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Ha
toccato il traguardo dei 5 mila interventi realizzati
il Centro per la procreazione medicalmente assistita dell’Istituto Clinico Città di Brescia diretto dal Dott.
Carlo Gastaldi. Un traguardo importante che ha consentito
la nascita di 1.230 bambini, ridando speranza a tante coppie con problemi di infertilità.
Si calcola che il 2-3% dei nati in Italia e nel mondo sia stato
concepito grazie a tecniche di fecondazione assistita –
come la FIVET e l’ICSI – che sono ormai diventate procedure di routine e raggiungono successi sempre più elevati.
Il settore della crioconservazione è in continua evoluzione,
da circa sei mesi alla Città di Brescia si utilizza anche una
tecnica di ultima generazione, detta di “vitrificazione”, che
prevede, al posto del tradizionale congelamento lento, un
sistema di congelamento rapido dei gameti con risultati
molto interessanti.
“La crioconservazione, quando è possibile eseguirla, consente alla donna di non ripetere i cicli di terapia ormonale
e stimolazione ovarica, alleggerendo il peso del trattamento
per la paziente”, sottolinea il primario.
SCIENZA E TECNOLOGIA
PER LE ASPIRANTI
MAMME
di Lisa Cesco - ph. Michele Gusmeri
5.000 INTERVENTI E 1.230 NASCITE: IL CENTRO PER LA PROCREAZIONE MEDICALMENTE
ASSISTITA DELL’ISTITUTO CLINICO CITTÀ DI BRESCIA,
DIRETTO DAL DOTT. CARLO GASTALDI, SI CONFERMA UN PUNTO DI RIFERIMENTO
PER TANTE COPPIE CON PROBLEMI D’INFERTILITÀ
“La domanda è indubbiamente in crescita, e i motivi sono
diversi, fra questi incide molto la tendenza, oggi diffusa, a
spostare in avanti l’età della prima gravidanza”, spiega il
dottor Carlo Gastaldi, primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia aperto nel 1998 all’Istituto Clinico Città di Brescia.
Al Centro per la procreazione medicalmente assistita della
Città di Brescia è stata anche attivata una “criobanca” per
conservare le cellule uovo delle aspiranti mamme, mediante
congelamento con speciali metodiche: “Oggi è possibile
conservare non solo il seme maschile, ma anche le cellule
uovo femminili con buoni risultati: nel nostro Centro sono 25
i bambini nati con questa tecnica”, racconta Gastaldi.
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Il consiglio alle donne, però, rimane quello di ascoltare i
ritmi della natura e non procrastinare troppo in là una gravidanza desiderata. “Oggi le coppie scontano difficoltà
economiche nel creare una famiglia e faticano ad entrare
nel mondo lavorativo - analizza Gastaldi -, aspetti che combinati col cambiamento degli stili di vita tendono a spostare
in avanti il momento della maternità: è opportuno tuttavia
diffondere la consapevolezza che le gravidanze vanno intraprese prima, perché se l’aspettativa e qualità di vita si
sono molto allungate negli ultimi decenni, l’orologio biologico riproduttivo della donna non è cambiato, è sempre lo
stesso”.
Eccellenze Sanitarie ••
ALLʼINTERNO DEL CENTRO DI VIA GUALLA È
STATA ATTIVATA ANCHE UNA “CRIOBANCA”
ALLO SCOPO DI CONSERVARE LE CELLULE
UOVO DELLE ASPIRANTI MAMME MEDIANTE
SPECIALI TECNICHE DI CONGELAMENTO
CARLO GASTALDI,
DIRETTORE DEL
CENTRO PER LA PROCREAZIONE
MEDICALMENTE ASSISTITA
DELLʼISTITUTO CLINICO CITTÀ
DI BRESCIA
SCIENZA E TECNOLOGIA
PER LE ASPIRANTI
MAMME
Quando la cicogna
si fa attendere
L’infertilità viene definita come l’incapacità di ottenere una gravidanza dopo un anno di rapporti non protetti (ma se la donna ha più di 35 anni i tempi si accorciano a circa sei mesi,
per non ritardare trattamenti necessari; lo stesso vale per chi sospetta di avere problemi
che coinvolgono l’apparato riproduttivo). Il fenomeno interessa il 13-15% delle coppie in
età riproduttiva, ma le percentuali si alzano con l’aumentare dell’età della donna.
L’infertilità deve essere considerata a tutti gli effetti una malattia e richiede quindi una diagnosi corretta come presupposto per impostare un adeguato programma terapeutico. Oggi
la terapia dell’infertilità raggiunge successi sempre più elevati grazie alle tecniche mediche
e chirurgiche disponibili e ai programmi di procreazione medicalmente assistita.
La metà delle coppie con difficoltà riproduttive può trovare soluzione al problema in maniera
diretta, curandone le cause, mentre il restante 50% può ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.
Il meraviglioso viaggio
nel grembo materno
Ti sei mai chiesta come avviene il concepimento all’interno del corpo femminile? Innanzitutto dev’esserci l’ovulazione, ovvero il rilascio di una cellula uovo da parte dell’ovaio. Successivamente l’ovulo viene catturato da una tuba, per predisporsi ad incontrare gli
spermatozoi che viaggiano attraverso la vagina e l’utero fino a raggiungere la tuba: qui
normalmente avviene la fecondazione. L’uovo così fecondato viene trasportato dalla tuba
verso l’utero, dove avviene l’impianto sulla parete uterina e prende avvio la gravidanza. Un
problema che si sviluppa in qualsiasi parte di questo delicato processo può portare all’infertilità. Le aree di investigazione per capire le cause della tua difficoltà a concepire, quindi,
sono diverse: dovresti fare esami per rilevare eventuali disfunzioni ovulatorie (come i dosaggi ormonali), anomalie tubariche e pelviche, presenza di endometriosi, anomalie del
muco cervicale. Anche il tuo partner deve sottoporsi ad analisi del seme, per verificarne
eventuali anomalie.
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Cos’è la FIVET
La FIVET (Fertilizzazione in vitro embryo transfer) è la principale tecnica
di fecondazione assistita, insieme all’ICSI. Con la metodica FIVET le cellule uovo sono prelevate sotto
controllo ecografico dall’ovaio, fertilizzate in vitro mettendole a contatto con
gli spermatozoi, e gli embrioni così ottenuti sono quindi trasferiti con un piccolo catetere in utero per via vaginale.
Cos’è l’ICSI
L’ICSI (Intra Citoplasmatic Sperm Injection) è un’altra diffusa tecnica di fecondazione assistita, utilizzata per
ottenere una gravidanza anche
quando il seme è gravemente compromesso o quando non è avvenuta
la fertilizzazione con la Fivet. Con
l’ICSI le cellule uovo, prelevate dall’ovaio, sono fecondate in vitro mediante l’iniezione diretta di un singolo
spermatozoo nell’ovocita, attraverso
un ago microscopico con l’ausilio di
un micromanipolatore. L’embrione ottenuto viene quindi successivamente
trasferito all’interno dell’utero.
NELLE FOTO, LA DOTT.SSA MARIALUISA FARINELLI, LA DOTT.SSA PAOLA TELÒ,
LA DOTT.SSA MARCELLA MORETTI E LA CAPOSALA VIRMA INVERARDI
Studio, lavoro, carriera:
ma Madre natura non aspetta
Ti sei laureata col massimo dei voti, hai lottato per entrare nel mondo del lavoro, trovare il partner ideale non è stato facile e hai inevitabilmente posticipato la ricerca della prima gravidanza, come accade oggi a molte donne.
Cambiano stili di vita e aspettative, ma i tempi biologici femminili - come l’inizio della menopausa - sono rimasti invariati: perciò con
l’avanzare dell’età è più difficile ottenere una gravidanza, e questo perché col passare degli anni sempre meno cellule uovo rimangono nell’ovaio, e sono di minore qualità rispetto a prima. Dopo i 35 anni l’invecchiamento delle cellule uovo aumenta inoltre il rischio
di alterazioni cromosomiche e malformazioni nel feto. Per conoscere la tua età biologica, e quindi la tua riserva ovarica ancora disponibile, puoi fare degli esami del sangue come il dosaggio di FSH (ormone follicolo stimolante) ed estradiolo nel secondo, terzo
o quarto giorno del ciclo mestruale. Recentemente è stato introdotto un nuovo esame che risulta molto più accurato nella valutazione
della riserva ovarica: si chiama ormone anti-mulleriano (AMH).
Come si esegue un intervento
I programmi di procreazione medicalmente assistita (FIVET e ICSI) prevedono diverse fasi. La prima fase prevede la somministrazione
di ormoni induttori dell’ovulazione (stimolazione ovarica), tale stimolazione si rende necessaria per far cresce e maturare un adeguato
numero di cellule uovo: durante tale periodo è necessario monitorare la crescita follicolare mediante prelievi del sangue e controlli
ecografici. Nel momento in cui un adeguato numero di cellule uovo raggiunge la maturazione si procede al prelievo degli ovociti per
via transvaginale, sotto controllo ecografico in sedazione (senza alcun dolore!). Dopo il prelievo degli ovociti, al partner maschile
viene chiesto di produrre un campione seminale che dopo una adeguata preparazione in laboratorio viene utilizzato per fecondare
gli ovociti. Dopo 48-72-120 ore a seconda dei casi dal prelievo degli ovociti, gli embrioni ottenuti in laboratorio vengono trasferiti
nella cavità uterina. Il trasferimento viene generalmente con un piccolo catetere contenente gli embrioni attraverso il canale cervicale,
e generalmente risulta veloce, indolore non necessitando di alcuna forma di anestesia. Due settimane dopo il trasferimento degli
embrioni un test sul sangue (B-HCG) confermerà o meno la avvenuta gravidanza.
Istituto Clinico Città di Brescia
Gruppo San Donato
Tel. 030 3710341 - 030 3710207
www.grupposandonato.it
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