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MERCOLEDÌ
30 DICEMBRE 2015
economia & marittimo
IL SECOLO XIX
REGGE IL PATTO SOCIALE CHE HA VISTO L’INGRESSO AL 49% DELL’AUTHORITY NELL’AGENZIA
Sorpresa a Livorno,
i portuali chiudono
il 2015 col segno più
Sanlorenzo affitta
lo stabilimento
San Marco
LA SPEZIA. Il gruppo Sanlorenzo, guidato da Massimo
Perotti e specializzato nella
costruzione di mega yacht,
ha stipulato un contratto di
affitto per i cantiere spezzini
San Marco, di proprietà dei
fratelli Calderan. Perotti, alcuni anni fa, tentò senza successo l’acquisto del cantiere
Baglietto (poi andato a Beniamino Gavio), proprio per
la necessità di avere un’area
di grandi dimensioni e attrezzata sul mare, in modo
da diversificare e ampliare la
gamma dei modelli prodotti.
Dopo liquidazioni e crisi, l’Alp ritrova l’utile
della Culmv (art.17) per coprire i picchi.
Col calo dei traffici, le imprese del porto di Livorno si sono
trovate con organici sovradimensionati,senzaquindichesi
potesse verificare il picco richiesto per la chiamata dell’art.17.Così,nel2013venneliquidato l’allora fornitore di
manodopera Agelp, mentre a
fine 2014 l’Autorità portuale è
entrataconunaquotadigaran-
zia del 49% nella nuova Alp (fino a quel momento partecipata da terminalisti e Clp) e di
nuovo a rischio liquidazione.
Con Palazzo Rosciano, è entrata anche Uniport (10%), stessa
quota del Terminal Darsena
Toscana (10%), mentre il 7% è
andato a Lorenzini, Ltm, Neri
Depositi Costieri e Cilp, 3% a
Terminal Calata Orlando. Nel
patto,èstatoconcordatoilprogressivo assorbimento da parte privata delle quote Authority, essendo quella dell’ente
guidato da Giuliano Gallanti
un’operazione di carattere
straordinario.
Nel 2015, l’Alp ha fruito del
cosiddetto “15 bis”, comma
dell’art. 17 introdotto con la Finanziaria 2013 che stanzia fino
a un massimo del 15% delle tasse portuali a favore dei fornitori di manodopera e delle imprese portuali in sofferenza a
causa del calo di traffico - soldi
in cambio di una riduzione del
5%degliorganici.Lacifraincassata dall’Alp è stata di 437 mila
RISTABILITI I “PICCHI”
IL MANAGER
Possibili
nuove assunzioni
nel corso del 2016
grazie alla ripresa
dei traffici
«Questa operazione
ha spinto tutti
a cambiare, senza
stravolgere
la legge sui porti»
IL CASO
ALBERTO QUARATI
LIVORNO. La nuova Agenzia
per il lavoro in porto - Alp, fornitore esclusivo di manodopera nello scalo di Livorno (ex
art.17 della legge sui porti)
chiuderà il 2015 con utile 130
mila euro e fatturato 2,2-2,3
milioni, secondo la previsione
dell’amministratore delegato
Luca Becce. A dicembre i turni
lavorati Alp hanno superato
quota 1.000 (erano 200 a gennaio). Il bilancio 2015 sarà disponibile a inizio 2016, ma la
proiezione si basa sugli 11 rendiconti mensili dell’Alp, che
impiega i 56 portuali livornesi,
e che esce ufficialmente da una
lunga crisi, tanto da valutare
l’ipotesi di nuove assunzioni.
L’Alp, come art.17, lavora a
chiamata per coprire picchi di
lavoro in banchina, e quindi ha
pagato il calo dei traffici 20092012. Nel porto di Livorno, il
baricentro del lavoro portuale
è rappresentato dalle imprese
(art.16), cioè la Compagnia dei
lavoratori portuali (Clp) e la
Uniport (ex Unicoop Servizi).
Un modello diverso da quello
genovese, dove a parte il caso
della Compagnia Pietro Chiesa,
non esistono imprese che non
siano anche terminalisti (quindi art.16 e 18), che si servono
Luca Becce, Alp
PUGNO
NAUTICA
CANTIERI NAVALI
Il bacino storico del porto di Livorno
euro, investiti in cicli di formazione per il personale, organizzati con la partecipazione dei
terminalisti. Tra esodi e prepensionamenti l’Alp ha ridotto
gli organici di 10 persone (riducendo a 3 persone la struttura amministrativa) mentre
quest’anno a fruire del “15 bis”
saranno gli art. 16 livornesi.
La presenza dell’Authority in
Alp e la ripresa dei traffici a Livorno (primo semestre: container +37%) hanno evitato
abusi e garantito il corretto impiego dell’Alp durante i picchi
di lavoro, i cui avviamenti negli
ultimimesisonostatisuperiori
rispetto alla disponibilità di
manodopera, che quindi ha richiesto l’impiego degli interinali Intempo, una sorta di “picco del picco”. Questo, spiega
Becce, è il principio su cui si
possonovalutarenuoveassunzioni, qualora si stabilizzasse
l’alto numero degli avviamenti. Gli interinali della Intempo
sarebbero i candidati privilegiati, entrando a far parte di un
lavoro sempre a chiamata, ma
garantito dall’Indennità di
mancato avviamento (Ima). Se
la crescita dei traffici dovesse
tornareastabilizzarsi,nessuno
esclude l’aumento di organici
pressogliart.16,einquestocaso i privilegiati dovrebbero esserei dipendenti Alp.
«Insomma - conclude Becce grazie al ruolo dell’Authority,
tutti hanno saputo cambiare.
Senza stravolgere la legge sui
porti,anziapplicandolanelsuo
dettato, ma senza difendere a
tutti i costi lo status quo».
[email protected]
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Esordio cinese
nella Top 5
mondiale
PECHINO. Per la prima volta
nella storia, un cantiere navale cinese entra nella Top 5 al
mondo. Nella classifica, compilata da Clarkson Research
Services, lo stabilimento
Shanghai Waigaoqiao Shipbuilding compare nei primi
cinque gruppi internazionali
per ordini ottenuti. A novembre, il cantiere ha superato 3,3
milioni di tonnellate di commesse, scalzando i coreani di
Hyundai Mipo Dockyard. Ai
primi quattro posti della classifica, Seul mantiene comunque tutte le altre posizioni.
INFRASTRUTTURE
Carbone, porto
dei record
in Australia
CANBERRA. Il governo au-
DUBBI DEGLI ANALISTI SULLA STRATEGIA POLITICA DEL GIGANTE DELL’ORO NERO
Deficit record e debiti: l’Arabia Saudita è finita in riserva
La guerra dei prezzi del petrolio prosciuga le risorse di Riad. Ma soffrono anche di più i rivali Usa dello “shale oil”
LUIGI GRASSIA
50% del prezzo della benzina
(impensabile da queste parti
L’ARABIA Saudita sta per fini- fino a poco tempo fa). L’Arabia
re gambe all’aria? Il ricchissi- Saudita deve finanziare un como gigante mondiale del pe- stoso stato sociale per comtrolio può fare bancarotta co- prare il consenso di una popome un’Argentina o una Grecia lazione molto sensibile ai riqualunque? Rispondere con chiami dell’estremismo reliun netto «sì» sarebbe azzar- gioso. Per far quadrare i conti
dato, ma il dubbio serpeggia. il governo attinge alle riserve,
Il sito economico americano che nel 2015 sono calate da
Quartz pub725 a 625
blica un rapmiliardi di
LA PREVISIONE
portopienodi
dollari,
e
numeri e gracerca
presti«I sauditi possono
fici sotto il loti all’estero
competere
go «Il fondo
(non lo facecon chiunque. In va da molti
del barile» e
conclude che
due anni il barile anni).
Riad si sta suiI sauditi
a 100 dollari»
cidando con
hanno piloun consumo
tato la cadueccessivo di
ta del prezzo
risorse finanziarie nella guer- del barile per colpire i nemici
ra allo «shale oil» degli Stati geopolitici (Iran e Russia) e
Uniti.
per mandare fuori mercato i
Il crollo del prezzo del pe- produttori americani di petrolio (ieri ai minimi da 11 an- trolioalternativo.Èunaspecie
ni) ha prosciugato le entrate di gioco del pollo, quello con
saudite.Ilbilanciostatalecon- due auto lanciate una contro
cluderà il 2015 con un deficit l’altra: va fuori strada il guirecord di 89,2 miliardi di euro, datore a cui cedono prima i
e anche nel 2016 è atteso un nervi. I produttori americani
enorme disavanzo (altri 79,3 di shale oil sono agli sgoccioli:
miliardi) nonostante forti ta- sempre più aziende del comgli alle spese e un aumento del parto chiedono l’amministra-
La guerra del petrolio ha indebolito i conti dell’Arabia Saudita
zione controllata e la maggior
parte dovrà essere liquidata,
perché anche se rinegoziano o
azzerano i debiti ricominciano a perdere soldi il giorno dopo. Infatti i sauditi offrono
prezzi così bassi da mandare
fuori mercato questi fastidiosi
concorrenti. Per esempio
l’operatore Samson Resources ha bruciato capitale per
4,2miliardididollari,eWalter
Energy annuncia che resterà a
secco già all’inizio del 2016. E
quando molti operatori «shale» avranno chiuso, l’attuale
eccesso produttivo di 2 milioni di barili al giorno sarà eliminato e il prezzo del petrolio
tornerà alto.
Ma sarà davvero l’Arabia
Saudita a vincere, o invece sarà la prima a fare crac? A dir la
verità, bruciando 100 miliardi
di riserve all’anno Riad può
andare avanti così per altri 6
anni. Dice Alberto Clò, economista, coordinatore scientifi-
co del Rie e direttore della RivistaEnergia:«Noncredochei
sauditi stiano raschiando il
fondo del barile. Non hanno
mai avuto problemi a rifinanziarsi sul mercato dei capitali,
possono resistere più a lungo
dei concorrenti. Nel 2016 una
parte dell’eccesso di produzione degli Stati Uniti verrà
riassorbita dai fallimenti e
dallechiusure,enellaseconda
metà dell’anno il prezzo del
barile torneranno a oscillare
fra i 50 e i 60 dollari, poi a 70 e
oltre». Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia:
«L’ArabiaSauditaha petrolioa
bassissimo costo di estrazione con cui può mandare fuori
mercato chiunque la sfidi. All’iniziodel 2016i prezziresteranno bassi, anche più di
adesso. Usciranno dal mercatonon solomoltiproduttoridi
shale oil ma anche quelli tradizionali che avranno rinunciato a investire, con il prezzo
di vendita che non compensa
i loro costi di estrazione. E in
due anni il petrolio potrà tornare a 100 dollari per barile».
A beneficio dei sauditi, che
avranno difeso con successo
le loro quote.
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straliano ha approvato un
progetto da oltre 12 miliardi
di dollari per ampliare il terminal di Abbott Point, per
l’imbarco del carbone destinato all’export. Il terminal, capace di gestire fino a 120 milioni di tonnellate l’anno, verrà dotato di due nuovi scali e
diventerà il più grande porto
di carbone del mondo. Il ministro dell’Ambiente Greg Hunt
ha imposto 148 restrizioni al
progetto di legge, ma gli ambientalisti temono che i dragaggi possano compromettere la riproduzione dei coralli.
IL CASO
Porto di Napoli
il bilancio
è da riscrivere
NAPOLI. Il comitato portuale
ha rinviato l’approvazione del
bilancio di previsione 2016
dell’Autorità portuale di Napoli. I membri del Comitato,
si legge in una nota, hanno
infatti deciso, dopo una lunga
discussione, di chiedere la riformulazione sulla base del
parere negativo espresso dal
Collegio dei revisori sui 77
milioni di euro appostati alla
voce investimenti e legati all’assegnazione da parte della
Commissione europea. Per
effetto del rinvio, l’Autorità
portuale dovrà ora procedere
con la gestione provvisoria.