scarica il pdf

Download Report

Transcript scarica il pdf

RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
a cura di
RFID SOLUTIONS
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
INTRODUZIONE
A
chi è rivolto questo eBook sull’RFID? A costo di sembrare esagerati, diciamo che è… per tutti. Ingegneri a parte (per loro ci sono testi ad hoc,
che segnaliamo in bibliografia), chiunque potrà leggerlo senza perdersi in tecnicismi e badando al sodo. Il libro, nelle nostre intenzioni, vuol essere un breve, utile e semplice compendio su questa tecnologia per comprendere che
cos’è e a che cosa serve, ma soprattutto vuole spiegare a chi serve e perché.
Approfondiremo in particolare l’applicazione dell’RFID nel settore di Censit,
quello dell’asset management.
CENSIT
C
ensit nasce nel 2006 dall’esperienza di un gruppo di ingegneri. Grazie a
un team di esperti nel settore dell’asset management, Censit è diventata
punto di riferimento per attività gestionali critiche, quali l’inventario e la riconciliazione fisico-contabile. Avvalendosi di applicazioni basate sulla tecnologia
RFID, Censit fornisce soluzioni su misura per tutti i settori, dalle pubbliche
amministrazioni alle società private del settore farmaceutico, logistico, industriale, bancario, alberghiero, della grande distribuzione, ecc.
2
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
CHE COSA VUOL DIRE RFID?
P
artiamo con la risposta alla domanda più comune: che cosa vuole dire
RFID? Si tratta di un acronimo, quindi una parola composta dalle iniziali di
più termini. Questi:
- Radio;
- Frequency;
- IDentification.
Tradotto significa “Identificazione a radiofrequenza”. In pratica si parla di una
tecnologia che consente l’identificazione, il riconoscimento univoco di un oggetto, con l’utilizzo della radiofrequenza e quindi il trasferimento di informazioni grazie a una tecnologia wireless, senza fili.
R F ID
Radio
IDentification
Frequency
Un tag RFID solitamente
si presenta come una
semplice etichetta
autoadesiva che
nasconde al proprio
interno un microchip e
un’antenna.
3
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
TAG ATTIVI E PASSIVI
G
li elementi costitutivi di un sistema RFID, se diamo per scontato un
software di gestione dei dati, sono solo due:
- il tag (o transponder);
- il reader.
Prima di parlare di tag, specifichiamo che i reader, a volte simili ai lettori barcode oppure a palmari o ancora integrati nei telefoni cellulari, sono gli elementi a cui spetta il compito di interfacciarsi via radio con il tag per leggere
e/o scrivere le informazioni associate. Tra le diverse tipologie di reader, quelli
portatili sono comunemente integrati in dispositivi di tipo handheld, che possono essere maneggiati da un operatore; il loro aspetto è del tutto simile a
un lettore barcode, ma sono riconoscibili per la presenza dell’antenna RFID.
Alcuni terminali sono dotati di display per la visualizzazione delle letture, mentre altri sono dotati di altri dispositivi di segnalazione, ottici o acustici. Possono
essere connessi alla rete aziendale mediante collegamento wireless, oppure
possono dialogare con un computer mediante collegamento bluetooth o USB.
I reader fissi, invece, sono solitamente impiegati nelle configurazioni a gate,
portale, totem e così via.
Il tag trasmette
le informazioni in
esso contenute, che
possono anche essere
modificate attraverso
operazioni di scrittura.
4
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
Serve anche un computer
L’host computer o (server) è l’elemento del sistema che raccoglie in
modo strutturato e rende visibili al resto del sistema informativo aziendale l’insieme delle informazioni raccolte sul campo dai reader. È quindi
l’elemento di collegamento tra il sistema RFID propriamente detto e il
resto del sistema informativo aziendale.
I tag sono detti anche transponder: questo termine rappresenta l’unione delle
parole “transmitter” e “responder” e può indicare un dispositivo di ricezione,
amplificazione e ritrasmissione di un segnale su una frequenza differente,
oppure un dispositivo di trasmissione di un messaggio dato in risposta a un
segnale, o ancora un ricetrasmettitore che risponde a una data interrogazione. I transponder possono presentarsi in forme diverse, anche come badge,
braccialetti o borchie.
Come funziona l’RFID?
Come fa il tag a ricevere e trasmettere le informazioni? Grazie all’induzione magnetica. Detto in parole povere: quando il tag (in questo caso
passivo) entra nel campo di azione di un lettore RFID viene “svegliato”
dal campo elettromagnetico generato dal reader. Il tag “risponde” ritrasmettendo il segnale, modulandolo. Il reader lo decodifica.
Le antenne incluse nei tag possono
essere di due tipi. Quelle circolari
permettono la lettura dei tag RFID in
qualunque orientamento nel piano
dell’antenna, mentre quelle lineari
permettono la lettura dei tag con un
orientamento particolare.
5
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
l tag possono essere di due tipi. Nella versione “attiva”, il tag è costituito da
un’antenna ricetrasmittente, una batteria e un microchip. Nella versione “passiva” i transponder non necessitano di batteria (per questo durano di più, ma
hanno una distanza di lettura inferiore): solo di un’antenna (monodirezionale)
e un microchip. I tag passivi, in pratica, sono alimentati dal campo elettromagnetico. Nei transponder semi-passivi, invece, la batteria alimenta i circuiti
interni del tag durante la comunicazione, ma non è usata per generare onde
radio. Il trasferimento di informazioni avviene estraendo la potenza del reader.
Un esempio di
transponder RFID
attivo? Il Telepass che
si usa in autostrada.
I transponder
possono memorizzare
informazioni di ogni
genere e si presentano
nelle forme più
diverse: etichetta,
badge, braccialetto,
borchia e così via.
Gli standard
Tag e Reader devono comunicare tra loro senza problemi e senza disturbare altri
servizi a radiofrequenza. Per questo risultano fondamentali gli standard di comunicazione che garantiscono interoperabilità tra reader e tag di differenti fabbricanti ed evitano interferenze con altri apparati radio. Esistono diversi standard
ISO, ente mondiale di normativa in quasi tutti i campi della tecnologia, anche se
non sono gli unici: anche EPCglobal, associazione privata orientata prevalentemente al mondo della logistica, definisce i propri standard.
Gli standard ISO 11784, ISO 11785 e ISO 14223, per esempio, definiscono i tag
per l’identificazione degli animali, nelle bande al di sotto dei 135 KHz. Per un
elenco degli standard è possibile consultare il sito Web www.iso.org.
6
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
C’ERA UNA VOLTA…
A
l contrario di quanto si possa pensare, l’RFID non è una tecnologia nuova.
Anzi. Nacque durante la seconda guerra mondiale, tempo non solo di
stragi e distruzione ma anche di sperimentazione. Videro la luce allora i primi
radar (altro acronimo che sta per “RAdio Detecting And Ranging”), costituiti
da un’antenna di trasmissione, a forma di parabola, e un impianto di ricezione,
montato su un piano rotante; completavano il quadro un sistema di amplificazione e uno schermo.
I pipistrelli e i delfini (tranquilli,
non ci buttiamo sulla
zoologia…) individuano gli
ostacoli al buio emettendo
suoni molti acuti, impercettibili
all’orecchio umano, e
captano le onde di ritorno
dagli oggetti (e dalle prede).
Questo meccanismo, detto
ecolocalizzazione, è lo
stesso in uso nei radar, che
invia radioonde (modulate a
radioimpulsi) verso l’oggetto
cercato e riceve le onde che
questo riflette. Si parla, infatti,
di echi radar.
I primi radar, usati dalla contraerea inglese, avevano un problema: non distinguevano i “buoni” dai “cattivi”, cosa che invece avrebbe permesso di
mappare la battaglia in corso. Si pensò, quindi, di introdurre l’uso dei transponder, ricetrasmittenti montate sugli aerei “amici”, che rispondevano con un bip
quando venivano colpiti dal fascio di radioonde, permettendo la differenziazione. Questo sistema è chiamato tecnologia di identificazione IFF (identification
friend or foe).
7
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
Le successive ricerche portarono a un maggior grado di precisione, con l’identificazione univoca dell’aviogetto usando un ID assegnato. In pratica, modulando l’emissione del transponder a bordo dell’aereo fu possibile identificare
e conoscere la posizione di ogni singolo mezzo.
Fu solo dagli anni Novanta che i transponder uscirono dall’ambito aeronavale
per trovare applicazione anche in quello commerciale (la stessa sorte di altre
tecnologie militari, come il GPS). In particolare nuove tecniche di gestione dei
magazzini – su tutte la giapponese “Just in time” (per ridurre al minimo le
scorte) – richiesero l’adozione di strumenti informatici per l’automazione dei
processi e la localizzazione delle merci.
In un sistema RFID il colloquio tra tag e lettore avviene per mezzo di un accoppiamento
a radiofrequenza (RF), soggetto alle leggi che regolano i fenomeni di propagazione delle
onde elettromagnetiche nelle comunicazioni radio.
8
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
Perché l’RFID ha soppiantato, in molti settori, il barcode?
Soluzioni come il codice a barre degli anni Ottanta, sopravvissuto finora, risultano economiche e funzionali, tant’è che hanno riscosso un
ottimo successo. Del resto si tratta solo di codice monodimensionale,
composto da una singola riga di barre, la cui dimensione verticale è
solo una ridondanza che assicura la lettura dei dati anche in condizioni
fisiche avverse o quando l’etichetta è parzialmente rovinata. Ma in molti casi serve qualcosa di ancor più funzionale e che, soprattutto, risponda anche a un’altra esigenza: l’uso in mobilità, per esempio con i muletti
automatici. Per questo sono stati introdotti dei transponder di portata
minore (poche decine di metri, non servivano chilometri) e con funzionalità ridotte (solo identificazione e non posizionamento), quindi più
economici. L’identificazione avveniva tramite sistema a radiofrequenza,
inizialmente con standard aeronautici, poi convertiti in standard ISO.
Il transponder, a meno che
non venga utilizzato per
l’identificazione di prodotti
di largo consumo (quindi con
codice fisso), contiene un
chip di memoria, dove sono
salvate informazioni come il
codice identificativo seriale,
il lotto di provenienza, la
data di scadenza, il nome
del produttore ecc.
9
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
LE DIFFERENZE TRA BARCODE E RFID
P
er comprendere appieno le differenze tra codice e barre e RFID mettiamo
le due tecnologie a confronto, in una sorta di intervista doppia.
Come è la modalità di accesso?
Barcode: sola lettura.
RFID: lettura e scrittura.
Il lettore deve “vedere” il codice/tag?
B: sì, il codice a barre deve essere direttamente visibile al lettore.
R: no, il “contatto visivo” non è necessario.
È possibile identificare il singolo oggetto?
B: no, solo il tipo di oggetto.
R: sì.
Come avviene la comunicazione tra reader e codice?
B: la lettura dei codici è sequenziale, è possibile identificare solo un prodotto
alla volta.
R: il reader può comunicare anche con centinaia di tag in pochi secondi.
Qual è la distanza di lettura massima consentita?
B: pochi centimetri. Sono richiesti, tra l’altro, angoli di lettura predefiniti.
R: si parla di metri nei tag passivi, molto di più in quelli attivi.
Quante informazioni si possono salvare?
B: pochi byte.
R: i Tag RFID possono gestire diversi Kb.
Le informazioni sono al sicuro?
B: non esistono sistemi di sicurezza; tra l’altro duplicare un codice a barre è
semplice.
R: la sicurezza può essere garantita da sistemi di crittografia; duplicare un
transponder è impossibile.
10
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
Tre “pro” dei barcode
Il confronto tra RFID e barcode vede stravincere il primo. Allora perché
si continuano a utilizzare i codici a barre? Per tre semplici ragioni, anzi
quattro. Anche i codici a barre sono oggetto di innovazione: basti pensare ai codici QR, bidimensionali. Secondo: i codici a barre godono di
un costo imbattibile, del resto si parla di una semplice stampa; terzo,
l’uso di tecnologia a radiofrequenza risulta più “invasivo” rispetto a una
semplice lettura ottica. L’ultima ragione è poco tecnologica: in caso di
problemi con i lettori, i codici a barre possono essere letti da un “umano”, i tag RFID no.
Tra le altre differenze tra
RFID e barcode spicca
la modalità di accesso:
con l’RFID è di lettura o
scrittura, con il codice a
barre è di sola lettura.
Un altro vantaggio dell’RFID rispetto
al barcode è rappresentato dalla
possibilità di inserire all’interno del
tag molte più informazioni: oltre
a un seriale univoco, si possono
salvare il lotto di produzione, la
data di scadenza e le materie prime
utilizzate per la produzione, così come
tutti i dati rilevanti per garantire la
tracciabilità del prodotto.
11
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
Le frequenze
I sistemi RFID operano in bande di frequenza assegnate e regolamentate a livello internazionale.
Le frequenze dette LF (Low Frequency) sono usate dai tag passivi, che
funzionano solitamente sui 125 KHz e sui 134 KHz. Hanno il vantaggio
di funzionare anche in presenza di metalli e liquidi, e lo svantaggio di
funzionare a distanze ridotte. Sono usate, per esempio, nelle chiavi con
codice elettronico delle auto.
Nella banda di frequenze dette HF (High Frequency) si trovano i tag che
funzionano sui 13.56 MHz. Questi hanno il vantaggio di implementare
funzionalità di sicurezza dei dati. Funzionano su distanze brevi (per
questioni di privacy) e, con qualche accorgimento tecnico, anche con
metalli e liquidi. Un esempio d’uso: le tag RFID flessibili, autoadesive e
stampabili.
Citiamo tre standard RFID che lavorano sui 13.56 MHz.
12
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
Le frequenze
- Iso 14443: per caratteristiche di sicurezza e privacy, è usato per le
Smart Card.
- Iso 15693 (ISO 18000-3 Mode 1): visti i costi relativamente bassi e la
buona capacità di memoria, è usata per controllo accessi, biglietteria,
applicazioni retail, farmaceutica e gestione libri, CD e DVD.
- Iso 18000-3 Mode 2: poco diffuso, soprattutto per gestione documentale, fiche da gioco e lavanderie industriali.
Esistono anche etichette RFID che operano ad altissima frequenza
(UHF), utilizzate per esempio nel campo della logistica. Lo standard di
riferimento è ISO 180006-C o EPC Class1 Gen2. Una tecnologia che funziona all’interno della banda UHF, attiva a 433 MHz, si basa sul protocollo ISO 18000-7: è usata per la localizzazione in tempo reale sia indoor
che outdoor, per esempio nel tracciamento dei container.
Citiamo anche un paio di casi speciali: la frequenza che funziona sui
27,125 MHz è utilizzata per applicazioni ferroviarie speciali mentre i Telepass usano la frequenza 915 MHz.
Particolare di un’etichetta RFID che funziona a 13,56 MHz.
13
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
GLI AMBITI D’USO
C
osa si può identificare attraverso
l’RFID? Va superata l’idea che attraverso l’RFID si possano identificare
solamente oggetti o prodotti fisici. In
realtà, invece, sono utilizzati in molti
ambiti, anche per identificare animali e
addirittura le persone.
Gli ambiti applicativi dell’RFID sono,
grosso modo, i seguenti.
SANITÀ
L’attenzione del settore è rivolta prevalentemente alla gestione del rischio
clinico, alla prevenzione degli errori.
Gli RFID possono aiutare a identificare il paziente (specie quando non può
farlo da solo, per esempio perché gravemente malato o perché neonato),
associandogli le giuste cure o monitorandolo nel percorso clinico in pronto
soccorso, sempre più spesso usando
braccialetti con tag in standard NFC.
A questo tema è legato anche quello
della tracciabilità dei prodotti – e per
“prodotti” si intende tutto ciò che
non è apparecchiatura o paziente (per
esempio sacche di sangue, sostanze
organiche, farmaci, strumenti chirurgici e così via) – perché il tag è posto
sul contenitore e verifica l’accoppiamento con il paziente.
Sono molti gli ambiti d’uso dell’RFID.
14
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
Parlando della gestione degli asset, i tag RFID possono essere utili per localizzare, tracciare e gestire l’inventario di defibrillatori, macchine diagnostiche
o letti. Spesso i dottori sono dotati di tablet con lettore RFID a bordo.
In molte strutture
ospedaliere, all’atto del
ricovero, è applicato
un braccialetto con
tecnologia RFID dove
sono memorizzati i dati
anagrafici del paziente
ed eventuali patologie.
L’RFID in sala operatoria
I tag RFID si trovano sempre più spesso anche nelle sale operatorie,
dove il controllo dell’allocazione di tutti i dispositivi medicali e degli
strumenti chirurgici risulta fondamentale, non solo al momento dell’inventario, ma addirittura in fase pre-operatoria. Prima dell’operazione è
possibile verificare la disponibilità della strumentazione giusta in relazione all’intervento.
15
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
La P. A. ha già sperimentato l’uso dell’RFID per l’identificazione di cittadini
e dei beni di valore. Nel primo caso si parla prevalentemente del passaporto
elettronico (ben lo sa chi è stato negli Usa negli ultimi anni), mentre nel secondo si parla di applicazioni per l’inventariazione di quadri e arredi preziosi.
Altro ambito applicativo è la gestione documentale, per seguirne l’iter amministrativo. Sempre a proposito di identificazione delle persone, citiamo il
caso di alcune carceri americane che usano l’RFID per tracciare i movimenti
dei detenuti.
In un e-passport
sono memorizzati i
dati dell’intestatario,
la firma digitale
dell’autorità che ha
rilasciato il documento,
la scansione digitale
dell’immagine del
possessore e i
dati biometrici (le
impronte).
Inventario nella P.A.: un obbligo di legge
Come le aziende private, anche gli enti pubblici devono provvedere annualmente all’aggiornamento dell’inventario, e questo può avvenire più
agevolmente utilizzando etichette barcode e soprattutto RFID, utili sia
nella fase di individuazione che di localizzazione dei beni. Si tratta di un
obbligo di legge; ecco i riferimenti: Art. 230 c.7 Tuel.
16
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
In questo ambito si trovano prevalentemente applicazioni di ticketing. La
bigliettazione elettronica prevede l’uso di card RFID nominali, in sostituzione
degli abbonamenti, e supporti cartacei o magnetici per i titoli di corsa semplice. L’RFID può essere usato anche per localizzare i mezzi nei depositi.
Qualche anno fa alcuni possessori della Oyster
card, sorta di biglietto elettronico in uso a Londra,
staccavano il chip RFID dalla tessera per attaccarlo
all’orologio da polso o su un braccialetto, al solo
scopo di non dover tirar fuori la carta.
RFID e bike sharing
Il bike sharing, il servizio di “biciclette pubbliche”, può beneficiare della tecnologia RFID. Le bici, tradizionali o con pedalata assistita, che si
trovano nelle rastrelliere ormai comuni in molte città (anche italiane)
possono essere noleggiate utilizzando una chiave RFID o una tessera
contactless, che i cittadini possono ottenere previa registrazione agli
appositi desk di servizio. Il sistema RFID funziona anche come sistema
di identificazione univoca, per impedire furti e manomissioni.
17
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
EDUCATION ED ENTERTAINMENT
Anche in questo ambito si parla di identificazione delle persone. Si pensi
ai comprensori sciistici, con l’utilizzo dello skipass contactless. Anche per
l’accesso a stadi e impianti sportivi l’RFID funziona come strumento di anticontraffazione dei biglietti.
Altri esempi: l’identificazione degli elementi arborei nei parchi naturali, dei
reperti in musei e aree archeologiche, gli ormeggi “smart” nei parchi maritPUBBLICA AMMINISTRAZIONE
timi, braccialetti intelligenti in locali di divertimento e così via.
Nelle biblioteche l’RFID permette
l’identificazione automatica dei
libri e degli utenti del servizio di
prestito.
RFID… artistico
Il Museo di Storia e Arte Olandesi Drents di Assen ha scelto un uso
originale e intelligente della tecnologia RFID. Siccome l’80 per cento dei
reperti del museo sono in magazzino, il museo ha introdotto un sistema
automatizzato di gestione degli accessi e di monitoraggio utile a mappare le preferenze dei visitatori. In questo modo è possibile verificare la
popolarità degli oggetti esposti al fine di sostituire rapidamente i pezzi
meno visti per esporre quelli capaci di riscuotere maggiore interesse.
Questo è stato possibile introducendo card dotate di tag passivo UHF
da distribuire a ogni visitatore come forma di ticket (tra l’altro biodegradabile). I reader, quindi, non sono ubicati solo presso i varchi, ma in
diverse zone del museo.
18
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
LUSSO E MODA
In questi settori si parla soprattutto di anticontraffazione e snellimento delle
attività logistiche, per l’automazione delle attività di ricezione e spedizione.
Alcune catene usano card RFID per fidelizzare la propria clientela.
L’inserimento di Tag RFID passivi
nei capi di abbigliamento
sarebbe un ottimo strumento
antitaccheggio, se non fosse per
la possibilità di isolare il bene
costruendo una gabbia di Faraday.
La cabina armadio Smart
Qualche mese fa è stata presentata una cabina armadio ruotante automatizzata, telecomandata dal proprio smartphone, che seleziona il
capo da indossare e che può raccontare anche la storia di quell’abito,
indicando qual è stata l’ultima volta che è stato indossato (per evitare di
indossare due volte la stessa mise, in occasioni importanti…).
La stessa idea è stata applicata anche in ambito ospedaliero (per esempio al Gemelli di Roma) per la gestione delle divise: ogni capo è dotato di
tecnologia RFID, il chip riconosce il medico e, in automatico, l’armadio
gli riconsegna la sua divisa pulita e stirata.
19
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
TRASPORTO MERCI
Le applicazioni a supporto del trasporto merci riguardano soprattutto l’utilizzo di tag RFID per identificare i mezzi di traporto, sia su gomma che su
rotaia, o le unità di trasporto standard, come container e casse mobili, o
ancora “colli” all’interno delle reti di corrieri. L’RFID è usato anche nei porti
internazionali, sempre per l’identificazione dei container.
Le tecnologie per tracciare i container
Per tracciare i container si possono usare diverse tecnologie: tag RFID
attivi, tag RFID passivi e sistemi GPS. Di solito, per motivi di costi e semplicità d’uso, si usano tag RFID passivi (immagine tratta da “RFID-enabled returnable container management: Solution to a chronic and
wasteful automotive industry problem”: vedi bibliografia).
20
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
LARGO CONSUMO
Da molti anni l’RFID ha conquistato la GDO (Grande Distribuzione Organizzata). Già all’inizio degli anni 2000 le catene americane Walmart e Metro,
tra le altre, imposero ai fornitori questa tecnologia. A che pro? Per sapere
quante confezioni di un dato prodotto sono acquistate in negozio, dove si
trovano esattamente all’interno del punto vendita e quante, invece, sono in
magazzino. Si può addirittura sapere se un prodotto è sullo scaffale giusto,
oppure quali beni si trovano nei carrelli di chi sta facendo la spesa (e persino
sapere se corrispondono a quelli registrati sullo scontrino). Questo contribuisce notevolmente a ridurre il problema dell’“out-of-stock” (definito come
“perdita di fatturato per produttore e distributore in seguito alla mancanza
del prodotto sul lineare e nelle aree promozionali”), e lo racconta lo studio
che ha come protagonista proprio Walmart: nel 2007 si dimostrò che l’adozione della tecnologia RFID per l’identificazione del prodotto permetteva
di ridurre notevolmente le situazioni di out-of-stock presso i punti vendita;
analizzando le attività di rifornimento presso 12 punti vendita della catena,
dotati di opportune installazioni RFID, gli autori riscontrarono che l’utilizzo
di questa tecnologia comportava notevoli benefici e permetteva di ridurre
le situazioni di out-of-stock fino a un valore pari al 26%. Tale valore venne
ricavato dal confronto dei livelli di out-of-stock in un numero equivalente di
punti vendita non equipaggiati con tecnologia RFID.
L’uso degli RIFD potrebbe
sostituire quello dei
codici a barre anche nei
supermercati, a beneficio
dei consumatori.
21
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
Il forno del futuro
Tra l’Internet degli oggetti
e la domotica, anche l’RFID
può dire la sua. Il forno al
microonde del futuro, per
esempio, funzionerà così.
Ogni confezione di cibo
presenterà un codice RFID:
avvicinando l’etichetta al
reader del forno, quest’ultimo riconoscerà la pietanza
e imposterà automaticamente modalità, tempi di
preparazione e di cottura.
ALIMENTARE
L’RFID si sposa bene con il settore alimentare, dove risulta prioritario identificare univocamente i prodotti (e gli animali) e riscostruirne la “storia” lungo
la filiera; è quindi anche un sistema per la lotta alla contraffazione. L’uso
dell’RFID può scongiurare anche la clonazione, grazie alla crittografia.
Un caso particolare d’uso della tecnologia RFID si ha nel settore delle catene del freddo, grazie alla sua capacità di fornire in tempo reale puntuali informazioni non solo “sull’identità” del prodotto, ma anche sulla sua posizione e
sulla temperatura alla quale si trova all’interno di una supply chain (ciclo degli
approvvigionamenti). Come? Esistono soluzioni RFID che permettono non
solo di individuare il superamento di un determinato valore di temperatura,
sia in positivo sia in negativo, ma anche di ricostruire la “storia termica” del
prodotto attraverso la memorizzazione di coppie di dati (tempo/temperatura)
lungo tutta la catena del freddo. Alcune soluzioni tecnologiche che incorporano tag RFID possono inoltre scambiare informazioni in tempo reale via
radio, rendendo automatica l’operazione di trasferimento dati.
22
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
Animali con l’RFID
Un interessante esempio d’uso si ha nel settore della lavorazione delle
carni, dove l’RFID serve per la tracciabilità dei prodotti, ma anche per
l’identificazione univoca e associazione alle informazioni di provenienza. In molto casi gli stessi tag servono per supportare e automatizzare,
dove possibile, le movimentazioni all’interno degli stabilimenti.
Ancora più avveniristico l’uso fatto da Intel in collaborazione con l’Australian Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation: con l’obiettivo di
seguirne movimenti e
comportamenti delle
api e comprendere la
moria delle colonie,
sono stati impiantati
sugli insetti dei chip
RFID che misurano
solo 2.5 x 0.4 mm e
pesano 5.4 mg. I chip
possono essere letti
entro un range di 30
centimetri.
LOGISTICA
Sono molti gli esempi di aziende che hanno adottato la tecnologia RFID per il
miglioramento della logistica. In alcuni casi questa tecnologia copre anche i
semilavorati: in questo modo l’azienda può controllare tutto il ciclo, dalla produzione alla spedizione fino alla distribuzione, migliorando il controllo qualità
ed evitando i reclami dei clienti. Ma è soprattutto sulla gestione degli asset
che l’RFID si rivela particolarmente utile in termini di gestione della tracciabilità, soprattutto perché negli ultimi anni i supporti logistici (quali pallets,
cassette, bins e via dicendo) hanno visto crescere la propria importanza in
termini di volumi di utilizzo, costi e impatto ambientale. Si è diffusa perciò
23
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
l’esigenza di gestire tali oggetti non come semplici materiali di consumo o
strumenti di trasporto, bensì come veri e propri asset aziendali, detti anche
asset logistici. Grazie a un tag RFID, è infatti possibile identificare in maniera univoca un singolo asset e tracciarne i flussi in entrata e uscita tra i
diversi anelli della catena produttiva e/o logistica durante tutto il suo ciclo di
vita. L’identificazione totalmente automatizzata e simultanea di più oggetti,
la possibilità di operare senza visibilità diretta e in ambienti aggressivi rappresentano aspetti peculiari della tecnologia RFID che la rendono vincente
rispetto ad altre tecnologie di identificazione automatica.
Pneumatici col chip
L’azienda Kumho Tyre ha adottato il sistema RFID per la movimentazione degli pneumatici. In particolare, nel tentativo di migliorare l’efficienza
della gestione dei prodotti finiti, l’azienda ha adottato il sistema RFID nel
2013 per la movimentazione degli pneumatici per autobus e camion, ampliando il sistema alle gomme per automobile l’anno dopo. Da quest’anno,
poi, l’RFID copre anche i semilavorati prodotti nelle fabbriche coreane.
Grazie all’RFID Kumho
può controllare tutto il
ciclo: dalla produzione
alla spedizione fino
alla distribuzione, migliorando il controllo
qualità ed evitando i
reclami dei clienti.
24
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
UTILITY
Nel settore delle utility si rilevano due ambiti ricchi di applicazioni: la raccolta
dei rifiuti solidi urbani e l’identificazione dei mezzi e dei dipendenti.
Nel primo caso l’identificazione automatica dei cassonetti in fase di pesatura è già molto diffusa, anche perché abilita l’applicazione della tariffa di
igiene ambientale. I tag, prevalentemente passivi, vengono “annegati” nei
cassonetti e letti tramite antenne sui mezzi di raccolta oppure attraverso
dispositivi portatili in dotazione agli operatori.
Nel secondo caso l’RFID è un ottimo strumento per controllare l’accesso ai
depositi aziendali. In alcuni casi si sono sperimentate funzionalità di localizzazione, anche dei dipendenti. Non tanto a fine di controllo, ma di sicurezza:
si ha l’invio di segnali di allarme in caso di emergenza o di accesso ad aree
riservate.
“Pay what you throw”: l’RFID e i rifiuti
Interessante l’esperimento del Comune di Lucca, che ha introdotto l’RFID per tracciare in modo automatico e massivo i contenitori dei rifiuti
(sacchetti, bidoncini o carrellati) e calcolare in modo preciso ed equo
la relativa tassa.
Come funziona concretamente il sistema? Nel caso di contenitori già
in uso dall’utente, l’associazione logica (legare il codice identificativo
univoco racchiuso nella memoria elettronica del tag al singolo utente)
avviene contestualmente all’associazione fisica, applicando il tag RFID
in una posizione convenzionale. L’associazione, in pratica, avviene sul
campo. Se i contenitori sono nuovi, l’associazione tag-utente e l’apposizione del tag avviene al momento della consegna del contenitore.
Quando i contenitori sono in uso, posti a bordo strada, l’operatore li
riconosce (fino alla distanza di cinque metri) e li preleva grazie al mezzo
equipaggiato con reader e antenne RFID. I dati così raccolti sul campo
vengono trasmessi automaticamente al rientro dell’automezzo in sede
e serviranno per la determinazione della tassa dovuta.
25
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
PAGAMENTI
Le applicazioni di ticketing sono già molto diffuse nel nostro Paese, ma si sta
sperimentando anche l’impiego delle tecnologie RFID per pagamenti e micro-pagamenti. Si usano per sostituire il meccanismo di identificazione (prima
a contatto) di strumenti di pagamento esistenti o per crearne di nuovi. Nel primo caso, per esempio, si parla di nuove carte di credito contactless che non
richiedono la firma della ricevuta o l’inserimento di un PIN. Nel secondo caso
si assiste alla convergenza tra le tecnologie RFID e gli apparati di telefonia
cellulare: anche in questo caso si parla, per esempio, di ticketing.
Dati Visa Europe: in 12
mesi, tra il 2014 al 2015,
sono state portate a
termine su prodotti del
circuito oltre un miliardo
di transazioni contactless
in tutta Europa.
NFC e Beacon
NFC sta per “Near Field Communication” e si tratta di un nuovo standard della famiglia degli RFID. Anche in questo caso si tratta di una
tecnologia a radiofrequenza. Consente di far dialogare due dispositivi
a breve distanza consentendo lo scambio di informazioni o effettuare
pagamenti sicuri. Dal punto di vista tecnico la tecnologia NFC è un’estensione del ISO 14443 e combina l’integrazione di una Smart Card con
un dispositivo o terminale. Tutti i dispositivi NFC consentono la lettura e
scrittura di informazioni a una velocità elevata. I dispositivi funzionano
quando sono vicini: solitamente a meno di quattro centimetri di distanza.
26
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
NFC e Beacon
A proposito di telefonia, la tecnologia
è integrata con la SIM, consentendo
agli operatori telefonici di inserire i
servizi NFC direttamente nella scheda. Per esempio le informazioni delle
carte di credito dell’utente possono
essere salvate in modo sicuro sulla
scheda SIM e sarà sufficiente passare il dispositivo mobile di fronte a un
terminale RFID per procedere al pagamento e a semplici servizi di ticketing.
I Beacon sono, invece, piccoli trasmettitori radio che utilizzano
il segnale Bluetooth
(a basso consumo
energetico) per inviare notifiche fino a 100
metri di distanza agli
smartphone abilitati.
Per esempio, nel corso
di una fiera, gli espositori dotati di Beacon
possono sapere chi si
ferma al loro stand (a
patto che questi abbiano installato l’app
e attivato il Bluetooth)
e inviare messaggi informativi o promozionali a chi si trova entro
il raggio d’azione del
trasmettitore.
27
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
La questione sicurezza
La tecnologia RFID è sicura? Di tanto in tanto si sente parlare di
cracking o cloning dell’RFID, e quindi di violazioni e indebito accesso
ai dati. Detto che la tecnologia nasce proprio per rendere accessibili
i dati, va da sé che sia tecnologicamente possibile leggere i tag indirettamente (sniffing), bypassare la sicurezza del processore (hacking),
alterarne le informazioni contenute (cracking), infettarlo con un malware e clonarlo (cloning). I TAG, inoltre, possono essere distrutti, rimossi,
fisicamente schermati.
Ovviamente esistono delle contromisure: uso di tag criptati (ma non
economici), utilizzo di firma digitale (con uso di chiavi pubbliche e private), uso di “pseudonimi” (insieme di identificativi che il tag utilizza in
modo interscambiabile), uso di sigilli (fascette di plastica, cavi intrecciati non rimovibili, sigilli metallici o elettronici), schermatura dell’antenna o disattivazione (per esempio dopo l’uscita da un negozio).
Si trovano in commercio
dei porta-passaporti
contro l’intercettazione
dei dati (vedi http://
difrwear.com).
28
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
L’ASSET MANAGEMENT E LA RICONCILIAZIONE CONTABILE
U
no degli ambiti in cui la tecnologia RFID trova applicazione con più efficacia è certamente l’asset management. Si parla di identificazione dei beni
aziendali (asset e non merci), delle loro movimentazioni e della tracciatura fino
alla loro fuoriuscita (per vendita, donazione, smaltimento, furto e così via).
Scopo principale dell’asset management è la riconciliazione fisico-contabile.
Questa consiste nell’allineare la situazione contabile riportata nel libro cespiti
con la realtà ottenuta attraverso l’inventario fisico. Operazione, questa, che
consente di ottenere una corretta valutazione del proprio stato patrimoniale. I
casi che possono presentarsi sono tre: tutto quadra, i beni a registro contabile
hanno una corrispondenza con la realtà inventariale; oppure i beni presenti a
registro contabile non hanno riscontro con l’inventario, e qui si parla di beni
“fantasma”; oppure vi sono beni non presenti a registro contabile ma individuati fisicamente, caso meno frequente ma, come vedremo, ugualmente
problematico.
La corrispondenza univoca tra dati contabili (categoria fiscale, posizione contabile, anno di capitalizzazione, fattura, costo storico, aliquota di ammortamento, residuo in ammortamento, eccetera) e dati fisici raccolti in fase inventariale
(localizzazione del bene, centro di costo, numero di etichetta, descrizione del
bene, stato di usura e così via) risponde a diverse esigenze: amministrative, di
gestione o a richieste da parte di società di revisione, dei sindaci, dell’audit o
di qualsiasi altro istituto che abbia finalità di controllo della situazione patrimoniale. Oltre alle esigenze, anche i risultati sono diversi:
- facilitare l’eliminazione dei cespiti “fantasma” registrati nel libro delle immobilizzazioni;
- produrre report finanziari più corretti che consentano un efficace controllo
degli investimenti;
- agevolare la risposta alle domande dei revisori dei conti, del collegio sindacale e dell’audit;
- rendere possibile la migrazione pressoché automatica dei dati di inventario
e riconciliazione verso qualsiasi sistema ERP (SAP, JD Edwards, Oracle e
via dicendo) o software gestionale;
- individuare le linee contabili di riferimento e i valori di bilancio in caso di operazioni di dismissione, vendita, rottamazione o cessione di ramo d’azienda.
29
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
Dal punto di vista pratico, l’attività di fixed asset management avviene mediante l’apposizione sui cespiti – per esempio macchinari e attrezzature di
produzione, arredi, mobili e parco informatico – di tag RFID (solo in pochi casi
di barcode). Operativamente si stampa uno stock di etichette, i cui UID – identificativi unici – sono caricati in un database. Poi i tag sono applicati ai beni.
È poi nella fase di inventario che si rilevano eventuali incongruenze tra beni
registrati e beni effettivamente presenti in azienda. Dopo il censimento totale
dei cespiti e, soprattutto, del riallineamento alla situazione contabile, si può
avere la memorizzazione delle informazioni sui tag applicati ai beni; operazione fondamentale anche per la fase di mantenimento.
È soprattutto al momento
dell’inventario cespiti
(in ottica riconciliazione
fisico-contabile, in caso
di disallineamento) che
si apprezza l’efficacia
dell’etichettatura
dei singoli asset,
per conoscerne la
distribuzione fisica e lo
stato di attivazione e
obsolescenza. Il tutto
sempre finalizzato alla
riduzione dei costi di
gestione e alla corretta
valutazione di bilancio.
La questione fiscale
La gestione del parco cespiti è un’attività delicata e impegnativa, che
può rivelarsi particolarmente complicata, ma che prima o poi va affrontata per adeguarsi alle normative finanziarie vigenti. Si parla, per esempio, di SOX, IAS e IFRS.
30
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
QUATTRO CHIACCHIERE CON MARCO PESENTI
M
arco Pesenti, classe ’78, laureato in ingegneria delle telecomunicazioni, è il general manager di Censit, società che dal 2006 si occupa di
inventario cespiti e riconciliazione e
che, nel nostro Paese, è l’azienda di
riferimento per questo settore.
Ciao Marco,
nel vostro sito (www.censit.com) si
legge, tra le altre cose, che “L’inventario consiste nella ricerca e ricognizioMarco Pesent
i, general man
ne di ogni singolo cespite, nella sua
ager di Censit.
etichettatura con supporti a scelta
tra RFID o barcode…”. Ma il codice a
barre non è uno strumento “vecchio”?
Sì, in effetti forniamo anche questo tipo di etichetta, ma solo perché qualche cliente
(con sistemi un po’ datati…) ce lo chiede ancora.
Pochi, immaginiamo…
Pochissimi: basti pensare che in questi anni è successo solo in 3 casi su circa 400,
meno dell’1% quindi.
Perché avete deciso, fin dal primo momento, di puntare sull’RFID?
Guardando al mercato americano - al solito venti anni avanti al nostro - abbiamo
capito che l’RFID era la tecnologia giusta per il tipo di esigenza evidenziata anche dal
nostro mercato. Per diversi motivi: perché permette di preservare l’aspetto estetico
dei beni, perché protegge le etichette in ambienti particolarmente sporchi o soggetti
a frequenti pulizie e da eventuali bontemponi che le staccano; e soprattutto per motivi economici: le operazioni di audit periodico richiedono metà del tempo e metà delle
risorse, quindi metà dei costi.
La scelta ha pagato?
Direi di sì. Siamo partiti, 9 anni fa, praticamente da zero. Eravamo dei pionieri, solo
ora ci sono dei concorrenti: aziende che però fanno tutt’altro, si adattano o inventano
31
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
soluzioni in funzione delle richieste del mercato; noi invece ci concentriamo solo sul
nostro core business e, soprattutto, non appaltiamo nulla. Vendiamo un pacchetto
completo, chiavi in mano, sviluppato da risorse esperte; praticamente un servizio che
permette al cliente di non impegnare proprio personale. Altri punti di forza del nostro
servizio sono l’alta qualità, l’attenzione al cliente, la sua soddisfazione e la velocità
nei tempi di risposta.
Ora il fatturato supera il milione e mezzo di euro. Abbiamo sul territorio, oltre ai
consulenti che lavorano nei nostri uffici, quindici persone fisse e squadre pronte ad
affrontare picchi di lavoro, tipici di questo servizio, che girano continuamente
Vendiamo un pacchetto
l’Italia per lavori e clienti di ogni tipo.
completo, chiavi in mano,
sviluppato da risorse esperte;
praticamente un servizio che
permette al cliente di non
impegnare proprio personale.
Altri punti di forza del nostro
servizio sono l’alta qualità,
l’attenzione al cliente, la sua
soddisfazione e la velocità
nei tempi di risposta.
A proposito, chi sono i vostri clienti, chi
vi contatta?
I profili sono vari: si va dai direttori
finanziari (CFO) agli internal auditor, dalle
società di revisione ai commercialisti.
E di cosa hanno bisogno, in particolare?
Il problema più comune è quello della
riconciliazione con il libro cespiti. Inventario e uso degli RFID sono strumenti per
risolvere quel problema. Vorrei anche
sfatare un equivoco comune…
Quale?
Non ci occupiamo dell’inventario dei beni di consumo o di magazzino, ma dei cespiti,
degli asset dell’azienda. Per esempio: non i prodotti di un supermercato, ma attrezzature e macchinari.
Chiudiamo tornando alla tecnologia oggetto di questo libro. Dal tuo punto di vista,
l’RFID è ancora una tecnologia all’avanguardia?
Certamente sì, l’unico aggiornamento che ci accingiamo a effettuare è quello relativo
alla banda, passando dallo standard HF all’UHF, sempre con tag passivi. Per il resto,
l’RIFD gode di ottima salute.
32
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
COME FUNZIONA L’ASSET MANAGEMENT?
P
er approfondire l’uso dell’RFID nell’asset management abbiamo fatto una
chiacchierata anche con Marco Motta,
ingegnere delle telecomunicazioni che
ricopre il ruolo di operations manager
di Censit.
Ciao Marco,
per comprendere come funziona Censit, il
vostro lavoro, ci spieghi che cosa avviene
quando vi chiama un cliente?
Solitamente il cliente ci chiama perché ha
un problema: detto in parole povere, non
sa se quello che c’è scritto nei libri cespiti
corrisponde a quello che realmente ha.
Marco Motta,
operations man
ager di Censit.
Quindi che cosa fate?
Il nostro intervento si compone di varie fasi. La prima la chiamo fase zero.
In che cosa consiste questa fase?
Partiamo con l’analisi dei libri cespiti, in pratica verifichiamo quello che risulta dal loro
sistema gestionale. Si tratta di una sorta di pre-analisi, dove capiamo quali famiglie di
beni ci sono in azienda e iniziamo a decidere che cosa etichetteremo e cosa no. Poi si
arriva alla fase 1, più operativa.
E questa seconda fase in che cosa consiste?
Si passa all’inventario fisico. Il nostro personale specializzato, formato per clienti di
ogni tipo (compresi quelli della GDO, del settore farmaceutico, del chimico) mette le
etichette ai beni da inventariare.
Quindi è in questa fase che entra in campo la tecnologia RFID?
Proprio così. Ai beni vengono applicate le etichette, parliamo di tag passivi. È in questo momento che si fa una “fotografia” del parco beni dell’azienda. A questo punto si ha il clou…
Vale a dire?
Si ha la riconciliazione fisico-contabile, bisogna far corrispondere quel che c’è nel libro
33
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
cespiti con la situazione reale, come dicevamo all’inizio. Gli scenari che si possono
presentare sono diversi.
Cominciamo dalla situazione ideale…
La situazione ideale, per il cliente, si ha ovviamente quando la contabilità è talmente
precisa che non occorre alcun intervento di riconciliazione.
Si presenta spesso?
Assolutamente no.
Quali gli altri scenari?
Contabilmente risultano beni che, nella realtà, non esistono.
E dove sono finiti?
Questi beni, detti non a caso “fantasma”, possono essere andati persi o, in alcuni casi,
sono stati rubati.
Capita anche la situazione opposta?
Di beni presenti fisicamente ma non inventario? Certo, si chiamano “avanzi di inventario”.
Una bella fortuna per il cliente che si trova beni in più…
Eh, mica tanto. La valutazione e la registrazione nel libro cespiti rappresentano un problema.
A questo punto il lavoro è finito?
In un certo senso sì. Ma, solitamente, c’è un’ulteriore fase.
Quale?
Quella detta del mantenimento. I beni sono ormai etichettati e sotto controllo, le aziende possono decidere di affidare a noi il controllo oppure, in rari casi, decidono di fare
da sé. Solitamente torniamo dal cliente una volta all’anno per controllo e reportistica
relativi agli inventari.
Ci può essere un terzo scenario: i clienti ci chiedono di creare un software ad hoc, che
si interfacci con il loro gestionale e che permetta, a patto di etichettare e registrare
correttamente acquisti e dismissioni, di far da sé.
34
LE FASI DELL'ASSET MANAGEMENT
Gli organismi di controllo interni/esterni
evidenziano delle problematiche di disallineamento
tra realtà inventariale e libro cespiti. Nasce quindi
l’esigenza di affidare l’incarico ad una azienda
specializzata quale Censit
FASE 0
ANALISI DEL LIBRO CESPITI
FASE 1
INVENTARIO FISICO
FASE 2
RINCONCILIAZIONE
FISICO-CONTABILE
FASE 3
MANTENIMENTO
RFID SOLUTIONS
Censit S.r.l. - Via Fratelli di Dio, 2/C
20063 Cernusco sul Naviglio (Milano) Italy
N° Verde: 800 15 48 48
Tel.: +39 02 92 73 191
Fax: +39 02 92 72 99 22
E-mail: [email protected]
Sito Web: www.censit.com
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
LA CURIOSITÀ: TRE CASI INCREDIBILI
I
n tutti questi anni Censit ha avuto decine, centinaia di clienti. È capitato, in
alcune occasioni, di vivere situazioni paradossali che raccontiamo grazie al
contributo di Marco Crimi, project manager di Censit, l’operativo più esperto,
che ne ha viste di tutti i colori. Ecco un paio di aneddoti.
Caso 1. Inventario in una cementeria (dove, tra le altre cose, c’è da inventariare una… locomotiva). Occorre registrare un carroponte molto grosso. Per
poter arrivare alla cabina di comando, bisogna salirci sopra. Il problema è che
questo non può fermarsi, quindi il referente aziendale dice: “Quando passa da
qui, dovete saltarci sopra!” Il bello è che ci si trova a 50 metri di altezza. Lo
stesso Crimi fa il salto!
Caso 2. Inventario in una farmaceutica. Anche gli edifici rientrano tra i cespiti
e il cliente, avendo rifatto il pavimento di uno stabile, chiede di etichettarlo.
Richiesta inconsueta, nonché insensata (trattasi di bene inamovibile, che va
registrato in maniera differente). Ma insiste: ora ha la sua bella etichetta sul
pavimento.
36
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
APPENDICE: IL GLOSSARIO
Antenna: Elemento atto a trasmettere e/o
ricevere onde elettromagnetiche.
LF: Low Frequency. Banda di frequenza che
si estende da 30 kHz a 300 kHz.
Asset: Bene di proprietà dell’azienda
utilizzabile in un orizzonte temporale medio-lungo (per esempio macchinari, mobili,
insegne e così via).
Reader: Dispositivo in grado di leggere e
scrivere informazioni su tag RFID. I reader
sono il tramite tra i tag e il sistema gestionale dal quale ricevono istruzioni di lettura
e trasmettono i dati letti.
Barcode: Codice a barre.
RFID: Radio Frequency IDentification.
Identificazione mediante l’impiego di sistemi in radiofrequenza.
Disallineamento: Differenze tra il dato
virtuale presente a sistema informativo e il
reale valore dello stock a magazzino.
Scrittura: Processo con il quale un reader
scrive le informazioni desiderate all’interno della memoria del tag.
EPC: Il codice che, memorizzato sul tag,
consente di identificare univocamente
un gruppo di oggetti dello stesso tipo, un
“contenitore”, un pallet o addirittura il singolo oggetto, è detto EPC – Electronic Product Code. Segue uno schema di codifica
internazionale.
Tag: In inglese “etichetta”. Supporto che
contiene un microchip RFID e un’antenna
in grado di identificare (univocamente) un
oggetto.
Transponder: vedi Tag.
HF: High Frequency. Banda di frequenza
che si estende da 3 MHz a 30 MHz.
UHF: Ultra High Frequency, banda di frequenza che si estende da 300 MHz a 3 GHz
Identificazione: Processo con il quale un
reader RFID segrega e isola un tag dagli
altri in una popolazione.
Wireless: Senza fili.
Lettura: Processo con il quale un reader legge i dati contenuti nella memoria del TAG.
37
RFID
Che cos’è e a che cosa serve?
BIBLIOGRAFIA/VIDEOGRAFIA
Battezzati & Hygounet, RFID. Identificazione automatica a radiofrequenza, Hoepli 2006
CNIPA, I Quaderni. Linee guida per l’impiego dei sistemi RFID nella Pubblica Amministrazione
Osservatorio RFID, RFID alla prova dei fatti. I risultati 2006 dell’Osservatorio RFID
Osservatorio RFID, RFID alla ricerca del valore. Rapporto 2007 dell’Osservatorio RFID
Autori Vari, Sicurezza e privacy nei sistemi RFID, Fondazione Ugo Bordoni (www.rfid.fub.it/edizione_2/
Parte_VIII.pdf)
De Dominicis Chiara, Progetto RFID: sviluppo e implementazione di un sistema di identificazione a radiofrequenza, tesi di laurea anno accademico 2004/2005
Hanebeck Chris e Lunani Mahesh, RFID-enabled returnable container management: Solution to a chronic and wasteful automotive industry problem, IBM (http://www-05.ibm.com/de/automotive/downloads/
rfid-container-management.pdf)
MAINtag RFID, What is RFID?, https://youtu.be/gEQJxNDSKAE
Patierno Corrado, Viaggio nel mondo dell’RFID, Duke Italia 2006
Rizzi Antonio & altri, Logistica e tecnologia RFID, Springer 2011
Sirico Louis, What is RFID & How RFID Works: Narrated by Louis Sirico, https://youtu.be/MAA9JpGraoU
RFID SOLUTIONS
Censit S.r.l.
Via Fratelli di Dio, 2/C
20063 - Cernusco sul Naviglio (MI)
N° Verde: 800 15 48 48
Tel.: +39 02 92 73 191
Fax: +39 02 92 72 99 22
E-mail: [email protected]
Sito: www.censit.com
38