Gazzettino 21-05-2011

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Gazzettino 21-05-2011_1-906283964.e$S:Gazzettino-nuovo 1 19/05/11 21:11 Pagina 1
> S E T T I M A N A L E IDG
di Giarre
NNO XXXI • N. 17 • GIARRE, SABATO 21 MAGGIO 2011 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P.
ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it
> “Piazza Europa entro un anno”
> Finestra d’ascolto e di proposta
Catania: annunciata per ottobre la ripresa dei
lavori mentre l’ad. dichiara alla città:
“Ospiteremo attività socio-culturali”
> a pag. 6
Giarre: inaugurata la sede dell’associazione
“Liberiecittadini”, laboratorio politico per
confrontarsi nel rispetto reciproco
> a pag. 2
Sequestrati e... sotto ricatto?
Parcheggi a Giarre: non si muove foglia che Lo Monaco non voglia. E restano
nel limbo delle buone intenzioni le richieste di cittadini e commercianti
L’
incontro di giovedì 12 maggio al Palazzo di Città, fortemente voluto dai commercianti giarresi, tra Giarre
Parcheggi, Comune e Confcommercio non ha dato l’esisto sperato. A distanza di giorni è più facile
proporre una riflessione generale, mettendo in
evidenza i punti ancora poco chiari.
L’amministratore della Giarre Parcheggi,
Pietro Lo Monaco, accompagnato dal suo legale, non si piega a nessuna richiesta. A tal proposito, l’azienda che gestisce il parcheggio Multipiano di Piazza Jolanda, ha sospeso definitivamente, pare, i canonici 15 minuti di tolleranza.
E così, ecco la prima novità: la tolleranza, fortemente richiesta dai commercianti e dai cittadini,
viene revocata. Lo Monaco ha precisato: “Ogni
ausiliario controlla dai 140 ai 160 stalli, e per
fare ciò impiega circa 15 minuti. Se vedono
qualcuno che va a fare il biglietto non lo multa-
no”. Aggiunge che ai loro uffici non giungono
lamentele e sintetizza che, nei fatti esiste, la tolleranza.
La richiesta di poter avere degli abbonamenti “agevolati” per i residenti, pare, sarà presa in esame dalla Giarre Parcheggi, nonostante
ad oggi non vi sia nulla di concreto fatto a favore dei residenti. La presente questione è ribadita
nell’articolo 10.2 a pagina 18 (Manutenzione e
gestione degli stalli a raso) della convenzione
stipulata tra Giarre Parcheggi e Amministrazione comunale. In tal senso, la Giarre Parcheggi
non vuole dar seguito a dichiarazioni in merito
agli abbonamenti agevolati per dipendenti comunali e ai commercianti, non smentendo e non
chiarendo.
L’amministrazione comunale, rappresentata
dall’assessore Camarda e dal Sindaco Teresa
Sodano, in forte disagio nel confronto tra le parti civili e la società che gestisce il Multipiano,
ha ribadito l’intenzione di voler recuperare i 105
stalli all’interno dell’ospedale di Giarre, qualora
ciò non fosse applicabile si vuole procedere a
distribuirli fuori dal centro storico. Occorre far
chiarezza sul fatto che difficilmente l’Asp di
Catania avrà la volontà di rinnovare la convenzione con la Giarre Parcheggi, e presumibilmente la medesima non ha un ottimo interesse
economico nel ripristino, come ha dichiarato.
Al medesimo tempo l’Amministrazione ha lamentato il mancato decollo del Multipiano, che
rimane sempre vuoto. E come darle torto? Costa
più della sosta nelle strisce blu! Verrebbe da
pensare che si fa l’opposto di quello che siano le
volontà.
Ci si domanda: quanto ci perde la Giarre
Parcheggi con il Multipiano vuoto? Perché, allora, non applicano una politica consona a riempirlo? Pare che non si sia ancora raggiunto l’accordo ideale con l’associazione dei Commercianti per gli abbonamenti, il che non appare
una scusa plausibile. Forse conviene maggiormente gestire i 650 stalli sul centro storico per
ora? Forse perché ogni multa produce molto più
guadagno, visto che non si limita solo al massimo importo per la giornata, ma a cifre che superano i 29 euro?
Magari il prossimo passo sarà quello, possibilmente nei prossimi anni, di richiedere i tagliandini delle multe a distanza di anni o, ancora
peggio, la ricevuta di aver pagato la sosta? Non
sarebbe una novità nel settore strisce blu, sull’esempio di altre aziende (Salvatore Duro sulla
provincia di Messina o la precedente A.T.I che
gestiva Giarre). Converrà conservarsele le ricevute, altrimenti le prossime multe potrebbero
non essere solo quelle per “divieto di sosta“.
Intanto, ad oggi, il disco orario sull’altra
parte di via Callipoli non viene fatto rispettare
dai Vigili Urbani e, ad ogni angolo, anche ad un
metro dal palazzo di Città, la sosta selvaggia
continua ad essere il secondo problema, dopo la
“legale” presenza di troppo stalli in blu.
Concetto Barone
Attaccàti al palo!
Chiamale se vuoi...
“peculiarità giarresi”
Nei giorni scorsi, abbiamo ricevuto uno dei tanti comunicati stampa
del comune di Giarre che annuciava un’importante operazione di rimozione della segnaletica pubblicitaria abusiva presente, in particolar modo, nel
centro cittadino giarrese. In particolare, l’assessore al ramo Salvo Camarda comunicava che “si tratta di un intervento imprescindibile, in quanto è
nostra precisa intenzione mettere ordine nella giungla della segnaletica
abusiva. Sulle statali e provinciali i cartelloni pubblicitari sono regolamentati ma la loro diffusione esce da ogni controllo al punto che alcune società
riescono a posizionare abusivamente segnali verticali di svariate misure,
coprendo in taluni casi la segnaletica stradale regolamentare, con grave
pregiudizio per gli automobilisti in transito. L’obiettivo della nostra iniziativa, che contiamo di continuare in maniera costante, è quello di debellare
la piaga della pubblicità abusiva e restituire il giusto decoro ad una città
commerciale e annonaria come Giarre”. Sacrosanto...
Anche qualche tempo fa fu presa un’analoga iniziativa, allora riguardante il mondo della cartellonistica, i volgarmente definiti 6x3, che invadono tutto il territorio comunale. Si annunciò dal Palazzo comunale giarrese,
G.D.G.
>CONTINUA A PAG. 2
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> S E T T I M A N A L E IDG
N. 1 7 • s abato 21 magg io 2011
giarre
di Giarre
Finestra d’ascolto e di proposta
Riceviamo e
pubblichiamo
Inaugurata la sede di “Liberiecittadini”, laboratorio politico dove colloquiare
nel pieno rispetto reciproco per ripartire insieme verso lo sviluppo del territorio
Di seguito un comunicato de
La Destra di Giarre in merito ad alcuni
aspetti della situazione attuale
delle strisce blu
“L
a nostra iniziativa è una sfida alle scelte
autoreferenziali del deserto culturale e
alla crisi profondissima dei partiti. Una
finestra d’ascolto e di proposta per gli anni a venire, sui temi della politica territoriale e amministrativa”: queste le parole del consigliere provinciale
Salvo Patanè all’inaugurazione, organizzata non a
caso il 15 maggio, festa del patrono S. Isidoro, di
“Liberiecittadini” nella storica sede della Dc giarrese, in piazza Bonadies.
“Si tratta di un laboratorio culturale di analisi e
proposta, una zona franca rispetto ai partiti ma con
dichiarate vocazioni politiche – ha spiegato ai presenti –. Questa non è una riunione di nostalgici, e
non è un’associazione, ma un laboratorio politico
dove colloquiare nel pieno rispetto, per ripartire
dai rapporti sociali e umani che con la promessa
della personalizzazione politica si sono perse”.
L’architetto Patanè ha parlato di “valenza emozionale fortissima: questo luogo è, per me, come per
un bambino, la casa dei nonni, perché la mia generazione ha trovato qui modo di conoscere politici
seri. In questa sede – ha ricordato – si parlava, si discuteva, così come dall’altra parte della piazza, dove c’erano comunisti e socialisti”.
Il primo incontro è già fissato per il 30 maggio e
si discuterà sullo smaltimento dei rifiuti, ma in seguito “verranno affrontate anche tematiche di tipo
pedagogico – ha anticipato Salvo Patanè –, per evidenziare l’importanza dei doveri in una democrazia
matura e sana. La politica ha anche questo ruolo,
stare assieme e reciprocamente arricchirsi; biso-
gna che ci sia più passione: se creassimo un paesaggio condiviso faremmo in modo di trovare assieme dei modelli partendo dalle persone, dai rapporti
umani”.
“Intendiamo puntare sulle risorse umane – ha
sintetizzato il consigliere Pd – sull’integrazione generazionale, sulla valorizzazione delle competenze,
sulla generosità e la passione che hanno animato i
nostri padri costituenti. La formazione è lo strumento primario per costruire buoni cittadini, politici consapevoli, motivati e di livello, senza i quali
non sarà possibile arrestare il declino sociale e la
crisi delle politiche attive”.
Per il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, “Liberiecittadini” è “un luogo di incontro
che manca oggi alla politica, perché c’è bisogno di
dibattito”, e il dott. Janì Russo ha visto nel progetto
di formazione e ricostruzione del tessuto sociale e
politico cittadino, iniziato nel 2007 con un sito web,
“un’occasione per contribuire a scuotere le coscienze dei giarresi e dei siciliani, affetti da stagnante assuefazione”.
“L’iniziativa – ha commentato il deputato regionale del Pd Giovanni Barbagallo – è una bella operazione politica di educazione alla partecipazione,
è un modo per riconciliarci con la nostra storia e la
nostra sensibilità. Non tutti sono consapevoli dell’importanza della città: il primo modo di fare politica è avere una cittadinanza matura. La politica è
diventata gestione dei bisogni, manca l’orizzonte
del bene comune. Perciò – ha aggiunto –, bisogna
ripartire dai problemi, dai programmi comuni, al di
là delle differenze partitiche, tenendo a mente che
la politica senza utopie diventa trasformismo”.
Lorena Leonardi
Macchia di Giarre: “Totus Tuus”
Successo e grande
apprezzamento
per il concerto in
onore del Beato
Giovanni Paolo II
«L
a Comunità Parrocchiale
Maria SS. della Provvidenza, in occasione del
Primo Centenario della sua Costituzione a Parrocchia, ha voluto ringraziare il Signore per il nuovo beato
Giovanni Paolo II con il Concerto
“Totus Tuus”»; così inizia il messaggio di presentazione dell’arciprete
parroco don Mario Fresta. In una
chiesa gremita di fedeli e di autorità
locali (il sindaco Teresa Sodano), provinciali (l’assessore Giuseppe Pagano
e i consiglieri Francesco Cardillo e
Raffaele Strano) e il commissario delle Terme di Acireale, Margherita Ferro, ha avuto luogo un bellissimo concerto per coro e orchestra in memoria
del Beato Giovanni Paolo II, accompagnato dalle immagini e dalla voce
del Pontefice.
Fusione perfetta tra la Royal Horchestra, costituita da 26 giovani musicisti (Violini primi: Jessica Seminara,
Rossana Nicosia, Niccolò Musmeci,
Emanuela Vadalà, Angelo Di Stefano; Violini secondi: Simona Postiglione, Alessandra Platania, Carmelo
Russo; Viole: Salvatore Nicotra, Matteo Blundo; Violoncelli: Salvatore
Mammoliti, Barbara Tassone, Caterina Longhitano; Contrabbasso: Emanuele Longo; Flauto: Domenico Testaì; Oboe: Giuseppe Ferlito; Clarinetti: Roberto Falco, Alessio Caltabiano; Clarinetto Basso: Michele Di
Mauro; Corno: Ignazio Coco; Trombe: Rosario Mangano, Francesco Virgata; Euphonium: Antonio Russo,
Giuseppe Leotta; Basso Tuba: Giuseppe Santonocita; Chitarra Elettrica: Alessandro Tomarchio; Organo e
Pianoforte: Carmen Damusco), provenienti dai Conservatori siciliani e
diretta dal M° Giuseppe Musumeci,
che è anche violinista e compositore,
e la Corale Polifonica “Notre Dame
de Lourdes”, con 24 voci tra soprani,
contralti, tenori e bassi (Soprani: Manuela Marchetti, Sara Mostaccio, Melita Cicala, Mariagrazia Sgroi, Nerina
Mangano, Sarita Strano, Giusy Grimaldi, Pina Mangano, Giovanna
Mangano, Martina Bonaccorso, Samuela Parisi, Alessandra Bonaccorso;
Contralti: Benedetta Barbagallo, Vera
Caltabiano, Alfia Borzi, Vincenza
Sorbello, Anna Sorrentino, Mariapaola D’Aquino; Tenori: Salvo Petralia,
Giuseppe Mazzeo, Nino Patanè; Bassi: Sante Leotta, Orazio Leonardi, Rosario Damusco), diretta dallo stesso
giovane maestro.
Sono state eseguite composizioni
corali del M° M. Frisina (Magnificat,
Aprite le porte a Cristo, Lodi all’Altissimo, Anima Christi, Vergine Madre su versi di Dante Alighieri, Jesus
Christ you are my life), brani classici
come l’Intermezzo della Cavalleria
Rusticana di P. Mascagni, Palladio di
K. Jenkins, il IV movimento della
Sinfonia 49-La passione di J. Haydn e
il canto per tenore e orchestra La tua
semplicità di J. Groban – P. Domingo
– K. Wojtyla. Particolare entusiasmo
hanno suscitato il Kyrie, Gloria,
Sanctus e Agnus Dei dalla “Missa Regina Coelorum” nonché il brano Raccontami o Madre, scritti dal M° Giuseppe Musumeci, che ha dato prova di
notevoli qualità compositive e di direzione. L’ultimo brano della serata è
stato affidato alla direzione del M°
Salvatore Musumeci, padre del direttore della Royal Orchestra.
Un vero godimento dello spirito
per tutti i presenti, che hanno lungamente applaudito il maestro, l’orchestra e il coro, e un omaggio di alta
qualità artistica e spirituale per il nuovo Beato Giovanni Paolo II.
Giovanni Vecchio
L’amarezza e l’impegno
Amministrazione comunale e Carabinieri assenti alla tavola rotonda della legalità a Giarre
O
ra Legale a Giarre, è passata. È durata poco
più di un ora, senza avere il giusto spazio
sulle testate quotidiane senza sapersi ricavare il giusto spazio nella cronaca locale. Un misero
trafiletto, poche righe e una minuscola foto sono apparse nella pagina Jonica dell’abbecedario di Ciancio. E con il massimo rispetto e la massima stima di
chi firma l’articolo di sabato 14 maggio, è opportuno precisare che la nota più evidente di quel giorno è
l’assenza di due importanti autorità, per Giarre, alla
tavola rotonda. Assenza non assolutamente sottolineata, ma quasi a lasciare intendere l’esatto contrario.
Francesca, di Effetto Domino, a nome del gruppo, s’interroga come mai le autorità invitate non siano state presenti. Il Sindaco di Giarre, Teresa Soda-
no, o un suo rappresentante non era presente al tavolo, e il Capitano dei Carabinieri di Giarre, Marcello
Mari, nonostante sia stato invitato, non ha fornito risposta sulla sua assenza. Due presenze fondamentali se si parla di legalità nella propria città, unanime
riflessione comune dei presenti.
Al medesimo tempo si ricorda, ancora oggi, la
promessa di intitolare una strada a Peppino Impastato, e loro, i ragazzi di Effetto Domino, lo ricordano
simbolicamente con un palo che indica il nome di
due vie vicine: una chiamata Ora Legale e accanto
quella Via Peppino Impastato. Ricordano anche come dai questionari si evince una sfiducia nelle istituzioni e, al medesimo modo, una grande rassegnazione di molti giovani.
Speranzosi che la legalità sia qualcosa che non
ha bisogno di puntare su di se i riflettori, ma altresì
ha solo lo scopo di puntare i suoi riflettori verso i
punti oscuri di questa città.
Concetto Barone
Il partito “La Destra Giarre” intende presentare una richiesta congiunta al Comune e alla Giarre Parcheggi, nella
quale, facendo riferimento al contratto, verranno richiesti l’isttuzione di Pass agevolati che riguardino sia i dipendenti
dei negozi che i residenti del centro storico. Questa richiesta
verrà accompagnata da una sottoscrizione.
“Contratto alla mano – scrive Saretto Raciti (commissario del partito) –, abbiamo deciso di intraprendere questo
percorso a tutela dei dipendenti e dei residenti del centro
storico, decisamente penalizzati dalla tariffa piena del pagamento dei tagliandi. Ci auguriamo che questa volta si apra
una seria concertazione che porti ad una soluzione condivis”.
“In poche ore abbiamo distribuito molti fogli firma, e dovremmo aver superato già le cinquanta sottoscrizioni – riferisce Giampiero Maugeri (portavoce del partito) –. La situazione è in divenire, in quanto le richieste di sottoscrizione sono in numero elevato, maggiore di quanto avremmo potuto
immaginare. Tutto ciò ci incoraggia e dimostra quanto avevamo detto in precedenza, e cioè che le tariffe dei tagliandi
così concepiti dimezzavano, in molti casi, lo stipendio dei dipendenti e incidevano al pari di una nuova tassa comunale
sui residenti”.
Scirocco
Scogli neri
calcinati dal sole,
spruzzi bianchi
di nero scirocco,
volo di gabbiani
bassi;
contessa di vento
sorniona sul vulcano,
ultima vela
lontana,
su un mare verde
di burrasca;
a terra tessono
nasse
pescatori corrosi
dal sale,
danzano nere alghe
al ritmo greve di risacca,
su un tramonto rosso
di sole.
Saro Pistorio
da pagina 1...
con toni trionfalistici, che il servizio di affissione per i 6x3 sarebbe stato disciplinato anche attraverso un apposito bando
che avrebbe dovuto interessare tutte le aziende del settore
ma che, soprattutto, avrebbe, non solo regolamentato la collocazione di questi grandi impianti, ma portato pure qualche
beneficio alle casse comunali. Era il lontano dicembre del
2009... Il risultato: sembra che gli impianti abusivi siano aumentati...
Ebbene, ci chiediamo, se questa presunta “tolleranza zero” valga per tutti, oppure se le Istituzioni che rappresentano e
promuovono il territorio ne siano esonerate. Sarebbe il caso
che l’assessore alla Viabilità, come anche tutti i rappresentanti dei cittadini, eletti nella Pubblica amministrazione, si facessero carico di un opportuno chiarimento in merito, per evitare disguidi nell’osservanza delle regole che sono alla base
della civile convivenza democratica e soprattutto diano l’esempio.
Infatti, notiamo con piacere, che nei prossimi giorni Giarre sarà teatro di una manifestazione denominata “Tutto in una
notte giarrese”, organizzata dalla locale Pro Loco, sovvenzionata, crediamo, visto la presenza sui manifesti dei loro loghi,
dalla Presidenza della Regione Siciliana, dalla Provincia Regionale di Catania e dal Comune di Giarre e di questo possiamo solo esser contenti. Quello che però salta agli occhi è che
la Pro Loco, che materialmente realizza l’evento, presieduta
da Salvo Zappalà, consigliere comunale in carica nonché presidente della V Commissione consiliare (toh, giusto quella
che si occupa della pubblicità...) e che è stata protagonista, in
tempi non troppo lontani, anche di alcuni sopralluoghi, aventi
per oggetto gli impianti 6x3 abusivi sul territorio, ha impostato
una “imponente” campagna promozionale della manifestazione che ha letteralmente invaso quasi ogni palo semaforico e
non del centro giarrese... In sostanza, se non ci fossero stati i
pali non avremmo visto neanche un manifesto. Invece, inciampandoci, ce ne siamo accorti! Che fortunata distrazione!
Ancor più perché non siamo caduti ma poco ci mancava...
Il tutto con buona pace dell’assessore Camarda e del suo
vano tentativo di ridare decoro al nostro centro cittadino. E
con la complicità (per non dire l’assenza) di Enti che finanziando iniziative di questo tipo, si aspettano un ritorno di immagine, economico e turistico, per il territorio interessato e
che rischiano, invece, di ottenere l’immagine “imbrattata” e un
ritorno tutto da verificare.
L’augurio è che di queste manifestazioni ce ne siano tante ma che, nel frattempo, qualcuno si renda conto che non è
sufficiente fregiarsi di questo o quel logo istituzionale od occupare questo o quel ruolo per imbrattare il centro storico.
Che si tratti di gite, corse nei sacchi, cavalli e chi più ne ha ne
metta è normale aspettarsi sia dai comuni cittadini che dalle
Istituzioni un maggior senso civico quando si decide di programmare una qualsiasi campagna pubblicitaria.
Nell’attesa speriamo che, la prossima volta, ad inciampare, non sia qualche anziano...
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caleidoscopio
di Giarre
N. 17 • sabato 21 mag gio 2011
Un percorso tra note e bit
Musica e videogiochi: due
grandi compagni
di viaggio che hanno
segnato la vita di intere
generazioni
M
usica e videogiochi, insieme
ai film in Dvd, costituiscono
le principali forme di intrattenimento multimediale all’interno delle case di tutti. La relazione d’amore tra film e musica è indiscutibile: ad ogni film di successo, corrisponde una colonna sonora indimenticabile. Stesso
rapporto ormai tra film e videogiochi, grazie all’avvento dei film in 3D e l’utilizzo della computer
graphic nei cartoni animati. E musica e videogiochi,
in che rapporto stanno?
Si sono conosciuti e incontrati negli anni 70-80,
all’interno di bar e sale giochi: coin-up da una parte,
jukebox dall’altra. A quei tempi, le moderne console
come Playstation, X-box, Wii e i lettori Mp3 erano
aldilà dell’immaginazione dei più ottimisti e fantasiosi appassionati di informatica. Allora bastavano
solo due monetine per immergersi in un mondo fantastico, costituito da note e pixel. L’incanto durava
poco: giusto il tempo di gustarsi la hit del momento
e di giocare una partita fino al fatidico “game over”.
Ma il bello di ogni videogioco e di ogni riproduttore
musicale è che una volta terminato un brano o persa
una vita, si può sempre ricominciare. E così, un gettone dopo l’altro, musica e videogame sono cresciuti insieme diventando, grazie al lancio sul mercato
del NES, inseparabili compagni di gioco. La tecno-
logia 8-bit dei primi Nintendo offriva la possibilità
di inserire, all’interno di ogni gioc,o un motivetto
che svolgeva la funzione di vera e propria colonna
sonora. La mitica musica popolare russa di Tetris,
l’intrigante sigla di Castlevania e il leggendario “tata-ta ta-ta-ta-tà” di Super Mario Bros sono rimasti
nella memoria collettiva di milioni di persone. Proprio da Super Mario passa un pezzo importante della
storia della musica all’interno dei videogiochi: Mario Paint Composer, più un software che un videogame. Il titolo, lanciato dalla Nintendo nel 1992, permetteva la composizione di brani utilizzando come
strumenti i suoni tipici dei videogiochi.
Questo piccolo, grande editor musicale ha segnato sicuramente una pietra miliare nella lunga
strada che porterà musica e videogiochi a fondersi
insieme nel novembre 2005, data di uscita del primo
Guitar Hero. Percorrendo questo percorso è tuttavia,
impossibile, non soffermarsi sulla tappa principale,
quella che coincide con la rivoluzione informatica
degli anni ‘90. In questo periodo, nasce la tecnologia
3D, i PC cominciano a entrare nelle case degli italiani e si diffondono le prime Playstation. La novità
fondamentale della consolle Sony era costituita dal
supporto CD-ROM, il quale ha permesso una notevole quantità di spazio per l’utilizzo di canzoni all’interno dei giochi. Chissà cosa sarebbe stato della
fama di pezzi come “The Funk Soul Brother” di Fatboy Slim o “Song 2” – meglio nota come “Woo
hoo” – dei Blur senza Fifa 99! Viceversa, le prime
cose che vengono alla mente parlando di questo fortunato gioco di calcio sono proprio le canzoni, non
certo il ricordo di Vieri all’Inter o Nesta e Nedved
alla Lazio.
Ma i videogame non stanno certo a guardare di
fronte a questa – seppur amichevole – invasione e rispondono entrando nel videoclip di una delle canzoni di maggior successo del 1999, Californication. I
Red Hot Chili Peppers vengono catapultati all’interno del mondo dei videogiochi: i livelli che la band
deve affrontare all’interno del video sono chiare citazioni di titoli affermati come Tomb Raider,
Donkey Kong e Crazy Taxi. Successivamente, nel
primo decennio del nuovo millennio la corrispondenza tra videogiochi e musica si fa sempre più serrata, fino all’affermazione dei music game. Guitar
Hero, con la famosa chitarra a 5 tasti con la quale
suonare le note che compaiono sullo schermo, ha
aperto la strada ad una fortunata serie che ora comprende anche la possibilità di suonare in un gruppo
con Rockband o emulare i più famosi disk- jockey
con DJ Hero.
E nel futuro? Musica e videogiochi, che con il
passare degli anni sono diventati veri e proprio compagni di vita più che di gioco, continueranno a convivere all’interno di giochi sempre più appassionanti
e più realistici, lottando insieme nell’intricato mondo del marketing e nel buio mondo della pirateria, da
sempre acerrimo nemico di entrambi. Chi vincerà?
Per scoprirlo, basta premere il tasto “play”.
L
a commissione Cultura dell’Assemblea regionale ha approvato il disegno di legge che
prevede l’insegnamento della cultura
siciliana nelle scuole di ogni ordine e
grado. Le «Norme sull’insegnamento
della storia della Sicilia e dell’identità
siciliana nelle scuole», il cui testo porta la firma di Nicola D’Agostino, dell’Mpa, prevedono un modulo di due
ore settimanali che «dovranno tener
conto della storia della Sicilia dalle
sue origini sino ai tempi odierni, con
approfondimenti critici e confronti fra
le varie epoche e dominazioni, sull’a-
sentire alle future generazioni di avere
una migliore conoscenza della nostra
storia e consapevolezza del perché dei
nostri ritardi e del potenziale economico e sociale. Con l’insegnamento nelle
scuole siciliane di ogni ordine e grado
della lingua, della storia e della letteratura siciliana potremo preservare la
nostra cultura, il patrimonio storico e
letterario siciliano che in questo momento di globalizzazione rischia di
perdere la propria identità.
«Lo studio della nostra storia, sicuramente – sottolinea il prof. Salvatore Musumeci, presidente nazionale
del Movimento per l’Indipendenza
della Sicilia –, consentirà alle nuove
generazioni siciliane di riscoprire le
proprie radici culturali, di recuperare
l’identità e l’orgoglio di Popolo sovrano e di rimuovere la “damnatio
memoriae” posta in essere, artatamente, dalla storiografia ufficiale a
seguito della forzata annessione al
Regno piemontese. Un popolo senza
memoria è un popolo senza futuro e la
Morso da un cane randagio,
il Giudice di Pace condanna
il Comune di Catania
memoria serve per chi non sa e vuole
invece sapere, ma anche per chi sa e
vuole conservare o rinnovare il patrimonio di civiltà che le generazioni
precedenti ci hanno consegnato. Diversamente - ha scritto Cesare Pavese
- “quando un popolo non ha più senso
vitale del suo passato, si spegne. La
vitalità creatrice è fatta di una riserva
di passato. Si diventa creatori anche
noi quando si ha un passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia”».
È chiaro che lo studio della letteratura e della tradizione culturale siciliana deve trovare posto, non in due ore
supplementari di lezione (che non si
capisce chi pagherebbe) ma all’interno del 20% del
monte ore annuale delle discipline
italiano e storia. Altra soluzione potrebbe essere quella di negoziare col
Miur il passaggio da 27 a 29 ore settimanali nel Liceo delle scienze applicate, con l’inserimento della disciplina
“Diritto” che potrebbe trattare, oltre
alla storia ed alla letteratura siciliana,
soprattutto lo Statuto Speciale Autonomistico.
Amalia C. R. Musumeci
Anna Fichera
Storia e letteratura siciliana
vanzamento sociale, economico e culturale del popolo siciliano».
Il disegno di legge, in questione,
rappresenta un grande risultato perché
sancisce l’autonomia scolastica locale
prevedendo l’insegnamento del siciliano nelle nostre scuole. Un passo
avanti verso il recupero della nostra
tradizione culturale. L’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale della Sicilia, Mario
Centorrino, nel salutare positivamente
l’avanzamento della proposta di legge,
ha voluto precisare che “il modulo
D’Agostino non riguarda, se non all’interno di una narrazione più complessa, l’insegnamento del dialetto,
ma piuttosto quello della storia della
Sicilia, della sua letteratura e della
sua lingua. Inoltre sarà presto integrato dalla proposta di altri moduli
didattici così da completare il “pacchetto” affidato dalla legge Moratti
sull’autonomia della Regione”.
Si tratta di “una legge a costo zero” per la Regione, che intende con-
L’ombra sicura
del diritto
La sentenza è destinata, inevitabilmente, a far discutere ma segna anche il punto di non ritorno per quanto riguarda i doveri delle Pubbliche amministrazioni nei confronti del
randagismo. Infatti, nel corso di una recente udienza il Giudice di Pace di Catania ha ritenuto il Comune di Catania responsabile del danno subito da un cittadino in seguito al
morso di un cane randagio. I fatti, riassunti nel corso del dibattito, hanno evidenziato che il malcapitato, in prossimità
della sua abitazione, veniva aggredito e morso da un cane
randagio, che gli strappava i pantaloni e gli procurava delle
ferite. Ferito che lo costringevano a ricorrere alla cure del
Pronto Soccorso. Una volta medicato, lo stesso cittadino si
è rivolto alla Confconsumatori ed ha, successivamente, deciso di fare causa al Comune di Catania. E così, il Giudice
di Pace, avv. Manuela Cardillo, ha condannato il Comune a
risarcire al cittadino il danno alla salute subito.
In particolare, nel corso del giudizio è stato provato
l’avvenuto morso del cane, che si trovava libero sulla strada, privo di collare e di guinzaglio. Inoltre, è stato accertato
che il cane era stato visto anche in altre occasioni vagare libero nella zona. Il Comune é stato ritenuto responsabile
perché, in virtù della legge regionale n. 15/2000, che attua
la legge nazionale n.281/1991, i Comuni, siano essi singoli
o associati, direttamente o in convenzione con enti, privati
o associazioni protezionistiche o animaliste iscritte all’albo
regionale, devono provvedere alla cattura dei cani vaganti
con sistema indolore e senza ricorrere all’uso di tagliole, di
bocconi avvelenati o di pungoli. La norma stabilisce anche
che non è consentita la cattura di cani vaganti o randagi a
soggetti diversi dagli addetti a tale servizio. E il Comune,
come ha avuto modo di osservare il Giudice, non ha provato in alcun modo l’assenza di responsabilità ex art. 2043
c.c., perché non ha provato di avere ottemperato a quanto
prescrittogli dalla normativa. Il Comune di Catania, da parte
sua, si era limitato a sostenere di non avere nessuna responsabilità in quanto non era proprietario del cane.
Nel corso del dibattito, inoltre, è emerso un ulteriore
punto che ha aggravato la posizione dello stesso Comune.
Infatti, solo per un puro caso il danno é stato limitato, sia
per il cittadino che per la di lui moglie poiché, anche quest’ultima, disabile e in stato di gravidanza, un mese dopo
l’accaduto, veniva aggredita dal medesimo cane, ma fortunatamente riusciva a chiudersi in macchina in tempo. A
conclusione, è arrivata la condanna al risarcimento di 150
euro, oltre le spese del giudizio.
Soddisfazione per la sentenza, e per la giurisprudenza
che si andrà a delineare per il futuro, è stata espressa dall’avv. Carmelo Calì, Presidente di Confconsumatori Sicilia,
e dall’avv. Maurizio Mariani che ha assistito in giudizio il cittadino: «Si tratta di una sentenza importante che fa chiarezza, in quanto, spesso, di fronte a casi del genere i cittadini, oltre al danno, devono subire la beffa di non avere riconosciuti i propri diritti. Ma è altrettanto importante perché
le strade della nostra città sono, purtroppo, ancora frequentate da molti cani randagi, spesso in branco, e ci auguriamo
che, anche grazie a questa sentenza, il problema possa
essere risolto presto e definitivamente».
Antonio Percolla
Un passo avanti verso il recupero
della nostra identità
I piaceri della conversazione
C’è sempre il sole
Incontro con l’opera ed il pensiero di Giuseppe Giglio, dopo l’arrivo del suo primo libro
ad accompagnare il profumo
G
iuseppe Giglio, vincitore del premio “Tarquinia Cardarelli 2010” per l’Opera prima
di critica letteraria ci racconta la genesi del
suo primo libro “I Piaceri della conversazione. Da
Montaigne a Sciascia: appunti su un genere antico”.
Innanzitutto, fu Sciascia. Mentre Giuseppe lavorava
alla sua tesi in letteratura greca e premesso che di
Sciascia aveva letto ben poco, gli capita casualmente di imbattersi in “Il cavaliere e la morte” e “Una
storia semplice”, penultimo e ultimo libro di Sciascia. Libri che si sono rivelati una vera “folgorazione”, usando le parole di Giuseppe, che, da quel momento, decide anche di cambiare il suo argomento di
tesi, per approfondire lo studio dell’autore siciliano,
che lo ha letteralmente preso per mano e guidato a
passeggiare tra i sentieri della letteratura. Proprio
quei sentieri dove ha poi incontrato autori e personaggi con i quali si è, infine, seduto a conversare nel
suo libro.
Ed è proprio ad un tavolo che dobbiamo pensare, leggendo “I Piaceri della conversazione”. Un tavolo immaginario, in cui diversi autori discutono tra
di loro ma, soprattutto, parlano al lettore che, citan-
3
do Giuseppe, “può riconoscere se stesso nell’uomo
che lo scrittore ha scelto di narrargli”.
E se non esiste un personaggio a cui Giuseppe
sente di assomigliare in pieno, è perché ogni personaggio può somigliarci. Basta, per dirla alla Debenedetti, “guardargli il risvolto della giacca”. In ogni
personaggio possiamo trovare qualcosa che stavamo
cercando in noi stessi e, più il dialogo con uno di loro diventa conflittuale, più è semplice giungere ad
una scoperta.
La letteratura, anzi la critica letteraria di Giuseppe, è dunque interessata al tema della conversazione,
come strumento con cui gli autori possano farci conoscere quel me stesso che sfugge ad ognuno di noi.
Le parole diventano, così, ingressi a nuovi mondi,
dove hanno dimora significati profondi che possiamo finalmente visitare. Se c’è, infatti, una costante
con cui Giuseppe insiste nel chiarirci cosa significa
critica letteraria è quella di un incontro con una “letteratura che ci restituisce la realtà in maniera più
vera e più percepibile della realtà stessa”.
Giusy Calvagno
Quel giorno c’era il sole,
della primavera.
Mi nascondo nel silenzio,
per non sentirmi da solo…
forse è bello essere così.
La notte amo guardare le stelle,
aspetto l’alba con un sogno
nel cuore.
Con la mia poesia siamo cresciuti insieme,
non ci siamo allontanati…
ma ha aiutato a scoprire il vero amore.
Anche oggi dopo tanti anni,
c’è sempre il sole.
Vito Cutuli
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4
> S E T T I M A N A L E IDG
acese
N . 17 • sa bato 21 ma ggio 2 01 1
Ma cchi è ‘sta poesia...
La produzione dialettale
in versi di Nino Grasso
Atlante ospite di una
serata culturale promossa
dall’Archeoclub di Acireale
L
a “Poesia dialettale acese” del poeta
Nino Grasso Atlante è stata l’ospite
d’onore di una bella serata culturale,
promossa dall’Archeoclub d’Italia,
sezione di Acireale, per rivivere luoghi, mentalità e personaggi acesi del
recente passato. Riferiamo innanzitutto che la Sezione è stata intitolata all’ingegnere Giuseppe Tomarchio, scomparso di recente, socio fondatore e
primo presidente, e che il nuovo presidente eletto è
il Capitano dei Carabinieri, Mario Abbotto (a destra
nella foto), da qualche anno in pensione.
«Il nostro relatore – ha, fra l’altro, detto il presidente Abbotto – è un insigne poeta dialettale, un appassionato di teatro, musica e sport, oltre che uomo
impegnato nel campo socio culturale, nonché politico ad Acireale, come consigliere comunale, assessore, vice sindaco, e fervido promotore e sostenitore
ria La Scala. Avuta la parola il “poeta” Nino Grasso
(a sinistra nella foto) ha premesso che avrebbe recitato i suoi “Quadretti di vita acese” con in apertura
la sua nota poesia dal titolo “Ma cchi è sta poesia”,
sia per fare presente cosa l’autore intendesse comunicare con i suoi “versi” che per meglio entrare nell’atmosfera della serata. I “Quadretti di vita acese”
sono stati realizzati tra il 1970 e il 2005. Tra le tante
poesie recitate dallo stesso Nino Grasso Atlante ricordiamo “Lu caritteri e lu cavaddu”, Carnalivari
acitanu”, “Discursi fora tempu”, “Smania di canciamentu” e “L’amuri non è brodu di ciciri”. Bei sonetti con quartine e terzine a rima baciata, alternata, o
altro. Il tutto condito e alternato dal suo sorriso, dal
suo entusiasmo, dai ricordi della sua vita familiare,
professionale, politica e di attento “poeta” siciliano.
Aggiungiamo, volentieri, che Nino Grasso
Atlante, ad oggi, può vantare anche questo: ben 40
sue composizioni poetiche sono state inserite nel recente bel volume realizzato dal Kiwanis Club Acireale, presidente il dott. Sergio Marino, in occasione
del Trentennale del Club. Concludiamo ricordando
che, fino al 2000, Nino Grasso Atlante ha collaborato con il Gazzettino presentando, con regolarità, l’estro della sua fantasia.
A
Una storia
lunga 25 anni
Aci S. Antonio ha festeggiato
l’anniversario della
fondazione del locale
gruppo scout
preoccupa veramente dato che il sangue, non riproducibile in laboratorio, è
indispensabile alla vita in tutti i vari
servizi di pronto soccorso, in chirurgia,
nella cura di alcune malattie gravi, tra
cui quelle oncologiche, e nei trapianti”.
Poiché la disponibilità di sangue è
un patrimonio collettivo di solidarietà,
da cui ogni essere umano può attingere
nei momenti di sua necessità, il dottore
Russo, quindi, invita tutti a diventare
donatori anche perché “le donazioni da
donatori volontari-periodici, rappresentano veramente una garanzia per la
salute di chi riceve e di chi dona data
l’elevata applicazione delle norme sanitarie in atto vigenti”.
Domenica 15 maggio, in Piazza Maggiore ad Aci
Sant’Antonio, il locale gruppo scout ha festeggiato il suo
25° anno di attività sul territorio. È stata una festa in puro
stile scout, che ha regalato a cittadini e passanti la costruzione delle strutture tipiche del mondo scout. Al termine
della giornata è arrivata una premiazione per le Autorità
del luogo e per i capi che venticinque anni fa hanno fondato il gruppo.
“Una storia lunga 25 anni – hanno commentato, insieme, vecchio e giovani scout Santantonesi –. Il Gruppo
Scout ad Aci Sant’Antonio nasce nel 1986, dall’esigenza e
la voglia di fare per i giovani della comunità Santantonese.
In questi 25 anni abbiamo accolto nelle nostre sedi più di
seicento ragazzi dagli 8 anni in su. Ogni anno ognuno di
loro ha vissuto un’Avventura tutta speciale, ci sono quindi
più di seicento storie fatte di ricordi, imprese e scoperte. Il
mondo scout si presta molto all’attenzione dei ragazzi, ed
in questi anni tutti i Capi che si sono succeduti hanno fatto
si che lo scoutismo ad Aci Sant’Antonio diventasse una
realtà affermata e capace di accogliere i ragazzi, in una
missione educativa che al giorno d’oggi le istituzioni scolastiche riescono a compiere a fatica. Per questo motivo noi
ci affianchiamo alla scuola e alla famiglia nell’educazione
e nella formazione del ragazzo, che resta sempre al centro
della nostra attività. Quest’anno rappresenta per noi scout
e crediamo anche per la comunità santantonese, un anno
speciale, il venticinquesimo e vorremmo renderlo ancora
più speciale promuovendo lo scoutismo ancora di più e
cercando di lasciare il mondo un pò migliore di come l’abbiamo trovato”.
La giornata si è sviluppata tra la Messa in Chiesa Madre, i saluti dei Capi, il Quadrato Generale e l’Issa Bandiera, per poi concludersi con i ringraziamenti ed i saluti delle
Autorità, tra la commozione dei ricordi e la promessa per
un impegno ancora più forte per il futuro.
C.D.M.
Valeria Scalisi
del gemellaggio della città di Acireale con Mar del
Plata».
In questa bella città dell’Argentina vi risiedono,
dagli inizi del secolo scorso, tanti pescatori di professione, emigrati dalla frazione acese di Santa Ma-
Camillo De Martino
Donazioni, la voce del cuore
lla ribalta del Gazzettino il dottore Sebastiano Russo, facente
parte nella Comunale Avis Acireale del corpo sanitario, guidato dal
dottore Salvatore Pennisi. All’impegno
professionale/familiare aggiunge, dal
1984, anche quello di volontariato nell’Avis.
Le riflessioni ad alta voce del dottore Russo ci fanno apprendere che il
“65% della popolazione italiana ha età
compresa tra i 18 e i 65 anni (condizione base per la donazione), ma solamente il 3% di queste persone sono donatori”.
Donare sangue, dunque, è un gesto
di solidarietà e per l’avisino dottore Sebastiano Russo “significa dimostrare
con i fatti che la vita di chi soffre ci
di Giarre
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catania e provincia
di Giarre
N. 17 • s aba to 21 m aggio 2011
La Sicilia di fine Ottocento
N
elle campagne e nelle
città, contadini, artigiani, intellettuali, ma soprattutto donne e uomini di ogni età, cominciarono ad unirsi nel
tentativo di sconfiggere la rassegnazione, di sfidare la mafia dei gabelloti ed il
potere dello Stato unitario che affamava
la povera gente lavoratrice. Era un sogno di giustizia e di libertà che mirava a
costruire, con la lotta giorno dopo giorno, il progetto di una società migliore.
Fra coloro che aderirono ai Fasci dei
Lavoratori, si distinsero le donne che
aspiravano alla conquista, attraverso la
solidarietà e la partecipazione, del benessere sociale. Tentavano di recuperare valori morali e sociali in grado di
proporre alla collettività un senso nuovo della dignità umana. I Fasci Siciliani
furono tragicamente repressi dai mafiosi locali e dal governo nazionale. Si
contarono più di cento morti, diverse
centinaia i feriti e oltre tremilacinquecento rinchiusi nelle patrie galere.
Per comprendere perché i Fasci ebbero una tale diffusione nei centri rurali
basta considerare le condizioni in cui
versava, a trent’anni di distanza dalla
forzata Unità, la classe contadina. In Sicilia giunse in ritardo, anche rispetto al
Mezzogiorno continentale, la promulgazione delle leggi eversive della feudalità e, quando arrivarono, queste leggi non vennero applicate per molto tempo. Benché i feudi fossero stati trasformati in allodi, cioè in proprietà private,
non ci fu la formazione di una classe di
piccoli e medi proprietari. Le terre vendute dai baroni in dissesto finanziario
finirono per ingrandire ulteriormente i
latifondi di altri ex-feudatari e di gabelloti arricchiti. Il latifondo, quindi, continuava a caratterizzare l’agricoltura e
la struttura sociale siciliane. Inoltre, le
condizioni dei contadini erano peggiorate per la perdita, in seguito alla eversione della feudalità, dei diritti comuni
e degli usi civici. La situazione – come
scrive lo storico Massimo Ganci – non
mutò, anzi peggiorò dopo la forzata
unità d’Italia: infatti, «la censuazione
dei demani pubblici e dei beni ex-ecclesiastici non intaccò minimamente il latifondo», al contrario, contribuì a
rafforzarlo poiché i terreni, concessi in
enfiteusi o venduti, furono in massima
parte accaparrati dai grandi proprietari
terrieri e dai gabelloti.
Chi erano i gabelloti? Questa figura
era nata nel corso del XIX secolo, in seguito alla tendenza dell’aristocrazia siciliana di trasferirsi nella città di Palermo, cedendo le terre dell’interno, dietro
pagamento di una gabella, a degli affittuari. Il mercato delle gabelle, nella Sicilia centro-occidentale, era in gran parte controllato e gestito, da organizzazioni mafiose e molti gabelloti, erano
affiliati a queste organizzazioni, così
come lo erano i “soprastanti”, uomini di
fiducia dei gabelloti, ed i “campieri”, i
quali costituivano una sorta di polizia
privata del feudo. I gabelloti, a loro vol-
Le condizioni dei contadini peggiorarono
per la perdita dei diritti comuni e degli usi
civici e l’industria isolana venne soffocata
dalla concorrenza nordista… “Per meglio
comprendere la cesura unitaria”
ta, subaffittavano le terre ai contadini,
ad un canone di gran lunga superiore alla gabella che erano tenuti a pagare ai
proprietari. Essi speculavano sullo stato
di bisogno dei “villani”; inoltre, spalleggiati dai campieri e dai soprastanti,
ricorrevano alla violenza per tenere assoggettati i contadini e per far desistere
i proprietari da eventuali aumenti degli
affitti. Fu con questi sistemi che i gabelloti riuscirono ad accumulare il denaro
che permise loro di acquistare le terre
degli ex-feudatari e di partecipare alle
aste dei beni ecclesiastici, impedendo
di fatto la redistribuzione delle terre.
Divenuti latifondisti, si facevano riconoscere dalla monarchia, borbonica prima e sabauda dopo, un titolo nobiliare,
di solito quello di barone; chi non ci riusciva si contentava del titolo di galantuomo, con diritto al voto.
Trent’anni dopo l’Unità d’Italia, e
cioè nel periodo in cui cominciarono a
sorgere i primi Fasci dei lavoratori, i
rapporti sociali e di lavoro nel latifondo
erano ancora basati sulle seguenti classi: i grandi proprietari terrieri; i gabelloti; i borghesi; i coloni; ed i giornalieri
agricoli. I borghesi erano i piccoli e medi proprietari, cioè coloro che, in qualche modo, erano riusciti ad acquistare
pochi ettari di terra, in seguito al processo di vendita dei beni della Chiesa.
Le condizioni dei borghesi erano difficili per via delle numerose tasse che li
costringeva a ricorrere a prestiti usurari.
I piccoli proprietari finivano pertanto
col prendere a mezzadria altri terreni ed
a dipendere, anch’essi, dall’economia
del latifondo. La maggior parte dei
grandi proprietari preferiva cedere la
propria terra, ai gabelloti. Costoro la subaffittavano ai coloni, sottoponendoli a
contratti iniqui ed angarici. I patti colonici più diffusi in Sicilia, alla fine dell’Ottocento, erano la mezzadria, o me-
taterìa, ed il terratico. Con la mezzadria
il proprietario o il gabelloto metteva a
disposizione del colono la terra e anticipava le sementi, mentre il colono era tenuto a fare tutti i lavori necessari per la
produzione; il raccolto veniva ripartito
con vari sistemi. Nonostante le diverse
varianti, alla base del contratto di mezzadria c’era sempre lo sfruttamento del
colono da parte del proprietario o, più
spesso, del gabelloto. Il contadino dell’interno, e in modo particolare il mezzadro che usava i suoi muli e la sua attrezzatura per lavorare la terra, era pertanto indebitato permanentemente col
gabelloto. Inoltre il contratto era verbale, cosa che dava adito ad abusi da parte
del gabelloto. Della sua quota, il mezzadro doveva cederne una parte che il
gabelloto distribuiva tra i campieri.
Questi donativi erano in realtà tributi
che il contadino pagava in cambio di
protezione.
Il terratico era ancora più pesante e
svantaggioso di quello di mezzadria.
Mentre in quest’ultimo contratto il
compenso dovuto al proprietario era
proporzionato al raccolto, nel terratico
il colono doveva corrispondere al proprietario una quota fissa, in denaro o in
natura, indipendentemente dalla buona
riuscita del raccolto; bastava, quindi,
una cattiva annata per costringere il terratichiere a ricorrere all’usuraio o a
vendere quel poco di cui disponeva. Il
terratico fu imposto sempre più diffusamente nel corso del XIX secolo, in seguito alla liberalizzazione della proprietà dai vincoli feudali, e all’instaurarsi di una certa concorrenza tra i nuovi proprietari o tra i nuovi possessori.
Costoro, approfittando delle condizioni
sempre più misere dei contadini, i quali
erano stati privati anche degli usi civici,
riuscirono ad imporre loro questo contratto capestro. Una delle rivendicazio-
ni principali dei Fasci era proprio la sostituzione del terratico con la mezzadria.
Infine, c’erano i braccianti, la classe
la più numerosa dei contadini siciliani, i
più poveri che non possedevano nulla e
venivano impiegati nei periodi dell’anno dedicati alla semina ed alla raccolta
del grano. I salari erano bassissimi in
quanto, a causa del sistema della gabella e del subaffitto, spesso coloro che li
pagavano erano anch’essi poveri: anche
il metatiere faceva il bracciante quando
non aveva lavoro nel suo campo. Nei
periodi di lavoro, i braccianti si offrivano, tutte le mattine, sulle piazze dei loro
paesi, sperando di essere ingaggiati dai
campieri o dai sovrastanti dei feudi.
Questa era in quegli anni la situazione della Sicilia del latifondo, soprattutto centro-occidentale, ed alla base
della attiva partecipazione dei braccianti al movimento dei Fasci, vi era quindi
l’aspirazione alla terra e quella di vedere aumentate le loro misere paghe. Nelle principali città siciliane (Palermo,
Catania e Messina), la condizione operaia non era comunque delle migliori.
L’industria siciliana, sorta nei primi anni dell’Ottocento, alla fine del secolo
era già in fase di esaurimento, in quanto, dopo l’Unità d’Italia, si trovò a dover concorrere con la fiorente industria
settentrionale. A Palermo, nella seconda metà dell’Ottocento e nei primi
quindici anni del Novecento c’erano i
Florio, unico esempio di grande borghesia industriale. Il loro potere economico si rivelò soprattutto nel campo
enologico e dell’armamento navale (nel
1881, insieme ai Rubbattino di Genova,
fondarono la “Navigazione Generale
Italiana”, la maggiore società armatoriale italiana). Ai Florio si deve anche la
fondazione della fonderia Oretea e, nel
1896, del Cantiere Navale.
Nell’ultimo decennio del XIX secolo, per quanto riguarda l’industria pesante, oltre a quelle dei Florio troviamo
soltanto uno stabilimento meccanico e
quello del gas. L’industria leggera si
basava soprattutto sulla lavorazione dei
prodotti alimentari, poco sviluppata e
più simile all’artigianato che ad un’industria vera e propria. A Catania vi erano gli unici impianti di raffinazione e
ventilazione dello zolfo. L’economia di
Messina si basava invece sui traffici
marittimi. Le attività portuali davano
lavoro a un alto numero di operai e ad
esse era legata la piccola industria. Nella città erano presenti numerose fabbriche per la produzione di vini, derivati di
agrumi, pelli, conserve di pesce e tessuti di seta. La produzione della seta, un
tempo floridissima, alla fine dell’Ottocento era ormai in decadenza. Complessivamente il potenziale industriale
dell’Isola venne soffocato dalla concorrenza dell’industria settentrionale.
(57. – “Sicilia postunitaria - Controlettura
del
Risorgimento”
2010/2011)
Salvatore Musumeci
L’attenzione resta sempre alta
Catania: prosegue la lotta
all’evasione fiscale da
parte della Guardia di
Finanza etnea. In una
successiva operazione
arrestato un agricoltore
per detenzione illegale di
armi e di animali protetti
U
n controllo capillare del territorio, alla ricerca
di tutte le violazioni relative all’ambito finanziario. È in questo ambito che le Fiamme
Gialle, nell’attuazione delle linee strategiche dettate
dal Comando Provinciale di Catania, stanno sottoponendo a controllo le aziende che presentano indici sintomatici di evasione fiscale, individuati grazie ad
un’attenta azione di analisi informativa. Ed i risultati
arrivano, soprattutto grazie alla professionalità del
personale impiegato e alla capillarità dei controlli finali. In particolare, i militari della Tenenza acese hanno concluso, nei giorni scorsi, una verifica fiscale nei
confronti di una società operante nel settore alberghiero e della ristorazione. Nel caso in questione i militari
hanno scoperto una serie di fatture per operazioni inesistenti, per un ammontare di € 1.523.350,00 unitamente ad altri costi non deducibili per circa €
144.300,00 e ad una quota Irap evasa di €
1.667.650,00. In considerazione di questi riscontri, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di
Catania i 2 titolari dell’azienda per i reati di utilizzo ed
emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione infedele.
Numerosi controlli sono stati effettuati dal personale in forza alla Tenenza acese anche nei confronti
degli affitti in nero. Ad un primo consuntivo, da inizio
anno sono stati scoperti 11 immobili dati in locazione
in nero ai commercianti acesi, evadendo un totale di
260.400 €; 7 appartamenti anch’essi ceduti in locazione senza contratto per un totale di 185.000 € sottratti
al fisco. Alla luce di questi primi dati, proseguono le
attività di contrasto all’evasione fiscale che da inizio
anno, nella sola circoscrizione della Tenenza di Aci-
reale, hanno permesso di riportare a tassazione quasi
5.000.000 €, sintomo di un’economia illegale che, fino a quando viene nascosta al fisco, danneggia i cittadini onesti.
E sempre il territorio acese è stato l’ambito operativo entro cui i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Catania, nell’ambito dei servizi di controllo
del territorio, hanno arrestato un agricoltore di Acireale, F.P. di 68 anni, per detenzione illegale di armi. Nel
corso della perquisizione nel podere dell’uomo, i finanzieri hanno rinvenuto due fucili da caccia cal. 4,5
modificati e con matricole illeggibili. Le armi sono
state sequestrate e saranno sottoposte ad accurati esami balistici, allo scopo di stabilirne la provenienza e
l’eventuale utilizzo nella commissione di reati. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato condotto alla
Casa Circondariale di Piazza Lanza. Nel corso della
stessa operazione, sono state sequestrate venticinque
tartarughe della famiglia “testuggini di Hermann”, oltre a numerosi volatili e materiale da bracconaggio. Le
tartarughe rinvenute sono considerate specie protetta,
in virtù della Legge 150/92 e della Convenzione di
Berna. Probabilmente, erano destinate al consumo alimentare o come materia prima per la realizzazione di
gioielli. L’uomo è stato denunciato alla competente
Autorità Giudiziaria e gli animali sono stati affidati al
“Centro di Recupero Fauna Ambientale” di Catania.
Rosa Andò
5
Note nuove a
“Viva Sicilia”
Giarre: il Talent Show che
manda in onda la musica
di “Casa Nostra” ha
regalato una opportunità
di primo piano ai giovani
talenti del territorio
Si è tenuta a Giarre la prima tappa di “Viva Sicilia”, il talent show a caccia di nuove leve, promosso
dalla nota emittente radiofonica Radio Flash. Sono
stati tanti i giovani artisti che si sono sfidati per entrare nelle play-list di Radio Flash. Canto, presenza scenica ed intervista hanno costituito il metro di giudizio
della giuria, formata da Emilio Raciti (Radio Universal), Mario Cannavò (Radio Flash) e Marzia Vaccino
(Il Gazzettino) che, insieme a Paola Quattrocchi,
hanno decretato i primi nove classificati pari merito
della tappa giarrese: Angelo Lizzio, Danilo Sapienza,
Daniela Cavallaro, Mary J Lopis, Sabrina Consoli,
Loredana Forte, Ivana Zappalà, Simone Di Benedetto e Angelo Di Guardo. Special-Guest è stato l’esilarante artista Massimo Dà che, con la sua esibizione
mozzafiato, ha dato un contributo elegante al talent
show. Viva Sicilia, andato in onda in contemporanea
su Radio Flash e Radio Universal, è stato brillantemente condotto dal noto presentatore televisivo Dario Privitera e dal creativo Direttore Artistico di Radio
Flash, Enzo Sangrigoli.
Quest’ultimo, intervistato, spiega lo spirito che
caratterizza la manifestazione: «Viva Sicilia ha lo
scopo di dare visibilità. Offre una vetrina promozionale, attraverso la radio, ai giovani talenti siciliani. È, infatti, risaputo che le radio non danno più spazio agli
artisti locali. Pertanto, abbiamo pensato di dar vita ad
un festival e chiamarlo appunto “Viva Sicilia”. Attraverso dei casting selezioneremo dieci dei più di cento
provini che sono arrivati alla radio. I selezionati andranno in onda in play-list, a partire da fine giugno,
insieme alla diffusione dei big della musica italiana
ed internazionale come Ligabue, U2, Cure... Si ritroveranno nel nostro palinsesto con una promozione
ben mirata e supportata da un tour che la radio svolgerà nelle più belle piazze siciliane, nei mesi di luglio
e agosto. Faremo in tutto cinque date, caratterizzate
dal contributo di artisti nazionali come Davide De Marinis, Michela Foti che si è distinta a Sanremo arrivando seconda nella categoria giovani, e Sugarfree.
Presenze importanti del tour potranno essere anche
manager ed impresari che potrebbero scovare tra i
partecipanti qualche giovane talento, aprendo così
per loro una porta importante nel il mondo della musica».
Enzo Sangrigoli coglie l’occasione per lanciare
un’importante messaggio ai giovani artisti siciliani:
«Durante la selezione dei provini per “Viva Sicilia” ci
siamo ritrovati a dover fare i conti con delle demo o
dei prodotti audio non professionali. Trovandoci in
una realtà in cui le Radio sono restie a mettere in onda musica indipendente, invito i giovani che vogliono
affacciarsi al mondo della musica a realizzare un prodotto di qualità, che fornisca un’idea migliore possibile al Direttore Artistico che riceve la demo e ascolta il
prodotto. Diversamente, bastano pochi secondi per
scartare un’artista. Pertanto, quando mandate una
demo ad una Radio (che sia Radio Flash o, a maggior ragione, se si tratta di un grosso network) fatelo
portando un prodotto realizzato al meglio delle vostre
possibilità. Abbiate un approccio più professionale alla musica. Quello che manca, allo stato attuale, è il
prodotto di qualità acustica e tecnica: per poter essere un artista di successo bisogna avere delle qualità
innate che è essenziale supportare con un forte studio per rendere il talento “professionale”. Viviamo un
periodo in cui sono esplosi i talent show televisivi ma
è anche vero che la musica passa, essenzialmente,
attraverso la radio che costituisce, quindi, un canale
fondamentale. Molti artisti storici sono nati proprio
dalla Radio: i Dire Straits mandarono un provino a
Radio Londra nel ‘78 e il mitico successo “Sultans of
Swing” iniziò a girare per radio fin quando un produttore, ritenendo il loro prodotto di alta qualità, decise di
produrli. Giovani artisti Siciliani aiutateci quindi a darvi una mano».
Ospiti importanti della tappa Giarrese di Viva Sicilia sono stati i Direttori responsabili di Radio Universal, Isidoro Raciti ed Emilio Raciti, che sulla partnership tra le due Radio così commentano: «La collaborazione tra Radio Universal e Radio Flash nasce dell’evitare di farsi “la guerra” tra radio. Lo spirito di interazione rende più grande il nostro territorio, infatti, la
funzione delle Radio non è quello di abbattere la questione imprenditoriale locale ma è quella di far crescere la zona, farla ripartire, togliendo così di mezzo
la crisi. “Viva Sicilia”, non è la prima collaborazione
che avviamo con Radio Flash: spesso, andiamo in
tandem e rendiamo più grande e più importante un’iniziativa. “Viva Sicilia” è un progetto totalmente firmato Radio Flash e il nostro supporto, in quanto radio locale di Giarre, è quello di far parte della giuria e trasmettere in contemporanea su Radio Universal l’iniziativa: il nostro contributo per rendere più grande la
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N . 17 • sa bato 2 1 ma ggio 2011
catania e provincia
Pilastri di un futuro possibile
Mascali: proficuo
confronto pubblico
sulle opere per lo sviluppo
turistico sportivo
del litorale marino
M
ascali si confronta sui temi del
suo sviluppo e lo fa nel corso di
una conferenza stampa, presso
il Palazzo di Città, con la presentazione del progetto denominato “Opere per lo sviluppo
turistico sportivo del centro abitato e delle frazioni, sistema attrezzato del litorale marino”. Si tratta, come è
stato spiegato nel corso dell’incontro, di un importante progetto che, una volta finanziato, consentirebbe di
realizzare una grandiosa, quanto radicale, opera di riqualificazione dell’intero litorale marino mascalese.
A spiegarne i contenuti tecnici, attraverso cartografie
e videoclip, sono stati gli ingegneri, redattori del progetto, Salvatore e Sonia Grasso, alla presenza dei
principali rappresentanti dell’Amministrazione comunale: il sindaco dott. Filippo Monforte, il presidente
del Consiglio comunale, dott. Biagio Susinni, l’assessore ai Lavori pubblici dott. Agostino Mondello, il dirigente della III Area UTC dott. Claudio Brischetto,
con la partecipazione del Consigliere provinciale
Francesco Cardillo e di tantissimi cittadini.
«Riguardo il progetto dell’Asse attrezzato del litorale – hanno sottolineato gli intervenuti –, il Consiglio comunale di Mascali ha già espresso il suo unanime apprezzamento, considerandola un’opera che
potrebbe cambiare positivamente l’assetto territoriale costiero di Mascali, con effetti riverberanti nei Comuni viciniori. Questo stesso gradimento è stato dimostrato da tecnici, consiglieri e assessori comunali.
Le principali direttrici del progetto, stimato intorno ai
115 milioni di euro, finanziabili con fondi europei e
Volemose
davvero bene
Abbracci gratis: volersi
bene non costa nulla.
A Catania un Flash mob
notturno regala emozioni
e sentimento
dalla finanza di progetto, sono la riorganizzazione ed
il restauro ambientale del lungomare, che comprende
la strada, un parco lineare e le opere per la migliore
fruizione della spiaggia e dell’area protetta della
Gurna; la creazione di una rete di parcheggi; la creazione di un centro sportivo».
Sintetizzando i punti cardini dell’incontro, è stato
evidenziato che il progetto propone un vero e proprio
“restauro ambientale”, con l’inserimento di strade, piste pedonali e ciclabili, aree di sosta con edicole e gazebi e un adeguato arredo urbano, con un parco lineare che consenta la visibilità del mare dalla via Spiaggia. Una vista attualmente quasi, totalmente preclusa.
L’opera si propone di portare la fascia costiera di Mascali all’attenzione del turismo locale, nazionale e internazionale, attraverso una corretta fruibilità di beni
naturali. e di una immensa e splendida spiaggia che
funge da legame tra Riposto, con il suo porto turistico,
e Taormina, attraverso il territorio di Fiumefreddo e
Calatabiano. Alla richiesta speranzosa se “un’opera
così progettata potesse trovare adeguato finanziamento economico”, l’ing. Sonia Grasso ha risposto
che «è stata prevista una suddivisione in diversi lotti
con funzionamento autonomo e, soprattutto, con la
possibilità di aprire le porte anche alla finanza di
progetto, ovvero al finanziamento da parte di privati
che potrebbero trovare il giusto ritorno economico
attraverso la gestione di tali opere».
Quindi, il tutto è stato descritto come “un’opera
fattibile, attraverso una corretta e moderna politica del
territorio. Un’opera che è riuscita a coinvolgere, positivamente e con entusiasmo, tutte le forze politiche locali di maggioranza e di opposizione. Una particolare
attenzione è stata posta alla zona protetta denominata
“Gurna”, dove è previsto di effettuare opere naturalistiche che possano consentire e stimolare il desiderio
di visitarla, rappresentando essa stessa un patrimonio
di grande rilevanza.
Il sindaco Monforte, assieme all’assessore ai Lavori pubblici Mondello, ha dichiarato che «l’Amministrazione ed il Consiglio comunale di Mascali, attraverso quest’opera, intendono creare una sinergia con
le altre infrastrutture del territorio, sia con quelle già
realizzate che con quelle in programmazione. Il tutto,
operante nella corretta ipotesi che ciò possa contribuire alla crescita economica ed alla consequenziale
riduzione della disoccupazione, oggi fortemente presente nel nostro territorio».
Elisa Torrisi
Piazza Europa entro un anno
Catania: annunciata per ottobre la ripresa dei lavori. Risvolti giudiziari, stato del
cantiere e obiettivi della società; l’ad dell’impresa Lorenza Virlinzi ha parlato alla
città: “Parte degli spazi per ospitare iniziative socio-culturali”
D
opo sei anni dall’aggiudicazione in project financing della costruzione e gestione del parcheggio interrato di Piazza Europa, dopo oltre tre anni e mezzo dal sequestro
del cantiere e dal “congelamento” dei
lavori, ad un mese dalla sentenza assolutoria da parte dei giudici della terza
sezione penale del Tribunale di Catania, che ha portato al dissequestro e restituzione delle aree: la società “Parcheggio Europa Spa” ha voluto parlare
a tutta la città per fare chiarezza su una
delle opere considerate “strategiche”
per lo sviluppo di Catania.
Lunedì 16 maggio, presso la Sala
Camerale della Camera di Commercio
di Catania, si è tenuta la conferenza
stampa sul tema “Parcheggi Europa:
passato, presente e futuro”. L’amministratore delegato Lorena Virlinzi, alla
presenza del presidente della società,
Ennio Virlinzi, del Cda e dei tecnici che
hanno seguito l’evolversi della vicenda,
ha spiegato alla stampa, alle istituzioni
e ai cittadini, “i dettagli di un’opera in
cui ancora oggi crediamo perché volta
al raggiungimento di un preminente interesse collettivo e destinata a cambiare il volto di Catania”. Si è passati dalla
cronistoria ai risvolti giudiziari, dalle
ricadute economiche, sociali e ambientali che il progetto avrebbe sul territorio
alla sua valenza architettonica. Condizioni pregiudiziali per la ripresa dei lavori, problematiche relative allo stato
del cantiere, tempi di consegna: attraverso rendering e immagini dell’opera,
è stato illustrato il progetto e lanciato
un chiaro messaggio: “Vogliamo restituire Piazza Europa ai cittadini: ancora più funzionale e più bella di prima”.
Presenti in conferenza anche l’arch.
Salvo Puleo, progettista opere di superficie, il Rup Orazio Palmeri, hanno preso parte al dibattito anche alcuni rappresentanti dei comitati cittadini
“40xCatania” e “Gar - Gruppo azione
risveglio”.
«Decorsi, senza ulteriori risvolti, i
termini di 90 giorni per depositare la
sentenza e di 45 per un eventuale appello da parte dei Pm, nel mese di ottobre riprenderanno i lavori, ed entro il
2012 Catania riavrà una delle sue piazze più belle e invidiate». Ad annunciar-
di Giarre
Volemose bene. È questo il
messaggio lasciato
dal popolo del Flash mob catanese
nella notte di mercoledì 18 in occasione del “Free
hugs flash mob”.
Centinaia sono stati i giovani che, dopo essersi dati appuntamento
in
Piazza
Teatro
Massimo, epicentro della vulcanica movida notturna cittadina, hanno
dato vita a un inaspettato e collettivo gesto d’affetto.
Quando si tratta di dimostrare dolcezza e sentimenti,
probabilmente, la prima che passa per la mente (e per
il cuore) è di esprimerlo con un bacio, esattamente come suggerisce il famoso slogan di una nota industria
dolciaria. I partecipanti hanno, invece, pensato bene
di scegliere un modo diverso di condividere affetto,
ovvero gli abbracci.
In un periodo in cui l’autostima della stragrande
maggioranza dei giovani e dei meno giovani dipende
dal numero di Sms ricevuti e dei link notificati su Facebook, cosa c’è di meglio di un abbraccio per ritrovare
un po’ di sincera e genuina benevolenza? Pensa sicuramente questo l’australiano Juan Mann, l’artefice del
movimento “abbracci gratuiti”. Dal lontano 2006, anno
in cui venne lanciato su Youtube il primo video che riprendeva abbracci liberi tra sconosciuti, la campagna
ha riscosso un enorme successo e ha invaso le strade
e le piazze di grandi città come Londra, Parigi e New
York. Catania, nel suo piccolo, ha mantenuto il confronto con le più importanti metropoli: allo scoccare
della mezzanotte, dopo qualche timido abbraccio tra
amici e fidanzati, è partito un gigantesco abbraccio
collettivo tra tutti i giovani, per lo più universitari, che
popolavano in quel momento la piazza. È difficile, se
non addirittura impossibile, fare la conta di tutti gli abbracci scambiati all’interno della baraonda. Ben più visibile, invece, è apparsa l’euforia: cori e olè da stadio,
scherzi e lunghissimi trenini umani, degni del carnevale di Rio, hanno accompagnato per parecchi minuti
l’intera manifestazione.
Al termine dell’evento, chiuso dall’applauso che,
come da rituale, ha sancito la buona riuscita del flash
mob, sono stati in tantissimi a definirsi “contenti e
profondamente divertiti”. In fondo, lo scopo dell’iniziativa era proprio quello di regalare, tra un gesto di affetto e l’altro, un po’ di sana e spensierata allegria, per
combattere la monotona routine della vita quotidiana.
Affetto e spensieratezza sono due elementi che fanno
parte di una filosofia di vita che, è proprio il caso di dirlo, è bene “abbracciare” di tanto in tanto.
Antonio Percolla
Fiumefreddo: lezioni
di primo soccorso
lo è Lorena Virlinzi, amministratore delegato della società “Parcheggio Europa” concessionaria del Project Financing, che ha fatto il punto sul “caso” del
Piano Urbano dei parcheggi, approvato
dal comune di Catania nel novembre
del 2001 per la realizzazione dei parcheggi scambiatori e di quelli interrati.
Tra questi anche il “Parcheggio Europa”, facente parte del quadro generale
delle 11 opere pubbliche destinate a dare “una svolta nel sistema della mobilità cittadina”.
«Era arrivato il momento di parlare, per dare alla cittadinanza e alla
stampa una versione oggettiva dei fatti
– ha continuato la Virlinzi – e creare
un’occasione di confronto e chiarimento costruttivo su molti aspetti che nel
tempo sono stati oggetto di distorsione
informativa: innanzitutto non ci sarà
nessuna sopraelevazione, la struttura
finale non cambierà lo skyline e rispetterà assolutamente il livello del manto
stradale, così come da bando e come
approvato dalla stessa Sovrintendenza.
Inoltre, in questi anni si è sempre parlato di “centro commerciale”: un errore, perché si tratterà solo di 8 botteghe
che destineremo all’uso commerciale
ma non solo, perché una parte degli
spazi potrà essere utilizzata anche per
fini socio-culturali».
L’amministratrice Virlinzi, insieme
all’ing. Renato Grecuzzo hanno dato risposte precise e tempi specifici: cosa
prevede il progetto definitivo, quali i
costi previsti inizialmente e quali quelli
effettivi a cui andrà incontro la società
per i prossimi 40 anni di gestione pattuita?
«Saranno 8.400 mq di area complessiva, che comprenderà 2 piazze,
piazza Europa e piazza Sciascia, e un
tronco stradale sotterraneo – ha spiegato l’ing. Renato Grecuzzo, direttore
dei lavori e progettista –. Di questi,
2.400 saranno destinati agli spazi verdi, a fronte dei 1750 di prima, mentre
2.800 saranno riservati alle aree pedonali, nel piano rispetto dell’idea di
piazza. Il progetto comprende 3 piani:
il primo seminterrato ospiterà le botteghe, il secondo e il terzo i parcheggi
con 397 posti auto, di cui 16 per disabili, così come da legge. Nulla è stato lasciato al caso, al progetto lavora un
team di tecnici grazie ai quali tutti noi
avremo una piazza migliore di prima».
Quanto ai costi, oggi il cantiere,
“congelato” a settembre 2007 dopo
aver effettuato il 50% dei lavori, presenta le tracce di incendi e invasione di
nomadi che hanno occupato le strutture
già realizzate. «Adesso occorre mettere
in sicurezza ponteggi, muri e tutto ciò
che col tempo ha subito gravi danni –
ha concluso Lorena Virlinzi – senza
trascurare gli interessi maturati in questi anni a causa delle esposizioni bancarie. Pochi giorni fa abbiamo inviato
una lettera al Comune con lo spirito di
trovare una soluzione condivisa, che riporti l’intera operazione all’equilibrio
economico finanziario».
Da parte del Comune sono arrivati
segni di apertura e una manifesta volontà di tagliare il traguardo prefissato
nel lontano 2001, quello cioè di “offrire
ai cittadini una reale soluzione al problema del traffico – ha affermato l’assessore comunale ai Lavori pubblici,
Sebastiano Arcidiacono, intervenuto al
dibattito –, di usufruire di nuovi parcheggi, ripristinando al più presto la
normale viabilità in una delle zone nevralgiche per la città, sia dal punto di
vista commerciale che turistico. È già
passato troppo tempo, lo sviluppo di
Catania non può attendere ancora e
l’impegno del Comune è quello di ricominciare a lavorare in sinergia per il
bene comune”.
Dopo un crescendo di polemiche,
iter processuali, verità e falsità, il traguardo di una Piazza Europa più moderna, più bella, più funzionale non
sembra essere più così lontano.
Salvatore Rubbino
Il circolo didattico “Rosario Livatino” di Fiumefreddo, diretto dalla prof.ssa Maria Elena Grassi, ha ospitato una lezione interattiva della Croce Rossa Italiana,
curata dalla commissaria dott.ssa Lina Orlando e dalla segretaria Lucia Leotta. A docenti e genitori di alunni coinvolti nel “Programma operativo nazionale obiettivo F1” il relatore, Salvatore Russo, ha illustrato le
corrette manovre di disostruzione da corpo estraneo e
rianimazione pediatrica, insegnando semplici gesti
che possono salvare delle vite. Dopo la parte teorica, i
genitori sono stati chiamati a ripetere le operazioni per
la parte pratica.
“L’attività – ha spiegato la dirigente Maria Elena
Grassi – rientra nel progetto di educazione alla salute,
all’interno del Piano dell’offerta formativa dell’istituzione scolastica. Questi incontri teorico-pratici dovrebbero moltiplicarsi all’interno della scuola, luogo deputato
alla formazione, poiché forniscono delle competenze
indispensabili per gestire le situazioni di emergenza”.
G.R.
Gazzettino 21-05-2011_1-906283964.e$S:Gazzettino-nuovo 1 19/05/11 21:12 Pagina 7
> S E T T I M A N A L E IDG
alcantara
di Giarre
Mondiale Enduro a Francavilla:
gara ed accoglienza impeccabili
La cittadina dell’Alcantara ha vissuto un festoso fine settimana grazie alla prestigiosa
competizione. Un evento “di qualità”, ma gli operatori economici locali si aspettavano
maggiori introiti; le migliaia di visitatori, però, erano fuori del centro abitato…
A
Il pittoresco quartier generale della manifestazione lungo Viale Europa ed un momento della premiazione in Piazza D’Aquino
Francavilla di Sicilia, nello scorso fine
settimana, si respirava un’atmosfera gaia
e festosa: tutto merito del “2011 Fim Enduro World Championship”, ovvero il
Campionato Mondiale di quella particolare disciplina motociclistica denominata “Enduro”, che proprio nella cittadina dell’Alcantara ha “celebrato”
quest’anno la sua unica tappa italiana.
In quei giorni (da giovedì 12 a domenica 15 maggio) il paese si è mostrato “coloratissimo” grazie al “grande circo” che ruota attorno a manifestazioni di questo genere, dove alla gara in senso stretto (nella fattispecie disputata nelle contrade periferiche attraversate dal torrente San Paolo) si affiancano “attrattive” quali la zona destinata ai “paddock”, ossia i quartieri
generali delle varie scuderie motoristiche, ed alle aziende sponsor; tale area è
stata individuata tra Viale Europa, Viale Libertà e Via Gramsci, un “triangolo” che è stato preso d’assalto da tutti i
cittadini francavillesi, incuriositi ed
ammirati dall’accuratezza organizzativa di un tale evento e dai comfort tecnologici al servizio di esso (autotreni
con all’interno autentici appartamenti,
gonfiabili giganteschi in grado di fare
“scenografia”, impianti audio per ricreare suggestioni musicali lungo il
percorso, ecc.).
Riguardo all’aspetto tecnico, ossia
la gara, tutti i partecipanti ed i rappresentanti della “Federazione Motociclistica Internazionale ed Italiana”
(F.I.M.) hanno dato atto agli organizzatori del Motoclub “Aiello” di Acireale, ed in particolare al coordinatore
Salvatore Leonardi, ed all’Amministrazione Comunale ospitante, guidata
dal sindaco Salvatore Nuciforo, di aver
curato tutto nei minimi particolari, evidenziando altresì «la calorosa accoglienza ricevuta dalla gente di Sicilia».
Un signore bergamasco da noi interpellato ci ha pure detto di «voler tornare nella Valle dell’Alcantara insieme
alla mia famiglia in tempi più “tranquilli”, perché in questi giorni sono rimasto affascinato da una zona che merita di essere vissuta in assoluta vacanza».
E’ ovvio che, con eventi del genere, un Comune di provincia rischia di
essere messo in ginocchio dall’aumento del traffico veicolare e dalle modifiche alla viabilità che si rendono necessarie; ma ad evitare disagi in tale ambito sono pienamente riusciti gli agenti
della Polizia Municipale francavillese
coadiuvati dagli altri colleghi della Po-
lizia Locale dell’Unione “Via Regia
dell’Alcantara” (ossia i vigili urbani
distaccati per l’occasione dai vicini
Comuni di Motta Camastra, Gaggi e
Graniti).
Il Comune di Francavilla di Sicilia,
dunque, si è dimostrato un ottimo “padrone di casa” per lo staff organizzativo, per il centinaio di enduristi in gara
e per i rispettivi entourage; prova ne è
che tra costoro sono in tanti ad invocare la riproposizione del prossimo Mondiale italiano di Enduro a Francavilla
di Sicilia.
Qualche “mal di pancia”, invece, si
è registrato tra gli operatori economici
locali. In quei tre-quattro giorni, in pratica, gli incassi sono sicuramente lievitati per gli esercizi di ristorazione tradizionali a posto fisso (bar, ristoranti,
pizzerie, ecc.); purtroppo, però, tanti
professionisti del settore nonché semplici cittadini hanno pensato, in tale occasione, di acquistare spazi di suolo
pubblico nel pieno centro di Francavilla per esporre le loro mercanzie e somministrare cibi e bevande, ma, come
suol dirsi, “il gioco non è valso la candela”: le attese migliaia di persone si
sono riversate lungo il percorso di gara, mentre a Francavilla “città” (in particolare Via Regina Margherita, Via
Gramsci e Via Vittorio Emanuele) i
“consumatori” sono stati pochi e non
hanno consentito ai numerosi standisti
lì allocatisi di ripagarsi i costi di affitto
del suolo pubblico e dei gazebi espositivi.
Un plauso, dunque, all’Amministrazione Comunale di Francavilla di
Sicilia ed all’associazione organizzatrice “Motoclub Aiello” per l’andamento impeccabile della competizione. Ma a chi si occupa della promozione di tali eventi di respiro mondiale, si
consiglia di investire molto di più in
pubblicità perché, sicuramente, a Francavilla di Sicilia non ci sono state le
tanto “sbandierate” trentamila presenze (cifra, questa, attinta dai comunicati
stampa ufficiali diramati dagli organizzatori) del Mondiale Enduro dello
scorso anno, disputato in provincia di
Bergamo.
Agli operatori economici locali
suggeriamo invece - qualora tale prestigioso evento dovesse far ritorno a
Francavilla di Sicilia - di andare a fornire i loro prodotti e servizi direttamente nel luogo di svolgimento della
gara, perché è lì che arrivano i visitatori e solo a pochi di loro viene in mente
di fare anche un salto in paese.
Rodolfo Amodeo
L’arte francavillese a Palazzo Cagnone
Il taglio del nastro della Collettiva di Palazzo Cagnone e (da sinistra) Nella Manitta,
Angelo Varrica, Fabrizio Raneri ed il sindaco Nuciforo
N
asce come iniziativa collaterale alla tappa italiana del Campionato Mondiale di Enduro disputata nello scorso fine settimana a Francavilla di Sicilia, ma è destinata a “brillare di luce propria” in quanto si protrarrà fino al prossimo mese di
giugno: è la Collettiva degli artisti figurativi francavillesi inaugurata alcuni giorni fa a Palazzo Cagnone,
l’antico e spazioso edificio di proprietà del Comune i
cui saloni ben si prestano ad ospitare eventi di natura
espositiva.
Già alcuni mesi addietro, in occasione delle festività natalizie, l’immobile aveva accolto un’apprezzata iniziativa analoga, ma stavolta il coordinatore Angelo Varrica e l’operatrice culturale Nella Manitta
hanno dato vita a qualcosa di veramente imponente
essendo riusciti a “reclutare” oltre trenta espositori:
in pratica tutti i creativi della cittadina dell’Alcantara, ognuno dei quali ha messo in mostra più opere
delle rispettive produzioni; non a caso, tale ricchissima Collettiva è ospitata nella sala più ampia di Palazzo Cagnone, che in questi giorni è di per sé un’“opera
d’arte” in quanto la commistione di alquanto diversi
generi (pittura, scultura, fotografia, restauro, ecc.) e
stili (dal classico all’astratto) suscita nel visitatore
una notevole emozione.
Una speciale sezione è, inoltre, dedicata alla caratteristica Sacra Rappresentazione Vivente del Venerdì Santo di Francavilla di Sicilia attraverso la retrospettiva fotografica che nel recente periodo pasquale era stata allestita nei locali della Pro Loco di
Piazza Annunziata da Nella Manitta e dal marito Salvatore Torrisi.
Alla solenne cerimonia inaugurale di sabato scorso sono intervenute le massime autorità cittadine, con
in testa il sindaco Salvatore Nuciforo, il quale ha
provveduto al taglio del nastro affiancato dal maresciallo Giuseppe Gangemi, comandante della locale
Stazione dei Carabinieri.
Dopodiché gli espositori hanno dato mandato ai
colleghi Nella Manitta e Fabrizio Raneri di consegnare, in segno di riconoscenza, delle targhe speciali
all’organizzatore Angelo Varrica ed al capo dell’Amministrazione Comunale: al primo per il suo encomiabile continuo impegno nel promuovere iniziati-
7
N. 17 • sabato 21 magg io 2011
ve mirate a valorizzare i talenti francavillesi, mentre
al secondo per la sensibilità sempre mostrata nella
sua gestione amministrativa per tutte le occasioni di
arte e cultura.
Il “patron” Varrica ha, quindi, consegnato un
omaggio floreale all’assessore allo Spettacolo Tindara Orsina.
Ha fatto seguito un gustoso buffet offerto dagli
stessi artisti, alcuni dei quali (in particolare Maria
Camardi e Roberto Fradale) hanno approfittato dell’occasione per preannunciare di voler donare qualche loro opera al Comune di Francavilla.
Questi i nomi (in ordine alfabetico) di tutti gli
espositori della Collettiva visitabile in queste settimane a Palazzo Cagnone: Giuseppe Addotta, Maria
Camardi, Giuseppe Campo, Francesco Consalvo,
Vincenzo De Francesco, Roberto Fradale, Giuseppe
Grillo, Elena Lo Presti, Lella Marotto, Valeria Nucifora, Grazia Papa, Pippo Patanè, Salvatore Randazzo, Fabrizio Raneri, Giulio Torrisi, Gloria Torrisi ed
un gruppo di studenti del locale Liceo Scientifico “C.
Caminiti”.
Ma anche negli organizzatori di tale evento arde
il cosiddetto “sacro fuoco dell’arte”; così Angelo
Varrica ha esposto i suoi recenti dipinti dal gusto
“naif” ed alcune foto della sua brillante carriera di
parrucchiere per signora quando, tra Torino e Messina negli Anni Sessanta-Settanta, ideava innovative
ed estrose acconciature; Nella Manitta, invece, si è ritagliata un angolo per le sue originali e colorate creazioni (bambole, decorazioni di arredi, ecc.) prevalentemente ispirate agli immortali personaggi disneyani.
Tra gli artisti “rivelazione”, in quanto per la prima volta alle prese con l’esposizione in pubblico delle loro opere, l’attempato pittore paesaggista Giuseppe Addotta ed i giovani fotografi Giulia Torrisi e Fabrizio Raneri.
R.A.
Strisce blu a Giardini:
interviene la Cgil
Il sindacalista Giuseppe Silvestro, responsabile
di zona della Cgil, si è incontrato nei giorni scorsi
col sindaco di Giardini
Naxos, Nello Lo Turco
(nella foto), per perorare
la causa dei sette lavoratori impegnati nella gestione dei parcheggi a pagamento, ma attualmente
disoccupati perché in attesa del riavvio del servizio. Si vuole, in pratica,
evitare che, dopo l’espletamento della relativa gara d’appalto, l’azienda subentrante si avvalga di personale diverso da quello sino ad oggi impiegato per il controllo delle “strisce blu” nella località turistica.
Il primo cittadino Lo Turco, dal canto suo, ha elogiato la professionalità dei sette impiegati, anche alla luce
dei positivi giudizi espressi al riguardo dagli operatori
economici e dai residenti giardinesi, i quali hanno apprezzato il loro impegno nel garantire un traffico automobilistico ordinato; il capo dell’Esecutivo ha, inoltre, giudicato significativo l’introito economico derivante al Comune dal canone versato dall’azienda affidataria del servizio.
Dall’incontro con la Cgil è, dunque, emerso che la
riattivazione dei parcheggi a pagamento è uno degli impegni prioritari ed urgenti dell’Amministrazione Lo Turco, anche in vista dell’imminente stagione estiva; ma
preliminarmente bisognerà che il Consiglio Comunale ridefinisca le aree da destinare a “strisce blu” essendo
stato accolto dal Tar il ricorso di un cittadino il quale, giustamente, faceva notare che, nell’ambito di un territorio,
occorre rispettare determinate proporzioni tra posti auto
gratuiti (ossia strisce bianche) e posti auto onerosi. Alla
luce di ciò, lo stesso rappresentante della Cgil, Silvestro,
si è immediatamente attivato inviando un apposito sollecito scritto al presidente del civico consesso giardinese.
Riguardo alle sorti dei sette impiegati, il sindaco Lo
Turco si è impegnato ad inserire tra le clausole del bando di gara l’obbligo per l’azienda vincitrice di assumere
chi già nel Comune aveva in passato svolto mansioni di
“controllore della sosta”, mentre la Cgil ha preannunciato di voler chiedere all’azienda uscente i tabulati di tutti i
suoi dipendenti in maniera tale da far valere le ragioni
dei sette cittadini giardinesi in merito alle mansioni, al livello di inquadramento ed all’anzianità.
Il sindacalista Silvestro e gli stessi lavoratori hanno
espresso un giudizio positivo sull’esito dell’incontro cui,
comunque, ne seguiranno altri onde verificare se gli impegni assunti verranno realmente onorati.
R.A.
> S E T T I M A N A L E IDG
di Giarre
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e Servizi Sant’Isidoro a r.l.
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Nuova edizione 16-12-1994
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> S E T T I M A N A L E IDG
speciale
N. 17 • sabato 21 mag gio 2011
di Giarre
Notiziando qua e là
I lavori dei piccoli “giornalisti” del Corso P.O.N. “Laboratorio
di Scrittura Creativa” della Scuola Media annessa
al Liceo Artistico “R. Guttuso” di Giarre
Prof.ssa Gabriella Sorbello (docente-tutor)
e dagli esperti esterni Corrado Petralia (nella fase introduttiva) e Rodolfo Amodeo (in
quella teorico-pratica), rispettivamente condirettore e redattore del nostro giornale.
I “giornalisti in erba” hanno, quindi, avuto modo di esplorare uno dei linguaggi settoriali più ricchi ed attuali, quale è quello
della comunicazione a mezzo stampa e radiotelevisiva, acquisendo competenze ed
abilità che, in queste ultime giornate del corso, stanno mettendo in atto realizzando gli
Le “firme” di questa pagina: da sinistra Vincent Pastor, Giuseppe Arcidiacono,
Michela Cuzzubo e Giorgio La Rocca
Anche quest’anno la Scuola Media annessa al Liceo Artistico “Renato Guttuso” di
Giarre, guidato dal dirigente Alfredo Pappalardo, si è contraddistinta per l’inserimento
nella propria offerta formativa del Corso di
Giornalismo e Scrittura Creativa “Io giornali-
sta: notiziando qua e là”, realizzato nell’ambito del P.O.N. 2007-2013 ed in collaborazione con il settimanale “Il Gazzettino”.
A fruire di tale Progetto sono stati gli
studenti delle classi seconde della Scuola
Media, i quali sono stati guidati dalla
articoli ed i servizi giornalistici che pubblichiamo a partire da questo numero.
Ma, al di là dello “svelare i segreti” per
diventare giornalisti, tale qualificante iniziativa formativa mirava a sviluppare il senso
critico dei ragazzi mettendoli in possesso
delle cognizioni di base per potersi accostare con maggiore consapevolezza e maturità
ai mezzi d’informazione (si è, ad esempio,
spiegato loro che una notizia pubblicata da
un giornale in prima pagina, in un altro giornale potrebbe aver riservata minore eviden-
za per via delle cosiddette “scelte editoriali”;
e ci si è soffermati sulla differenza di contenuti e di linguaggi tra quotidiani e periodici e
tra carta stampata ed informazione televisiva).
Come si può evincere già da questo numero, agli studenti è stata data la possibilità
di produrre articoli ispirati dai rispettivi interessi ed inclinazioni, sulla base del principio
fondamentale che la “missione” del giornalista consiste nel trasmettere e spiegare agli
altri ciò che meglio si conosce.
Giarre all’avanguardia con la palestra “Bonfiglio” Viva i “romantici”
Sotto la guida del maestro Lio Tomarchio è possibile apprendere e praticare
le discipline del Judo, del Liu-Bo e della difesa personale.
Una realtà unica in Sicilia ed apprezzata a livello internazionale
J
udo, Liu-Bo (originariamente “bastone siciliano”)
e difesa personale sono
sport per tutte le età e per
tutti i sessi. Una delle palestre più accreditate in tutta
Italia dove è possibile apprendere e
praticare tali discipline è la “Giovanni Bonfiglio” e si trova proprio nella
nostra Giarre. A dirigerla è il suo
stesso fondatore, ossia il maestro Lio
Tomarchio: è stato quest’ultimo, insieme al suo compianto maestro
Bonfiglio, ad introdurre in Sicilia la
tecnica del glorioso Liu-Bo.
Questa forma di combattimento
porta con sé i valori primordiali della
Sicilia, tramandati dalle culture delle
civiltà passate ed, in particolare, degli ambienti contadini che utilizzavano il bastone al posto delle più costose spade. Oggi si è trasformato in
L’autore dell’articolo (primo da destra) durante un’esercitazione
di Liu-Bo; al centro il M° Tomarchio
uno sport moderno e resta un esempio unico tra le discipline da combattimento perché consente di far gareggiare insieme maschi e femmine in
Una vita “virtuale” al computer
La conducono tanti giovani attraverso
questo strumento ormai insostituibile, ma
che, se utilizzato in maniera esagerata,
provoca danni alla salute ed alla personalità
I
l computer è divenuto uno strumento insostituibile, ma che condiziona pesantemente la vita di
ogni essere umano: se questo apparecchio si guasta o non possiamo usarlo
perché, ad esempio, va via la luce, rimaniamo letteralmente “bloccati” in
quanto dobbiamo “dolorosamente” rinunciare a delle abitudini quotidiane
che rientrano ormai nella nostra ordinaria esistenza (controllare la posta
elettronica, inviare e-mail, visitare siti
Internet, ecc.).
Il computer, pertanto, è un mezzo
che ha reso più comoda la nostra vita
(soprattutto nello svolgimento delle
attività lavorative), ma che ci ha reso
“schiavi” di esso; andrebbe, quindi,
usato con cautela e senza esagerare
onde evitare fenomeni di “dipendenza”.
Ma, a parte questo, stare troppo
davanti al computer provoca danni al
fisico e, più in generale, alla salute; ed
a correre più rischi sono, ovviamente,
gli adolescenti, la cui struttura fisica è
in via di formazione. Pensiamo, ad
esempio, alle posture sbagliate che si
assumono quando si sta seduti di fronte al pc: schiena e collo curvati, testa
piegata in avanti, posizione innaturale
di braccia, polsi e mani, ecc.; tutto ciò
favorisce lo sviluppo di anomalie posturali che possono degenerare in danni fisici non più correggibili.
Inoltre, si è accertato che nove
persone su dieci di quelle che utilizzano il computer in tempi prolungati accusano disturbi alla vista: i danni, in
questo caso, vengono provocati dalla
luce intensa emanata dallo schermo.
Ai danni al fisico vanno aggiunti
quelli che incidono sulla sfera relazionale e comportamentale; perché oggi i
ragazzi trascorrono sempre più tempo
collegati ai cosiddetti “social
network” (primo tra tutti “Facebook”), allacciando rapporti virtuali e
non reali, fino ad isolarsi pressoché
del tutto, anche dalla propria famiglia.
Pertanto, l’uso eccessivo del pc
determina nel tempo una vera e propria dipendenza, che si caratterizza
per tutta una serie di sintomi, tra cui i
disturbi del sonno: c’è persino chi si
sveglia nottetempo mosso dall’esigenza irrefrenabile di andare al computer
per… completare un livello di un gioco in rete!
Senza nulla togliere all’utilità di
questa ormai insostituibile “macchina”, la dipendenza di tanti giovani dal
computer e dal suo mondo virtuale è
un dato che deve far riflettere e preoccupare perché incide negativamente
sullo sviluppo della personalità.
Vincent Pastor
quanto non punta sulla forza, bensì
sull’abilità e sulla tecnica.
Il Judo, invece, è uno sport olimpico che nasce in Giappone. Lo sco-
po di questa disciplina è quello di
aiutare la crescita delle persone nel
loro aspetto interiore ed anche sociale; amicizia e reciproco benessere
sono, insomma, i valori basilari che
il Judo riesce a trasmettere.
Infine, la difesa personale, anch’essa molto utile ed efficace, permette a chi la pratica di proteggersi e
di sapere affrontare situazioni difficili a qualsiasi età; consente, inoltre,
di fronteggiare efficacemente persino le aggressioni armate e si addice
pure alle donne.
Giarre, dunque, è una cittadina
fortunata ad avere una palestra così
prestigiosa ed unica nel panorama
sportivo siciliano e che si è distinta
anche in importanti competizioni all’estero: qualcosa, insomma, di cui
andare fieri.
Modà!
I cinque giovani musicisti, dopo
una lunga gavetta fatta di “alti
e bassi”, si godono il meritato
successo coronato dal doppio
disco di platino. Nostro
“viaggio” nel fenomeno
musicale del momento
nel panorama pop italiano
Giorgio La Rocca
Un campionato più
“nero” che azzurro…
Tutti i motivi che hanno impedito
alla “gloriosa” squadra dell’Inter
di raggiungere l’ambito traguardo
dello scudetto
dalla scarsa esperienza che hanno
impedito alla squadra di vincere e totalizzare i punti necessari per la scalata allo scudetto.
Poi Benitez ha
minacciato che se
Benitez e Leonardo: non sono degni l’Inter non avesse
di questa Inter… comprato tre nuovi
giocatori lui se ne
sarebbe andato; ciò
er la “gloriosa” Inter, il
campionato di calcio 2010- ha irritato molto il presidente
2011 è stato alquanto trava- Massimo Moratti il quale, dopo
gliato, all’insegna di continui quelle parole, decise di stroncare
cambi di panchina e problemi di la carriera all’allenatore.
Moratti ha, quindi, puntato
forma per i giocatori; tutti fattori
che hanno notevolmente contri- sull’ex allenatore del Milan Leobuito a far sfumare il sogno dello nardo. Dopodiché ha riordinato la
squadra comprando nuovi giocascudetto.
Ma ripercorriamo, in sintesi, tori, ma la sua scelta più azzeccata
le tappe di questa sfortunata sta- si è rivelata quella dell’ex sampdoriano Giampaolo Pazzini, il
gione neroazzurra.
Dopo l’addio di Josè Mou- quale ha portato all’Inter tanti gol;
rinho, la squadra ingaggia nel ruo- ma ciò nonostante è stato il Milan
lo di allenatore Rafael Benitez , ex a vincere il campionato con quatct del Liverpool, il quale sembra- tro giornate d’anticipo, conquiva essere un ottimo mister dalle stando così il suo diciottesimo
scudetto.
notevoli qualità.
Malgrado il secondo posto in
Ma tutto ciò non ha aiutato la
compagine interista, già debilitata classifica conseguito nella penuldagli infortuni riportati da parec- tima giornata del torneo, all’Inter
chi calciatori a causa del troppo ed ai suoi tifosi la stagione calciallenamento (stiramenti muscola- stica appena conclusa ha lasciato
parecchio amaro in bocca.
ri, dolori agli adduttori, ecc.).
Ci si è, quindi, visti costretti a
Giuseppe Arcidiacono
schierare in campo molti giovani
P
I Modà: Francesco Silvestre (voce), Enrico Zapparoli
(chitarra elettrica), Stefano Forcella (basso),
Claudio Dinari e Diego Arrigoni (Batteria)
Vengono da diverse città del Nord Italia i cinque giovani musicisti che hanno dato vita alla gettonatissima band dei “Modà”.
Dopo anni ed anni di sacrifici, nel 2004 per loro inizia una nuova
vita: firmano il primo contratto discografico ed incidono il primo loro singolo “Ti amo veramente”, che riscuote un grande successo.
Nel 2005 partecipano al Festival di Sanremo, nella sezione
“Giovani”, con il brano “Riesci a innamorarmi”. Ma la famosissima
competizione canora non è molto generosa con loro e, quindi,
tornano ad esibirsi nei locali.
Il successo tornerà nel 2007 con il nuovo album “Grazie gente”. L’anno dopo, ossia nel 2008, esce il cd “Sala d’attesa” e si
esibiscono in cinquanta palchi di tutta Italia.
Nel 2009 cambiano casa discografica e ricevono il disco di
platino rimanendo per quaranta settimane in vetta alle classifiche.
Nel 2010 arriva per i Modà l’importante affermazione come
“Gruppo dell’Anno”. Come dimostrano i dati delle vendite, piace
in particolare il singolo “Sono già solo”. Con questo nuovo brano
affrontano un’altra lunga tournèe nazionale e vengono premiati
anche ai “Wind Music Awards” di Italia 1.
L’8 ottobre scorso esce l’altro singolo “La notte”, che in meno
di ventiquattr’ore raggiunge le prime posizioni della classifica di
“I-Tunes”, seguito dal precedente “Sono già solo”. A dicembre inizia “La Notte Tour”, che vede i Modà esibirsi con enorme successo in venti palasport italiani.
Quindi il ritorno, un paio di mesi fa, sul prestigioso palco dell’Ariston di Sanremo con il brano “Arriverà”, cantato insieme ad
Emma Marrone (vincitrice dell’edizione 2009-2010 di “Amici”): la
canzone entra subito nel cuore della gente e conquista il secondo
posto nella sezione “Big”. Nello stesso periodo esce anche il nuovo album “Viva i romantici”, che si piazza subito nella classifica
degli album più venduti, mantenendo la posizione per oltre un
mese fino a meritarsi il doppio disco di platino.
I tre singoli (“La notte”, “Sono già solo” ed “Arriverà”) hanno,
inoltre, conquistato il disco di platino nella classifica dei download.
Quale il segreto del successo dei Modà? Sicuramente una
musica trascinante e dei testi in cui gli ascoltatori, e specialmente
i giovani, s’identificano; ma anche la presenza scenica che questo gruppo riesce a sfoderare nelle esibizioni “live”.
Michela Cuzzubo