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Nuova e Nostra - N° 2/2015
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di Tina Milani
M
io marito Antonio ed io siamo
stati invitati a partecipare al
Convegno “Le donne tra
realtà e profezia”, promosso ed organizzato dall’Ordo Virginum (l’Ordine
delle Vergini) della Chiesa di Milano.
Il convegno si è sviluppato in due momenti: il primo si è tenuto sabato
15/11/2014 a Milano presso il Centro
Diocesano ed il successivo il
29/11/2014.
Penalizzato dal tempo meteorologico
davvero pessimo, il primo dei due pomeriggi di Convegno si è svolto alla presenza di un pubblico non numerosissimo ma vario e qualificato, formato da
sacerdoti, aderenti all’Ordo Virginum,
religiose e coniugati.
Gloria Mari dell’Ordo Virginum ha introdotto e moderato i lavori a partire
da quanto Papa Francesco ha detto ai
vescovi brasiliani, a conclusione della
GMG del 2013:
“Se la Chiesa perde le donne, nella sua dimensione totale e reale, la Chiesa rischia la
sterilità… Credo che noi non abbiamo fatto ancora una profonda teologia della donna…”
Questa parole hanno dato l’avvio ad
una serie di domande che le aderenti all’Ordo Virginum, sotto la guida del Delegato Arcivescovile Mons. Ambrogio
Piantanida si sono poste, in merito a:
Primo - Cosa cercano e desiderano le
donne oggi? Qual è la loro presenza nella Chiesa e come la Chiesa ha parlato
delle ed alle donne nei tempi recenti e
quali prospettive teologiche aprono
spazi di profezia al “genio femminile”.
Secondo - Come vivere l’essere donna
nella Chiesa? Come vivere al maschile
ed al femminile?
NON RICONOSCIUTE
BENCHÉ IMPORTANTI
La prima relatrice, Sandra Isetta, professore associato di letteratura cristiana
antica dell’Università di Genova, nella
sua relazione su “Le Donne nella storia
della Chiesa e nel Magistero recente”
ha esordito chiarendo che Gesù non
era un femminista.
Nei Vangeli si evince una volontà potente (nei gesti), ma silente (reticenza da
parte degli Evangelisti) di far uscire la
donna dal silenzio.
La donna, nell’antichità, viveva in una dimensione chiusa e poco considerata da-
UOMINI E DONNE
ligno.
E’ stata ricordata Teresa d’Avila, che ha
avuto un ruolo politico esercitato per il
bene della Chiesa e della società in
quanto ha saputo guardare la realtà con
gli occhi della gente comune.
Modello per tutte le donne è stata comunque la Madonna che ha vissuto
sempre in atteggiamento di ascolto, cui
hanno fatto seguito la decisione e l’azione.
LA DONNA E’ AIUTO
Suor Catherine Aubin, religiosa, docente
di teologia spirituale e corrispondente
per Radio Vaticana, ci ha invece invitato
a riflettere su “Le donne nella Chiesa
oggi: Una relazione complessa.”
Partendo dalla sua esperienza lavorativa
in ambito prevalentemente maschile, ha
ricordato la necessità di una teologia
dell’incontro, a partire dall’Eden dove
Dio incontra l’uomo/la donna.
Con la domanda “Dove sei Adamo?”,
Dio chiede a ciascuno di noi dove siamo
adesso e non è una domanda legata ad
un luogo fisico. Adamo è consapevole di
non essere là dove dovrebbe essere.
Poiché la domanda è rivolta a ciascuno
di noi, per dare una risposta siamo cogli uomini. Gesù porta la donna ad una stretti ad un viaggio interiore che dobpropria dignità, come tutti gli emargina- biamo intraprendere per incontrare gli
ti, e chiama le donne ad essere discepo- altri.
le al pari degli uomini.
“Esci dalla tua terra, Abramo.” Anche a
Sono gesti che gli uomini non compren- noi è richiesto di uscire dalle nostre sidono perché contravvengono alla Legge curezze e l’incontro con gli altri ci condel tempo. Solo Luca racconta che al se- sente di liberarci dalle nostre idolatrie.
guito di Gesù c’erano donne fra i primi Noi siamo fatti da Corpo – Anima – Spitestimoni. Le donne accolgono l’annun- rito e lo Spirito Santo ci dà la forza di
cio, credono e trasmettono, fanno me- affrontare l’alterità.
no fatica a credere degli uomini.
Nella Bibbia non ci sono racconti di naNel racconto della resurrezione, in Gio- scite di donne, ma Dio quando mette
vanni 20, si vede la prontezza di Maria Eva accanto ad Adamo dice di offrirgli
che riconosce Gesù attraverso la voce, un aiuto. Nella Bibbia la parola Aiuto di
in Gv. 21 la lentezza degli apostoli nel ri- solito è riferita a Dio (Salmo 120); nella
conoscere il Risorto.
Genesi aiuto è la donna.
E’ il compimento della profezia di Gioe- Gesù non offre una teologia dell’uomo
le, 3,1, confermata poi dal Concilio Vati- e della donna ma la teologia di un incano II: qualsiasi cristiano può diventare contro.
profeta (…i vostri figli e le vostre figlie Gli incontri con le donne sono momenprofeteranno).
ti eccezionali, ma fondanti: le donne soAnche i Padri della Chiesa non recepi- no presenti, forti ed intelligenti, capaci
scono queste intuizioni, oscurando il cioè di intel-legere, capire quando è Geruolo della donna.
sù è stanco, richiede un gesto d’affetto,
Sono state poi ricordate figure impor- soffre.
tanti di donne: Perpetua (202 d.C), mar- Sono state presentate ancora figure
tire con Felicita, le esegete Eustochia e femminili con le loro peculiarità e due
Paolina, Chiara d’Assisi, Caterina da Fo- testimonianze: l’evangelizzazione del-
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INSIEME NELLA CHIESA
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l’Asia da parte dell’apostolo Tommaso il
quale, dopo la Pentecoste, arrivò a Ninive ed in India e l’evangelizzazione in Cina.
In entrambi i casi venne avviata una catena di evangelizzazione attraverso le
donne, in modo che la Buona Novella si
diffondesse all’interno delle case e delle
famiglie, senza apparire all’esterno delle
strade, aggirando così il pericolo delle
persecuzioni.
L’IDENTITÀ MASCHILE
E FEMMINILE
Sabato 29 novembre si è svolta la seconda ed ultima parte del Convegno.
Trovo estremamente difficile sintetizzare in poche righe la ricchezza dei contenuti che sono stati esposti e la vivacità che ha caratterizzato lo scambio di
opinioni e tesi nella successiva tavola
rotonda.
All’apertura del convegno Marianno Faraci ha presentato una splendida rassegna di foto del reporter Roberto Franchi, che rappresentavano volti di donne
scattate in tutto il mondo.
Don Maurizio Chiodi, teologo della
Diocesi di Bergamo, ha presentato una
relazione dal titolo: “Tracce per una
(nuova) teologia della donna”.
A me è piaciuta molto la parte in cui,
partendo dalla pubblicazione di una teologa/ biblica francese, ha riletto il testo
della creazione in Genesi con occhi di
lettore maschile per dare corpo ad una
polarità maschile e femminile, in modo
da incrociare due orizzonti e due punti
di vista differenti.
Nel testo biblico vengono tratteggiati i
lineamenti costitutivi dell’identità femminile e maschile e le linee di fondo per
capire chi è l’uomo – maschio e femmina - in quanto tutto ciò che si dice dell’uno si dice anche dell’altra.
Siamo stati presi per mano nella rilettura di questo testo e ne sono state tratte delle considerazioni teologiche.
In primo luogo il testo mette in evidenza la qualità relazionale dell’identità
umana: l’adam si nomina uomo a partire
dall’incontro con la donna. In secondo
luogo la relazione uomo/donna è il
paradigma per intendere ogni relazione
in quanto l’incontro non può essere
semplice complementarietà, cioè l’altro
non è quello che manca a me. Il nuziale
è forma originaria dell’umano ed ogni
relazione nuziale è appello alla fecondità.
E’ stato poi trattato il tema della verginità, che non deve essere vista come
privazione o mancanza, ma come una
relazione sponsale a Cristo, amato come il tutto della propria vita.
ICONE BIBLICHE
Dopo una breve pausa, è iniziata una vivacissima tavola rotonda. Moderate da
Carla Consonni si sono confrontate tre
donne: Rosalba Manes, biblista e docente dell’Università Gregoriana, Paola Bignardi, docente ed ex presidente dell’Azione Cattolica Nazionale, e Paola Pessina, dal 2002 al 2007 sindaco di Rho.
Alla domanda a quale icona biblica si
sentivano più legate, Rosalba Manes ha
indicato la Vergine (Maria), la sterile (Elisabetta) e la vedova (Anna) che, in una
società androcentrica, pur rappresentando tre figure di emarginate, sono tutte e tre donne della lode.
Paola Pessina, motivando la scelta con la
sua vita di mamma che lavora, è impegnata a vari livelli nel sociale e si deve
occupare di anziani che hanno bisogno
di attenzioni e cure, ha riletto l’icona di
Marta e Maria, dicendo di sentirsi affine
a Marta e auspicando che il Signore abbia apprezzato anche il suo darsi da fare per il benessere di tutti.
Per Paola Bignardi l’icona è l’unzione di
Betania, dove Maria usa una misura di
olio profumato sovrabbondante, simbolo di totalità e gratuità senza calcoli.
RIPARTIRE
DALL’ASCOLTO ALLE DONNE
Alla domanda se nel loro percorso di vi-
ta abbiano incontrato ostacoli in quanto
donne tutte e tre hanno risposto di non
averne trovato agli inizi del loro percorso, ma quando gli impegni sono diventati importanti (per la Bignardi e la Pessina) o in ambito prettamente maschile
(la Gregoriana per la Manes). Per svolgere al meglio i loro impegni devono dimostrare di essere più brave degli uomini, avere la capacità di offrire uno
sguardo diverso e cooperare con tutti.
Tutte e tre hanno auspicato che questo
modo di lavorare, uomini e donne insieme, divenga buona prassi nella Chiesa.
Qual è il loro sogno per una Chiesa più
aperta alle donne?
Tutte e tre sognano una Chiesa che ha
bisogno di essere più umana e che, dovendosi avventurare nella missione, non
può fare a meno delle donne in quanto
deve essere madre e non solo maestra.
Occorre ripartire dall’ascolto delle
donne, più attente al disagio, più sensibili.
Le nostre tre relatrici sognano un riequilibrio dei poteri nelle responsabilità,
nella cultura, nelle decisioni. Sognano
più attenzione all’umano e di valorizzare la grazia del laicato.
Infine Rosalba Manes auspica una più
corretta ermeneutica nei testi biblici.
Mons. Ambrogio Piantanida ha concluso
i lavori del convegno auspicando che il
lungo lavoro di preparazione, il dibattito
e le idee scaturite durante questi due
intensi pomeriggi possano continuare e
che ogni donna prenda coscienza del
suo ruolo nella vita della società e della
Chiesa.