Transcript CODICE IBAN A DISPOSIZIONE

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Rubriche e Commenti
Peste e corna
di Edmunduburdu
1 novembre 2014
A PASSEGGIO PER SARDARA
di Marisa Putzolu
CODICE IBAN A DISPOSIZIONE
E
ra martedì 14 ottobre quando Grillo è andato a vedere
quanti danni avesse fatto l’alluvione a Genova. C’erano distruzione, fango e angeli del fango che lo invitavano
a prendere una pala, e fotografi e cronisti che chiedevano
interviste e ai quali lui assicurava, mostrando il suo codice Iban, che le avrebbe rilasciate previo un versamento di
duemila euro a favore degli alluvionati.
Un’idea quasi geniale, che vorrei copiare. C’è qualcuno
interessato alle verità sacrosante che scrivo, alla saggezza
che emanano le mie parole, alla genialità delle mie idee,
alla luce con la quale posso illuminarvi, alla gioia infinita
di cui posso inondare i vostri cuori? Volete vivere felici?
Sono a vostra disposizione: vi do il mio codice Iban, quella serie quasi infinita di numeri e lettere che assegnano le
banche e con le quali identificano il conto, su cui potrete
versare, a seconda delle vostre disponibilità, da un centesimo a mille euro quale ticket per un incontro con me che,
se non vi condurrà a miglior vita, vi darà grandi visioni.
Non so in quanti abbiano accettato la proposta di Grillo e
quante interviste pro alluvionati lui abbia rilasciato, ma
nel mio piccolo vorrei seguire il suo esempio. D’accordo,
io non sono lui, e neppure un comico, chiedo poco, e i
milioni che verserete sul mio conto li destinerò all’acquisto di zappe, pale, picconi, cazzuole, frattazzi, carriole,
aratri e semenze da coltivare. Io con il mio reddito ci campo: non vado in discoteca (troppo rumore), in crociera (le
navi potrebbero ancora affondare sugli scogli), al cinema
(dovrei fare chilometri) e neppure in bici (che non ho) e
rifiuto l’idea di guardare programmi tivù a pagamento.
Mi accontento di poco. Apro le porte a chi ha voglia di
collaborare per dare a tutti strade pulite, campagne pulite,
fiumi puliti, monti puliti e pieni di alberi, e anche case e
strutture private e pubbliche, magari abbandonate da decenni, rimesse a nuovo per essere utilizzate. Mi rivolgo a
voi, milioni di persone, che vi annoiate a far niente, disoccupati o pensionati che vi trastullate nelle piazze o nei bar
a chiacchierare del nulla, a lamentarvi che non c’è lavoro
per i vostri familiari, che lo Stato se ne frega, che si fa la
fame, che le pensioni o gli stipendi non bastano, e che è
ora di smetterla con tasse da pagare per qualsiasi cosa,
anche, pur se non esplicitato, per l’aria e la luce del sole.
Non so se avete ragione o torto, ma in quanti tentate di
darvi una mossa per migliorare la vostra situazione, e se
non quella economica, almeno quella sociale e abitativa?
Vorrei rivolgermi anche a chi vive di sussidi e di case gratis, ai cassintegrati, a quanti stanno in galera, che tutti costano alla società, e ai migranti che vengono chiusi in gabbie anziché utilizzare i soldi chi gli si danno per dar loro
dignità e renderli partecipi inserendoli in un contesto operativo utile. Vorrei indirizzare tutti verso situazioni più soddisfacenti. La mia idea non è fuggire dall’euro, ma dare
inizio al percorso che lo Stato, e non solo il nostro, stenta
a intraprendere: l’utilizzo di tutte le braccia e i cervelli
possibili, carcerati, cassintegrati, pensionati, disoccupati
e bisognosi di varia natura, potrebbe facilitarlo. Dare per
ricevere, diventando partecipi. Sudare fa bene alla salute
e imparare sul campo, senza inutili corsi formativi, fa bene
al cervello. Nel secolo scorso un certo signore aiutava tutti, dava a chi chiedeva, ma in troppi tornavano ancora per
chiedere e fu costretto a domandarsi se il suo operare era
educativo. Sentì la necessità di aiutarli in modo diverso,
rendendoli responsabili, e chiese che, chi riceveva, dovesse a sua volta dare. Anche i nostri assistiti, quelli fisicamente e psichicamente abili, possono e devono mettersi
in condizione di farlo, senza eccezione alcuna.
Però... però, ripensandoci, non ho poteri decisionali riguardo ai lavori che vorrei farvi fare, per cui non mandatemi
né centesimi, né milioni. Solo il padreterno, se esiste e si
dà una mossa, è in grado di far evolvere le teste delle nostre burocrazie politiche, legali e amministrative e costringerle a dare in tempi brevi le autorizzazioni necessarie.
Una volta si parlava di fiumi liberi, da non pulire dalla
vegetazione (non solo erbe, ma canne e alberi) che cresceva rigogliosa nel loro alveo, perché seguissero il loro corso, ma l’uomo ci ha costruito sopra o ai margini e ha ridotto lo spazio che occupavano. Si parlava di stagni e paludi
dove fiumi o mari si allargavano e dove vivevano o stazionavano colonie di cormorani o fenicotteri (o forse coleotteri) e dove all’uomo era vietato l’accesso anche per
mettere la zona in sicurezza. Ora parliamo di campagne e
di spazi abbandonati e di ricchezze che vanno in malora.
Abbiamo bisogno non di angeli del fango, ma di angeli
della volontà come 60 - 70 anni fa, quando un’Italia distrutta dalla guerra fu ricostruita con il sudore di tutti insieme e indistintamente, senza eccezioni di sorta. E di capi
responsabili.
“De gustibus
non disputandum est”
A Sardara qualcuno ha scambiato i nuovi portacenere, posizionati dal Comune fuori dalle sedi istituzionali, per vasetti
su cui depositare mazzolini di fiori. L’opinione pubblica in
paese è divisa sulla loro percezione. «Sembrano contenitori
per loculi - commenta Tonino Corona, - è così che si spendono i soldi dei cittadini? Per ridicolizzarci nel mondo?». Non
è d’accordo una sua concittadina, che dice: «Invece son carini. Danno un tocco estetico all’ingresso degli enti pubblici.
Sempre meglio di quelli precedenti che ricordano le cassette
della posta».
Alle voci contrastanti se ne aggiunge una distinta: «Non è
tanto la forma quanto il contenuto, che andrebbe ogni tanto
svuotato. Ho smesso di fumare da un anno e, nel portacenere
del centro d’aggregazione sociale, ci sono ancora le mie ultime cicche fumate».
STORIA DEL FUMETTO
di Evaristo Puxeddu
SUPERMAN
IL COMMENTO
di Rinaldo Ruggeri
NOSTALGIA DEL PASSATO
Guspini aveva un bisogno impellente di un nuovo segretario del circolo cittadino del Partito Democratico. Era questione di vita o di morte; tutte le attività economiche, culturali, religiose erano bloccate. Finalmente è sorto il nuovo sole che ci illuminerà tutti. Abbiamo di fronte a noi
giornate radiose. Il PD guspinese ha scelto un giovane,
che dico? Un giovanissimo, un ragazzo di primo pelo;
vuole rinnovarsi. Con coraggio ha investito su una figura
professionale che ci mancava, il geometra professionista.
Finalmente si è provveduto a colmare questa lacuna che
si trascinava dai tempi del PCI, dei DS e che si è protratta
fino ai nostri giorni, col PD. In passato, nessuno aveva
pensato di inserire questa figura professionale nel gruppo
dirigente e oggi ne paghiamo le conseguenze con il degrado urbanistico che ci ritroviamo. È stata una fatalità, a
Guspini non si trovava un geometra o un ingegnere neanche a pagarlo a peso d’oro. Se non si fosse provveduto si
sarebbe corso il rischio di avere alla guida del PD locale
un altro insegnante, oltre al sindaco. Scongiurato il pericolo, tutti siamo più felici.
Il cambio di guida è avvenuto in un breve arco di tempo.
Paolo Serra, come segretario del PD, è durato poco più di
un anno; chi l’aveva sostenuto gli ha tolto la fiducia. Chiosai, all’indomani della sua elezione, che vi era, nel circolo
locale, qualcuno che aveva il retropensiero di usare Paolo
Serra. Scrissi, si vuole “un buono che si lasci guidare”. Il
buono, invece, smentendo anche me, si è mosso con autonomia mandando a quel paese i presunti burattinai. Probabilmente era diventata stucchevole, anche per lui, la solfa
del caro amico “indignato”, facitore di comitati e di alleanze a quattro e a cinque stelle.
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Finalmente si gioca a carte scoperte quel gruppo di potere,
quella famiglia che ha governato o condizionato, per decenni: il governo della nostra cittadina ci rimette la faccia,
non delega ad altri il potere. Speravano di stare ancora fra
le quinte, avevano investito sul buon Paolo che contavano
di dirigere a bacchetta. Non è andata così perché, a volte,
anche i buoni s’incazzano. Caduti gli orpelli, riposte le
smancerie, si va sul concreto, sul vero obbiettivo non più
camuffabile, la conquista del Comune. Questo spiega la
guerra delle tessere e il relativo controllo. È vero, son cadute le ideologie ma è scomparso anche quel minimo di
etica politica. Il proselitismo sui valori è stato accantonato,
ormai si fa quasi tutto il tesseramento su basi clientelari e
per rapporti familistici. Quello che conta è il fine, tutti i
mezzi sono buoni. Chi ha vinto ha poco da gioire, il controllo di poco più di cento iscritti non è l’anticamera del
potere. Il partito-Stato o il partito-Comune è deceduto, oggi
sono i cittadini elettori che scelgono il sindaco con le primarie. Le manfrine, le furbizie se vincono nel chiuso di
una sezione, oggi hanno vita difficile se si opera in campo
aperto, fra tutti i cittadini. San Gavino insegna: dei tesserati del Pd hanno dato vita a due liste nelle recenti elezioni
comunali. Gli animatori di una di queste liste, Carlo Tomasi e Stefano Musanti, vincendo la competizione, sono stati
eletti il primo sindaco e il secondo vicesindaco. I dissidenti
hanno vinto, gli ortodossi hanno perso. Per onore di cronaca il dissidente Stefano Musanti è il nuovo segretario provinciale del PD. Il mondo cambia ma a Guspini, nel PD, si
conserva ancora l’archeologia politica, quella che ha sperperato, senza costrutto, tanti milioni di euro sia nella Casa
di cura che a Montevecchio.
Fu in una notte del 1934 che Superman diventò, nella mente
di Jerry Siegel, l’eroe che segnò un’epoca. Un superuomo.
Un essere eccezionale venuto dallo spazio.
Era il mese di giugno del 1938, quando Hitler ordinò agli
ebrei di rendere conto di tutti i propri affari. Il campo di concentramento di Buchenwald era in funzione già da un anno,
la sinagoga di Monaco era stata appena distrutta e quella di
Norimberga lo sarà di
lì a pochi giorni. Nello stesso mese, e dopo
essere stato rifiutato
per ben quattro anni,
negli Stati Uniti esordisce Superman con
nella copertina un essere dalla forza sovrumana con il costume
segnato dalla “S” che
sollevava un’automobile con la stessa facilità con cui si solleva
un foglio di polistirolo. Intorno a lui
un’umanità attonita e
terrificata, che non sa
ancora che quel personaggio era arrivato da
noi per la nostra salvezza. In pubblico è un semplice giornalista occhialuto, tutt’altro che affascinante, che esprime il
nostro coraggio nascosto nelle pieghe della vita quotidiana,
dice la critica. Forse.
È un supereroe che rappresenta anche l’altra faccia di noi
stessi, le nostre potenzialità, e noi potremmo essere eroi se ce
ne venisse offerta la possibilità. È sicuramente una grande
consolazione poter immaginare Superman fuori e dentro di
noi; fuori, ci salva come un padre, un protettore, come una
polizia, uno Stato che rassicura e soccorre; dentro, come
l’estensore dei nostri ingenui desideri di potenza.
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Rubriche e Commenti
1 novembre 2014
IL MIO PUNTO DI VISTA
di Antonio Loru
MARX E I SUOI FRATELLI
Filosofie, uccelli, rivoluzioni
Del resto anche a dire una sola parola sulla dottrina di come
dev’essere fatto il mondo, la filosofia arriva sempre troppo
tardi. Come pensiero del mondo, essa appare per la prima
volta nel tempo, dopo che la realtà ha compiuto il suo processo di formazione ed è bell’e fatta. Ciò che il concetto insegna, la storia mostra appunto che è necessario: che, cioè,
prima l’ideale appare di contro al reale, nella maturità della
realtà, e poi esso costruisce questo mondo medesimo, colto
nella sostanza di esso, in forma di regno intellettuale. Quando il filosofo dipinge a chiaroscuro, allora uno spettro della
vita è invecchiato, e dal chiaroscuro, esso non si lascia ringiovanire, ma soltanto riconoscere: la nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo.
(Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Prefazione ai Lineamenti di filosofia del diritto, Laterza, Bari, 1965)
Se ho la vocazione allo studio, ma non ho denaro per realizzarla […] non ho nessuna vocazione efficace, nessuna vocazione vera. Al contrario, se non ho realmente nessuna vocazione, ma ho volontà e denaro, ho una vocazione efficace
[…] il denaro è dunque l’universale rovesciamento delle individualità che capovolge nel loro contrario […]. Muta la
fedeltà in infedeltà, l’amore in odio, l’odio in amore, la virtù
in vizio, il vizio in virtù […] è l’universale confusione e
inversione di tutte le cose.
(Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844,
Einaudi, TO, 1968, pg. 111)
Andiamo, via! Le ultime parole famose vanno bene per quegli idioti che non hanno detto abbastanza in vita.
(Karl Marx, pronunciata in punto di morte)
Attraverso l’amore di Cristo volgiamo al tempo stesso i nostri cuori verso i nostri fratelli che sono intimamente a noi
legati e per i quali Egli dette se stesso in sacrificio […] L’unione con Cristo potrebbe dare un’intima elevazione, il conforto
del dolore, una fiducia tranquilla e un cuore suscettibile all’amore umano, ad ogni cosa che sia nobile e grande, non per
amore di ambizione e gloria, ma soltanto per amore di Cristo.
(Karl Marx, Friedrich Engels, Die Vereinigung der Gläubigen mit Christ, cit. in Richard Wurmbrandt,
L’altra faccia di Marx, EUN, 1984)
È l’uomo che fa la religione, non è la religione che fa l’uomo.
(Karl Marx, Per la critica alla filosofia hegeliana del diritto, 1844)
Non lasciatevi sedurre dal sottotitolo, non inzuzzurritevi,
come diceva quel comico. Pur se viviamo in tempi di becera
volgarità, il nostro sforzo sempre è teso ad evitarla, e pur se
non vi riusciamo, non è per malizia, ma per impotenza scrittoria, per vera ignoranza delle belle forme dell’arte, e per la
nostra scarsa intelligenza costitutiva. Quindi non immaginate doppi sensi, uccelli che svolazzano ad altezze pericolose
per l’incolumità degli ingenui, ma analogie istituite dai più
prestigiosi filosofi dell’Ottocento europeo, tra alcune specie
avifaunicole e la loro personale idea di che cosa sono e del
compito che hanno le filosofie e i filosofi che le incarnano.
Allora Hegel definisce la filosofia una civetta, la nottola di
Minerva, che si alza in volo all’imbrunire, al termine della
giornata, a bocce ferme, a giochi fatti, deve solo prendere
atto, registrare quel che è stato, il Reale, che in quanto tale è
sempre, di per sé stesso, Razionale. Carlo Marx invece, prendendo a prestito un’immagine del poeta romantico inglese
Percy Bysshe Shelley, sostiene una tesi avi-filosofica molto
differente, se non opposta.
La filosofia e i filosofi sono allodole, messaggeri del mattino, nel Romeo e Giulietta di William Shakespeare. Si alzano
presto, come ogni buon operaio, e vanno a creare quella che
sarà la loro giornata, sperando che un cacciatore non faccia
PUUMMM! Dunque, riferendosi alla storia della filosofia tout
court, che l’ha preceduto, e dunque anche alla filosofia hegeliana, che per molti versi il filosofo di Treviri ha apprezzato,
soprattutto per la sua apertura al mondo della storia dell’uomo, Marx con uno straordinario aforisma dirà che i filosofi
hanno finora diversamente interpretato il mondo, la nuova
filosofia (della praxis) si propone l’obiettivo di cambiarlo il
mondo, di rivoluzionarlo secondo un programma di giustizia
sociale universale che comprende tutti i soggetti sociali e ogni
singolo individuo, ogni persona e persone di ogni genere.
Karl Marx nasce in Treviri (in tedesco Trier) importante città
d’origine romana in Renaia-Palatinato, regione affascinante,
benedetta dalle acque del fiume Reno e dei suoi tributari,
Mosella e vari. Regione di vigne e grandi vini, unica in quell’area di confine con altre importanti regioni tedesche, col
Lussemburgo e la parte vallona del Belgio. In questo clima si
formò il giovane Marx, detto Il Moro, per il colorito olivastro, che lo faceva assomigliare più a un santone indiano che
allo stereotipo del crùcco tedesco. La madre è Henriette Pressburg, zia degli industriali Anton e Gerard Philips, che in seguito fonderanno la Philips, quel colosso di azienda elettrica
che ha dominato la scena industriale del Novecento e ancora
riveste una notevole importanza economico-commerciale.
Niente male per un pensatore che ha fatto della guerra agli
industriali capitalisti il caposaldo della sua filosofia politica
della prassi!
Il padre, avvocato, nonché produttore vinicolo, benestante,
fine e colto conoscitore del razionalismo illuminista del Settecento, è figlio del rabbino di Treviri, si fa in età matura
battezzare cristiano luterano, abbandonando, lui e la sua famiglia, forse per convenienza, ma di fatto, la comunità ebraica. Nel 1830, all’età di dodici anni Karl si iscrive al liceo di
Treviri, cinque anni dopo, diciassettenne, ne ottiene la licenza. Il suo compito di latino alla maturità è una dissertazione
sul Principato di Augusto, An principatus Augusti merito inter feliciores reipublicae Romanae aetates numeretur? Pubblicata poi in tedesco, col titolo Considerazioni di un giovane sulla scelta del proprio avvenire, tra le altre cose vi si
sostiene: la guida che ci deve soccorrere nella scelta di una
condizione è il bene dell’umanità, la nostra propria perfezione. Non si obietti che i due interessi potrebbero contrapporsi l’un l’altro […] la natura dell’uomo è tale che egli può
raggiungere la propria perfezione individuale solo agendo
per perfezionamento e il bene dell’umanità.
(Oggi in Scritti politici giovanili, a cura di Luigi Firpo, Einaudi, TO, 1975, pg. 484).
Non sono solo le parole di un adolescente entusiasta, testimonierà con la sua vita di stenti, privazioni e umiliazioni il
suo amore per l’umanità. Vedrà i suoi figli precederlo tutti,
tranne una, nella tomba, praticamente morti per inedia. Questo vuole essere un invito ai giovani a scoprire l’opera e la
vita di Karl Marx, ai meno giovani, e anche a quelli ora decisamente vecchi, a ri-scoprirlo, a non arrendersi allo schifo
del nostro tempo, perché in definitiva, come Il Moro insegna,
siamo noi i responsabili del nostro destino. Consiglio di leggere, o ri-leggere, il giovane Marx libertario, le opere del
pensatore anarchico, perché Marx è uno dei padri dell’anarchismo sociale moderno: i Manoscritti Economico-Filosofici del 1844, l’Introduzione a Per la Critica della Filosofia del
Diritto di Hegel, le Tesi su Feuerbach, l’Ideologia Tedesca, i
Principi del Comunismo, Miseria della Filosofia, Lavoro Salariato e Capitale, il Manifesto del Partito Comunista. Se una
ciliegia tira l’altra… non abbiate paura di coglierne qualcuna
anche dalla pianta di Antonio Gramsci, per esempio.
di Giovanni Luigi Zedda
Dimmi cosa leggi
OGGI PARLIAMO DI...
GLI ASPARAGI
E L’IMMORTALITÀ
DELL’ANIMA
Per concludere e terminarla con un’indagine che la mancanza di idonei risultati rende quanto mai penosa, dobbiamo dire
che, da qualunque parte si esamini la questione, non c’è nulla di comune fra gli asparagi e l’immortalità dell’anima.
(Achille Campanile, Gli asparagi e l’immortalità dell’anima, Rizzoli, MI, 1974)
Un giorno, avendo bisogno di quattrini, mi presentai allo sportello di una banca e dissi al cassiere: per favore mi potrebbe
prestare centomila lire? Il cassiere mi disse: ma sa che lei è
un umorista? Così scoprii di esserlo.
(Achille Campanile)
L’umorista è uno che istintivamente sente il ridicolo dei luoghi comuni e perciò è tratto a fare l’opposto di quello che
fanno gli altri. Perciò può essere benissimo in hilaritate tristis e in tristitia hilaris, ma se uno si aspetta che lo sia, egli se
è un umorista, può arrivare persino all’assurdo di essere come
tutti gli altri in hilaritate hilaris e in tristitia tristis perché, è
questo il punto, l’umorista è uno che fa il comodo proprio: è
triste o allegro quando gli va di esserlo e perciò financo triste
nelle circostanze tristi e lieto nelle liete.
(Achille Campanile)
Entrate in una scuola italiana, chiedete di Achille Campanile. La risposta parafrasando Il Povero Achille (e l’Alessandro nazionale) è scontata: Campanile?
Chi è costui? Come tutti gli umoristi,
Campanile fu sottovalutato dalla critica e sconosciuto alle catechiste della
volgarizzazione letteraria. Eppure qualche lustro fa, cinque, forse sei, anche in
quel luogo di perdizione dell’innocenza che è la scuola media inferiore, qualche coraggioso spiritosone di giovane
insegnante entusiasta e idealista faceva
circolare, in chiaro, e in forme criptate,
le teatrali saette fulminanti delle Tragedie in Due Battute (1925). Quando voleva premiare con
una caramella per lo spirito i suoi allievi, perché erano stati
straordinariamente buoni, li avvolgeva nel racconto delle disavventure comunicative del più grande scienziato della modernità, leggendo da quella bibbia dell’umorismo che è Le
Vite degli Uomini Illustri, di quel tal Galileo, che capace di
scoprire le leggi che governano i movimenti nel nostro universo, dovendo spiegare al Granduca come, rispose col pendolo, (l’isocronismo), ma nonostante i suoi sforzi dialettici,
invariabilmente il nobiluomo comprendeva colpendolo, dandogli cioè un colpo, cosicché il disperato Principe cominciava a dubitare che il Pisano non grande scienziato fosse, ma
emerito deficiente. Insomma, per poterne uscire, dovette scriverglielo su un pezzo di carta!
Altri tempi: allora tra i manuali scolastici spopolava la grammatica del Sensini e il Mezzetti di geografia, abbandonato perché gli insegnanti di geografia, trattandosi di un vero libro di
geografia, non ci capivano una giùggiola. Ci sono tanti buoni
motivi per ri-cominciare a frequentare l’eremita, il santone di
Lariano di Velletri, questo è incontestabilmente il migliore.
Poi, in ogni caso, il mondo è talmente zeppo di stupidi e stupidità che qualche medicina, ogni tanto, si deve pur prenderla.
Achille Campanile, Gli asparagi e l’immortalità dell’anima, Rizzoli, MI, 1974.
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TTIP: COS’È E PERCHÉ AVERNE PAURA
di Lorenzo Argiolas
TTIP: Transatlantic Trade and Investment Partnership.
Per chi non mastica inglese questo acronimo sembrerebbe un linguaggio alieno e la sua traduzione, trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, sembrerebbe non svelare l’alone di mistero. Il trattato (così lo
chiameremo per questioni di comodità) non è altro che
un accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati
Uniti d’America, un provvedimento che prevede, fra l’altro, l’abolizione dei dazi doganali e della regolamentazione unificata che riguarda i prodotti agroalimentari.
L’accordo, secondo i proponenti, sarebbe di fondamentale importanza per la crescita di USA e UE e consentirebbe la creazione di oltre due milioni di posti di lavoro,
oltre ad una crescita esponenziale del PIL mondiale. La
bozza del documento è stata presentata a marzo di quest’anno e la Commissione Europea avrebbe cominciato
un giro di consultazioni. Matteo Renzi ha definito l’accordo “Una scelta strategica e culturale per l’Unione Europea” dichiarando inoltre che durante il semestre di presidenza italiana dell’UE il governo farà di tutto per arrivare ad una chiusura dell’accordo. La bozza contiene una
serie di limitazioni alle leggi di ciascun governo per la
regolamentazione dei diversi settori economici (banche,
assicurazioni e servizi postali). Ogni lavoratore potrà circolare liberamente in tutte le nazioni che prenderanno
parte all’accordo.
Ma quali sono i richi che l’approvazione di questo trattato comporterebbe?
Innanzitutto la questione della sovranità nazionale che
verrebbe a mancare è evidente in un mondo che si sta
sempre più globalizzando a vantaggio delle multinazio-
nali. “Gli ostacoli al libero scambio sono necessari alla
salvaguardia dell’ambiente, della salute, dei consumatori e dei lavoratori”afferma il Premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz. Chi sembrerebbe trarne vantaggio è
il settore tessile, il calzaturiero e il lusso.
Ma i danni per l’agroalimentare (made in Italy) sarebbero incalcolabili. Con un’omologazione alimentare verrebbero a mancare tutte quelle certificazioni, come DOP
e IGP, che sono una garanzia assoluta dei prodotti che
ogni giorno troviamo sulle nostre tavole. Un altro problema sarebbero le importazioni dagli Stati Uniti, tutto
ciò che si trova nei supermercati americani contiene per
il 70% OGM, organismi geneticamente modificati attualmente vietati in Europa. Anche le restrizioni sui pesticidi
e sul trattamento degli animali, a base di ormoni della
crescita, sarebbero un danno considerato anche che i prezzi dei prodotti sarebbero estremamente competitivi rispetto a quelli nostrani, ma non avremmo la certezza delle
cosiddette etichette trasparenti. Anche la regolamentazione del lavoro sarebbe vicina agli standard americani,
abbastanza carenti in materia di tutela dei lavoratori. Il
ribasso dei salari sarebbe un pericolo concreto considerato che in un paese potrebbero essere vigenti i salari
applicati nel paese d’origine dell’impresa, e si sa i salari
europei sono più alti rispetto a quelli d’oltreoceano.
In sintesi, l’opinione pubblica sa poco o niente su un argomento che potrebbe cambiare la nostra economia, e
non solo, e potrebbe portare a degli stravolgimenti del
nostro vivere. Fatta eccezione per qualche inchiesta giornalistica il TTIP è un argomento sul quale bisognerebbe
sapere di più.
“GIÀ SIAMO POCO TOGHI”
Matera prende a sassate Cagliari, che non è diventata capitale europea della cultura. I giganti di Monte Prama probabilmente saranno riesumati da archeologi non isolani.
Nascono sedi Spil come funghi per spiegarci come fare a
cercare lavoro... Sì...il lavoro, ce ne fosse. Quelli che hanno a che fare con la Keller di Villacidro discutono a voce
alta per far vedere che ci tengono, mentre gli operai e le
loro famiglie piangono in silenzio. A Guspini chiude la
fabbrica di mattoni, chiudono negozi a non finire, mentre
le amministrazioni pensano alle primarie per eleggere un
nuovo candidato, potenziale sindaco. San Gavino, stando
a quel che si è letto su un autorevole quotidiano, è il paese più inquinato della Sardegna. Da anni parla della costruzione di un nuovo ospedale, e ora ha una super-stazione ferroviaria che ha reso felici i commercianti del paese, perché finalmente il flusso di gente non transiterà
più davanti ai loro negozi.
“Evviva la politica che salvaguardia l’economia locale”.
Lingua blu, prima c’ingannano portandoci il ceppo virale, poi li ringraziamo perché ora sembra essere tutto sotto
controllo. Sulle bacheche degli uffici di collocamento ci
sono offerte di lavoro per il nord Italia e l’estero, come a
dire “ venite da noi, che siamo pagati per aiutarvi a trovare occupazione altrove”. Poi si litiga su quale sia la “limba” ufficiale da utilizzare nell’isola. Gli sportelli della lingua sarda son frequentati perlopiù dagli operatori responsabili. Nei restanti uffici, invece, come segno di ospitalità
verso turisti e stranieri, alla domanda: “Please, can you
help me?”, in risposta si sente dire: “Eh?.. caz... aspetti
che chiamo qualcuno che la capisca. … Mariooooo, vieni
subito qui!”. Sindaci e amministratori, quando un giornalista riporta una loro azione istituzionale, per dispetto, si
fiondano su facebook e attaccano in modo personale chi
l’ha riportata. È colpa del giornale che riporta il fatto o di
chi lo ha commesso? Domanda da rivolgere a chi elogia
quei post incondizionatamente, un po’ come facevano le
persone sotto il balcone dell’uomo urlante in piazza Plebiscito. E il tratto della statale 131? Con un cantiere che,
dopo anni, ancor oggi non è terminato. E pensare che proprio quel tratto, tra Serrenti e Sanluri, era il tragitto percorso ogni giorno dall’ex presidente dell’ex, anzi, non ex
provincia per andare a lavorare. E a proposito di 131, i
veleni sotto l’asfalto del tratto Sardara-Sanluri probabilmente rimarranno lì a concimare i campi circostanti finché, col passare dei secoli, piano piano e da soli, diminuiranno il loro potenziale inquinante.
Che dire poi dei soldi spesi male dai comuni come per
esempio la pista ciclabile che inizia e finisce nel nulla a
Pabillonis? E cosa ne è della volontà di quasi tutta Villanovaforru che ormai ha più pale eoliche che alberi? Di
Furtei, che ha ereditato un lago di veleni dalla ex miniera
d’oro? Si vuole parlare dell’alluvione dello scorso anno e
andare a vedere oggi quali canali sono puliti e pronti per
far fronte ad un’altra eventuale bomba d’acqua?
Dove sta l’uomo in tutto questo? Come si potrebbe definire la classe dirigente, senza offendere, che negli anni è
stata di un’incapacità senza paragoni?
È questo il sardo?
Si potrebbe andare avanti per pagine e pagine, ma il direttore Pusceddu mi sta insegnando ad essere sintetico.
Non voglio deluderlo. Concludendo, in continente non ci
hanno mai presi troppo sul serio. Regione di serie B, diciamo spesso di essere. Il perché è semplice da comprendere. Pretendiamo di esser presi sul serio, se per primi
non sappiamo farlo noi, agendo in modo serio?
Saimen Piroddi
La sezione di Villacidro ricorda ai donatori che
La sezione di Guspini ricorda ai donatori che
domenica 24novembre
domenica
ottobre
sabato 22 novembre
effettuerà i prelievi nel Poliambulatorio
in Via G. Rossa, 49
effettuerà i prelievi nella sede locale
in Via Don Minzoni, 107
1 novembre 2014
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Anche Arbus risente degli effetti
della crisi e della disoccupazione
Ogni giorno si sente parlare di disoccupazione, un problema
a livello mondiale che in Italia colpisce in particolare due
giovani su cinque. Anche nei piccoli paesi come Arbus si
sente, eccome, e influisce negativamente su una serie di fattori, come le condizioni sociali, la crescita economica e i consumi. Due fenomeni gravi sono lo stipendio misero di chi
riesce a trovare occupazione e l’alta probabilità di perdere il
lavoro, anche perché le imprese che in passato hanno contribuito alla crescita economica oggi sono in declino. Infatti
anche gli imprenditori, che non sempre riescono a far fronte
ai debiti, alle spese e a pagare gli operai, spesso assumono
con contratti occasionali o stage. Per i giovani è particolarmente difficile trovare lavoro e spesso vengono accusati di
non voler svolgere quelli più umili. Non si fa nemmeno abbastanza per promuovere l’imprenditoria giovanile; se un
giovane ha un progetto o un’idea difficilmente riesce ad affrontare le relative spese e si trova costretto a rinunciare per
accontentarsi di un lavoro sottopagato, magari dopo anni e
anni di studio.
Ad Arbus sono tanti i giovani disoccupati e le famiglie che
non riescono ad arrivare a fine mese. Tante anche le case in
vendita che non vengono acquistate perchè non può permetterselo né chi non ha un lavoro né chi ha uno stipendio piccolo o con un contratto a tempo determinato, anche perché una
domanda di mutuo non sarebbe accettata dalle banche. Il paese sopravvive grazie ai pensionati che riescono ad aiutare i
propri figli ad andare avanti. Il problema della disoccupazione toglie tranquillità a tutti, ai giovani che non riescono a
realizzarsi, alle famiglie che devono fare tante rinunce e agli
anziani che non vedono un futuro per i loro figli o che, dopo
una vita di sacrifici, percepiscono una pensione da fame.
Adele Frau
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Rubriche e Commenti
1 novembre 2014
L’ISOLA IN CUCINA
LUSSALZA
O BÜRBÜRA
Questa ricetta è un’altra versione della lussalza lussurgese.
È un piatto oramai quasi dimenticato, ma viene preparato
ancora dai nostalgici che amano le tradizioni e il buon cibo.
La lussalza è una zuppa a base di zucca e zafferano molto
antica dell’entroterra isolana ed è simile alla bürbüra del Mendrisiotto e basso Ceresio (comune di Chiasso situato nel Canton Ticino). Gli abitanti del luogo, dopo essersi saziati a
volontà, amano sortire con questa frase: u maiaa na fundina
da bürbüra, ho mangiato una fondina (si fa per dire) di minestra di zucca; mentre in sardo la stessa frase si pronuncia così:
mi seu sazzau cumenti e unu porcu.
Ingredienti:
- kg 1 di polpa di zucca gialla,
- 1 cipolla rossa della Marmilla,
- 2 spicchi d’aglio,
- 4 pomodori secchi ben dissalati,
- un mazzetto di prezzemolo,
- 100 di lardo battuto finemente
a coltello,
- vino bianco secco,
- pecorino sardo grattugiato,
- 1 ciuffo di timo,
- zafferano San Gavino,
- pane tipo civraxiu,
- brodo,
- olio extravergine d’oliva,
- sale e pepe di mulinello q.b.
Preparazione:
T
rita molto finemente la cipolla con il prezzemolo, i pomodori secchi, e il battuto
ottenuto fallo rosolare dolcemente insieme al pesto di lardo e un giro d’olio, poi
aggiungi uno spicchio d’aglio e una spruzzata di vino. Quando evaporato, aggiungi la
zucca tagliata a piccoli cubetti e fai insaporire il tutto bagnando di tanto in tanto con
del brodo vegetale bollente. Quando avrai ottenuto una crema densa, aggiungi un’idea
di zafferano, regola il sapore di sale, impreziosiscilo con una generosa macinata di
pepe e il timo sgranato. Servi la lussalza scodellata dentro a delle ciotole, nelle quali
aggiungerai una nevicata di formaggio, un giro d’olio e fette di pane abbrustolite
strofinate leggermente con l’aglio rimasto.
Vino consigliato: Alghero bianco frizzante, dal sapore gradevole, delicato, sapido,
armonico e asciutto.
PAGINE DI STORIA POLITICA
di Evaristo Puxeddu
GIULIO ANDREOTTI
Senatore a vita. Sette volte presidente del Consiglio, otto volte ministro
della Difesa, cinque volte ministro degli Esteri, tre volte ministro
delle Partecipazioni Statali, due volte ministro delle Finanze,
ministro dell’Industria; una volta ministro del Tesoro, ministro dell’Interno
(il più giovane della storia repubblicana, a soli 34 anni ),
ministro dei beni culturali e ministro delle Politiche Comunitarie.
SINTESI NOTIZIE BIOGRAFICHE
Giulio Andreotti si formò nella Fuci e nei gruppi giovanili
della Democrazia Cristiana. Redattore del “Popolo” e uno dei
primi collaboratori di De Gasperi. Eletto all’Assemblea Costituente nel primo Parlamento della Repubblica e rieletto in
tutte le successive legislature. Privilegiò sempre la gestione
del potere rispetto alla vita del partito. Andreotti, nato a Roma,
fu un assoluto protagonista nella politica interna ed estera.
Abilissimo tessitore e primo attore in numerosissime vicende
in positivo e in negativo. Uscì sempre indenne e vincente su
tutto e tutti. Nel settimanale “L’Europeo” si ritrovarono le sue
famose interviste, gli articoli e la rubrica “Bloc Notes” da lui
scritti, con fine astuzia e velocità di pensiero. Famosissimi e
divertenti i suoi aneddoti tra cui «Alla visita di leva il medico
mi disse che avevo sei mesi di vita. Anni dopo l’ho cercato
per dirgli che ero ancora vivo. Era morto lui».
IL RICORDO DEI GIORNALISTI
«Non possiedo dossier segreti sui politici italiani. Non sono
stato io a provocare il crollo della lira. Sono stato io a far
uscire Valpreda dal carcere»; così Andreotti, accusato perpetuo, rispose con la solita arguzia a Oriana Fallaci, che descrivendolo scrisse: «Lui parlava con la sua voce lenta, educata,
da confessore che ti impartisce la penitenza di cinque Pater,
cinque Salve Regina, dieci Requiem Aeternam, e io avvertivo un disagio cui non riuscivo a dar nome. Quest’uomo mi
faceva paura». E poi «L’intelligenza… Dio se ne aveva. Al
punto di potersi permettere il lusso di non esibirla». E concludeva «A ogni domanda sgusciava via come un pesce, si
arrotolava in mille giravolte, spirali, quindi tornava per offrirti un discorso modesto e pieno di concretezza. Il suo humour era sottile, perfido come bucature di spillo… Sedeva a
una scrivania sepolta sotto i fogli e dietro, sulla parete di velluto nocciola, aveva una Madonna con Bambin Gesù. No,
nessuno l’avrebbe mai distrutto quel politico». Per la prima
volta, il luglio 1976, il Partito Comunista Italiano non votò
contro un governo democristiano e nacque la “politica di solidarietà”. E Lama, con il sindacato, diede il sostegno.
IN POLITICA ESTERA
Si mosse su una linea di fedeltà atlantica, ma con autonome
GUSPINI
di Roberto Loddi
aperture al mondo arabo.
Frequentò i Papi con la
disinvoltura di un segretario di Stato e guai a svegliare la sua ira silenziosa. Rappresentò l’Italia cattolica, democristiana, conservatrice, contro cui
tiravi pugni e basta, sottolineranno spesso i giornali. Quell’Italia di Roma con il suo Vaticano, il suo scetticismo, la sua
saggezza, la sua capacità di sopravvivere sempre, sia che venissero barbari o marziani, tanto li avrebbe portati sempre in
San Pietro a pregare. Lo chiameranno “il divo Giulio”, “bacchettone” e in altri cento modi. Al potere non arrivò attraverso
la lotta e il rischio. Non aveva combattuto i fascisti. Potere e
politica, ai quali approdò per destino e vi rimase per volontà.
Quella straordinaria, invidiabile volontà tipica degli sgobboni
capaci di svegliarsi con il buio per lavorare. Ci comandò per
circa 30 anni, da quando ne aveva 25. Nel 2002, sul “Corriere
della Sera”, dichiarò: «Io non credo che le motivazioni, e i
burattinai, che spinsero tanti giovani degli anni Settanta verso
il terrorismo, si ripropongono oggi. La cornice internazionale
è diversa. Allora i mondi erano davvero contrapposti, c’era la
Guerra fredda. Oggi c’è tremenda confusione». In una intervista a Enzo Biagi, Andreotti, l’uomo di potere più longevo
d’Italia ammise i propri limiti, ma sottolineò anche quelli degli altri, concludendo «non esistono paradisi, purgatori e inferni su questa Terra».
ATTIVITA’ CULTURALI
Ebbe doti di scrittore, cantore, poeta aedo. Fu lui che negli anni
’50, sulla spinta del “Mambo italiano”, propose a tutte le radio e
le televisioni dell’epoca il celeberrimo “Mambo democristiano”,
che ebbe un successo insperato: rimase ben 50 settimane ai primi
posti in classifica nelle radio oratoriali e parrocchiali. Grande
fortuna ebbe la versione ballata dallo stesso Andreotti e la cover
, anch’essa ballata , che fecero nel 2003 Silvio Berlusconi, Marcello Pera, Michela Vttoria Brambilla e Vladimir Luxuria.
PREMI
Vinse decine di rinomati premi internazionali. L’ultimo, nel
2003, quando ebbe una laurea Honoris in meccatronica applicata allo sterminio dei Curdi. Nel 2014, uscì nelle sale il primo
film postumo di Giulio Andreotti e Rita Levi Montalcini.
Lettera aperta al facente
funzione di sindaco
Ho avuto con te un colloquio preliminare privato, in cui avanzavo una proposta di donazione alla Città di Guspini di una
installazione estetica ipercontemporanea. Ovviamente mi riferivo a te facente funzione di Sindaco; e la tua attenzione non
fu per niente incerta, né mostrasti alcuna perplessità nel condividere l’idea del progetto.
Trovarti sensibilmente interessato, e concretamente disposto a valutare l’opportunità di organizzarlo e di condurlo in
porto, fu tutt’uno. Così - almeno - onestamente parve. Qualità ed originalità scultorea della “donazione” ti convinsero ad
apprezzarne il senso artistico e a poter prevedere la possibilità
di accoglierla stabilmente in una delle tante stanze disponibili
nei cosiddetti musei guspinesi. Soprattutto il raffronto linguistico dei miei materiali di base rispetto ad una banale figurazione metallica vagamente similare - per via del particolare e
identico materiale utilizzato - fu il punto forte del nostro colloquio. Pubblicata recentemente (Sett.2014) nella rivista Arte
di G. Mondadori, e attualmente esposta nel Museo Boijmans
di Rotterdam, quella figurazione di profilo metallico e filiforme di testa proposta da un noto artista cinese poco ha da sostener paragone con la ben più complessa costruttività del mio
“Lago dei Cigni”*. E la cosa trovò d’accordo anche te.
Ma non è questo il problema reale. L’intesa a dare un contributo d’aggiornamento alla cultura locale, che a Guspini è quel
che si vede… (grazie ai suoi giganteschi commessi politici
che la organizzano) era la cosa sostanziale della donazione.
Due diversissime combinazioni formali di materiali sconosciuti alla scultura facevano risaltare anche al tuo buon senso
il più versatile modulo creativo nella mia scultura multipla,
rispetto ad un’opera disegnativa qualsiasi, che però ha nel
mercato internazionale una sua risonanza e una valutazione di
molte decine di migliaia di euro. E di contro alla sua discutibile “originalità”, Guspini - attraverso il tuo intervento ufficiale - poteva acquisire in donazione un interessante precedente storico, data la paternità anticipata della mia invenzione
estetica (Dic. 2008).
Completammo l’ottimo colloquio riservandoci - per tua stessa decisione - un successivo incontro entro la mattinata, onde
dare eventuale riscontro al programma della donazione definendone l’attuabilità; ma mancasti l’appuntamento senza saperti scusare della tua assenza neppure con un rapido sms.
Ricontattato cortesemente da me il giorno dopo, per ricordarti
almeno i convenevoli in uso per risolvere appuntamenti mancati, ti scusasti garantendomi sulla parola un altro incontro
per l’indomani, senza degnarti di farti vivo neanche allora, né
tantomeno i sette giorni successivi, né gli altri a venire. Declinando il tutto con un silenzio assenza poco intelligente per un
sindaco (laureato, ed esperto in buone maniere), non so cosa ti
sia passato per la testa… per comportarti in quel modo. I tuoi
gravosi altri impegni (se ne avevi…, o quali che fossero) non
costituiscono alcuna scusante per salvar la faccia nascondendola dietro il dito di un mutismo in mala fede. Malafede…
perché dai fatti non si evince altro! Venti secondi di risposta,
in casi di necessaria decenza, sono concessi anche in un consiglio di ministri esecutivo ai massimi livelli. Che cialtronata
è questa?... Alberto Lisci!
Se il tema era una proposta di donazione (quindi una relazione pubblica tra me e il palazzo che rappresenta la Città),
non potevi essere così superficiale né distratto dalla serietà
dei testi, degli impegni formali, e della tua parola. Se tu non
avessi avuto interesse alla cosa - ma non era così! - o avessi
avuto eventuali ostacoli cultural-burocratici in Palazzo, o incombenze di non so quale altra natura, sarebbe stato più decente da parte tua riuscire a comunicarlo subito, con lingua
aperta, convincente, e confacente al parlar tra gentiluomini.
Almeno la tua dignitosa educazione l’avrei appresa.
Come sindaco... dunque, tenuto a dimostrarti cosciente e rispettoso della buona norma di un educato comportamento in
certi casi, s’intravede poca dimestichezza nel tuo saper stare
correttamente davanti a te stesso e davanti a me, in questo
mancato confronto con Nino Cannella; e la mia lettera non
può non essere aperta che per questo. Non ritengo tu possa
permetterti di trattare con tanta negligente ipocrisia nessuno,
tantomeno un artista di quasi cinquantennale esperienza attiva, la cui proposta tu hai ascoltato e valutato positivamente
con attento e realistico interesse di Sindaco (e con piacere,
direi…), salvo girar di tacchi e cambiar faccia - da bronzo a
cartapesta - tapinamente eclissando l’impegno a definire meglio l’uso della tua parola e della tua posizione in proposito ad
impegnative “colte” cui dovresti essere un po’ più abituato,
senza usare i sotterfugi di un ebete silenzio chiassosamente
sgrammaticato.
Nino Cannella
*Titolo dell’opera
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1 novembre 2014
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Sport
CICLISMO. CAMPIONATO GIOVANILE
REGIONALE A SQUADRE
I giovanissimi dell’U.C. Guspini
si sono classificati secondi
O
ltre cento giovanissimi provenienti da tutta l’Isola hanno preso parte a Guspini all’ultima prova regionale del
Meeting giovanile per società, valida quale ultima prova del
campionato regionale, cimentandosi in prove di MTB, abilità e velocità su pista. Ad allestire i tre campi di gara, all’interno e all’esterno dello stadio comunale, è stata l’Unione
Ciclistica Guspini. In mattinata si sono svolte, in contemporanea, le gare di mountain bike e velocità su pista, mentre al
pomeriggio si sono tenute le prove di abilità. La manifestazione si è conclusa con le premiazioni delle prime cinque
società classificate.
La classifica di giornata ha visto la società di casa aggiudicarsi il secondo gradino del podio dietro il VC Sarroch, terza classificata Terranova Olbia. Al quarto posto la Fausto
Coppi Sassari, al quinto il Pool Bike Serramanna. Nella classifica generale formata da 15 squadre, frutto dei punteggi
acquisiti nelle prove di Sarroch, Pula, Olbia e Guspini, le
prime tre posizioni vedono vincitrice del Campionato Giovanissimi per il secondo anno consecutivo la VC Sarroch e
a seguire Guspini e la Terranova Olbia.
«Ottima conclusione per le categorie giovanissimi dell’UC
Guspini: una stagione che ha riservato alle categorie agoni-
stiche, sia su strada sia su mountain bike, grandi soddisfazioni a livello regionale e nazionale. Non ultima la vittoria
tra gli Esordienti di 1° e 2° anno e diversi piazzamenti tra
allievi, donne ed esordienti nel tradizionale memorial Manuel Contu a Orosei, valido quale terza prova del Gran Prix
regionale Antimo Murgia di Mtb. Ultimi due appuntamenti
del 2014 a Senorbi al Trofeo Cantine di Trexenta ed a Mon-
tevecchio per l’ultima prova del memorial Antimo Murgia»,
afferma Stefano Dessì, segretario dell’unione ciclistica Guspini.
La scuola di ciclismo e mtb, riservata ai bambini di cinque
anni d’età, è aperta tutto l’anno. Per informazioni contattare
il numero 329 5794654.
Saimen Piroddi
LUNAMATRONA
La piscina Sa Corona Arrubia, una struttura professionale per tutti
“Natare necesse est”, dicevano gli antichi latini per indicare
l’indispensabile necessità umana di muovere il corpo nell’acqua. Attività praticata soprattutto in estate e in ambienti naturali e aperti quali fiumi, laghi e mari. Per consentire il movimento
acquatico anche nelle altre stagioni, nel Medio Campidano son
presenti impianti sportivi coperti, adatti a chi ama immergersi
in vasche d’acqua per nuotare, appagare il corpo, sviluppare la
massa muscolare e praticare sport agonistico. Ma non tutte le
strutture natatorie vantano la qualità professionale garantita dalla
Fin (Federazione italiana nuoto) e dal Comitato olimpico nazionale italiano, come la piscina federale Sa Corona Arrubia,
sita nel territorio di Lunamatrona. “Con una nuotata puoi sbarazzarti dello stress”, è il motto della società oristanese All Together Ssd, che gestisce la struttura nel cuore della Marmilla. Il
direttore federale e presidente della società, dottor Michele
Zucca, spiega perché il nuoto è considerato uno sport completo
e benefico, sia per il sistema cardiocircolatorio, la mobilità articolare e muscolare di tutto il corpo, sia per quello neuromuscolare. «Quando il corpo si muove nell’acqua, la mente è concentrata in un mondo acquatico, distinto da quello terrestre. È
statisticamente appurato che chi pratica questa disciplina aumenta il quoziente intellettivo». Non solo. Il nuoto, spiega Zucca, è anche un bisogno sociale ed educativo, perché basato su
regole etiche, quali il rispetto della persona. E per tale ragione
il personale presente a Sa Corona Arrubia è altamente qualificato all’educazione delle regole e al rispetto della persona. Ad
iniziare dalla corretta postura del corpo. «La qualità del servizio - aggiunge il direttore e allenatore federale - è dimostrata
dalla professionalità. In sede infatti son presenti altri soci della
federazione che lavorano sulla multilateralità. Oltre me, un altro allenatore, un coordinatore, istruttori qualificati, un chinesiologo e un fisioterapista. E altri laureati in scienze motorie».
Appassionati e non, nuotano nella grande vasca di Lunamatrona per sentirsi in forma e salute. Bambini, ragazzi, donne in
gravidanza e neonati, adulti, cittadini anziani e con difficoltà
motorie. Una piscina aperta a tutti. Soprattutto agli atleti. Campioni a livello regionale e nazionale, squadre di esordienti, ragazzi e master si allenano in piscina e sala attrezzi, per poi percorrere traversate e gareggiare sia in acque libere, come hanno
fatto le allieve che quest’anno, nei circuiti Nal, hanno vinto parecchie medaglie, sia in piscine olimpioniche, come i campioni
di Villamar, Mogoro e Gonnoscodina. Inoltre alcune associazioni sportive usano i due campetti di calcio per allenarsi. E
altre imprese locali collaborano con la società natatoria. Nell’ottica dell’unione fa la forza e l’etica sportiva di fare gruppo,
confrontarsi e crescere, ora la piscina federale costruirà una sorta di gemellaggio con una sessantina di atleti di Oristano e Terralba. E, giacché è già possibile rilasciare brevetti per bagnini,
la società All Together auspica che la piscina diventi una scuola
di nuoto federale per tirocini certificati. E soprattutto che le venga
riconosciuto il rispetto per l’ambiente. Infatti la piscina Sa Corona Arrubia è unica nell’isola a sfruttare il 60 percento di energia rinnovabile con l’installazione del fotovoltaico, a limare così
i costi energetici e ad aver cura di rispettare il vicino orto-botanico e il panorama collinare dell’alta Marmilla.
Marisa Putzolu
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Sport
1 novembre 2014
SAN GAVINO
Un percorso
gratuito su
“Prevenzione,
salute e sport”
P
revenzione, salute e sport. Sono questi gli elementi di un
percorso informativo gratuito organizzato da Gianluca
Vaccargiu, istruttore di scuola calcio della Monreale 1936 e
dell’Atletico Sanluri. Ogni lunedì nell’aula magna delle scuole
medie mamme, maestre e sportivi (ma non solo) partecipano
ad una serie di incontri su alimentazione, psicologia familiare e sportiva, diabete, allergie e celiachia, dislessia, cardiologia e sport, traumatologia, prevenzione al gioco d’azzardo,
giovani e sicurezza. Ed ancora responsabilità giuridica nei
minorenni, femminicidio, stalking, prevenzione tumori, pediatria, rapporto tra giovani-famiglie. Nell’ultimo appuntamento il farmacista Riccardo Perrier e il dottor Pietro Sini
hanno tenuto un incontro su integratori alimentari e sport.
«L’impegno - spiega Gianluca Vaccargiu - è volto ad incenti-
vare una maggiore consapevolezza e responsabilizzazione del
cittadino sulle scelte effettuate o da effettuare per mantenere
sempre uno stato di benessere ponendo in primo piano la
qualità della vita sino alla terza età. Da diversi anni dedico
un po’ del mio tempo libero sia al mondo dello sport che a
quello sociale in generale. Al momento sono istruttore scuola calcio con la società sportiva Monreale e con la società
Atletico Sanluri e seguo le categorie dei piccoli amici. Inoltre sono componente del gruppo sportivo scolastico e presidente del consiglio d’istituto comprensivo San Gavino e Sardara. Questo percorso da me promosso è nato per dare una
mano d aiuto all’informazione necessaria per far sì che vengano evitati episodi spiacevoli o addirittura drammatici in
diverse situazioni della vita in generale. In questo percorso è
stata dichiarata solo la data di inizio e non quella di fine perché praticamente si continuerà finchè ci sarà disponibilità da
parte degli specialisti».
Il gruppo di coordinamento del percorso “Prevenzione, salute e sport” è composto da Gianluca Vaccargiu, Riccardo Perrier, Gilberto Pinna, Alice Bandino, Marianna Chessa, Angelita Cinus, Rita Pilloni, Francesca Spiga, Maria Elena Addari, Claudia Loddo, Mariella Sanna, Andreina Puddu, Giorgia
Marongiu, Silvia Gilardi e Gabriella Sanna.
Intanto sabato 25 ottobre è partito un percorso di tre incontri
con il noto scrittore pedagogista Lorenzo Braina, direttore
del Crea, il Centro per la Creatività Educativa. «Gli incontri
dal titolo “Educare tra regole e libertà attraverso il metodo
del dialogo emotivo” - conclude Luca Vaccargiu - hanno
come intento quello di ragionare intorno alla gestione efficace della relazione. Uno degli obbiettivi più importanti del
percorso è quello di rivalorizzare il senso civico ripartendo
dall’educazione personale e familiare. Ringrazio tutti per la
numerosa partecipazione».
Gian Luigi Pittau
CALCIO
A.S.D. POLISPORTIVA SARDARA 1983
Marcello Bianchini
è il nuovo allenatore
Il samassese
Massimiliano Caboni
alla Granfondo
del Poetto di Cagliari
Il 12 settembre 2014 si è svolta a Cagliari la “Granfondo”, gara
appartenente al circuito Nuoto Acque Libere, organizzata dal
Nuoto Club Cagliari. La partenza è avvenuta dal Lazzaretto
Quartiere S. Elia con venti atleti, tra cui anche cinque sardi. Il
circuito di un chilometro e 550 metri è stato ripetuto dagli atleti
per tredici volte con un totale di venti chilometri.
Massimiliano Caboni, tra i cinque atleti sardi in gara, non ha
solo rappresentato la Sardegna, ma soprattutto il suo paese: Samassi e tutto il Medio Campidano. Si dice soddisfatto per aver
realizzato il sogno di portare a termine quella che lui definisce la
gara delle gare in cinque ore e ventisette minuti, e allo stesso
tempo si sente onorato di aver nuotato assieme a professionisti,
come la medaglia di bronzo agli Europei Edoardo Stocchino.
Questa non è la sua prima impresa, tante altre gare importanti
arricchiscono il suo curriculum e non resta che attendere la prossima in cui si cimenterà.
Carola Onnis
L’esonero di un allenatore a due giorni dall’inizio di un
torneo di calcio può causare serie difficoltà ad una squadra
che partecipa al suo sesto campionato consecutivo in seconda categoria, girone C. Sembra questo il motivo per cui,
su sei partite giocate da inizio campionato 2014-2015, gli
atleti della Sardara 83 hanno portato a casa quattro sconfitte, un pareggio e una sola vittoria con un unico gol segnato
al Perdasdefogu Calcio lo scorso 12 ottobre.
Tuttavia l’associazione sportiva dilettanti di Sardara, di cui
fanno parte 80 ragazzi per le squadre “Piccoli amici” e
“Giovanissimi”, 13 dirigenti e 20 calciatori per la squadra
di seconda catagoria, sta riorganizzando il gioco e la formazione assieme al nuovo allenatore Marcello Bianchini
di Guspini.
«Cambiare un tecnico responsabile - dice Roberto Caddeo,
neo presidente dell’associazione sardarese - ha sempre conseguenze sulla performance di una squadra sportiva. Ma i
nostri calciatori sono in gamba e il nuovo mister è all’altezza dell’incarico affidatogli. Ora speriamo soprattutto nel
mercato di dicembre per poter ingaggiare due nuovi giocatori: un centrocampista e una punta».
Marisa Putzolu
PDF Compressor Pro
1 novembre 2014
1
AZIENDE
Affittasi o vendesi bar in
centro storico Villacidro. Per
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3
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In questa rubrica ospitiamo foto e messaggi di auguri per compleanni, anniversari di matrimonio, riunioni
conviviali, nozze, nascite, battesimi, cresime, prime comunioni, lauree e ricorrenze varie da festeggiare.
Le foto a colori, accompagnate da un testo, possono essere inviate all’indirizzo e-mail
[email protected] o consegnate direttamente all’ufficio di redazione.
SAN GAVINO - 19 OTTOBRE 2014
Note Liete
Fabio
E-mail: [email protected]
Fax 070 9785036
via Matteotti, 28 09036 - Guspini
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foto allegata
senza foto
19esimo
compleanno
laurea
compleanno
anniversario
i più cari auguri
matrimonio
GUSPINI - INTROBIO - 19 OTTOBRE 2014
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nascita
Dai nonni
Tuveri e Lisci,
didini,
zii, zie
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per il suo
Tanti Auguri
Scrivere in stampatello
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al piccolo
da tutti gli amici, dai docenti,
dagli alunni e da tutto il personale
del liceo delle scienze umane
e linguistico “Lussu”
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compie 90 anni,
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in questo giorno importante ti diciamo grazie per tutto quello che hai fatto per noi,
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Vendesi compressore Fini 200
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Collezionista Cerco monete e
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pubblicati prima del 1945.
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Thermostar, ottima per riscaldamento casa e fornitura di
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Collezionista acquista vecchi fumetti di Zagor, Tex,
Topolino, ecc. album figurine di ogni tipo, rimanenze di
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Arbus vendo tini in resina e
botti in legno per vendemmia, prezzi modici. Se interessati contattatemi al numero 329 8393411. (03/14)
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San Gavino Vendo vino rosso, ottima qualità, prezzo 2
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francobolli di ogni genere
(nuovi e usati) e cartamonete.
Chi fosse interessato, può
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Vendesi acquario 250 litri, ottimo stato. Prezzo trattabile.
Telefono 3291613842. (13/14)
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1 novembre 2014
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Pabillonis. Vendesi 80 tubi
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Gonnosfanadiga, offro oliveto a mezzadria in ottime
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in legno, per negozio. Prezzo
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Pietro Usai – Villacidro.
Tel.340 2497524. (18/13)
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stanze con un perimetro di 16
mt e un’altezza di 2,40 mt.
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intrattabili o permuto con
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circa 3 anni, 1 banco cassa legno massiccio, scaffalatura in
alluminio varie misure. Prezzi modici. Tel. 340 2497524 070 932442 ore pasti. (14/14)
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200 atm 380v acqua calda, revisionata, ottime condizioni,
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euro o permuto con qualsiaisi
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6393409 ore ufficio. (01/14)
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mandorle, olive, ecc. pesatura e dosaggio da 0 a 15 kg.
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PDF Compressor Pro
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1 novembre 2014