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Nel Lazio prenoti Ogg i e ti visitano nel 2017
. Y,; i 'ri Ecco la classifica delle attese
Vince Bracciano: 365 giorni per un'ecografia
Sprechi Tra le peggiori Regioni d'Italia per la spesa farmaceutica
E la Corte dei conti boccia la «cura ricostituente» per i bilanci Asl
Antonio Sbraga
Il calendario iniziato ieri
già non basta più al Centro
Unico di Prenotazione laziale
per riuscire afissare gli appuntamenti di esami specialistici
e visite ambulatoriali in regime di prenotazione ordinaria.
Ossia quelli che non hanno carattere di urgenza, nia che ormai arrivano fino a un anno
d'attesa, fino a decuplicare i
tempi previsti dalla legge (30
giorni per le visite ambulatoriali, 60 giorni perle prestazioni diagnostiche per immagine). Questo mese, infatti, le rilevazioni dello stesso Cup regionale segnalano ben 133 appuntamenti oltre i 100 giorni,
70 oltre i 200 e 32 oltre i 300.
Con una "top ten" delle file
che va dall'anno di attesa per
un'ecografia
dell'addome
all'ospedale di Bracciano fino
ai quasi 8 mesi per poter effettuare un'ecografia del capo al
Nuovo Regina Margherita. O
gli 11 mesi per una risonanza
magnetica al Pertini, i 10 per
ottenere una visita ortopedica
al Policlinico Di Liegro e i 9 per
riuscire a farsi "vedere" da un
oculista al Grassi, o per sottoporsi aunamammografia bilaterale al Sant'Anna. Ma, per alcuni esami, invece, come «la
colonscopia, le disponibilità
sono pari allo zero al San Giovanni Addolorata, all'Asl Roma H e all'Asl di Viterbo - denunciail presidente diAssoTutela Lazio, Micael Emi Marita-
Filippo Neri e l'Asl di Latina e
l'Asl di Frosinone. Cartellino
rosso allaAslRmH, Spallanzani dove non è possibile prenota-re». Così come per «l'Ecocolordoppler Cardiaco ariposo o
dopo sforzo - Su Roma e Lazio
i dati variano dai 119 giorni
dell'Asl Rm F e Asl Rm H (Anzio), ai 189 dell'Asl Rin B, 225
del PTV a un
anno
circa
del San Camillo Forlanini. Nessuna
disponibilità
1c-1 ® - ®C`'
Per lo Stato si può aspettare
un massimo di trenta giorni
to -e laddove è possibile prenotarla, si attende 143 giorni pressoAslFrosinone, 165giorni circa presso l'Asl Rm F e l'Asl Rm
G, 160 giorni circapresso il San
Filippo Neri, mentre occorre
attendere oltre 309 giorni al
Sant'Andrea e all'Asl Rm A
(Nuovo Regina Margherita) e
Asl Rm D (Grassi di Ostia); ben
219 al San Camillo Forlanini».
Anche per l'ecografia all'addome completo «le strutture
ospedaliere partono da un minimo di 150 giorni a un massimo di 330 giorni presso il San
perilSanGiovanmAddolorata. I dati
cambiano completamente e si
azzerano quasi se il tutto lo riversiamo in intrarioenia: è vergognoso - conclude Maritato La Regione Lazio sembra voler
puntare sul privato per risolvere l'annoso problema dei tempi di attesa invece di convenzionare più strutture con il servizio Recup. Se tutto ciò venisse confermato la Procura è dietro l'angolo». Non a caso su
scala nazionale il Lazio svetta
nelpodio delle peggiori «inobilità passive»: è al terzo posto
(dietro Campania e Calabria),
con 201 milioni e 575 mila euro, peri rimborsi dovuti alle altre regioni a causa delle prestazioni sanitarie erogate ai residenti laziali. Un "pendolarismo sanitario " che è quasi quadruplicato negli ultimi 4 anni:
nel 2011 , infatti, il Lazio harestituito alle altre regioni 55 milioni e 149 mila euro ed era al
sesto posto, dopo Sicilia, Puglia edAbruzzo. Scalzate, invece, negli ultimi 2 anni con i
sempre più numerosi "viaggi
della speranza " fuori dalla Regione. O versoi privati, perché
Al 79,1% delle famiglie laziali
che hanno avuto bisogno di cure negli ultimi 2 anni- quan tifica l'ultimo Rapporto Unipol-Censis - a causa delle lunghe liste d' attesa, si è rivolto
alla sanità privata».
Eppure oltre un quarto del
deficit nazionale (il 26,7%) pesa sul Lazio . Con un conseguente costo sui contribuenti,
che sono arrivati a pagare fino
all'88% inpiù di addizionale Irpef rispetto alle altre Regioni,
come quantificato dall'1 l°
Rapporto Sanità curato dal
Crea dell'Università di Tor Vergata.
IER Il "corpaccione" della sanità laziale manda giù sempre
più farmaci, sfondando i tetti
di spesa imposti dal Ministero
(con il 6° peggior dato nazionale del 2015), ma non riesce a
tornare in salute.
Da gennaio a luglio dello
scorso anno, infatti, la Regione ha sborsato un miliardo e
200 milioni perla spesa farmaceutica, facendo registrare
uno scostamento assoluto di
244 milioni di euro, pari a un
incremento del 18,6%, ben oltre il tetto del 14,85%, sfondato in minor misura solo rispetto a Sardegna, Puglia, Campania, Calabria e Abruzzo. Il monitoraggio della spesa farmaceutica regionale effettuato
dall'Aifa (agenzia italiana del
farmaco), vede il Lazio sul mesto podio delle peggiori d'Italia: terzo posto per l'incremento della spesafarmaceuticaterritoriale del 13,7% (il tetto previsto era dell' 11,35%) , con uno
scostamento assoluto di 145
milioni e 494 mila giuro. Oltre i
limiti ministeriali (3,5%) anche l'aumento della spesa farmaceutica ospedaliera: + 4,9%
(con uno scostamento assoluto di 98 milioni e 592 mila eu-
ro).
ACCORPAMENTO DELLE ASL
Da ieri sono nate le nuove
Asl Roma 1 (Municipi I, II, 111,
XIII, XIV e XV con la fusione
delle vecchie Rm A ed Rm E),
l'Asl Roma 2 (Municipi
IV,V,VI,VII,IX delle ex Rm B e
RmC) elaAslRoma3 (Munici-
11 _ _u _ ] I_ -- '®
In vigore da ieri , le aziende
tivo), di una
quota del finanziamento indistinto
pari a900 milioni». Una
cura ricostituente bocciata dai giudici contabiliperché «tale modus operandi dell'Amministrazione regionale rappresenta
una violazione» della norma.
E «operauna deresponsabilizzazione della capacità gestionale del management
aziendale, denota uno scarso
livello di rilevazione e di intervento della amministrazione
regionale in corso di gestione
sui fenomeni che contribuiscono alla de terminazione delle perdite». Perché, anche se il
disavanzo regionale si è più
che dimezzato, passando dai
sanitarie sono diventate tre
piX, XI, XII e Fiumicino dell'ex
Rm D). Una fusione che rischia di far "fondere" i conti
delle aziende sanitarie, nelle
quali finirà di «scoppiare il disavanzo per 300 milioni di euro», quantificail sindacato medico Anaao-Assomed. Già i bilanci 2014 delle 12 Asl avevano
fatto registrare «una macroscopica variazione tra preconsuntivo e consuntivo dello
stesso esercizio», harilevato la
Corte dei conti. Nel preconsuntivo i bilanci delle 12 Asl
sommavano una perdita complessiva di 709 milioni di euro.
Patologia
neonatale
Er
Ma poi la Regione ha effettuato «unlivellamento delleperdite accumulate nel corso
dell'anno dalle singole aziende prima del consuntivo». Così il risultato di «pareggio o quasi pareggio viene raggiunto attraverso la ripartizione, solo
successivamente alla chiusura del IV trimestre (preconsun-
Mí
Un anno dopo il Decreto 412, che nel dicembre 2014 recepì
«la necessità di realizzare presso l'ospedale Pertini 6 posti letto
diPatologiaNeonatale», ancoramancal' autorizzazione regionale, con i conseguenti fondi per ristrutturazioni ed assunzioni. E
nella sua ultima deliberazione prima della fusione nella nuova
Asl Roma 1, l'Asl Rm B è tornata a chiedere allaRegione «la istituzione del reparto di Patologia Neonatale, che può consentire la
riduzione del numero dei trasferimenti di neonati presso altre
strutture, ovviando così anche ai disagi che tale soluzione comporta, a discapito di unainiziale relazione tra la madre e il neonato». Nel 2014 «sono stati espletati 1222 parti e risulta siano stati
trasferiti presso altre strutture dotate di posti letto di neonatoloA. S.
gia 66 neonati».
669 milioni di euro del 2013 ai
313 del2014, la cura «nonrisulta conseguente a un intervento strutturale migliorativo derivante dalla capacità di gestione dell'attività demandata ai
vertici regionali, bensì a fattori
esogeni e straordinari, aventi
carattere non ripetitivo e, in
quanto tali, in grado di incidere una tantum sul risultato di
esercizio». Questa la diagnosi
della Corte dei conti, la quale
sottolinea anzi le «rilevanti deficienze strutturali di funzionamento del sistema, che si trascinano irrisolte da anni (come ad esempio la problematica irrisolta dei rapporti con gli
erogatori privati), nonostante
un impiego eccezionale di risorse umane e finanziarie».
Per i giudici contabili il miglioramento del risultato è solo «da ascriversi al rilascio del
fondo di 68 milioni di euro, accantonato atitolo prudenziale
per il contenzioso con il Policlinico Gemelli (insussistenze attive) e al considerevole aumento dei contributi a favore della
Gestione Sanitaria Accentrata, passati dai 145 milioni di euro del 2013 ai 381 del 2014».
Ant. Sbr.
Ematologia
a rischio
sfratto
L'Istituto Mediterraneo di Ematologia rischia lo sfratto dal
Policlinico di Tor Vergata, che reclama una morosità di 6 milioni
di euro peri 10 anni di affitto dei locali. Tor Vergata ha chiesto
all'istituto, struttura d'eccellenza perla cura della talassemia, di
liberare i locali (22 posti letto, un laboratorio, ambulatori e percorsi di day hospital) per far posto alla psichiatria per adulti e
neuropsichiatria infantile, servizi dislocati presso una struttura
privata. La convenzione, scaduta sin dal luglio del 2014, mette in
dubbio il «futuro dei 70 operatori dell'Ime», scrive in un'interrogazione il consigliere regionale Adriano Palozzi (FI), che ricorda
quan Lo assicurò nel settembre scorso il presidente NicolaZingaretti: «è intenzione della Regione salvaguardare l'attività
A. S.
dell'Ime».
Mezzi vecchi
e i nuovi
non arrivano
Il Lazio ha tagliato 3600 posti letto negli ultimi 5 anni e 3700
operatori sanitari, ma ora mancano un migliaio di medici e 3706
infermieri negli organici. Carenze anche nella flotta del 118: le
220 ambulanze con le quali copre le postazioni d'emergenza di
tutto il Lazio hanno «una media di 350mila chilometri per ogni
mezzo», quantificala Uil. Che ha denunciato anche il ritardo del
rinnovo di un parco-macchine così vetusto: le annunciate 86
ambulanze per il Giubileo, infatti, «arriveranno almeno con 3
mesi di ritardo, se tutto va bene», perché la gara per l'acquisto è
stata deliberata solo lo scorso 11 novembre. Ma «Zingaretti ha
deciso di rimodulare la composizione dell'equipaggio delle ambulanze da 3 elementi a 2», denuncia il consigliere regionale
Fabrizio San tori.
A. S.
A,,.paìti
scaduti
e disagi
mano
"ELM
Ieri sono scaduti gli appalti per la gestione del servizio Cup
delle Asl di Latina, della Rm E e del complesso ospedaliero Ifo,
ma i sindacati ancora attendono «indicazione sulle modalità di
prosecuzione dei servizi. Così si rischia di creare notevoli disagi
peri cittadini che ricadono nelle Asl indicate», denunciano Cgil,
Cisl e Uil. «In assenza di una direttiva da parte della Regione ogni
Asl sta procedendo autonomamente, adottando provvedimenti
diversi fra loro. Una situazione che potrebbe comportare un
taglio delle ore per tutti questi lavoratori dal 20 al 30 per cento
circa; un vero dramma sociale dal momento che uno stipendio
medio mensile full-time è di 900 euro», ricordano i sindacati «a
tutela dei circa 2000 lavoratori e delle loro retribuzioni impiegati
nella Cooperativa Capodarco».
A. S.
Radiologia
Pazienti
diroitati n
Scarseggia il personale alla Radiologiainterventistica del Policlinico Umberto I, che fino a domani sarà costretto a dirottare i
pazienti al San Camillo-Forlanini. A denunciarlo, sin dal 19 dicembre scorso, è stata la segreteria provinciale di Fials Roma,
mettendo in guardia sulla «grave situazione che potrebbe comportare addirittura la chiusura della radiologia interventistica».
Un servizio che «garantisce H 24 per urgenze del trattamento dei
traumi dei grandi vasi; posizionamento endoprotesi, ischemie
acute d'arto, sanguinamenti gastrointestinali e parenchimali,
politrauma, emboliapolmonare. Questiinterventipermolti malati sono decisamente salvavita. Ci sono situazione che però non
consentono il trasporto del paziente mentre necessitano untrattamento immediato».
A. S.
I
,
Una su due
a ncora
«a terra»
La metà dell'elisoccorso che doveva essere attivato entro la
fine del2015 ancoranon «decolla». Secondo gli «interventi specifici 2014-2015», prescritti dal Decreto 412 del dicembre 2014,
infatti, «Entro il 31 dicembre 2015» era prevista la «attivazione
delle nuove elisuperfici diAmatrice, Acquapendente, Ostia, Terracina, Subiaco, Monterotondo e Frosinone». Mai lavori ancora
non partono in 4 ospedali: Ostia, Monterotondo, Subiaco (dove
era atteso anche il nuovo reparto di Lungodegenza, annunciato
«entro Natale» dal presidente Zingaretti nell'ottobre scorso) e
Terracina. Dal 20 dicembre scorso, invece, è operativa anche di
notte l'elisuperficie al servizio dell'Ospedale Belcolle di Viterbo
e l'utilizzazione di quella all'interno dell'Aeroporto Militare «G.
Moscardini» di Frosinone.
A. S.
Colonsc op ia
e a ltri esa mi
impossibili
Medicina
nucleare
«sospesa»
Il San Giovanni Addolorata in pole position fra gli ospedali
romani con le liste d'attesa più lunghe. Fare una colonoscopia
qui? Nessuna disponibilità. Come risulta impossibile effettuare
altre analisi specialistiche diffuse, ecocolordoppler cardiaco a
riposo o dopo sforzo in testa. I dati emergono dalle verifiche dei
tempi di attesa su diverse prestazioni del Ssn negli ospedali di
Roma e del Lazio messe nero su bianco dall'ultima indagine
targataAssoTutela. I numeri cambiano completamente, abbassandosi di livello, se gli stessi esami vengono richiesti inintramoenia. Non è tutto. Diversi pazienti lamentano da un po' quella
che è diventata una specie di «peculiarità» del Triage: «Codici
gialli che si trasformano in verdi meritandosi attese di ore ed ore
senza motivo».
Valentina Conti
L'azienda sanitaria è il San Camillo-Forlanini. L'ospedale Forlanini è stato dismesso ufficialmente, come noto, l'estate scorsa,
ma al suo interno, tra degrado ancora dilagante, depredazioni di
rame, abusivi sino e quant'altro, funziona regolarmente ilreparto di Medicina Nucleare. «Non si può spostare certo in poco
tempo, latempistica sul futuro non sarà breve perché la Medicina Nucleare al San Camillo deve formarsi e il progetto realizzato
non è finanziato. C'è un'ipotesi di accordo con l'Ifo», aveva annunciato a Il Tempo il dg dell'azienda Antonio D'Urso. L'accordo con l'Ifo è saltato, si è trovata un'altra strada: alcuni locali al
San Camillo. Sono stati presentati progetto e relazione in Regione. Masi s la ancora aspettando ilvia per farei lavori di ristrutturazione.
Val. Con.
Le regole
assurde
del Cup
Operatori
sanitarl
insufficient!
In cura al San Filippo Neri, al settimo mese di gravidanza, va a
fare la visita diabetologica al Cup. Trova oltre 100 persone in
attesa e nessun posto a sedere. Si sente male, così il marito, con
l'impegnativa in pugno, chiede al personale se sua moglie, viste
le sue condizioni, potesse avere laprecedenza. Larisposta non si
fa attendere: un secco no. «Solo per donne in gravidanza a rischio o oltre la 32esima settimana ci ha detto un dipendente.
Anche l'Urp ha risposto che non poteva fare nulla», raccontano.
L l'esperienza accaduta ad una coppia qualche settimana fa.
Stessa scena capitata ad un'altra signora in gravidanza al 7 mese
con sintomi influenzali, e pure ad altri pazienti nell'ulti mo periodo. Tutti a dire: «Al Cup del San Filippo forse è proprio un altro
mondo».
V. C.
«Giornali e tv sono pieni di errori sanitari, ma le denunce
accorate di carenze di organico passano sempre in secondo piano». Inizia così lalettera aperta inviata alla stampa dagli operatori sanitari del Grassi di Ostia per ricordare all'anno nuovo «lo
sfruttamento - con sotto organico, demansionamento, orari simili a quelli dei laboratori cinesi abusivi - degli infermieri di
reparto che spesso lavorano 17 ore consecutive, il cui contratto è
bloccato da 6 anni». «Vogliamo far conoscere ai cittadini, attraverso media, i nuovi eroi vicino a loro, quelli che spesso sono
visti in chiave negativa solo perché è il sistema a funzionare
male. Con l'entrata in vigore della legge europea sull'orario di
lavoro servono ancora con più forza assunzioni che però tardano ad arrivare».
V. C.
LA TOP TEN
« ake up»
soltanto
di facciata
In occasione del Giubileo, con i risparmi dei lavori del S.
Eugenio finanziati dalla Regione è stato ristrutturato il punto di
primo intervento del Cto, trasformato in un'area supermoderna
pronta per il prossimo taglio del nastro. Ma è un «make up» di
facciata. Il personale continua a pagare lo scotto della sinergia
con l'Inail mai decollata. Sono stati assegnati incarichi professionali vacui, importanti reparti sacrificati nella razionalità apparente del Piano aziendale: Cardiologia e Medicina, Ortopedia l e
11, Chirurgia Generale e d'Urgenza, Urologia, Neurochirurgia.
Costringendo le professionalità mediche rimaste a guardarsi
malvolentieri intorno. Il neo commissario hanelle mani un'occasione: far rifiorire lo storico nosocomio ortopedico. O farsi ricordare perdendola.
V. C.
I
Chiru rgia
sotto
pressione
Una specie di marasma finito per comprendere posti letto
provenienti davarireparti, per pagare lo scotto di problemi interni e con in mezzo pure questioni irrisolte il più delle volte per
mancanza di risorse. E la Chirurgia il reparto più sotto pressione
dell'ospedale Santo Spirito in Sazia. Trainfermieri a cui è venuta
in soccorso una cooperativa per gestire turni fuori portata
dell'umano, il pronto soccorso nuovo di zecca e il «Grande Fratello» denunciato dal nostro giornale, è questo - a detta dei pazienti
- Al reparto più sofferente e problematico del nosocomio spesso
per carenze di strumentazioni e ausili alla loro portata, pulizia
degli ambienti che lascia a desiderare, tempistica di attesa degli
interventi, scarsità di farmaci richiesti all'occorrenza».
V. C.
Bracciano
oaraña Addome coripleto
- -------------------------
CivBtavecchBa
------------------
st percutane ì
------------------------------------
Alhano
U'grahâ i?ddorr?•° superiore
Pertini
Policlinico di Liegro
Policlinico Casilino
Grassi
ta OC..ilisti a
S.Anna
'Aarnrr ograña pi',aterai•
San Filippo Neri
Ecografia ad crri•° lï,f•°-;01,
Regina Margherita
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