Transcript Facciamo storia - Prof.ssa Monica Guido
D E N T R O L A S T O R I A
UNITÀ 1 L’INIZIO DEL MEDIOEVO
Costantinopoli e il suo mondo
Fondata molti secoli prima dai Greci con il nome di Bisanzio, Costantinopoli (l’odierna
Istanbul
) era rimasta una città di secondo piano, finché nell’anno 330
l’imperatore Costantino
l’aveva rifondata come “
Nuova Ro ma
”. Perciò i Bizantini si sentiranno sempre eredi legittimi dell’impero romano e chiameranno se stessi con il nome di “Romani”.
Costantino però aveva contrapposto la nuova capitale alla vecchia: Roma era troppo pagana ai suoi occhi; so lo una nuova capitale poteva rappresentare degnamente l’impero divenuto cristiano. Perciò Bisanzio/Costan tinopoli crebbe come una città sacra, sede di sovrani ritenuti i continuatori, sulla Terra, dell’opera di Dio.
Soprattutto
l’imperatore Giustiniano
volle fare di Costantinopoli una
capitale maestosa e monumentale
. Co struì colonne, porticati, acquedotti e basiliche, decorandoli con splendidi mosaici: tutto doveva comunicare al mondo la potenza dell’imperatore e la sua gloria.
Fece anche realizzare le grandi terme di Zeuxippo, l’ippodromo, la reggia imperiale e quello che è divenuto il simbolo della città, la
Basilica di Santa Sofia
, dedicata alla Divina Sapienza, che in greco si dice appunto
sophía
.
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La Basilica di Santa Sofia.
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Aguirre, furore di Dio
Uno dei più terribili conquistadores del Sudamerica fu
Lope de Aguirre
(1510-1561). Giunse dalla Spagna in Perù a circa 25 anni e da allora si rese protagonista di ogni sorta di nefandezze. Tra queste, la ribellione alla corona spagnola, lo sfruttamento crudele degli
indios
, l’uccisione del giudice che per questo motivo lo aveva condannato a una pubblica fustigazione (il giudice venne inseguito a lungo prima di essere sgozzato da Aguir re a Cuzco). Nel 1560 Aguirre si unì alla spedizione armata di Pedro de Ursúa partito alla ricerca dell’Eldora do. Un anno dopo, assieme ad altri ribelli, spodestò e uccise Ursúa. Con i suoi uomini Aguirre attraversò l’Ori noco distruggendo diversi villaggi di indios e seminando il terrore. Venne anche riconosciuto principe del Perù, ma infine fu fermato dall’esercito regolare spagnolo, catturato e fucilato; il suo cadavere fu tagliato in diverse parti spedite in più città del Venezuela. La storia di Aguirre è stata rappresentata in alcuni film, tra cui
Aguir re, furore di Dio
del 1973 di Klaus Kinski e Aguirre, furore di Dio
, film del
El Dorado
(1988) di Carlos Saura.
1 1972 di Werner Herzog, interpretato da Klaus Kinski (al centro).
La leggenda dell’Eldorado
Leggendo i diari di viaggio e le relazioni di esploratori e
conquistadores
, si resta colpiti dall’eterna domanda da loro posta alle popolazioni americane: “Avete l’oro? Dove sono le miniere d’oro?” Lo stesso Colombo lo chiese ripetutamente agli abitanti delle isole Antille da lui esplorate.
D’altra parte nell’Europa del tempo non esisteva la carta moneta: tutti gli scambi o i pagamenti avvenivano con monete d’oro o d’argento; gli stessi spiccioli, soldi o quattrini, erano coniati con un po’ d’argento, da me scolarsi al rame. A fine Quattrocento la produzione delle miniere europee era in calo: bisognava accaparrar si altrove i preziosi metalli.
La miniera del Potosì
Gli indigeni americani indossavano molti monili in oro e ciò convinse gli Spagnoli di essere vicini a un’im mensa ricchezza. All’inizio cercarono l’oro alluvionale, che si trovava nel letto dei fiumi delle Antille. Quando si esaurì, iniziò la ricerca delle miniere. La più celebre fu quella del Potosì, in Perù. Posta a 4000 m d’altezza, a due mesi di cammino da Lima, era scavata in un’enorme montagna d’argento. Nei dintorni nacque una città di 150 000 abitanti, indios e Spagnoli, tutti addetti al durissimo lavoro in miniera.
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2 UNITÀ 1 L’INIZIO DEL MEDIOEVO
L’Indio dorado
Alla realtà si affiancò presto la fantasia. Si favoleggiò che da qualche parte, in America, esisteva una città fa volosa, dove i tetti, le statue, tutto era costruito in oro puro; lì il prezioso metallo era disponibile come le rocce comuni. Tale luogo assunse i contorni del mito; divenne, nell’immaginario dei
conquistadores
, l’
Eldorado
: un luogo fatato, un paradiso terrestre, in cui i tutti i bisogni materiali sono appagati, e dove gli esseri umani vi vono in pace tra loro godendo della vita.
Eldorado (El (indio) dorado)
in spagnolo significa “l’indio tutto d’oro”, e aveva un fondamento reale. Infatti sul l’altopiano di Jerira, vicino all’odierna Bogotà, viveva la tribù dei Chibcha. Il loro sacerdote, detto Zipa, celebrava un rito singolare: completamente nudo, veniva ricoperto di una speciale resina e quindi gli veniva soffiata ad dosso, con una cerbottana, della polvere d’oro. Così splendente e dorato (da cui il nome:
El Dorado
) lo Zipa raggiungeva il centro del lago di Guatavita, sull’altopiano andino, e vi si immergeva quando il sole era allo ze nit. In quel momento la tribù gettava nelle acque oggetti votivi di ogni tipo, spesso realizzati in oro.
Alla ricerca dell’oro
In realtà l’oro dei Chibcha proveniva da scambi con altre tribù. Gli Spagnoli però sentirono parlare del loro ri to e cominciarono a cercarli per ogni dove, nell’America del Sud. Tra il 1529 e il 1616 sei spedizioni (guidate da Ambrosius Dalfinger, Nicolaus Federmann, Georg Hohermuth, Sebastian de Belalcazar, Gonzalo Jimenez de Quesada, Pedro Ursúa) partirono alla ricerca di inesistenti città d’oro. A Eldorado si aggiunsero le dicerie di Ma noa, mitica “isola in un gran lago salato”, e di Paititi, una città sotterranea, nella quale si sarebbero rifugiati, con le loro ricchezze, gli ultimi Incas, dopo la vittoria di Pizarro.
Nulla fu trovato; più che una città misteriosa, l’Eldorado si rivelò una trappola per migliaia di Spagnoli, morti nella foresta amazzonica di stenti, di fame, di tradimenti reciproci. Altrettanti indios furono torturati e uccisi per ché non rivelavano… ciò che non sapevano, l’ubicazione della favolosa città.
L’illusione e la realtà
L’illuminista Voltaire, nel romanzo
Candido
(1759), descriverà l’Eldorado come un’immensa illusione, in cui si trova la ricchezza, ma non la felicità: aveva ragione. I conquistadores, accecati dalle loro brame di potere e di ricchezza, non si accorsero che il vero Eldorado l’avevano già trovato: era l’America stessa, con le sue immen se ricchezze, umane e naturali.
Aguirre, interpretato da Omero Antonutti in
El Dorado
, film del 1988 di Carlos Saura.
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I progressi della medicina
Sul finire dell’Ottocento la chimica compì grandi progressi, che sono all’origine di importanti scoperte in cam po medico. I
vaccini
rappresentano sicuramente un fondamentale passo in avanti, che ha permesso il calo del la mortalità e l’aumento della popolazione in Europa.
L’antivaiolo, il primo vaccino
La scoperta della vaccinazione fu opera del medico inglese
Edward Jenner
(1749-1823). A quell’epoca il
vaio lo
seminava terrore: causava moltissimi morti e lasciava i sopravvissuti sfigurati per sempre. Ne erano colpiti anche i bovini in una forma più leggera, detta
vaiolo vaccino
(cioè “di vacca”).
Jenner osservò che le donne addette alla mungitura erano colpite spesso dal vaiolo vaccino ma non dal vaio lo umano. Decise allora di fare un esperimento azzardato: prese il pus di una pustola cresciuta sulla pelle di una mungitrice, il pus vaccino, e lo inoculò nel braccio di un bambino, che ebbe sintomi lievi della malattia e guarì in pochi giorni. Incoraggiato dal risultato, Jenner contagiò di nuovo il bambino, ma questa volta con il pus di una persona ammalata di vaiolo. Il bambino non si ammalò e Jenner capì che era stato immunizzato, cioè non soggetto al contagio della malattia.
Da quel momento in poi la parola “
vaccino
” indica qualsiasi sostanza inoculata per sviluppare
l’immunità
nei confronti di una malattia. Era il 1796 e iniziava allora la guerra contro il vaiolo, terminata con successo nel 1980, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ) dichiarò debellata questa malattia.
Malattie infettive e conservazione degli alimenti
Il medico francese
Louis Pasteur
(1822-1895) individuò nei
batteri
la
causa
di alcune gravi
malattie infetti ve
, scoprendo quelli responsabili di polmonite, meningite, difterite, colera, lebbra, tetano e peste. Studiò inol tre il vaccino contro la
rabbia
, una malattia veicolata soprattutto da cani, lupi e volpi.
A Pasteur si deve anche la messa a punto di un processo per la
conservazione degli alimenti
, che da lui ha preso il nome di
pastorizzazione
ed è usato ancora oggi.
Tubercolosi: una lotta ancora aperta
Robert Koch
(1843-1910) era un medico tedesco, considerato il fonda tore della moderna batteriologia. Nel 1882 scoprì il bacillo della
tuber colosi
, chiamato in suo onore “
bacillo di Koch
”. La malattia all’epoca era molto diffusa e altamente mortale: Koch pensò di poterla curare usando come vaccino la
tubercolina
, il bacillo tubercolare. Purtroppo, però, questa sostanza serve solo a
diagnosticare la malattia
, non a cu rarla: il primo vaccino risale al 1921, e comunque offre ancora una pro tezione limitata.
Louis Pasteur.
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