ANDAMENTO DEI MERCATI FINANZIARI

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ANDAMENTO DEI MERCATI FINANZIARI
gennaio 2016
Banca Credinvest SA
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6901 Lugano (Svizzera)
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SOMMARIO
SCENARIO MACROECONOMICO
MERCATI FINANZIARI
GRAFICI
AVVERTENZE LEGALI
Andamento dei mercati finanziari
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SOMMARIO
SCENARIO MACROECONOMICO
MERCATI FINANZIARI
GRAFICI
AVVERTENZE LEGALI
Andamento dei mercati finanziari
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Scenario macroeconomico
La crescita
economica risente
dell’ incertezza
in Cina
La crescita economica prosegue, sebbene su ritmi globalmente blandi, penalizzati
dalle difficoltà dei grandi Paesi emergenti. Ne risentono la dinamica del commercio
internazionale e i corsi delle materie prime, scesi ai livelli minimi toccati durante la
crisi del 2008-09. L’incertezza del quadro macroeconomico internazionale ha influito
sull’atteggiamento prudenziale della Riserva federale.
Prosegue la ripresa
… ma permangono
rischi
Nelle principali economie avanzate prosegue l’espansione dell’attività economica,
sia pure con diversa intensità. Negli Stati Uniti il ciclo congiunturale sembra
denotare una crescita moderata, con un contributo positivo dei servizi e delle
costruzioni più che dal manifatturiero; nel Regno Unito il prodotto continua a
espandersi in linea con le previsioni; in miglioramento il ciclo in Europa, sostenuto
ora dalla domanda interna oltre che dall’export, mentre in Giappone l’andamento
dell’attività economica appare ancora discontinuo.
Le prospettive dell’economia globale rimangono condizionate dalle tensioni che
potrebbero derivare da un rallentamento dell’economia mondiale dovuto alla Cina,
dall’andamento del prezzo del petrolio e dal percorso di normalizzazione di politica
monetaria negli Stati Uniti.
La crescita dei
prezzi
rimane debole
La debolezza dell’attività economica, il concorso del calo dei prezzi dei beni
intermedi ed energetici e gli impatti deflattivi derivanti dalle decisioni cinesi si sono
riflessi in una dinamica moderata dell’inflazione globale. Nei paesi emergenti gli
andamenti dell’inflazione appaiono più diversificati: molto elevati in Russia e in
Brasile, anche per effetto della debolezza del cambio, più moderati in India e in
Cina.
Attesa per ulteriori
rialzi dei tassi
statunitensi
Il persistere di condizioni cicliche disomogenee tra l’area dell’euro da un lato, e Stati
Uniti e Regno Unito dall’altro, comporta un crescente disallineamento delle politiche
monetarie, più espansiva in Giappone e nell’area dell’euro mentre vi sono attese di
una graduale normalizzazione negli Stati Uniti. E’ possibile che la Federal Reserve,
se i dati macroeconomici continueranno a fornire segnali incoraggianti, ponga in
essere una progressiva normalizzazione della politica monetaria, con ulteriori rialzi
del tasso di riferimento nel corso dell’anno. Nei principali paesi emergenti, tranne
che in Brasile, le banche centrali hanno proseguito l’allentamento monetario in atto
dall’inizio dell’anno. In Cina è atteso l’annuncio di ulteriori politiche economiche
procicliche.
Effetti redistributivi
attraverso cambi e
prezzi energetici
Le dinamiche divergenti delle politiche monetarie di Federal Reserve e Banca
Centrale Europea hanno portato ad una progressiva svalutazione dell’euro sui
mercati valutari. Se il ribasso delle quotazioni petrolifere implica una redistribuzione
di crescita dai produttori ai consumatori di petrolio, ed esercita il suo influsso
soprattutto attraverso il calo dei prezzi e l’aumento del reddito reale delle famiglie, il
movimento del cambio ridistribuisce crescita dal resto del mondo all’Eurozona
attraverso la sostituzione di produzione estera con produzione interna. La
svalutazione dovrebbe influire positivamente sull’attività economica attraverso le
variazioni dei prezzi all’importazione e all’esportazione.
Permangono
liquidità abbondante
e politiche fiscali
neutrali
Le Banche centrali dei Paesi avanzati sono proiettate a mantenere condizioni di liquidità accomodanti e tassi di interesse contratti continuando a fornire liquidità
abbondante al sistema economico. La volatilità sui mercati finanziari e valutari
internazionali è recentemente aumentata in connessione con i timori insiti nel
rallentamento dell’economia Cinese.
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Stati Uniti
Crescita domestica
solida, rischi dal
resto del mondo
L’economia americana procede su un sentiero di crescita attesa intorno al 2.5% nel
biennio 2015-16. Tutte le componenti della domanda domestica sono in
espansione: le risorse inutilizzate si stanno riducendo, in particolare nel mercato
del lavoro. Gli investimenti fissi, residenziali e non, sono previsti in moderata
espansione. Il canale estero dovrebbe contribuire negativamente alla crescita, per
via del cambio. Il calo del prezzo del petrolio e l’apprezzamento del dollaro frenano
il ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo della Fed. Nonostante l’inflazione ancora
bassa, si ritiene che il quadro dell’economia reale sia coerente con la continuazione
della normalizzazione della politica monetaria. L’entità della restrizione del livello
dei tassi sarà lenta ma progressiva; inoltre, il contesto di vivace dinamica del
credito sarà soltanto intaccata dal rialzo dei tassi.
Circolo virtuoso tra
occupazione, redditi
disponibili e
consumi privati
La domanda domestica privata, spinta soprattutto dai consumi, continua a
rappresentare il motore della crescita in essere. Il continuo miglioramento del
mercato del lavoro e un livello confortevole di risparmio rappresentano una solida
base per la normalizzazione del trend dei consumi, senza gli eccessi dei due cicli
passati. Il mercato del lavoro è alla base delle previsioni di crescita dei consumi. La
crescita dell’occupazione e delle ore lavorate, insieme all’accelerazione attesa dei
salari, dovrebbe generare un impulso della dinamica del reddito.
Servizi e costruzioni
positivi …
manifatturiero in
rallentamento
Sul fronte dell’economia reale, l’unica nota di cautela viene dall’industria ove, pur in
un quadro positivo, l’andamento del comparto manifatturiero, più esposto al dollaro
e al rallentamento della domanda globale, ha iniziato a distanziarsi da quello dei
servizi e delle costruzioni, più brillanti. Gli investimenti fissi delle imprese, pur in
espansione, risentiranno di forze contrastanti: oltre alla spinta positiva dei consumi
e delle condizioni finanziarie sempre espansive, petrolio e cambio avranno effetti
misti sulla spesa in conto capitale. Il crollo dei prezzi del petrolio riduce i costi di
produzione, ma determina una contrazione degli investimenti nel settore
energetico. Il cambio forte riduce i costi dell’import, ma frena export, utili delle
imprese e competitività. L’effetto restrittivo del cambio e della contrazione degli
investimenti nel settore estrattivo dovrebbero essere più che controbilanciati dalle
spinte dei fattori positivi. Le costruzioni residenziali sono proiettate a crescere
gradualmente, grazie al mercato del lavoro positivo, alla formazione di nuove unità
familiari, alla maggiore mobilità e al migliore rischio di credito.
Valutazioni
azionarie a premio
I titoli azionari presentano valutazioni a premio in confronto agli altri mercati
avanzati, i margini reddituali sono a livello record e il vigore del dollaro inizia a
erodere i guadagni dell’export. La normalizzazione della politica monetaria limita il
potenziale di rialzo. La spesa pubblica dovrebbe dare un modesto contributo
positivo, potrebbe aumentare l’incertezza sulla politica fiscale anche se in un anno
pre-elettorale gli scontri dovrebbero restare a livello verbale.
Normalizzazione
della politica
monetaria
L’inflazione, che ora segue le fluttuazioni dei prezzi energetici, è proiettata a riaccelerare nei prossimi mesi. Con il crollo del prezzo della benzina, la dinamica annua
dei prezzi al consumo si è quasi azzerata. L’indice dei prezzi dovrebbe restare
contratta e restare vicino all’obiettivo del 2% nel 2016.
I principali rischi sono quelli associati al sentiero di normalizzazione dei tassi Fed.
Verso il basso: rimozione dello stimolo monetario con movimenti bruschi di cambi e
tassi. Verso l’alto: svolta Fed eccessivamente timida, soprattutto se accompagnata
da rendimenti ancora estremamente bassi e da una crescita globale più forte delle
attese. L’elemento centrale per lo scenario è l’impegno credibile della Fed a gestire
in modo flessibile la svolta, adeguando il ritmo della rimozione dello stimolo
monetario all’evoluzione dei dati macroeconomici e delle condizioni finanziarie,
eccedendo in cautela più che in aggressività.
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Europa
La fragile ripresa
nell’area prosegue
La combinazione di calo del prezzo del petrolio e deprezzamento del cambio, di
politica monetaria accomodante e della lettura più flessibile del Patto di Stabilità,
creano una combinazione di stimoli per una ripresa della crescita nell’area euro. Il
consensus degli analisti ha rivisto le stime di crescita del PIL all’1,5% nel 2016.
Secondo gli indicatori più recenti, nell’area dell’euro la crescita sarebbe proseguita
in linea con le attese, malgrado il contesto internazionale meno favorevole del
previsto. La ripresa della domanda interna ha compensato la minor vivacità di
quella estera. Lo stimolo derivante dai consumi delle famiglie è stato in parte
compensato dalla diminuzione degli investimenti, in particolare di quelli in
costruzioni, e dall’apporto negativo fornito dalla variazione delle scorte.
Persistono molteplici
rischi e fattori di
incertezza
Sono tuttavia emersi rischi al ribasso connessi con l’indebolimento del commercio
mondiale che deriva da un più brusco rallentamento degli emergenti, con l’atteso
restringimento delle condizioni finanziarie in concomitanza con il primo rialzo dei
tassi Fed. Lo scenario geopolitico rimane assai incerto e potrebbe continuare a
pesare sulle decisioni di spesa in particolare delle imprese. Non va trascurato il
rischio consultazione Brexit in UK e l’incertezza politica in Spagna post elezione e
in Irlanda (aprile 2016), al voto per la prima volta dopo la conclusione di un
programma di aggiustamento europeo.
Debole crescita del
capex e
miglioramento dei
consumi privati
La tenuta della dinamica dei salari reali, il recupero di potere d’acquisto associato
al calo del prezzo del greggio e la crescita dell’occupazione sono stati fattori di
sostegno dei consumi. La spesa in macchinari e impianti ha mostrato solo timidi
segni di recupero a causa della bassa redditività, del limitato utilizzo della capacità
produttiva e della persistente incertezza sullo scenario congiunturale e del quadro
geopolitico. La redditiva delle imprese dovrebbe migliorare con contratti tassi di
interesse, con il risparmio di costo associato al basso prezzo del greggio e, per le
imprese esportatrici, con il deprezzamento del cambio. Con il consolidarsi della
ripresa, gli investimenti dovrebbero accelerare e crescere più dei consumi delle
famiglie, compensando il probabile rallentamento dell’export nel prossimo biennio.
L’Inflazione
contratta consente
politiche monetarie
espansive
Il livello dell’inflazione permane a livelli contratti ed è proiettato a restare ancora
basso nel medio periodo coerentemente con una risalita oltre l’1% nel 2016. Il
Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha confermato l’intenzione di
proseguire nell’espansione monetaria fino a quando non si verifichi un
aggiustamento duraturo dell’inflazione nell’area coerente con l’obiettivo di stabilità
dei prezzi e ribadito l’impegno a contrastare l’eventuale emergere di tensioni con
tutti gli strumenti a sua disposizione. Il programma di acquisto di titoli della BCE ha
determinato condizioni finanziarie accomodanti che hanno continuato a fornire
sostegno alla ripresa economica. Il meccanismo di trasmissione della politica
monetaria continua a migliorare, come mostra la dinamica dell’aggregato M3 e il
graduale, ma costante miglioramento dei prestiti al settore privato.
Supporto limitato
della politica fiscale
La politica fiscale è attesa rimanere neutrale e, in caso di scenari avversi, potrà
offrire solo un supporto limitato. Altresì vi è ampio scopo per aumentare lo stimolo
monetario a sostegno della domanda interna e della fiducia dei mercati. Pur
permanendo criticità i premi per il rischio sui titoli pubblici dell’area sono al
momento stabili, grazie al ventaglio di strumenti a disposizione dell’Eurosistema, ai
progressi compiuti nella governance europea e alle riforme intraprese nei singoli
paesi.
La svalutazione del
cambio spinge
l’export
Il deprezzamento del cambio e il miglioramento della domanda mondiale
contribuisce a spingere l’export. Anche le importazioni sono attese accelerare data
la crescita più sostenuta della domanda interna e l’elevato contenuto all’import
delle esportazioni.
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Giappone
Ripresa moderata
nonostante gli
impulsi monetari
In Giappone la ripresa è lenta nonostante tutti gli sforzi della banca centrale.
L’economia ha denotato un calo della domanda domestica e debolezza delle
esportazioni nette, la correzione è stata attutita da spesa pubblica e scorte. Per
vicinanza geografica e intensità dei legami commerciali, il Giappone è fra i paesi
avanzati più esposti al rallentamento della Cina, e il suo settore manifatturiero ne
ha risentito. Le indicazioni per i prossimi trimestri sono positive e coerenti con una
ripresa moderata grazie a una combinazione di fattori espansivi: politica monetaria
accomodante, prezzo del petrolio contratto, cambiamento dell’allocazione dei fondi
pensione verso classi di attività più rischiose. Alla base c’è l’aspettativa di
espansione di investimenti fissi delle imprese e consumi privati, grazie a due forze
che si sostengono a vicenda: il rialzo dei profitti delle imprese e l’accelerazione
della dinamica salariale.
Fragilità: output gap
in chiusura, capex
ridotti e dipendenza
dall’Asia
Al momento queste indicazioni negative appaiono transitorie, ma aumentano la
fragilità dello scenario caratterizzato da almeno tre importanti elementi di fragilità:
crescita bassa con output gap in chiusura, capex ridotti, dipendenza dalla domanda
delle economie asiatiche. L’inflazione al netto degli alimentari è intorno a zero e la
dinamica dei prezzi è prevista restare moderata nell’anno per poi risalire
gradualmente, ma difficilmente si avvicinerà all’obiettivo del 2% della BoJ. E’
opinione degli operatori finanziari che la Banca centrale sarà indotta ad aumentare
lo stimolo monetario, determinando ulteriore deprezzamento del cambio,
spostamento dei portafogli verso attività più rischiose e accelerazione della
crescita dei prestiti. La politica fiscale mantiene come obiettivo un graduale
consolidamento dei conti pubblici.
Economie emergenti
L’evoluzione
in Cina ha indebolito
le economie
emergenti
Nei principali paesi emergenti l’attività economica ha mostrato andamenti
differenziati con un indebolimento della crescita strutturale in alcuni paesi. Il quadro
macroeconomico è stato dominato dal rallentamento della Cina, che ha contribuito
a indebolire i corsi internazionali delle materie prime, con ricadute negative sulla
crescita dei maggiori esportatori. In Brasile e in Russia si sono intensificate le
spinte recessive, con un deterioramento del clima di fiducia. Fra i grandi paesi
emergenti, al momento soltanto l’India sembra sfuggire alla tendenza generale.
Petrolio e Fed
pesano sullo
scenario
Con la normalizzazione della politica monetaria americana le economie emergenti
dovranno misurarsi con un contesto che diventerà meno favorevole. Per alcuni
paesi (come la Russia e il Venezuela) il calo dei prezzi del petrolio aggrava
ulteriormente il rischio mentre alcuni paesi asiatici importatori di petrolio ne
traggono vantaggio.
Crescita cinese in
rallentamento
L’economia cinese rallenta, cala l’attività manifatturiera in parte mitigata
dall’espansione del settore dei servizi. Consumi ed esportazioni nette hanno
evidenziato segni di debolezza mentre non sono ancora emersi tendenze di ripresa
del mercato residenziale. Rischi possono derivare dall’insorgere di tensioni sulla
liquidità del mercato interbancario, da difficoltà di collocamento azionario, da
deterioramenti nella qualità del credito erogato dalle banche. L’impegno delle
autorità a sostegno della crescita dovrebbe contribuire a una stabilizzazione
congiunturale. La rinuncia all’ancoramento con il dollaro Usd, contribuisce a
migliorare l’export e a rendere piú autonoma la politica monetaria cinese da quella
americana. La volontà delle autorità di mutare il modello di sviluppo dagli
investimenti infrastrutturali ai consumi rende plausibile un rallentamento
progressivo dell’espansione verso un sentiero di sviluppo più equilibrato e
sostenibile.
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SOMMARIO
SCENARIO MACROECONOMICO
MERCATI FINANZIARI
GRAFICI
AVVERTENZE LEGALI
Andamento dei mercati finanziari
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Mercati azionari
Il rallentamento
dell’economia cinese
allarma i mercati …
La volatilità sui mercati azionari internazionali è recentemente incrementata in
connessione con i timori relativi al rallentamento dell’economia cinese. Diffuse
svalutazioni si sono osservate negli indici azionari e delle asset class rischiose.
… le valutazioni
divengono piú
interessanti
Le valutazioni azionarie appaiono ora piú interessanti cosí come le prospettive di
medio termine, supportate da un’economia statunitense in miglioramento e dal
mantenimento della liquidità erogata dalle politiche monetarie espansive da parte
delle principali banche centrali. Elementi di rischio sono rappresentati dal
rallentamento globale, dalla fragilità dell’area euro e da rinnovate tensioni geopolitiche.
Preferenza per
Europa/Giappone e
per i settori ciclici
Nonostante la debole congiuntura economica i mercati azionari delle economie
avanzate dovrebbero delineare un andamento favorevole in Europa e in Giappone.
Gli Stati Uniti stanno mostrando trend di crescita degli utili meno sostenuto.
L’azionario emergente, interessanti dal punto di vista valutativo, sono subordinati a
una stabilizzazione del quadro macroeconomico e nel complesso denotano segnali
di flessione per la debolezza dei fondamentali economici, per il rallentamento della
crescita e per il proseguimento della normalizzazione della politica monetaria
statunitense. In ottica settoriale sono stati premianti i settori tecnologici e dei
consumi mentre si è osservata una minore forza relativa dei titoli energetici e dei
materiali di base. Migliore è stata la performance dei titoli “small cap” rispetto alle
“large cap”, di quelli “growth” rispetto a quelli “value”.
Migliore risk premia
delle azioni rispetto
alle obbligazioni
Molti operatori finanziari ritengono sia giunto il momento di diminuire l’allocazione
alle azioni. La continuazione del trend di inasprimento dei tassi USA, per quanto
graduale, potrebbe infatti esercitare un impatto negativo sulla liquidità globale e
limitare i corsi azionari. Ciononostante le azioni presentano quotazioni ancora
allettanti rispetto alle obbligazioni: i rendimenti degli utili azionari superano
abbondantemente quelli dei bond. Inoltre, il premio per il rischio azionario è
decisamente al di sopra della media di lungo periodo.
Mercati obbligazionari
Preferenza per
durate brevi
I tassi obbligazionari rimangono a livelli molto bassi ma sono a rischio di risalita se,
come appare probabile, la Federal Reserve muoverà ancora verso l’alto i tassi a
breve termine nel corso del 2016. Le deboli prospettive di crescita e aspettative di
inflazione nonchè l’abbondante liquidità fornita dalle banche centrali e la ricerca di
investimenti sicuri, in un contesto di accresciuta incertezza, hanno prolungato la
permanenza dei tassi d’interesse su livelli contratti.
I premi per il rischio
sulle obbligazioni
societarie sono saliti
Un forte calo hanno contraddistinto le obbligazioni dei paesi emergenti in valuta
locale, particolarmente acute sono stati le reazioni per i paesi esportatori di materie
prime. L’asset class del debito emergente in USD ha dato prova di tenuta anche
quando i timori per la crescita dei mercati emergenti si sono intensificati. I
differenziali fra i rendimenti delle obbligazioni emesse dalle società non finanziarie
e i corrispondenti titoli di Stato si sono mantenuti su livelli storicamente contratti sia
nel segmento dei titoli con elevato merito di credito sia, in misura più pronunciata,
in quello dei titoli più rischiosi. La valutazione del profilo creditizio delle società HY,
con differenziali di rendimento in espansione, sono supportate da condizioni di
liquidità favorevoli e da fondamentali solidi ma con rischi crescenti soprattutto negli
USA nel settore energetico.
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Mercati valutari
Rallentamento del
trend di
apprezzamento del
dollaro …
I rischi per lo scenario globale derivanti dal rallentamento dell’economia cinese
hanno indotto la Fed a mantenere un approccio prudenziale. Questo non dovrebbe
modificare lo scenario di fondo dei mercati valutari, per cui il cambio euro/dollaro
potrebbe subire un’ulteriore spinta al ribasso nella prima parte del 2016, sebbene i
ritmi di discesa appaiano più limitati. Non cambia il gap temporale tra l’azione della
Fed e delle altre principali banche centrali con un crescente disallineamento delle
politiche monetarie, più espansiva in Giappone e nell’area dell’euro mentre vi sono
attese di una graduale normalizzazione negli Stati Uniti.
… potenziali
debolezze attese per
le valute emergenti
Discreti fondamentali economici continuano a contraddistinguere l’economia
elvetica, il Franco svizzero, a seguito dell’inatteso intervento della BNS ha mostrato
un trend di svalutazione nei confronti delle principali valute non tale da compensare
l’importante apprezzamento avvenuto nel 2015.
La sterlina inglese procede a fasi alterne, potrebbero pesare negativamente sulla
divisa una tempistica meno restrittiva di incremento dei tassi, una correlazione
negativa nei confronti della volatilità presente nei mercati finanziari, un
rallentamento dei flussi di investimento e un anticipo del dibattito Brexit. La Sterlina
potrebbe rinforzarsi nei prossimi mesi all’avvicinarsi del primo rialzo BoE.
Rinnovate dichiarazioni di impulsi di politica monetaria espansiva proiettano a
indebolire ulteriormente lo Yen.
Diffusi deprezzamenti, e in modo lieve recentemente il Renmimbi cinese, hanno
contraddistinto le valute dei paesi emergenti con fondamentali più deboli.
Mercati materie prime
Graduale
miglioramento della
domanda e riduzione
dell’offerta
Sul fronte delle commodity sono attesi per i primi mesi del 2016 mercati laterali
caratterizzati da un’elevata volatilità. Basse quotazioni del petrolio e la complessiva
fragilità della domanda mondiale giustificano la previsione di una persistente
debolezza anche nei prezzi dei principali metalli ad uso industriale.
Successivamente, nel corso dell’anno i fondamentali di domanda e offerta
dovrebbero diventare più tesi, soprattutto per alcuni metalli, alimentando quindi un
moderato recupero delle quotazioni. Le apprensioni per la crescita della Cina
hanno inoltre contribuito al ribasso. Le pressioni al ribasso sul comparto non sono
ancora esaurite, guidate da timori di eccesso di offerta, forza del dollaro americano,
delusioni per alcuni importanti dati macroeconomici, seppur in molti casi giustificate
da fattori transitori e sentiment di mercato negativo sul comparto.
Attese di moderato
recupero per petrolio
e materiali di base
Per il petrolio si conferma uno scenario di perdurante eccesso di offerta, dati i livelli
di produzione storicamente elevati mantenuti da OPEC, Stati Uniti, Russia e
l’atteso ritorno del greggio iraniano sui mercati internazionali. Anche nei prossimi
mesi, i prezzi di Brent e WTI resteranno volatili e saranno ampiamente influenzati
dai dati dell’offerta e da quelli inerenti l’accumulo delle scorte. Molti operatori
ipotizzano un prezzo medio del Brent di 55-60 dollari per fine 2016. Anche per i
metalli industriali è previsto un recupero.
Scenario negativo
per l’oro
I preziosi, guidati dall’oro, hanno confermato la bassa correlazione con le altre
materie prime probabilmente spinta dalla forte domanda di beni rifugio. Nel
comparto gli operatori mantengono una visione negativa sull’oro. E’ ipotizzabile una
migliore forza relativa di platino, palladio e argento per l’attesa di un recupero della
domanda industriale. I principali rischi al ribasso per il comparto sono un prolungato
rafforzamento del dollaro e un’offerta più abbondante delle attese sia dalla
produzione mineraria che da riciclaggio.
Andamento dei mercati finanziari
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SOMMARIO
SCENARIO MACROECONOMICO
MERCATI FINANZIARI
GRAFICI
AVVERTENZE LEGALI
Andamento dei mercati finanziari
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Grafico 1: S&P500 Index (Fonte Bloomberg)
Grafico 2: DJ Stoxx 50 Index (Fonte Bloomberg)
Andamento dei mercati finanziari
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Grafico 3: Vix Index (Fonte Bloomberg)
Indicatore delle aspettative di volatilità a 30 giorni ampiamente utilizzato come misura del rischio di mercato,
l’indice è costruito utilizzando un ampio range di opzioni dello S&P 500.
Grafico 4: Volatilità implicita sul mercato valutario (Fonte Bloomberg)
Andamento dei mercati finanziari
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Grafico 5: Volatilità sui tassi di interesse (Fonte Bloomberg)
Grafico 6: Put/Call Ratio (Fonte Bloomberg)
Il put/call ratio rappresenta il rapporto tra il numero di opzioni put trattate in un determinato giorno diviso il
numero delle call. I valori normali sono compresi tra 0.5 e 1. E' un indicatore che indica il sentiment del
mercato quando raggiunge valori estremi. Nel caso ci trovassimo in un punto di svolta del mercato, e gli
operatori credano che possa esservi un calo, si coprono acquistando opzioni put facendo così salire il
rapporto. Un rapporto basso indica invece un mercato in cui gli operatori che vogliono vendere si attendono
una risalita del mercato e si proteggono acquistando opzioni call.
Andamento dei mercati finanziari
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Grafico 7: USD - EUR – JPY Yield Curve (Fonte Bloomberg)
Andamento dei mercati finanziari
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Grafico 8: Euro Govt. spreads (bps) vs 10Y bund (Fonte Bloomberg)
Grafico 9: Baltic dry index (Fonte Bloomberg)
Andamento dei mercati finanziari
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Grafico 10: Aspettative inflazione 5Y5Y (Fonte Bloomberg)
MACRO
Quadro denotato da indicatori economici in miglioramento negli Stati Uniti, stabili in Europa e
in rallentamento nei paesi emergenti.
Outlook di breve positivo in connessione con gli sviluppi macro in US e di Banche centrali
accomodanti in Europa e Giappone. Le politiche monetarie globali rimarranno accomodanti, in
un contesto di limitati livelli inflattivi.
VALUATION
Mercati azionari nelle medie storiche per l’Europa e nei mercati emergenti mentre lievemente
sopravvalutati nel mercato statunitense.
Negativo per obbligazionario governativo, cauto per debito emergente in valuta locale.
Positivo, ma con rischi crescenti, per obbligazionario corporate high yield e convertibile,
neutrale per il debito emergente in usd. Preferenza per posizionamento del portafoglio
obbligazionario con durata finanziaria breve.
LIQUIDITY
Positivo
SENTIMENT
Neutrale
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MERCATI FINANZIARI
GRAFICI
AVVERTENZE LEGALI
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are no guarantee o f future results. Investments sho uld o nly be made understanding the exact nature o f each pro duct
and its asso ciated risks. This do cument is no t intended to be a pro spectus and the recipient is respo nsible to check
and assess, if applicable, the pro spectus asso ciated to a specific pro duct in term o f financial risks and restrictio ns
regarding investo rs to who m the specific pro duct is addressed.
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