutativa Le tecniche quantitative Le tecniche qualitative 2. Case studies Modulo II/b Testi: Catino, Maurizio (2006), Da Chernobyl a Linate. Incidenti tecnologici o errori organizzativi? Milano, Bruno Mondatori, 2006. In aggiunta: - Solo per APP: Giuseppe, Moro (2005), La valutazione delle politiche pubbliche, Roma, Carocci. - Solo per LAV: Gherardi, Silvia, Nicolini, Davide, Odella, Francesca (1997), La cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, in 'Sviluppo & Organizzazione', 162, pp. 15-30, scaricabile in http://www.sociol.unimi.it/corsi/met_ric_soc/cultura%20sic urezza.doc Gli studenti stranieri, se lo preferiscono, possono portare in alternativa ai testi italiani i seguenti testi: - Patton, M. Q. (1990), Qualitative evaluation and research methods, London: Sage. Altre info Pagina web di riferimento: http://www.sociol.unimi.it/corsi/met_ric_soc Prerequisto: Metodologia della ricerca sociale (Laurea Triennale) Esame: L'esame consisterà in una prova scritta, con 1 domanda per ciascun testo. La durata della prova sarà di 60 minuti. Per passare l'esame occorre ottenere la sufficienza in tutte le domande. All'esito della prova scritta verrà aggiunto il punteggio totale derivante dalle tre esercitazioni (per i frequentanti), determinando così il voto finale. Ad esempio: ' punteggio totale delle esercitazioni 3 ' voto scritto 24 ' voto finale 27 Per essere considerato frequentante lo studente dovrà partecipare a tutte e tre le esercitazioni. Propedeuticità consigliate Per coloro che vengono da LAV: Metodologia della ricerca sociale (Laurea Triennale) Altre informazioni E' molto importante consultare il sito del corso prima di venire a lezione dove si possono trovare comunicazioni urgenti come ad esempio la sospensione della lezione causa imprevisti, scioperi dei mezzi pubblici, malattia del docente, ecc . Calendario lezioni con argomenti CHE COS’È LA VALUTAZIONE In letteratura esiste la nota differenza tra un termine (parola) e il suo concetto (significato). Ad es. la semiotica usa due espressioni: il significante (il segno grafico oppure fonico, quindi il termine o l’hardware) e il significato (il contentuto di tale segno, quindi il concetto o software). Valutazione C1: UE (regolamento 1260/99 – cfr. Palumbo 2001: 243) C2: D.L. 286/99 C3: società di consulenza C4: studiosi Cn Per cui, a seconda della prospettiva adottata o dell’attore istituzionale, avremmo diversi concetti di valutazione, con conseguente aumento dell’incomprensione tra interlocutori (effetto Torre di Babele) Concetti di valutazione Bezzi, C., Il disegno della ricerca valutativa, Milano: Angeli: 2003: 5559 Fa un lungo elenco dei diversi concetti di valutazione che circolano nella letteratura accademica Definizione di valutazione Palumbo (2001: 59) definisce la VAL: «un’attività cognitiva tesa a fornire un giudizio su un’azione (o complesso di azioni coordinate) svolta intenzionalmente/ o che si intende svolgere destinata a produrre effetti esterni, che usa gli strumenti delle scienze sociali e che segue procedure rigorose e codificabili» La finalità primaria della VAL La finalità primaria della VAL, che la distingue da altri tipi di ricerca, è quella di dare un giudizio. Quindi la VAL ha un duplice intento: 1. Orientativo (cosa si può fare per migliorare) 2. Strumentale (utile ai decisori) Cfr. MEANS (Methods of Evaluating Structural Policies) 6 volumi prodotti dalla Commiss. Europea D.G. XVI/G2, 1999. I confini della VAL/1: che cosa non è VAL! VAL non è: 1. ricerca di base (la r.d.b. ha un intento puramente cognitivo; non giudica i comportamenti degli attori sociali); 2. ricerca applicata (secondo Palumbo 2001: 64, la r.a. è funzionale al committente e non tiene in considerazione tutti gli attori sociali presenti in un processo) I confini della VAL/2: 3. monitoraggio 1) il m. è soltanto un raccolta, sistematica e puntuale, di informazioni sugli input e output; 2) accertamento di uno stato di fatto (es. “sono le 10.30” 3) soltanto un controllo costante del progetto o programma in itinere, mentre la VAL è anche ex post e ex-ante; 4) il monitoraggio (es. il controllo di gestione), di per sé, non produce giudizi. Monitorare significa controllare se: - i tempi sono stati rispettati - le procedure sono state attivate - la comunicaizione è arrivata - le tappe, le fasi, ecc. I confini della VAL/3: 4 audit (delle risorse umane o sociale) Audit significa verifica, revisione dei conti Pratica aziendale di accertamento normativo di conformità (“è conforme alla direttiva?”). L’audit rileva una discrepanza fra uno stato di fatto e una norma (giuridica, legislativa, ecc.): Bezzi 2001: 65 e 67. es. il ritardo dei treni rispetto ad un orario I confini della VAL/4: 5 benchmarking Il b. aziendale consiste nel fare una comparazione tra le proprie prestazioni e quelle ritenute di eccellenza (best practices). Nella PA consiste confrontare medesime attività (es. una procedura) in amministrazioni simili (es. i tribunali della Lombardia) 6. certificazione (es. ISO 9000) Riepilogo/1 Principali differenze tra VAL e le altre tecniche: 1. La VAL comprende i compiti del monitoraggio e dell’audit, ma non si esaurisce in essi; 2. si spinge oltre perché vi aggiunge un giudizio critico sulla politica in esame in vista di un eventuale miglioramento. Riepilogo/2 Il monitoraggio e l’audit sono “avalutativi”. La VAL è: 1) descrittiva come il monitoraggio; 2) normativa come l’audit (conformità alla norma) 3) causale (trovare le ragioni degli scostamenti): es. “perché i treni sono in ritardo”? MEANS invece non chiarisce sufficiente-mente queste distinzioni; non enfatizza a sufficienza che la produzione di giudizi è il tratto distintivo della valutazione Tuttavia tra VAL e le altre tecniche esiste un continuum, una diversa gradazione (cfr. Bezzi 2001: 66ss). Figura 1: intervento e criticità Se prendiamo le 2 dimensioni: 1) ‘approccio critico’ vs. ‘mera registrazione’ 2) ‘presenza’ vs. ‘assenza di intervento’ cfr. figura 4, Bezzi 2001: 66 Figura 4, Bezzi 2001: 66 Figura 2: epistemologia e ontologia Se prendiamo le 2 dimensioni: 1) ‘semplicità’ vs. ‘complessità epistemologica’ 2) approccio ‘costruttivista’ vs. ‘realista/meccanicista’ cfr. figura 5, Bezzi 2001: 67 Figura 5, Bezzi 2001: 67