Effetti ed indicazioni

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Campi magnetici
in terapia fisica
I Campi Magnetici Pulsanti propriamente detti (cioè i CMP dotati di
opportune ed efficaci caratteristiche in termini di dose, frequenza,
modalità di emissione, modalità applicative), vengono impiegati in
Terapia Fisica a scopo terapeutico solo da alcune decine di anni.
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Se per i motivi più diversi gli equilibri magnetici
presenti nel corpo umano vengono alterati, ne è compromesso il
benessere complessivo dell’organismo: a questo punto bisogna
intervenire con dei campi magnetici prodotti artificialmente, che
riequilibrino il meccanismo leso.
La magnetoterapia è appunto una forma di fisioterapia che sfrutta i
Campi Magnetici
Pulsanti generati da deboli correnti elettriche presenti nel nostro
corpo.
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Non è una metodica miracolosa, ma è semplicemente una modalità
fisica (o, meglio, biofisica) usata efficacemente in medicina per
accelerare alcuni processi di guarigione.
Per mezzo dei CMP è possibile influenzare sia localmente che in
modo generale le attività cellulari.
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b) Campi Magnetici Pulsanti
Si distinguono essenzialmente in campi elettromagnetici ad alta e
bassa frequenza.
Poiché lo spettro è vasto, gli studi sinora eseguiti si sono rivolti a
frequenze basse (1-1000 Hz) ed a frequenze alte (oltre il MHz).
b1) campi pulsanti a bassa frequenza
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Poiché in natura non esiste nulla che possa generare un campo
magnetico ad una certa e ben definita frequenza, si utilizza un
solenoide costituito da un filo conduttore (generalmente rame)
avvolto a bobina, dimensionato in modo da potervi introdurre il
paziente o un arto da trattare.
Variando la corrente, si possono quindi realizzare svariate forme di
onda e conseguentemente diversi tipi di campi magnetici. Occorre
però ricordare che in pratica le forme d’onda che si otterranno non
saranno mai identiche a quelle teoriche, in quanto il solenoide che le
deve produrre risponde con un fenomeno di induzione che altera in
qualche modo la forma di onda che il generatore gli fornisce.
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Ma in realtà la forma d’onda del campo magnetico pulsante non pare
rivestire un’importanza discriminante nell’efficacia del trattamento
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Sono invece altri i parametri importanti, da cui discende la stessa
efficacia dei trattamenti, ed in particolare:
Intensità’ - L’intensità del campo magnetico è espressa in Gauss,
Tesla o Oersted e deve essere misurata all’interno del solenoide
Frequenza - L’ambito della bassa frequenza si estende da 1 a 200 Hz
ma le frequenze maggiormente utilizzate sinora sono quelle
comprese tra 1 e 100 Hz.
Dose magnetica - Come per tutte le energie a disposizione per scopi
terapeutici (radar, ultrasuoni, raggi X) esiste la dose di energia utile
allo scopo che ci si prefigge.
La dose magnetica è data dal prodotto del tempo di trattamento per
l’intensità del campo.
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I Campi Magnetici Pulsanti sono in grado di influenzare i vari processi
che regolano le funzioni vitali della membrana cellulare che
controllano ciò che viene introdotto nella cellula e che producono
sostanze adatte a combattere tutto ciò che non sia compatibile
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Più precisamente, nelle cellule nervose sane, si misura tra il nucleo
interno e la membrana esterna una differenza di potenziale di 90
millivolt, nelle altre cellule questa tensione si aggira intorno ai 70
millivolt.
Quando queste minuscole batterie presenti nel nostro corpo si
scaricano, l’organismo ne avverte le conseguenze sotto forma di
dolori alla schiena, alle ossa, alle articolazioni, processi infiammatori,
ferite che non rimarginano.
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Quando queste cellule si ammalano, per una infezione o un trauma, o
qualsiasi altra causa, perdono la loro riserva di energia, cioè si
scaricano; quindi una cellula che da sana dovrebbe avere una
tensione di 70 millivolt, ammalata ne misura soltanto 50-55.
Se questa tensione scende sotto ai 30 millivolt si ha la necrosi, cioè
la morte della cellula.
La caratteristica della magnetoterapia consiste nel ristabilimento di
un equilibrio tra forze meccaniche, elettriche e magnetiche in seno ai
tessuti.
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Alcuni dei vantaggi dei campi magnetici sono:
■ influenza diretta sul metabolismo osseo, con accelerazione della
formazione del callo osseo;
■ azione favorevole, complessa ed estesa a tutti i tessuti, mediata da
una migliore utilizzazione dell’ossigeno, da un miglioramento degli
equilibri della membrana, da una complessa azione sugli ioni, la
circolazione ematica, gli enzimi, gli ormoni, ecc.;
■ mancanza di riscaldamento dei tessuti, ciò che è importantissimo,
da un lato in caso di impianti metallici, dall’altro per evitare danni
termici a livello osseo, articolare e delle parti molli;
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miglioramento delle lesioni delle parti molli, spiegate dall’effetto
piezoelettrico (meccanico);
■ assenza o scarsità di azioni secondarie;
■ possibilità di una regolazione molto precisa dei parametri di
emissione del campo magnetico.
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Le citate prerogative, vengono sfruttate in campi diversificati al fine
di indurre:
■ azione anti-infiammatoria ed antiedemigena;
■ stimolo alla riparazione tessutale;
■ azione antalgica;
■ miglioramento della circolazione locale;
■ azione neuro-ormonoregolatrice;
■ azione immunomodulatrice
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APPLICAZIONE DEI CAMPI MAGNETICI
Il meccanismo di azione dei campi magnetici sul tessuto osseo si
basa su di una serie di elementi, il più importante dei quali è
sicuramente quello piezoelettrico.
Le ossa hanno la proprietà di produrre vibrazioni
elastiche per rafforzare o sostituire funzioni naturali perturbate o
assenti.
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In particolare per il processo riparativo e di guarigione delle
discontinuità ossee (fratture, osteotomie, pseudoartrosi, scollamento
di endoprotesi) sono importanti i seguenti effetti:
■ induzione di un effetto piezoelettrico nelle strutture connettivali
(collagene) della discontinuità ossea;
■ orientamento strutturale del collagene e dell’osso neoformato con
miglioramento qualitativo del callo;
■ miglioramento delle condizioni circolatorie locali e della pressione
di ossigeno;
■ miglioramento del processo riparativo a livello dei tessuti molli
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