JANNACCI E GUARESCHI/ La grandezza delle periferie

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POLIT ICA
JANNACCI E GUARESCHI/ La grandezza delle
periferie
Giorgio Vittadini
sabato 2 3 agosto 2 01 4
E se proprio quella nostra norm alità così fastidiosa, di esseri um ani punto e basta, senza altri aggettiv i,
contenesse la chiav e per attrav ersare tutti i m ari in tem pesta?
La nostra um anità, fatta di bisogni e desideri, è qualcosa che abbiam o m a che non possediam o, e per
questo cerchiam o di censurare, alm eno nei suoi punti più scom odi, aiutati dalla m entalità dom inante.
Eppure, è proprio di fronte a tipi m agari strani, “m arginali” m a autentici, che ci si sente v isti e
guardati. Com e accade con i personaggi raccontati da Enzo Jannacci, il geniale e poetico m edicocantante m ilanese, e da Giov annino Guareschi, l’autore di don Cam illo e Peppone, lo scrittore italiano
più tradotto nel m ondo. Storie div erse, com e quella del barbone con le scarpe da tennis, che parla da solo
per strada, m a non gli serv e essere “norm ale” per sentirsi qualcuno quando incontra l’am ore; o com e
Vincenzina, dav anti alla fabbrica, alla fatica del lav oro e del quotidiano che stronca: sente “odor di
pulito” e per questo non sarà m ai un num ero, un ingranaggio… E i personaggi guareschiani, com e don
Cam illo e Peppone, irriducibili nel confrontarsi con la loro coscienza e per questo uniti; Giobà, che non si
piega agli interessi econom ici perché quello che sa è per la sua soddisfazione, non per il successo o i soldi;
e il pittore della Celestina del fagiano, che rappresenta il v olto della Madonna con quello di una ragazza
bellissim a m a da tutti considerata “senzadio”.
Questi personaggi in apparenza m arginali, m a infinitam ente reali, a differenza della gran parte di noi,
non cercano il riconoscim ento sociale, difficilm ente cedono all'interesse, al com odo, alla m assa; tutti
obbediscono a qualcosa che v iene dettato loro direttam ente dal di dentro. Il loro cuore è com e una
periferia che rim ette al centro il sé di tutti, l’“io” m esso a nudo. Quello che rim ane quando tutto sem bra
crollare. E non sov rappongono alla realtà le solite bolse analisi, m a “guardano”, com e fanno gli zingari
dell’om onim a canzone di Jannacci di fronte all’im ponenza del m are. Libertà e ironia sono parte della
grande eredità dei due autori. Ironia, com e quella contenuta in “Ho v isto un re” di Dario Fo e Jannacci,
che sm aschera e deride il sopruso di ogni potere; e libertà profonda, com e quella del contadino de “Il
Canalaccio” di Guareschi che, v ittim a di grav i ingiustizie, dice del suo aguzzino: “Ho pietà della sua
carne m aledetta”.
Incontrare questi personaggi è lo scopo di “Mondo Piccolo Roba Minim a. Le periferie esistenziali di
Giov annino Guareschi e Enzo Jannacci”, percorso espositiv o con v ideo, foto, disegni, fum etti realizzato
da un gruppo v ario di appassionati, che sarà ospitato al prossim o Meeting per l’am icizia fra i popoli, a
Rim ini dal 2 4 al 3 0 agosto (per l’occasione saranno pubblicati due inediti: il dialogo tra Enzo Jannacci e
i ragazzi del centro di aiuto allo studio Portofranco, e l’episodio “Il cam pione” della serie “Don Cam illo a
fum etti” dell’editrice Renoir Com ics).
Guareschi e Jannacci: div ersi m a profondam ente sim ili, ironici m a m ai cinici, sem pre com plici di ogni
piega dell’um ano. Non hanno alcuna ideologia da difendere, non fanno la predica, non parlano “sopra”
ai loro personaggi, m a leggono il m ondo attrav erso i loro sguardi liberi, non a caso entram bi em arginati
dai potenti di turno.
Guardare alle “periferie esistenziali” delle v icende raccontate da Guareschi e Jannacci significa scoprire
il centro dell’esistenza um ana, quello su cui tutto il potere del m ondo non può nulla. Roba m inim a e
Mondo piccolo… o no?
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