IL NUOVO POR TELLO - Empirismo Eretico

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IL NUOVO PORTELLO
inquadramento
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Progettista:
Anno di realizzazione:
Superficie territoriale:
Valle, Zucchi, LAND srl, Canali
2002-in corso
277˙907 m2
L’area interessata dal progetto è quella
precedentemente occupata dalle fabbriche
storiche Alfa Romeo e Lancia del 1908 nella
zona Portello di Milano, che all’epoca costituì
una posizione strategica per diversi insediamenti
produttivi perché a ridosso del centro ma anche
servita dai principali assi radiali della parte nord
ovest della città.
Il quadrante nord-ovest di Milano costituisce
una importante porta urbana e tuttavia
un’area caratterizzata da un’urbanizzazione
frammentata attraversato da diversi assi
attrezzati, presenta scenari diversi tra loro e
importanti emergenze urbane: tessuto tardo
ottocentesco con funzione residenziale nella
zona di viale Certosa, l’esperimento di città
verde del QT8 di Bottoni col Monte Stella
(risalenti al dopoguerra), i padiglioni della
Fiera (che hanno lasciato il posto al quartiere
Citylife). L’ex fabbrica rappresenta in questo
contesto uno dei residui “recinti” specializzati
(insieme al sistema di San Siro, l’istituto sanitario
Palazzolo, il Tiro a Segno e la Fiera stessa) che
hanno isolato i grandi spazi interclusi dal tessuto
urbano circostante.
Il progetto è volto a ricucire il tessuto urbano e
convertire l’area dismessa da “spazio chiuso”,
fonte di isolamento, a vera e propria cerniera
che ricrea continuità tra gli spazi circostanti e
“mette a sistema” alcune emergenze urbane
grazie a nuove possibilità di collegamento sia
fisico che percettivo. Il masterplan, progettato da Gino Valle, è
impostato su cinque sub-aree sviluppate poi
da diversi team di progettazione. Il sistema
complessivo degli spazi “rilancia il ruolo delle
strade e delle piazze cittadine di cui riprende e
continua la tradizionale integrazione tra tessuti
urbani, usi sociali, funzioni ospitate, itinerari e
percorsi”.
Il dialogo con l’edificato preesistente, è
interpretato con attenzione nel dosare le
volumetrie e le disposizioni planimetriche a
seconda dei vari fronti stradali coinvolti.
Il cilindro più esterno del fronte della Fiera
è l’origine del percorso ciclopedonale che
attraversa in diagonale l’area scavalcando
la cesura interna di viale Serra e andando a
costituire l’asse ordinatore del progetto, cui si
riconducono tutti i singoli interventi attraverso il
sistema dei percorsi ciclopedonali.
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L’area del Portello e quella della Fiera per quanto
distinte dalla natura delle attività che vi si sono
sviluppate, esse hanno formato fin dall’inizio un
blocco urbano articolato.
Cosi la loro storia si è intrecciata con quella
dell’economia e della società milanesi, e ne ha
seguito le vicende arrivando, in qualche caso,
a prefigurarne l’ulteriore evoluzione. Le origini
del Portello vanno ricercate nella toponomastica
cittadina. Il “portello” era infatti un’uscita
secondaria aperta nel settore nord-occidentale
delle mura spagnole, nei pressi del Castello,
dalla quale col tempo si era creata una Strada
che correva in mezzo ai prati e alla campagna.
Quando, nella Milano avviata a diventare il
principale centro economico d’Italia, le mura
vennero abbattute per far spazio all’espansione
della citta, rimase la via del Portello, che tagliava
una zona periferica poco popolata e non ben
definita, e procedeva in direzione di Gallarate.
Quella zona aveva comunque una sua impronta
storica.
Nei decenni successivi, all’Unità d’Italia,
nonostante la rapida trasformazione della
struttura urbanistica e produttiva di Milano,
l’area intorno alla via del Portello, conserva
le sue caratteristiche di zona periferica con
scarsi insediamenti. Per tutto il XIX secolo le
industrie tesero infatti a concentrarsi all’interno
delle antiche mura, e ai primi del Novecento
si disseminarono in prossimità dei grandi scali
ferroviari, al di fuori della stazione di Porta
Genova (con una dozzina di Stabilimenti), vicino
a quelle di Porta Romana e di Porta Garibaldi
(con molte officine meccaniche), fra la Bovisa e
Dergano (con fabbriche chimico–farmaceutiche)
soprattutto sulla direttrice Sesto San GiovanniMonza.
Cosi capoluogo lombardo, sul modello di altre
grandi metropoli occidentali come Londra
o Parigi, proponeva un`immagine di città
direzionale e produttiva, centro di iniziative e
di scambi, pronta ad assumere il ruolo di punto
d’incrocio e di coordinamento delle più svariate
attività.
Il 19 dicembre 1906, la Società Italiana
Automobili Darracq dava il via alla realizzazione,
a Milano, di un grande stabilimento, per il quale
era stato scelto un terreno situato all’altezza del
n. 95 della via del Portello, che a quell’epoca,
dopo l’apertura di Corso Sempione, era tornata
a essere una strada di periferia.
L’ubicazione dello stabilimento costituiva
una novità, vista la tendenza delle industrie a
concentrarsi piuttosto nelle fasce orientali o
sud-orientali della citta; ma era tipica di una
produzione come quella automobilistica, per la
quale i problemi di approvvigionamento delle
materie prime e del carbone non erano decisivi
come per le altre attività e non rendevano quindi
indispensabile la vicinanza agli scali ferroviari.
Alla
nascente
industria
dell’automobile
occorreva piuttosto la contiguità con una buona
rete stradale, e soprattutto la presenza di aree
libere per la prevedibile futura espansione.
Cosi, quando nel 1910 la Darracq lascio il posto
all‘A.L.F.A., nella stessa zona operavano già
gli stabilimenti dell’Isotta Fraschini, della De
Vecchi-Strada e delle carrozzerie Sala, Bollani,
Marini, mentre qualche anno dopo vi si sarebbe
insediata la Citroen Italia la carrozzeria Touring,
l’officina milanese della Fiat e così via. In quei
primi anni del XX secolo l’Italia era entrata nel
ristretto circolo delle nazioni industrializzate,
che nell’arco di un quindicennio vide
raddoppiato il volume della sua produzione, il
settore automobilistico si dimostro il più vivace e
promettente. Gli stabilimenti dell’Alfa erano fra
quelli maggiormente avanzati per la razionalità
degli impianti, la modernità tecnologica e la
funzionalità produttiva.
Essi occupavano un’area coperta di 7˙000 metri
quadrati, nella quale lavoravano circa trecento
operai altamente specializzati e la fama delle
auto prodotte al Portello fu ben presto tale che la
fabbrica divenne meta di intenditori, acquirenti e
curiosi, che vi si recavano ad assistere alle prove
su strada e all’esposizione dei nuovi modelli.
Cosi lo stabilimento crebbe. E l’espansione subì
una forte impennata durante la prima guerra
mondiale, quando l’Ingegner Romeo acquisto
l’Alfa e vi concentrò una produzione bellica
di proiettili, compressori, perforatori, motori
d’aviazione e perfino di trattori, oltre a quella
consueta d’auto, che richiese una progressiva
distribuzione dei reparti in varie zone della città
e, come naturale, un ampliamento del settore
del Portello.
Alla fine della guerra l’Alfa divenuta ora Romeo
costruì in quella zona, un’area di circa 160˙000
metri quadrati, nella quale si concentrava
gran parte della produzione. Ma era un area
vincolata dal Piano Regolatore del 1912, che la
tagliava con una direttrice viaria corrispondente
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all`attuale via Gattamelata e la frammentava con
altre due strade secondarie, creando problemi
che successivi Piani non avrebbero risolto.
Essi sarebbero stati solo in parte superati nei
fatti dall’organizzazione sempre più unitaria
dell’intero stabilimento, al quale comunque la
realizzazione della circonvallazione, divenuta poi
Viale Renato Serra, avrebbe assegnato un limite
per il momento invalicabile. Negli anni del primo
dopoguerra anche l’Esposizione Internazionale
di Milano otteneva una localizzazione più
definita.
Nel frattempo, però, l’industria del Portello
attraversava una fase di riassestamento che
avrebbe concentrate sull’area interessata un
forte insediamento industriale. Nel 1926 la
Romeo passò, con la gestione affidata all’Istituto
di Liquidazioni, sotto il controllo dello Stato, dal
momento che la proprietà non riusciva a far
fronte ai problemi del risanamento postbellico;
e pochi mesi dopo, con il definitivo passaggio
all’IRI, poté riprendere a pieno ritmo la sua
produzione con il nome, ormai ufficiale, di Alfa
Romeo e con un processo di razionalizzazione
e ammodernamento degli impianti che
l’avrebbe portata in poco tempo a raggiungere
una posizione di grande rilievo nel settore
dell’industria metalmeccanica.
Lo sviluppo fu tale che già nel 1942 i suoi
stabilimenti occupavano 8˙000 operai, ed erano
in grado di produrre, oltre alle automobili, 1˙500
motori d’aviazione, motori marini, autocarri,
eliche e così via. All’espansione produttiva doveva
di necessità corrispondere un ampliamento degli
impianti e quindi l’acquisizione di nuove aree.
Cosi nel 1940 il Portello fini col raddoppiarsi,
occupando per intero anche il terreno a nord di
Viale Renato Serra, nel quale vennero trasferiti
il reparto avio, il reparto esperienze auto, il
nuovo reparto produzione ausiliaria e altri
edifici. Anche l’immagine architettonica della
fabbrica si ammodernò la palazzina del dopo
lavoro, prospiciente via Traiano, illustra, con il
suo razionalismo un po’ manierato, il tentativo
di modificare il rapporto fra attività lavorativa
e vita sociale, allora particolarmente ricercato
dalla direzione dell’azienda. La moderna
organizzazione strutturale-produttiva della
fabbrica del Portello fu sconvolta, nel periodo
bellico, dai bombardamenti e dalla dispersione
dei reparti in località più sicure.
Quando però, nel dopoguerra, l’attività riprese,
essa fornì ancora lo schema di base: per la
ricostruzione degli stabilimenti, sebbene circa
il 40% degli edifici fossero stati distrutti o resi
inservibili. E in effetti i risultati non si fecero
attendere: all’inizio degli anni Cinquanta la
fabbrica si presentava completamente rinnovata
e pronta a lanciare sul mercato i nuovi modelli
di auto che ne avrebbero rinnovato i successi.
A quel punto, tuttavia, fu chiaro che i 240˙000
metri quadrati del Portello erano insufficienti,
né si vedeva la possibilità di un’ulteriore
espansione in zona. Alla crescita della fabbrica
aveva corrisposto infatti un tumultuoso sviluppo
della citta, il cui tessuto urbano si era ormai
chiuso intorno a quel quartiere industriale senza
lasciare alcuna possibilità di ingrandimento.
Cosi nel 1959 venne acquistata un’area di due
milioni di metri quadrati nel territorio di Arese,
dove si diede subito inizio alla costruzione del
nuovo stabilimento, destinato ad accogliere
progressivamente tutte le attività del Portello.
Per alcuni anni, mentre si dibatteva e si studiava
il destino del vuoto creatosi in tal modo
all`interno di un organizzazione territoriale
ormai fittamente urbanizzata, l’area del Portello
è rimasta inutilizzata, con i suoi edifici in parte
demoliti e in parte ridotti a testimonianza
di un mutamento già inserito nelle grandi
trasformazioni storiche.
Il problema non era tanto quello di trasferire
altrove una produzione che esigeva grandi
spazi, quanto quello di definire le linee portanti
di un progetto di citta da confrontare con
sollecitazioni e prospettive affatto nuove.
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IL NUOVO PORTELLO
QUARTIERE NUOVO PORTELLO, MILANO
residenza
QUARTIERE NUOVO PORTELLO, MILANO
IL NUOVO PORTELLO
Residenze libere e convenzionate, ex Mensa (Rosso)
Il comparto progettato da Cino Zucchi propone
tre differenti tipi residenziali.
Per gli edifici di residenza convenzionata e
residenza libera nella parte nord dell’area è
adottata una tipologia a torre in modo di creare
una trasparenza tra la maglia della città e le
articolate geometrie del parco adiacente.
I tre corpi in linea di otto piani destinati a
residenza convenzionata nella parte sud del
comparto formano, al contrario, un fronte
continuo verso strada, mentre dal lato del parco
si trovano le logge e un portico affacciato sulla
corte.
Dell’edificio della ex Mensa Alfa Romeo è stata
conservata la facciata fronte strada, mentre
l’impianto volumetrico è stato interrotto dal
percorso che connette il parco con l’area del
centro commerciale.
Residenza libera (Blu)
Il comparto progettato dallo Studio Canali adotta
la morfologia dell’edificazione perimetrale con
un ampio spazio centrale destinato a verde
pubblico.
Sul lato sud-ovest sorgono sei torri binate
orientate sulla vista del parco, mentre sul lato
opposto due corpi lineari formano un fronte
urbano a cortina.
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accessibilità e reti
QUARTIERE NUOVO PORTELLO, MILANO
Viabilità esistente
Viabilità di progetto
IL NUOVO PORTELLO
L’area interessata dal progetto è quella
precedentemente occupata dalle fabbriche
storiche Alfa Romeo e Lancia del 1908 nella
zona Portello di Milano, che all’epoca costiuì
una posizione strategica per diversi insediamenti
produttivi perchè a ridosso del centro, ma anche
servita dai principali assi radiali della parte nordovest della città (Via A. De Gasperi, limite sinistro
dell’area di progetto e Viale Certosa), compreso
il collegamento con l’autostrada.
Il quadrante nord-ovest di Milano costituisce
ancora oggi, e a maggior ragione, una
importante porta urbana attraversata ogni
giorno da migliaia di pendolari e tuttavia un’area
attualmente caratterizzata da un’urbanizzazione
disomogenea e frammentata, tipica del margine
urbano: attraversato da diversi assi attrezzati (tra
cui la circonvallazione di Viale Serra che divide in
due parti l’area del quartiere), presenta scenari
diversi tra loro e importanti emergenze urbane.
In particolare si riscontra: tessuto tardo
ottocentesco con funzione residenziale nella
zona di Viale Certosa, l’esperimento di città
verde del QT8 di Bottoni con il Monte Stella
(risalenti al dopoguerra), i padiglioni dell’ex Fiera
(la cui porzione meridionale ha lasciato spazio al
quartiere Citylife).
L’ex Fabbrica rappresenta in questo contesto
uno dei residui “recinti” specializzati (insieme al
sistema si San Siro, l’istituto sanitario Palazzolo,
il Tiro a Segno e la Fiera) che hanno isolato i
grandi spazi interclusi dal tessuto urbano
circostante.
Percorsi pedonali
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verde
QUARTIERE NUOVO PORTELLO, MILANO
Parco pubblico
IL NUOVO PORTELLO
Il parco progettato da Charles Jencks e Andreas
Kipar/Land si estende per circa 70˙000 mq ed
è stato concepito per essere messo in relazione
con il Monte Stella dell’adiacente quartiere QT8.
Come il Monte Stella ideato da Piero Bottoni nel
Dopoguerra come una collina artificiale creata
con le macerie provenienti dalla ricostruzione
post-bellica, il parco del Portello è stato
realizzato con il riporto del terreno proveniente
dagli scavi degli interrati del quartiere in fase di
costruzione.
Il disegno del parco è formato da una “doppia
esse allungata” e da una grande spirale, inoltre
nel parco è presente un lago artificiale e un
percorso pedonale che permette di raggiungere
la cima della collinetta dalla quale è possibile
avere la vista dell’intero quartiere.
All’interno del parco è prevista la realizzazione di
un asilo nido progettato da Guido Canali.
Il parco è connesso trammite passerelle pedonali
alla seconda parte del quartiere ed al quartiere
QT8.
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spazio pubblico
QUARTIERE NUOVO PORTELLO, MILANO
L’aggregato commerciale progettato da Gino
Valle è formato da cinque blocchi e da una
piazza coperta con una grande pensilina alta
14 metri e posta all’imbocco del percorso che
attraversando il complesso, conduce al parco.
L’intero comparto è pedonalizzato e dispone di
un grande parcheggio sotterraneo raggiungibile
da ingressi dislocati sul perimetro.
Gli edifici realizzati con struttura di cemento
armato prefabbricata sono rivestiti da pannelli
in cemento.
I blocchi 1, 2 e 3 contengono grandi superfici
commerciali al piano terra e uffici al piano
superiore, mentre il blocco 4 ha un unico
livello occupato da medie e piccole superfici
commerciali ed è delimitato da portici sui lati
nord e ovest.
Sul lato esterno di nord-est un corpo triangolare
aggettante con uffici al livello superiore indica
l’inizio dell’aggregato.
Il blocco 5, il più alto del complesso, ha una serie
di volumi terrazzati con portici e negozi al piano
terra e uffici ai tre livelli superiori.
testata di Fiera Milano City.
La piazza con un disegno della pavimentazione
specifico, ha una forma a ventaglio e sale con
una pendenza del 5% partendo dalla Fiera
lungo una diagonale per arrivare alla quota di
7 metri e proseguire nella passerella pedonale.
Sotto la piazza inclinata si trovano i piani dei
parcheggi, servizi, ingressi agli edifici, spazi
commerciali e un ristorante.
I parcheggi privati sono direttamente collegati
agli ingressi degli edifici direzionali, mentre
quelli pubblici risalgono in superficie sotto una
loggia al centro della piazza.
Gli edifici che si affacciano sulla piazza
costituiscono un insieme coerente e variegato
che crea una serie di sovrapposizioni visive con
gli edifici circostanti.
IL NUOVO PORTELLO
Aggregato commerciale
Asilo nido
L’asilo progettato da Guido Canali, è composto
da quattro padiglioni e due pergolati inscritti in
un cerchio.
L’asilo si propone come una sorta di cerniera
in grado di organizzare i vari spazi pubblici
attraversati dai percorsi che toccano i margini
delle aree verdi.
Passerella pedonale su Viale Serra
A ricucire le due parti dell’area del Portello,
divisa dalla circonvallazione di Viale Serra, è la
passeggiata ciclo-pedonale, progettata da Arup
che, scavalcando Viale Serra in prosecuzione
dell’asse diagonale dell’impianto del Portello,
collega al parco l’angolo nord-est della nuova
piazza prospicente al polo di Fiera Milano City.
Passerella pedonale su Viale Serra
La grande piazza e tre edifici direzionali
progettati da Gino Valle si trovano nella parte
sud-ovest dell’area del Portello, di fronte alla
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IL NUOVO PORTELLO
rilievo fotografico
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riferimenti
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
01. Planivolumetrico di progetto
Castellano A., Il Nuovo Portello a Milano:
Palazzo dei Congressi (1990) L’arca Edizioni.
http://www.ordinearchitetti.mi.it/it/mappe/
milanochecambia/area/8-portello-nord-unitau2-u3-
02. Vista satellitare (scala 1:10000)
Castellano A., Vita M., Il Nuovo Portello a Milano:
un’esperienza per la città (1988) Arcaedizioni.
03. Vista aerea
“Portello Nuova Portello - Auredia”, Lotus, vol.
131, pp 38-55
04. Vista satellitare (scala 1:20000)
http://www.archiportale.com/news/2011/10/
eventi/biennale-internazionale-di-architetturabarbara-cappochin_24489_32.html
https://www.comune.milano.it/
05. Cartografia IGM storica
Irace F. (2007), “Cino Zucchi: Portello, The State
of the art”, Abitare, vol. 473, pp 104-123.
06. Prospettiva aerea dello stabilimento
http://www.parcovittoriamilano.it/pag.
php?pag=3
07. Residenze Cino Zucchi
http://blog.urbanfile.org/2013/04/17/leresidenze-al-portello/
08. Stabilimento nel 1932
09. Edificio ex Mensa, residenze Cino Zucchi
10. Stabilimento nel 1959
11. Area del
cartografia CTR
quartiere
evidenziata
nella
12. Ingresso stabilimenti Alfa Romeo
13. Piazza edifici terziario
14. Catena di montaggio
15. Centro commerciale
16. Palazzina stabilimenti Alfa Romeo
17. Residenza libera in costruzione
18. Plastico di progetto residenze Cino Zucchi
19. Vista su Viale Serra
20. Planimetria viabilità
21. Vista sulla parte centrale del parco
22. Planimetria di progetto
23. Centro commerciale
24. Masterplan
IL NUOVO PORTELLO
ICONOGRAFIA