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21-12-2013
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EssePiù
Anno XXII • Numero 6 • Novembre - Dicembre 2013 • ASA - Associazione Solidarietà Aids • Milano
Eppur si muove!
ASA
IN RETE
FACCIAMO DI TUTTO
PER TENERTI SEMPRE
INFORMATO SULLA
PREVENZIONE. VIENI A
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WWW.ASAMILANO.ORG
In questo momento di crisi economica tenere in piedi associazioni di volontariato
in Italia è difficilissimo.
Pochi aiutano economicamente e molti
hanno sempre più bisogno.
Le istituzioni pubbliche e i privati non
hanno denaro da investire nel sociale (e
non solo nel sociale) e le povere
Ong/Onlus/ Fondazioni lottano per sopravvivere.
E a chi si occupa di Hiv va ancora peggio.
A Milano abbiamo avuto un barlume di
speranza dalle istituzioni, invece.
Dopo anni di assenza alle nostre manifestazioni pubbliche e dai nostri progetti,
incominciamo a vedere assessori comunali
interessati, facilitazioni, velocizzazione di
pratiche e anche qualche soldo.
Un piccolo, ma importante, finanziamento da Asl di Milano per le nostre iniziative
di informazione /prevenzione nei locali
notturni; il patrocinio per le manifestazioni, un contributo dal Consiglio di Zona 1
per il test rapido salivare, autorizzazioni
concesse velocemente per organizzare
gruppi sull’Hiv al carcere di San Vittore, la
partecipazione dell’assessore Pierfrancesco Majorino all’Aids Candlelight Memorial e alle attività del 1° dicembre, la con-
cessione gratuita di un tram per percorrere le strade del centro e “TRAsMettere
prevenzione”, la concessione veloce del
suolo pubblico per il Names Project (l’esposizione delle coperte!) del 1° dicembre, e perfino una medaglia della Presidenza della Repubblica e del Consiglio comunale per i nostri progetti in occasione
della Giornata Mondiale della Lotta all’HIV/AIDS, …
Sarà vero?
Forse dopo anni di buio totale si comincia
a vedere un certo interesse da parte delle
istituzioni?
Siamo ormai così abituati al vuoto, che fatico a crederci.
Noi dell’Asa ci siamo sempre impegnati
nella solidarietà con le persone con HIV
(sono ormai quasi trent’anni…), contando
sulle nostre forze e senza grossi appoggi
finanziari o politici da molti anni.
E se adesso le cose ricominciassero a muoversi? Speriamo che questo momento di
entusiasmo continui e che non sia un fuoco di paglia…
Grazie a tutti quelli che ci leggono, sostengono, aiutano.
Massimo
Spedizione in a.p. art.2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Milano
Commosso omaggio
a Nelson Mandela,
EssePiù
Bimestrale dell’ASA
Associazione Solidarietà Aids
Redazione:
Via Arena, 25 - 20123 Milano
Tel. 02-58.10.70.84 - Fax 02-58.10.64.90
su Internet http://www.asamilano.org
e-mail: [email protected]
Iscrizione al Registro della Stampa presso il Tribunale di Milano
n.499 del 01.08.1996
Direttore responsabile: Massimo Cernuschi
Redazione: Adriana Faggi, Flavio Angiolini, Alessandro Condina.
Collaboratori esterni: Roberto Mandelli.
Impaginazione: Andrea Porro
La responsabilità delle opinioni espresse in questo bollettino è dell’autore. Le
opinioni qui pubblicate non costituiscono necessariamente una presa di posizione dell’ASA. La posizione dell’ASA è espressa solo negli articoli firmati
con il nome dell’Associazione. Gli articoli qui pubblicati possono essere riprodotti parzialmente o integralmente a patto di citarne la fonte.
EssePiù viene stampato con il contributo di AbbVie S.r.l.
Più di cento leader stranieri, tra cui il
presidente degli Stati Uniti Barack
Obama e il premier italiano Enrico
Letta, hanno reso omaggio a Nelson
Mandela a Johannesburg il 10 dicembre scorso. Un estremo saluto commosso e sincero a un eroe dei nostri
giorni diventato emblema della lotta
per i diritti civili. La sua statura morale e politica ha affascinato non solo
le vittime di discriminazione e i difensori dei principi di libertà in tutto il
mondo, ma anche chi non era d’accordo con le sue idee, in patria e all’estero. Perché la sua storia pubblica,
iniziata con la ribellione (non pacifica) contro la segregazione razziale,
ha avuto un’evoluzione coerente con
i principi proclamati e “Madiba” ha
impedito che la vittoria conseguita si
trasformasse in guerra civile. Andato
al potere nel periodo di transizione
alla democrazia, la sua politica di riconciliazione con gli ex-nemici ha risparmiato al Paese gli scenari di vendette e stragi che si sono verificate in
altre realtà africane. Mandela ha anche riconciliato il Sudafrica con gli
stati esteri, garantendo la pace interna e buoni rapporti economici e diplomatici con il resto del mondo.
Intensa è stata anche la sua azione
nella lotta all’HIV/AIDS, patologia di
cui fu vittima uno dei suoi figli. In
questo ambito Mandela stimolò la ricerca scientifica, garantì un migliore
trattamento per le persone colpite
dall’Aids e diede grande importanza
alla prevenzione, finanziando molte
iniziative per educare i giovani alle
pratiche di sesso sicuro. Jonathan
Klein, direttore di “Friends of Global
Fight Against Aids, Tuberculosis and
Malaria”, ha definito il leader sudafricano “una leggenda vivente nella
lotta all’Hiv e all’Aids... La Campagna
46664 (numero di matricola di Mandela quando era carcerato) ha messo
in campo grandi concerti per catturare l’attenzione dei giovani e ispirare
una nuova generazione all’interesse
per la giustizia sociale e per la fine
delle epidemie di Aids”. Sfortunatamente proprio in quegli anni le infezioni da HIV sono dilagate in tutto il
continente e il Sudafrica ha registrato un forte aumento di infezioni, tuttora in crescita: secondo le stime delle Nazioni Unite, in tutto il paese il
tasso di infezioni da Hiv fra gli adulti
è passato dall’1% nel 1990 al 18% circa nel 2012, collocando il paese al
primo posto nel mondo per la presenza di persone sieropositive, a cui si
aggiungono ogni anno oltre 6 milioni
di nuove infezioni , di cui 410.000 riguardano i bambini da 0 a 14 anni.
Non mancano però dati confortanti:
nel 2012 la copertura di antiretrovirali è arrivata all’80% e la trasmissione
di Hiv da madre a figlio si è ridotta a
meno del 2%, mentre sul fronte della
ricerca gli studiosi sudafricani hanno
scoperto alcuni punti deboli del virus,
aprendo nuove strade per un futuro
vaccino.
La Redazione
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“TRAsMettere prevenzione”
in tram nel centro di Milano
åHa avuto grande successo l’iniziativa
“TRAsMsmettere prevenzione” organizzato da ASA il 30 novembre scorso, alla vigilia della Giornata Mondiale della Lotta all’-
per richiamare l’attenzione pubblica sulla
diffusione del virus HIV e ribadire l’obiettivo “crescita zero” delle infezioni. Così, oltre all’esposizione delle Coperte dei Nomi
da discoteca, un DJ e tanta musica per attirare l’attenzione di giovani e meno giovani. Dopo ogni sosta al capolinea di Porta
Genova, la vettura si è riempita di persone
che hanno percorso allegramente il tragitto testimoniando il loro sostegno alla causa della prevenzione. Una presenza significativa è stata quella dall’assessore milanese Pierfrancesco Majorino, salito a bordo
del tram per esprimere la solidarietà dell’amministrazione comunale. A terra, davanti allo stand allestito da ASA nel piazzale della stazione, alcuni membri di altre
associazioni hanno collaborato con i nostri
volontari nell’offrire ai passanti materiale
informativo e preservativi gratuiti. L’iniziativa inedita e di forte impatto ha suscitato
consensi anche a livello istituzionale e ha
ricevuto un riconoscimento del tutto eccezionale: la medaglia del Presidente della
Repubblica.
A. Faggi
HIV/AIDS 2013. Un evento-novità che ha richiesto un notevole impiego di energie al
fine di portare il messaggio di prevenzione
nel cuore di Milano, a bordo di uno storico
tram cittadino. L’idea è stata concepita per
dare più risonanza all’aspetto propositivo
della ricorrenza, che viene celebrata ogni
anno il primo dicembre in molti paesi del
mondo per esprimere solidarietà verso le
persone che vivono con l’AIDS, ma anche
ricamate dai parenti in ricordo delle vittime di Aids, questa volta l’associazione ha
voluto aggiungere un “super-evento” che
non potesse passare inosservato.
Il progetto è stato organizzato in collaborazione con ASL Milano, il Comune di Milano e ATM. Quest’ultima ha messo a disposizione una storica vettura, decorata su
tutti i lati con un banner sulla Giornata
Mondiale della Lotta all’Aids. A bordo, luci
Russia, nuovo ceppo di HIV
molto aggressivo
Un nuovo ceppo molto virulento del virus
HIV si sta diffondendo a ritmi rapidissimi in
Russia. Il sottotipo (noto come 02_AG/A) è
stato rilevato per la prima volta a Novosibirsk nel 2006 e causa oltre la metà delle
nuove infezioni da HIV in quell’area. I dati
diffusi dal Centro Federale Aids russo sono
allarmanti: le persone sieropositive che vivono nella regione di Novosibirsk sono passate da circa 2000 nel 2007 a 15000 nel 2012
e i responsabili del Dipartimento Infettivo
di Vektor temono che il nuovo ceppo virale
potrebbe essere il peggiore mai visto nel
Paese perché si diffonde molto più rapidamente dell’attuale ceppo leader in Russia.
Come gli altri, anche 02_AG/A si trasmette
attraverso i rapporti sessuali non protetti e
la condivisione di aghi, ma con una velocità
di trasmissione molto più rapida.
Il nuovo ceppo non è confinato solo in Siberia: nuovi casi sono stati rilevati anche
nel Sud della Russia, in Cecenia, in Kazakistan e in Kirghizistan. Secondo i dati delle
Nazioni Unite, l’Europa orientale e l’Asia
centrale sono le uniche regioni del mondo
in cui l’infezione da HIV è in aumento. Og-
gi in Russia le persone sieropositive sono
circa un milione (su una popolazione di
143 milioni di abitanti) e si stima che in
questo Paese nel 2020 moriranno circa 20
mila persone al mese a causa dell’Aids. Le
cause del forte incremento della mortalità,
secondo un rapporto dell’Onu, sono soprattutto la mancanza di fondi destinati
alla prevenzione e la bassa copertura dei
servizi per il trattamento dell’HIV e dell’Aids.
Fonte: Corriere della Sera, 1/9/2013
2 • NOVEMBRE - DICEMBRE 2013 • NUMERO 6 • ANNO XXII • EssePiù
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Diventare un genitore positivo:
opzioni riproduttive per le persone
con HIV
(Parte 3 - continua)
SE IL PARTNER
MASCHILE HA L’HIV.
L’opzione a più basso rischio è utilizzare lo
sperma che è stato in precedenza trattato,
“lavandolo”, per rimuovere il virus. L’HIV
non sembra infettare le cellule spermatiche
in sé stesse, ma piuttosto galleggia in forma di particelle virali libere o infetta altre
cellule presenti nel liquido seminale. I laboratori specializzati nel trattamento della
fertilità possono isolare le cellule spermatiche dal resto dello sperma, riducendo la
probabilità che la paziente sia esposta al virus HIV durante la fecondazione.
Per lavare lo sperma la maggior parte dei
laboratori utilizza un processo chiamato
centrifugazione in gradiente di densità. In
sostanza un tecnico pone un campione di
sperma nella parte superiore di una provetta contenente liquidi di varia densità, e
poi fa ruotare la provetta ad alta velocità
in una macchina chiamata centrifuga. Lo
sperma sano finisce nello strato più basso
di questo liquido, mentre gli spermatozoi
morti, i detriti e altre cellule rimangono
bloccati negli strati superiori.
In alcuni casi la centrifugazione in gradiente di densità è combinata con un secondo
tipo di lavaggio dello sperma, chiamato
“tecnica swim-up”. In questo caso, lo sperma lavato viene collocato in un piatto e
coperto con uno strato di terreno di coltura fresco, un liquido o gel utilizzato per
mantenere le cellule vive in laboratorio.
Solo lo sperma sano, quello che “si muove”, sarà in grado di nuotare nel nuovo
strato di coltura, lasciandosi dietro lo sperma non in movimento e le altre cellule.
Una volta che lo sperma è stato isolato dal
resto del seme, viene nuovamente verificata l’eventuale presenza di HIV. Se non si
evidenzia presenza del virus, lo sperma
può essere utilizzato per la IUI (inseminazione intrauterina) o per la fecondazione
in vitro (IVF), in cui gli ovuli maturi sono
tolti dalle ovaie di una donna e combinati
con seme preparato in laboratorio. La fecondazione avviene all’esterno del corpo
della donna, poi l’embrione fecondato viene ricollocato nel suo utero.
La fecondazione in vitro può essere combinata con un processo chiamato iniezione
intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI)
nella quale un singolo spermatozoo viene
inserito direttamente all’interno di un ovulo. Poiché viene utilizzato solo un singolo
spermatozoo in una piccola frazione di liquido seminale, alcuni ricercatori pensano
che il lavaggio dello sperma combinati con
ICSI comporti in assoluto il più basso rischio di trasmissione dell’HIV.
Tuttavia, IVF e ICSI portano con sé altri rischi. L’ICSI è normalmente usata per il trattamento di uomini con infertilità, i cui
spermatozoi non sanno muoversi in modo
indipendente verso l’ovulo; per le coppie
normalmente fertili l’IVF e l’ICSI comportano maggiori probabilità di gravidanza gemellare e parto pre-termine.
trambi i partner hanno altri problemi che
possono influenzare la loro fertilità, come
la scarsa motilità degli spermatozoi o le tube di Falloppio bloccate. L’assicurazione copre raramente i trattamenti per la fertilità,
indipendentemente dal fatto che siano necessari a causa di infertilità o per proteggere un partner negativo da HIV. “La maggior
parte dei pazienti che vedo non hanno
un’assicurazione che copre il trattamento,
e pagare di tasca propria è proibitivo”, ha
detto lo specialista di HIV e ostetrico ginecologo Gist Jean Anderson, che dirige il
Programma di Salute delle Donne HIV presso la Johns Hopkins School of Medicine.
Anche se una coppia ha abbastanza soldi
per pagare di propria tasca questi servizi, a
volte deve recarsi lontano da casa per trovare una clinica per il trattamento. Anche
se il lavaggio dello sperma viene eseguito
di routine prima dell’inseminazione artificiale per le coppie senza HIV, molte cliniche non sono disposte a trattare lo sperma
proveniente da donatori sieropositivi.
“Quello che voglio dire è che non hanno
esperienza”, ha detto Anderson. “Queste
cliniche sollevano preoccupazioni teoriche
sulla potenziale contaminazione incrociata
e asseriscono di aver bisogno di sistemi di
laboratorio duplici.”
Sia l’American Congress of Obstetricians
and Gynecologists (ACOG) sia l’American
Society for Reproductive Medicine (ASRM)
affermano che non è etico negare i servizi
alle persone sieropositive. L’ASRM avverte
inoltre che rifiutare il servizio a una coppia
HIV positiva potrebbe addirittura essere illegale, dal momento che le persone con
HIV sono protette dall’Americans with Disabilities Act, che dà diritto ai servizi medici
a meno che un medico possa dimostrare
“con una prova scientifica oggettiva” che
il trattamento potrebbe rappresentare un
“significativo rischio” di infezione.
“Molte persone hanno aggirato il problema sviluppando una sorta di collegamento
con un altro programma di lavaggio dello
sperma, di modo che possano essere correttamente indirizzate”, ha aggiunto Anderson. “Ma può accadere che non possano essere seguite nelle vicinanze del luogo
in cui vivono. Qui a Baltimora, per esempio, devo indirizzarle a persone della Columbia a New York.”
Fino a poco tempo fa, di fatto, in molti stati le leggi vietavano alle cliniche della fertilità di utilizzare seme proveniente da uomini sieropositivi. Per esempio, la legge
della California afferma che un tessuto
non può essere trapiantato nel corpo di
un’altra persona fino a quando non è stato
testato ed è risultato HIV negativo. Questa
misura ha impedito a uomini HIV positivi
di accedere a qualsiasi tipo di tecnologia di
riproduzione assistita fino al 2007, quando
il Senato della California ha approvato una
deroga per consentire il lavaggio dello
sperma alle le coppie sieropositive.
Gli uomini gay HIV positivi che desiderano
concepire un bambino con una madre “in
affitto” possono incontrare ulteriori sfide.
Per esempio le cliniche della fertilità che
servono abitualmente i clienti sieropositivi,
potrebbero non essere disposte a inseminare un madre “in affitto” con lo sperma
di un donatore sieropositivo. Tuttavia, almeno un’agenzia di maternità “in affitto”
negli Stati Uniti ha un programma specifico per gli uomini HIV positivi, e ha riferito
di più di una dozzina di gravidanze andate
a buon fine negli ultimi anni.
possono permettersi di pagare i servizi di
assistenza alla riproduzione o non vivono
vicino a un centro di questo tipo, i medici
sono alla ricerca di opzioni meno costose
per ridurre il rischio di trasmissione orizzontale tra le coppie che cercano di concepire.
Oltre alle raccomandazioni generali per
tutte le coppie sierodiscordanti (riduzione
dei rapporti non protetti al solo momento
del ciclo in cui la donna è fertile, azzeramento della carica virale del partner sieropositivo e trattamento di entrambi i partner contro le infezioni del tratto genitale),
non vi sono prove che trattare il partner
sieronegativo con antiretrovirali possa aiutare a prevenire la trasmissione durante i
tentativi di concepimento. La strategia della profilassi pre-esposizione (PREP) si basa
sul concetto che l’assunzione di farmaci
antiretrovirali prima di un’esposizione HIV
possa impedire l’attecchimento del virus.
Il primo risultato secondo cui il metodo di
profilassi pre-esposizione su esseri umani
può essere positivo, è arrivato nel 2010
dallo studio iPREX, il quale constatò un calo del 44% delle nuove infezioni da HIV
nel gruppo di studio che assumeva i farmaci antiretrovirali Tenofovir (Viread) ed emtricitabina (Emtriva) combinati nella pillola
Truvada, rispetto al gruppo trattato con
placebo. Inoltre le nuove infezioni si ridussero fino al 73% tra i partecipanti che più
strettamente aderirono al regime tenofovir/emtricitabina e assunsero la pillola quasi ogni giorno durante il periodo di studio.
“Una delle ragioni per cui si utilizza Truvada è che, in primis, ha un’emivita un po’
più lunga,” ha detto Anderson, “e inoltre
sembra che si concentri nel tratto genitale,
luogo dove può avvenire la trasmissione
del virus per via sessuale.”
Per quanto questi risultati della ricerca siano certamente notizie bene accolte, bisogna considerare che i partecipanti allo studio iPREX erano tutti uomini che avevano
rapporti con altri uomini e donne transgender. Non è ancora noto se il Tenofovir e
il Truvada abbiano lo stesso effetto protettivo anche nei corpi biologicamente femminili e possano contribuire a bloccare l’infezione da HIV durante il sesso vaginale; i
risultati di studi recenti sono stati discordanti. (Parte 3 - continua)
Hadley Leggett, BETA, 2011;
Ascolto
psicologico
La sieropositività è una
patologia con importanti
risvolti psicologici,
difficili da capire e da
COSTO E ACCESSO
affrontare. Un
In Italia il costo è quello dei ticket sanitari
professionista
serio può
sulle prestazioni alla persona senza Hiv,
aiutare a star meglio.
mentre le persone sieropositive sono esenti. Negli Stati Uniti, purtroppo, il costo dei
ASA offre alle persone
servizi di riproduzione assistita può essere
sieropositive un servizio
proibitivo per molte persone. Un ciclo di lavaggio dello sperma con IUI può costare
psicologico specifico.
centinaia di dollari, e il lavaggio dello sperPer informazioni
ma con ICSI può arrivare a diverse migliaia
PROFILASSI
di dollari o più per ciclo. Potrebbero essere
chiamare
il numero
PRE-ESPOSIZIONE
necessari diversi cicli affinché il trattamento sia efficace, soprattutto se uno o en- Poiché molte coppie sierodiscordanti non 02/58107084 (ore 10-18).
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Il preservativo del
futuro sponsorizzato
da Bill Gates
Potrebbe avere i giorni contati il tradizionale condom in lattice, spesso snobbato perché considerato incompatibile
con il piacere sessuale. Al suo posto potrebbe arrivare presto un nuovo prodotto con qualità eccezionali sia in termini
di resistenza che in tema di sensibilità.
Lo studio del progetto si deve ai ricercatori dell’università di Manchester, premiati con un assegno di centomila dollari dalla fondazione Bill & Melinda Gates
Foundation. E lo stesso Bill Gates si è
spinto anche più in là dicendosi disposto
a finanziare chiunque sia in grado di
mettere a punto un profilattico capace
di garantire le sensazioni che sembrano
precluse con i normali condom. Un’iniziativa apprezzata da molti, visto che
negli ultimi decenni i miglioramenti tecnologici sono stati pochi, nonostante gli
utilizzatori siano circa 750 milioni e ogni
anno si producano circa 15 miliardi di
profilattici nel mondo.
Il grafene, per chi non lo conoscesse, è
un materiale resistentissimo che può essere reso estremamente sottile, ma soprattutto è un buon conduttore di calore, caratteristica che ridurrebbe la perdita di sensibilità prodotta dai preservativi
convenzionali. La parte più impegnativa
della ricerca sarà quella di trasformare il
grafene in un materiale con i requisiti di
sicurezza e di sensibilità ipotizzati.
Finanziando l’avveniristico “profilattico
2.0”, Bill Gates intende innanzitutto immettere sul mercato un nuovo prodotto
con alte prestazioni in grado di convincere perfino i più refrattari a usare il
preservativo. Ma il vero obiettivo è ancora più ambizioso: riuscire a “convertire” all’uso del profilattico anche gli abitanti dei paesi africani, dove le pratiche
di sesso sicuro potrebbero ridurre in modo consistente le infezioni da HIV e i casi
di AIDS dovuti ai rapporti sessuali non
protetti.
Tel Aviv, nuove infezioni
causate da droghe per via iniettiva
A Tel Aviv (Israele) si sta diffondendo su larga scala di un’infezione primaria da HIV fra
persone che assumono sostanze psicoattive
per via iniettiva. L’epidemia è favorita dalla
facile reperibilità di alcune sostanze stupefacenti vendute a buon mercato. Il timore è
che il fenomeno si estenda all’Europa. L’allarme è stato lanciato in ottobre a Bruxelles durante la 14ma conferenza dell’EACS
(European AIDS Clinical Society), dove è
stato ribadito l’alto rischio legato allo
scambio di siringhe usate e non sterilizzate.
Rischio non solo per l’infezione da virus
HIV, ma anche per altre infezioni a trasmissione ematica, come l’epatite B e C.
Fino allo scorso anno, i programmi di
scambio siringhe e terapie sostitutive per la
dipendenza da oppiacei avevano contribuito a mantenere stabili i tassi di trasmissione
dell’HIV tra i consumatori di droghe iniettive. Dal giugno 2012, invece, le nuove infezioni sono tornate ad aumentare. La causa
sembra essere legata al consumo di uno stupefacente molto economico, noto in Israele
con il nome di ‘hagitat’, un derivato del catinone mescolato alla buprenorfina, un farmaco impiegato nel trattamento della dipendenza da oppiacei. Nessuna nuova infezione si è invece verificata tra coloro che
hanno continuato a consumare solo eroina.
Secondo i dati raccolti dall’Università di Tel
Aviv e dal Ministero della Salute di Israele,
il tasso di nuove infezioni diagnosticate è
aumentato di sei volte dal maggio 2012 all’aprile 2013 e nei pazienti si riscontrano
frequenti gravi co-infezioni da epatite C e
B e co-infezioni batteriche, che spesso causano il ricovero ospedaliero.
Anche nel Regno Unito la popolazione
omosessuale con nuova diagnosi da HIV rivela un crescente uso di nuove sostanze
psicoattive e un ritorno al consumo collettivo, associato a comportamenti ad alto rischio nella sfera sessuale.
In Italia il Dipartimento Politiche Antidroga
ha elaborato un Piano di Azione Nazionale
per la prevenzione della diffusione delle
Nuove Sostanze Psicoattive (NSP). Questo
mercato usa principalmente Internet per la
pubblicizzazione delle offerte, per la raccolta degli ordini e per i pagamenti mediante
credito elettronico e invia i prodotti a domicilio utilizzando i normali corrieri postali. Il
Sistema Nazionale di Allerta Precoce ha già
rilevato circa 70 casi di intossicazione acuta
correlata all’assunzione di NSP che hanno
avuto bisogno di cure intensive presso i centri di pronto soccorso.
Adriana
Aggiornate
le linee guida
di IDSA
per curare
i pazienti HIV+
Un gruppo di esperti dell’ISDA (Medicine
Association of the Infectious Diseases Society of America) ha recentemente pubblicato online un aggiornamento delle linee guida pubblicate nel 2009, relative
alla gestione dei pazienti affetti da HIV.
L’aggiornamento si è reso necessario perché di recente sono state messe in commercio nuove classi di medicinali antiretrovirali e le condizioni di vita dei pazienti sieropositivi risultano complessivamente migliorate. In generale, infatti,
quasi l’80% dei pazienti americani affetti
da HIV ha il virus sotto controllo, con minori rischi di sviluppare complicanze e
con aspettative di vita più lunghe. Per tale ragione essi presentano sempre più
frequentemente i comuni problemi di salute che caratterizzano di norma il resto
della popolazione.
Nell’aggiornamento delle linee guida si
sottolinea la necessità che il livello di
concentrazione del virus venga controllato ogni 6-12 mesi, e non più ogni 3-4 mesi come raccomandato in precedenza.
Inoltre si invitano i medici generici a tenere sotto controllo il livello di colesterolo e trigliceridi dei pazienti affetti da HIV
per il maggior rischio che questi raggiungano valori troppo elevati a causa della
terapia antiretrovirale oltre che per fattori di rischio più generali, quali il fumo
e una dieta troppo ricca di grassi insaturi.
Si raccomanda inoltre che i pazienti sieropositivi si sottopongano a controlli periodici per il diabete, l’osteoporosi, il
cancro al colon e che questi soggetti siano vaccinati contro le infezioni da pneumococco, influenza, varicella ed epatite
di tipo A e B. Altra novità è la presenza
di una più estesa sezione dedicata alle
malattie sessualmente trasmissibili quali
la Clamidia e il Trichomonas vaginalis.
Con tali indicazioni i ricercatori intendono fornire un valido aiuto ai medici infettivologi e ai medici generici affinché
siano sempre informati sulle problematiche che potrebbero colpire questa tipologia di pazienti e possano avere una visione più completa possibile della patologia.
Fonte:
HIV Medicine Association
of the Infectious Diseases
Society of America
Notizie dal Mondo
della ricerca
PROBLEMI CON LE DROGHE?
COME EVITARE I RISCHI
Nella sezione “Brevi dal mondo della ricerca” abbiamo
deciso di riportare delle note sintetiche sugli effetti
delle sostanze psicoattive più in uso attualmente, soprattutto per degli incontri di “chemsex”. L’obiettivo è
quello di fornire informazioni su effetti collaterali e rischi legati al consumo di tali sostanze. I suggerimenti
sotto riportati sono tratti da un piccolo manuale realizzato da gruppi anti-HIV svizzeri (www.know-drugs.ch).
CONSIGLI GENERALI
Il primo consiglio è di farne a meno. Una sessualità
consapevole e più attenta al rapporto umano e non
A cura di M. Cernuschi
alla “macelleria sessuale” è quanto di meglio ci possa
essere. Cosa resta di un’ammucchiata da strafatti?
Non è meglio conoscersi da lucidi?
Il consumo di droghe modifica le percezioni e gli effetti possono anche essere negativi. Per questo devi
informarti e cercare di non utilizzarle da solo, soprattutto quando le usi per la prima volta. Se poi sei con
qualcuno che conosci bene, ancora meglio. Se sorge
un problema, non esitare a chiedere aiuto, non vergognarti di far vedere che stai male. Cerca di discuterne
con calma e con qualcuno che ti possa rassicurare. Esci
all’aperto a respirare aria pulita, ma copriti bene e
non prendere freddo. Se te ne vai, informa qualcuno.
Se senti di stare peggio, chiama la guardia medica o
un’ambulanza, o fatti accompagnare al Pronto Soc-
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USA, al via i trapianti
di organi tra pazienti
sieropositivi
Gli Stati Uniti stanno per dare il via ai trapianti di organi tra pazienti infetti. La legge, approvata dai rami legislativi statunitensi e firmata da Obama in novembre,
chiede al governo di definire le linee guida
per un prossimo studio di trapianti “da positivo a positivi”. Questo passo contribuirà
a rispondere in modo più efficiente alla
domanda di donatori di organi negli USA,
dove oltre 120.000 persone sono attualmente in lista d’attesa per un trapianto. In
questa lista sono presenti anche persone
affette da HIV, che oggi vivono più a lungo
di un tempo grazie all’efficacia dei farmaci
antiretrovirali e di altre cure sperimentali.
Ma molti pazienti sieropositivi (circa un
quarto) sono affetti anche da Epatite C,
che in casi estremi genera il progressivo logoramento di tale organo e la conseguente necessità di un trapianto di fegato.
Questo tipo di trapianti non potrà entrare immediatamente a far parte delle normali procedure ospedaliere. È infatti necessario stabilire una serie di linee guida
etiche e cliniche che tutte le categorie interessate dovranno valutare attentamen-
te. Va detto, però, che il trapianto di organi infetti ha già dei precedenti, tra cui
il chirurgo Elmi Muller dell’Università di
Città del Capo, in Sud Africa, dove le persone sieropositive sono circa il 20% della
popolazione, ma il loro bisogno di nuovi
reni viene assolutamente ignorato. Dal
2008 Muller ha realizzato circa 26 trapianti di rene da positivo a positivi, con
solo due casi a esito negativo.
Nonostante il risultato soddisfacente di
questa e altre esperienze, gli esperti ritengono che prima di procedere siano necessarie ulteriori ricerche sulla sicurezza e sull’efficacia dei trapianti da donatori HIV+,
in modo da eliminare i possibili rischi e individuare le procedure cliniche più idonee.
In particolare vanno approfonditi gli studi
sulle possibili “superinfezioni” generate
dall’acquisizione di un secondo ceppo virale proveniente dall’organo trapiantato e
sulle interazioni tra farmaci antiretrovirali
e farmaci anti-rigetto somministrati ai pazienti dopo il trapianto.
Fonte: http://www.theverge.com
Muore suicida
Stephen Crohn,
l’uomo immune all’HIV
Il 23 agosto scorso Stephen Crohn si è
tolto la vita. Aveva 66 anni, era artista,
scrittore e giornalista ed era stato
considerato dagli scienziati un vero e
proprio mistero perché risultava immune all’HIV. La storia che aveva fatto
parlare di lui era iniziata nel 1978,
quando il suo compagno Jerry Green
aveva contratto il virus. Crohn lo curò
fino al 1982, quando Green morì di
Aids. La stessa malattia nel corso degli
anni si portò via diversi amici dell’artista newyorkese che, pur essendo sessualmente attivo, non divenne mai sieropositivo. Consapevole della sua atipicità, decise di collaborare con i medici e, dimostrando un coraggio non comune, accettò di esporre i propri globuli bianchi al virus HIV con una concentrazione migliaia di volte superiore
a ciò che normalmente accade nell’organismo umano. Ma anche in quel caso Crohn non contrasse il virus. Studiando il suo DNA gli scienziati notaro-
no una anomalia genetica (chiamata
mutazione delta-32 nel gene CCR5)
che lo rendeva immune. Grazie allo
studio scientifico del suo particolare
“errore” genetico, i ricercatori hanno
potuto formulare un farmaco, il Maraviroc, che blocca il recettore CCR5 nei
soggetti infettati dal virus, impedendo
alla malattia di evolversi.
Da tempo Crohn soffriva di una profonda depressione. “La famiglia era la
cosa più importante per lui - ha scritto
la sorella Carla Crohn Friedman. - Adorava essere lo zio di tutti i suoi numerosi nipoti. Era spiritoso, divertente e
affascinante. Era brillante e aveva talento in tutto. Ora è in pace e con le
persone che amava così tanto su questa terra”.
corso più vicino.
Cosa significa aver dei problemi? Tachicardia,
affanno, paura, per esempio. Ma anche alterazioni dei rapporti con gli altri (irritabilità, aggressività) o problemi di concentrazione a
scuola o sul lavoro. Accetta di farti aiutare dai
medici: medico di base, psichiatra o esperto di
dipendenze.
fatto alla polizia, anche se questo può risultarti difficile.
SESSO, DROGHE E RISCHI.
Le droghe possono dare, durante rapporti sessuali, effetti intensificanti o disinibenti. Questi
effetti possono essere vissuti positivamente,
ma portano anche dei rischi, specialmente dopo un utilizzo massiccio o in caso di policonsumo (diverse droghe nello stesso periodo). In
questo modo puoi fare cose che normalmente
non faresti e soprattutto è facile abbandonare
la strada del sesso sicuro (con conseguente rischio di contrarre malattie infettive). Non cedere a persone che insistono contro la tua volontà. In caso di violenza, denuncia sempre il
Fonte:
www.repubblica.it, 17/09/2013
COCAINA
Si tratta di una polvere bianca o giallastra derivata dalle foglie di coca. Di solito si sniffa,
ma può anche essere fumata (crack) o iniettata in vena.
Effetti: costrizione dei vasi sanguigni, tachicardia, aumento della pressione arteriosa. Scomparsa del senso di fatica, fame, sete. Euforia,
sensazione di potenza, sicurezza di sé, bisogno di muoversi e parlare, perdita delle inibizioni e delle paure, riduzione del senso critico.
In fase di “down”: stanchezza, depressione,
ipersensibilità, ansia e dipendenza (bisogno di
farsi nuovamente). Inizio dell’effetto: 2-3 minuti dopo la sniffata, immediatamente dopo
aver fumato. Durata: se sniffata 30-90 minuti,
se fumata 5-20 minuti.
Effetti collaterali: disturbi del sonno, cattivo
umore, ansia, aggressività, stato delirante, de-
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(lunedì - venerdì, ore 10-18 );
amministrazione@asa
milano.org
pressione, disturbi della memoria e della concentrazione, tremori, crampi, contrazione delle coronarie (con possibilità di infarto) o ischemia cerebrale. Se fumata, ci possono essere
anche danni polmonari per i residui della combustione. In associazione all’alcool gli effetti
su cuore e cervello sono amplificati.
Ridurre il rischio: la dipendenza psichica è
molto comune; meglio fare dei periodi senza
utilizzarla. Usala solo in occasioni molto particolari. Usane poca e non frequentemente. Bevi acqua e respira aria pulita. Mangia bene prima di farti, non usarla a stomaco vuoto. Sniffa
sicuro (solo con la tua cannuccia) e fai sesso sicuro. Fumarla o iniettarsela aumentano i rischi. Le persone che hanno problemi cardiaci o
circolatori, asma, problemi epatici o ipertiroidismo non devono assolutamente usarla. Molto pericolosa anche per chi soffre di epilessia.
Non va usata insieme all’ecstasy o a farmaci
che aumentano la pressione sanguigna.
(1 - continua)
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Scritture
CONTRARRE IL VIRUS ALLA
SOGLIA DEI SESSANT’ANNI.
TERAPIA E VOLONTARIATO
PER GUARDARE LA VITA
CON OCCHI NUOVI.
Non è raro contrarre il virus HIV in età non
più giovane. La mia esperienza lo dimostra. Era il 2001, avevo 59 anni ed ero andato da poco in pensione. Ho avuto il sospetto di essermi infettato perché ho avuto una serie di problemi, febbriciattola,
macchie sul corpo, candida e l’herpes. La
concomitanza di questi anomalie mi ha insospettito, perché ero abbastanza informato delle conseguenze dell’HIV. Avevo
amici sieropositivi con cui si parlava di sintomi conseguenti al virus. Adottavo anche
misure di precauzione e protezione, ma
non è stato sufficiente, evidentemente.
Avendo capito dai sintomi che potevo aver
contratto l’HIV, ho fatto il test, che ha dato
esito positivo (come sospettavo).
È stato davvero un brutto colpo. Anche se
avevo messo in conto che sarebbe potuto
accadere, sono entrato ugualmente in stato di agitazione, anche perché allora non
conoscevo l’efficacia dei nuovi farmaci. Così mi aspettavo di finire in un giro di tormenti che sarebbe continuato per tutta la
vita, come stava accadendo ad alcuni amici
che erano in condizioni gravi o come era
successo ad altri che erano morti di Aids. I
primi mesi sono stati quindi un tormento:
non sapevo come sarebbe stata la mia vita
e quanto sarebbe durata.
Dopo pochi mesi sono entrato in terapia
antiretrovirale e, volendo acquietare le ansie, ho cercato un valido punto di riferimento per ottenere informazioni precise e
qualcuno con cui condividere l’esperienza
e da cui avere consigli. Mi sono rivolto
quasi subito all’ASA, che già conoscevo
perché c’ero stato per chiedere informazioni per conto di un mio amico sieropositivo. E cosi ho iniziato a frequentare l’associazione da diretto interessato.
In ASA ho potuto subito usufruire di un
buon servizio di councelling, poi sono entrato in un gruppo di auto aiuto e contemporaneamente ho iniziato a fare il volontario nella stessa ASA.
Il gruppo di auto aiuto è mi è stato molto
utile. Lì cercavo delle risposte a dubbi e
domande concrete sul modo migliore per
affrontare le diverse problematiche legate
all’HIV. Ci si riuniva una volta alla settimana in piccoli gruppi, da cinque a otto persone, cui si poteva partecipare dopo un in-
contro con lo psicologo e con un facilitatore. Quest’ultimo guidava il gruppo e gestiva il rapporto tra i presenti, aiutando ciascuno a esprimersi liberamente e ad acquisire utili informazioni dall’esperienza di altri. È stata un’ottima occasione per conoscere altre persone con lo stesso problema
e sostenerci a vicenda.
Lo stato di ansia è durato circa sei mesi.
Presto ho potuto constatare che la terapia
funzionava. I sintomi sono scomparsi e mi
sono calmato. Questo mi ha permesso di
vedere l’HIV in una prospettiva nuova che
riguardava molti aspetti della mia vita. Dovendo fare i conti con il virus, ho imparato
a vivere in modo più regolare e più sano,
cosa che mi ha permesso di non avere più
sintomi e addirittura di tornare in buona
forma. Così, come dico spesso, sono diventato “positivo” due volte! Di fatto è cambiato il mio modo di affrontare la vita e i
problemi, il valore dato alle persone e alle
cose. Prima vivevo in modo più materiale
ed egoistico, i problemi degli altri non li
vedevo o li evitavo. Però quando una grossa difficoltà ti tocca direttamente, allora
guardi tutto in modo diverso. Impari a vedere gli aspetti della vita in modo più profondo e concreto. L’esperienza di una malattia che avrebbe potuto sviluppare conseguenze fatali, mi ha fatto guardare il
modo di vivere in modo diverso. Per questo ho iniziato a fare il volontario in ASA.
Qui ho imparato cose nuove, per esempio
a confrontarmi con gli altri, a sapere cosa
fare di fronte a una persona che soffre, a
capire quando uno ha dentro una grande
rabbia per la sua sofferenza, a essere paziente con tutti e, se e quando è possibile,
ad aiutare chi ha bisogno. Ma ho anche
appreso nuove conoscenze pratiche di
grande utilità: ho imparato a usare il computer e a conoscere e coltivare nuove amicizie, che proseguono ancora oggi.
Sul fronte della terapia sono stato molto
“fortunato”, se così si può dire parlando di
una malattia importante. Non ho mai avuto problemi con i farmaci antiretrovirali:
ne ho sempre dovuti prendere pochi e non
ho avuto effetti collaterali. Altro aspetto
positivo, a mio parere, è che ho contratto
l’infezione quando ero già in pensione.
Questo mi ha permesso di affrontare senza
stress tutto quello che era necessario fare
per tenere sotto controllo la malattia: cure, controlli clinici, gruppi di auto-aiuto e
altro ancora. Così ho potuto riprendere in
mano la mia vita seguendo i tempi e i ritmi
più adatti alle mie esigenze.
Meno positiva è stata la situazione sul ver-
sante affettivo. Da giovane non sono riuscito a crearmi una relazione che durasse
più di 4 o 5 anni, poi quando si invecchia
tutto diventa più difficile o quasi impossibile, specialmente se sei sieropositivo, ma
oramai non ci penso più. Il mio problema
adesso è cercare di vivere gli anni che mi rimangono in modo sereno e possibilmente
in sufficiente salute. Comunque ho sempre
i miei famigliari e gli amici con cui condivido molti momenti di buona compagnia. E
quando posso mi concedo delle vacanze.
Quanto alle strutture sanitarie, la mia
esperienza è stata generalmente buona,
anche perché, una volta iniziata la terapia,
non ho più avuto problemi con l’HIV. Posso
dire che ultimamente la situazione mi sembra cambiata, ma credo che la causa principale sia dovuta alla crisi economica che
condiziona le ASL, oltre al fatto che i nuovi
farmaci sono più efficaci nel normalizzare
la patologia. Ora i pazienti HIV sono trattati come gli altri ammalati di malattia cronica, mentre una volta erano seguiti con
un’attenzione particolare. Ma anche oggi,
in caso di problemi seri, vengono prontamente curati.
A volte ho pensato alla differenza tra la
mia esperienza e quella delle persone sieropositive più giovani. “Col senno del poi”
posso dire che scoprirsi HIV positivi in età
non più giovane è meno drammatico di
quando accade a vent’anni. Innanzitutto
perché buona parte del cammino è compiuto e le aspettative future sono meno
pretenziose. In secondo luogo perché con i
nuovi farmaci si può sperare quasi certamente, di non morire di AIDS, ma più probabilmente di qualche malattia causata
dalla vecchiaia, che prima o poi ci tocca!
Facciamo gli scongiuri.
Molti giovani, comunque, per quanto ho
potuto constatare come volontario in ASA,
non sembrano consapevoli dei pericoli che
derivano dal fare sesso non protetto, quali
l’HIV e tante altre malattie sessualmente
trasmissibili. Non sono sufficientemente
sensibilizzati. A scuola si fa educazione sessuale, ma raramente si mettono in rilievo i
rischi dei rapporti sessuali non protetti.
Tanto meno se ne parla tra genitori e figli.
Più che ai giovani, lancerei un messaggio
ai medici di famiglia. Dovrebbero essere
loro a consigliare e prescrivere il test per l’HIV, come fanno per le epatiti o altre malattie veneree, almeno fino a quando la ricerca avrà trovato un vaccino in grado di
sconfiggere il virus in modo definitivo. Cosa che mi auguro avvenga presto.
UBY
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Questo progetto è promosso dalla Consulta delle Associazioni per la lotta contro l’AIDS
e finanziato dal Ministero della Salute, e offre a tutti un’opportunità
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Per informazioni sui giorni fissati per la somministrazione del test,
chiama la segreteria di ASA al numero 02/58107084 oppure vai sul sito www.asamilano.org
6 • NOVEMBRE - DICEMBRE 2013 • NUMERO 6 • ANNO XXII • EssePiù
EssePiu?_2013_6:EssePiù
21-12-2013
18:19
Pagina 7
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EssePiù • ANNO XXII • NUMERO 6 • NOVEMBRE - DICEMBRE 2013 • 7
EssePiu?_2013_6:EssePiù
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Le attività
dell’ASA
• Centralino informativo: 02/58107084, con il coordinamento dell’ISS/Ministero della Salute (progetto Re.Te.AIDS), lunedì - venerdì, ore 10 - 18.
• ASA Mobile: servizio di accompagnamento rivolto a persone sieropositive che devono recarsi in
ospedale per visite o cure in day hospital.
• Counselling vis-à-vis e consulenza psicologica per
persone sieropositive, partner e parenti.
• Internet: www.asamilano.org, sito istituzionale;
www.testami.it, portale dedicato alla somministrazione del test HIV a Milano e Provincia;
www.schivami.it,
sito
di
e-learning
per conoscere tutte le regole della prevenzione;
facebook, per simpatizzare con noi ed essere
sempre aggiornati sulle le nostre iniziative.
• Gruppo The Names Project: decorare, ricamare,
dipingere una coperta per ricordare un affetto
perduto e superare il dolore insieme agli altri. Le
coperte sono esposte ogni anno durante la Giornata Mondiale contro l’AIDS.
• International AIDS Candlelight Memorial, fiaccolata commemorativa in memoria delle vittime
dell’AIDS, ogni anno a primavera.
• Gruppo scuole: interventi di informazione e prevenzione nelle scuole.
• Banchetti: diffusione di materiale informativo
nei luoghi di aggregazione.
• Gruppo carcere: iniziative di informazione e prevenzione nel carcere di San Vittore.
• EssePiù: bimestrale di informazione e riflessione
rivolto a persone sieropositive e chiunque desideri saperne di più.
• bASAr: mercatino di beneficenza per la raccolta
fondi a sostegno delle attività dell’Associazione:in Via Arena 25, Milano, ogni secondo sabato
del mese dalle 10.00 alle 18.00, e da lunedì a venerdì, ore 14 - 18.
• Asta permanente di ASA su eBay, nell’area Aste
di beneficenza: vendita settimanale di abbigliamento e oggetti per raccogliere fondi a sostegno
di progetti e attività.
• HIV a Quattr’Occhi: serata informativa a cadenza
mensile dedicata soprattutto a chi ha scopertoda
poco di essere sieropositivo, per dialogare e ricevere informazioni da qualcuno che non sia un infettivologo o uno psicologo.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI SULLE NOSTRE
ATTIVITÀ: tel 02/58107084; mail:
[email protected] – facebook: Asa Onlus
HIV a
Quattr'Occhi
Continua la serie di incontri
informativi sull’HIV tenuti dai volontari
di ASA e rivolti a chi ha scoperto da
poco di essere sieropositivo, ma
anche a chi vive con il virus da tempo
e vuole condividere esperienze e
informazioni con altri. Un
appuntamento mensile per affrontare
domande, dubbi e timori in un clima
confidenziale e accogliente. Prossimi
incontri: 14 Gennaio, 11 Febbraio, 11
Marzo, 8 Aprile 2014 - ore 20.30. Per
informazioni: 02/58107084 www.asamilano.orgSul sito ufficiale di
ASA (www.asamilano.org) puoi trovare
i nostri riferimenti in rete.
Il piacere
di dare
classici, sportivi o
di tendenza
LE DATE DEL bASAr
11 GENNAIO
8 MARZO
DALLE ORE
8 FEBBRAIO
12 APRILE
10,30
ALLE
18,00
Il bASAr è il mercatino solidale di ASA che serve a
finanziare l’associazione. Puoi trovarci un po’ di
tutto: libri, oggetti per la casa, borse, cappelli,
scarpe e abiti, nuovi e usati, che puoi portare a
casa con una piccola offerta. Ti aspettiamo ogni
secondo sabato del mese in via Arena 25, a
Milano! Aperto anche nei giorni feriali (da lunedì
a venerdì, ore 14-18). E ricorda che il mercatino ha
anche bisogno di generosi donatori. Sostieni ASA
regalando al bASAr libri e oggetti che non ti
servono più o abiti che non metti da tempo!
Chiamaci allo 02/58107084 o inviaci una mail
([email protected]).
Progetto
Externa
Con il contributo di ViivHealthcare
‘EXTERNA’ è lo sportello
di counselling settimanale,
presso l’ospedale San Raffaele Centro San Luigi per la Cura
e la Ricerca per le patologie HIV
correlate (Via Stamira
D’Ancona 20 – Milano).
Un operatore è a disposizione
dei pazienti che desiderino
confrontarsi e ricevere supporto.
Per informazioni: 02/58107084
(lunedì-venerdì, ore 10 - 18).
ASA
Corsi e benessere
CORSO DI YOGA
Mercoledì e Giovedì ore 19,00
MASSAGGI SHIATSU
Su appuntamento
PER INFORMAZIONI
lun/ven dalla ore 10 alle ore 18
tel. 02/58107084
www.asamilano.org [email protected]