Nuove povertà, 60 alloggi per i padri separati

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Commissione Illustrata la relazione: 43.000 indigenti. Civico: la giunta si impegni. Rossi libera case prima destinate a immigrati
Nuove povertà, 60 alloggi per i padri separati
TRENTO — Sessanta alloggi per
«casi di povertà ed emergenza abitativa vera e propria, per chi ha bisogno
di un alloggio temporaneo e non ha i
requisiti di accesso alle case Itea: il servizio è già operativo, ci sono già padri
separati tra gli ospiti, per un massimo
di diciotto mesi». Ugo Rossi, assessore alle politiche sociali, ha annunciato
ieri in quarta commissione alcune misure di contrasto alle nuove povertà.
La commissione, presieduta da Mattia Civico, ha esaminato la bozza di relazione sulla povertà e l'esclusione sociale in Trentino. Nel testo, anticipato
dal Corriere del Trentino il 20 gennaio
e illustrato ieri dal professor Alceste
Santuari, che ha curato laricerca,si
tracciano i contini della povertà monetaria in Trentino (17.000 famiglie, pari
all'8% della popolazione, cioè 43.000
persone), ma anche quelli sempre più
ampi della povertà relazionale, legata
a disoccupazione, precariato, perdita
di lavoro dopo i 40 anni, divorzi e separazioni «Il dato dell'8% è inferiore
al 12,6% della media nazionale, ma
non è da sottovalutare — dice Civico
— e nelle prossime sedute intendiamo tradurre questo lavoro in una mozione per impegnare la giunta in provvedimenti che diano risposte a questi
problemi». Per l'opposizione, Pino
Morandini (M) ha sollevato due criticità, la tutela delle «persone private
della libertà personale» e le interruzioni di gravidanza («Non basta che il documento si soffermi su divorzi, separazioni e fragilità della famiglia»). Walter Viola, capogruppo del PdL ha caldeggiato «l'individuazione di strumenti che l'organo legislativo della
Provincia può mettere in campo per
garantire a tutti la possibilità di procurarsi un biglietto di ritorno dalla povertà». «Come è possibile migliorare
il welfare trentino per fronteggiare
adeguatamente i nuovi bisogni? Occorre una mozione consiliare per aggiornare il sistema di welfare», ha detto Mario Magnani (gruppo misto).
Rossi ha annunciato «due filoni di
azione» della giunta: «il lavoro giovanile per incentivarne la stabilizzazione anche attraverso strumenti di accesso al credito, e gli ammortizzatori
sociali, nuova competenze provinciale, per introdurre valide reti di protezione anche con redditi di garanzia
meglio orientati alle condizioni di effettivo bisogno».
Poi c'è il problema casa e Rossi ha
annunciato una novità: «L'associazione trentina accoglienza stranieri
(Atas) aveva in gestione una sessanti-
na di alloggi Itea per emergenze abitative degli immigrati; per chi, cioè,
non aveva ancora maturato i tre anni
di residenza per il diritto all'abitazione. C'erano famiglie dentro da dieci
anni, per cui non era rispettato il criterio della temporaneità. Inoltre, dovendo queste famiglie pagare un affitto
quasi a canone di mercato, altre abitazioni erano sfitte. Gli appartamenti sono stati liberati e destinati alThousing
sociale, destinati a chi, senza avere i requisiti Itea, è senza casa indipendentemente dalla nazionalità: ci sono padri
di famiglia separati che devono pagare alimenti e mutui, e non sanno dove
andare a dormire. Ih uno stesso appartamento possono essercene diversi
Inoltre stiamo studiando un aumento
dei posti letto per i dormitori».
Sempre in quarta commissione è
stata esaminata ieri la petizione popolare (con la quale è schierata l'opposizione) per la riapertura del punto nascite di Borgo Valsugana, chiuso nel
2006. «Non ci sono i presupposti —
ha detto Rossi — per una questione
di sicurezzalegata all'insufficiente numero di parti». Rossi ha anche annunciato l'ipotesi di un nuovo primariato
di ortopedia a Borgo.
A. Pap.