Mercato Italia Alimenti Surgelati: analisi Istituto

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I NUMERI DEL MERCATO
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SURGELATI
Zero crisi sotto gli zero gradi
Approfondimenti:
http://tinyurl.com/LCSurgelati
di Giovanni Schiavo Campo
dinamiche differenziate per le
varie categorie incluse nel panorama d’offerta: alla sostanziale tenuta dei vegetali semplici e all’incoraggiante performance di quelli preparati
(+4,5%), ha fatto riscontro
per il secondo anno consecutivo il netto calo di zuppe e
minestroni. Questo in particolare per le gamme ricettate
più adatte, a quanto pare, a un
target più evoluto e moderno
che, senza rinunciare a un sano piatto tradizionale, non ha
tempo per prepararlo.
A proposito del successo
dei vegetali preparati, specie
se contrassegnati da originalità ed elevato servizio, le
aziende assecondano il trend
incrementando le offerte convenience, sempre più spesso
in formato monodose, segno
l punto sul consumo di
surgelati in Italia mostra
un comparto che riesce a
reggere bene l’impatto
della crisi economica sulla
spesa alimentare. Così emerge dall’andamento 2012 analizzato nel dettaglio dei singoli segmenti dallo Iias, Istituto Italiano Alimenti Surgelati. Il lievissimo decremento,
il –0,1% globale, non incide
su questa valutazione di fondo, che tiene presente come i
surgelati non rappresentino
più una scelta emergenziale
fra i comportamenti di acquisto; mentre, a riprova invece
della validità della proposta
anche in termini di servizio,
ben 98 famiglie su 100 nel
2012 hanno comprato proLE VENDITE IN ITALIA DI PRODOTTI
dotti surgelati con una meSURGELATI - RETAIL:
dia di almeno uno ogni 2
2012-2011 ( t e var. %)
settimane (per 14,6 kg an2012 2011 var. %
nui a testa). Svariate peralVegetali
224.807 224.540
0,1
tro le ragioni di un successo
Vegetali semplici 134.400 134.416
0,0
che perdura: dalla praticità,
Zuppe e minestroni 68.985 69.422 –0,2
al processo che si accredita
Vegetali Preparati
7.272 6.960
4,5
Altri vegetali
14.151 13.670
3,5
per le garanzie di “scarsa
Patate
78.078 77.133
1,2
manipolazione”, all’offerta
Patate fritte
71.235 70.726
0,7
variegata, destagionalizzata
Patate elaborate
6.843 7.077 –0,3
e delocalizzata.
Prodotti ittici
93.519 93.491
0,0
A confermare il primato
Pesce intero, nat. 31.545 30.833
0,2
in assoluto a valore è semMollame, crostacei 29.287 30.818 –0,5
pre il segmento dei vegetaPesce panato, pastel. 32.687 31.852
2,6
li, con una quota del 42%
Carne rossa
5.195 4.846
7,7
Hamburger
3.034 3.078 –1,5
delle vendite a volume
Carne impanata
2.161 1.770 22,0
(224.807 rispetto alle
Carne bianca
8.536 8.234
3,7
224.540 tonnellate 2011, il
Paste semilavorate 2.738 3.045 -10,1
+0,1%) e con un tasso di
Pizze e snacks
72.951 73.130 -0,2
penetrazione nazionale in
Pizze grandi
42.148 40.506
4,1
oltre 22 milioni di famiglie.
Pizzette
2.938 2.887
1,7
A fronte di volumi in linea
Snacks salati
27.876 29.766 –6,2
con l’anno precedente, il
Piatti ricettati
38.747 43.888 –12,0
valore è andato incontro a
Primi piatti
21.324 24.163 –12,0
Secondi Piatti
7.685 8.574 –10,5
una lieve crescita, non tanto
Contorni
9.739 11.172 –12,7
dipendente da un aumento
Desserts
3.644 3.480
0,5
dei prezzi, quanto da una riFrutta
980
898
9,4
definizione delle preferenAltro
5.000 6.258 -20,1
ze dei consumatori a favore
Totale
534.195 538.945 -0,8
di prodotti benessere e dal
Largo
Fonte: Istituto Italiano
maggiore valore aggiunto.
Alimenti Surgelati
Consumo
Tuttavia, si sono registrate
I
26
dell’incidenza ormai non più
trascurabile del mercato dei
single, come indica anche
l’incremento delle versioni
adatte al microonde. Tra i dati migliori ci sono poi quelli
relativi alla nicchia dei “cooking aids” (erbe e spezie) che
hanno raccolto il +3,5% sul
2011. Altro segmento importante (il 14% dei volumi totali) è quello delle patate, che
denota un potenziale altamente innovativo in grado di
intercettare nuove esigenze.
Si notano inoltre declinazioni sempre meno standardizzate, fra cui la più efficace
appare quella delle referenze
“light”. Così il 2012 ha fatto
segnare un positivo +1,2%, a
conferma dell’accelerazione
dei consumi nell’ultimo periodo, favorita anche dalla cura dei produttori nel mettere
in atto, nonostante i costi insopprimibili, processi di selezione delle materie prime
e controlli sulle modalità di
frittura tali da mantenere alti i livelli qualitativi e di sicurezza per la salute. Infine, il comparto sembra avere ancora ampi margini di
sviluppo, soprattutto se
l’offerta saprà interpretare
gusti e abitudini delle nuove generazioni; ed è questa
l’innovativa strada già imboccata dalle realtà più rappresentative in direzione
per esempio dei prodotti
stir fry e delle soluzioni che
si spingono in genere quasi
oltre i naturali confini del
consumo.
Dal pesce
alla carne
Andamenti differenziati si
sono riscontrati, caso per caso, anche per gli ittici, che
tuttavia nell’insieme escono
sostanzialmente bene dal
confronto biennale, con
l’88% delle famiglie che li
LARGO CONSUMO n. 1/2014
hanno scelti, denotando così il
superamento dei pregiudizi
verso i surgelati, preferiti anzi
per i loro plus di sicurezza alimentare e conservabilità. La
performance migliore l’ha ottenuta il pesce panato e pastellato, il +2,6%, a testimonianza del desiderio sempre
più diffuso, in particolare fra i
consumatori delle realtà metropolitane, di esplorare aree
di innovazione e di novità.
Questo tra gli elementi di un
progresso ascrivibile peraltro
anche ai consueti requisiti di
un prodotto convenience,
pronto al consumo e che non
richiede operazioni preliminari alla cottura. Vale al riguardo l’eccellente risultato
dei bastoncini di pesce, diventati la prima referenza per numero di famiglie acquirenti.
Sostanzialmente stabile invece la domanda di pesce naturale (+0,2%), ambito che vede molti consumatori optare
per le soluzioni base, più
economiche, eventualmente
da personalizzare in casa. Tra
i freni a una crescita che, secondo lo Iias, avrebbe potuto
essere anche più spinta nel
2012, ci sono anche aspetti
oggettivi non modificabili: il
fatto, per esempio, che i banchi del pesce fresco e del decongelato sono in genere ubicati, nei supermercati, all’inizio del percorso e l’ittico surgelato, invece, soltanto alla
fine.
Per quanto riguarda invece
le carni, il dato di chiusura
d’insieme, quindi sia di quella rossa sia di quella bianca,
è ampiamente positivo: la
carne bianca ha registrato il
+3,7% che, sommato al progresso del +31% per il quinquennio 2007-2011, porta a
considerare una crescita pari
al 34,7%. Ancora maggiore
l’avanzata del comparto delle carni rosse, che ha segnato
il +7,75% in confronto al-
I NUMERI DEL MERCATO
SURGELATI
l’anno precedente; e, anche
in questo caso, con una conferma del fatto che il consumatore è sempre più alla ricerca di nuove ricette e modalità di preparazione e di
presentazione dei prodotti.
Un riscontro di particolare
evidenza in questo senso
proviene dalla carne impanata, che ha chiuso l’anno con
un +22%.
Pizza in tante
declinazioni
metodi artigianali mutuati
dalla tecnica dei pizzaioli,
quanto all’innovazione di
prodotto. Quest’ultimo concetto si è tradotto nello sviluppo di impasti diversi da
quello classico e nella ricerca
di combinazioni di ingredienti particolari e gustosi, ma anche nel perseguimento di
nuovi obiettivi di commodity
per facilitare la cottura e
dall’altro lato per aumentare
la digeribilità e la leggerezza
dell’impasto e conferire proprietà nutritive paragonabili
al prodotto fresco. Da ultimo
si segnala l’introduzione della
cottura a legna per alcune referenze, altro fiore all’occhiello di alcune delle marche
più rappresentative, che hanno anche intrapreso una strada di posizionamento più elevato sul piano organolettico,
lanciando in serie linee basate
su farciture ricercate e in diversi casi ricorrendo anche all’aumento delle grammature
per stimolare l’acquisto. In
definitiva, recupero di ricette
regionali, nonché internazionali ed etniche, insieme a
un’elevata standardizzazione
in campo qualitativo e produttivo grazie all’innovazione
tecnologica, rappresentano
fenomeni, secondo l’Istituto,
da monitorare attentamente
in vista della conquista di
nuove fasce di consumatori.
Quanto alla buona intonazione della domanda, è un
aspetto che si è riflesso, sia
pure con percentuali differenti, su tutti i singoli segmenti: agli ottimi risultati
conseguiti dal core business
delle “large”, fanno riscontro
le eccellenti performance di
mini-pizze, focacce e calzoni. Questo mentre, a fronte di
una netta prevalenza della tipologia Margherita, tutt’oggi
con il 70% degli acquisti,
guadagnano sempre più terreno anche proposte più elaborate.
Ready meal
Incoraggiante anche il
meno dinamici
trend relativo alle pizze, nei
vari segmenti “large” e pizÈ proseguito invece il trend
zette, anche questo merito in
di forte ridimensionamento
gran parte di un’offerta declidei piatti pronti ricettati, a senata sui diversi gusti, a parte
guito principalmente della
la classica Margherita, che
crisi e della maggiore attenresta comunque in larga mizione al prezzo da parte del
sura la preferita tra gli italiaconsumatore, che ha certani. Il comparto ha raggiunto
mente inciso sugli acquisti di
un’incidenza sul totale dei
prodotti ad alto valore agsurgelati pari a quasi l’11% e
giunto come i ready meal. A
una quota di penetrazione asciò si è aggiunto tuttavia ansoluta intorno al 63% per il
che il basso numero di nuovi
periodo compreso tra il 2009
lanci che ha contribuito a
e il 2012, mentre l’incremen“cristallizzare” le scelte
to a valore ha toccato un tasnell’ambito della categoria.
so medio di 7,5 punti percenAllargando la prospettiva, si
tuali. Sul totale degli acquisti
colgono segnali di un futuro
domestici di pizza, il surgelapiù in linea con gli indici di
to oggi rappresenta la voce
incremento degli anni passaprincipale, mentre solo in seti. C’è anzitutto da consideraconda battuta segue l’ultrare che la concorrenza dei reafresco gastronomico e voludy meal freschi (anche se in
mi inferiori ha la pizza sforrealtà refrigerati, essendo
nata fresca: è l’indice di coconservati nei banchi frigorime la congiuntura economiferi a +4° C) va facendosi
ca finisca per condizionare
meno pesante, in quanto non
anche il vissuto di un
riesce a intaccare i punti
I CONSUMI DI PRODOTTI SURGELATI:
prodotto così radicato
di forza dei surgelati, il li2012-2011 (tonnellate e var. %)
nella tradizione naziovello di servizio e la posCategorie
2012
2011 var. (t) var. (%) sibilità di lunga conservanale. In ogni caso le venVegetali
392.957 391.018 1.939 0,5
dite di pizza surgelata
zione. In ogni caso, i reaPatate
145.708 143.763 1945 1,3
confermano l’apprezzady meal surgelati, che inmento verso i buoni confluiscono per un 8% circa
Prodotti Ittici
112.214 111.964 250 0,2
tenuti di servizio carattesul totale del mercato,
Carne rossa
9.100 8.742 358 4,1
rizzanti il prodotto, in
rappresentano un segCarne bianca
17.036 16.656 380 2,3
continuo miglioramento
mento che fino a poco
Paste semilavorate 5.418 5.725 -308 -5,3
sul versante della praticitempo fa ha fatto dell’inPizze e snacks
88.151 88.035 116 0,1
tà d’uso. È proprio la
novazione, promossa
Piatti ricettati
51.947 57.070 -5.123 -8,9
qualificazione/diversifiesclusivamente dalle
Desserts
6.494 6.266 228 3,6
cazione dell’offerta uno
grandi marche, il suo moFrutta
1.760 1.640 120 7,3
dei più significativi plus
tore principale. La loro
Altro
7.600 8.729 -1129 -12,9
della categoria nell’ultiauspicabile ripresa, se
Totale
838.385 839.608 -1.224 -0,1
mo periodo: una qualità
non è da escludere, dipenFonte: Istituto Italiano
Largo
Alimenti Surgelati
Consumo
legata tanto alla ripresa di
derà da una più attenta
LARGO CONSUMO n. 1/2014
comprensione delle esigenze
del consumatore e dei suoi
stili di vita, considerando
aspetti come formati più piccoli e monoporzioni, ma anche benefici in termini di gusto e convenience.
Sul versante dell’innovazione, è possibile allargare
l’offerta, rinnovandola sugli
assi storici; ma, fra le criticità
di lungo periodo, vi è quella
di strutturare il consumo e fare crescere un mercato ancora sottodimensionato rispetto
alla penetrazione del surgelato in Italia. Si nota d’altra
parte che, dopo alcuni anni di
flessione, il consumatore sta
tornando a insistere di più su
referenze tipiche della tradizione culinaria italiana, come
le lasagne al ragù di carne.
Anche in questo si coglie un
elemento critico da comprendere al più presto: un percepito di servizio meno elevato
che in passato.
Oltre il panorama
della gdo
All’interno del mondo dei
surgelati c’è poi il dinamico
comparto del “door to door”
(porta a porta), rappresentato
da un ristretto numero di attori che fanno di qualità e servizio il loro tratto distintivo.
Fenomeno dalle origini nordico-europee, relativamente
recente nel nostro Paese, ha
raggiunto negli ultimi 15-20
anni un reale successo in termini di consumi e oggi incide per circa l’11% del totale,
segnando un oltre +7% nel
2012.
Ha accusato invece un lieve
rallentamento il fuori casa,
che ha iniziato a essere investito dai venti di crisi. Tra i
vari comparti si notano comunque andamenti differenziati. Così, mentre ristoranti,
bar e stazioni di servizio mostrano una riduzione nella
spesa, questa incrementa invece per quanto concerne
mense e luoghi di somministrazione all’interno dei centri commerciali.
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