Crossdog, una storia di tanta passione e sacrifici

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Federazione Cinofila Ticinese
Crossdog, una storia di tanta passione e sacrifici
Désirée Mallè
presidente X-Alpine Rescue Team
Che cos’è un crossdog? Una nuova razza? Un meticcio
strano? No, un crossdog è un cane addestrato alla ricerca di persone scomparse, vive o MORTE. Qui sta la
differenza. Un crossdog è un cane che viene istruito a
segnalare con abbaio il ritrovamento sia di una persona
viva, che di una deceduta in spazi anche molto ampi.
Per i non esperti la cosa potrà sembrare banale, anche
perché molte dicerie circolano sui cani da ricerca e sulla
loro formazione, basti pensare che in alcuni gruppi si portano ancora i cani a segnalare sacchi da montagna vecchi
con la convinzione che questi riproducano la situazione
del corpo morto. In realtà, senza un’adeguata associazione al pool di odori (molecole) corretto, praticamente nessun cane può considerarsi affidabile nella segnalazione
del cadavere.
Una brevissima spiegazione, fondata su oggettività
scientifiche, resa qui accessibile a tutti. Una persona viva
ha un odore unico, individuale. Persino i gemelli a livello
olfattivo sono diversi. Per semplificare dobbiamo immaginarci che l’odore di ogni uomo è il risultato della combinazione di numerose componenti. Il cane da ricerca dei
vivi in sostanza cerca la combinazione completa con o
senza discriminazione individuale.
A pochissimi minuti dal decesso, questo pool di odori
cambia e si trasforma, sotto l’influenza di numerosi fattori (tipo di morte, fattori ambientali, velocità e tipologia
di degrado, ecc.) in qualcosa di diverso che il cane non
imprintato non è in grado di conoscere. Le molecole di
odore del morto son più pesanti, dunque hanno una differente propagazione nell’ambiente (che conduttore e
cane devono poter conoscere e sperimentare).
Un crossdog viene esercitato soprattutto con l’odore di
umano al 2° stadio di decomposizione, in quanto questo
costituisce l’85-90% della casistica dei ritrovamenti. Il pool
di odori da impregnare però è più ampio e per un crossdog comprende: il 1° stadio di decomposizione (che ha
un odore molto diverso e si deve allenare in modo specifico); le ossa; il grasso; l’adipocere; la mummificazione; la
carbonizzazione e la situazione con organi interni esposti
(per la presenza di grande concentrazione di ammoniaca,
è il secondo odore più allenato nei crossdog).
Ma come si fa?
I tentativi di riprodurre questi “odori” per allenare i cani
sono molteplici, alcuni usano sostanze completamente
“artificiali” prodotte in laboratorio (dette comunemente
‘pseudo’), altri impiegano parti di maiale, ecc.
Altri ancora usano resti umani veri;
metodo che a oggi si rivela essere il
più affidabile ma che si scontra con la
legislazione di molti paesi. La Svizzera
non permette l’utilizzo di resti umani,
da qui la necessità di formare i cani
all’estero.
Il crossdog è il cane da cadavere meno specializzato: esistono infatti cani altamente specializzati nella ricerca di resti umani (chiamati HRD-Dog, Human Remains Detection
Dog) e Forensic Detection Dog (utilizzati nelle indagini di
polizia) che sono formati nella ricerca estremamente raffinata di odori specifici legati al cadavere e/o alle scene criminose. Questi però in nessun caso ricercano il vivo e lavorano in aree decisamente più ristrette rispetto ai crossdog.
Thor, il primo crossdog ticinese (e forse anche svizzero)
Thor è un border collie di 2 anni e mezzo, formato nella
ricerca di persone disperse in vari contesti (valanghe, superficie e macerie) condotto da Floriano Beffa, geologo,
alpinista e esperto/istruttore cinofilo dell’Alpine Rescue
Team (ART). Da pochissimo ha ottenuto la certificazione
internazionale (rilasciata dal Center Spas, che brevetta
e collabora tra gli altri la polizia germanica, croata, slovena, ecc.). Altri 4 cani di ART sono in formazione per
ottenere anche questo brevetto. “Questa formazione è
interessantissima, etologicamente rispettosa, ma certo
non comoda. Più volte all’anno ci incontriamo in Italia,
ma soprattutto in Croazia con i formatori del Center Spas
per allenarci. Significa viaggi di 8-9 ore ogni volta, giornate super intense e costi non indifferenti”, spiega Floriano “ ma noi dell’Alpine Rescue Team siamo convinti
che ne vale la pena in quanto in questo modo possiamo
avvalerci di cani più completi. Molti interventi di ricerca
si concludono infatti con il ritrovamento di una persona
deceduta. Ora i cani diventano un valido supporto anche
in questo”. La questione etica non entra nemmeno in linea di conto. “ Noi siamo volontari, non lo facciamo per
guadagnare, anzi, a noi avere questi cani da ricerca – se
facciamo un discorso puramente economico – costa, anche parecchio. A noi sta a cuore offrire un aiuto valido,
competente ed efficace nelle operazioni di ricerca dei dispersi. A questo, unite la grande passione per i cani e per
la montagna…e avrete la filosofia Alpine Rescue Team”,
aggiunge Floriano.
Alpine Rescue Team, via Bierino 6, 6533 Lumino, [email protected], o facebook: X-Alpine Rescue Team